Nutrito ordine del giorno, oggi, al tavolo di contrattazione nazionale. Come avevamo anticipato, si è anzitutto discusso dei cambi di profilo, a seguito dell’esame, da parte della Commissione di valutazione preposta, delle varie domande presentate. La documentazione relativa all’argomento in questione ci è stata trasmessa soltanto
durante la riunione, pertanto non è stato possibile esaminarla con la dovuta cura.
L’Amministrazione, nel corso della illustrazione del lavoro della predetta Commissione, ha ritenuto di voler congelare temporaneamente le domande relative al passaggio da infermiere ad amministrativo, in quanto a giorni dovrebbe essere pubblicato un bando intercompartimentale per far transitare in comando in Inps 63 infermieri, all’esito del quale procederà alla definizione delle relative domande pendenti. Riguardo agli altri cambi di profilo previsti (da amministrativo a infermiere, da amministrativo a geometra e da amministrativo a informatico), abbiamo concordato un rinvio al 30 luglio p.v., per poter verificare meglio gli esiti.
Nell’ambito del secondo argomento in discussione, “Problematiche in fase di definizione relative al personale delle Aree”, abbiamo posto diverse questioni, partendo anzitutto dallo smart-working. Visto che, ai sensi del DL “Rilancio” così come convertito, dal 16 settembre esso non sarà più modalità ordinaria di lavoro nella Pubblica Amministrazione e considerato altresì il nuovo protocollo sul rientro in sicurezza negli uffici pubblici, siglato tra la Ministra Dadone e le OO.SS. in questi giorni, secondo cui sul tema è necessario confrontarsi, per ciascuna Amministrazione, a livello sindacale, abbiamo evidenziato il ritardo accumulato sul tema e la necessità di addivenire a un nuovo accordo improrogabilmente entro la scadenza fissata dal legislatore, per evitare
pericolose lacune. A tal proposito, abbiamo evidenziato che l’odierno messaggio Hermes 2959 rischia di far fare un passo indietro rispetto al concetto stesso di lavoro agile. Difatti, se si tratta di una modalità lavorativa che prescinde dalla presenza fisica in ufficio, appare contraddittorio continuare a prevedere il rispetto dell’orario
ordinario di lavoro giornaliero, per le giornate di rientro in ufficio, come invece scritto nel suddetto messaggio. Nell’ambito dell’accordo che andremo a discutere torneremo di certo a porre l’attenzione sul tema, così come ribadiremo la compatibilità fra smartworking e gli istituti previsti dal CCNL ovvero dal CCNI. Già nel corso dell’incontro odierno, intanto, abbiamo ribadito la necessità di risolvere il problema tecnico della incompatibilità fra assemblee orarie e smart-working ovvero tra indennità di sportello e smart-working.
Ulteriore tema posto riguarda le progressioni verticali. Al riguardo, ci è stato assicurato che il bando è pronto, così come la banca dati da cui estrarre le domande. Si resta in attesa di un parere finale da parte della Ragioneria Generale dello Stato che, a quanto ci è stato detto, dovrebbe arrivare entro questa settimana. Con quest’ulteriore
passaggio si potrà finalmente dare il via all’intera procedura. Considerando che si tratta di questione che si trascina ormai da troppo tempo, abbiamo chiesto – nel caso di ulteriori ritardi da parte degli organi di controllo – di procedere ugualmente in tempi rapidissimi, avviando la selezione per i posti previsti per il 2019, integrandoli in
corso d’opera con quelli per il 2020.
Terzo argomento riguarda le assegnazioni temporanee, strettamente legato alla scadenza dello smart-working. Infatti, finora questo ha consentito a diversi colleghi di rientrare nelle proprie città, continuando a lavorare senza grosse difficoltà per la Sede di appartenenza. Proprio alla luce di questo, abbiamo chiesto all’Amministrazione di
valutare il trasferimento di questi colleghi, così da consolidare la loro posizione. Ci è stato risposto che al momento si procederà con una proroga degli effetti del messaggio n.2158 sino a fine anno per i titolari di 104 ed i genitori di figli di età inferiore a 3 anni, mentre per coloro la cui domanda non ha ancora ricevuto risposta abbiamo avuto rassicurazioni che continueranno a lavorare in smart working, anche loro sino alla fine dell’anno, escludendoli dai rientri in presenza fisica nella Sede di appartenenza. Sempre relativamente ai colleghi in assegnazione temporanea, abbiamo nuovamente posto l’attenzione sulla non spendibilità dei buoni pasto; su questo, l’Amministrazione sta facendo verifiche su possibili soluzioni tecniche, per ovviare al problema.
