La trattativa di giovedì 20 gennaio con Aran ha costituto l’occasione nella quale, a seguito della presentazione del documento dei datori di lavoro della scorsa settimana, le organizzazioni sindacali hanno potuto restituire al tavolo le proprie valutazioni e proposte.
Si è trattato di una discussione che ha affrontato l’impostazione e i punti principali della proposta dei datori di lavoro, demandando a una fase successiva il compito di definire i dettagli. In pratica l’obiettivo della discussione è stato quello di verificare se l’architettura del documento Aran consentisse o meno, nell’incrocio con le richieste sindacali, di continuare la discussione attraverso modifiche all’impianto presentato o se, viceversa, lo stesso fosse ritenuto da qualcuno inemendabile.
Il primo dato che va segnalato è che tutte le OO.SS. presenti hanno chiesto modifiche, anche significative, ma nessuno ha respinto in toto il documento.
Per quanto ci riguarda, insieme a Cisl e Uil, abbiamo proposto in maniera più dettagliata e approfondita le questioni che avevamo già evidenziato nella nostra precedente nota di sigla e che ritrovate nel resoconto unitario della riunione.
Nel corso del dibattito alcuni sindacati, che hanno fatto interventi congiunti, sono usciti allo scoperto, dichiarandosi contrari alla richiesta della maggioranza del tavolo di aprire – nell’ambito della riclassificazione delle aree – un percorso di progressiva valorizzazione per gli Operatori Socio Sanitari, attraverso gli strumenti attualmente previsti dalla legge.
A parte questo, ci pare di poter sottolineare che, allo stato dell’arte e al di là della propaganda, si stia determinando da parte delle organizzazioni sindacali non confederali una convergenza nei confronti di parte delle proposte che abbiamo prodotto unitariamente e che sono oggetto della nostra elaborazione da tempo.
Se parliamo di incarichi, solo per fare un esempio, aver sentito segretari di quelle OO.SS. chiedere garanzie affinché lo sviluppo dello strumento si muova anche in direzione di riconoscere e valorizzare la dimensione clinica e non solo quella organizzativa ha rappresentato un momento importante perché converge con quello che, come Fp Cgil, abbiamo sostenuto fin dalla redazione della piattaforma di rivendicazioni e richieste per il rinnovo del contratto.
Allo stesso modo, per fare un altro esempio, pare oramai acquisita da tutte le organizzazioni sindacali presenti al tavolo la nostra posizione in merito al rapporto fra aree, incarichi e titoli di studio, cosa che non era data solo se stiamo alla riunione scorsa.
Convivono quindi, nella trattativa, punti di convergenza anche importanti fra tutte le organizzazioni sindacali e posizioni, al contrario, che al momento permangono distanti, spesso di natura apparentemente propagandistica.
Questo è probabilmente dovuto a quanto accade attorno al contratto, alle diverse prese di posizione che caratterizzano una fase così delicata; alcune legittime, altre sul filo del rasoio riguardo ai ruoli rivestiti da ognuno, altre più stonate che paiono alludere a strane e incoerenti cessioni di prerogative.
Per quanto riguarda la Fp Cgil bisogna fare in fretta e bene; senza scivolamenti inutili verso derive divisive per chi lavora in sanità. Lavoratrici e lavoratori che di tutto hanno bisogno, ora e in prospettiva, tranne che di vedere partire una dinamica che alza steccati fra i ruoli o che il contratto resti prigioniero di sterili sventolamenti di bandierine identitarie che non spostano una virgola nella pesantissima condizione quotidiana che devono affrontare le lavoratrici e i lavoratori.
Il contratto deve riconoscere tutti trovando per diverse professioni e aree di lavoro strumenti dedicati di valorizzazione.
Questo sarà molto più probabile se, come noi auspichiamo, la attuali convergenze fra le sigle sindacali dovessero crescere, compattando ulteriormente il fronte e identificando correttamente dove sono le controparti, che, anche se pare superfluo ricordarlo, siedono dal lato dei datori di lavoro.
Unire, e non dividere, da sempre rende più forte chi lavora.
