Comunicato stampa di Nicola Preiti, coord. Naz. Fp-Cgil Medici medicina convenzionata
Roma, 9 ottobre 2013
Il Presidente del Comitato di Settore, l’assessore alla Sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo, prima di licenziare in Conferenza delle Regioni l’atto d’indirizzo ha ascoltato, questa mattina a Roma, i sindacati rappresentativi. Le Regioni sono pronte alle trattative per il rinnovo delle convenzioni come previsto dalla Legge Balduzzi, ma con l’ambizione di estendere il rinnovo a tutta la convenzione, per dare un nuovo assetto alla medicina del territorio. Una volontà positiva che andrebbe estesa ai contratti dei dipendenti, ma che non sembra sostenuta da scelte che permettano di superare le enormi difficoltà in campo.
Il Presidente Montano ha parlato di vincolo economico per tutto il 2014. Ma non si può pensare di cambiare l’organizzazione dell’assistenza territoriale senza investimenti, da inserire nel Patto per la salute. L’assistenza territoriale richiede un intervento in sintonia con il resto del Sistema Sanitario Nazionale e coerente in tutte le Regioni, perché la sostenibilità del sistema e la modernizzazione dell’assistenza ai cittadini passa dal territorio.
Abbiamo messo in campo la nostra proposta, chiesto che l’Atto si muova su un pensiero riformatore basato su una rinnovata visione dell’assistenza territoriale: l’obiettivo è raggiungere una nuova organizzazione orientata a garantire qualità e assistenza h24 all’interno dei Distretti.
Servono interventi sull’organizzazione, sul ruolo e sulle funzioni dei medici convenzionati: centri territoriali di coordinamento, che non lascino mai solo il cittadino; l’istituzione del ruolo unico per tutti i medici convenzionati a partire dalla abolizione della figura del medico di guardia medica, non certo del servizio; rendere i medici di fiducia del cittadino anche medici di riferimento del territorio in cui operano, in una logica di integrazione tra i servizi. Va poi abbandonata la volontà di innalzare il numero ottimale, puntando invece a una riduzione del numero massimale di assistiti per garantire un’equa redistribuzione del lavoro a vantaggio della qualità dell’assistenza ai cittadini.
Vedremo se l’Atto di indirizzo conterrà la volontà di cambiare effettivamente l’assistenza territoriale per disegnarla a misura del cittadino.
ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED -ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL SPTA – UIL FPL FPTA – SINAFO –
FEDIR SANITA’ – SIDIRSS – FIMMG – SUMAI – SMI – FIMP – CIMOP – UGL MEDICI – FEDERSPECIALIZZANDI
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
per conoscenza
AL MINISTRO DELL’ECONOMIA E FINANZE
AL MINISTRO DELLA SALUTE
AL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI
Roma 9 ottobre 2013
Prot. n. 214/2013/snrm
Il.mo Presidente,
negli ultimi anni le manovre finanziarie, nel combattere la grave crisi in cui versa il Paese, hanno duramente
colpito la sanità pubblica, danneggiando gravemente il Servizio Sanitario Nazionale e riducendo il raggio di
copertura dei bisogni di salute dei cittadini.
A dispetto del merito di associare, pur tra carenze e limiti, una spesa tra le più basse in Europa con indicatori di
salute tra i migliori, e dell’importanza economica della filiera della salute, capace di produrre valore pari
all’13% del PIL, ed occupazione di circa 2,5 milioni di unità, la Sanità è, infatti, diventata il settore più bersagliato
da tagli lineari, sia perché parte, non valorizzata nella sua specificità, del pubblico impiego sia perché
considerata contenitore di spesa eccessiva ed ingiustificata. La stessa Corte dei Conti calcola in 31 miliardi il
taglio di finanziamento pubblico nel periodo 2011-2014. E l’azzeramento delle risorse per le fasce sociali deboli
carica sul sistema sanitario anche problematiche di interesse prevalentemente sociale.
Mentre crescono i ticket a carico dei cittadini e sale il carico fiscale, calano quantità e qualità delle prestazioni
erogate in un progressivo impoverimento di competenze professionali ed innovazioni tecnologiche. La diminuzione
del perimetro di intervento pubblico ed il cedimento del sistema di tutela aprono la strada ad un
sistema pubblico povero per i poveri, al di là della mancanza di una dichiarata volontà politica in tal senso.
