FORMAZIONE 2013
 

 
La Commissione bilaterale per la Formazione ha tenuto la prima riunione il 6 giugno seguita da un successivo incontro il giorno 12 giugno.
Come è noto, in Inps è stata ricostituita la Direzione centrale Formazione e Sviluppo che ha presentato in data 7 giugno u.s. una bozza di piano per la Formazione predisposta per il 2013.
Tutti i componenti hanno formulato osservazioni e fornito contributi al piano.
La CGIL ha insistito sull’importanza di creare una nuova cultura aziendale identitaria che favorisca un processo di integrazione allo stato molto complesso e difficile. Pertanto è stato chiesto un intervento formativo incentrato sulla funzione sociale e sui valori dell’ Istituto come centro dello Stato sociale da estendere a tutti i lavoratori. Ciò anche perché la partecipazione dei lavoratori a progetti condivisi può rendere il progetto integrativo meno complesso. Pertanto, anche la previsione di un percorso formativo sulle competenze relazionali e trasversali deve coinvolgere tutti i lavoratori contribuendo a ricreare, un senso di appartenenza, motivazioni, uno stile comune nei comportamenti e nella mentalità.
La delegazione della CGIL ha appoggiato un intervento formativo, proposto al tavolo, per la promozione delle pari opportunità.
Le difficili prove che attendono l’Istituto non possono essere affrontate senza il coinvolgimento di tutti i lavoratori e ciò vale anche per i progetti formativi.
In particolare nelle sede sperimentali l’istituzione di sportelli veloci integrati nei quali possono essere scambiate conoscenze ed esperienze non possono non essere accompagnate da interventi formativi specifici.
Inoltre, abbiamo ottenuto la disponibilità della Amministrazione alla predisposizione di interventi formativi su prestazioni già contigue agli Enti incorporati che costituiscono il nuovo Inps.       
A tale proposito la procedura della ricongiunzione può già rappresentare un reale momento di integrazione tra le metodologie operative, così come le strutture URP dovranno essere coinvolte in iniziative formative comuni sul nuovo ruolo rivestito.
Abbiamo provveduto a segnalare la necessità di prevedere, per gli interventi formativi, il ricorso a risorse umane interne in modo da valorizzare il personale lavorativo già presente in Istituto contenendo i costi delle docenze esterne.
In relazione alla gestione del patrimonio la CGIL ha proposto di far svolgere tale lavoro a funzionari dell’Istituto appositamente formati.
Circa il budget destinato alla formazione per il 2013 comunichiamo che risulta essere già stanziato per il 50% del totale annuo.
Roma, 18 giugno 2013         
 
                                                i componenti FP CGIL Commissione Formazione      
 

 
 
 
 
 
 

Sicurezza: Governo non alzi età pensionabile per operatori di sicurezza e soccorso pubblico tenere fede alla legge 183 del 2010 e riconoscere specificità al settore

 
Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale e Daniele Tissone, Segretario Generale Silp-Cgil Nazionale

“Il Governo Letta commetterebbe un errore a intervenire sulle norme che disciplinano la previdenza nel comparto sicurezza-difesa e soccorso pubblico. Il personale è al limite, spesso costretto a lavorare in condizioni rese sempre più difficili dalla riduzione dei fondi. L’esecutivo dovrebbe ascoltare le ragioni delle organizzazioni sindacali”. Questo il contenuto di una nota congiunta di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale, e Daniele Tissone, Segretario Generale Silp-Cgil Nazionale.

“L’innalzamento dell’età pensionabile di poliziotti e vigili del fuoco previsto dalla controriforma Fornero – aggiungono i due Segretari Generali – oltre a non tener conto dell’invecchiamento dei nostri corpi, non produrrebbe i risparmi desiderati, inserendosi in un contesto in cui il blocco del turn over ha già causato una riduzione degli organici. Sottoporre il nostro sistema di sicurezza e soccorso a un ulteriore processo di invecchiamento, senza permettere un adeguato ricambio negli organici, vorrebbe dire comprometterne il buon funzionamento. Verrebbe inoltre contraddetta la legge 183 del 2010, che riconosce giustamente una particolare specificità ai lavoratori di questo comparto. Una specificità che va difesa”.

