ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL SPTA – SINAFO – FEDIR SANITA’ – SIDIRSS – ANMI-ASSOMED-SIVEMP-FPM – FIMMG – SUMAI – SNAMI – INTESA SINDACALE – SMI – FIMP – CIMOP – UGL MEDICI – FEDERSPECIALIZZANDI
9 ottobre 2012
Il Governo ancora una volta, in assoluta coerenza con la politica degli ultimi anni, torna a colpire la sanità limitando ulteriormente il sistema delle tutele dei cittadini.
Questo il commento delle Organizzazioni sindacali dei medici dipendenti e convenzionati, veterinari, dirigenti sanitari, tecnici, professionali ed amministrativi del SSN e della Ospedalità privata accreditata, precari e medici in formazione alle notizie anticipate della stampa sui contenuti della legge di stabilità che sarà esaminata nel pomeriggio dal Consiglio dei Ministri.
Il ventilato ulteriore taglio di 1,5 miliardi a beni e servizi oltre che dimostrare come i tecnici non riescano ad avere altri orizzonti strategici (o forse non vogliono) rafforzerà il processo di indebolimento e frammentazione del SSN ed aprirà nuovi voragini assistenziali nel sistema sanitario.
L’ipotesi poi di abolire l’indennità di vacanza contrattuale e di estendere anche al 2014 il blocco contrattuale colpisce i soliti noti, quei dipendenti pubblici che fino ad oggi sono stati utilizzati come un bancomat per il prelievo di denaro dalle loro retribuzioni e come cittadini di serie B per i ripetuti interventi che hanno colpito il loro lavoro ed i loro diritti.
I continui tagli al finanziamento della sanità pubblica, già da sempre sotto la media degli altri Paesi europei, sommati alla progressiva riduzione del finanziamento del fondo delle politiche sociali e all’azzeramento del fondo della non autosufficienza (a fronte di 3 milioni di non autosufficienti censiti) hanno progressivamente ristretto la sfera delle tutele rendendo sempre più fragile ed incerto il diritto alla salute e rischiano di negare alla sanità pubblica anche il suo ruolo umanitario di ammortizzatore sociale.
I professionisti della sanità non si stancheranno mai di denunciare gli effetti devastanti di una politica economica miope che continua a colpire la sanità ed i cittadini e risponderanno a questi attacchi con una grande manifestazione di piazza il 27 ottobre a Roma per rilanciare con forza il DIRITTO ALLA CURA, IL DIRITTO A CURARE
Si è svolta oggi la prevista riunione sulla mobilità per i perdenti posto a seguito della riforma della geografia giudiziaria.
L’amministrazione ha ribadito la bozza già inviata la scorsa settimana, dimostrando di non voler accogliere la maggioranza dei punti per noi imprescindibili e, dunque, di non avere preso in considerazione la nostra proposta che molti lavoratori avevano sostenuto con una raccolta firme.
Uniche piccole modifiche che siamo riusciti ad ottenere sono l’inserimento del comma 5 dell’art. 33 della legge 104 nonché una opportunità di precedenza nei prossimi bandi di mobilità in entrata per il personale comandato e appartenente a altri dipartimenti della giustizia (dap, Minorile).
I restanti punti per noi imprescindibili erano i seguenti: 1) la possibilità di trasferire il personale perdente posto anche in soprannumero in quanto il soprannumero è previsto dal decreto legislativo 155 dunque non si capisce perché non possa essere esteso alla prima fase dei trasferimenti per sanarlo dopo con la determinazione delle nuove piante organiche; inoltre abbiamo chiesto che si facesse una modifica e si estendesse il trattamento riservato al personale di magistratura che viene trasferito in una sede diversa da quella di residenza; L’Amministrazione si è dimostrata chiusa su entrambi i punti e sulla questione della estensione del trattamento detto di non essere nella condizione di poter modificare una legge; tuttavia, poiché il Capo Dipartimento si è presentato in qualità di delegato dalla Ministra a firmare l’accordo, abbiamo chiesto formalmente di rinviare la trattativa ad una eventuale disponibilità della Ministra a modificare il decreto legislativo estendendo quanto previsto per i magistrati anche al personale giudiziario. 2) Di permettere il trasferimento anche in distretti attigui in modo di favorire soprattutto personale residente in aree di confine tra le varie circoscrizioni; anche questo punto non è stato accolto. 3) né è stata accolta la nostra proposta di permettere al personale dei gdp che si faranno carico delle spese di transitare nei ruoli dei comuni; 4) l’accordo non prevede alcuna indennità, come avevamo richiesto, di disagio per i perdenti posto; 5) non è stata accolta la nostra proposta in relazione ai cosiddetti distaccati ‘a qualsiasi titolo’ (ovvero non sostenuti da disposizioni di legge a tutela) che contemperava le esigenze di tutto il personale giudiziario con parità di trattamento.
