18.06.2014 – Macerata: Comunicato stampa grave incidente in servizio.
18.06.2014 – Bologna: Coinvolgimento Vigili del Fuoco in operazioni di sgombero.
16 giugno abbiamo firmato due accordi riguardanti la costituzione del fps 2012.
Il primo accordo riguarda la ripartizione del c.165 tra le aree professionali e il personale dirigente.
Le percentuali applicate sono state rispettivamente del 92% e dell’8% con una variazione rispetto al 2011 di mezzo punto ( circa € 641.000) a favore delle aree professionali.
Con il secondo accordo sono stati ripartiti gli importi relativi alla quota incentivante.
Nel corso della riunione è stato posto il problema della decurtazione del fondo in applicazione del d.l. 78/2010 il quale prevede l’obbligo di non superare il fps del 2010. Dopo un netto rifiuto da parte dell’Amministrazione di utilizzare queste cosiddette eccedenze di bilancio facendole confluire nel fondo del 2013, la nostra presa di posizione ha convinto l’amministrazione di verificare ulteriormente la possibilità di erogare gli importi bloccati dalle norme vigenti. La risposta definitiva verrà data lunedì prossimo.
In allegato gli accordi siglati.
Roma 18 giugno 2014
FP CGIL Nazionale FP CGIL Nazionale
Agenzia delle Entrate/ Territorio Comparto Agenzie Fiscali
Carmine di Leo Luciano Boldorini
Nelle giornate del 4 e 5 giugno 2014, nell’ambito del seminario organizzato dalla sezione giapponese dell’Internazionale dei Servizi Pubblici, si è svolta anche la conferenza dell’associazione che riunisce i Vigili del Fuoco e gli operatori del soccorso.
L’invito a partecipare a questa importante sessione ha rappresentato la possibilità di affrontare il tema dei diritti sindacali, di rappresentanza e quello della sicurezza degli operatori del soccorso.
Infatti in Giappone, come nella stragrande maggioranza dei paesi asiatici, ai Vigili del Fuoco non è riconosciuto il diritto di associazione alle Organizzazioni Sindacali e, pertanto, è negata ogni possibilità di contrattazione e rivendicazione dei propri diritti.
Oltre ad una lunga intervista che si è svolta nel pomeriggio del 3 giugno e nella quale abbiamo affrontato tutti i temi relativi alla rappresentanza ed alla possibilità di contrattazione, ho tenuto due relazioni, una nel pomeriggio del giorno 4 alla conferenza della ZENSHOKYO, National Council of Japanese Firefighters and Ambulance Workers, l’associazione che raccoglie i Vigili del Fuoco e gli operatori del Soccorso giapponesi, l’altra nella mattinata del 5 giugno nel seminario dell’Internazionale dei Servizi Pubblici che ha trattato tutti i principali temi attualmente in discussione a livello mondiale, dalla privatizzazione dell’acqua alla tutela della salute a livello globale.
Quello che maggiormente mi ha colpito è stata la sete di conoscenza e ricerca del valore dell’associazionismo e della contrattazione, a loro negati, che ha rappresentato il filo conduttore dell’intervista. Una serie di domande incalzanti su come è possibile raggiungere un adeguato livello di sicurezza e tutela dei lavoratori attraverso il confronto con l’Amministrazione e la politica.
Nella relazione alla conferenza della ZENSHOKYO, alla quale hanno partecipato oltre 400 lavoratori dell’emergenza, ho rappresentato la situazione attuale dei Vigili del Fuoco in Italia ed in Europa, nella quale già da diverso tempo è in essere un network dell’ EPSU che comprende le principali organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco ed il progetto del P.S.I. per la realizzazione dello stesso network a livello mondiale.
Ho affrontato il tema della ineluttabilità di avere un’organizzazione sindacale nel pubblico impiego ed in particolare nel nostro settore, attraverso la descrizione del ruolo fondamentale che esercita il lavoratore nella condivisione delle scelte relative sia al servizio in sé, sia nella valutazione e selezione dei Dispositivi Individuali di Protezione che dei materiali che li compongono perché solo chi giornalmente affronta un lavoro rischioso ed altamente esposto, come il nostro, può essere in grado di giudicare la rispondenza, sia sotto l’aspetto dell’efficienza che della sicurezza, di ciò che indossa ed utilizza.
Mi era stato, inoltre, chiesto di esprimere un giudizio sulle conclusioni alle quali è giunto in governo giapponese a seguito della individuazione, da parte di una specifica task force, delle problematiche che susciterebbe una eventuale concessione del diritto di associazione per i Vigili del Fuoco giapponesi.
