COMUNICATO FP CGIL SULL'INCONTRO AL CNEL DEL 30 GENNAIO 2017

Il
30 gennaio u.s. questa Organizzazione ha sottoscritto l’allegata ipotesi di
accordo economico sul FUA 2016 per senso di responsabilità nei confronti delle
lavoratrici e dei lavoratori afflitti da 7 anni di blocco dei contratti
nazionali e da politiche miopi, caratterizzate da interventi normativi
incoerenti e inadeguati, iniziative unilaterali, tagli lineari, mobilità di
lavoratori qualificati verso altre amministrazioni e, soprattutto, assenza di
investimenti sul vero patrimonio del CNEL, le sue risorse professionali.

Nel corso della trattativa la parte pubblica ha
garantito -nonostante l’importo complessivo del Fondo sia inferiore rispetto al
2015- il sostanziale mantenimento della retribuzione accessoria media pro capite dell’anno scorso e
prospettato, qualora non si fosse addivenuti ad un accordo entro il mese di gennaio,
l’interruzione dell’erogazione in acconto dell'”Indennità CNEL” e del compenso
accessorio giornaliero per gli addetti alla Portineria e all’Anticamera della
Presidenza.

E’ stata altresì sottoscritta una dichiarazione
congiunta che vincola le parti firmatarie a incontrarsi non appena vi siano le
condizioni per intraprendere percorsi di valorizzazione dei lavoratori del
Segretariato generale.

Il Tavolo ha ascoltato con interesse l’intervento del
Presidente del “Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la
valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” (CUG)
che ha ricordato gli esiti dell’indagine sul benessere organizzativo effettuata
nel 2016 e fra essi ha sottolineato la necessità -al fine di ottenere un clima
interno più sereno e partecipativo- di un maggiore impegno da parte dei
dirigenti volto a garantire la corretta comunicazione e diffusione delle
informazioni tra i dipendenti Il Presidente ha inoltre illustrato alle parti
una prima proposta, approvata dal Comitato, in materia di ridefinizione di
orario di lavoro e orario di servizio, rappresentando inoltre l’esigenza di una
nota informativa o circolare riassuntiva del complesso delle disposizioni in
materia di orario, ritenuta dal Comitato funzionale a innalzare il livello del
benessere organizzativo tra i dipendenti e, di conseguenza, a migliorare la
qualità delle prestazioni lavorative.

FP
CGIL ritiene infatti urgente avviare immediatamente un confronto aperto e
costruttivo sulle criticità che affliggono la struttura amministrativa del CNEL
e sulle soluzioni da perseguire. Si
denunciano le condizioni critiche nelle quali versa l’organico, che richiede
interventi urgenti di ricostruzione, riqualificazione e valorizzazione della
struttura amministrativa e si stimano
insufficienti le risorse stanziate in bilancio per il FUA dell’anno corrente. Non
sfugge a chi scrive che ricostruire è più complesso che demolire ma ancora non
si percepisce sufficiente impegno in tal senso della parte pubblica, alla quale
si ricorda quanto dichiarato dai vertici nel comunicato stampa del 12 dicembre
u.s., pubblicato sul sito istituzionale.

Il
personale ha dato ampia prova delle sue qualità e il CNEL ha il diritto di
disporre di un livello di servizi adeguati al suo rango istituzionale, si chiede
pertanto di attivare al più presto il confronto con la delegazione sindacale per
porre le basi di un contratto integrativo idoneo ad affrontare le sfide degli
anni a venire, e, a garanzia del buon andamento dell’amministrazione, un esame
congiunto delle procedure necessarie per la revisione triennale della dotazione organica e per la programmazione triennale del fabbisogno di
personale. Occorre infatti un impegno comune finalizzato alla
ricostruzione del Segretariato generale, predisponendo gli strumenti più idonei
alla valorizzazione e allo sviluppo professionale dei lavoratori nonché a recuperare
i dipendenti più deboli, i precari storici, allontanati nel 2014 per motivi
legati all’eliminazione dell’articolo 99 dalla Carta prevista dalla proposta di
riforma costituzionale respinta dagli elettori a larga maggioranza, con una
partecipazione senza precedenti.

Non è pensabile che il Consiglio e il suo personale -oggetto
finora di plurimi ma inefficaci, quando non dannosi, interventi- possano
permanere nelle condizioni attuali per un tempo indefinito, e, alla luce della
giurisprudenza costituzionale in materia di prorogatio
e, soprattutto, del risultato del referendum del 4 dicembre u.s., si considera
il tempo trascorso e quello che ancora trascorrerà senza agire nella direzione
indicata, uno spreco di risorse inaccettabile. Le lavoratrici e i lavoratori
del CNEL ormai non credono più alle belle parole e sono creditori di risposte
concrete, ancor più avendo dimostrato, specie negli ultimi difficili anni,
impegno e spirito di appartenenza, adempiendo sempre al meglio ai compiti
assegnati e garantendo con la propria abnegazione il regolare assolvimento dei
compiti di supporto alle attività istituzionali e delle funzioni
amministrativo-gestionali.
Abbiamo infine sollecitato l’Amministrazione a
sottoporre quanto prima l’ipotesi di accordo ai competenti organi di controllo
al fine di poter procedere rapidamente alla sottoscrizione dell’accordo
definitivo e alla sua effettiva applicazione.

