Tirocinanti della Giustizia firmano il contratto a tempo indeterminato. Il prossimo 2 gennaio, infatti, la lunga vertenza portata avanti in totale solitudine dalla Fp Cgil segna un passaggio importante con la firma per circa 900 operatrici e operatori giudiziari del contratto a tempo indeterminato.

Una vertenza iniziata nel lontano 2009 con un obiettivo rivendicato dalla Fp Cgil e ora raggiunto: la stabilizzazione per tutte e tutti. Ora l’impegno continua per dare una prospettiva ai restanti circa 300 operatori giudiziari ancora precari. Ci siamo stati lungo tutti questi anni e continueremo ad esserci: stabilizzare tutti precari della giustizia, nessuno escluso!

Intervenga ministra Calderone, continua stato di agitazione

“Impegni non rispettati sull’indennità di amministrazione, intervenga la ministra Calderone. Continua lo stato di agitazione dei dipendenti dell’Inl e di Anpal”. Cosi Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi commentano le notizie di stampa relative al tema armonizzazione dell’indennità di amministrazione per il personale Anpal e dell’Inl nelle modifiche alla manovra presentate in commissione Bilancio della Camera dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Nei giorni scorsi, fanno sapere i sindacati, “dopo l’incontro presso il Ministero del Lavoro, in occasione della giornata di sciopero, nel quale la Ministra Calderone assunse l’impegno di farci avere il testo della norma sul riconoscimento della perequazione al personale di Inl e di Anpal, abbiamo unitariamente scritto alla Ministra del Lavoro per avere contezza di questo testo, ma senza ricevere risposta di alcun tipo. Solo questa mattina, tramite agenzie di stampa e non tramite informazioni ufficiali dal Ministero, abbiamo avuto notizia che il riconoscimento dell’indennità di Amministrazione, nei valori previsti per i dipendenti del Ministero del Lavoro, è stato previsto anche per i dipendenti di Inl e Anpal, ma solo a far data dal 1° gennaio 2023. Non è previsto, nella norma, il riconoscimento di alcun tipo di arretrato per i lavoratori”.

Secondo i sindacati si tratta di “un regalo di Natale dal retrogusto amaro, insomma: rispetto ai 56 milioni di euro inizialmente ipotizzati per coprire il pregresso e l’applicazione a regime, nell’emendamento governativo alla legge di bilancio, alla fine, ci sono solo 20 milioni di euro per la perequazione di Inl e quasi 500.000 per Anpal. Il riconoscimento di quanto spettante, soltanto per il futuro, non ci trova in alcun modo d’accordo e chiediamo alla Ministra di attivarsi per un pieno riconoscimento. Ciò significa che le lavoratrici e i lavoratori di queste due Amministrazioni perderanno ognuno un’importante parte della retribuzione e della contribuzione per il triennio 2020-2022, e si tratta di diverse migliaia di euro pro-capite”.

Questo aspetto la Ministra del Lavoro, proseguono Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi, “dovrebbe averlo ben presente, visto che da ex consulente del lavoro comprende bene le implicazioni di questo riconoscimento parziale. Non era questo ciò che era stato promesso ai lavoratori e non crediamo si stia facendo tutto il possibile. Sebbene sia prevista la perequazione per il personale dal 2023, non possiamo accettare che gli stessi lavoratori perdano importi relativi al pregresso. Attendiamo che la Ministra del Lavoro e il neo nominando direttore dell’Ispettorato, già Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero del Lavoro, intervengano concretamente e urgentemente per valorizzare il personale che fa capo alle due Agenzie del Ministero, come promessoci lo scorso 12 dicembre. Per quanto ci riguarda, la vertenza perequazione non si è affatto conclusa e lo stato di agitazione del personale resta in piedi, sia chiaro a tutti”, concludono.

Sciopero Inl Anpal, da Calderone impegno su indennità amministrazione

Oggi a Roma, serve lavorare per permanenza di questo importante progetto

“Stabilizzare i Funzionari dell’Ufficio per il Processo, e insieme a loro la permanenza dell’Ufficio del Processo ben oltre la scadenza del 2026, insieme al varo di un piano di assunzioni per il Ministero della Giustizia, che soffre di una endemica carenza di personale in ragione di un disinvestimento lungo anni. Su questi temi la nostra mobilitazione continuerà fino al raggiungimento dei nostri obiettivi”. Così il segretario nazionale della Fp Cgil, Florindo Oliverio, oggi in occasione del presidio promosso dal sindacato, dopo un incontro con il vicario del capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi.

Presidio che ha visto la partecipazione di oltre cento lavoratrici e lavoratori impegnati come Funzionari dell’Ufficio del Processo del Ministero della Giustizia e della Giustizia Amministrativa (Consiglio di Stato e Tar). Nel corso dell’incontro, fa sapere Oliverio, “abbiamo rappresentato che questi lavoratori oggi impegnati abbiano davanti una prospettiva di stabilizzazione. Per questo abbiamo chiesto un impegno perché già all’indomani dell’approvazione della legge di Bilancio si intrattenga una relazione positiva per ragionare su una organizzazione efficace dei lavori di questo ufficio, progetto importante e ambizioso nato per abbattere il consistente arretrato degli uffici giudiziari, in modo da scavallare i tempi previsti dal Pnrr”.

Inoltre, prosegue Oliverio, “abbiamo chiesto garanzie per la stabilizzazione di questi lavoratori a partire da settembre 2024, quando scadranno i loro contratti a tempo determinato. E su questo punto siamo stati rinviati ad un approfondimento che partirà da gennaio con l’amministrazione e con i vertici politici. Si tratta di impegni assunti, non c’è nulla di scritto, e per questo continueremo la nostra azione di presidio e di mobilitazione. Serve stabilizzare il personale che con tanta capacità e dedizione ha contribuito al miglioramento di questo servizio pubblico, per il diritto a una giustizia più veloce ed efficace”, conclude Oliverio.

Appuntamento in piazza Cairoli, nei pressi del Ministero, dalle ore 10.30

Funzionari dell’Ufficio per il Processo in presidio lunedì 19 dicembre a Roma nei pressi del Ministero della Giustizia, in piazza Cairoli a partire dalle ore 10,30, per chiedere la stabilizzazione. A promuoverlo è la Funzione Pubblica Cgil dietro le parole “Nessuno escluso! Migliorare la giustizia si può. Basta volerlo” per rivendicare la realizzazione degli obiettivi del Pnrr e la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

La vertenza riguarda i Funzionari dell’Ufficio del Processo del Ministero della Giustizia e della Giustizia Amministrativa (Consiglio di Stato e Tar). “Sono stati assunti lo scorso febbraio con risorse del Pnrr – ripercorre la Funzione Pubblica Cgil – con un contratto a tempo determinato di 31 mesi. Un progetto importante e ambizioso, quello di abbattere il consistente arretrato degli uffici giudiziari, in particolare quello del settore civile, creatosi per la mancanza endemica dei personale nel Ministero della Giustizia. Assunti da meno di un anno, le lavoratrici e i lavoratori addetti all’Ufficio del Processo sono stati assegnati ai Tribunali, alle Corti d’Appello e alla Cassazione per supportare i magistrati. Devono studiare il fascicolo e predisporre le bozze delle sentenze e dei provvedimenti per agevolare e velocizzare l’attività del Giudice. Ma collaborano anche con le cancellerie”.

Un modulo organizzativo, osserva la Fp Cgil, “che sta risultando vincente. Già nel primo semestre si sono ottenuti ottimi risultati: si è cominciato ad abbattere l’arretrato ma, soprattutto, si è in linea con le attività correnti”. Per queste ragioni, aggiunge il sindacato, “il modello ‘Ufficio per il Processo’ è da rendere strutturale. Serve stabilizzare il personale che con tanta capacità e dedizione ha contribuito al miglioramento di questo servizio pubblico, per il diritto a una giustizia più veloce ed efficace”. Appuntamento lunedì in piazza Cairoli a partire dalle ore 10.30.

‘Servono risorse per rinnovi Pa, lavoro pubblico sta pagando crisi’

“Con oggi non si conclude la mobilitazione per rivendicare contratti dignitosi, salari adeguati, dignità sociale. Il governo non ascolta il lavoro, ma i diritti non si cancellano e i bisogni sociali aumenteranno proprio per le risposte sbagliate sulla politica economica e sociale della legge di Bilancio, si premia l’evasione e si aumenta la sofferenza economica delle famiglie che sul caro vita non hanno alcuna risposta”. Così Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, dalla manifestazione di Roma, promossa da Cgil e Uil, in occasione della giornata di sciopero per cambiare una ‘manovra sbagliata’.

Rivolgendosi al governo, aggiunge la dirigente sindacale, “diciamo che non ci rassegniamo al fatto che non ci siano risorse per i contratti di sanità, funzioni centrali e funzioni locali, e non ci raccontino che se ne occuperanno con la prossima legge di Bilancio. Con un’inflazione a due cifre il lavoro pubblico sta pagando tre volte la crisi: meno salario, niente contratto e assunzioni, meno servizi pubblici”.

Inoltre, prosegue, “siamo in stati in piazza in questa settimana con vertenze legata alla giustizia, all’Inl, per difendere il Servizio sanitario nazionale, per lottare contro le esternalizzazioni dei servizi educativi, per difendere il diritto al contratto delle lavoratrici e dei lavoratori del terzo settore, delle Rsa e della sanità privata. Andremo avanti contro le politiche che attaccano la dignità del lavoro, aumentano la precarietà, negano il diritto a rinnovare i contratti nazionali ai lavoratori dei servizi fondamentali, impoveriscono le famiglie e privatizzano i servizi. Contro la divisione sociale e per la solidarietà e la giustizia sociale, continueremo la nostra lotta, perché i diritti non sono favori e noi siamo ‘Partigiani del Lavoro’”, conclude Sorrentino.

Video, foto e altro – a partire dagli interventi di Andrea Filippi e Caterina, medica di Pronto Soccorso – della manifestazione del 15 dicembre a Roma in piazza Santi Apostoli

Medici, veterinari e dirigenti sanitari sono scesi in piazza il 15 dicembre dietro le parole ‘Salviamo la Sanità Pubblica’. Una manifestazione promossa dall’intersindacale ‘Uniti per la Sanità’ costituita dalle organizzazioni sindacali ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED (ANPO-ASCOTI – CIMO – CIMOP – FESMED) – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA. Al centro delle rivendicazioni la difesa del diritto alla salute e del diritto alle cure.

Rivedi l’intervento di Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.


Rivedi l’intervento di Caterina, medica di Pronto Soccorso e delegata della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.


Guarda l’intervista ad Andrea Filippi dalla piazza.


Rivedi la diretta della manifestazione.


Alcune foto dalla piazza.


Post dell’intervento di Caterina.

Caterina, medico di PS: ‘Noi ci siamo per tutti, ma voi tutti dovete esserci per noi!’


Post dell’intervento di Andrea Filippi.

Entro il 2030 in pensione il 50% medici Ssn, urgente intervenire

 

 

Funzioni Centrali, la tredicesima di quest’anno cresce più degli aumenti contrattuali grazie al nuovo ordinamento.
Scarica il volantino.

Filippi, segreterio nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, in occasione della manifestazione ‘Salviamo la Sanità Pubblica’

“Entro il 2030 circa la metà dei medici andranno in pensione. Se non si interviene con urgenza il governo sarà responsabile del fallimento del Servizio sanitario nazionale”. A denunciarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, dal palco della manifestazione nazionale, promossa dall’intersindacale ‘Uniti per la Sanità’, oggi a Roma dietro le parole ‘Salviamo la Sanità Pubblica’.

Dai dati del report sull’occupazione nella Pa della Fp Cgil, osserva il dirigente sindacale, “emerge come l’età dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale sia superiore ai 55 anni. Entro il 2030 cesseranno dal servizio 49 mila medici, il 44% dei 112 mila attualmente in servizio. Serve prevedere nuove assunzioni, non solo per il turnover, ma per garantire i Livelli essenziali di assistenza. Una dinamica peraltro che non tiene conto della fuga dei medici dal Ssn, dovuta alle pessime condizioni di lavoro e alle retribuzioni. Medici che abbandonano il pubblico per scegliere i contratti libero professionali che questa legge di Bilancio favorisce con la flat tax”.

“Dietro questi numeri, dietro la quotidiana realtà, emerge con forza il bisogno di intervenire per rendere attrattivo il lavoro pubblico, anche investendo sul prossimo contratto nazionale. Altrimenti sanciremo il fallimento del Ssn, vanificando anche l’ingente investimento fatto in questi anni sulla formazione specialistica. Come è nelle ragioni della piazza convocata oggi, bisogna intervenire sull’organizzazione dei servizi e del lavoro, assumere personale e valorizzare le professioni. Queste sono le richieste prioritarie che i sindacati dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale avanzano al governo. È ora di agire per per salvare la sanità pubblica, per difendere il diritto alla salute e il diritto alle cure”, conclude Filippi.

Lettera alla premier Meloni dal palco della manifestazione ‘Salviamo la Sanità Pubblica! di Caterina, medico in un Pronto Soccorso e delegata della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.

Cara Giorgia,
Sono una donna e sono un medico che da 15 anni lavora in Pronto Soccorso. 
L’ho scelto io e fino a qualche tempo fa pensavo di non poterne fare a meno.
Perché il mio, prima che un lavoro, é una passione, quasi una missione.
Da qualche mese, pero, qualche dubbio sul fatto di restare a lavorare in un PS o no ce l’ho.
E i dubbi ce l’ho per tanti motivi:
Mi sento sola! Il Pronto Soccorso è diventato una trincea e le “truppe” sono sempre più esili. Intorno a me continuo a vedere colleghi che scelgono di andare via e di abbandonare il Servizio sanitario nazionale per approdare nel privato.
Mi sento stanca! Perché non posso riposare quando ne avrei il diritto. Accumuliamo ore di straordinario non pagato e giorni di ferie di cui non riusciamo a usufruire.
Mi sento presa in giro! Perché mi capita di lavorare con colleghi “gettonisti” che prendono 1.000 euro a turno facendo arricchire cooperative di dubbi natura. Il processo di cura presuppone empatia, competenze, approcci multidisciplinari, continuità assistenziale: che processo di cura possiamo garantire con medici che oggi coprono un turno a Torino, domani a Vicenza e dopodomani a Frosinone?
Mi sento imbarazzata! Perché mi trovo a giustificarmi e a scusarmi con i familiari di tutti quei pazienti, in special modo anziani e fragili, che aspettano una settimana un posto letto in barella in corridoio perché non c’è capienza negli ospedali, per una politica orba di tagli di posti letto oltre che di personale.
Mi sento umiliata! Perché vengo minacciata e maltrattata dai pazienti e dai loro familiari per le attese sempre più lunghe e a volte mi sento anche intimorita, sempre più spesso a dire il vero
Mi sento arrabbiata! Perché noi professionisti siamo estromessi da qualsiasi processo clinico-organizzativo. Siamo ridotti ad anelli di una catena di montaggio che bada solo al numero delle prestazioni e ha perso di vista l’umanizzazione delle cure che è rimessa solo alla buona volontà di noi operatori sanitari.
E poi il nostro non è neanche considerato lavoro usurante!
Non vi perdonerò mai di aver reso insopportabile e faticosissimo esercitare la professione più bella del mondo. I concorsi banditi per il Pronto Soccorso vanno deserti e questo è inaccettabile: avete reso la nostra professione non più appetibile per nessuno.
 Ma nonostante questo sento di volerci ancora stare dentro a questo nostro Servizio sanitario nazionale. Non mi arrendo. Non mi voglio arrendere. Per me, per tutti i lavoratori, per tutti gli utenti.
Ma ho bisogno di voi cittadini, più che di voi politici, che in realtà non siete altro che cittadini che scelgono una missione esattamente come la mia, per non perdere questo spirito che ancora mi anima. Abbiamo bisogno di supporto da parte di tutti voi!
Scendiamo in piazza insieme per difendere un Servizio sanitario nazionale che adesso è in grandissima sofferenza e che, grazie a politiche immorali, potrebbe scomparire da un momento all’altro. Come si può immaginare di trovare chiuse le porte del Pronto Soccorso, che è l’unico approdo che accoglie tutti, senza alcuna distinzione di sesso, razza, stato socio economico, 24 ore su 24?
Noi ci siamo per tutti, ma voi tutti dovete esserci per noi!

Caterina, Medico di Pronto Soccorso

Oggi a Roma manifestazione in piazza Santi Apostoli dalle ore 14

“Cittadine e cittadini senza più alcuna assistenza sanitaria, la politica intervenga o corriamo il serio rischio di non riuscire più a salvare la vita delle persone”. Così il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, in vista della manifestazione di oggi, promossa dall’intersindacale ‘Uniti per la Sanità’, a Roma in piazza Santi Apostoli dalle ore 14 dietro le parole ‘Salviamo la Sanità Pubblica’.