Abbiamo inoltre saputo che sono in corso degli incontri – con gli altri Enti interessati – sul tema della vigilanza, per trovare una soluzione al tema del ruolo a esaurimento.
Sempre in tema di assunzioni, ci è stato comunicato che è di prossima pubblicazione in GU il bando per l’assunzione di legali e che si attende la delibera di approvazione, da parte del CdA, del concorso per primari, per concluderlo entro dicembre prossimo.
Abbiamo anche ribadito la richiesta di applicare l’aliquota prevista dalla tassazione separata sui saldi dell’incentivo 2019 e il recupero della tassazione di miglior favore su quelli del 2018 in modo celere, possibilmente già con lo stipendio di agosto prossimo.
Infine, abbiamo sollecitato l’Amministrazione a far partire – come ci era stato garantito – la raccolta di fondi in favore della famiglia del collega di Ferrara, tristemente scomparso nei mesi scorsi.
Roma, 27 luglio 2020
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
CONFINTESA/FP
Francesco Viola
CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti
Verso un piano di valorizzazione più equilibrato: proviamo a renderlo più utile.
Abbiamo avuto un confronto ulteriore sul piano di valorizzazione 2020 e sull’accordo che riguarda i progetti autofinanziati dai musei autonomi a valere sugli incassi di bigliettazione. Il confronto si è svolto in presenza della DG Musei che in precedenza ci aveva presentato una proposta di piano di valorizzazione che sostanzialmente ricalca quella dell’anno precedente, forte anche dei risultati ottenuti che hanno garantito di utilizzare l’83% del plafond dei 5 milioni di euro disponibili.
I problemi che abbiamo posto al tavolo sono due: il primo è relativo alla novità normativa che ha dato origine alla possibilità di progetti autofinanziati per i musei autonomi e che comporta la necessità di operare un parziale riequilibrio tramite la revisione delle somme assegnate nella proposta della DG Musei, ed il secondo è invece riferito al contesto di emergenza che pone un riflessione sulla qualità delle iniziative proposte, in particolare in riferimento al sistema delle aperture straordinarie molto condizionato dall’andamento della pandemia e comunque dalla persistente necessità del mantenimento di tutte le misure di sicurezza necessarie a tutela della salute pubblica.
La riunione ha avuto un esito positivo ed è sfociata in una dichiarazione congiunta che impegna le parti ad una revisione del piano nelle more della prossima riunione calendarizzata nella prossima settimana.
Naturalmente non sarà facile garantire un risultato pieno, in assenza di dati importanti, quali ad esempio la programmazione delle attività progettuali da parte dei musei e istituti autonomi interessati dalla norma. Ed in questo caso si sconta un ritardo applicativo che adesso pone l’urgenza di un accordo nazionale che è vincolante per evitare di perdere queste risorse ma che si farà per forza al buio in assenza appunto dei dati sulla programmazione. Anche in questo ambito si corre pertanto il rischio di sperequazione a favore dei siti con maggiori incassi con i siti minori o gli Istituti che non hanno incassi da bigliettazione che devono sperare nell’assegnazione possibile del 20% di queste risorse utilizzabili da parte della DG Musei ai fini del riequilibrio. Per tale motivo appare estremamente importante conoscere anche tramite specifiche richieste avanzate in sede territoriale ai singoli direttori di avere la programmazione di queste attività che, ricordiamo, possono coprire
fino al 15% del reddito annuo del lavoratore. Di conseguenza va individuato anche il limite contabile delle risorse potenzialmente disponibili, limite che poi, secondo questa singolare norma, dovrà essere applicato al singolo lavoratore per definirne il compenso massimo raggiungibile nell’anno.
Come potete notare si tratta di passaggi complicati che è bene cominciare ad attivare altrimenti questi progetti corrono seri rischi di rimanere lettera morta.
Il secondo aspetto riguarda i contenuti delle iniziative: per noi certamente devono rimanere in programma
le Giornate Europee del Patrimonio, la Domenica delle Carte, le giornate del Patrimonio nascosto, che rimangono utili strumenti di promozione culturale diffusa che peraltro in alcuni dei loro settori vanno rafforzati.
I giovani al Museo ce li deve portare la Scuola.