E nel contempo si acuisce la crisi del carattere unitario del servizio sanitario, la cui disarticolazione, con la
presenza di più sistemi a diverse garanzie, rende efficacia, qualità e sicurezza delle cure funzione del codice
postale e la sicurezza delle cure una variabile della latitudine, in una inaccettabile ri-modulazione dei diritti
dei cittadini che frantuma la coesione sociale. Il federalismo sanitario ha finora prodotto aumento delle ineguaglianze
tra Nord e Sud, confusione legislativa, scarsa garanzia dei LEA, conservazione di molte aree di
privilegio. Oggi solo otto Regioni sono in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza.
Il servizio sanitario rappresenta un valore fondamentale per un Paese civile, anche e soprattutto in tempi di
crisi economica e, mentre gli inglesi ne hanno celebrato la nascita alla apertura delle Olimpiadi, in Italia è in
atto una sua progressiva disgregazione.
Per questo riteniamo impensabili ulteriori manovre nella prossima legge di stabilità che sottraggano nuovi pezzi
ad un edificio già pericolante. Fermo restando che i frutti di una pratica di spending review, non lineare ma mirata
a rimuovere sprechi, inefficienze, interessi illegali, improprie relazioni tra politica e gestione, che certo non
mancano, devono restare all’interno del sistema sanitario finalizzati ad un suo rilancio e potenziamento. Conosciamo
bene i problemi economici che attanagliano il nostro Paese e sappiamo che ognuno è chiamato a
fare la sua parte di sacrifici. Tuttavia il servizio sanitario non può essere ancora una volta l’agnello sacrificale,
il salvadanaio da depauperare per arginare temporaneamente le necessità di cassa.
Non si salva, però, il sistema delle cure senza salvare chi quelle cure è chiamato a garantire anzi, valorizzare il
personale, dipendente o convenzionato, del Ssn è condizione imprescindibile per salvaguardare la sanità
pubblica.
L’evoluzione regressiva del SSN ipoteca anche un pezzo di futuro della nostra professione e peggiora le
condizioni di lavoro, sia all’interno degli ospedali che nel sistema delle cure primarie, ove blocco del turnover
ed esodo pensionistico del personale riducono silenziosamente le dotazioni organiche, fino a pregiudicare
la erogazione delle prestazioni previste dai LEA. Non si può pensare, però, di usare i Professionisti del
SSN per tappare i buchi economici e organizzativi e fare da parafulmine alla rabbia dei pazienti o di additarli
addirittura come parte dei problemi della sanità. Nè di ridurli a mero fattore produttivo, “macchine banali”
chiamate a pagare da sole, e più degli altri, i costi della ristrutturazione, esposti in prima linea alla delegittimazione
sociale e facilmente trasformabili in capro espiatorio.
In grande difficoltà è anche il personale dipendente delle strutture private accreditate, che tra procedure di
riduzione di personale e chiusura di presidi, ha un contratto di lavoro fermo al 2005, senza che si intravedano
a breve segnali di rinnovo.
Il Governo ha anche esteso a tutto il 2014 il blocco del Contratto Nazionale, che perdura dal 2009, mentre
latita il rinnovo delle Convenzioni, determinando, di fatto, una sospensione per legge di diritti sanciti dalla
Costituzione, lo svuotamento del CCNL 2013-2015, dopo la cancellazione della tornata 2010-2012, il rinvio a
tempo indeterminato della contrattazione nel pubblico impiego, anche di quella integrativa che non necessita
di risorse aggiuntive. Il blocco delle procedure contrattuali e negoziali, mentre continua la mancata applicazione
di istituti consolidati in precedenti contratti e convenzioni, amplifica ed incattivisce un quadro già
drammatico per cittadini ed operatori. La crisi economica non diventi un alibi per una fuga dalle responsabilità
di un confronto che sia allo stesso tempo strumento di cambiamento, di innovazione, di rilancio dei servizi.
Occorre consentire lo svolgimento delle procedure contrattuali e negoziali ed eliminare gli effetti dell’art. 9,
comma 1, 2 e 2 bis, della legge122/2010.
L’assenza di iniziative legislative in materia di responsabilità professionale alimenta una medicina difensiva
che porta via dal sistema salute ingenti risorse, valutate in oltre 10 miliardi di euro all’anno, a discapito di
cittadini e medici e a vantaggio dei sistemi assicurativi e di studi legali e pseudo legali. Il contenzioso medicolegale,
in crescita esponenziale, vede il medico sempre più solo alle prese con i cittadini arrabbiati, sottoposto
al fuoco di fila di cause spesso nate dalla situazione di caos e incertezza che pervade le strutture sanitarie,
quando non da atteggiamenti opportunistici. Non chiediamo di sottrarci alle nostre responsabilità, anche di
ordine penale, ma abbiamo bisogno di lavorare con serenità, per cui le aziende sanitarie siano obbligate ad
assicurarsi, ed il Governo si faccia promotore di una legge specifica che, in una ottica di sistema, dia alla
questione risposte chiare ed esaustive, sulle orme della legislazione europea di riferimento.