Come, non casualmente, ha sottolineato il presidente dell’Aran a fine seduta, quando ha affermato che la convergenza che si è manifestata da parte di tutte le OO.SS. su alcuni punti renderà più difficile per i datori di lavoro non accedere a mediare sulla propria proposta originale.
Il segretario nazionale
Michele Vannini
La Fp Cgil promuove una indagine sulla condizione lavorativa della dirigenza medica nella Sanità privata. Un’iniziativa che si propone, attraverso un veloce questionario online (www.fpcgil.it/sondaggio/), rigorosamente anonimo e rivolto a tutti i medici e i dirigenti sanitari, di indagare le condizioni lavorative, salariali e contrattuali in cui versano oggi i medici che operano nelle strutture sanitarie e sociosanitarie private.
“Si tratta – fa sapere la Fp Cgil – di un’indagine che riteniamo essere un importante passo per tutelare meglio una figura centrale, quella del medico che presta la sua opera professionale in un contesto privato. Una figura che da anni si trova a dover far fronte a condizioni di lavoro non sempre ottimali, dai carichi di lavoro alle disparità di salario, e che proprio per questo necessita di essere approfondita”.
Il questionario affronta inoltre, prosegue la Fp Cgil, “il tema della tutela e dell’azione collettiva, per provare a definire quali le priorità, gli strumenti e i servizi oggi necessari per rispondere ai bisogni della professione”. Da oggi, e per i prossimi tre mesi, online quindi il questionario raggiungibile al link www.fpcgil.it/sondaggio/, rivolto a tutti i medici e dirigenti sanitari delle strutture sanitarie e sociosanitarie private, iscritti o meno alla Fp Cgil.
“Le lavoratrici e i lavoratori della sanità hanno bisogno di risposte subito, non è più concesso a nessuno di ritardare la chiusura del contratto. Siamo di fronte a una situazione per certi versi peggiore di quella che abbiamo conosciuto nei mesi passati, con carenze evidenti di personale, professionisti e lavoratori ammalati in numero crescente, l’ennesimo blocco delle ferie e dei riposi generalizzato, con l’ulteriore aumento della stanchezza, della rabbia e della frustrazione”. È quanto afferma la Fp Cgil Nazionale, nel sostenere che: “Per questo è urgente chiudere il rinnovo del contratto di lavoro della sanità pubblica, istituendo percorsi di valorizzazione professionale e il riconoscimento delle competenze e dando le risposte salariali”.
“Gli incrementi attesi dai lavoratori della sanità – prosegue il sindacato – trovano prime risposte negli stanziamenti previsti dal Governo che devono completarsi con le risposte contrattuali. Chiediamo che si intensifichi rapidamente la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Per la Fp Cgil vi erano le condizioni nelle scorse settimane, e ancor di più in queste ore, per continuare la trattativa a oltranza e garantire un contratto adeguato a quelle lavoratrici e lavoratori che, ancora una volta, mettono le loro competenze al servizio della tutela dei cittadini”, conclude la Fp Cgil.
In data 11 gennaio, presso la sede di Anaste, a Roma, è proseguita la trattativa per la possibile definizione del nuovo CCNL Anaste, i cui lavori sono stati avviati lo scorso mese di ottobre.
Come già anticipato nelle precedenti note, la discussione è entrata nel merito dei primi articoli contrattuali quali: campo di applicazione, relazioni sindacali e struttura della contrattazione, istituti quest’ultimi su cui le OO.SS. FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, UILTUCS e FISASCAT CISL, hanno presentato una proposta alla controparte, che si è riservata di valutarne i contenuti.
Analizzati anche gli articolati afferenti garanzia dei servizi minimi essenziali e sciopero, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, mercato del lavoro.
Sul tema della classificazione del personale, ed in particolare sul “nodo” relativo all’inquadramento di alcune figure, la delegazione trattante di Anaste si è riservata di presentare una proposta da sottoporre all’attenzione delle OO.SS, atte a soddisfare le richieste sindacali in merito alle nuove professionalità delineatesi negli ultimi tempi.
