Roma, 4 giugno 2015
Dott. Riccardo Turrini Vita
Direttore generale del
personale e della formazione
p.c. Santi Consolo
Capo Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria
p.c. Giovanni Melillo Capo di Gabinetto
Le scriventi
organizzazioni sindacali, facendo seguito alla precedente istanza, rimasta
inevasa (all 1), reiterano la richiesta di incontro per definire lo
stato di attuazione dell’accordo del 25 giugno 2013 relativo alla
stabilizzazione del personale distaccato.
Si riservano
l’adozione di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro, diffidando
codesta amministrazione dall’adottare provvedimenti che contrastano con la
lettera e la ratio dell’accordo di cui in premessa.
Distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Lina Lamonica Eugenio Marra Domenico Amoroso
Roma, 5
giugno 2015
Al
DAG Capo Dipartimento
dott.
Luigi Ferrara
Oggetto: Riunione del 9
giugno. Richiesta di integrazione dell’od.g.
Nel corso della riunione del 22
maggio u.s. erano state date alle OO.SS.
ampie garanzie sulla corresponsione
entro i mesi di luglio ed agosto del
FUA 2014 e del c.165, nonché
del pagamento dello straordinario nel mese di giugno.
Si tratta di una parte
considerevole della retribuzione
dei lavoratori del MEF, il cui
ritardato pagamento potrebbe
causare loro reali situazioni
di difficoltà e preoccupazione, stante
la continua perdita di potere d’acquisto dei salari.
Da informazioni acquisite, risulta che il c. 165 potrebbe essere liquidato nel mese di ottobre, mentre nulla è stato
predisposto in merito allo straordinario. Nel prendere atto della
situazione, la scrivente O.S. chiede
che nella riunione convocata per il prossimo 9 giugno siano affrontate
le questioni relative alla corresponsione del salario di produttività e alle cause che
ne stanno determinando il ritardo.
In attesa di un cortese riscontro
Le invio distinti saluti.
FP
CGIL Nazionale
Luciano Boldorini
Coordinamento Nazionale Corpo Forestale dello Stato
Roma,3 giugno 2015
ACCORPAMENTO CON I CARABINIERI?? No, grazie. Abbiamo bisogno di una seria RIORGANIZZAZIONE!
Abbiamo assistito esterrefatti all’audizione in Commissione Affari Costituzionali del Capo del Corpo scaricabile dalla home page del sito istituzionale www.corpoforestale.it
Esterrefatti perché, al cospetto della Commissione, è stata difesa l’autonomia del Corpo con motivazioni, per noi anacronistiche e ben lontane da quella Forestale, che il Procuratore nazionale Antimafia e le associazioni ambientaliste hanno chiesto al Governo di valorizzare, e di cui l’Italia ha bisogno.
La Forestale va salvata perché “monitora gli alberi monumentali” … si occupa della “conta certificata degli alberi” … “per risparmiare tanti soldi” o perché “non sarebbe possibile proseguire la gestione sostenibile sulle riserve demaniali” … E il contrasto ai reati ambientali? La lotta alle ecomafie? I controlli in materia agroalimentare? I controlli in materia di rifiuti edinquinamento? Non sono più il motivo per cui l’Italia ha bisogno del Corpo?Evidentemente no. “Assorbire il Corpo Forestale e diluirlo in qualcosa dimolto più grande è un disastro culturale” Culturale?! Nei giorni successivi, durante un incontro con le Organizzazioni sindacali, il Capo del Corpo ha informato che il concorso pubblico per 393 Agenti era stato sospeso a seguito della richiesta di due sottosegretari di sostituirlo con l’assorbimento di circa 400 agenti di Polizia Provinciale, richiesta che sposava la proposta del “Grande Corpo” che portata avanti da tempo dal Capo del Corpo.
