Nota unitaria al Presidente Rocca

Roma, 30 settembre 2013

All’avv. Francesco Rocca
Presidente della C.R.I.
Croce Rossa Italiana

 
 

 OGGETTO:  Riorganizzazione della Croce Rossa Italiana e delega al Governo per l’adozione di un testo unico della normativa vigente sugli enti vigilati. 
 

 
      Signor Presidente,
 
Nel corso degli incontri di contrattazione integrativa avvenuti agli inizi dello scorso mese di luglio, considerando che gli effetti del D.Lgs. 178 sarebbero stati concreti già dal mese di dicembre 2013,  venne condivisa con l’Amministrazione la convinzione di programmare specifici incontri a partire dal mese di settembre  sul tema della riorganizzazione e riordino dell’Ente allo scopo di verificare la possibilità di modificazione del decreto di riordino della Croce Rossa al fine di superare le numerose criticità presenti nella normativa vigente.
 
Siamo, oramai, giunti alla fine del mese di settembre senza ottenere da parte sua alcun riscontro.
 
Il nostro impegno, la nostra responsabilità e determinazione  hanno caratterizzato questa lunga e complicata vertenza della CRI e si sono rivelate  la vera garanzia per i lavoratori dell’Ente sul fatto che si possa innalzare il livello dei servizi dell’Ente e nel contempo conservare le garanzie del posto di lavoro e delle condizioni lavorative. La nostra azione è sempre stata improntata a difesa della garanzia e della qualità del servizio pubblico in settori delicati come l’assistenza e il soccorso.
I recenti avvenimenti politici rendono ancora più urgente la necessità dell’incontro programmato perché in ogni caso e prioritariamente, bisogna salvaguardare la condizione lavorativa e i posti di lavoro a rischio a partire dal 1 gennaio 2014.
Per tali gravi  motivi le scriventi Federazioni Nazionali confermano l’attuale stato di agitazione del personale della CRI e annunciano il proseguimento del percorso di mobilitazione fino ad ottenere le garanzie richieste, ci aspettiamo che anche lei faccia la sua parte a cominciare da una pronta convocazione delle OO.SS. che, partendo dalla salvaguardia dei posti di lavoro e della condizione lavorativa, getti le basi e non affossi una possibile condivisa riforma della CRI.
 

Cordiali saluti.
 
 

         FP CGIL                   CISL FP                           UIL PA
   Cosimo Arnone          Paolo Bonomo                 Gerardo Romano
 


 

Comunicato unitario rinnovo del CCNL Anaste

 Il 25 settembre si è tenuto il programmato incontro con Anaste, finalizzato alla riapertura del tavolo negoziale per il rinnovo del CCNL 2010-2012, a distanza di 11 mesi dall’ultimo incontro.

Anaste ha riproposto gli stessi punti sui quali si era interrotta la trattativa lo scorso ottobre: aumento dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali, giorni di carenza malattia non retribuiti, prolungamento del periodo di prova, vigenza contrattuale al 2015, nessun riconoscimento per il periodo 2010-2012, con, in più, la richiesta di recuperare la differenza salariale rispetto ad Uneba del precedente contratto.

A fronte della richiesta unitariamente avanzata, fortemente sostenuta, di un rinnovo veloce, visti i tempi, ed in linea con i rinnovi già sottoscritti ormai con tutte le parti datoriali del settore sociosanitario, dopo una lunga discussione, Anaste si è impegnata a prendere a riferimento i contratti sottoscritti, ed a discuterne nel prossimo Consiglio Nazionale. Abbiamo convenuto di incontrarci nuovamente il 17 ottobre prossimo.

 Nel frattempo, a sostegno della vertenza, è stato deciso di proclamare lo stato di agitazione nazionale, ed è indispensabile promuovere assemblee ed iniziative in tutte la strutture, con il massimo coinvolgimento di tutti i lavoratori.
 