Per quanto riguarda il piano delle aperture straordinarie, che verrà ridimensionato comunque, manteniamo
delle perplessità sulla sua fattibilità e per tale motivo riteniamo che devono essere individuate delle soluzioni alternative, anche praticabili in itinere. Da questo punto di vista è apprezzabile la soluzione proposta dalla DG Musei che riguarda la possibilità di produrre eventi digitali ma noi non riteniamo che sia sufficiente: Per questo motivo, accogliendo lo spirito di una mozione approvata dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali, abbiamo chiesto di inserire nel piano la possibilità di fare convenzioni con gli Uffici Scolastici Regionali al fine di promuovere la conoscenza del nostro patrimonio culturale e del lavoro e della cura che occorre per il suo mantenimento. Iniziative che peraltro possono attraversare trasversalmente tutti i progetti previsti e qualificarli. Una straordinaria occasione di vera promozione del nostro patrimonio culturale tramite una azione qualificante
rivolta ai nostri giovani per dare loro la possibilità di comprendere l’importanza del nostro patrimonio culturale, questo crediamo sia il contributo che in un momento come questo occorre dare se veramente si vuole operare per rilanciare il ruolo della cultura nella nostro paese.
Vedremo e vi terremo informati.
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale
NON SOLO CAMBI DI PROFILO
Il prossimo 27 luglio è convocata una riunione del Tavolo nazionale con all’ordine del giorno il tema dei cambi di profilo alla luce dell’accordo sottoscritto il 30 aprile 2020, dei successivi interpelli banditi per l’accesso ai profili specialistici dalle Direzioni regionali e dalla Direzione centrale Risorse umane per il personale della Direzione generale e delle domande presentate per l’accesso al profilo amministrativo. In questi giorni la Commissione di valutazione, prevista dall’articolo 4 dell’Accordo in materia di mobilità orizzontale tra i profili previsti nel vigente sistema organizzativo, sta concludendo il lavoro istruttorio in vista del confronto con le organizzazioni sindacali e della successiva proposta al Direttore generale cui spetta, lo ricordiamo, la decisione con propria determinazione, sentito il parere obbligatorio, ma non vincolante della stessa Commissione.
In questa sede, non avendo cognizione del lavoro svolto dalla Commissione di valutazione e della proposta che sarà presentata, possiamo solo formulare l’auspicio che l’Istituto, dopo 4 anni di blocco dei cambi di profilo per inerzia non delle organizzazioni sindacali, che hanno sollecitato, ripetutamente, negli anni l’attivazione della relativa procedura, ma per “pigrizia” di un’Amministrazione indolente, accolga il maggior numero possibile di istanze.
All’ordine del giorno della riunione di giorno 27 luglio rappresentiamo, come abbiamo già scritto lo scorso 15 luglio, l’esigenza di discutere e confrontarci con l’Amministrazione su una serie di argomenti, catalogabili nelle “Problematiche in fase di definizione relative al personale delle Aree”, già “sviscerati” nei nostri ultimi comunicati e ci riferiamo in particolare alle progressioni verticali, alla disciplina dello smart working ed alla proroga delle assegnazioni provvisorie.
Sul tema delle progressioni verticali avevamo già sollecitato l’Amministrazione, lo scorso 15 luglio, a predisporre tutti gli atti propedeutici, compreso il collaudo delle relative procedure, alla pubblicazione dei bandi e dell’archivio dei quiz da cui saranno estratte le domande oggetto delle future prove. Ad oggi ci risulta che gli uffici abbiano predisposto tutti gli atti per i quali si attende la semplice pubblicazione sulla intranet dell’Istituto impegnato, su questo versante, in un serrato confronto con i Ministeri vigilanti che hanno sollevato rilievi, del tutto superabili, sulla corretta metodologia seguita dall’Istituto nella definizione del Piano Triennale dei fabbisogni di personale 2020/2022 deliberato dal CdA. In attesa che sia chiarita la corretta metodologia da seguire nella quantificazione dei costi del personale e conseguentemente anche dei numeri ad essi collegati, auspicando che il MEF faccia pace con se stesso e con gli atti di indirizzo diramati in passato, chiediamo all’Amministrazione che proceda nei prossimi giorni alla pubblicazione dei bandi e della banca-dati dei quiz in modo da consentire al personale interessato di presentare le relative istanze ed organizzare per tempo la preparazione alla prova scritta rispetto alla quale gli stessi quiz rischiano, con il trascorrere delle settimane,di diventare non più attuali! Ogni ulteriore indugio su questo argomento sarebbe deleterio ed è ora che l’Amministrazione eserciti la sua autonomia nel rispetto dei ruoli verso i Ministeri vigilanti.
Sullo smart-working, alla luce delle modifiche introdotte con la conversione in legge del dl n. 34/2020, che definiscono il lavoro agile la modalità ordinaria di lavoro nella PA fino al 15 settembre prossimo ribadiamo quanto scritto nel nostro comunicato del 20 luglio scorso circa la necessità di una discussione a tutto campo sul lavoro agile, con un tavolo specifico dedicato. L’argomento si incastra perfettamente con l’accordo da noi sottoscritto lo scorso 3 giugno e nella direzione che abbiamo inteso tracciare, considerando che l’art. 263 del
Decreto Rilancio prevede espressamente che le Pubbliche Amministrazioni “organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’artico lazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile”.