“Continuare a destinare agli operatori encomi e riconoscimenti non basta. Alle difficoltà imposte dall’austerità, agli scarsi strumenti di lavoro e ai turni sempre più massacranti, in questi anni si è sommata la beffa del mancato rinnovo dei contratti nazionali. Se questa ingiustizia dovesse essere messa in atto – concludono i due sindacalisti – la nostra risposta non potrà che essere la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.
 
Roma, 18 giugno 2013

Sassari: Dichiarazione unitaria dello stato di agitazione del personale

19.06.2013 – Dichiarazione unitaria dello stato di agitazione del personale

 

 

Assenza copertura assicurativa: segno di inciviltà per il Paese.

 
                                COMUNICATO FP CGIL VVF

 
 

19.06.2013 – Nel corso della riunione di ieri tenuta al Viminale con il Sottosegretario di Stato On. Gianpiero Bocci abbiamo sollevato, per l’ennesima volta, il gravissimo problema dell’assenza della copertura assicurativa per il personale del Corpo Nazionale.
 
I Vigili del Fuoco che subiscono un infortunio durante lo svolgimento del proprio lavoro, specificatamente rischioso ed usurante, sono perfino costretti ad anticipare le spese mediche per le cure necessarie. 
 
Tutto ciò rappresenta un grave segno di inciviltà per il nostro Paese.
 
Il recente episodio accaduto nel Comando Provinciale di Napoli, inoltre, dove un Vigile Coordinatore è stato raggiunto da un avviso di garanzia per la gestione di un intervento di soccorso, dimostra la necessità di un immediato intervento normativo per superare una condizione ingiustificabile e politicamente intollerabile.
 
Pertanto, nell’esprimere la totale solidarietà nei confronti del collega operatore di Sala Operativa, la FP CGIL VVF sollecita l’impegno dei Vertici Politici del CNVVF al fine di trovare la soluzione più idonea a questi gravissimi problemi che non consentono un sereno svolgimento della quotidiana attività svolta dai Vigili del Fuoco in favore della popolazione.

 

 

news

Interpellanza icam.

Il testo della risposta all’interpellanza parlamentare in cui si parla degli ICAM, questione affrontatata dalla FP CGIL del Veneto e su cui è intervenuto anche il coordinamento nazionale.

Contratti pubblico impiego: Commissione Lavoro respinga il blocco – comunicato stampa.

Comunicato stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa

Contratti pubblico impiego: Commissione Lavoro respinga il blocco

Roma, 18 giugno 2013

“Auspichiamo che la Commissione Lavoro della Camera esprima parere negativo in merito al prolungamento del blocco dei contratti e delle retribuzioni nel lavoro pubblico. Sarebbe inaccettabile”. Questo il contenuto di una nota congiunta di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – indirizzata all’XI Commissione, che mercoledì 19 giugno esaminerà lo schema di Decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione.
“Non è pensabile che lavoratrici e lavoratori già fortemente penalizzati sul piano economico siano chiamati ad ulteriori sacrifici. Vogliamo un contratto vero che rinnovi la parte normativa e sostenga le retribuzioni dei dipendenti pubblici – aggiungono i quattro segretari generali – soprattutto se, in una fase di austerità e di ottusi tagli lineari, è ai lavoratori che si chiedono sforzi per modernizzare le pubbliche amministrazioni e aiutare il Paese nella ripresa”.
“Il contratto è un diritto e – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – speriamo che almeno la Commissione Lavoro riesca a farsi carico di ricordarlo al Parlamento e al Governo”.

 

 

D'ALIA, NON CI SONO I 7 MLD PER FINANZIARE CONTRATTO: comunicato stampa.

