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COMUNICATO

Roma 2/10/2015

 

Il 25 settembre la Camera ha
licenziato il disegno legge delega sul “Riordino delle disposizioni legislative
in materia di sistema nazionale della protezione civile” e trasmesso al Senato
per l’ulteriore iter legislativo, nel quale cercheremo di portare le nostre
ragioni e punti di vista.

Ci auguriamo, nell’interesse generale, che anche al
Senato si verifichi la stessa convergenza politica, lo stesso confronto pacato e
costruttivo, che consenta di modificare alcuni punti che a noi sembra
necessario riformulare e cioè:

1) prevedere la redazione di un
solo decreto legislativo (testo unico) per la disciplina organica di tutta la
materia Protezione civile, per non spezzettare e rendere irriconoscibile il
pensiero ispiratore con cui si vuole governare il sistema PC (la ratio), dando
invece la possibilità di regolare con DPCM quegli aspetti tecnico-economici che
variano nel tempo con l’avvento di nuove conoscenze, tecnologie o situazioni
economico-sociali (ad esempio usare DPCM per regolare il valore degli incentivi
fiscali per gli adeguamenti sismici del patrimonio abitativo, o per normare le
modalità di censimento danni, o per definire i metodi di lavoro in emergenza,
etc.);

2) Declinare in modo
inequivocabile il “servizio pubblico essenziale ” attraverso:

     a) la definizione dei livelli
essenziali del servizio di PC, per garantire in tutte le parti del nostro
territorio, la stessa qualità di intervento e di risposta al diritto alla
tutela;

     b) la definizione dei fondi da
destinare alla erogazione di tale servizio pubblico per le attività di
prevenzione e di “preparedness”, che dovranno essere certi, rinnovati
annualmente e rintracciabili nel loro utilizzo;

     c) Il regolamento dell’impianto
per poter svolgere la funzione di pc, dando sostanza, visibilità ed
applicabilità alle attività di questo servizio (profili professionali,
protocollo intercategoriale, modalità esecutive, organi, etc.).

Sui livelli essenziali, oltre
al richiamo all’osservanza della legge 146/1990 di garanzia dei servizi minimi,
recentemente e pretestuosamente utilizzata dal governo per attaccare le libertà
sindacali nei BBAA e sulla quale la PC è vacante da molti anni, il loro
inserimento istituirebbe di fatto un presidio di PC in area vasta che
supplirebbe al costante, ideologico e pianificato ritiro dello stato dal
territorio che sta lasciando sempre più soli i cittadini e sta disarmando gli
organismi di pc che si vedono privati del tutto di interlocutori e
interlocuzioni.

Sui profili professionali, il
DDL riconosce la necessità di istituirli per poter svolgere la funzione di PC,
senza però prevederne una definizione chiara e condivisa. Sulla questione
riteniamo importante aprire un confronto dentro l’intero “sistema” di
PC,  cioè con le componenti e le
strutture operative previste dalla Legge. Dunque non solo dentro il DPC.

Non si può continuare a
sostenere l’equazione che si è professionisti di PC solo perché si è impiegati
presso un qualsiasi ente o struttura di PC. Non si è chirurgo solo perché si
lavora, a qualsiasi titolo, presso un ospedale. Parimenti essere un infermiere,
un VVF, o un ingegnere del comune o dipendente del DPC, non vuol dire essere
anche un professionista di PC. Esercitare la funzione di PC non può essere
derubricata al

solo sapere, deve essere
assolutamente e improrogabilmente integrata con il saper fare, saper essere,
tutte attitudini e competenze che solo la prefigurazione e declaratoria di un
profilo professionale nazionale di PC permette di raggiungere.

Tale profilo professionale, da
formularsi attraverso la contrattazione tra le parti sociali nei vari comparti
di appartenenza, deve necessariamente ispirarsi a dei principi di funzioni di
rappresentanza generale del Governo centrale, territoriale e locale e di
garanzia istituzionale, tenendo conto che, in un servizio multi organizzativo,
quale il SNPC, vi è un crescente bisogno delle funzioni di appoggio tecnico, di
sostituzione e di arbitrato. Un profilo con competenze intersettoriali e
multidisciplinari, in quanto non focalizzato su questo o quell’altro settore di
attività bensì ancorato attorno al presidio delle condizioni di governabilità
del policentrico SNPC, governato dal principio di sussidiarietà. Di qui la
necessità di competenze e professionalità insieme generaliste ed approfondite
(pronte ad affrontare una realtà complessa), nonché di strutture aperte e
flessibili. Le relative opportune qualifiche del profilo professionale di PC
vanno correlate al livello di responsabilità connesso alla competenza assegnata
e alla esperienza maturata.