Abbiamo stigmatizzato, inoltre, che gli art. 8 e 10 del presente accordo risultano in contrasto con l’accordo sulla mobilità del 2007, si entra infatti in una materia già regolamentata che non può essere modificata senza l’assenso di tutti i firmatari del 2007. Tali riferimenti, come abbiamo segnalato, rendono di fatto illegittimo l’accordo, in quanto in deroga e in parziale modifica dell’accordo del 2007 e dunque esposto a eventuali numerosi contenziosi.
Inoltre l’impressione che abbiamo avuto è che questo accordo di fatto non soddisfi la maggioranza dei lavoratori per i seguenti motivi: 1) i posti messi ad interpello distrettuale non sono tutti i posti vacanti ma quelli decisi unilateralmente dall’Amministrazione centrale; 2) l’interpello nazionale riguarderà solo gli uffici con una non ben definita ‘grave scopertura organica’, anche in questo caso l’amministrazione farà ciò che vuole mettendo a bando solo le sedi meno ambite; 3) il successivo interpello, che secondo l’accordo avverrà dopo la mobilità in entrata dall’esterno, ci pare più una dichiarazione di intenti che un vero impegno, sia per i tempi che per le modalità stabilite, inoltre anche in quel caso i posti che varranno banditi sono ridotti e legati al precedente interpello, cosa contraria all’accordo nazionale sulla mobilità che non prevede alcun vincolo.
Di fatto i lavoratori che potranno veder soddisfatte le proprie aspirazioni sono un numero esiguo e questo accordo ci sembra più una cornice per giustificare la sanatoria dei distaccati che, così come è prevista dal presente accordo, risulta vergognosa e discriminatoria nei confronti di chi da tempo attende di essere trasferito nel rispetto delle regole; la conclusione sarà che 1330 posti non saranno più disponibili per gli interpelli in quanto occupati dai distaccati ‘a qualsiasi titolo’.
Per questo abbiamo ribadito le nostre ragioni e, pur contribuendo ad apportare qualche piccola ma insufficiente miglioria, non abbiamo sottoscritto l’accordo per coerenza con tutto quanto da noi sino ad oggi affermato.
Riteniamo che sia ancor più grave che la Ministra non abbia voluto partecipare tramite un suo diretto rappresentante a questa trattativa ma abbia delegato il Capo Dipartimento la cui priorità ci è sempre sembrata la sanatoria dei distaccati.
Quando ci si batte per migliorare la cultura anti corruzione nel nostro paese bisognerebbe anche vigilare affinché le regole in casa propria siano uguali per tutti e non ci siano scorciatoie che discriminano una parte dei lavoratori.
Roma, 9 ottobre 2012
Per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco
In allegato vi inviamo un comunicato dei lavoratori della Biblioteca Universitaria di Pisa che fa il punto della kafkiana situazione che vede impegnato il MIBAC in una sorta di braccio di ferro con il Rettore sulla sistemazione logistica della Biblioteca, a seguito della dichiarata inagibilità del Palazzo della Sapienza.
Al di là delle questioni tecniche irrisolte (siamo sempre in attesa della perizia tecnica congiunta richiesta dal MIBAC e che sconta la melina del Rettore) a nostro avviso prosegue il tentativo di sfratto definitivo della Biblioteca dalla sua antica sede e bene fanno i lavoratori a riproporre con forza le questioni che allo stato impediscono alla Biblioteca di offrire un servizio agli studenti e alla città.
Noi siamo e saremo a fianco dei lavoratori e di chi vuole difendere l’indivisibilità di un patrimonio così importante e siamo e saremo contro chi cinicamente utilizza una situazione problematica per finalità strumentali.
Roma, 9
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
La scrivente parte sindacale ritiene pregiudiziale il rispetto del diritto di informazione preventiva previsto dalla normativa vigente. In particolare si richiamano gli obblighi di cui all’art.5, punto A.1, punto 1), lettera c) del vigente contratto integrativo in materia di informazione preventiva alle OO.SS. rappresentative.