Roma, 18 giugno 2013

(Adnkronos) – “Dal punto di vista economico non ci
sono le condizioni per reperire i 7 miliardi che servono per
finanziare il contratto per i prossimi 3 anni, ma ci sono le
condizioni per riaprire il tavolo sulla parte normativa”. Lo ha
affermato il ministro della Pubblica Amministrazione e
Semplificazione, Gianpiero D’Alia, rispondendo cosi’ ai sindacati che
hanno ritenuto ‘inaccettabile’ un ulteriore blocco di un anno dei
contratti nel pubblico impiego e che hanno annunciato una
mobilitazione.

      “Ci sono tante priorita’” anche solo per il 2014, “che e’
difficile trovare le risorse anche se ne sarei felice” ha aggiunto
D’Alia, rispondendo ai giornalisti a margine della presentazione della
Relazione Annuale dell’Antitrust. D’Alia ha quindi sottolineato che
c’e’ l’intenzione del Governo “ad avviare un tavolo con i sindacati
sulla parte normativa” del contratto.

      (Red/Opr/Adnkronos)
18-GIU-13 13:13

Nota FpCgil al Capo del DAP sul personale da destinare alla Giustizia Minorile.

 
 
 

Lettera aperta al Ministro con richiesta d'incontro unitaria FP CGILUIL PA – FLP

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 

Roma, 18 giugno 2013
 
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Prof. Enrico Giovannini

 

e p.c. A tutto il personale del Ministero del Lavoro

e delle Politiche Sociali

 

Sig. Ministro,

le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno molto apprezzato il saluto inviato, nel suo primo giorno di lavoro, a tutto il personale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed in particolare il suo invito: “a svolgere al meglio il proprio lavoro perché da esso può anche dipendere la vita di un lavoratore se i controlli sono stati svolti con accuratezza”.

Siamo orgogliosi di confermare la nostra disponibilità al confronto che è stata sempre improntata ad ottenere un impegno maggiore e risultati soddisfacenti non solo per il benessere dei circa 7000 dipendenti del Ministero, ma soprattutto per i cittadini, i quali usufruiscono dei servizi previsti dall’ attività istituzionale del Dicastero stesso.

Pertanto, pur coscienti dei complessi impegni politici che la attendono quotidianamente, queste Organizzazioni Sindacali le chiedono un incontro al fine di illustrare la grave difficoltà in cui si trova il personale di questo Ministero.

Infatti, con molta franchezza, dobbiamo constatare che, nonostante la nostre richieste di convocazione, il silenzio del vertice politico/amministrativo di questa Amministrazione dà l’impressione di essere in grado solo di amministrare lo smantellamento sistematico del Ministero. L’assenza di indicazioni sulla riorganizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che è il punto nevralgico per poter rendere più efficace ed efficiente l’attività del Ministero, crea un forte disagio in tutto il personale.

La mancanza di un confronto, ad oggi, oltre a non consentire il miglioramento del servizio per i cittadini ha avuto pesanti ricadute sull’organizzazione di tutti gli Uffici e sulle condizioni lavorative del personale.

Difatti, in questa fase di crisi economica e sociale che sta attraversando il Paese, si continua ad avere l’impressione di voler proseguire nell’opera di sostanziale destrutturazione della nostra Amministrazione.

Invece, a nostro avviso, si deve puntare al potenziamento di tutti gli uffici del Ministero, sia centrali che territoriali, dove si svolgono fondamentali funzioni istituzionali, come ad esempio le politiche per il lavoro e l’occupazione, la gestione degli ammortizzatori sociali; in particolare bisogna rafforzare l’attività ispettiva finalizzandola ad una più incisiva lotta all’elusione ed all’evasione contributiva nonché a prevenire e combattere il brutale fenomeno del lavoro nero e minorile.

In più i sempre più frequenti episodi di aggressione e minacce subiti dagli Ispettori del Lavoro negli ultimi tempi, dovrebbero obbligare tutti, ed in particolar modo il vertice politico/amministrativo, ad una seria riflessione che non può più limitarsi alla semplice solidarietà di circostanza.