Roma, 30 Settembre 2013

Cecilia Taranto     Giovanni Pirulli      Giovanni Torluccio      Antonio Vargiu
      FP CGIL                  Fisascat                      UIL FPL                       UilTucs


 

Nota congiunta sulla mobilità al Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia

Al Capo di Gabinetto dell’On. Ministro
Pres. Renato Finocchi Ghersi

 
 

 Signor Capo di Gabinetto,
ci rivolgiamo a lei sulle problematiche relative alla mobilità del personale ed alla gestione caotica e autoreferenziale da parte dell’Amministrazione degli interpelli; ci giunge infatti notizia che nonostante ci siano state svariate rinunce da parte di alcuni vincitori non si procede allo scorrimento delle graduatorie, creando così un ulteriore vulnus per i lavoratori, già penalizzati dal fatto che la scelta è stata estremamente ridotta in quanto i posti pubblicati erano pochissimi.
         Inoltre ci risulta che alcuni lavoratori, tra cui anche quelli distaccati in virtù della legge 104 e dell’art. 42 bis e dunque coperti da benefici di legge, che avrebbero dovuto essere stabilizzati entro lo scorso giugno nelle sedi in cui si trovavano distaccati, sono ancora in attesa ed in alcuni casi si sono trovati a dovere scegliere tra una sede più disagiata, vinta con l’ interpello, e la sede in cui erano distaccati per la 104 personale, o per dare assistenza a un familiare o seguire la propria famiglia.
         Risulta ancora che le procedure relative all’interpello per la copertura di posti presso gli Uffici Giudiziari di Napoli Nord si siano concluse senza che il sindacato abbia ricevuto alcuna informazione al riguardo.
         La estrema confusione che l’applicazione dell’accordo sulla mobilità dello scorso novembre ha creato continua a danneggiare pesantemente i lavoratori che, le ricordiamo, in alcuni casi hanno subito trasferimenti coatti senza indennità alcuna a differenza dal personale di magistratura; questi lavoratori inoltre hanno il contratto bloccato da anni e non percepiscono salario accessorio, anche in questo caso per una ingiustificabile inerzia dei vertici amministrativi della giustizia.
         Ci risulta altresì che da parte del Direttore Generale del Personale non vi sia un comportamento omogeneo nella concessione di distacchi e comandi e che si continuino a ritardare alcuni provvedimenti sul personale per un inaccettabile modalità di lavoro che lascia scadere gli atti sulla sua scrivania per la mancata firma.
         Onde evitare inutili contenziosi, le chiediamo un incontro per interloquire su queste gravi problematiche, che afferiscono alla vita delle persone, con qualcuno che dimostri una maggiore sensibilità e sia pronto a risolvere i problemi e a dare risposte concrete.
 

Roma, 30 settembre 2013
 

         FPCGIL                                    CISL FP                          UILPA
         Grieco                                      Marra                             Turco


 

Competenze economiche CCNI 2012

 Al Direttore Generale C.R.I.
Dott.ssa Patrizia Ravaioli
S E D E

 
 

 Oggetto:  competenze  economiche CCNI 2012
Le scriventi  OO.SS.  chiedono a Codesta  Amministrazione,   nelle more dell’iter certificativo del CCNI 2012,l’erogazione  di un congruo acconto al personale  delle spettanze in oggetto.
Si rammenta  il fatto che, proprio in occasione della sottoscrizione del CCNI 2012, l’Amministrazione stessa si era impegnata in tal senso  estrinsecando la volontà di procedere quantomeno, in attesa della certificazione definitiva di un pre-saldo pari al 40% delle risorse disponibili.
Non sfuggirà sicuramente all’Amministrazione, quanta importanza abbia per i lavoratori, dato il particolare  momento  della vita dell’Ente, il rispetto di impegni presi al tavolo della trattativa.
Inoltre si chiede di conoscere lo stato dei saldi dei compensi incentivanti relativi all’anno 2011 e dei sussidi straordinari.
In  attesa di un positivo riscontro  si porgono cordiali saluti.
Roma, 30 settembre 2013
 

                FP CGIL                            CISL FP                        UILPA
               C. Arnone                         S. Di Fusco                 G. Romano
                P. Cocco                          A. Cosentino               S. Gattuso


 

Procedura Concorso C.S. 2009 – Nota al Capo Dipartimento

30.09.2013 – Nota al Capo Dipartimento.