Naufragata nel DDL sugli enti locali la possibilità dell’accorpamento della Provinciale, finalmente ripartirà il concorso che porterà all’assunzione di giovani da assegnare alle stazioni e ai territori ormai al collasso. Concorso purtroppo riservato ai soli militarisul quale la CGIL ha già avviato iniziative nelle sedi idonee perché viola laparità di genere e la pari opportunità di accesso ai cittadini italiani. Il prossimo 21 luglio dovrebbe essere pubblicata la datadell’esame e nominata la commissione, le procedure dovrebbero concludersi entrol’anno. Abbiamo chiesto notizie su tutte le altre procedureconcorsuali in atto. Ripartirà a breve la procedura per Revisori ePeriti, a giorni verranno banditi i concorsi per Sovrintendenti (esame2013, esame e titoli 2014, circa novanta posti) che svolgeranno il corso inautunno presso la Scuola di Sabaudia.Risposte invece volutamente vaghe e che non danno alcunacertezza agli interessati agli idonei delle due procedure per Ispettori,interna ed esterna. I 40 idonei esterni (27 esterni e 13 interni) che negliscritti difensivi al T.A.R., l’Amministrazione aveva dichiarato di esserepronta ad assumerli, non vengono convocati in attesa della definizione di unricorso dal quale i ricorrenti si sono ritirati e per il quale non è statanemmeno richiesta la sentenza di merito… I 29 idonei interni d’altro canto nonpossono, inspiegabilmente, essere inseriti nel corso di riferimento, in una scuola che potrebbe ospitarli. Partiranno tutti (?!?) contemporaneamente alla fine del 39°corso Allievi vice Ispettori. Questo a favore di chi? Non del risparmio né deicorsisti interni che l’amministrazione si è già impegnata a vessare con scelte incomprensibili. Ultimo atto in ordine cronologico la visita agliallievi Vice Ispettori del 40° corso presso la scuola di Spoleto in cuiil Capo del Corpo è sceso fra gli allievi interrogandoli e prendendo spunto perun’analisi sociale e storica dell’attenzione all’ambiente e della conseguente evoluzione delle attività della Forestale. L’unica domanda cui si è concesso èstata quella sul futuro del Corpo sul quale ha ribadito la richiesta diappoggio incondizionato alla sua proposta di “Grande Corpo Ambientale”,sostenendo che il passaggio al Senato (nel quale il testo è uscito praticamentetal quale a com’era entrato…) è stato un passo avanti (!!!) e che il personalenon deve farsi destabilizzare da visioni sindacali di paura. Nulla di nuovo. Quello che davvero spaventa è sentire dire che l’accorpamentopiù sensato per l’organizzazione territoriale in Comandi Stazione e lemansioni ambientali sarebbe quello con i CARABINIERI (!!!) mentre quellocon la Polizia sarebbe un errore culturale.
La CGIL continua a sostenere che l’unica via da perseguire sia presentarsi al Governo con una seria riorganizzazione che riveda la distribuzione territoriale del personale, l’abolizione delle esclusività, la soppressione delle duplicazioni con gli altri corpi e la riduzione della dirigenza, per una Forestale finalmente efficiente della quale si potrà chiedere a ragione il mantenimento come Forza di Polizia specialistica. Non èsensato continuare a proporre un progetto che lo stesso Governo continua arigettare, e soprattutto rimanere in attesa che la riorganizzazione previstanella delega ci cada dall’alto con tagli indiscriminati e non.
La Coordinatrice Nazionale Fp Cgil
Corpo Forestale dello Stato
Francesca Fabrizi
Coordinamento Nazionale Corpo Forestale dello Stato
Roma, 04
giugno 2015
Si alla
legge sui reati ambientali, no alla soppressione del Corpo forestale dello
Stato che dovrebbe farla rispettare.
In relazione
al Disegno di Legge Madia attualmente in discussione alla Camera dei Deputati e
con particolare riferimento all’art. 7 del provvedimento stesso, pur
condividendo l’intento del Governo finalizzato a superare le sovrapposizioni e
duplicazioni funzionali tra i vari Corpi di Polizia e, in quest’ambito,
riorganizzare il Corpo Forestale dello Stato attribuendogli esclusivamente i
compiti di polizia ambientale ed agroalimentare, riteniamo che l’indicazione
con la quale si prevede “l’eventuale accorpamento in un altro corpo di polizia”
non consenta di garantire al Paese le funzioni strategiche di contrasto ai
crimini ambientali, agroalimentari e alle ecomafie.
In realtà, il
progetto “riformatore” annunciato dal Governo si riduce di fatto ad un mero
assorbimento del CFS in altro corpo di Polizia che invece di migliorare il
sistema complessivo di sicurezza del Paese lo depotenzia, senza ottenere alcun
significativo risultato per la collettività, sia sotto l’aspetto funzionale che
economico.