Roma,
1 febbraio 2017                

Il Coordinatore nazionale FP
CGIL/CNEL

Andrea Impronta
Martina Vidali

 
 
 

INL- Comunicato unitario

ISPETTORATO
NAZIONALE DEL LAVORO

In data 31
gennaio, come richiesto da queste OO.SS., si è svolto un incontro con i vertici
dell’INL ed i rappresentanti dell’INPS e dell’INAIL avente ad oggetto la
definizione di un protocollo d’intesa tra I.N.L. e OO.SS. per l’individuazione
di percorsi condivisi volti al buon funzionamento dell’Ispettorato.
 In primo
luogo, a seguito dell’emanazione della prima circolare operativa con validità
dal 1 febbraio 2017, abbiamo richiesto al direttore dell’INL di inviare una
comunicazione a tutti i direttori provinciali per invitarli al rispetto delle
disposizioni in essa riportate ed a convocare le OO.SS. territoriali prima di
qualsiasi iniziativa che riguardi le nuove modalità operative di gestione
dell’attività.

In merito
all’argomento all’ordine del giorno, abbiamo apprezzato la disponibilità
dell’amministrazione a definire con le rappresentanze dei lavoratori i
contenuti del protocollo che è stato pensato per provare a risolvere alcune
delle criticità che, purtroppo, già ci troviamo ad affrontare.

Naturalmente
l’idea del protocollo d’intesa nasce prioritariamente per tentare di dare
risposte al problema delle differenze retributive tra il personale dell’INL e
quello degli Enti attraverso un percorso condiviso che ricerchi soluzioni,
quali ad es. l’attivazione di specifiche convenzioni con altre amministrazioni,
per migliorare il trattamento accessorio del personale di provenienza
ministeriale senza pregiudizio per il personale degli Enti.

Sul punto abbiamo rappresentato l’esigenza di definire
tempi certi e rapidi per individuare le soluzioni migliori da intraprendere che
potrebbero vedere l’esigenza anche di proporre apposite modifiche normative,
nella quantificazione e nelle modalità di distribuzione delle risorse previste
per l’attività di vigilanza dal D.L. n. 145/2013.
L’intesa
prevede, inoltre, l’attivazione di specifici tavoli di confronto per l’analisi
delle problematiche inerenti il funzionamento dell’Agenzia, la definizione di
nuovi modelli organizzativi e gestionali, e l’avvio della contrattazione
integrativa (progressioni economiche, riqualificazione del personale,
ordinamento professionale, Fua ecc.).

Naturalmente
formuleremo ulteriori proposte di modifica che saranno probabilmente discusse
nel prossimo incontro che dovrebbe essere convocato per il giorno 9 febbraio
2017.
 Roma, 1°
febbraio 2017

 FP CGIL               CISL FP                         UILPA
 Matteo Ariano      Maurizio
Petriccioli      Gerardo Romano

 
 
 

Carta dei diritti: i referendum e la proposta di legge

Cancellare i voucher e abrogare sia le norme che impediscono il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi sia quelle che limitano la responsabilità solidale degli appalti. È quanto chiede la Cgil nei tre quesiti referendari a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare: “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori“.

La Corte costituzionale, nella camera di consiglio dell’11 gennaio 2017, esaminerà l’ammissibilità delle richieste relative ai tre quesiti referendari. Richieste che sono state già state dichiarate conformi alla legge dalla Cassazione, con ordinanza depositatalo scorso 9 dicembre. In quella data infatti l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, presieduto da Maria Cristina Siotto, ha promosso i referendum del sindacato di Corso d’Italia che hanno come oggetto i seguenti temi:

1. la cancellazione del lavoro accessorio (voucher);
2. la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti;
3. nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti.

 


Cosa prevedono i referendum:

 

1. VOUCHER
Il 2015 ha visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, inventati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero.Sempre più spesso, però, attraverso l’utilizzo dei voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali. Vogliamo quindi cancellare i voucher perché non combattono il lavoro nero.

Anzi, il loro abuso determina una sommersione anziché un’emersione del lavoro nero e irregolare.
Per questo la Cgil chiede il referendum per l’abrogazione dei voucher usati in maniera “flessibile” e illegittima.