Un nodo che da tempo aspetta di essere sciolto è quello del precariato. L’abuso di contratti atipici persostenere una domanda di salute non comprimibile, ha allargato oltre misura il numero di medici, veterinari e
dirigenti sanitari costretti a lavorare in perduranti condizione di instabilità, privati di diritti e di futuro, impegnati
in attività istituzionali sotto una spada di Damocle che minaccia la stessa continuità delle cure. E’ tempo di
ridare ossigeno e stabilità al sistema e di scrivere la parola fine ad un generalizzato blocco del turnover.
Urgente appare, inoltre, un radicale cambio di paradigma nelle politiche della formazione medica che oggivedono una discrasia con il mondo del lavoro, uno scollamento tra sistema universitario e servizio sanitario,
un terreno di coltura di nepotismi e corruzione, alimentando il paradosso di Medici laureati in Italia, a spese
della collettività, che poi vanno a lavorare all’estero. Governo e Parlamento sono chiamati ad investire nellavalorizzazione delle giovani generazioni di medici, ai quali garantire l’accesso alla formazione specialistica e
di medicina generale, e dei tanti non medici, iscritti alle scuole di specializzazione di area sanitaria ma penalizzati
dalla mancanza di ogni riconoscimento economico.
Si tratta, come vede, di temi prioritari per la tenuta del sistema sanitario.
I Professionisti del SSN meritano rispetto in nome della fatica e della complessità del compito che ogni giorno
ed ogni notte svolgono a tutela del diritto alla salute, che la Costituzione riconosce ai cittadini. Sono necessari
segnali positivi ed uno stop alle politiche di definanziamento e di tagli lineari per restituire slancio e
fiducia al Servizio Sanitario Nazionale trovando le soluzioni più efficaci per garantire a tutti i cittadini il diritto
di essere curati secondo i propri bisogni indipendentemente dalle condizioni economiche e dal luogo di
residenza ed arrestare una deriva cui noi non vogliamo arrenderci.
In caso contrario, l’inevitabile contenzioso e la radicalizzazione del conflitto che verrà a determinarsi producendo
una serie di iniziative di dura protesta rischiano di deteriorare ulteriormente il funzionamento del servizio
pubblico.
Dipende anche dalla Politica se la Sanità uscirà dalla crisi più o meno aderente ai principi costituzionali.
Ringraziando per l’attenzione che vorrà riservarci, porgiamo distinti saluti.
Costantino Troise ANAAO ASSOMED
Riccardo Cassi CIMO ASMD
Alessandro Vergallo AAROI-EMAC
Massimo Cozza FP CGIL MEDICI
Aldo Grasselli FVM
Francesco Lucà FASSID
Biagio Papotto CISL MEDICI
Carmine Gigli FESMED
Raffaele Perrone Donnorso ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI
Armando Masucci UIL FPL MEDICI
Alberto Spanò SDS SNABI
Mario Sellini AUPI
Lorena Splendori FP CGIL SPTA
Giovanni Torluccio UIL FPL SPTA
Antonio Castorina SINAFO
Antonio Travia FEDIR SANITA’
Franco Socci SIDIRSS
Giacomo Milillo FIMMG
Roberto Lala SUMAI
Salvo Calì SMI
Alessandro Ballestrazzi FIMP
Fausto Campanozzi CIMOP
Ruggero Di Biagi UGL MEDICI
Cristiano Alicino FEDERSPECIALIZZANDI
Si è deciso, a seguito della riunione delle Segreterie Nazionali del comparto, anche in considerazione dell’avvenuto slittamento del voto nazionale per l’elezione delle RSU/RLSSA al prossimo 26 e 27 novembre, di aprire immediatamente la consultazione dei lavoratori e delle lavoratrici in merito alla piattaforma di rinnovo del CCNL del comparto dell’igiene ambientale, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2013.
Tutto ciò si rende necessario, perchè le Linee guida della piattaforma di rinnovo triennale 2014/2016 sono state già inviate ad Assoambiente e a Federambiente lo scorso 28 giugno, per integrare la piattaforma di rinnovo con i contenuti che perverranno dalle assemblee ed aprire nel merito il tavolo di confronto con le due Associazioni nazionali di categoria.
In considerazione di ciò, e tenuto conto dell’importantissima tornata elettorale del 26 e 27 novembre 2013, contrariamente a quanto convenuto e comunicato lo scorso mese di giugno, le assemblee unitarie per la consultazione dei lavoratori sulle Linee guida della piattaforma di rinnovo del CCNL si dovranno svolgere entro il prossimo21 ottobre 2013.