Ultimo tema, non certo per importanza, è quello delle assegnazioni provvisorie fuori regione. Abbiamo già rappresentato all’Amministrazione la necessità di provvedere, per tempo, in ordine al rinnovo delle assegnazioni visto l’approssimarsi del 31 luglio 2020 quale termine finale, fissato dal messaggio Hermes n.2158/2020, preclusivo al richiamo in sede, da parte dei direttori, dei colleghi aventi titolo alle assegnazioni temporanee o alla relativa proroga. Su questo argomento sollecitiamo nuovamente la Tecnostruttura a confrontarsi con le organizzazioni sindacali in modo da individuare soluzioni condivise, proroga o adozione
ex novo delle assegnazioni temporanee oppure trasferimento d’ufficio, perfettamente compatibile con le norme del Testo Unico del Pubblico Impiego, che diano serenità lavorativa ai colleghi coinvolti, nell’interesse delle stessa Amministrazione.
Con l’occasione, così come abbiamo già fatto per le vie brevi nelle scorse settimane, invitiamo l’Amministrazione ad individuare delle soluzioni interne in ordine alla problematica della spendibilità dei buoni pasto fuori regione di appartenenza, spendibilità oggi preclusa fuori dall’ambito geografico dei relativi lotti Consip e che rischia di rendere inutilizzabile ciò che è diventato ormai salario reale.
Su questi e su altri temi ci aspettiamo delle risposte dall’Amministrazione lunedì 27 luglio.
Roma, 24 luglio 2020
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
CONFINTESA/FP
Francesco Viola
CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti
Trento – Bolzano 23 luglio 2020
Preg.mi Sigg. Presidente Regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol
c.a. A. Kompatscher
Presidente Provincia Autonoma di Trento
c.a. M. Fugatti
Presidente Provincia Autonoma di Bolzano
c.a. A. Kompatscher
Presidente Commissione dei Dodici
c.a. F. Scalet
OGGETTO: Schema di norma di attuazione dello statuto speciale per la Regione Trentino Alto Adige/Sudtirol recante modificazioni al DPR 15 luglio 1988, n. 305, in materia di “Norme di attuazione dello statuto speciale per la Regione Trentino Alto Adige/Sudtirol per l’istituzione delle Sezioni di Controllo della Corte dei Conti di Trento e Bolzano” e per il personale ad esse addetto e delega di funzioni statali.
In relazione allo Schema indicato in oggetto, le scriventi OO.SS. hanno tenuto un’Assemblea unitaria del personale della Corte dei Conti di Trento e Bolzano da cui è emersa la ferma opposizione all’ipotesi di delega di funzioni di cui al citato schema, con le motivazioni
indicate nell’Odg. (allegato).
Tanto premesso le scriventi OO.SS. chiedono urgente incontro con le SS.LL. per un confronto di merito.
In attesa, cordiali saluti.
p. Fp Cgil del Trentino e dell’Alto Adige
i Segretari Generali: L. Diaspro – A. Hofer
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Dr. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
Dr.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione
Dott. Lucio Bedetta
Direttore Generale del bilancio e della contabilità
Dr. Renato Romano
Direttore Generale Ufficio centrale degli Archivi notarili
E, p.c,: Dr. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto
Oggetto: convocazione del 29 luglio per la negoziazione del FRD 2019
Con riferimento all’oggetto le scriventi OO.SS. chiedono di acquisire preventivamente alla data di convocazione, nei tempi utili a consentire gli opportuni approfondimenti, la formale proposta dell’Amministrazione, corredata dalle schede relative alla contabilità del Fondo, con riferimento agli stanziamenti di competenza l’esercizio finanziario 2019 e quelli derivanti da eventuali economie maturate negli esercizi precedenti e/o assegnate in sede di assestamento di bilancio.
Quanto sopra al fine di procedere celermente alla definizione eventuale di una ipotesi di accordo, consentendo alle parti sociali di avere un quadro completo della situazione contabile, anche con riferimento agli obiettivi programmatici già avviati in occasione della negoziazione del Fondo 2018.
Con l’occasione, sottolineando che siamo nel prosieguo della negoziazione e, al momento, non pare possibile ipotizzarne la conclusione già nella riunione programmata, si invita codesta Amministrazione a garantire la partecipazione allargata, anche tramite la possibilità di ampliamento degli accessi collegamento in videoconferenza, alle delegazioni che rappresentano i Dipartimenti in indirizzo.
Nel restare in attesa di formale riscontro si porgono distinti saluti.