2. LICENZIAMENTI
Secondo la normativa vigente, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. La Cgil chiede il referendum per il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende sotto i 15 dipendenti, fino a 5 dipendenti.
Nelle aziende con meno di 5 addetti il reintegro non sarà automatico ma a discrezione del giudice. In caso di reintegro, sarà il lavoratore a scegliere il risarcimento congruo o il rientro. Il referendum vuole ripristinare un principio fondamentale di giustizia nel lavoro.

3. APPALTI
L’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti vuole difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando loro tutela dell’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo.
L’obiettivo è rendere il regime di responsabilità solidale omogeneo, applicabile in favore di tutti i lavoratori a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro. Ripristiniamo la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore, garantiamo la stessa dignità a tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, contribuiscono alla crescita aziendale.

Il 1 luglio scorso sono state depositate in Corte di Cassazione oltre 1,1 milioni di firme per ognuno dei tre quesiti.
Il 9 aprile è iniziata la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare e dei referendum.
Il 23 marzo i referendum sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n.69.

 
 

Pa: Accordo governo sindacati su contratti

Comunicato Stampa Cgil – Fp Cgil – Flc Cgil

Roma, 30 novembre 2016

Cgil, Cisl e Uil, con le rispettive categorie di settore, e il Governo hanno condiviso le linee guida che dovranno sovrintendere l’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
continua a leggere

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

Gestione Dipendenti Pubblici: Conguaglio previdenziale di fine anno 2016

A decorrere dal 1° novembre 2012 le denunce
individuate, come ListaPosPA,  nell’ambito del flusso Uniemens
rappresentano le nuove modalità di comunicazione dei dati per la valorizzazione
della posizione assicurativa.

Il calcolo del dovuto contributivo sia per la
costituzione e l’alimentazione delle posizioni di previdenza complementare che
per le Amministrazioni, gli Enti e le Aziende, il cui personale è iscritto alla
Gestione Dipendenti Pubblici.

 I sostituti di imposta che erogano redditi di
lavoro dipendente ovvero tenuti a versare i contributi sulle retribuzioni
virtuali o convenzionali devono trasmettere mensilmente, in via telematica, le
denunce contributive.

Per quel
che concerne l’aspetto contributivo, le operazioni di conguaglio consentono la
corretta applicazione dei massimali contributivi e delle aliquote correlate
all’imponibile. 

Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare le
operazioni di conguaglio previdenziale tenendo conto:

 

· di tutti i
redditi riconducibili al rapporto di lavoro in essere;

· dei redditi
percepiti nell’anno per i diversi rapporti di lavoro subordinato instaurati dal
lavoratore .

 
Nel caso in cui una parte dei redditi riconducibile
al rapporto di lavoro subordinato sia erogata da un altro soggetto, le
operazione di conguaglio sono effettuate dal datore di lavoro principale.

  
Lo rende noto l’Inps con circolare n. 20 del
31.1.2017. (in allegato)

 

 

C.G.I.L. INFORMA

 

01.02.2017
Si
comunica a tutte le colleghe ed i colleghi che sono stati
certificati gli Accordi sul Fondo 2015 relativo alle
Commissioni per il 2016.
 
Questo
permetterà l’erogazione nel mese di Aprile p.v. del premio
di performance per le Dogane (pari a circa 2000 € lordi
medi cadauno) e il Compenso incentivante per il Monopoli
(pari a circa 1700 € lordi medi cadauno).
 

Inoltre,
sempre nel mese di Aprile, saranno erogate le indennità
relative alle “Commissioni” dei Monopoli dell’anno 2016.
 

Infine,
per il personale delle Dogane, nel mese di Febbraio p.v.
saranno erogate le quote residue di produttività degli
anni 2006/2013 che ammontano a circa 900/1000 € lordi medi
cadauno per il personale attualmente in servizio dal 2006.
Diversamente spetterà la quota parte di competenza delle
annualità di presenza in servizio.            

Il Coordinatore Nazionale FP
CGIL
Agenzia

delle Dogane e dei Monopoli
Florindo Iervolino 

C.G.I.L. INFORMA

 

18.01.2017
L’Amministrazione ha comunicato che le colleghe e i colleghi interessati allo scorrimento delle graduatorie dei passaggi dalla 2^ alla 3^ Area Dogane firmeranno il contratto del nuovo inquadramento il 1 febbraio 2017.  
Con questo ultimo atto si chiude definitivamente e positivamente questa procedura che a regime ha portato al passaggio tutti i vincitori e idonei della procedura con oltre 1100 dipendenti di seconda area passati in terza area.       