La sintesi della consultazione e le eventuali integrazioni che perverranno dal territorio alle Segreterie Nazionali saranno discusse ed eventualmente approvate dall’Attivo nazionale unitario che si svolgerà il prossimo 22 ottobre 2013.
Evidentemente, le assemblee dovranno fare conoscere al meglio ai lavoratori i contenuti delle Linee guida e, soprattutto, dovranno prevedere la possibilità di integrare la piattaforma affinché, alla fine del percorso di consultazione, la stessa possa considerarsi esaustiva delle sollecitazioni emerse dalle assemblee.
Le Segreterie Nazionali ritengono, inoltre, in considerazione della storica coesione sindacale che ha sempre caratterizzato il settore, che in questa fase di progressivo avvicinamento al voto nazionale per le RSU e i RLSSA, è assolutamente necessario che le assemblee per la consultazione dei lavoratori siano – come già detto – unitarie e gestite senza alcuna strumentalizzazione elettorale.
Non può esserci, nel merito e nel metodo della consultazione, differenziazione tra le Organizzazioni sindacali stipulanti e ne, tanto meno, la possibilità di utilizzare da parte delle strutture territoriali temi di natura sindacale, economici o di welfare sociale che non appartengono alla sintesi politico/sindacale del comparto dell’igiene ambientale.
Il rinnovo del CCNL non è strumentalizzabile in campagna elettorale.
La stessa è un’occasione per sviluppare il dibattito e non per svilire quanto di buono si è fatto negli anni attraverso inutili promesse che potrebbero indebolire la credibilità del sindacato e il rapporto tra rappresentati e rappresentanti.
Il lavoro che ci aspetta – nei prossimi mesi – sarà particolarmente duro e impegnativo, ma gli obiettivi che ci siamo posti come comparto sono sicuramente affascinanti, strategici e di alto profilo per il futuro del settore e per tutti i lavoratori e le lavoratrici che vi operano.
L’elezione dei Rappresentanti sindacali e dei Rappresentanti per la salute e la sicurezza dei lavoratori deve essere un momento di crescita e d’ulteriore stimolo per il confronto nel settore.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL
Sgrò/Cenciotti Paniccia/Curcio Tarlazzi/Modi Garofalo/Verzicco
LA MOBILITAZIONE CONTINUA…
Roma, 8 ottobre 2013
Come un’onda in piena, in occasione delle assemblee-presidio del 4 ottobre scorso, le lavoratrici ed i lavoratori dell’INPS hanno sommerso, a fianco di CGIL, CISL, UIL e CISAL, tutte le Sedi dell’Istituto, per respingere con fermezza il nuovo e duro attacco alle retribuzioni e al welfare del Paese.
In tutte le province, sull’intero territorio nazionale, i lavoratori dell’INPS hanno ribadito un secco:
NO AL TAGLIO DELLE RETRIBUZIONI NO AL TAGLIO DEI SERVIZI
NO AL SALARIO ACCESSORIO COME FONTE DI RISPARMIO
Una partecipazione straordinaria, a seguito della quale la stragrande maggioranza delle Sedi è rimasta chiusa al pubblico. E che ci ha consentito di spiegare a cittadini, imprenditori, pensionati e lavoratori che i tagli, oltre a mettere in discussione le retribuzioni dei lavoratori dell’INPS, rischiano di incidere pesantemente sul sistema di protezione sociale. In un momento nel quale, nel Paese c’è invece un forte bisogno di stato sociale.
Gli spazi di interlocuzione che, secondo quanto risulta alle scriventi, si sono in queste ore aperti con le competenti funzioni ministeriali, dimostrano che il percorso di mobilitazione unitario tuttora in corso su tutto il territorio nazionale è quello giusto.
MA ANCORA NON BASTA!
ED E’ NECESSARIO TENERE ALTISSIMO IL LIVELLO DI ATTENZIONE!
Le scriventi pertanto, anche in ragione degli innumerevoli ordini del giorno pervenuti dalle diverse assemblee tenutesi nella giornata del 2/10 u.s. e ferme rimanendo le forme di lotta già programmate e in corso di svolgimento su tutto il territorio nazionale, indicano le seguenti iniziative di mobilitazione:
Venerdì 11 ottobre 2013
PRESIDIO SOTTO IL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
Mercoledì 16 ottobre 2013
PRESIDIO SOTTO IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Successivamente, in caso di assenza di risposte certe sulla positiva soluzione della vertenza,
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
F.P.CGIL/INPS (Ciarrocchi)
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CISL–FP/INPS (Nardella)
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UILPA/INPS (Cervo)
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FIALP-CISAL/INPS (Giambelli)
|
Le OO.SS. con apposita nota del 1 agosto, nel cogliere positivamente le previsioni del ministro Lorenzin contenute nel DDL approvato dal consiglio dei ministri del 26 luglio relativamente alla volontà di adottare, sia un testo unico della normativa vigente sugli enti vigilati dal Ministero della Salute, sia un decreto legislativo limitatamente alle norme concernenti la Croce Rossa Italiana, hanno chiesto l’avvio di un percorso condiviso con tutti i soggetti coinvolti nella riorganizzazione dell’Ente.