Sulla questione tempi di vestizione e sul relativo riconoscimento degli stessi come orario di lavoro, che le Organizzazioni Sindacali hanno evidenziato rappresentare un punto imprescindibile nella definizione del nuovo CCNL, la controparte ha manifestato la necessità di dovere effettuare un approfondimento interno.
La discussione si è poi incentrata sul tema dell’orario di lavoro, fissato in 38 ore settimanali distribuite su 5 o 6 giorni settimanali; sui meccanismi di flessibilità in caso di orari superiori o inferiori alle 38 ore; sull’introduzione della previsione delle 11 ore di riposo giornaliero; sul tema del non frazionamento dell’orario di lavoro e sulla banca delle ore.
Si è poi condiviso di posticipare, alla fase conclusiva della trattativa, il confronto riguardante il tema dei ROL.
Il prossimo incontro è stato calendarizzato per l’8 febbraio, sempre presso la sede dell’Associazione. Sarà nostra cura tenervi tempestivamente informati nel merito.
FP CGIL
Michele Vannini
CISL FP
Franco Berardi
FISASCAT CISL
Aurora Blanca
UIL FPL
Bartolomeo Perna
UILTuCS
Paolo Proietti
Nuovo appuntamento con la trattativa per il rinnovo del contratto della sanità pubblica. Al centro una proposta di revisione dell’ordinamento professionale e del sistema degli incarichi. Nel comunicato unitario le osservazioni di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. A seguire il nostro punto.
La proposta presentata dall’Aran nella riunione di ieri sulle materie relative alla revisione del sistema di classificazione apre, nei fatti, una fase diversa dalla precedente nella trattativa.
A differenza di quanto fatto precedentemente, infatti, quando Aran nell’incontro del 17 di novembre ci ha presentato un testo che, in pratica, ipotizzava solamente una nuova articolazione nel passaggio fra categorie e aree con l’inserimento della nuova area delle elevate qualificazioni, ci troviamo di fronte ora ad una proposta ampia, non completa (il quadro complessivo si avrà solo dopo aver aperto anche il capitolo relativo ad indennità e fondi), ma che da un’idea dell’architettura del nuovo impianto a cui guardano le nostre controparti.
Nel ribadire – a scanso di equivoci – che stiamo parlando della proposta dei datori di lavoro sulla quale si deve ancora sviluppare la trattativa, riepiloghiamo per sommi capi i contenuti del testo di parte datoriale.
La proposta prevede il passaggio dalle attuali quattro categorie (A, B/Bs,C,D/Ds) a cinque aree così articolate:
* Area degli operatori ausiliari in cui confluirebbe il personale attualmente inquadrato in A e B
* Area degli operatori in cui confluirebbe il personale attualmente inquadrato in Bs
* Area degli assistenti in cui confluirebbe il personale attualmente inquadrato in area C
* Area dei professionisti della salute e dei funzionari dedicata al personale al momento inquadrato in D/Ds
* Area del personale di elevata qualificazione, prevista dalle legge 113/21 che – in base a quanto disposto dalla norma – deve nascere vuota, quindi senza riclassificazioni immediatamente operative alla firma del contratto.
La proposta costruisce un rapporto funzionale fra aree e ruoli previsti dalla normativa (sanitario, socio-sanitario, tecnico, amministrativo e professionale), creando in questo modo la possibilità di “fotografare” le diverse famiglie professionali esistenti all’interno del comparto anche con la finalità di attribuire le quantità economiche destinate ad indennità specifiche che le leggi di bilancio 2021 e 2022 hanno stanziato.
Al Capo II è prevista la disciplina delle nuove progressioni economiche all’interno della aree, per la quali si ipotizza, al posto delle attuali fasce, la creazione di “differenziali economici di professionalità” (in numero e con importi che nella proposta non sono al momento indicati) che dovrebbero essere attribuiti secondo criteri che tengono conto della valutazione (requisito obbligatorio per legge) e dell’anzianità di permanenza nella posizione economica in godimento, con un meccanismo che – a parità di valutazione- è volto a favorire chi da più tempo non ha ottenuto differenziali ( fasce nel sistema attuale) o ne ha avuti complessivamente meno.