Il Coordinatore Nazionale FP
CGIL
Agenzia

delle Dogane e dei Monopoli
Florindo Iervolino   

INPS – Incontro con il nuovo Direttore Generale

Ieri 31 gennaio il nuovo Direttore Generale ha incontrato
le organizzazioni sindacali per un breve saluto, ma è stata anche l’occasione
per comunicare che intende iniziare un nuovo percorso volto alla pacificazione
dei rapporti sia all’interno dell’Istituto che nelle relazioni sindacali, al
miglioramento delle condizioni di lavoro del personale, alla qualità dei
servizi, nonché al recupero dell’immagine dell’Istituto. Il D.G. ha
sottolineato che tale percorso sarà improntato al rispetto reciproco dei ruoli.

La Fp Cgil ha espresso
l’esigenza di una ripresa del confronto con l’Amministrazione sui tantissimi
temi in campo, invitando il D.G a programmare una serie di incontri serrati su specifici argomenti, a partire da: nuovo modello
di servizio,  vigilanza ispettiva, CRAL,
sicurezza e benessere organizzativo del personale. In particolare la FP
CGIL ha evidenziato che è necessario dare risposte efficaci al disagio dei
territori, tema non più rinviabile e che la FP CGIL ha sempre denunciato, in
passato, come elemento di forte criticità.

L’incontro si è concluso con
l’apertura del D.G. ad un confronto vero sui temi posti dalla CGIL.

In tempi brevi sarà infatti
attivato un tavolo di confronto sulla vigilanza e sul nuovo modello di
servizio.

 

Roma, 01.02.2017

 

 

 

Coordinatore nazionale

FP
CGIL INPS

Matteo
Ariano

NEWS

La Fp Cgil Medici su Sole 24 Sanità contro i tagli fordisti delle assunzioni : i medici non sono robot

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Insieme Più Forti, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa in campo per Fondo Perseo Sirio

#InsiemePiùForti per garantire più trasparenza, più competenza, più partecipazione, più democrazia, più futuro. Dietro queste parole si caratterizza la lista unitaria Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa per l’elezione dell’Assemblea dei delegati del Fondo Perseo Sirio, il fondo di previdenza complementare per le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego. I prossimi 21, 22 e 23 novembre si voterà, infatti, on line per eleggere i 30 membri dell’Assemblea dei delegati del Fondo: un momento cruciale per la costituzione dell’organo statutario che si occuperà della gestione di Perseo Sirio.

Cgil, Cisl e Uil di categoria sono in campo con una lista unitaria e hanno dato il via alla campagna elettorale con tutte le informazioni necessarie che si può seguire sul sito http://perseosirio-cgilcisluil.it/ e sui social media:
Facebook (https://www.facebook.com/InsiemePiuForti)
e Twitter (https://twitter.com/InsiemePiuForti).

Una lista unitaria, quella Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, formata da 60 nome di lavoratrici e lavoratori, rappresentativa dei comparti del pubblico impiego, puntando sui valori quali la trasparenza dei processi, la competenza nel settore, la partecipazione come metodo, l’esercizio della democrazia. Un insieme che guarda al futuro, attraverso l’impegno unitario, quello di ‘Insieme più forti’.

Dietro questi elementi si caratterizza il programma di  Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa che mette in campo una squadra di candidati di grande competenza e professionalità, rappresentativi di tutto il territorio nazionali e di tutti i segmenti della pubblica amministrazione, perché arrivi al Fondo la voce di tutto il vasto mondo del pubblico impiego. Per queste ragioni le categorie dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil sono in campo per questa campagna elettorale, che si caratterizza anche come uno stimolo alla conoscenza e all’adesione  per i dipendenti pubblici ad un fondo di previdenza complementare sicuro e redditizio che offre grandi vantaggi e che, soprattutto, rappresenta uno strumento di sostegno insostituibile per la tua futura pensione.
 Il tema del futuro del fondo e il bisogno che questo ha di avvalersi di competenze precise sono punti fondamentali della lista unitaria Cgil Cisl Uil e che diventano imprescindibili per gli importanti compiti che dovrà svolgere la prossima Assemblea dei delegati del Fondo Perseo Sirio. Tra questi, infatti, ci sono l’elezione del Consiglio di amministrazione del Collegio sindacale, l’approvazione del bilancio ed, eventualmente, la promozione di azioni di responsabilità e revoca dei componenti del Cda e del Collegio. Votare diventa così fondamentale, così come iscriversi al fondo è una scelta non più rinviabile se sei un dipendente pubblico. E col voto puoi fare la differenza, premiando la lista di Cgil Cisl e Uil ‘Insieme Più Forti’, i valori che professa, gli obbiettivi che si pone, le competenza che mette in campo.  

Carta dei diritti: i referendum e la proposta di legge

Cancellare i voucher e abrogare sia le norme che impediscono il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi sia quelle che limitano la responsabilità solidale degli appalti. È quanto chiede la Cgil nei tre quesiti referendari a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare: “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori“.