Si è, infatti, intravista nel decreto un’occasione per arrivare finalmente ad una vera riforma della CRI che consentisse l’innalzamento dell’efficienza dei servizi, la garanzia dei livelli occupazionali, la valorizzazione delle professionalità e di mettere fine all’annosa questione del precariato CRI con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro.
Inoltre, dato che gli effetti del D.lgs 178 si sarebbero concretizzati già dal mese di dicembre prossimo, è stato chiesto, oltre che al Ministro, anche al Presidente dell’Ente un intervento urgente finalizzato a sospendere tali effetti.
Infatti, nel corso degli incontri di contrattazione integrativa avvenuti agli inizi dello scorso mese di luglio, è stata condivisa con l’Amministrazione la convinzione di programmare specifici incontri sul tema della riorganizzazione e riordino dell’Ente.
In quella sede il Presidente si impegnò a intraprendere un confronto serrato anche per esplorare ogni possibilità di modificazione del decreto di riordino della Croce Rossa.
Ciò nonostante e senza alcun tipo di confronto, la Cri ha suggerito nei giorni scorsi la presentazione di un emendamento che pur ottenendo un rinvio di un anno del processo di riorganizzazione non garantisce il personale di ruolo e a tempo determinato in servizio presso i comitati locali e provinciali.
Tale criticità è stata valutata anche da parte della commissione parlamentare che ha sospeso il suddetto emendamento in attesa di una sua modifica che consenta lo slittamento dei tempi per superare le criticità presenti nella normativa ora vigente senza, però, peggiorare le garanzie dei rapporti di lavoro e dei livelli occupazionali.
Le modifiche al 178 devono casomai aumentare le garanzie per i lavoratori non diminuirle.
Ciò è quanto abbiamo ribadito nell’incontro convocato lo scorso 4 ottobre dal Presidente che, pur impensierito da un eventuale rigetto dell’emendamento, non ha potuto che condividere le nostre preoccupazioni e suggerimenti.
Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno quindi, coinvolto unitariamente i Gruppi e le Commissioni Parlamentari interessate.
Il nostro impegno, la nostra responsabilità e determinazione che stanno caratterizzando questa lunga e complicata vertenza della CRI si stanno rivelando ancora una volta la vera garanzia per i lavoratori dell’Ente.
Innalzare il livello dei servizi dell’Ente e nel contempo determinare la migliore condizione lavorativa possibile costituisce un baluardo a difesa della garanzia del servizio pubblico in settori delicati come l’assistenza e il soccorso.
Per tali motivi le scriventi Federazioni Nazionali confermano l’attuale stato di agitazione del personale della CRI e avviano un crescente percorso di mobilitazione nonché un inasprimento della vertenza a partire dalla convocazione per i primi giorni della prossima settimana di una serie di assemblee del personale sostenute anche da presidi esterni di lavoratori.
Verranno successivamente comunicate le modalità e le relative date delle manifestazioni suddette.
Roma, 8 ottobre 2013
FP CGIL CISL FP UIL PA FIALP CISAL
SPOLETO: TENTA IL SUICIDIO UN DETENUTO
Un detenuto rumeno di 38 anni ha tentato il suicidio verso le ore 22.00 di sera. L’assistente Capo si è accorto immediatamente del tentativo di suicidio, intervenendo con celerità. Subito dopo sul luogo è arrivato anche il personale sanitario del 118 che hanno provato a rianimare rianimato il detenuto che sta scontando la pena per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere.
Investì e uccise il 23enne Daniele Chiesto rinvio a giudizio per Saraceno
CATANIA – Sarà celebrata il 23 ottobre davanti al Gup del Tribunale di Catania Marina Rizza l’udienza preliminare che vede imputato per omicidio colposo Salvatore Saraceno, originario di Belpasso. L’uomo, nel luglio dello scorso anno, ha investito e ucciso Daniele Samperisi, giovane allievo agente di polizia penitenziaria. A chiedere il rinvio a giudizio il pubblico ministero Rosaria Molè. Il 23enne giarrese è stato travolto mentre si recava, come ogni mattina, nella Scuola di polizia penitenziaria di San Pietro Clarenza, la cui Aula magna è stata recentemente intitolata alla sua memoria.