Questa commissione è giunta a rappresentare che una tale concessione provocherebbe attrito tra lavoratori e datori di lavoro con effetti nefasti sulla catena di comando e sulle relazioni di fiducia all’interno della squadra; interferirebbe con i doveri dei Vigili del Fuoco di proteggere la vita dei cittadini e la salvaguardia dei beni e, di conseguenza, avrebbe una cattiva influenza sulle relazioni con le persone nella comunità; infine la concessione dei diritti sindacali ai Vigili del Fuoco eserciterebbe una cattiva influenza sul coordinamento e relazione di fiducia con il mondo del volontariato.
Nella mia relazione, oltre a spiegare l’organizzazione italiana ed europea del servizio, ho cercato di smontare questa perversa rappresentazione del futuro scenario dei pompieri sindacalizzati.
Infatti, in tutta Europa gli operatori del soccorso hanno pieni diritti di associazione e contrattazione ed è proprio attraverso l’esercizio dei questi diritti che si sono riuscite a superare tantissime criticità portando il servizio e la sicurezza degli operatori a livelli mai raggiunti.
Nonostante l’impegno dei Vigili del Fuoco ormai spazi in una vastissima gamma di interventi che vanno dallo spegnimento degli incendi fino alla protezione da scenari che coinvolgono sostanze chimiche, batteriologice e nucleari, gli incidenti sul lavoro si sono notevolmente ridotti e la tutela della salute dei lavoratori è diventata un pilastro della contrattazione a livello europeo.
Ho contestato il fatto che la concessione dei diritti sindacali potesse rappresentare un ostacolo nella comunicazione e nella catena di comando spiegando che è proprio attraverso il dialogo e la conoscenza reciproca che si possono affrontare e risolvere la maggioranza dei problemi che, invece, permangono e si aggravano in presenza di posizioni autoritarie che, nel nostro lavoro, possono avere un effetto opposto, proprio per la necessità di un rapporto di fiducia e conoscenza indispensabile nel lavoro di una squadra esposta ad un elevato tenore di rischio.
Per quanto riguarda il rapporto con il mondo del volontariato ho rappresentato che in Europa i Vigili del Fuoco appartengono a diverse categorie di lavoratori che spaziano dai pubblici dipendenti ai militari ed ai volontari e, tutti insieme, proprio attraverso le organizzazioni sindacali, siamo riusciti a stabilire un dialogo continuo e costante che ci ha portato alla soluzione dei problemi più grandi.
In entrambe le sessioni è stato poi affrontata la questione della mancanza di contrattazione e delle condizioni, per noi assurde, che si vengono a determinare.
Il loro orario di lavoro è di 24 ore delle quali ne vengono pagate soltanto 18 in quanto 6 ore sono considerate di riposo e quindi non retribuite. E’ difficile avere un giorno libero settimanale o ferie annue retribuite.
Il loro modo di lavorare rispecchia un modello di tipo feudale, di dominanza maschile e di obbedienza assoluta che, ovviamente, innesca abusi di potere ed un ambiente ostile e non preparato ad una presenza femminile. Le donne rappresentano attualmente il 2% dell’organico e le misure per prevenire molestie sono piuttosto scarse.
Le misure relative alla salute e sicurezza non sono sufficienti ed il problema della salute mentale degli operatori provocata dallo stress non è affrontato in maniera adeguata.
L’età media dei lavoratori si sta alzando in maniera preoccupante ed il trattamento pensionistico non è adeguato.
A tutta questa serie di problematiche ho rappresentato come nei paesi europei, proprio attraverso le Organizzazioni Sindacali, la contrattazione ed anche azioni di forza, come stati di agitazione e scioperi, siamo riusciti ad avere un elevato livello di protezione e dei buoni risultati anche sotto l’aspetto retributivo e della tutela della salute.
L’ingresso delle donne nei Vigili del Fuoco è stato sostenuto dai sindacati e le tutele e la parità di genere stanno diventando diffuse nella maggior parte dei paesi europei e c’è un deciso impegno dell’EPSU proprio per la salvaguardia delle donne e la possibilità di accesso a questo tipo di lavoro.
Ovviamente il punto dolente dell’elevazione dell’età è un fattore comune ed è un problema che sta diventando globale, ma è proprio attraverso le organizzazioni dei lavoratori e la spinta politica che a livello sopranazionale può essere esercitata da P.S.I., che questa battaglia può essere portata ad una conclusione favorevole per i lavoratori del soccorso.