Attesa la delicatezza della materia, che incide direttamente sui livelli di fabbisogno occupazionale del Ministero, si fa presente che il mancato rispetto delle prerogative di informazione sopra evidenziate darà luogo a specifiche iniziative tese al pieno ripristino di corrette relazioni sindacali.
Roma 4 ottobre 2012
Sottoscritto da: FPCGIL, FP CISL, UILPA, FLP, CONFSAL UNSA e UGL INTESA.
Comunicazione del dr. Parente – Dirigente Servizio IV OAGIP:
A margine della riunione odierna con le OO.SS. , si fa presente che la Direzione generale OAGIP nelle scorse settimane ha inviato una nota indirizzata a tutte le amministrazioni pubbliche che utilizzano in assegnazione temporanea personale Mibac al fine di valutare la disponibilità delle predette Amministrazione ad acquisire in mobilità il citato perso. In caso di esito positivo, ciò consentirebbe la possibilità di liberare ulteriori posti negli organici esistenti. L’Amministrazione ha fissato per fine ottobre il termine entro il quale le citate amministrazioni dovranno esprimere il proprio parere in merito.
9.10.2012 – Convocazione Coordinamento Regionale.
FORMAZIONE VIGILI DEL FUOCO
input strategico al processo di rinnovamento
o sterile enumerazione senza alcuna progettualità
La formazione è uno dei fattori più importanti nel processo di riforma e di cambiamento del sistema Paese, la sua rilevanza strategica è stata più volte sottolineata da una serie di interventi normativi, basti pensare alla direttiva del 13/12/01 “Sulla formazione e valorizzazione del personale delle p.a.”, la c.d. direttiva Frattini.
Tale direttiva riconosce la centralità del momento formativo quale dimensione costante e fondamentale del lavoro e strumento essenziale nella gestione delle risorse umane.
Tutte le organizzazioni, per gestire il cambiamento e garantire un’elevata qualità dei servizi, devono fondarsi su conoscenza e competenze.
Pertanto fondamentale è il primo passo di tale sistema che consiste nella realizzazione di un’efficace analisi dei fabbisogni formativi ed un’attenta programmazione delle attività formative, per assicurare il “diritto individuale” alla formazione in coerenza con gli obiettivi istituzionali dell’amministrazione.
La formazione rappresenta la leva di promozione e sviluppo posta a sostegno sia dei processi di crescita individuale che di quelli dell’organizzazione.
La stessa rappresenta un investimento finalizzato a migliorare qualitativamente l’operato dei Vigili del Fuoco per rendere l’Amministrazione pronta a confrontarsi anche in campo europeo e non solo.
Attraverso la valorizzazione delle proprie risorse umane è infatti possibile realizzare quegli orientamenti complessivi di efficienza, efficacia, immagine e consenso che sono alla base del successo di ogni struttura organizzativa.
Le attività di formazione e aggiornamento specialistico del personale devono svolgersi sulla base di un processo ciclico (formazione continua), le cui fasi fondamentali dovrebbero essere strutturate in modo sistematico, così da poter costantemente monitorare i risultati ottenuti e valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi iniziali e verificare se corrispondano alle aspettative iniziali ed agli obiettivi pianificati, per apportare i dovuti miglioramenti.
La recente legge 150/2009, le direttive del Ministero della funzione pubblica, per ultimo la n. 10 del 30.7.2010, rafforzano ancor di più il valore strategico dell’attività formativa anche nell’ambito delle complesse competenze istituzionali riconducibili al Sistema operativo dei vigili del fuoco.
Pur in presenza di una ridotta disponibilità finanziaria, il valore e gli obiettivi della formazione devono, pertanto, rimanere integri per sostenere ed accompagnare quel processo di cambiamento in corso. Per tale ragione il programma dell’attività formativa deve trovare il suo fondamento nel “saper trasformare una criticità in un’opportunità”.
Il Piano della Formazione deve essere ispirato al perseguimento delle priorità attribuite all’Amministrazione dalle recenti normative, alla massima attenzione verso la preparazione del personale neoassunto, alla puntuale preliminare ricognizione del fabbisogno formativo realizzata con la collaborazione ed il contributo delle singole strutture.
I risultati della rilevazione servono per individuare i percorsi formativi da realizzare nel rispetto delle direttive e degli indirizzi emanati dall’autorità politica e dei servizi da rendere in relazione alla mission del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Tutta l’attività formativa dovrebbe essere ispirata al perseguimento di obiettivi chiari e rispondenti ai compiti istituzionali dei Vigili del Fuoco:
· Rinnovare l’attenzione sul valore della persona con riferimento sia alle professionalità, quali risorse umane imprescindibili per l’attuazione di un miglioramento qualitativo nei servizi sia, in particolare, “alla ricerca e/o sviluppo dei modelli di intervento”.