Infatti gli Ispettori (rappresentanti dello stato) sul territorio, impegnati ogni giorno nella difesa della legalità dove si svolge la funzione delicatissima di terzo autorevole super partes tra i lavoratori e le aziende, hanno bisogno di “gesti tangibili” che dimostrino la volontà dell’Amministrazione di porre in atto azioni concrete di tutela.

Altre figure professionali operano nelle strutture territoriali quali, ad esempio, i funzionari che rappresentano l’Amministrazione in giudizio, i responsabili degli uffici legale-contenzioso, i responsabili e addetti per il servizio di prevenzione e protezione dei lavoratori per la sicurezza e la salute dei lavoratori, che hanno sempre dimostrato un notevole impegno nello svolgere i loro delicati compiti e che devono trovare il loro consolidamento nella nuova organizzazione del Ministero.

Siamo convinti che un incontro per confrontarsi su queste ed altre problematiche, con tutte le Organizzazioni Sindacali, come altri Ministri hanno già fatto, sia interesse di tutti e nell’esprimerle i nostri auguri per il difficile incarico ricevuto, vogliamo elencare in sintesi quali sono, per queste Organizzazioni Sindacali, le priorità da affrontare:

Corrette relazioni sindacali Riorganizzazione del Ministero che garantisca anche la reale tutela dei diritti dei cittadini Determinante potenziamento dell’attività ispettiva e rafforzamento delle altre figure professionali Certi di un cortese urgente riscontro, porgiamo i nostri distinti saluti.

 
 

FP CGIL UIL PA FLP

Giuseppe Palumbo Angelo Vignocchi Angelo Piccoli

 
 
 
 
 
 

 
 
Problematiche sistema dell'Esecuzione Penale Esterna – UEPE di Catania
 

  
 Roma, 18 giugno  2013
 

Al Capo del DAP
Pres. G. Tamburino
 

Ai Vice Capo DAP
D.ssa S. Matone
Dott.L. Pagano
 

Al Direttore dell’Esecuzione
Penale Esterna
Dott. E. di Somma
 

Al Direttore della
Direzione Generale del Personale
 e della Formazione
Dott. R. Turrini
 

Al Provveditore A.P.
Regione Sicilia
Dott. Veneziano
PALERMO
e, per conoscenza
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
 

 

Oggetto: Problematiche sistema dell’Esecuzione Penale Esterna – UEPE di Catania
 

Nella snervante attesa  che a livello centrale, come più volte richiesto,  si  convochi  un  tavolo di confronto con le OO.SS.  finalizzato ad individuare e a condividere le possibili iniziative  volte a far  fronte all’inesorabile declino del sistema dell’esecuzione penale esterna, denunciamo  la gravissima situazione operativa, professionale ed organizzativa  in cui versa l’U.E.P.E. di Catania , constatata  nel corso di una assemblea dei lavoratori .
E’ del tutto evidente  lo stato di grave  disagio operativo e di mortificazione professionale che vivono tutti gli operatori dell’Ufficio determinato prioritariamente da problematiche strutturali ed organizzative che attendono invano da tempo una definizione: la oramai endemica carenza di personale e delle risorse, la inadeguata tutela della sicurezza dei lavoratori il cui compito istituzionale deve quotidianamente fare i conti con le peculiari note problematicità territoriali cui è connessa la specificità criminale, l’assenza del dirigente responsabile, prevedibile considerato che nella regione Sicilia è attualmente in servizio effettivo un solo dirigente di EPE.
Sono queste alcune delle problematiche che rendono ulteriormente precaria e stressante l’attività istituzionale dell’ufficio, una situazione assolutamente insostenibile,con pesanti ricadute anche sulla salute psico-fisica dei lavoratori.
Ma l’aspetto più imbarazzante ed inquietante che vogliamo sottolineare è che tale drammatico disagio, comune a molti altri UEPE del territorio nazionale, si consumi nell’assordante silenzio dell’amministrazione che appare più evidentemente rassegnata alla  fine istituzionale del sistema 
dell’esecuzione penale esterna, che alla concreta soluzione delle problematiche, visto che da tempo si costituiscono  specifiche commissioni di studio di cui non è dato conoscere l’esito dei lavori.
Alla luce di quanto esposto chiediamo che si intraprendano con urgenza i necessari  interventi strutturali che  l’UEPE di Catania  richiede. Contestualmente ribadiamo la necessità di avviare con urgenza un confronto dialettico e più complessivo sulla questione relativa  al sistema dell’esecuzione penale esterna, rappresentando che sia le dichiarazioni del Ministro della Giustizia sulla necessità impellente di intervenire sul sistema detentivo e sia gli  annunciati interventi governativi in tema di deflazione della pena, impongono all’amministrazione l’obbligo istituzionale di adoperarsi in tal senso. Contrariamente non gli resta che dichiarare il fallimento istituzionale del sistema .
                                                 