Dal sistema dei differenziali resterebbe escluso il personale assunto o collocato (in prospettiva) nell’area delle elevate professionalità.
Sempre al Capo II è prevista la norma contrattuale relativa al passaggio fra le diverse aree, che non prevede – nella proposta Aran – la deroga al titolo di studio per l’accesso all’Area superiore.
Anche il Capo III, dedicato al sistema degli incarichi, prevede – nelle intenzioni dell’Aran – diverse novità.
La prima e più rilevante riguarda il fatto che si estenderebbe il sistema degli incarichi a tutte le aree fatta eccezione per quella degli operatori ausiliari (ex cta A e B), con una diversa articolazione in funzione dei diversi ruoli (sanitario, socio sanitario etc etc.).
Gli incarichi diverrebbero di tre tipologie:
* Di posizione (solo per l’area delle elevate professionalità e costituito da una parte fissa e una parte variabile)
* Di funzione organizzativa
* Di funzione professionale
Per quanto riguarda queste ultime due tipologie la proposta prevede una graduazione in incarichi di complessità base, media ed elevata a cui collegare diversi range di valore economico che la proposta Aran non indica al momento.
Il testo poi prevede la regolamentazione relativa ad attribuzione, requisiti per l’accesso etc. etc.
Qui, fra le novità – che nella nostra valutazione hanno ovviamente segno diverso – segnaliamo fra l’altro:
* la previsione che gli incarichi a fronte di valutazione positiva siano rinnovabili ogni cinque anni senza vincolo della messa a bando dopo un massimo di dieci anni
* la richiesta della laurea magistrale per l’accesso agli incarichi di funzione organizzativa, pur se mitigata dai contenuti della “disposizione transitoria”
* la previsione della salvaguardia economica per chi dopo almeno quindici anni di attribuzione di un incarico con valutazione positiva dovesse perderlo a seguito di riorganizzazione
* la scomparsa della possibilità di avere l’assegnazione di un incarico per il personale part-time
Infine, con la revisione dell’Allegato A, si riformulano ed inseriscono alcune figure fra cui il collaboratore tecnico professionale ambientale e se eliminano alcune.
Per quanto riguarda la valutazione che abbiamo effettuato a caldo unitariamente, vi rimandiamo alla lettura della nota unitaria, a cui ci pare utile aggiungere qui qualche sottolineatura, ovviamente non esaustiva.
La proposta non è incompatibile, nella sua architettura, con quanto contenuto nella nostra piattaforma, anzi in alcune parti troviamo assonanze certamente utili al prosieguo del negoziato. Tuttavia, ha al suo interno alcune previsioni sbagliate e non ne contiene altre necessarie.
In particolare:
È a nostro avviso potenzialmente positiva l’articolazione in ruoli, perché se collegata in maniera attenta, oltre che al sistema degli incarichi, alla struttura della retribuzione e al sistema indennitario potrebbe consentire una adeguata riconoscibilità delle diverse realtà professionali esistenti nel comparto.
L’estensione del sistema degli incarichi alla maggioranza della future aree e la loro gradazione su tre livelli di complessità con relativa differenziazione degli importi è coerente, in linea di massima, con le nostre richieste anche se, ovviamente, andranno verificati importi e distribuzione, oltre alla necessità di definire maggiormente l’ambito degli incarichi professionali nell’area dei professionisti per dare sviluppo alla dimensione clinica degli stessi.
Sempre in materia di incarichi, è positiva – come da nostra richiesta – la scomparsa del vincolo della messa a bando dopo al massimo dieci anni e la conferma a seguito di valutazione positiva perché garantisce quella condizione di maggiore stabilità che le lavoratrici e i lavoratori ci hanno segnalato come necessaria, così come è da vedersi con favore – anche se da declinarsi in modo più chiaro – il meccanismo di salvaguardia in caso di perdita di incarico a seguito di riorganizzazione.