In conclusione, sono l’unità e la solidarietà le uniche armi in grado sconfiggere l’ingiustizia e la sopraffazione e l’intento dell’Internazionale dei Servizi Pubblici è proprio quello, attraverso la realizzazione di questa network mondiale dei Vigili del Fuoco e degli operatori del soccorso, di creare le condizioni per sviluppare una battaglia di rivendicazioni di diritti e tutele per un tipo di lavoro altamente esposto al rischio e con un compito così importante per la società in tutti i Paesi del mondo.
Danilo Zuliani (PSI firefighter coordinator)
Camere commercio, Cgil Cisl Uil: da governo misure sbagliate
Rilanciamo l’iniziativa per riorganizzare il sistema e tutelare le professionalità
Il punto decisivo da affrontare nella riforma delle Camere di commercio non riguarda solo la riduzione dei costi. Come per l’insieme della riforma delle Pa, è soprattutto un problema di visione. Bisogna capire che tipo di presenza e di azione serve per sostenere il tessuto produttivo territoriale, e di conseguenza riorganizzare la rete dei servizi e investire nel capitale umano per offrire servizi sempre più veloci e qualificati.
Quello che ci preoccupa è che il processo di riordino del sistema camerale, avviato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, non dà segno di aver recepito questo cambio di ottica dalla gestione dell’emergenza contabile ad un vero progetto strategico. Gli effetti restano incerti sia in termini di efficacia operativa che di prospettive per il personale. Per questo non possiamo abbassare la guardia, anzi dobbiamo rilanciare l’iniziativa sindacale a tutti i livelli.
E’ vero che le nostre sollecitazioni riguardo all’ipotesi di rendere facoltativa l’iscrizione al registro imprese sono state tenute in conto; ma ridurre il diritto annuale del 50% senza impostare un’azione sistematica contro sprechi, inefficienze organizzative e spese improduttive – ad esempio reinternalizzando funzioni date in appalto, snellendo i livelli, promuovendo sinergie funzionali tra Camere regionali e provinciali – rischia di indebolire servizi che oggi sono garantiti. Così le imprese, alleggerite dal lato dei bilanci, si ritroverebbero gravate da quello del mancato supporto.
A ciò si aggiunge la volontà di riformare la governance sostituendo le attuali Camere territoriali con un sistema di Camere regionali. Noi riteniamo invece che i presidi territoriali debbano continuare ad essere l’interfaccia con le imprese, e soprattutto che sia indispensabile evitare ricadute negative sull’occupazione. Per questo ci attiveremo unitariamente, attraverso le RSU e le strutture sindacali sui territori, per partecipare alla ridefinizione del sistema e delle sue funzioni e fare in modo che diritti e professionalità dei lavoratori siano salvaguardati.
Si può fare del sistema camerale un modello di sostegno efficace alle attività produttive: migliore accesso al credito, registri informatizzati, sburocratizzazione delle pratiche di avvio d’impresa, supporto ad analisi di mercato, promozione del made in Italy. Ma serve un ridisegno complessivo, inquadrato nel riassetto istituzionale e amministrativo del territorio, e un investimento forte nelle competenze dei lavoratori. Questo solo può mettere energia nuova nei servizi e generare il vantaggio competitivo che serve alle imprese per ripartire.
Le iniziative che lanceremo, a partire da assemblee unitarie nei posti di lavoro, serviranno a condividere con i lavoratori le nostre proposte concrete per dare corpo a una vera riorganizzazione. Nel contempo avremo cura di monitorare l’iter parlamentare dei provvedimenti e premere sul Governo perché queste proposte siano ascoltate e recepite.
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici
Spiace che le norme annunciate dal Governo Renzi abbiano poche speranze di intervenire positivamente nel rapporto con i cittadini.
L’attesa di un linguaggio semplice e chiaro è andata delusa. Il provvedimento, anche se aspettiamo i testi ufficiali per esprimere un giudizio compiuto, contiene contraddizioni e ambiguità. Ad esempio la norma che non obbliga i medici pubblici ad assicurarsi non risolve il problema di fondo di una nuova normativa sulla responsabilità professionale in sanità. Di fatto saranno costretti ad assicurarsi da soli a fronte di un sistema che consente di speculare sulla salute con la strumentalizzazione delle denunce a danno non solo dei medici ma degli stessi cittadini, che devono aspettare anni per i giusti risarcimenti e si devono rivolgere ad intermediari a caro prezzo.
La possibilità da parte delle aziende sanitarie di mandare in pensione i dirigenti medici, compresi i direttori di struttura complessa (ex primari), con 42 anni e 6 mesi (41 anni e 6 mesi per le donne) di contributi nel 2014, può aprire a una discrezionalità delle direzioni generali che collide con l’imperativo del rinnovamento generazionale, soprattutto perché non si prevede la contestuale assunzione dei giovani medici, che hanno peraltro un costo minore. È evidente a tutti che la mancanza di contestualità rischia di mettere in ginocchio il nostro servizio pubblico.