                                           La Coordinatrice Nazionale DAP
                                                     Lina   Lamonica 
 

 
 
 

 
 
TAGLI: E' ORA DI FARE CHIAREZZA!
 

  
Si convochi immediatamente la Conferenza paritetica sul bilancio

 

Come è noto, l’art. 18, c. 3, della legge n. 88/89 consente di destinare al finanziamento dei “progetti speciali” una quota non superiore allo 0,10 per cento delle entrate indicate nel bilancio di previsione dell’Istituto. Tale quota ammonta, per l’anno 2013, a circa 338 milioni di euro.

Tuttavia, a causa dei “tetti” fissati per legge, solo il 50% di queste risorse (poco più di 175 milioni di euro) potrà effettivamente confluire nei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa.

 

In sede di approvazione della 1^ nota di variazione al bilancio preventivo, l’Amministrazione ha così deciso, peraltro senza confrontarsi con le OO.SS., di utilizzare parte delle risorse di cui all’art. 18 non destinabili al finanziamento della contrattazione (oltre 94 milioni di euro dei circa 163 totali) ai fini del conseguimento degli obiettivi di risparmio imposti all’INPS.

 

Tale soluzione, come evidenziato dalle scriventi con comunicato unitario del 6 giugno scorso, non ha però incontrato il placet dell’Organo di controllo interno. Nella sua relazione alla 1^ nota di variazione, il Collegio ha infatti sottolineato la necessità che la riduzione imposta dalla norma sia effettuata “a valere sulle risorse effettivamente utilizzabili”, ossia sui circa 175 milioni di euro che materialmente confluiranno nei fondi.

 

Tutto ciò ha determinato una situazione di impasse dalla quale è necessario uscire al più presto.

 

Facendo finalmente chiarezza.

 

Sui conti, sul complessivo ammontare delle economie da conseguire, sulle iniziative di razionalizzazione sinora avviate, sugli ulteriori interventi da mettere in campo.

A partire dal taglio delle spese sostenute per gli affitti e, quindi, da un più oculato utilizzo degli immobili strumentali.

Per questo, con l’allegata richiesta unitaria, Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno chiesto stamane l’immediata convocazione della Conferenza dei rappresentanti dell’Amministrazione e delle OO.SS. prevista dall’art. 7 del CCNL 02-05. Conferenza alla quale il contratto affida, tra l’altro, il compito di esaminare le linee di indirizzo in materia di gestione degli Enti.

 

Solo attraverso l’apertura di un tavolo di confronto permanente sarà infatti possibile tenere costantemente monitorato lo sviluppo della vicenda e lavorare all’individuazione di soluzioni volte a scongiurare il rischio di tagli alle retribuzioni e di riduzione del livello dei servizi.

 
 

SI INTERVENGA SUGLI SPRECHI

E NON SUI SERVIZI E SULLE RETRIBUZIONI!