· Contribuire alla modernizzazione della Pubblica Amministrazione, migliorando i processi organizzativi e agevolando il passaggio, sulla spinta della continua evoluzione del quadro normativo, da modelli di tipo burocratico a modelli di tipo manageriale, dove la responsabilizzazione sui risultati conseguiti, e dunque le competenze individuali necessarie per conseguirli, giocano un ruolo fondamentale.
· Arricchire le professionalità attraverso lo sviluppo della conoscenza e della consapevolezza del sé professionale nel Sistema, per consentire ai dirigenti, ai funzionari e al personale tutto di assumere efficacemente le funzioni e gli incarichi previsti nelle varie strutture istituzionali per migliorare la qualità del servizio reso.
· Migliorare le procedure di conoscenza delle procedure a secondo dei settori: operativo amministrativo/contabile, tecnico informatico.
· Far acquisire al personale conoscenze per operare adeguatamente in settori operativi specifici e /o particolarmente critici.
· Migliorare la cultura della trasparenza e della semplificazione dell’azione amministrativa per rafforzare la cultura della legalità e la valenza etica degli interventi.
· Curare il benessere organizzativo, quale obiettivo strumentale per migliorare il clima organizzativo, il senso di appartenenza e la stessa efficienza delle strutture centrali e periferiche.
· In particolare, ai sensi delle direttive europee e delle conseguenti leggi nazionali emanate in materia, particolare rilievo assume la prosecuzione dell’attività di prevenzione del rischio dell’insorgenza di problemi connessi allo stress da lavoro, con riferimento all’organizzazione e ai processi di lavoro, alle condizioni e all’ambiente di lavoro ovvero alla tutela della salute del lavoratore e della sicurezza sui luoghi di lavoro, alla comunicazione e a eventuali fattori soggettivi.
· Introdurre la centralità della valutazione nel processo formativo, attraverso i nuovi processi della misurazione e della meritocrazia.
A questa filosofia dovrebbe ispirarsi la programmazione o meglio il piano della formazione.
Va rilevato che nel documento consegnato non vi è traccia alcuna degli obiettivi e delle strategie che l’amministrazione intende proseguire e/o intraprendere nel settore della formazione.
Si può dire senza correre il rischio di essere smentiti che lo stesso non ha alcuna rilevanza programmatica ma è semplicemente una lista sterile di corsi da effettuare, presso le strutture centrali, finalizzata quasi esclusivamente a giustificare l’esistenza delle strutture centrali della formazione.
Viene allora spontaneo chiedersi dove sia andato a finire il decentramento che si voleva perseguire in tale settore per consentire oltre ad una valorizzazione delle specificità territoriali anche un contenimento della spesa, cosa maggiormente sentita in un momento di tagli e sacrifici chiesti all’intero Paese.
I cosiddetti poli didattici territoriali di valenza nazionale, su cui tanto in passato ha investito l’amministrazione, dove sono andati a finire?
E’ strettamente necessario, ad esempio, svolgere a livello centrale i corsi per operatori addetti al collaudo per le verifiche dei veicoli con i centri mobili di revisione?
Dov’è il pensiero dell’Amministrazione in merito ad una visione complessiva dell’organizzazione delle varie Aree della formazione?
Si ha in mente una pur vaga idea di come costruire un percorso formativo per i Vigili del Fuoco attraverso i vari livelli in cui La formazione dovrebbe essere suddivisa?
Nel merito della lista proposta si rileva opportuno evidenziare la scarsa attenzione riservata, ancora oggi, alla problematica degli istruttori professionali, dato l’esiguo numero previsto sul territorio, del tutto inadeguato nella realtà metropolitane, che non consente nemmeno di fronteggiare le esigenze connesse alla formazione in ingresso del personale volontario.
Cosi come va chiarito l’obiettivo dell’amministrazione in materia di Tpss, viste le difficoltà riscontrate sul territorio nel garantire l’attività di mantenimento, forse risulterebbe più opportuno e proficuo concentrarsi su interventi formativi sul corretto uso del defibrillatore, che continuare a credere su progetti così ambiziosi e del tutto irrealizzabili, considerate le difficoltà riscontrate ormai da tempo.