Basterebbe, a
tal riguardo, ascoltare il parere delle scriventi Organizzazioni Sindacali, che
chiedono da tempo di procedere ad una riorganizzazione complessiva della
struttura del CFS che consenta di espletare i compiti di polizia ambientale e
agroalimentare, ottimizzando risorse umane e finanziarie fino ad oggi per lo più distratte dall’attuale dirigenza del Corpo per svolgere altri compiti ed
attività assicurate anche da altre forze di polizia.
Tale
condizione testimonia anche l’assenza di proficue relazioni
sindacali nell’Amministrazione del CFS, la violazione delle regole
contrattuali, iniziative unilaterali ed autoreferenziali poste in essere dal
vertice del Corpo Forestale dello Stato non in linea con le stesse direttive
del Governo, nonché la mancata vigilanza politica del
Ministro del MIPAAF sul delicato settore, considerato che soprattutto in tale
circostanza avrebbe potuto e dovuto esercitare con ben altra attenzione il
ruolo di garanzia dell’Istituzione rappresentata.
Per l’insieme di tutte queste ragioni e la salvaguardia delle funzioni
strategiche e di contrasto alla criminalità ambientale attualmente garantite
dal CFS al Paese, e anche sulla scorta del sostegno manifestato dai cittadini,
oltre che dalle varie componenti dell’associazionismo ambientale e produttivo,
stante l’attuale grave indefinizione del progetto governativo, le scriventi
Organizzazioni Sindacali dichiarano lo stato di agitazione del personale su
tutto il territorio nazionale, senza escludere a priori la possibilità di
ricorrere allo sciopero generale dei lavoratori del settore.
CGIL-CFS
Salvatore Chiaramonte
FNS-CISL
Mannone Pompeo
UIL/PA DIRFOR
Violante Massimiliano
UGL
Scipio Danilo
SNF
Laganà Andrea
Ciclicamente, come un fiume carsico riappare la questione
del 2,50% (Figuratività della trattenuta sul tfr dei dipendenti pubblici) con
proposte di ricorsi.
Ciò accade forse per ristagno di iniziative sindacali da
parte di alcuni sindacati e per rianimare la situazione e il proselitismo ci si
riavventura su sentieri già negativamente percorsi.
Riepiloghiamo in maniera sinottica una questione legislativa
abbastanza complessa.
L’art 2, commi 5/8 della legge 335/95 stabilisce, a decorrere dal
1.1.96, il diritto ai lavoratori pubblici di percepire il tfr secondo quanto
previsto dal codice civile con le modalità stabilite dalla contrattazione
collettiva.
Stabilisce:
l’estensione dell’accantonamento annuo con accordo sindacale.
Il
passaggio dai Tfs al Tfr non avvenne entro i termini previsti (1° gennaio 1996)
ma circa tre anni più tardi quando fu stipulato l’accordo quadro Aran –
Confederazioni sindacali 29 luglio 1999, recepito dal Dpcm 20 dicembre 1999 e
s.m.i.
Detto
accordo ha consentito il passaggio dal Tfs al Tfr per i dipendenti
contrattualizzati dal 1.1.2001 e le
norme sulla trasformazione del Tfs in Tfr per la destinazione delle
quote di Tfr alla previdenza complementare per quelli assunti prima del 2001.
In
particolare l’accordo, firmato da
Cgil, Cisl, Uil, dispose la soppressione
del contributo previdenziale obbligatorio del 2.50 % a carico dei dipendenti in
regime di TFR; onde evitare che questa soppressione comportasse, a parità di
situazione, disparità di trattamento economico, fu applicato il comma 19, della
legge n. 448/1998 sull’invarianza della retribuzione.
In
altre parole, a carico del personale cui spetta il TFR non può più essere
trattenuto il contributo previdenziale del 2,50% ma, per assicurare l’invarianza
della retribuzione netta, l’accordo CGIL CISL UIL – ARAN, ha previsto la contestuale diminuzione della
retribuzione lorda di tali dipendenti in misura pari a quella della quota di
contributo a carico dell’iscritto cui spetta invece il trattamento di fine
servizio (IPS o buonuscita).
Questa è la situazione alla data di entrata
in vigore del Dl 78/2010 che per un limitato arco di tempo TFS (dal 1° gennaio 2011 all’ottobre 2012) ha cambiato le
carte in tavola.
Infatti il comma 10 dell’art. 12 del DL n. 78/2010 aveva previsto che, a
partire dalle anzianità utili maturate dal 1° gennaio 2011, fosse esteso a
tutti la MODALITA’ DI CALCOLO DEL TFR conservando la trattenuta del 2,50%.