 

 

Richiesta incontro urgente al Ministro Lorenzin sul precariato nel Servizio Sanitario Nazionale

Al Ministro della Salute
On. Beatrice Lorenzin

Al Presidente della Conferenza delle Regioni
On. Vasco Errani

e p.c.  al ministro della P.A. 
On. D’alia
 
al Ministro dell’economia
On. Saccomanni 

 
Le scriventi organizzazioni sindacali considerano centrale per il Servizio Sanitario Nazionale affrontare la questione del precariato che vede interessati decine di migliaia di dirigenti ed operatori sanitari, a partire da medici ed infermieri.
 
Si tratta di un nodo ineludibile considerando le funzioni svolte da queste figure in posti nevralgici del sistema sanitario, senza le quali non potrebbero essere più garantiti i livelli essenziali di assistenza in centinaia di presidi che erogano prestazioni sanitarie a tutela della salute dei cittadini.
 
Le scriventi oo.ss ritengono che il Decreto  del Presidente del Consiglio dei ministri – da adottare entro il mese di novembre  su proposta del Ministro della  salute, di concerto con i Ministri dell’economia e della pubblica amministrazione, di intesa con la Conferenza delle Regioni, così come normato nel Decreto Legge n. 101/2013, debba rappresentare uno strumento atto a porre fine ad una situazione non più sostenibile non solo per gli operatori in condizione di precarietà, ma per gli stessi servizi da rendere ai cittadini.
 
Per le suddette ragioni si richiede alle SS.LL. un urgente incontro al fine di avviare un serrato confronto per arrivare ad una definizione condivisa del testo del DPCM  che possa affrontare in modo risolutivo tutte le problematiche legate ai percorsi di stabilizzazioni nel Servizio Sanitario Nazionale.
 
     FP CGIL                 CISL FP                  UIL FPL
Rossana Dettori      Giovanni Faverin        Giovanni Torluccio

Roma 26 settembre 2013

 

news

LaRassegnaPenitenziaria n.11 – settembre 2013.

NEWS FP CGIL del 28 settembre 2013.

Carceri: organizza incendio in Opg Napoli per suicidarsi

Convince internati per distrarre agenti, sei intossicati.
Si e’ ucciso, impiccandosi con delle lenzuola alla grata della sua cella, nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli. E per farlo ha creato una situazione di caos nel reparto convincendo gli altri internati ad incendiare alcune suppellettili: quattro agenti di polizia penitenziaria e due infermieri sono rimasti intossicati. E’ accaduto la scorsa notte. Il detenuto, 35 anni, all’ultimo stadio dell’Hiv, pur di distogliere l’attenzione degli agenti e mettere a segno il suo gesto, ha ‘organizzato’ l’incendio. Un episodio, quello verificatosi, che merita, maggiore attenzione da parte del ministro della Giustizia e del mondo della politica.
E’ giunto il momento che il ministro Cancellieri e gli organi politici pensino seriamente a  come risolvere le problematiche degli OPG, sia a tutela degli internati che della polizia penitenziaria’.(ANSA).
 
Cassazione; sì a telefonate tra detenuto e avvocato oltre il limite, se urgenti.
 