La Corte costituzionale, nella camera di consiglio dell’11 gennaio 2017, esaminerà l’ammissibilità delle richieste relative ai tre quesiti referendari. Richieste che sono state già state dichiarate conformi alla legge dalla Cassazione, con ordinanza depositatalo scorso 9 dicembre. In quella data infatti l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, presieduto da Maria Cristina Siotto, ha promosso i referendum del sindacato di Corso d’Italia che hanno come oggetto i seguenti temi:

1. la cancellazione del lavoro accessorio (voucher);
2. la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti;
3. nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti.

 


Cosa prevedono i referendum:

 

1. VOUCHER
Il 2015 ha visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, inventati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero.Sempre più spesso, però, attraverso l’utilizzo dei voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali. Vogliamo quindi cancellare i voucher perché non combattono il lavoro nero.

Anzi, il loro abuso determina una sommersione anziché un’emersione del lavoro nero e irregolare.
Per questo la Cgil chiede il referendum per l’abrogazione dei voucher usati in maniera “flessibile” e illegittima.

2. LICENZIAMENTI
Secondo la normativa vigente, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. La Cgil chiede il referendum per il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende sotto i 15 dipendenti, fino a 5 dipendenti.
Nelle aziende con meno di 5 addetti il reintegro non sarà automatico ma a discrezione del giudice. In caso di reintegro, sarà il lavoratore a scegliere il risarcimento congruo o il rientro. Il referendum vuole ripristinare un principio fondamentale di giustizia nel lavoro.

3. APPALTI
L’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti vuole difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando loro tutela dell’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo.
L’obiettivo è rendere il regime di responsabilità solidale omogeneo, applicabile in favore di tutti i lavoratori a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro. Ripristiniamo la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore, garantiamo la stessa dignità a tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, contribuiscono alla crescita aziendale.

Il 1 luglio scorso sono state depositate in Corte di Cassazione oltre 1,1 milioni di firme per ognuno dei tre quesiti.
Il 9 aprile è iniziata la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare e dei referendum.
Il 23 marzo i referendum sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n.69.

 
 

Infanzia: Fp Cgil, continua campagna 'Chiedo Asilo', 2 dicembre volantinaggio nei nidi


Sono un diritto ma la legge di Stabilità non prevede risorse

Roma, 30 novembre 2015

Continua e segna un nuovo passaggio la campagna
della Fp Cgil Nazionale ‘Chiedo Asilo’, per garantire dalla nascita il
diritto all’educazione e alla cura. Dopo l’indagine
sui 900 mila bambini in Italia esclusi dal ‘diritto d’asilo’, diffusa
alla vigilia della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, la categoria della Cgil dei servizi pubblici
promuove per mercoledì 2 dicembre una giornata di volantinaggio davanti
agli asili su tutto il territorio nazionale
.

Una giornata
scelta non a caso. Mercoledì, infatti, ricorre l’anniversario
dell’approvazione della legge sui nidi comunali del 1971. Per questo, a
distanza di 44 anni dal varo della legge, “il prossimo passaggio è –
spiega la Fp Cgil – trasformare i nidi da servizio a domanda individuale
a diritto educativo, per garantire ai bambini e alle bambine pari
opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco”.

Come
denunciato dalla Funzione Pubblica Cgil, infatti, oltre 900 mila
bambini in Italia, tra sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili
nido. Le ragioni sono da ricercare, sostiene la Fp, “prevalentemente nel
binomio scarsa offerta pubblica e esosa offerta privata”. In questo
binomio si inserisce la legge ‘Buona scuola’ che, tra le altre cose,
prevede la trasformazione del nido da servizio a diritto, “eppure –
denuncia la Fp Cgil –  la legge di Stabilità non stanzia risorse per
realizzare questo passaggio. Al contrario, si continua a porre vincoli
per i Comuni, che impediscono l’utilizzo delle risorse necessarie
all’apertura di nuove strutture e alle assunzioni del personale
indispensabile per farle funzionare”.

Oggi l’offerta complessiva
di nidi – pubblici e privati – copre, come ha testimoniato la Fp Cgil,
una fascia di bambini da zero a due anni, pari a circa il 18% del totale
del fabbisogno (meno di 300.000 bambine e bambini) . Una percentuale
lontana dai parametri previsti dall’Unione Europea del 33% di copertura.
Per queste ragioni la Fp Cgil ha deciso questa campagna di informazione
e sensibilizzazione (sui social con l’hashtag #ChiedoAsilo) e la
giornata di volantinaggio di mercoledì, afferma, “segnerà un nuovo
passaggio per rivendicare il diritto all’asilo per tutti, partendo dal
riconoscimento dell’importanza del lavoro svolto dagli educatori e dagli
insegnanti”.

 
 
 
 
 
 

 

Infanzia: Report Fp Cgil, 900 mila bambini in Italia senza diritto d'asilo nido

Categoria lancia campagna in occasione giornata mondiale, servono risorse in legge stabilità

Roma, 19 novembre 2015

Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra
sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Per motivi diversi:
in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per
l’impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e
l’esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione
della Fp Cgil Nazionale condotta sui dati Istat relativi all’offerta
comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima
infanzia in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della
popolazione residente.