L’automobile guidata dall’imputato sarebbe uscita contromano da una piazzola, a meno di un chilometro dalla scuola, centrando la moto sulla quale viaggiava la vittima. Pochi minuti e Daniele avrebbe raggiunto i colleghi, sfuggendo a quel terribile destino. Dai successivi riscontri sarebbe emerso che l’auto dell’imputato era priva di assicurazione. Ricoverato all’ospedale Garibaldi di Catania, il 23enne è deceduto dopo otto giorni di coma. Cuore, reni, fegato e pancreas sono stati espiantati dal suo giovane corpo e trapiantati in quattro pazienti gravi.
Quattro persone a cui ha regalato una nuova vita, mentre la sua era lentamente scivolata via. I genitori non hanno fatto altro che rispettare la volontà di quel figlio così generoso e risoluto da decidere, a soli 20 anni, di iscriversi alla banca dati nazionale dell’Aido. Daniele, nelle ore in cui combatteva tra la vita e la morte, avrebbe dovuto prestare giuramento ed indossare finalmente la divisa da agente. Ma il suo sogno si è spezzato ed i familiari adesso vogliono sapere come sia potuto accadere. Ricostruire i minuti precedenti a quel tragico incidente e accertare la verità non saranno sufficienti a dare un senso ad una morte così assurda, ma ristabilire la giustizia resta un imperativo per quanti amavano Daniele.
Per questo tra venti giorni, nel corso dell’udienza preliminare, la famiglia Samperisi, assistita dal legale Enzo Iofrida, si costituirà parte civile. Si dice fiducioso il legale della difesa Vincenzo Drago, che assiste Salvatore Saraceno insieme all’avvocato Giuseppe Ira. “Siamo sereni sull’insussistenza del nesso di causalità tra il fatto e l’evento morte – dichiara Vincenzo Drago – Inoltre il Pm contesta ancora la violazione del Codice della Strada nonostante la sanzione sia stata annullata con una sentenza passata in giudicato dal Giudice di Pace di Mascalucia”. Fonte: http://catania.livesicilia.ithttp://catania.livesicilia.it
Cremona: carcere nel caos, tre agenti aggrediti in pochi giorni
Tensione alle stelle nel carcere di Cremona: tre agenti aggrediti
Gli agenti, aggrediti da un recluso, hanno riportato ferite giudicate guaribili in un mese. Violenta rissa anche tra due detenuti. Il vicesegretario regionale del Sinappe, Vincenzo Martucci: “Situazione sempre più difficile da controllare”
Tre agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Cremona sono stati aggrediti e picchiati da un detenuto e due reclusi si sono affrontati violentemente, uno armato di un tirapugni artigianale presumibilmente costruito con materiale di recupero e poi sequestrato. I due episodi, avvenuti in momenti diversi, sono stati resi noti domenica.
La tensione è da tempo alta nella casa circondariale cremonese dove si attende l’apertura del nuovo padiglione, che porterà all’aumento della popolazione carceraria, attualmente attestata sulle 380 unità. I tre poliziotti picchiati un sovrintendente e due agenti hanno riportato lesioni giudicate guaribili in trenta giorni.
L’aggressore è un pluripregiudicato, già trasferito in un altro istituto, che poche ore prima aveva già scagliato contro gli stessi addetti alla vigilanza un lenzuolo in fiamme, avvolto intorno a una delle bombolette di gas utilizzate per alimentare i fornelletti delle celle.
“Le undici guardie in più assegnate a Cremona – dichiara il vicesegretario regionale del Sinappe, Vincenzo Martucci – bastano forse a coprire le necessità della struttura esistente. Mancano anche educatori. E viene da pensare che gli episodi degli ultimi giorni siano la conseguenza diretta di una situazione sempre più difficile da controllare”. Fonte: http://www.bresciatoday.it
BARI: ARRESTATI DUE CARABINIERI chiedevano soldi per chiudere un occhio.
Facevano coppia fissa in pattuglia da anni nel reparto radiomobile della compagnia dei carabinieri di Modugno e dalle loro conversazioni, intercettate nell’ultimo mese nelle auto di servizio, emergerebbe una “sistematicità” in certi comportamenti. Per il momento la Procura di Bari ha accertato un solo episodio di concussione a carico dei due appuntati scelti Vincenzo Ninivaggi, 48enne di Altamura, nel Barese, ed Erasmo Di Pietro, 50enne residente a Bari ed originario della provincia di Caserta. I due militari sono detenuti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dalla serata di sabato con l’accusa di concussione in concorso, dopo aver chiesto 800 euro per chiudere un occhio e non denunciare due ragazzi fermati ad un controllo anti-prostituzione. Nei loro confronti, però, sono in corso accertamenti che si riferiscono ad altri episodi analoghi risalenti agli ultimi due anni.