Il direttore di un carcere può “autorizzare i detenuti a effettuare conversazioni telefoniche con i propri difensori al di là dei limiti numerici indicati, sempre che il detenuto rappresenti, anche sommariamente, motivi di urgenza o di particolare rilevanza”.
A sottolinearlo è la prima sezione penale della Cassazione, accogliendo un ricorso presentato dal ministero della Giustizia contro una decisione del magistrato di sorveglianza dell’Aquila.
Il magistrato di sorveglianza aveva accolto il ricorso di un detenuto riconoscendogli il diritto di “effettuare colloqui telefonici con il proprio difensore senza le limitazioni al numero di colloqui” previste nel regolamento penitenziario. Secondo il magistrato abruzzese, “non compete all’Amministrazione alcun potere di valutazione discrezionale della richiesta di colloqui telefonici con il difensore”, che devono essere consentiti “a semplice richiesta”.
Di tutt’altro parere i giudici della Suprema Corte, secondo i quali le conversazioni telefoniche tra detenuto e avvocato “impegnano inevitabilmente per il loro svolgimento scelte di gestione tecnica degli impianti, di cui l’Amministrazione penitenziaria non può non farsi carico attraverso appositi provvedimenti autorizzatori”.
Dunque, si legge nella sentenza depositata oggi in Cassazione, “l’esercizio del diritto di corrispondenza telefonica con il difensore deve necessariamente trovare un contemperamento nelle esigenze di tutela della collettività esprimibile con l’esercizio di un potere di controllo da parte degli organi preposti su soggetti condannati, senza che sia prospettabile – concludono i giudici di piazza Cavour – il pericolo di nocumento alle strategie difensive del condannato, a cui è fatto carico unicamente di una concisa e sintetica indicazione delle ragioni sottese alla richiesta di colloquio, neanche oggetto di comunicazione all’autorità giudiziaria, e non anche dei dettagli delle scelte difensive da fare o valutare unicamente al difensore”. Il magistrato di sorveglianza dell’Aquila, sulla base del principio di diritto enunciato dalla Cassazione, dovrà riesaminare il caso.
 
Il boss Provenzano ricorre a Strasburgo: «Carcere disumano».

PALERMO – I legali del boss Bernardo Provenzano, avvocati Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo chiedendo la condanna del governo italiano per «il trattamento carcerario inumano» subito dal capomafia e per la prosecuzione del 41 bis cui è sottoposto nonostante gravissime condizioni di salute. I legali, che motivano il ricorso tra l’altro sulla base della violazione ripetuta delle delle norme europee sul trattamento carcerario, chiedono anche «una equa riparazione, comprensiva dei danni patrimoniali e morali subiti».
Nel ricorso, lungo 37 pagine, gli avvocati, che in passato proprio per le gravi condizioni del boss hanno chiesto sia la revoca del carcere duro che la sospensione dell’esecuzione della pena, ripercorrono la lunga serie di patologie da cui il capomafia è affetto. «Una parkinsoniana rigido-acinetica di grado severo, – scrivono – numerose patologie interessanti l’apparato urinario, l’apparato tiroideo e l’apparato encefalico con sofferenze di tipo ischemico e manifestazioni tumorali, del tutto inconciliabili con la detenzione carceraria e con il regime speciale di cui all’art. 41bis».
Inoltre, citano l’esito della perizia disposta dal gip di Palermo che esclude che «il paziente possa relazionarsi con il mondo esterno e comunicare in modo congruo e proficuo con gli interlocutori» e la sua capacità di partecipare coscientemente al processo. Gli avvocati contestano la violazione dell’art.3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che vieta i trattamenti inumani e degradanti. «La protrazione dell’ esecuzione della pena e, per di più, in regime di cui all’art. 41 bis, in ragione dell’aggravarsi delle condizioni di salute del detenuto, contrasta – dicono – con il basilare senso dell’umanità, risulta lesiva del fondamentale diritto alla salute e impedisce il normale regime trattamentale, provocando una smaccata violazione dei diritti umani garantiti dalla Convenzione così come interpretata dalla giurisprudenza di codesta Corte». «Il mantenimento nei confronti del sig. Provenzano del regime sospensivo delle normali regole di trattamento penitenziario – aggiungono – nonostante l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, superano quella soglia minima di gravità, individuata dalla giurisprudenza della Corte, necessaria per costituire un trattamento inumano ai sensi dell’art. 3 della Convenzione». «Inumanità – proseguono – della situazione alla quale si aggiunge, a sua volta, l’indifferente silenzio dello Stato che, al contrario, avrebbe dovuto prestare particolare e maggiore attenzione alla situazione detentiva e alle condizioni di salute estremamente gravi di Provenzano, concedendogli la revoca del regime di carcere duro, una volta aggravatesi le sue condizioni». «Non si comprende davvero, a riguardo, – concludono – quale pericolosità possa temersi in un soggetto, sebbene con un vissuto criminale intenso, ma ormai ridotto in fin di vita, non più in grado di riconoscere neppure i suoi familiari».
Fonte: Il messaggero.it
 

news

CR Laureana di Borrello: nota FP CGIL.

news

Revoca distacchi CR Favignana: Nota FP CGIL a Capo DAP.

Prosegue la nostra battaglia.
Chiediamo di revocare i distacchi che l’amministrazione continua ad emanare per le sedi amministrative centrali e NON quelli previsti per gli istituti penitenziari, come Favignana!

FP CGIL NEWS del 27 settembre 2013.-

MODENA: TENTATIVO DI INTRODUZIONE DROGA OCCULTATE NELLE CIABATTE.

Non solo problemi di sovraffollamento, poco personale e situazione dirigente ormai allo sbando in tutte le carceri italiane.  Ciò nonostante il personale di polizia penitenziaria non deve mai “abbassare la guardia” al fine sempre di garantire la sicurezza e la repressione dei reati all’interno degli Istituti. Nel carcere di Modena  la polizia penitenziaria ha sequestrato, ieri,  la sostanza stupefacente destinata ad un detenuto, fatta arrivare tramite pacco postale, ed occultata all’interno di un paio di ciabatte. Lo annuncia il  Finocchio Franco, Simeoli Gaetana, delegati locali della FP CGIL, i quali affermano: “si spera che tale episodio non sia sottovalutato dalla direzione modenese, affinchè provveda ad intensificare l’attività di controllo  ricezione dei pacchi tramite servizio postale e tramite colloquio con i familiari, contenenti oggetti, possibilmente restringendo l’elenco degli oggetti consentiti qualora questi ultimi risultino di difficile controllo”. Non vi è da sottovalutare che quasi il 30% della popolazione detenuta è tossicodipendente, e questo fa si che episodi del genere diventino sempre più frequenti. Ciò nonostante, l’impegno e la professionalità del personale di polizia penitenziaria continua ad essere ai massimi livelli e questi episodi, lo confermano.
 
Penitenziaria impiegata nella ricerca di un evaso.
 
E’ evaso un detenuto marocchino che era in carcere per spaccio di stupefacenti. Gli era stato concesso di partecipare come volontario alla festa del PD di Piano Alto. All’ultimo giorno della festa, dopo aver servito i pasti è scappato. La sua pena si sarebbe conclusa nell’ aprile 2014 Ora sicuramente la sua pena graverà ulteriormente per aver posto in essere l’evasione. Non sono nuovo, il verificarsi di fatti analoghi che alcune volte hanno anche  messo in discussione ql’efficacia di questi tipi di progetti.
 
Carcere Marassi: detenuto tira olio bollente polizia penitenziaria. 

Momenti di tensione questa mattina all’interno del carcere di Marassi. Un detenuto marocchino ha tirato olio bollente addosso ad alcuni agenti della polizia penitenziaria.
Poi non contento, si è scagliato contro gli agenti sferrando calci e pugni. Quattro di loro sono stati trasferiti all’ospedale.
A scatenare la reazione violenta pare sia stato un semplice richiamo verbale da parte degli agenti al detenuto che si fermava in altre celle prima di uscire per l’ora d’aria.
 
Torino: tentavano di introdurre stupefacenti in carcere. 
 