La trasformazione delle fasce in “differenziali economici di professionalità” può diventare vicina alle nostre proposte presenti in piattaforma a condizione che i “differenziali” acquisibili nell’arco della vita lavorativa siano in numero e di importo adeguato e si definisca un equilibrio che dia garanzie fra peso dell’esperienza professionale, valutazione (che per quanto previsto dalla legge non è eliminabile) e altri eventuali elementi curricolari da definire in contrattazione integrativa. Sempre a questo proposito, l’ipotesi di costruire una tutela per chi non ha mai avuto fasce o è fermo da molto tempo nella stessa è certamente uno spunto su cui lavorare.
Riteniamo sbagliata la richiesta di inserire, come titolo utile per l’accesso agli incarichi di funzione organizzativa, la laurea magistrale o specialistica perché – pur in presenza della norma transitoria che ne consentirebbe la deroga – escluderebbe tutti i professionisti in possesso della laurea triennale e del master di coordinamento attualmente previsti dalla norma come titoli utili. In questo, per chiarezza, non c’è nessuna ostilità alla valorizzazione dei titoli, che, come peraltro indicato nella stessa proposta dei datori di lavoro, dovrebbero a nostro avviso più correttamente costituire punteggio aggiuntivo.
Parimenti, non può essere considerata esaustiva la possibilità di accesso all’area del personale di elevata qualificazione esclusivamente al personale in possesso di laura magistrale o specialistica.
In materia di passaggio da categorie ad aree troviamo da rivedere la proposta della istituzione di un’area in cui collocare il personale attualmente appartenete al Bs perché, per come attualmente strutturata nella proposta, non in grado di garantire le prospettive di riconoscimento professionale che riteniamo necessarie.
L’assenza, nella parte relativa ai passaggi fra le aree, della possibilità di concorrere anche in presenza del titolo di studio immediatamente inferiore e di una adeguata esperienza è una stortura che va corretta.
Balza all’occhio, negativamente, l’assenza della previsione della figura dell’autista soccorritore.
Si tratterà ora di vedere, nel prosieguo della trattativa il cui prossimo incontro è fissato per giovedì 20 gennaio, quanto si avvicineranno le posizioni, anche a fronte dell’auspicabile presentazione da parte di Aran della parti ancora mancanti relative alle indennità e ai fondi che, per le loro implicazioni, costituiscono un tassello indispensabile per poter formulare un giudizio più compiuto in merito alla possibilità di giungere in tempi rapidi alla conclusione di un contratto che dia, per quello che al contratto attiene, la necessarie risposte alle lavoratrici e ai lavoratori.
Il segretario nazionale
Michele Vannini
“Fumata nera sul rinnovo contrattuale 2019/2021 per il personale del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Ancora non ci sono le condizioni per dire che il confronto per il rinnovo del contratto sia in dirittura di arrivo”. È quanto afferma la Fp Cgil al termine del confronto di oggi a Palazzo Vidoni per il rinnovo del contratto dei Vigili del Fuoco, aggiungendo che: “Abbiamo riscontrato difficoltà oggettive nella condivisione sia della parte economica che di quella normativa. Per questo abbiamo chiesto alla parte pubblica di giocare a carte scoperte, chiarendo gli obiettivi da raggiungere e quantificando le risorse disponibili. Solo così potrà partire un confronto aperto e proseguire la trattativa”.
“Il sistema delle relazioni sindacali ad esempio – prosegue la Fp Cgil – non garantisce alle Parti di poter distribuire tutto ciò che riguarda la corresponsione di emolumenti da indirizzare al personale attraverso l’istituto della contrattazione. Il nostro mestiere è diverso da quello svolto dagli altri Corpi dello Stato, per questo c’è la necessità di adeguare e modellare il sistema delle relazioni sindacali così come quello normativo ed economico finanziario. Abbiamo chiesto più volte di rafforzare gli strumenti di partecipazione, ad esempio quello della contrattazione. Serve maggiore coinvolgimento su argomenti importanti come l’organizzazione del lavoro, la formazione professionale e la salute e sicurezza”.