La sentenza della Corte costituzionale n. 223 dell’ottobre
2012, ha dichiarato l’illegittimità. della norma stessa, (poi definitivamente abrogata dal
decreto legge 30 ottobre 2012, n. 185) .
E’ accaduto, tuttavia, che nei giudizi
ancora in corso sempre relativi alla illegittimità della trattenuta per il
personale in TFS (giudizi che con l’art. 1 – comma 99 – della Legge n.228/2012,
erano destinati ad estinguersi) è stata sollevata dal giudice la questione di
costituzionalità di dette norme che riportavano la regolamentazione delle
liquidazioni alle regole del TFS anche per i periodi successivi al 1/1/2011
(ovviamente solo per il personale interessato, ovvero gli assunti prima del
31/12/2000).
La Corte Costituzionale si è nuovamente
pronunciata con la sentenza n. 244 emessa il 22/10/2014, sulle norme che hanno
regolato il “ritorno” al TFS anche per i periodi successivi al
1/1/2011 (art. 1, Legge 228/2012) per il personale che era già in regime di TFS
ed ha sancito che dette norme sono legittime e che, per detto personale,
quindi, la decurtazione del 2,50% è conforme alla costituzione.
La suddetta sentenza, però, ha ribadito che
la trattenuta del 2,50% è legittima solo
con riferimento al TFS.
Ora molti interpretando l’indicazione
dell’importo del 2.50% sulla propria busta paga come un contributo a suo
carico, chiedono la l’eliminazione della trattenuta e la restituzione
dell’indebito.
Si
ricorda come precisato dal messaggio INPS 21-06-2013 n. 10065 che
conferma la circolare Inpdap n. 30 del 1/08/2002 (vedi allegati) che l’importo
è riportato solo per assicurare l’uguaglianza della retribuzione netta e delle
trattenute fiscali tra i dipendenti in regime di TFS e quelli in regime di TFR,
ma non viene versato da nessuna parte.
Lo
stipendio lordo così diminuito viene poi figurativamente incrementato dello
stesso importo ai fini della determinazione della base di calcolo del
trattamento di pensione e del TFR.
LA DATA DELLA CHIUSURA SI AVVICINA
lettera aperta al Sottosegretario alla Salute On.le De Filippo
REPORT INCONTRO stopOPG con il Sottosegretario alla Salute – Roma 22 gennaio 2015
Si è svolto, il 22 gennaio come previsto, l’incontro al Ministero della Salute con il Sottosegretario on. Vito De Filippo, Presidente dell’Organismo di coordinamento per il superamento degli OPG, per fare il punto della situazione a pochi giorni dalla data fissata per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Nei giorni scorsi avevamo infatti chiesto la convocazione di un incontro urgente, vedi lettera stopOPG: “Si avvicina data chiusura OPG”.
Per stopOPG erano presenti: Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Adriano Amadei, Girolamo Digilio e Denise Amerini.
Nella giornata di ieri si è tenuto un incontro con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con all’ordine del giorno la ripartizione, tra dirigenti e personale delle qualifiche funzionali, delle risorse del cosiddetto “comma 165” che andranno ad integrare l’ammontare del Fondo per l’anno 2013 e saranno erogate ai lavoratori della Agenzia con una specifica intesa già calendarizzata per i prossimi giorni.
Sul punto abbiamo rappresentato, unitariamente, come sia divenuto insostenibile per i lavoratori del fisco che le risorse assegnate alle agenzie con Decreto Ministeriale, sulla base del raggiungimento degli obbiettivi strategici nella lotta alla evasione fiscale ed alle frodi, subiscano da anni un taglio corposo, imposto anche dal “tetto” introdotto con il decreto legge n. 78/2010.
Ciò provoca, inevitabilmente, effetti distorsivi anche sul piano della valutazione e definizione dei criteri di ripartizione delle quote tra il personale dirigente e quello delle qualifiche.
Dopo un serio e franco dibattito possiamo affermare che, per la prima volta, l’Agenzia ha convenuto sulla necessità che vadano assunte da subito tutte le iniziative per verificare e definire soluzioni in grado di risolvere gli effetti dei citati tagli delle risorse incentivanti sul personale dell’Agenzia, sia dell’Area Dogane che dell’Area Monopoli.