Secondo nostre stime, basate sul Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato riferito al 2012, ipotizzando che circa il 70% dei dirigenti medici abbia riscattato i dieci anni di laurea e specializzazione, potrebbero venire meno 7mila unità già nel 2014. Un’ipotesi non irrealistica, visto che il riscatto della laurea era molto frequente per le passate generazioni di medici, in quanto particolarmente conveniente. Non sostituirle con almeno 10mila giovani, senza ulteriori costi, sarebbe irresponsabile.
L’unico passo nella giusta direzione è lo stanziamento dei nuovi fondi per le scuole di specializzazione, da noi più volte richiesti, che consentirà di arrivare a 5mila posti per il prossimo bando. Nulla, poi, sul rinnovo del contratto fermo da 5 anni e soprattutto sui percorsi di stabilizzazione dei precari.
Così non va.
16.06.2014 – Pubblicazione ruolo del personale al 01/01/2014.
16.06.2014 – Mobilità VV.F. non specialisti – Trasferimenti.
INCONTRO DEL 12 GIUGNO
Il 12 pomeriggio si è svolto l’incontro col Capo di Gabinetto.
Al centro del nostro intervento la necessità di ripristinare con la parte politica corrette relazioni sindacali: Il MIUR è ormai tra i pochi Ministeri, se non l’unico, in cui il Ministro non ha ancora convocato le Organizzazioni Sindacali.
Abbiamo insieme a CISL e UIL sollecitato tale incontro, necessario per capire che direzione intende prendere il Governo rispetto ai problemi di questa Amministrazione soprattutto per quanto riguarda le modifiche al titolo V della Costituzione sulle competenze in materia di istruzione e la nuova organizzazione sul territorio degli uffici periferici, anche alla luce dei prossimi provvedimenti annunciati sulla Pubblica Amministrazione.
Alla notizia fornitaci dal Capo di Gabinetto della imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM di organizzazione del MIUR, abbiamo ricordato che tale provvedimento prevede una informativa preventiva alle Organizzazioni Sindacali sui DM attuativi sia per i Dipartimenti che per le Direzioni Regionali.
A tale proposito abbiamo ribadito la richiesta del mantenimento di tutti gli ambiti territoriali attualmente presenti, almeno fino a quando non sarà chiaro il nuovo disegno complessivo di organizzazione delle Stato sul territorio.
Rispetto agli uffici territoriali l’approssimarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico 2014/15 rende sempre più evidente il problema della carenza di personale.
Molti colleghi sono andati in pensione ed in settori particolarmente delicati quali il reclutamento personale docente ed ATA, esami di stato, organici, mobilità e sempre più spesso per assicurare il servizio si utilizza personale non dell’Amministrazione. Appare evidente e necessario quindi definire i nuovi organici centrali e periferici ed avviare il confronto sulle procedure di mobilità volontaria, anche in entrata da altre Amministrazioni.
Assurda appare, poi, la riduzione, ormai annuale, delle risorse economiche attribuite al FUA del Ministero e il fatto che, nonostante le economie comunque effettuate (vedi trasferimento in AC del personale dell’ex MUR a viale Trastevere) non ci sia in programma un seppur minimo incremento delle risorse per il personale.
Su questo punto abbiamo ribadito la richiesta di un approfondimento sui progetti dei Fondi strutturali europei che riguardano il MIUR e che non dovrebbero più essere destinati esclusivamente ad alcune Regioni, ma riguardare tutto il Ministero, sia per una eventuale confluenza nel FUA di una quota percentuale, sia per l’aspetto riguardante la formazione.
Al Capo di Gabinetto che ha annunciato un prossimo incontro col Ministro e si è dichiarato disponibilità a successivi incontri invieremo a breve insieme a CISL e UIL una elencazione delle questioni su cui verificare da subito la reale disponibilità al confronto della parte politica.
Al termine dell’incontro il Capo Dipartimento della Programmazione ci ha comunicato che per quanto riguarda le procedure di assunzione è stata predisposta una richiesta a Funzione Pubblica per trasformare il rapporto di lavoro a tempo pieno degli assunti a tempo parziale che nel corso del 2014 abbiano completato 3 anni di servizio (45/46 unità) e l’assunzione dei primi idonei di tutte le graduatorie dei concorsi ancora in vigore (uno per graduatoria).
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
Roma, 16 giugno 2014
FP CGIL MIUR
Angelo Boccuni