Al riguardo è opportuno evidenziare che le difficoltà relative ai mantenimenti riguardano una questione molto sentita tra il personale, come anche le problematiche di alcuni specifici settori in difficoltà per mancanza di istruttori presenti in regione quali ATP, TAS, oltre ai ritardi registrati sui corsi per disseti statici e di prevenzione incendi.
La nuova figura di formatore sulla gestione della disabilità è un ulteriore conferma della mancanza di una valida e coerente progettualità formativa rispetto alle esigenze operative che insistono sul territorio: in poche parole, l’ennesima creatura che nasce senza alcun futuro.
Tale intervento potrebbe diventare un modulo del prossimo corso a istruttori professionali, non si capisce perché si insiste nel creare ulteriori specializzazione che non rispondono, del resto, alle reali e prioritarie esigenze operative.
Risulterebbe, invece, fondamentale prevedere per le aree metropolitane interventi specifici nel settore del NBCR, quale quello del travaso da autocisterna trasportanti sostanze allo stato liquido (infiammabili e/o tossiche) e gas liquefatti, in modo da garantire la presenza di squadre qualificate, quanto meno nelle aree capoluogo di regione, senza dover attendere tempi lunghi per l’intervento di squadre dal centro.
Del tutto incomprensibili sono gli indirizzi che si intendono perseguire per il personale amministrativo e per quello informatico, figure professionali qualificate ed importanti per la funzionalità degli uffici, cui non è dedicata alcuna reale attenzione, nonostante a livello locale è sempre molto difficile trovare pacchetti formativi adatti.
Ne deriva che il documento proposto necessita di una primaria e approfondita discussione, a partire dalla richiesta indirizzata alle Direzioni Regionali al fine di rilevare le specifiche esigenze territoriali, poiché nello stesso non vi è traccia alcuna del fabbisogno formativo, delle conoscenze e delle competenze che si intendono formare e degli obiettivi reali che l’amministrazione intende seguire in tale fondamentale settore.
Pertanto, in conclusione, la FP CGIL VVF ha chiesto al Direttore Centrale della Formazione di attivare nell’immediato l’iter procedurale concernente la programmazione didattica che Direzioni Regionali e Comandi Provinciali intendono svolgere nel corso del prossimo anno e di definire, contestualmente, un progetto complessivo relativo al percorso formativo che i Vigili del Fuoco dovranno seguire durante tutto l’arco della propria vita lavorativa.
Nella prossima riunione, già programmata per mercoledì 10 ottobre p.v., si entrerà nel merito della proposta dell’Amministrazione e per quanto ci riguarda, prima di tutto, si dovrà considerare di prioritaria importanza la formazione del personale specialista, a partire dal corso per specialisti nautici che sarà avviato entro il 15 dicembre p.v., come da impegno preso a margine della riunione dalla Direzione Centrale per la Formazione, oltre a tutte quelle tipologie di corsi il cui immediato svolgimento potrà consentire maggiormente il regolare svolgimento del sevizio di soccorso nei vari distaccamenti provinciali.
Certamente, a nostro modo di pensare, il presupposto vincolante per iniziare ad affrontare tale confronto è la trasparenza dei criteri da adottare per la partecipazione del personale ai corsi di formazione.
Come sempre vi terremo assolutamente informati sugli eventuali sviluppi della discussione.
Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF
Mario MOZZETTA
Roma 8 ottobre 2012
Al Sig. Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Presidente Caterina Chinnici
Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dr. Luigi Di Mauro
Oggetto: Progressioni economiche anno 2010.
Egregia Presidente,
abbiamo purtroppo rilevato un’ incongruenza tra quanto previsto all’art. 1 lettera b) dell’accordo FUA 2010 che l’amministrazione ha sottoscritto con alcune sigle sindacali e le procedure previste per le progressioni economiche dal CCNL e dal CCNI del Ministero della Giustizia attualmente vigenti, che metterebbero in serio rischio la possibilità per i lavoratori della giustizia minorile di condurre a termine le progressioni economiche.
Infatti, mentre gli altri Dipartimenti del Ministero della Giustizia, per quanto riguarda le procedure fanno riferimento a quanto indicato nei contratti, per il Dipartimento della Giustizia Minorile, è previsto esplicitamente che: “Tali progressioni avranno decorrenza dal 1° dicembre 2010 e sono riferite al personale in servizio nella stessa data”, ciò in evidente contrasto con l’art. 18 del CCNL, che esplicitamente prevede al comma 2) che “I passaggi da una fascia retributiva a quella immediatamente successiva avvengono con decorrenza fissa al 1° gennaio” e con l’art. 22 del CCNI, che prevede al comma 1 che ” Nel mese di gennaio di ciascun anno l’Amministrazione verifica il numero dei dipendenti appartenenti a ciascun area, profilo professionale e fascia retributiva che non abbiano avuto attribuito nel biennio precedente la fascia retributiva superiore” .