La vicenda che ha portato in cella i due carabinieri risale al 16 agosto scorso. I due avrebbero fermato per un controllo due giovani sulla Statale 96 tra Toritto e Palo del Colle. Avrebbero prospettato loro il rischio di una denuncia per sfruttamento della prostituzione con condanna fino a 5 anni di carcere e multa fino a 5mila euro offrendo però la possibilità di mettere a tacere tutto se avessero pagato 400 euro ciascuno.
Nell’immediatezza dei fatti, i due ragazzi avrebbero dato ai militari tutto quello che avevano con sé, 100 euro, promettendo di consegnare successivamente gli altri 700 euro. Denaro mai consegnato perché i giovani hanno poi denunciato i carabinieri alla polizia. Sono quindi partite le indagini della squadra mobile e del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Bari, coordinate dal procuratore aggiunto Anna Maria Tosto. Le intercettazioni disposte dopo la denuncia avrebbero confermato il coinvolgimento dei due militari nell’unico episodio fino a questo momento contestato e in altri ritenuti sospetti.
Il gip del Tribunale di Bari Susanna De Felice ha quindi emesso l’ordinanza di arresto, disponendo la detenzione in carcere per 15 giorni e successivamente quella domiciliare. I due carabinieri, difesi dall’avvocato Antonio La Scala, saranno sottoposti martedì prossimo ad interrogatorio di garanzia per rogatoria nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.Fonte: http://bari.repubblica.ithttp://bari.repubblica.it
RAGUSA:DETENUTO AGGREDISCE POLIZIOTTO PENITENZIARIO.
Presso il carcere di Ragusa, un detenuto che non voleva rientrare dal passeggio aggredisce violentemente tre poliziotti penitenziari.
Novara: giornata di rappresentanza per le forze dell’ordine
Oggi 6 ottobre dalle ore 10 alle ore 18. all’Ipercoop – centro commerciale di Novara – si celebra “La Giornata della Divisa”. Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Municipale, Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco vi aspettano in galleria per presentarsi. E per i visitatori più piccoli all’esterno del centro commerciale viene allestito il percorso “Pompieropoli”.
Redazione CGIL Polizia Penitenziaria
Oggi, l’Amministrazione, diversamente da quanto in più occasioni si era impegnata a fare, ha comunicato alle scriventi che a partire dalle presenze di ottobre (buoni pasti consegnati a novembre), l’importo del buono pasto sarà rideterminato al valore nominale di euro 7,00.
Tale decisione è stata adottata dall’Amministrazione in seguito ad una lettera del Ministero Economia Finanze inviata al Collegio dei Revisori Interno e al Ministero vigilante che indica la necessità da parte di ACI di applicare tutte le norme di contenimento della spesa pubblica previste dal D.L. 95/2012 ( Spending Review).
L’Amministrazione ha affermato che non sarebbe possibile effettuare la necessaria variazione di bilancio ad integrazione del budget (insufficiente) originariamente stanziato per i buoni pasto, poiché, sempre secondo la valutazione dell’Ente, si rischierebbe la mancata approvazione del bilancio 2013 sia da parte dei revisori interni che del Ministero vigilante.
L’Amministrazione ha dichiarato che darà applicazione alla norma che impone di riversare allo Stato i risparmi accantonati derivanti dal taglio per le spese intermedie quando interverrà una specifica richiesta del MEF che indichi anche le modalità.
L’atteggiamento dell’amministrazione appare incoerente: immediatamente si adegua ai dettami del Ministero per le norme che riguardano i dipendenti e solo successivamente prevede il riversamento.
Se l’amministrazione si sente”necessitata”ad adempiere non si capisce perché questo valga solo per alcune norme. E tutte le altre?
Nonostante la manifestata volontà dell’Ente di non voler incidere negativamente sul potere d’acquisto dei dipendenti è comunque un fatto concreto il danno economico che i lavoratori si troveranno ad affrontare a causa di decisioni dettate da politiche di bilancio caratterizzate esclusivamente dalla ricerca di risparmi per l’Ente e da una scarsa incisività di politica esterna.
Le scriventi OO.SS. riaffermando la convinzione che l’Aci non rientri fra i destinatari della norma che riduce, tra l’altro, il valore dei buoni pasto non possono che tutelare i lavoratori ricorrendo anche alle vie legali.