Inoltre, aggiunge il sindacato, “per quanto riguarda la parte economica abbiamo ribadito la necessità di voler chiudere un contratto dignitoso, in linea con le aspettative del personale, e di volerlo fare presto e bene ma senza tralasciare nulla. Servirà quindi che il ministero dell’Economia e delle Finanze dica chiaramente quante sono le risorse economiche in campo, anche quelle destinate alla contrattazione di secondo livello e, successivamente, remunerare tutti i servizi svolti dal personale, senza dimenticare nessuna delle indennità esistenti e neanche quelle di nuova istituzione che dovranno trovare la naturale collocazione dentro il contratto nazionale di lavoro. Non possiamo vanificare lo sforzo fatto in questi mesi, le donne e gli uomini del corpo dei Vigili del Fuoco meritano un rinnovo del contratto completo in tutte le sue parti”, conclude la Fp Cgil.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO CGIL NAZIONALE E FP CGIL
“A quasi due anni dallo scoppio della pandemia, nel pieno di una ulteriore ondata di contagi, l’organizzazione del SSN messa in campo da moltissime Regioni mostra ancora molte delle problematiche già presenti prima del Covid, aggravate dagli esiti dei ventidue mesi che abbiamo alle spalle”. È quanto si legge in una nota congiunta di Cgil nazionale e Fp Cgil.
“Non è purtroppo necessario guardare al cambio di colore al quale nuovamente si stanno approssimando molte regioni per avere contezza della situazione reale”, sostengono Confederazione e Categoria. “Le scene che si stanno ripresentando in questi giorni, con pronto soccorso in cui sono assenti percorsi dedicati al trattamento esclusivo dei pazienti Covid e file di ambulanze fuori dalle strutture danno dimostrazione di come alcuni insegnamenti siano stati ignorati. Così come – proseguono – il continuo convertire e riconvertire strutture, il frequente depotenziamento delle Usca laddove costituite, la permanente difficoltà della medicina generale attestano come si sia guardato alla pandemia come ad un evento di forte impatto ma di breve periodo, cosa evidentemente smentita dai fatti, con il risultato che sono evidenti i danni derivanti dal mancato svolgimento delle attività ordinarie”.
“A tutto questo – si sottolinea nella nota – è chiamato ancora una volta a far fronte un personale oramai stremato e disilluso, in quantità colpevolmente insufficiente anche a causa delle scelte effettuate dalle Regioni, che non sempre hanno assunto nelle quantità consentite loro dai provvedimenti emergenziali e che fino a pochi giorni fa non si sono fatte scrupoli a non rinnovare contratti precari che stavano scadendo. In questo quadro, in cui nonostante le norme dedicate i precari non si assumono, assistiamo sempre più di frequente a lavoratori a tempo determinato che scelgono di licenziarsi”.
“Mancano i professionisti, in particolare infermieri e oss. Per i primi – dichiarano Cgil e Fp – continuiamo a pensare sia necessario prevedere una sospensione del numero chiuso per l’accesso alle facoltà universitarie, ma forse è giunto il momento di pensare a misure straordinarie simili a quelle che sono state adottate per favorire, data l’emergenza, l’ingresso dei medici specializzandi nelle strutture”. Per quanto riguarda gli oss “è impensabile che si arrivi alla necessaria revisione della figura, nel silenzio delle Conferenza delle Regioni, attraverso i ripetuti tentativi di questa o quella regione di adottare provvedimenti che pensano di supplire alla carenza infermieristica semplicemente trasferendo competenze agli oss. Un modo, in assenza di un disegno nazionale organico, per abbassare i costi a scapito dell’assistenza agendo sul costo del lavoro”.
“A fronte di tutto ciò – si legge ancora nella nota – le misure adottate con gli ultimi provvedimenti dal Governo continuano a postare ingenti quantità di denaro pubblico in direzione di un privato che, anche in questa occasione, pare rispondere meno del dovuto alle necessità del Paese, e quando lo fa, basti vedere l’indegna speculazione delle farmacie sul costo delle mascherine Ffp2 prima e dei tamponi ora, pare rispondere ad altre logiche”.