Valutato positivamente l’impegno assunto formalmente dalla Agenzia, abbiamo sottoscritto i due accordi sulla ripartizione del “comma 165”, che per l’Area Dogane destinano, al netto degli oneri a carico dell’amministrazione, 19.564.847 euro al personale delle qualifiche funzionali e 1.817.499 alla dirigenza, mentre per l’Area Monopoli le risorse sono fissate in 4.560.191 euro per le qualifiche ed in 190.007 euro per la dirigenza.
Riguardo al secondo punto all’ordine del giorno, riferito alla definizione dei criteri per la mobilità volontaria nazionale, abbiamo nella sostanza convenuto sui principi generali che dovranno consentire l’effettuazione – con cadenza annuale – di trasferimenti di personale su base volontaria. In particolare la procedura sarà anticipata dalla stabilizzazione, il prossimo 1 luglio, del personale tutt’ora in posizione di distacco, cui seguirà il bando annuale ordinario contenente la identificazione delle sedi con posti disponibili in entrata. La procedura sarà rivolta a tutto il personale dell’Agenzia sia dell’area dogane che monopoli. In merito è stato convocato un incontro per il prossimo 25 giugno, nel corso del quale saranno, tra l’altro, concordati i termini numerici – in uscita ed in entrate- della procedura.
Roma, 27 maggio 2015
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL-SALFI FLP
Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
e Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici
No ai mini-opg, superare logica manicomiale
e modificare codice penale
Roma, 27 marzo 2015
La prossima chiusura degli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari), obiettivo da sempre perseguito dal sindacato e dagli operatori del settore, rischia di essere compromessa da ritardi e mancanze. Giusta quindi la richiesta del comitato StopOpg di commissariare le Regioni inadempienti.
Tanti i nodi ancora da sciogliere, in primo luogo la modifica del codice penale per il quale chi soffre di disturbi psichiatrici deve avere gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini: il giudice deve poter decidere che chi ha compiuto delitti efferati venga curato in carcere; gli altri devono poter essere presi in carico dai dipartimenti di salute mentale, da potenziare viste le risorse oggi carenti.
Serve quindi un intervento normativo del Parlamento, ma soprattutto un impegno concreto delle Regioni, colpevolmente in ritardo, e una regia complessiva del Governo.
Ciò che va evitato è l’affidamento di compiti di custodia ai medici e agli infermieri dei Dsm, compresi coloro che lavorano nelle Rems (Residenze per le misure di sicurezza), che rischiano di diventare dei mini-Opg. Snaturare le funzioni di cura con responsabilità di natura carceraria sarebbe un danno per tutti, a partire da chi dovrebbe essere curato. I medici e gli infermieri non sono poliziotti, i poliziotti non sono operatori sanitari. Basterebbe mettere tutti in condizione i fare il proprio mestiere al meglio, senza confondere ruoli e funzioni.
Oggi, 31 marzo 2015, chiudono i sei OPG presenti sul territorio italiano. Luoghi che sono stati definiti “indegni di un paese civile”.
E’ il primo, importante passo per restituire diritti a cittadini che fino ad oggi ne sono stati privati.
In primo luogo il diritto alla cura e alla riabilitazione: “non si dovrà, nè potrà, più rispondere al disagio psichico con l’internamento e la segregazione, il che non significa rispedire a casa le persone con la loro angoscia e la loro sofferenza” diceva Franca Ongaro nel 1978. E così è di nuovo anche oggi.
Il processo sarà, come deve essere, graduale, e le regioni che non sono pronte per la presa in carico delle persone da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale, come prevede la Legge 81 del 2014, vanno immediatamente commissariate.
La Funzione Pubblica, il Comitato StopOpg, esprimono soddisfazione per questo risultato, per aver scongiurato un’altra proroga, nella consapevolezza che, da domani, siamo chiamati ad un rinnovato impegno perchè bisogna costruire l’alternativa agli OPG, cioè servizi accoglienti, con personale adeguato e formato, risorse certe, aperti nelle 24 ore, integrati con i servizi sociali. Perchè bisogna fare in modo che le REMS, le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza, siano davvero residuali e transitorie. Perchè bisogna evitare che agli operatori vengano attribuite funzioni di custodia.
Nei prossimi giorni verrà convocata la riunione nazionale del coordinamento salute mentale, per affrontare e condividere gli impegni che ci attendono, portando, anche in questa occasione, il particolare e peculiare punto di vista degli operatori.
La resp.le naz.le salute mentale
Denise Amerini