Roma, 23 luglio 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni / Prestini Marra Amoroso
RESOCONTO RIUNIONE CON IL DR. REZZA, DIRETTORE GENERALE DELLA PREVENZIONE
SANITARIA – 21 LUGLIO 2020
Ieri 21 luglio 2020, alle ore 12.00 dopo varie richieste di incontro senza esito, rivolte da tempo all’ormai ex Direttore della Direzione generale della prevenzione (D’Amario), finalmente ieri i coordinatori nazionali di CISLFP e FPCGIL, accompagnati da due rappresentanti territoriali, hanno avuto un lungo confronto col neo Direttore, il prof. Giovanni Rezza.
Come sindacali abbiamo “aperto” alcuni fascicoli, su temi da troppo tempo “appoggiati” in un cassetto dalla Amm.ne o dalla dirigenza DGPREV: interessano a chi lavora nella rete di uffici periferici USMAF-SASN.
1) E’ stato ripercorso il lungo giro di sigle, firme, osservazioni ed inazioni del nuovo Accordo Collettivo Nazionale per il personale sanitario non medico, operante nei poliambulatori SASN. Deve sostituire il precedente, pubblicato con Decreto del Ministro nel lontano 2012. Abbiamo chiesto di chiarire come mai, pur se siglato già a
dicembre scorso e poi oggetto di osservazioni di un organo di controllo ai primi di marzo, sia stato rifirmato dai sindacati, che s’erano mossi per sollecitare il competente Ufficio, ma ad oggi non si ha notizia alcuna, neppure se sia tornato al Ministero e se finalmente la Direzione generale sia redigendo il relativo Decreto a firma del Ministro Speranza, per la validazione e pubblicazione. Come CISL e CGIL abbiamo ribadito il danno economico, che i colleghi subiscono dopo oltre 8 anni dal precedente e, soprattutto, il danno irreparabile alla fruizione di diritti migliorativi, inseriti nella parte giuridica dell’ACN. Il prof. Rezza ha dato indicazioni dal Direttore dell’Ufficio 1 della DGPREV di comprendere lo stato della procedura e sollecitare l’Ufficio 10 in tal senso.
2) All’interno del vecchio e del nuovo ACN vi sono norme che regolano eventuali situazioni di incompatibilità, tra l’attività professionale sanitaria svolta da infermieri, tecnici sanitari di radiologia medica, fisioterapisti e tecnici di laboratori SASN ed eventuali altre attività esterne. Più volte come sindacati abbiamo e lamentele sull’interpretazione, restrittiva e non fondata su effettivi conflitti di interesse, usata dall’Ufficio 10 DGPREV o da singoli Direttori USMAF-SASN.
Abbiamo lamentato al prof. Rezza tali interpretazioni, chiedendogli di adoperarsi per una revisione degli orientamenti o, in subordine, per portare i dubbi sull’interpretazione di un articolo di contratto, alla giusta sede di confronto: l’esame congiunto tra Amm.ne e OO.SS.
3) Il trattamento giuridico, restrittivo e discriminatorio, applicato a tale personale dalla DGPREV ha portato a parlare del percorso di stabilizzazione e inserimento negli organici di tale personale, più volte promesso anche a livello di segreterie tecnicopolitiche degli ultimi Ministri e mai negato (anzi!) dagli ultimi direttori generali esterni succedutisi alla DGPREV. Presente il Direttore del competente Ufficio 1, come sindacati abbiamo più volte ricordato l’apparente omissione di proposte formali della DGPREV, sia nella redazione dei fabbisogni pluriennali del personale, sia all’atto della recentissima revisione parziale dei profili professionali, per mettere i binari giusti e legittimi sul percorso già posto dalla c.d. Riforma Madia; ancora aperto eppure ancora non percorso con coraggio dalla Dirigenza della DGPREV. Il prof Rezza ha assicurato di riesaminare la questione e di confrontarsi rapidamente con l’altra Direzione generale competente, per giungere ad una posizione chiara del Ministero.
4) Proprio la questione della revisione, parziale, arraffazzonata e unilaterale, dei profili professionali nel Ministero, che ha “visto la luce” (si fa per dire) con un Decreto direttoriale del Direttore della DGPOB di fine gennaio scorso (giusto a cavallo del bando per 97+15 (?) nuovi Tecnici della prevenzione) è stata il punto per parlare di come sia potuto accadere che un neo Direttore di un Ufficio periferico USMAF-SASN, pluri-regionale, avesse partorito un originale e creativo regolamento di gerarchizzazione funzionale, inquadramento giuridico e di creazione di una separata piramide organizzativa, mai scritta e neppure pensata in alcun altro ufficio del Ministero. A il prof. Rezza ha accolto con soddisfazione la fine di tale “tentativo”, improvvido e molto utile solo ad alcune persone e professionalità operanti in periferia. Si è quindi trattato, più organicamente e seriamente, dei danni causati dal sopra citato Decreto direttoriale, alle decine di colleghi, Funzionari tecnici della prevenzione e Assistenti tecnici della prevenzione. Questi colleghi svolgono adeguatamente ed in autonomia da anni le attività necessarie a tenere in piedi la rete di controlli e ispezioni sui prodotti di passaggio nei nostri Uffici periferici. Per consentire che l’entrata in vigore della c.d Legge Lorenzin del gennaio 2018, non comportasse un divieto penale di a svolgere la loro normale attività a questi colleghi, si era avviato un tavolo di confronto, di cui la DGPREV era la unità organizzativa del Ministero più interessata. Una parte significativa si era conclusa con la creazione degli Elenchi speciali ad esaurimento, che consentissero, a coloro che, per almeno tre anni negli ultimi dieci, avessero svolto attività riconducibili al Tecnico della prevenzione, di essere iscritto nei rispettivi Ordini provinciali, per continuare la attività nella amministrazione di appartenenza. Ma questo percorso pare oggi negato da inadeguate certificazioni di servizio, formulate dalla nostra Amministrazione, e da restrittive interpretazioni sui requisiti di iscrizione, date, a macchia di leopardo, da qualche Ordine. Sul punto il prof. Rezza ha dato assicurazioni di voler seguire la questione e di volerla risolvere, mentre come Sindacati gli abbiamo rammentato che proprio la sua, sarebbe la prima o unica Direzione generale del Ministero a riportare danni dalla confusione sugli atti professionali lavorabili nelle UU.TT. e sui rapporti tra analoghe figure professionali esistenti in periferia.
5) Abbiamo portato all’attenzione del prof. Rezza anche la kafkiana situazione dell’Ufficio X della DGPRE. Si tratta di un Ufficio che con la follia della soluzione dell’avvalimento ha messo in una condizione inaudita decine di lavoratori che hanno come datore di lavoro un dirigente e come direttore funzionale un altro dirigente . Questi lavoratori sono da anni compressi dalle beghe che sorgono tra i dirigenti stessi, pur svolgendo una fondamentale funzione di carattere amministrativo – contabile assolutamente unica in tutta l’amministrazione . Ma proprio l’emergenza
Covid ha contribuito a rendere ancore più incredibile la loro situazione . Infatti, nella sede di Napoli i lavoratori si recano in Ufficio di loro spontanea volontà, in considerazione delle scadenze e degli impegni contabili, senza che venga data loro una indicazione dal proprio dirigente funzionale . Per recarsi in Ufficio i lavoratori comunicano la loro presenza al dirigente datore di lavoro, il quale non risponde, quasi a significare che i lavoratori presenti nella sede ministeriale siano dei fantasmi abusivi che operano sotto la loro diretta responsabilità senza l’esplicita autorizzazione di nessuno . Anche in questo caso il prof. Rezza, che era già a conoscenza delle stranezze dell’Ufficio X, si è impegnato a dare corso ad una compiuta riforma della organizzazione della DGPRE la cui prima bozza risale al 2016, con il dovuto confronto con le OO.SS. .
6) Da ultimo è stato chiesto al prof. Rezza di farsi parte attiva nella definizione dei protocolli di sicurezza e prevenzione che l’amministrazione elabora spesso senza un vero fondamento scientifico e specialistico . Se la DGPRE emana circolari e direttive valide per tutto il territorio nazionale sarà il caso che intervenga con la sua competenza sulla gestione dell’eventuale rientro del personale in sede lasciato alla improvvisazione e alla estemporaneità delle iniziative di ogni singolo Ufficio, in carenza di una chiara direttiva valida per tutti .
Confidiamo che, visto il clima collaborativo stabilito e la disponibilità dimostrata dal prof. Rezza, i benedetti/maledetti fascicoli perennemente aperti delle problematiche legate agli Uffici della DGPRE vengano finalmente risolti riportando le questioni ad una dimensione dignitosa facendole uscire da ambientazioni fantasiose ed estemporanee.
Roma 22 luglio 2020
FP CGIL CISLFP
Lupi Garroni
Pubblichiamo la lettera – GUDC UF. DIR. COLL. MINISTRO.
Protocollo: M_D GUDC REG2020 0028354 22-07-2020.
Al Capo del Dipartimento G.M.C.
Pres. Gemma Tuccillo
Al Direttore Generale del Personale,
Risorse e per l’attuazione dei p.g.m.
Dott. Vincenzo Starita
Al Direttore Generale per l’Esecuzione
penale esterna e di messa alla prova
Dott.ssa Lucia Castellano
Alle Strutture Regionali e Territoriali
Fp Cgil
Oggetto: delegazione trattante Fp CGIL Nazionale per la Giustizia Minorile e di Comunità.