Una elaborazione prodotta in vista della
‘Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia’ (20 novembre) e per
promuovere e accompagnare una campagna della categoria dei servizi
pubblici della Cgil sugli asili nido, dietro le parole:
#ChiedoAsilo. Dalle elaborazioni della Fp Cgil, infatti, emerge
un bacino enorme di bambini esclusi dal ‘diritto d’asilo’ e “condannati,
allo stato dei fatti, ad esserlo ancora a lungo”. La legge di
Stabilità, infatti, non prevede alcuna risorsa per finanziare il
progetto, previsto dalla legge cosiddetta ‘buona scuola’, di fare dello
0-3 non più un servizio a domanda individuale ma un diritto universale,
equiparandolo alla scuola d’infanzia.

Entrando nel dettaglio della elaborazione, la Fp Cgil rileva come nel report dell’istituto statistico (relativo al 2012),
l’offerta complessiva di asilo nido e di micro nidi per la prima
infanzia – pubblici e privati – copra una fascia di bambini da zero a
due anni pari al 17,9% (ovvero 17,9 posti ogni 100 bambini) pari a
289.851 bambine e bambini. Una percentuale lontana non solo dalla
media dei paesi scandinavi, che si aggira intorno al 50%, ma anche dalla
(passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una
copertura pari al 33%.

Per converso, quindi, questi 290 mila ‘fortunati’ bambini rappresentano una piccola quota parte:
sono, infatti, oltre 908 mila, stima la Fp Cgil, quelli esclusi,
ovviamente per ragioni diverse ma che per la gran parte hanno a che fare
con il binomio scarsa offerta ed esose rette nel privato. “Una mole
enorme di bambine e bambini ai quali non viene garantito loro un diritto
che gli spetta e che, al momento, non possono usufruire del servizio,
per la carenza di strutture pubbliche o per i costi enormi delle
private”, afferma il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico
Bozzanca, aggiungendo che “questo dato rimarrà tale senza che ci siano
fatti concreti, oltre la retorica dei mille asili in mille giorni”

Totale posti disponibili – Il dato di circa 290 mila bambini,
compresi tra sei mesi e due anni, è il frutto dei 146.647 iscritti agli
asili comunali, di 45.058 ad asili nido comunali con gestione affidata a
terzi, di 29.932 in asili nido privati con riserva di posti, di 13.581
bambine e bambini che usufruiscono di contributi alle famiglie per la
frequenza ad asili nido pubblici o privati, compresi i voucher.
Il totale in questo caso è pari a 193.160 coperti dall’offerta finanziata complessivamente dal publico. A questo numero vanno aggiunti
i 96.691 che si ritrovano in strutture totalmente private, senza alcun contributo quindi pubblico ma a carico totale delle famiglie, che porta
il numero complessivo a 289.851 (qui il grafico:

https://infogr.am/bambini_esclusi_asili_nido). Una mole di bambine e bambini divisi tra
le 3.656 strutture a titolarità pubblica e le 5.214 a titolarità privata, per un totale di asili nido e micro nidi pari a 8.870.

Totale esclusi dal ‘diritto d’asilo’ – La stima di oltre 900 mila
bambini senza ‘diritto d’asilo’, fatta sugli ultimi dati Istat
disponibili, si rileva dal totale delle nascita dal 2010 ai primi due
mesi del 2012, in modo tale da avere il numero complessivo di bambini
(dai sei mesi ai due anni) potenzialmente disponibili all’asilo a
partire dall’anno 2012/2013. Si sommano quindi i 561.944 nati nel 2010, i
546.585 nati nel 2011 e la stima dei nati nei primi due mesi del 2012,
pari a 89.587.
Per un totale pari a 1.198.116 ai quali vanno sottratti i 289.851
che, tra pubblico e privato, ‘godono’ di un posto al nido. Si arriva
così a 908.535 bambine e bambini fuori dal circuito, senza quindi asilo. (qui il grafico:
https://infogr.am/bambini_con_diritto_asilo)

La buona scuola e la legge di Stabilità – Oltre 900 mila bambini
depredati da un vero e proprio diritto. La buona scuola, infatti,
afferma la Funzione Pubblica Cgil, “ha inglobato il disegno di legge
Puglisi, finalizzato ad inserire in un sistema integrato di educazione e
istruzione nidi e scuole dell’infanzia per fare dei primi, come lo sono
i secondi, un diritto universale e non più un servizio (non
obbligatorio né gratuito) a domanda individuale”. Ma, aggiunge Bozzanca,
“questo progetto ha bisogno, oltre ad uno specifico decreto attuativo,
di risorse, di ingenti risorse, che la legge di Stabilità però non
prevede”.