Per valutare la reale volontà dell’amministrazione di non penalizzare ulteriormente i propri dipendenti, le OO.SS. hanno chiesto che nel bilancio 2014 le somme decurtate siano destinate, in ogni caso, al finanziamento di istituti dedicati ai lavoratori.
Hanno, inoltre, sollecitato l’Amministrazione ad un confronto per esaminare le proposte che le OO.SS formalizzeranno, nei prossimi giorni, in un documento.
Le scriventi a seguito della pubblicazione del DPCM che ridetermina le dotazioni organiche dell’Ente, hanno chiesto conferma dei dati precedentemente comunicati dall’Amministrazione che ipotizzavano un soprannumero.
L’Amministrazione ha dichiarato che il numero dei dipendenti che, a normativa vigente matureranno entro il 2015 i requisiti pensionistici, sarà sufficiente a coprire il taglio del 10% del costo del personale delle Aree. Non sussistono, quindi, motivi di preoccupazione per la messa in mobilità.
Roma, 8 ottobre 2013
FP CGIL ACI FP CISL ACI UILPA ACI ACP CISAL FIALP ACI USB PI ACI
D. Figliuolo M. Semprini S. Pagani L. De Santi R. Sirano
Mercoledì 2 ottobre u.s. si tenuta la riunione nazionale sulle professioni sociosanitarie durante la quale sono emerse molte problematiche lavorative e di riconoscimento, riferite soprattutto ad alcuni profili (Educatore professionale e OSS, con o senza formazione complementare), che sono di estrema attualità e che richiedono una presa in carico urgente da parte della nostra organizzazione.
La decisione di Ministero e Regioni di stralciare la figura dell’Educatore professionale dai nuovi bandi per il riconoscimento dell’equivalenza dell’area riabilitativa, che saranno emessi entro la fine del corrente mese, affinché sia possibile procedere alla revisione del DM sui titoli equipollenti ed inserirne altri, conseguiti entro il 17/03/1999, che non erano stati presi originariamente in considerazione, allunga ulteriormente i tempi contribuendo a complicare oltremodo il quadro di quei lavoratori non in possesso di titoli riconosciuti.
Per le vie brevi, abbiamo appreso che l’impostazione è stata confermata dalla Conferenza di Servizi che si è svolta al Ministero della Salute, tra tutti gli enti interessati, in concomitanza della nostra riunione.
Oltre a questo, abbiamo condiviso la necessità di recuperare lo spirito e gli obiettivi della Legge 328/2000 superando l’anarchia di fatto imperante in molti territori dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, anche in tema di professioni e lavoro professionale.
Al termine della discussione, abbiamo convenuto sulla necessità e l’urgenza di analizzare correttamente e di farci carico delle problematiche sopra esposte, unitamente a quelle già note ma comunque bisognose di attenzione, anche se al momento sono emerse con minore veemenza, riferite agli operatori socio sanitari (compresi quelli con la formazione complementare), agli assistenti sociali, ai professionisti per assistenza/educazione disabili (sordi, ciechi, ecc.), ai musico terapisti ed agli arte terapeuti.
Pertanto, abbiamo deciso la costituzione di un gruppo ristretto, composto dalle compagne e dai compagni di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, che possa lavorare in tempi rapidi su questi argomenti.
Al fine di permettere al gruppo di avere gli elementi necessari al proprio lavoro, abbiamo la necessità di poter disporre di tutti i dati dei vostri territori sulla consistenza numerica, sulle tipologie di professionisti coinvolti, sulle eventuali norme regionali/provinciali e sui provvedimenti territoriali/aziendali in materia.
Vi chiediamo di inviarci il materiale suddetto entro il 20 ottobre p.v. e vi preavvertiamo che prevediamo di convocare la prima riunione del gruppo di lavoro nella settimana immediatamente successiva.
Auspichiamo di poter concludere la prima fase di lavoro del gruppo entro l’inizio di dicembre e di organizzare un’iniziativa nazionale in materia, prima della fine dell’anno, per poterci confrontare con la politica, le istituzioni e le rappresentanze professionali, contribuendo a elaborare risposte consone a queste legittime istanze.
Il Coordinatore nazionale La Segretaria Nazionale FP CGIL
professioni sanitarie FP CGIL Cecilia Taranto
Gianluca Mezzadri
08.10.2013 – Valorizzazione componente medica del CNVVF: richiesta istituzione Direzione Sanitaria. Nota al Capo Dipartimento.
07.10.2013 – Maggiorazione base pensionabile (art. 4 D.Lgs. 30 aprile 1997, n. 165) – Richiesta chiarimenti. Nota al Capo Dipartimento.