Evidentemente un gran pasticcio, soprattutto in considerazione del fatto che nel 2010 sono stati assunti lavoratori che in quanto non presenti in organico nel biennio precedente non hanno diritto a partecipare alle procedure di progressione ma che, poiché in servizio alla data del 1° dicembre, avrebbero tutto il diritto di partecipare alle stesse. Inevitabilmente si aprirebbe un consistente contenzioso giudiziario.
A nostro avviso è, pertanto, opportuno precisare nei bandi, quantomeno che, così come previsto al comma 5 del citato art. 18 del CCNL, non possono partecipare alla selezione i lavoratori che non hanno compiuto almeno due anni di permanenza nella fascia di provenienza. La questione, infatti, non è teorica ma si pone in maniera rilevante e concreta soprattutto per gli operatori appartenenti al ruolo degli educatori Area III fascia economica F1, ruolo in cui nel 2010 sono state effettuate nuove assunzioni.
E’ opportuno, peraltro, che Lei sappia che i criteri di attribuzione dei punteggi previsti per la selezione del personale per l’attribuzione della fascia economica superiore si sono dimostrati inidonei a misurare la concreta crescita professionale dei lavoratori della giustizia minorile, discriminando in particolar modo gli operatori che si trovano o si sono trovati ad operare nei servizi ed a confrontarsi quotidianamente con l’utenza.
Una discriminazione ulteriore ed accentuata è risultata nei confronti degli educatori dell’Area III dalla modifica del titolo di accesso al profilo previsto nel nuovo CCNI. Infatti, come abbiamo già segnalato precedentemente, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo CCNI che prevede come titolo di ingresso esclusivo la laurea in scienze della formazione o dell’educazione, non è stata effettuata alcuna previsione di salvaguardia della validità dei titoli di studio precedentemente richiesti per l’accesso alla figura professionale: è stata così negata e continuerà ad essere negata la storia e la crescita professionale e culturale di molti operatori appartenenti al profilo. Lavoratori che economicamente hanno già subito danni nella precedente procedura di progressione perchè hanno ottenuto un punteggio dimezzato a fronte di un titolo di studio che ha perso valore perchè diverso da quello previsto per l’accesso alla professione dal nuovo integrativo; Lavoratori che in molti casi, proprio per questo si sono vista negata in partenza ogni possibilità di progressione economica.
Anche questa condizione, richiede un suo intervento, perché qualora l’amministrazione continuasse a non prevedere misure di salvaguardia che riconoscano i titoli di studio precedentemente richiesti per l’ammissione a quel profilo, evidentemente per quei lavoratori si determinerebbe l’impossibilità concreta di sviluppo professionale anche per il futuro.
Le chiediamo, pertanto, un intervento urgente per sanare una situazione che rischia di inficiare le procedure di riqualificazione ed un intervento per riconoscere i diritti negati agli educatori a cui non viene più riconosciuta la validità del titolo di studio precedentemente richiesto per l’accesso alla figura professionale. Restiamo in attesa di urgente riscontro e restiamo disponibili a fornire ogni ulteriore chiarimento.
Cordiali saluti.
Il Coordinatore Nazionale FPCGIL
Giustizia Minorile
Gianfranco Macigno
9.10.2012 – Convocazione coordinamento
In allegato, la richiesta d’incontro sule relazioni sindacali e sull’uso dei vigili coordinatori nella regione Lombardia.
Concorso interno per titoli ed esame, per complessivi 4 posti per la nomina alla qualifica di ” Ispettore superiore” del ruolo femminile del Corpo P.P. – prova scritta 7 novembre p.v.
La FP CGIL proclama lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria contro la riforma delle pensioni proposta dal Governo…..guardate come sono messi i nostri colleghi nel resto dell’Europa!
importante risultato ottenuto dalla Fp Cgil in seno alla Commissione Arbitrale prevista dall’art. 3 comma 14 dell’A.N.Q. del 24/03/2004, nei confronti della Direzione della Casa di Reclusione di Is Arenas.
In allegato, lo stato di agitazione del personale del comando di Palermo indetto dalle OO.SS. provinciali.