 
 

Roma, 18 giugno 2013

 
 
 
F.P.CGIL/INPS (Ciarrocchi)
CISLFP/INPS (Nardella)
UILPA/INPS (Cervo)
FIALP-CISAL/INPS (Giambelli)
 
 
 
 
 

 
 
POCHE E BRUTTE NOTIZIE
 

  
Care compagne e cari compagni
 
Nella riunione di ieri abbiamo sottoscritto definitivamente gli accordi relativi all’apertura del “Primo Maggio” e della “notte dei Musei” che hanno passato i fatidici controlli burocratici, i quali, con la nota di approvazione, continuano a sottolineare la contraddizione dei nostri accordi con la normativa brunettiana. E noi continuiamo a sottolineare la contraddizione della normativa brunettiana con gli accordi di produttività, quelli veri, fatti di impegni verificabili dei lavoratori, e non le pagelline della scuola elementare. Precisiamo inoltre che queste somme sono adesso esigibili e possono essere poste in pagamento.
Le altre notizie sono veramente poche e non certo soddisfacenti:
Pare che sia in dirittura di arrivo la certificazione del decreto di riparto della somme FUA. Questa che potrebbe essere una buona notizia in realtà certifica un ampio ritardo e il fatto che il decreto non è ancora efficace comporterà quasi certamente la mancata possibilità di percepire le somme spettanti entro il mese di luglio per i tempi assai ristretti a disposizione degli uffici per attivare la linea del cedolino unico. Ancora una volta ci troviamo costretti a rincorrere i tempi burocratici infiniti e le insidie normative, eredità tuttora ben vive dell’ex ministro Brunetta. Una situazione sempre più inaccettabile che mira all’erogazione del salario accessorio in strutturale, costante ritardo rispetto ai tempi di maturazione. Magari per arrivare a cadenzare i pagamenti sui tempi che registriamo negli altri ministeri (dall’anno di ritardo del MEF ai tre dei più sfortunati colleghi che lavorano nelle carceri). Lo ribadiamo: in questo Ministero il salario accessorio è componente fondamentale della retribuzione, corrisponde a precise esigenze produttive e non viene certo regalato. Per questo ci saremmo aspettati un intervento politico che metta in chiaro, una volta per tutte, che il Mibac non si può permettere di pagare in ritardo e che disapplicare il contratto integrativo ha conseguenze nefaste proprio sul sistema che garantisce l’offerta di servizi ai cittadini e la loro qualità. Così come avremmo preferito illustrare direttamente al Ministro le nostre preoccupazioni e proposte.
L’altra notizia brutta è che non riusciranno a rispettare i termini previsti per la pubblicazione a luglio delle  graduatorie delle progressioni economiche. Questo per i ritardi nei lavori di alcune commissioni regionali. Ritardi di cui noi sindacati avevamo notizia ma, alle nostre richieste, erano state sempre date informazioni rassicuranti sui tempi. Adesso ci dicono che stanno aspettando il report della Commissione nazionale sull’attività svolta sinora e poi daranno una nuova data.  Naturalmente il rinvio è un fatto in sé inaccettabile, visto che i tempi li aveva fissati l’amministrazione e considerate le legittime aspettative dei lavoratori di vedere a compimento un processo in piedi da ben tre anni. E sono assai discutibili i motivi, identificati dai nostri interlocutori nella mole di documenti da esaminare: lo prevedeva l’accordo regolarmente sottoscritto dalle parti e addirittura santificato con le certificazioni.
Come potete notare una situazione che rafforza i punti di vertenza alla base dello stato di agitazione nazionale unitario e che ci deve vedere fortemente impegnati per la riuscita della due giornate di mobilitazione nazionale del 24 e 28 giugno.
Che segnano l’inizio di una fase di protesta.
 

Care compagne e cari compagni,
Il passaggio che abbiamo davanti è cruciale e riguarda sia la difesa dei nostri diritti e del nostro salario che la difesa del servizio pubblico. Per questo riteniamo che la mobilitazione debba continuare, mettendo in campo altre iniziative e valutando tutte le opzioni possibili, soprattutto in assenza di confronto politico con il Ministro. Opzioni che noi abbiamo la ferma intenzione di valutare unitariamente, ritenendo la compattezza del fronte sindacale una condizione imprescindibile in questo momento. Solo così potremo contrastare con efficacia tutti i tentativi di mortificare la dignità dei lavoratori e la qualità stessa del lavoro.
Roma, 18 giugno 2013

 
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni

 
 
 
« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto