COMUNICATO
In allegato, la deliberazione n.10 del 6 marzo 2013 dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici. La Deliberazione è molto importante perchè entra nel merito delle linee guida licenziate dalla Direzione Generale per la valorizzazione ponendo in discussione le modalità procedurali con cui si è proceduto, nei siti sul territorio nazionale tra i più importanti, alla messa a bando dei servizi aggiuntivi a seguito di una segnalazione di Confcultura.
La deliberazione entra nel merito dei criteri previsti dai bandi emanati e propone alcune modifiche procedimentali. in ordine alla definizione più trasparente dei criteri di concorrenzialità e di accreditamento delle imprese. Ma non tutte le richieste di Confcultura sono state recepite ed in particolare quella che chiede l’eliminazione della cosiddetta clausola sociale, ovvero l’obbligo di mantenere i rapporti di lavoro in essere in caso di subentro nella concessione. L’Autorità, confutando quanto stabilito in una sentenza del Consiglio di Stato emessa a seguito di contenzioso promosso dalla stessa Confcultura, chiede che la clausola sociale venga inserita direttamente nel bando e non nella lettera di invito. Riconoscendo in tal modo la sua validità e la sua non contrarietà ai principi di libertà di impresa proposti come motivazione per la richiesta di eliminazione.
Un altro punto dirimente, a nostro avviso, è il rapporto tra il peso di valutazione dell’offerta economica ed il peso attribuito all’offerta tecnica. La ripartizione attuale attribuisce all’offerta economica un punteggio di 30/100 e all’offerta tecnica un punteggio di 70/100. Questo criterio è evidentemente teso ad attenuare l’incidenza del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, contrastando il ricorso ai massimi ribassi con l’individuazione della preponderanza della qualità dell’offerta dei servizi. Sul punto l’Autorità considera del tutto legittima la previsione di tale criterio in relazione alla necessità data dalla peculiarietà di tali concessioni di garantire standard di qualità adeguati alla finalità di miglioramento dei livelli di fruizione dei beni culturali, limitandosi ad un richiamo ad una più dettagliata esposizione dei criteri motivazionali necessari a definire il livello di qualità delle prestazioni richieste.
Mentre invece sono accolti i rilievi in ordine alla determinazione dell’importo delle cauzioni in rapporto al valore dell’affidamento, la cui quantificazione deve tenere conto della diversa natura dei servizi nel caso di gestione integrata tra servizi per i quali è previsto lo strumento della concessione (servizi di accoglienza e caffetteria) e quelli per i quali è prevista la gara di appalto (biglietteria, pulizie, ecc) A cui si aggiunge la necessità di garantire, in caso di offerta presentata da un Raggruppamento temporaneo di Imprese, la prequalificazione di tutti i soggetti che concorrono al raggruppamento e non solo della società mandataria, e l’esigenza di eliminare il ricorso a criteri che l’Autorità ritiene limitativi dei principi di ragionevolezza, libera concorrenza e non discriminazione, quali ad esempio l’aver operato con un unico marchio, essere esercente di tre punti ristoro o l’obbligo di un fatturato minimo, ecc. L’Autorità infine non ritiene non legittime alcune decisioni specifiche, nel caso quelle assunte dalla DR Lazio, in ordine alla proroga ad otto anni delle concessioni in atto ed al ricorso ai servizi integrati, ad eccezione dei servizi di ristoro, in quanto non motivate adeguatamente ed in modo coerente con le indicazioni delle linee guida.
Cosa comporteranno le prescrizioni dell’Autorità sui bandi già emanati?
Le prescrizioni dell’Autorità non hanno valore cogente ma solo di moral suasion rispetto ai comportamenti dell’Amministrazione interessata. Ma pare assai difficile che il MIBAC non tenga in adeguato conto queste prescrizioni, sia in riferimento alla rielaborazione delle linee guida che ai bandi già emanati. Per quel che ci riguarda, oltre al fatto che viene sgombrato il campo dei dubbi e degli interessi circa la mancata applicazione del criterio pervasivo del massimo ribasso e viene riaffermata la validità della clausola sociale, che sono aspetti chiariti in maniera positiva dall’Autorità, rimane sempre la questione della scarsa adattabilità delle previsioni del Codice degli Appalti alla specificità nella gestione dei servizi aggiuntivi (ma non solo) all’interno del ciclo dei beni culturali. E quindi l’esigenza, da più parti prospettata, di modiche normative che rendano le procedure di appalti e concessioni coerenti con le previsioni del Codice dei Beni Culturali.
Roma, 18 marzo 2013
FP CGIL NAZIONALE MIBAC
Claudio Meloni
COMUNICATO
C’era una volta la Pubblica Amministrazione con i suoi difetti le sue anomalie e a volte i suoi anacronismi.
C’era una volta l’idea di renderla più efficiente e moderna.
C’erano una volta e ci sono ancora gli pseudo paladini del servizio pubblico, quelli che hanno dichiarato la guerra santa contro i fannulloni e marciato a suon di riforme tra corridoi stanze e uffici delle pubbliche amministrazioni lasciando dietro di loro solo macerie
Quelli che si ergevano a difensori dei più deboli ora mostrano il vero volto, moderni Superciuk* che rubano ai poveri per dare ai ricchi.
Stanno rubando diritti. Il diritto ad avere una Pubblica Amministrazione che funzioni, il diritto ad avere risposte, il diritto a poter esercitare i propri diritti di cittadinanza.
Ultima, ma non ultima, in casa INPS, è la faccenda dei CUD, che segue la storia dei 730 della gestione pubblica e di quella privata, che segue la soppressione dell’INPDAP e dell’ENPALS e che segue la creazione di un nuovo INPS che nato male sta crescendo peggio.
Devastanti effetti delle controriforme della pubblica amministrazione
Non è questa la nostra Pubblica Amministrazione.
La nostra Pubblica Amministrazione è quella che aiuta i cittadini a risolvere i problemi non quella che tende a perdere pezzi e relegare diritti solo a chi può permetterseli.
La nostra idea di Pubblica Amministrazione è quella che vede un piano di riorganizzazione del nuovo INPS condiviso con i lavoratori e con i portatori di interesse: i cittadini.
Roma, 18 marzo 2013
il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi
*Superciuk è un personaggio dei fumetti, antieroe concepito come il negativo di Robin Hood: egli ruba ai poveri per dare ai ricchi
SANITA’: 85% MEDICI FAMIGLIA SUL WEB PER INFO, BLOG E CHAT TUTTI I GIORNI =
Roma, 15 mar. (Adnkronos Salute) – L’85% dei medici di famiglia
accede tutti i giorni a internet alla ricerca di informazioni
sanitarie, scambi di email con i pazienti, i forum, blog, chat. Il 13%
dei camici bianchi lo fa saltuariamente e solo il 2% non fa ricorso al
web fuori dall’attivita’ certificativa. E’ quanto emerge da una
ricerca del Centro studi della Federazione nazionale dei medici di
famiglia (Fimmg), illustrata oggi a ‘Tecnosan 2013’, il convegno
dedicato al mondo della sanita’ elettronica, in corso a Roma.
Oggi i temi al centro del convegno sono la spending review e la
sanita’ elettronica in campo sanitario. “Il nostro Ssn – dichiara
Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici – e’ una grande
conquista, la migliore assicurazione possibile perche’ e’ quella che
costa di meno. E’ necessario pero’ salvaguardarlo, proteggerlo e
migliorarlo, eliminando sprechi e inefficienze. Uno dei primi passi –
aggiunge – e’ porre fine ai tagli lineari che non sono strumento per
contrastare illegalita’ e corruzione. In sanita’ girano 100 miliardi
l’anno, un tesoro per la malavita”. Secondo Cozza, “per eliminare
illegalita’ e corruzione servono normative. Uno degli aspetti
necessari per rendere efficiente il Ssn e’ implementare i temi agenda
digitale e telemedicina”.
“Il medico di medicina generale e’ pronto all’Ict? Secondo una
ricerca recente ancora non pubblicata del Centro studi Fimmg”, i
camici bianchi davvero pronti “sono solo il 10% e per quanto ci sia
buona volonta’ e uso di nuove tecnologie c’e’ ancora molto da fare”
aggiunge Paolo Misericordia, responsabile del Centro studi Fimmg.
Oggi si è svolto all’Aran il secondo incontro sul tema del lavoro a tempo determinato e della precarietà nel settore pubblico.
L’Aran ha presentato una prima bozza di testo (in allegato), che a suo dire rappresenta la traduzione fedele dell’Atto di indirizzo letto alla luce del D.Lgs. 368/2001. Si tratta di un testo lacunoso, contraddittorio e che non affronta in modo adeguato, o non affronta per niente, alcuno dei problemi sollevati da quasi tutte le OO.SS. nell’incontro precedente.
La Cgil ha ribadito le sue posizioni espresse nel precedente incontro: in primo luogo è necessario affrontare in tempi rapidi il tema del rinnovo dei contratti a tempo determinato in essere (oltre 80.000), in scadenza entro il 31 luglio prossimo. Occorre una norma che consenta il rinnovo per un arco di tempo almeno pari a quello consentito dai rispettivi CCNL, in modo da arrivare al momento in cui si riavvieranno le assunzioni nel P.I., attualmente bloccate. Considerati i tempi di approvazione di un accordo, l’intesa va chiusa entro due mesi in modo da averla operativa il 31 luglio. La richiesta della Cgil è di mettere questo punto al primo posto del negoziato e di procedere immediatamente.
In secondo luogo, il campo di intervento di un accordo quadro non può in alcun modo essere limitato al tempo determinato, ma deve puntare ad una regolazione di tutte le forme di lavoro flessibile nel P.I. (che rappresentano i 2/3 dei 240.000 precari censiti, esclusa la Scuola), così come prevedeva l’accordo con il Governo del 3/5/2012. Poichè è evidente che l’Atto di indirizzo non comprende alcun mandato all’Aran a trattare su questo tema, la Cgil chiede di sollevare tale questione con il Governo, e di modificare il mandato in modo da consentire un confronto a tutto campo sul tema della precarietà, che conduca ad un accordo quadro di carattere generale.
Se il Governo e l’Aran si ostinano a mantenere un mandato rigido e ristretto quale quello espresso nell’Atto di indirizzo o, peggio, vincolano la rinnovabilità dei contratti in scadenza ad un accordo generale sul tempo determinato con le caratteristiche del testo presentato, si assumono una pesantissima responsabilità politica di fronte al Paese. Dovranno spiegare come può la P.A. privarsi del lavoro strutturale ed ordinario dei tempi determinati lasciandoli a casa dal 31 luglio prossimo, e perdipiù in una fase di profonda crisi economica ed occupazionale.
Quasi tutte le OO.SS., con sfumature diverse, si sono più o meno collocate sulla stessa linea. Il confronto proseguirà, ma è chiaro che senza un’inversione di tendenza sul mandato il negoziato si presenta estremamente difficile. Nel prosieguo, ribadiamo che la nostra priorità sarà un accordo specifico sul rinnovo dei contratti in scadenza. In assenza di risposte urgenti e concrete, la Cgil avvierà tutte le forme di mobilitazione necessarie.
In allegato la rispostina che ha mandato il DG Guarany in riscontro alla nota unitaria relativa alla decisione scellerata di rimandare indietro i comandati di prima area.
Come potete notare una risposta secca e rapida, senza alcun riferimento alle motivazioni giuridiche che noi avevamo unitariamente rappresentato e senza nemmeno valutare le preoccupatissime istanze che dirigenti e lavoratori degli uffici interessati avevano inoltrato.
Il 2013 possiamo dire che è cominciato molto male: ancora siamo fermi sulle trattative nazionali e le uniche risposte che arrivano velocemente sono quelle negative per i lavoratori.
Per quanto riguarda il merito di questa comunicazione possiamo solo sottolineare che è figlia di cecità burocratica e di indifferenza rispetto ai gravi problemi di funzionalità dei servizi.
Ed è conseguente al disastro della nuova pianta organica, che ha portato esuberi non dovuti immolando il personale di prima area per consentire al Ministro Patroni Griffi di propagandare presunti numeri sugli esuberi dei ministeriali. Il Mibac ha semplicemente subito passivamente e non è stato in grado di opporrre alcuna seria obiezione pensando di mercanteggiare sui tagli.
Così come ora sembra subire passivamente dictat dagli organi di controllo, che in questo caso non sono neppure giustificati dalla norma sui comandi, ove l’unico criterio è l’interesse dell’Amministrazione, tra l’altro interrompendo i comandi in essere, i cui decreti erano stati regolarmente registrati, prima della loro scadenza naturale. Il tutto solo sulla base della tutela delle ragguardevoli terga dell’Amministrazione
In disparte a quanto sopra continuano a pervenirci segnalazioni su strani comportamenti di alcune commissioni esaminatrici i passaggi di area: documenti presentati e non ritrovati nei fascicoli dai lavoratori che hanno chiesto accesso agli atti, titoli analoghi che contengono valutazioni diverse, mancanza di omogeneità nelle procedure di valutazione, scarsa trasparenza, ecc. Con il conseguente prevedibile contenzioso.
Mentre invece si registra calma piatta sulla contrattazione nazionale: abbiamo sollecitato una convocazione per discutere di FUA, festivi, aperture straordinarie. Nulla ancora: tenuti in scacco dai ragionieri. Complimenti!
Ma attenzione: la nostra pazienza si sta esaurendo e si sta consolidando in noi la sensazione che presto dovremo avviare un forte percorso di mobilitazione e di protesta, contro l’affossamento del MIBAC e dei diritti dei suoi lavoratori.
FP CGIL NAZIONALE MIBAC
Claudio Meloni
Nella giornata di ieri, una collega dell’Ufficio Territoriale di Rivoli ha subito l’ennesima aggressione da parte di un contribuente.
Intorno alle 16, mentre usciva dall’Ufficio, incrociava un contribuente che chiedeva di poter entrare in Ufficio.
Gentilmente la collega gli faceva presente che l’Ufficio era chiuso al pubblico e gli dava gli orari di apertura dello sportello invitandolo a consultare la tabella esposta.
Nonostante ciò, il contribuente cercava di entrare dalla porta di accesso riservata ai dipendenti e, trovandola chiusa, seguiva la collega nel parcheggio dove iniziava a inveire contro di lei dandole della “ladra di stipendi” e minacciandola.
La collega entrava in auto e lasciava il parcheggio. Il contribuente la seguiva suonando il clacson e continuando a gridarle improperi dal finestrino.
Il tutto proseguiva per circa 4 isolati lungo Corso Francia, fino a quando la collega non svoltava in una strada laterale.
Ogni commento appare superfluo.
Mentre discutiamo di guardie armate e sicurezza interna all’Ufficio, una collega viene addirittura inseguita per strada.
Chiediamo all’Amministrazione una presa di posizione forte e un chiaro richiamo alla natura pubblica della nostra funzione.
Quello che occorre è un cambio di cultura e non solo una protezione fisica.
Rivoli, 15 marzo 2013
Le RSU