Avantieri pomeriggio, alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino il Personale di polizia penitenziaria addetto ai colloqui ha arrestato in flagranza di reato due persone le quali hanno tentato d’introdurre all’interno, sostanza stupefacente, che probabilmente poi sarebbe dovuta essere spacciata all’interno del carcere. La ragazza aveva con sé un grosso uovo termosaldato che né custodiva al suo interno tre più piccoli di cui uno conteneva caffè, uno eroina e l’ultimo uno stupefacente Subutex.

ENNESIMA AGGRESSIONE AL MINORILE DI TORINO

Ieri mattina al minorile Ferrante Aporti di Torino  intorno alle ore 10 circa, un detenuto di 17 anni del Burkina Faso ha aggredito un Agente di Polizia Penitenziaria. Il detenuto,  in carcere con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale,  ha aggredito l’Agente scaraventandolo con violenza contro un termosifone. Sono ancora in corso accertamenti sul Poliziotto Penitenziario per valutare eventuali danni subiti. 
 
Anarchici contro  la Polizia Penitenziaria

Sono state ritrovate a Venezia, sulle Mura della Struttura penitenziaria di Santa Maria Maggiore e su quelle delle abitazioni limitrofe, scritte contro le carceri e la Polizia Penitenziaria. La Digos sta già indagando e pare che queste scritte risalgono a Sabato scorso ma non hanno collegamenti con la protesta nel Canale della Giudecca, piuttosto potrebbero essere riconducibili ad un gruppo di insurrezionalisti anarchici e alcuni di essi sono già stati indentificati grazie ad un sistema di telecamere. 
 
Lucca, detenuto adibito all’archiviazione degli atti. Protesta dei sindacati.
 
Pare che ad un detenuto sia stato affidato il compito di occuparsi dell’archiviazione degli atti depositati al carcere di Lucca. E nasce il conflitto tra sindacati e direzione del carcere.  Il fatto già di per sé singolare, ha scatenato però la viva protesta di tutti agenti, criticano fortemente l’iniziativa della direzione definita “paradossale e pericolosa”. In quell’archivio ci sono anche i dati personali, gli indirizzi e perfino le indicazioni su eventuali malattie degli agenti che lavorano all’interno dell’istituto di San Giorgio.
 
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, CONTRATTISTI / Ministro D’Alia: decreto pubblico impiego non prevede stabilizzazione, seleziona i migliori.
 
Pubblico impiego, contrattisti, ultime news Roma – Il decreto sul Pubblico Impiego non prevede alcuna stabilizzazione, tanto meno per 120.000 contrattisti come qualcuno si ostina a dire. Cosi Gianpiero D’Alia, ministro per la P.A. e la Semplificazione, a margine di un incontro della Fondazione Roma Europea, organizzato al Museo dei Fiorentini di Roma.
Per la metà dei posti disponibili fino al 2015, spiega D’Alia,  scegliamo infatti, attraverso concorsi, i migliori tra coloro che lavorano nelle amministrazioni con contratti a termine da almeno tre degli ultimi cinque anni, nei limiti delle norme vigenti per le assunzioni e quindi senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Il resto dei rapporti flessibili  prosegue D’Alia – non verrà prorogato, fatte salve particolari fasce basse per cui vale per legge il collocamento obbligatorio. L’altra metà dei posti verrà invece utilizzata per concorsi aperti a tutti, tenendo conto però, secondo un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, dei vincitori delle selezioni recenti.
Dal conto annuale 2011 della Ragioneria dello Stato, fa notare D’Alia, emerge un dato allarmante: l’incremento di 10.000 unità con contratti a termine rispetto al 2007, nonostante le stabilizzazioni volute dal governo Prodi e gli interventi dei governi successivi. E’ una situazione di emergenza con una data limite, il 31 dicembre 2013, oltre la quale non si può andare. Il datore di lavoro pubblico, conclude D’Alia, non può ignorare peraltro che in questa platea ci sono contratti di lavoro prorogati anche da più di dieci anni, rispetto ai quali più volte lo Stato,  stato soccombente nelle cause di lavoro.
Fonte: Unonotizie.it

Redazione CGIL Polizia Penitenziaria

Volantino per assemblee e manifestazioni

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