Si comunica che dalla data odierna Paola Fuselli, dirigente sindacale della FP CGIL in servizio presso l’U.I.E.P.E. di Roma, affiancherà Gianfranco Macigno nella delegazione trattante nazionale della scrivente organizzazione sindacale per la Giustizia Minorile e di Comunità, come
responsabile per il settore dell’esecuzione penale esterna.
Si coglie l’occasione per porre distinti saluti.
Il segretario nazionale
Florindo Oliverio
AI LAVORATORI DOGANALI
Riteniamo urgente e necessario confermare a tutti i nostri colleghi che le spettanze economiche, relative all’accordo “a stralcio” sul Fondo 2018, saranno erogate, come avevamo già comunicato, con il mese di agosto.
Perché ne siamo certi?
Perché gli organi di controllo non hanno affatto, come sostiene radio Kabul, mosso rilievi – che avrebbero bloccato i pagamenti – ma hanno più semplicemente espresso valutazioni di carattere tecnico. La Funzione Pubblica ha ricordato – come ha fatto per tutte le amministrazioni centrali – che si dovrà tener conto, nell’accordo definitivo sul Fondo, del riconoscimento della performance individuale. La Ragioneria ha rammentato, con argomentazioni assolutamente discutibili, che dal 2018 lo
straordinario non può essere parte del salario accessorio.
Rispetto a queste valutazioni degli organi di controllo noi possiamo garantirvi con chiarezza che la nostra posizione resta quella che avevamo assunto il 31 dicembre 2019 quando proclamammo lo stato di agitazione del personale e che continueremo a lavorare per portare a casa un risultato che non penalizzi il Fondo dei lavoratori doganali, consapevoli che si può anche perdere ma convinti che non lo faremo senza combattere.
Ci pare invece che altri si siano sfilati da quella vertenza che proclamammo tutti lotta………
Ma i lavoratori doganali meritano informazioni chiare e non fasulle anche sulla importante questione del lavoro in smart working.
Venerdi scorso eravamo stati convocati per rimodulare i termini dell’intesa del 18 maggio 2020 che scade il prossimo 31 luglio.
La convocazione ci era pervenuta per motivi di urgenza non solo per l’imminente scadenza dell’intesa, ma per l’approssimarsi della approvazione del D.L. n.77/2020, il cosiddetto “Decreto Rilancio”, che contiene nuove disposizioni e limiti del lavoro a distanza. Tutte le pubbliche amministrazioni, in sintesi, devono ora adeguare l’operatività alle esigenze di cittadini ed imprese tramite la indicazione delle attività che non possono essere svolte a distanza, applicando il lavoro agile al 50% del restante personale.
L’Agenzia aveva scelto di aggiornare l’intesa precedente prima della pubblicazione della legge proprio per evitare di dover definire le attività da assicurare in presenza il che, per la tipicità delle attività della nostra Agenzia, comporterebbe il rientro in servizio di interi settori, in particolare per le funzioni strategiche e di presidio istituzionale. Ci era stata così proposta una sola modifica dell’intesa del 18 maggio, precisamente al punto 6: l’incremento dei limiti di presenza media sarebbe passato dal 45 al 55%, elevabile – nell’ambito di intese regionali – al 65%. Tutto il resto,compresa la concessione dei buoni pasto e dell’indennità di rischio, rimaneva invariato.
La proposta non ha trovato la disponibilità di gran parte delle sigle presenti,
nonostante l’Agenzia abbia chiaramente indicato quale fosse la posta in gioco.
E con un po’ di sconcerto abbiamo dovuto prendere atto delle posizioni di sigle che hanno chiesto, di fatto, l’applicazione della nuova norma che presuppone appunto l’individuazione preliminare delle attività che vanno coperte al 100%!!!!
L’amministrazione, grazie a questa genialata, si trova nella condizione di dover applicare le nuove previsioni del Decreto Rilancio appena pubblicato, con l’effetto che risultano del tutto vanificati i contenuti positivi che avevamo portato a casa con l’intesa del 18 maggio. Bel risultato per i lavoratori non c’è che dire!!
Tuttavia garantiamo a tutti i colleghi che noi stiamo, in queste ore, provando in ogni modo a recuperare alcuni contenuti positivi per il personale, pur nella certezza che su questa materia il livello delle relazioni sindacali che aveva portato all’intesa è stato da costoro innegabilmente compromesso.