“Le cittadine e i cittadini che cercano assistenza e cura sul territorio – osserva il dirigente sindacale – non trovano più neanche i medici di medicina generale, da 50 mila che dovrebbero essere sono oggi solo 33 mila. Peraltro isolati e senza tutele, sovraccarichi di lavoro amministrativo. Così come una cittadina o un cittadino che va in Pronto soccorso trova file interminabili, ambulanze bloccate perché mancano le barelle, spazi sovraffollati dove magari deve rimanere per giorni perché mancano posti letto”.

Per non parlare, aggiunge Filippi, “delle liste d’attesa per le visite specialistiche che ormai superano i 18 mesi. Tutto questo ricade sulle nostre spalle: siamo pochi, con turni massacranti, sottopagati, denigrati, senza organizzazione e senza strumenti adeguati. Se governo, parlamento e regioni non prenderanno provvedimenti urgenti si rischia seriamente di non riuscire più neanche a salvare la vita delle persone. Per queste ragioni scendiamo in piazza oggi, medici, veterinari e dirigenti sanitari, per salvare il Servizio sanitario nazionale pubblico”, conclude.

Manifestazione promossa da intersindacale ‘Uniti per la Sanità’ a Roma a Santi Apostoli dalle ore 14

“Il Servizio sanitario nazionale sta precipitando inesorabilmente verso il fallimento. Per impedire questo triste epilogo domani scendiamo in piazza per salvare la sanità pubblica, per difendere il diritto alla salute e il diritto alle cure”. Così il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, alla vigilia della manifestazione promossa dall’intersindacale ‘uniti per la Sanità’ in programma domani a Roma in piazza Santi Apostoli a partire dalle ore 14.

“Da anni i Governi – sostiene il dirigente sindacale – stanno deliberatamente programmando il fallimento del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, a vantaggio del privato, anche quando convenzionato. Hanno agito definanziando, tagliando il personale, bloccando i contratti, ma soprattutto alimentando il conflitto dei cittadini contro gli operatori. Oggi le condizioni di lavoro nei servizi sono pessime, il personale è sottopagato e ridotto ai minimi indispensabili. Con questa legge di Bilancio si definanzia ulteriormente il Fondo sanitario nazionale e non si mettono risorse per assumere, al contrario si favorisce la disaffezione al lavoro pubblico, favorendo la libera professione con la flat tax”.

Inoltre, prosegue Filippi, “non scordiamo che il contratto dei medici e dirigenti sanitari del 2019/2021 è scaduto e bloccato in qualche stanza del Ministero dell’economia e delle finanze, mentre dilaga il fenomeno dei medici mercenari che lavorano a gettone. Il tutto è indecente. Se vogliono una sanità senza medici e sanitari pubblici ci provassero. Noi sindacati uniti saremo domani in piazza per salvare il Ssn, pubblico e universale, vogliamo le assunzioni, il contratto e migliori condizioni di lavoro. Scendiamo in piazza per la salute delle cittadine e dei cittadini. È solo l’inizio, il nostro obiettivo è una grande mobilitazione di tutti gli operatori sanitari uniti alla cittadinanza”, conclude.

Salviamo la Sanità Pubblica. Manifestazione medici, veterniari, dirigenti sanitari 15 dicembre

Lunedì 12 dicembre si è tenuto, davanti al MIT, il presidio dei lavoratori Ansfisa convocato da Fp Cgil, Cisl Fp, Fit Cisl, Uilpa, Flp, Cida e Flepar in merito alle questioni sollevate con la proclamazione dello stato di agitazione. Nello specifico, le nostre richieste sono legate al rendere esigibile, nell’intero paese, il diritto alla sicurezza che deve essere garantito a tutta la popolazione.

Per questo Fp Cgil, Cisl Fp, Fit Cisl, Uilpa, Flp, Cida e Flepa ritengono fondamentale che si avvii, da subito, accanto ad un piano straordinario per le assunzioni, il riconoscimento giuridico ed economico delle professionalità oggi presenti nell’agenzia. Nell’incontro avuto con il vicecapo di gabinetto del Mit, dott.ssa Di Matteo, le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come primo punto la sicurezza dei sistemi di trasporto di ANSFISA e la mancanza di risorse umane ed economiche acquisendo la disponibilità dell’amministrazione a risolvere, in particolare, la questione degli inquadramenti relativi a tutto il personale Ansfisa.

Preso atto di ciò, Fp Cgil, Cisl Fp, Fit Cisl, Uilpa, Flp, Cida e Flepar hanno richiesto una convocazione urgente da parte del decisore politico, al fine di determinare le proprie posizioni in merito alla vertenza rappresentata.

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