Sul protocollo intercategoriale
si avverte la necessità di istituire un “registro ore del tempo d’intervento”
nella sola fase temporale di conclamata emergenza.  E’ noto, infatti, che in stato di
emergenza  e su scenari critici, i
lavoratori e le lavoratrici appartenenti ai ruoli della PA centrale e
periferica che vengono chiamati ad intervenire, hanno ruoli e contratti
differenti che prevedono tempi e modalità d’impiego differenti; essi debbono
poterlo fare senza avere preoccupazione alcuna delle procedure e del sistema di
competenze, che va definito: tutti debbono sapere cosa debbono fare, a
prescindere che lavorino per il DPC, per il Comune, per la Regione o per una
qualsivoglia struttura operativa di PC. Per questo debbono prevedersi,
naturalmente, percorsi di formazione, percorsi professionali comuni, omogenei
ed adeguati e poi per ultimo che debbano avere la possibilità,
contrattualmente, di accedere alle risorse che sono destinate a riconoscere
anche questo particolare impegno. Tutte le strutture operative dello Stato,
fermo restando i loro ordinamenti e incardinamenti istituzionali, fermo
restando quanto previsto dalle normative che regolano la libera associazione di
cittadini, passano alle dipendenze funzionali della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, e per suo tramite al DPC, solo per il periodo di “registro ore
del tempo d’intervento” corrispondente con il periodo dello stato di emergenza
dichiarato.

Come questo si coniugherà all’interno
della PCM sarà opera di perizia e intelligenza politica delle OO.SS tutte, che,
tranne qualche fisiologica eccezione, speriamo si presenteranno unite al tavolo
della contrattazione per cogliere l’occasione, forse unica, di portare a casa
il risultato.

Come poi tutto questo si
affermerà dentro il DPC è tutto da costruire. Per questo abbiamo proposto un
percorso a cominciare dalle assicurazioni professionali e dai decreti (noi
speriamo decreto) legislativi conseguenti al DDL.

Questo, e non altri, è il
percorso che si è dato la CGIL, la cui realizzazione metterebbe “in tutela”
migliaia di lavoratori impiegati nell’erogazione di questo importante servizio
pubblico di cui il Paese si è dotato, oltre ad affermare il diritto alla tutela
e a essere tutelati nel Paese. 

 

 
 
 

 

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Incontro con il Capo Dipartimento Protezione civile

Il giorno 14 settembre 2015 una
delegazione CGIL del Dipartimento della protezione civile ha incontrato il Capo
Dipartimento.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati i punti
qualificanti che l’Organizzazione intende sviluppare nei competenti tavoli di
contrattazione, in relazione alla valorizzazione della professionalità del
personale del Dipartimento e del ruolo di protezione civile allargato a tutte
le componenti del sistema nazionale. Nello specifico, sono stati toccati i
seguenti argomenti: 
 – individuazione dei profili
professionali della protezione civile;
 – Individuazione delle posizioni
organizzative all’interno del dipartimento della protezione civile;

– assicurazione professionale per
le attività del personale del dipartimento della protezione civile;
 – benessere organizzativo. 

 

 La delegazione ha proposto al
Capo Dipartimento di avviare all’interno della struttura un percorso condiviso
con tutto il personale sui temi sopra richiamati, non più rinviabili alla luce
della riforma della PA e del disegno di legge delega in discussione in
Parlamento sulla protezione civile.
E’ inoltre stato rappresentato che la
revisione dell’organigramma e delle declaratorie, sviluppata
dall’Amministrazione sulla base di necessità contingenti, dovrebbe essere
ripensata anche alla luce della necessità di portare in chiaro il ruolo e la
professionalità dei dipendenti del Dipartimento.  
 Per cominciare, è stato chiesto
di chiamare tutte le organizzazioni sindacali per avviare una riflessione su
questi argomenti, e fare del Dipartimento della protezione civile un
laboratorio all’interno della PCM sui percorsi di valorizzazione della
professionalità. 

Un passaggio essenziale per il
futuro del Dipartimento della protezione civile, e per l’idea stessa di
protezione civile,  sarà la stesura dei
decreti legislativi discendenti dalla legge delega, attualmente in discussione
alla Camera dei Deputati.
Anche su questo si misurerà la disponibilità
dichiarata dall’Amministrazione a procedere lungo un percorso condiviso con
tutte le colleghe e i colleghi. 