“È forte la preoccupazione che le scelte reali che si stanno via via adottando, anche in previsione della traduzione operativa dei progetti del Pnrr, possano portare, con la condivisione di buona parte della politica e di tante rappresentanze lobbistiche, ad una progressiva cessione di quote rilevanti di gestione del servizio sanitario nazionale in direzione di chi dimostra di considerare la salute dei cittadini come una variabile da declinare in funzione dei margini di profitto che se ne possono ricavare. Uno scenario avverso – si conclude la nota – che rende indispensabile innalzare ulteriormente il livello di presidio e di mobilitazione”.
Esponenti nazionali del sindacato della Fp Cgil Polizia Penitenziaria, Stefano Branchi e Mirko Manna, esprimono la loro solidarietà a Salvatore Vigiano, dirigente sindacale della Fp Cgil a Enna. Quest’ultimo sarebbe stato minacciato per il sostegno alla Polizia Penitenziaria nella sede dell’Istituto Penitenziario di Enna.
“ll sindacato non si farà intimidire da persone che minacciano nascondendosi nell’anonimato”, sostiene Branchi. “Siamo preoccupati, ma non intimoriti, continueremo a supportare tutti i nostri associati e il nostro dirigente Vigiano nella battaglia per la salvaguardia dei diritti contrattualmente garantiti per il personale del Comparto Sicurezza e Funzioni Centrali”, continua Manna.
“Il processo di riorganizzazione dell’Enac, ovvero la nuova organizzazione dell’Ente nazionale per l’aviazione civile attiva dal primo gennaio di quest’anno, sta avvenendo senza il corretto coinvolgimento delle parti sociali e nessuno al momento sa dove porterà”. A denunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa nel sottolineare come “le organizzazioni sindacali non abbiano avuto modo di vedere nelle scelte operate dai vertici dell’ente, presidente e direttore generale in primis, un’azione coerente con le regole e con le ragioni inderogabili, oltre che irrinunciabili, proprie di una pubblica amministrazione”.
Nel merito del processo di riorganizzazione e del mancato coinvolgimento dei sindacati, questi osservano: “Non è stata ancora fornita la piena informativa prevista contrattualmente; dopo reiterate richieste, non è stata data nessuna indicazione sulla nuova microstruttura e sui relativi incarichi; il regolamento dell’organizzazione e del personale, adottato con provvedimento d’urgenza dal predetto d.g., ratificato durante la seduta del C.d.A. del 14 settembre 2021, a oggi non è stato ancora diffuso ai dipendenti né pubblicato sul P.A.T.; e non è ancora stato reso noto il nuovo Manuale per la gestione dell’organizzazione e della qualità”.
I sindacati, inoltre, fanno notare come “si parli di trasformazione dell’Enac in Autorità per il settore dell’Aerospazio. Arriviamo, quindi, al punto cruciale dell’intera vicenda: chi lo ha deciso? Quale organo o progetto politico lo ha stabilito? Tutte le parti interessate, lavoratori inclusi, sono state debitamente coinvolte? L’Enac è un giocattolo nelle mani di pochi o è una Pubblica Amministrazione e quindi assoggettato a tutte le regole previste dal legislatore quando si parla di trasformazione?”. I sindacati rivendicano risposte: “Laddove le relazioni sindacali non dovessero essere ripristinate secondo quanto disciplinato dalla normativa e dai contratti vigenti, l’azione sindacale sarà spostata su un altro livello”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.
Sottoscritta l’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle Funzioni Centrali per la vigenza 2019/2021. Ad annunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, che sottolineano come la firma di oggi “perfeziona la pre-intesa siglata lo scorso 21 dicembre con i riferimenti alla legge di Bilancio 2022 che assicura le risorse necessarie alla realizzazione del nuovo ordinamento professionale e al finanziamento dei fondi per la contrattazione integrativa”.
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa fanno sapere che da oggi “decorrono formalmente i tempi per gli adempimenti degli organi di controllo, al termine dei quali sarà possibile la stipula definitiva e l’entrata in vigore del nuovo contratto, mentre continuano le assemblee unitarie nei posti di lavoro e nelle singole amministrazioni o enti per l’illustrazione dei contenuti del contratto”.
Contratti: Fp Cgil e Cgil, firmata pre-intesa per rinnovo innovativo Funzioni Centrali