Obiettivi, tra nodo risorse e personale – La spesa pubblica per
le strutture attualmente esistenti, quella cioè in carico ai comuni, si
aggira intorno a 1,3 miliardi di euro, che sale a 1,6 contemplando anche
la quota degli utenti per le strutture private. Il tutto per un
servizio che va da una copertura del 24,8% dell’Emilia Romagna al 2%
della Campania, per una media (solo per quanto riguarda il ruolo
pubblico) dell’11,9%. L’offerta al momento, da quella a vario titolo
pubblica a quella totalmente privata, conta (come visto) 8.870
strutture.
Per raggiungere il livello previsto dalla strategia di Lisbona
dovremmo incrementare le strutture di 1.700 unità, per poter garantire
il diritto all’asilo a circa 100 mila bambini e raggiungere quindi il
livello di 33 posti disponibili ogni 100 bambini. Per questo, fa sapere
la Fp Cgil, servirebbe assumere almeno 20 mila lavoratori.

I dati di questo report, osserva ancora il segretario nazionale
della Fp, “non solo dimostrano come sia lontanissimo l’obiettivo di
mille asili in mille giorni ma sono soprattutto il risultato di una
‘collisione’ tra il blocco del turn over e i tagli agli enti locali. Un
binomio che ha generato un arretramento dell’offerta che rischia di
mettere in crisi un servizio, anche laddove è sempre stato un fiore
all’occhiello in ambio internazionale”.

In attesa quindi che vengano erogate risorse, per rendere esigibile
il diritto all’asilo per i bambini, secondo Bozzanca, “serve dare una
risposta al profondo disagio delle lavoratrici e dei lavoratori che in
questi anni hanno sofferto di bassi salari, di scarsa attenzione alla
tutela della salute e di nessuna formazione. Senza contare la stretta
prodotta dall’allungamento dell’età pensionabile e il blocco del turn
over, che per un verso tiene fuori nuovi lavoratori e per l’altro ha
fatto crescere il precariato. Oltre le promesse che possono funzionare
per fare un bel titolo, quindi, come era il mille asili in mille giorni,
servono fatti concreti, a partire da un finanziamento in legge di
Stabilità che possa dare una prima risposta a tutti i soggetti, ai
bambini, ai lavoratori e alle intere comunità”, conclude. 

Categoria lancia campagna in occasione giornata mondiale, servono risorse in legge stabilità

Roma, 19 novembre 2015

Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra
sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Per motivi diversi:
in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per
l’impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e
l’esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione
della Fp Cgil Nazionale condotta sui dati Istat relativi all’offerta
comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima
infanzia in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della
popolazione residente.

Una elaborazione prodotta in vista della
‘Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia’ (20 novembre) e per
promuovere e accompagnare una campagna della categoria dei servizi
pubblici della Cgil sugli asili nido, dietro le parole:
#ChiedoAsilo. Dalle elaborazioni della Fp Cgil, infatti, emerge
un bacino enorme di bambini esclusi dal ‘diritto d’asilo’ e “condannati,
allo stato dei fatti, ad esserlo ancora a lungo”. La legge di
Stabilità, infatti, non prevede alcuna risorsa per finanziare il
progetto, previsto dalla legge cosiddetta ‘buona scuola’, di fare dello
0-3 non più un servizio a domanda individuale ma un diritto universale,
equiparandolo alla scuola d’infanzia.

Entrando nel dettaglio della elaborazione, la Fp Cgil rileva come nel report dell’istituto statistico (relativo al 2012),
l’offerta complessiva di asilo nido e di micro nidi per la prima
infanzia – pubblici e privati – copra una fascia di bambini da zero a
due anni pari al 17,9% (ovvero 17,9 posti ogni 100 bambini) pari a
289.851 bambine e bambini. Una percentuale lontana non solo dalla
media dei paesi scandinavi, che si aggira intorno al 50%, ma anche dalla
(passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una
copertura pari al 33%.

Per converso, quindi, questi 290 mila ‘fortunati’ bambini rappresentano una piccola quota parte:
sono, infatti, oltre 908 mila, stima la Fp Cgil, quelli esclusi,
ovviamente per ragioni diverse ma che per la gran parte hanno a che fare
con il binomio scarsa offerta ed esose rette nel privato. “Una mole
enorme di bambine e bambini ai quali non viene garantito loro un diritto
che gli spetta e che, al momento, non possono usufruire del servizio,
per la carenza di strutture pubbliche o per i costi enormi delle
private”, afferma il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico
Bozzanca, aggiungendo che “questo dato rimarrà tale senza che ci siano
fatti concreti, oltre la retorica dei mille asili in mille giorni”

Totale posti disponibili – Il dato di circa 290 mila bambini,
compresi tra sei mesi e due anni, è il frutto dei 146.647 iscritti agli
asili comunali, di 45.058 ad asili nido comunali con gestione affidata a
terzi, di 29.932 in asili nido privati con riserva di posti, di 13.581
bambine e bambini che usufruiscono di contributi alle famiglie per la
frequenza ad asili nido pubblici o privati, compresi i voucher.
Il totale in questo caso è pari a 193.160 coperti dall’offerta finanziata complessivamente dal publico. A questo numero vanno aggiunti
i 96.691 che si ritrovano in strutture totalmente private, senza alcun contributo quindi pubblico ma a carico totale delle famiglie, che porta
il numero complessivo a 289.851 (qui il grafico:

https://infogr.am/bambini_esclusi_asili_nido). Una mole di bambine e bambini divisi tra
le 3.656 strutture a titolarità pubblica e le 5.214 a titolarità privata, per un totale di asili nido e micro nidi pari a 8.870.

Totale esclusi dal ‘diritto d’asilo’ – La stima di oltre 900 mila
bambini senza ‘diritto d’asilo’, fatta sugli ultimi dati Istat
disponibili, si rileva dal totale delle nascita dal 2010 ai primi due
mesi del 2012, in modo tale da avere il numero complessivo di bambini
(dai sei mesi ai due anni) potenzialmente disponibili all’asilo a
partire dall’anno 2012/2013. Si sommano quindi i 561.944 nati nel 2010, i
546.585 nati nel 2011 e la stima dei nati nei primi due mesi del 2012,
pari a 89.587.
Per un totale pari a 1.198.116 ai quali vanno sottratti i 289.851
che, tra pubblico e privato, ‘godono’ di un posto al nido. Si arriva
così a 908.535 bambine e bambini fuori dal circuito, senza quindi asilo. (qui il grafico:
https://infogr.am/bambini_con_diritto_asilo)

La buona scuola e la legge di Stabilità – Oltre 900 mila bambini
depredati da un vero e proprio diritto. La buona scuola, infatti,
afferma la Funzione Pubblica Cgil, “ha inglobato il disegno di legge
Puglisi, finalizzato ad inserire in un sistema integrato di educazione e
istruzione nidi e scuole dell’infanzia per fare dei primi, come lo sono
i secondi, un diritto universale e non più un servizio (non
obbligatorio né gratuito) a domanda individuale”. Ma, aggiunge Bozzanca,
“questo progetto ha bisogno, oltre ad uno specifico decreto attuativo,
di risorse, di ingenti risorse, che la legge di Stabilità però non
prevede”.

Obiettivi, tra nodo risorse e personale – La spesa pubblica per
le strutture attualmente esistenti, quella cioè in carico ai comuni, si
aggira intorno a 1,3 miliardi di euro, che sale a 1,6 contemplando anche
la quota degli utenti per le strutture private. Il tutto per un
servizio che va da una copertura del 24,8% dell’Emilia Romagna al 2%
della Campania, per una media (solo per quanto riguarda il ruolo
pubblico) dell’11,9%. L’offerta al momento, da quella a vario titolo
pubblica a quella totalmente privata, conta (come visto) 8.870
strutture.
Per raggiungere il livello previsto dalla strategia di Lisbona
dovremmo incrementare le strutture di 1.700 unità, per poter garantire
il diritto all’asilo a circa 100 mila bambini e raggiungere quindi il
livello di 33 posti disponibili ogni 100 bambini. Per questo, fa sapere
la Fp Cgil, servirebbe assumere almeno 20 mila lavoratori.

I dati di questo report, osserva ancora il segretario nazionale
della Fp, “non solo dimostrano come sia lontanissimo l’obiettivo di
mille asili in mille giorni ma sono soprattutto il risultato di una
‘collisione’ tra il blocco del turn over e i tagli agli enti locali. Un
binomio che ha generato un arretramento dell’offerta che rischia di
mettere in crisi un servizio, anche laddove è sempre stato un fiore
all’occhiello in ambio internazionale”.

In attesa quindi che vengano erogate risorse, per rendere esigibile
il diritto all’asilo per i bambini, secondo Bozzanca, “serve dare una
risposta al profondo disagio delle lavoratrici e dei lavoratori che in
questi anni hanno sofferto di bassi salari, di scarsa attenzione alla
tutela della salute e di nessuna formazione. Senza contare la stretta
prodotta dall’allungamento dell’età pensionabile e il blocco del turn
over, che per un verso tiene fuori nuovi lavoratori e per l’altro ha
fatto crescere il precariato. Oltre le promesse che possono funzionare
per fare un bel titolo, quindi, come era il mille asili in mille giorni,
servono fatti concreti, a partire da un finanziamento in legge di
Stabilità che possa dare una prima risposta a tutti i soggetti, ai
bambini, ai lavoratori e alle intere comunità”, conclude. 

 
 

 

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