 

 

 

 
 
 

CRI: dalla Funzione Pubblica nessuna risposta concreta sulla mobilità. Nota ai Ministri Madia e Lorenzin ed al Presidente Conferenza Stato regioni


Nota Fp Cgil,Cisl Fp e Uil Pa 

Mobilità personale della Croce Rossa Italiana

Roma, 2 ottobre 2015

Le scriventi OO.SS. hanno partecipato sino ad oggi con spirito di collaborazione ai tavoli tecnici tenutisi presso il Ministero per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione sulla applicazione del 178/12. 

Sino ad oggi però tali incontri non hanno prodotto alcuna risposta sulla effettiva e certa ricollocazione del personale della Croce Rossa Italiana. Il DM sulla mobilità del 14/09 scorso, inoltre, restringe ulteriormente le possibilità di mobilità aprendo un orizzonte di estrema incertezza sul futuro dei dipendenti CRI. 

Per questi motivi le scriventi OO.SS. chiedono con urgenza l’apertura di un tavolo politico che si assuma le responsabilità dovute per salvaguardare i livelli occupazionali, salariali nonché le professionalità dei lavoratori della CRI. 

Riservandosi ogni azione a tutela dei lavoratori attendono un sollecito riscontro.

      FP CGIL                     CISL FP                       UIL PA
Rossana Dettori        Giovanni Faverin           Nicola Turco

 
 
 

 

Mobilità verso il SSN – A tutti i lavoratori della Croce Rossa

Da una lettura attenta del DM 14/09/15 sulla mobilità dei lavoratori delle Province e della CRI sembrerebbe che ci sia la possibilità per i lavoratori della CRI di poter  presentare la domanda di mobilità anche verso il SSN.          
Si tratta della lettura dell’art. 11, comma 1, che prevede però tempi strettissimi  per la presentazione delle domande, ovvero 15 gg dalla pubblicazione  del DM in G.U.          

 

Informazioni corsi di formazione personale amministrativo.

12.10.2015 – Informazioni corsi di formazione personale amministrativo.

 

 

Pa: Cgil Cisl Uil, decreto mobilità inefficace, rischio caos


Comunicato Stampa Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uilpa

‘Riprendere il confronto, contrattazione strumento per invertire politica dei tagli’

Roma, 30 settembre 2015

“È l’evidente dimostrazione dell’inefficacia
degli interventi di riordino istituzionale che puntano più sul taglio
della spesa che sul miglioramento dei servizi”. Così Fp Cgil, Cisl Fp,
Uil Fpl e Uil Pa in merito alla registrazione alla Corte dei Conti del
decreto mobilità, aggiungendo che: “Affidare la gestione della mobilità
ad un programma informatico di incontro tra domanda e offerta significa
sacrificare funzioni e professionalità in una logica tutta
ragionieristica di gestione del personale”.

Inoltre, precisano i
sindacati, “già le Regioni hanno fatto sapere che non utilizzeranno il
portale della Funzione Pubblica per gestire i processi di trasferimento e
per la Croce Rossa il paradosso di vedere personale sanitario lavorare
nei ministeri come amministrativo è più che concreto”. Secondo Fp Cgil,
Cisl Fp e Uil Fpl “il rischio caos è alle porte e, come nel Dpcm sulle
tabelle di equiparazione, continua a rimanere incerta la salvaguardia
dei livelli salariali in caso di mobilità”.

Il decreto, inoltre,
precisano i sindacati, “non fa i conti con un quadro economico ancora
molto incerto, con la recente approvazione del decreto Enti locali che
ha cambiato il quadro normativo entro cui si inserisce la riforma delle
province, con i ritardi nella legislazione regionale nel riordino delle
funzioni. Noi riteniamo si debba riprendere il confronto non solo a
livello nazionale ma anche nei singoli enti e a livello regionale con
l’obiettivo di governare realmente i processi di riordino delle
funzioni. È la contrattazione lo strumento con cui invertire la politica
dei tagli che ha caratterizzato le ultime leggi di stabilità e che sta
portando al fallimento di tanti enti e di tante riforme”, concludono.

 

 

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Comunicato su riunione 8 ottobre e comunicazione MIBACT su modifica DM Musei
 

 

RIUNIONE 8 OTTOBRE:  FUA E CONSIGLIO SUPERIORE

 

Nelle riunione di
ieri non si sono affrontati per mancanza di tempo gli argomenti più delicati
(organici e passaggi orizzontali), che di conseguenza sono stati rinviati alla
prossima settimana.

 Di seguito gli
argomenti affrontati:

FUA e valorizzazione:

Abbiamo sottoscritto
la verifica degli accordi relativi al primo maggio e alla notte dei musei 2015.
Detti accordi adesso possono andare in pagamento e, giusto per segnalare
laddove ci sono stati problemi, tutte le aperture sia del primo maggio che
della notte dei musei sono rientrate nel budget di spesa. Questi progetti
adesso possono essere pagati, ricordando che il progetto primo maggio è stato
finanziato quasi per intero dai fondi ex capitolo 1321 e quindi non dal FUA.

Ci è stato poi
quantificato l’ammontare residuo del FUA 2015, pari a quasi 8 milioni di euro,
e le economie accertate sul FUA 2014, pari a poco più di 3 milioni di euro.

Quote di cui ci è
stato chiesto l’impiego in progetti locali con la curiosa proposta di
indirizzare tali progetti alle iniziative che si faranno in occasione del prossimo
Giubileo. Una somma residua e minima servirà invece ad integrare il fondo
previsto per le posizioni organizzative, che si sono ampliate al momento solo
alle direzioni di Archivi e Biblioteche che hanno perso la funzione
dirigenziale. Rispetto all’impiego della somma a disposizione si è aperta una
vivace discussione tra le organizzazioni sindacali. Intanto noi abbiamo
precisato che le iniziative per il Giubileo casomai devono avere uno
stanziamento straordinario come è avvenuto nel passato. Quindi l’eventuale
impiego in progetti locali non potrà, a nostro avviso, che seguire le linee che
hanno accompagnato i precedenti accordi sulla materia.

La seconda questione
che è sorta è riferita all’opportunità di impiegare queste somme su nuove
progressioni economiche. Noi abbiamo rappresentato che, stante l’impossibilità
purtroppo verificata di far scorrere ulteriormente le graduatorie delle
progressioni economiche 2010, attribuendone la decorrenza al primo gennaio di
quest’anno, occorre un nuovo accordo sulle progressioni economiche la cui
portata deve necessariamente interessare tutto il personale che è rimasto fuori
dalle precedenti. Circa 10.000 lavoratori. Per un accordo del genere è
evidentemente insufficiente il plafond di 8 milioni di euro (i tre milioni
derivanti da economie del fondo 2014 non possono essere utilizzate perchè si
tratta di una somma non quantificabile se non al momento in cui si accertano le
stesse), che potrebbe riguardare al massimo una cifra intorno ai 5.000
lavoratori.
Pertanto, dal nostro punto di vista, occorre prevedere l’impiego di
una cifra assai superiore (intorno ai 15 milioni di euro) e l’unico modo per
accantonarla è un accordo sul FUA 2016. Detto questo ci siamo dichiarati
disponibili a prevedere un accordo sul FUA 2016 che comporti l’attribuzione di
quella quantità di progressioni economiche. Sul reperimento di queste risorse
occorrerà fare un’attenta valutazione sulla distribuzione del FUA 2016, cosa
che comporterà una prevedibile rivisitazione degli accordi nazionali sulle aperture
prolungate e sulla produttività ed efficienza (fermo restando l’importo
previsto per le turnazioni), rivisitazione che in ogni caso ci pare del tutto
inevitabile alla luce delle sempre maggiori difficoltà a mantenere una apertura
standardizzata per undici ore al giorni in tutti i siti del ministero,
considerato che già adesso ci troviamo di fronte a numerose deroghe a questo
accordo che potrebbero avere ricadute in sede di controllo di ragioneria, che
peraltro in numerosi esiti ispettivi sta cominciando a porre in discussione la
regolarità nell’attribuzione delle quote relative a questi progetti. Noi in
ogni caso riteniamo un nuovo accordo sulle progressioni economiche ineludibile
per i motivi che abbiamo sempre esposto ai lavoratori nel corso anche della
recente campagna elettorale delle RSU. Per cui abbiamo chiesto
all’Amministrazione di formulare una proposta sull’impiego del restante FUA
2015 accompagnata da una dichiarazione congiunta che impegni le parti alla
stipula del nuovo accordo sulle progressioni economiche a valere sul FUA 2016.

Per quel che riguarda
invece le posizioni organizzative è del tutto evidente che la nomina dei
funzionari direttori dei Musei amplierà di molto la platea destinataria ed
abbiamo chiesto all’Amministrazione una quantificazione del personale, che
ancora non è disponibile non essendo concluse le procedure relative al bando
emanato dalla DG Musei. Abbiamo specificato che le risorse aggiuntive
eventualmente necessarie dovranno essere compensate, come da impegni assunti
più volte dall’Amministrazione, da maggiori disponibilità provenienti dal
capitolo 1321 che finanzia i progetti di valorizzazione. In aggiunta, a nostro
avviso, vanno rivisti i criteri di attribuzione poiché attualmente quelli
vigenti ci appaiono restrittivi in considerazione dei compiti complessi che la
norma attribuisce alla gestione del singolo Museo. Anche questa partita ci pare
al momento rinviata ai primi dell’anno prossimo.

 L’Amministrazione ci
ha inoltre confermato la sua intenzione a trovare una soluzione che garantisca
il pagamento delle turnazioni su base mensile a partire da febbraio prossimo,
soluzione che potrà essere un pre accordo che consenta a gennaio l’impegno e
l’immediata disponibilità delle somme afferenti o una norma nella legge di stabilità
per il 2016. Vedremo.

Infine vi
comunichiamo che l’Amministrazione sta procedendo a definire gli ultimi
passaggi relativi all’attribuzione delle 320 progressioni economiche residue
dell’accordo 2010 e che pertanto presumiamo che le stesse possano essere
attribuite entro l’anno.

Sul Consiglio
Superiore ci è stato presentato un decreto che regolamenta l’utilizzo del voto
elettronico combinato con alcune modalità presenti nella modalità di voto
tradizionale cartacea.

Sul decreto abbiamo
chiesto alcuni chiarimenti, in particolare per quello che riguarda la
necessaria garanzia della segretezza del voto e l’accessibilità al diritto di
voto nelle sedi con personale inferiore ai 50 dipendenti e privi di
strumentazione adatta a formare un seggio. Su questo ci hanno promesso
chiarimenti per lunedì, vedremo. Intanto abbiamo ritenuto di proporre e
concordare con la maggioranza del tavolo l’indizione delle elezioni per la metà
di dicembre, non ritenendo di poter prorogare ulteriormente questa scadenza.
Infine vi alleghiamo
una comunicazione relativa ad una modifica del DM Musei con ulteriori
assegnazioni di siti ad alcuni Musei autonomi. Sul punto rinviamo alle
valutazioni che ci perverranno dai territori interessati.

 
  Roma, 9 ottobre 2015   
   
FPCGIL MIBAC
Claudio Meloni

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Workshop – Soccorso, sicurezza ed evoluzione tecnologica.

09.10.2015 – Workshop – Soccorso, sicurezza ed evoluzione tecnologica.

 

 

Concorso pubblico, per esami, a 10 posti nella qualifica di Funzionario amministrativo – contabile vice direttore del ruolo dei funzionari amministrativo contabili direttori del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. Avviso di rinvio.

09.10.2015 – Si
comunica che è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana – 4ª Serie Speciale Concorsi ed Esami – n. 78 del 09 ottobre
2015 il seguente avviso di rinvio del diario delle prove d’esame del concorso
pubblico,per
esami, a
10 posti nella qualifica di Funzionario amministrativo – contabile vice
direttore del ruolo dei funzionari amministrativo contabili direttori del Corpo
Nazionale dei Vigili del fuoco.

Si
comunica che le prove d’esame del concorso pubblico, per esami, a 10 posti nella
qualifica di Funzionario amministrativo – contabile vice direttore del ruolo dei
funzionari amministrativo contabili direttori del Corpo nazionale dei vigili del
fuoco, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4^ Serie Speciale Concorsi ed Esami
– n. 43 del 9 giugno 2015, saranno precedute da una prova
preselettiva.

Il
diario della suddetta prova sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4^ Serie
Speciale Concorsi ed Esami – del 23 ottobre 2015, nonché sul sito del
Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
http://www.vigilfuoco.it.

Tale
pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti e nei confronti di tutti
i candidati.

 

 

Fondo di Amministrazione 2013 – Incontro del 13 ottobre – Invio proposte.

09.10.2015 – Fondo di Amministrazione 2013 – Incontro del 13 ottobre –  Invio proposte.

 

 

Tutela e sostegno della maternità e paternità.

09.10.2015 – In allegato la circolare della Direzione Centrale per le Risorse Umane relativa alla tutela e sostegno della maternità e paternità.

 

 

Schema bandi Capi Squadra decorrenze 1.1.2013, 1.1.2014 e 1.1.2015.

09.10.2015 – Schema bandi Capi Squadra decorrenze 1.1.2013, 1.1.2014 e 1.1.2015.

 

 

Provvedimenti di revoca dei trasferimenti ex legge 104/92.
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