Due parole sul CCNI. Già prima dell’inizio delle trattative, che altre sigle stanno facendo di tutto per bloccare, avevamo diffuso a tutti, per la verità insieme anche ad Unsa, le nostre contro-proposte rispetto al testo presentato dall’Agenzia, trovando poi la condivisione anche di altre sigle. Abbiamo presentato, lo ricordiamo ancora una volta, soluzioni su tutti gli aspetti del Contratto: sulle nuove aliquote e l’organizzazione dei turni, sul sistema degli orari e della loro incentivazione, sulle indennità, sulla mobilità del personale, tanto per citarne alcune.
La trattativa, nonostante ogni tipo di impedimento che è stato messo in atto, è nella fase conclusiva. Tuttavia stiamo ancora aspettando di conoscere le proposte di chi, forse perché ha la coda di paglia, si è autodenunciato come nemico del Contratto per conto terzi.
Roma 22 luglio 2020
FPCGIL CISLFP UILPA
Iervolino Fanfani Procopio
AVVIATO IL CONFRONTO SUL SISTEMA DI VALUTAZIONE.
A BREVE LE GRADUATORIE DEL TELELAVORO.
PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA RIPRENDERÀ IL CONFRONTO SUGLI
ISTITUTI DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO
È iniziato oggi il confronto con l’Agenzia su sistemi di valutazione delle performance. Prima di entrare nel vivo della discussione, però, l’amministrazione ha fornito alcune informazioni sulla procedura di telelavoro, interrotta poco prima che scoppiasse la pandemia con la
richiesta di tutti i sindacati di riesaminare tutti i progetti che non avevano avuto la condivisione dei datori di lavoro.
Siamo moderatamente soddisfatti in quanto, per la stragrande maggioranza di coloro che avevano presentato controdeduzioni al diniego al telelavoro, è stata trovata una soluzione positiva che permetterà loro di entrare in graduatoria. Sono stati altresì aumentati ancora di qualche decina di unità i posti disponibili.
Abbiamo comunque chiesto all’Agenzia di riprendere il percorso sugli istituti di conciliazione vita-lavoro, iniziato appunto con la firma dell’accordo del 9 ottobre 2019 su telelavoro, co-working e lavoro agile.
Mentre sul lavoro agile la parte pubblica ci ha comunicato di non essere ancora pronta a firmare un accordo complessivo, anche in considerazione dell’evolversi delle norme varate in questi giorni da Governo e Parlamento, abbiamo ottenuto una convocazione entro la fine di luglio per parlare di co-working sia infra che interregionale. È ferma intenzione degli scriventi coordinamenti applicare -disciplinandoli, come nel caso dello smart working- nel tempo più breve possibile tutti gli istituti che possano consentire flessibilità della prestazione lavorativa e avvicinamento dei lavoratori ai luoghi ove si trova il centro dei loro interessi, convinti che questo incida positivamente sulla serenità dei colleghi e, quindi, sulla motivazione e sulla produttività dei lavoratori.
Riguardo al sistema di valutazione, l’amministrazione ha presentato una bozza di linee guida, aperta ai contributi della parte sindacale. Nei nostri interventi abbiamo chiarito alla parte pubblica che non ci interessa costruire un sistema di valutazione semplicemente per rispondere agli obblighi di legge. Le “pagelline” non ci interessano. Se fosse questo il
problema da risolvere preferiremmo affidare l’osservanza delle norme ad altri, più immediati e meno divisivi strumenti.
Ciò che invece ci interessa è la costruzione di un modello che abbia al centro la crescita complessiva dell’organizzazione, con una chiara comunicazione a tutti i lavoratori delle finalità della valutazione, della procedura, degli strumenti di valutazione e degli obblighi dell’Agenzia delle Entrate di intervenire con piani di formazione, di coaching e di valorizzazione dei lavoratori.
Sappiamo bene che i nostri superiori gerarchici ci valutano ogni giorno in modo non palese e che queste valutazioni hanno delle ricadute anche di tipo economico sulla nostra vita lavorativa. Ciò che vogliamo, quindi, non è continuare a mettere la testa sotto la sabbia e fare finta di niente abdicando alle nostre responsabilità di tutela dei lavoratori, come invece sta facendo qualche sindacato, bensì fare in modo che ciascuno valuti (e venga valutato) secondo procedure condivise e, soprattutto, che chi valuta assuma pienamente su di sé la responsabilità della valutazione.
Le ricadute economiche devono essere assolutamente secondarie e affatto scontate. Non è detto che un sistema di valutazione delle prestazioni debba portare naturalmente a premi individuali ed è chiaro a tutti che questo obiettivo lo potremo raggiungere esclusivamente affrontando la trattativa depotenziando, all’Agenzia, l’alibi dell’eventuale atto unilaterale.
Infatti, mentre gli interventi di formazione, di ricerca dell’allocazione migliore del singolo all’interno dei posti di lavoro e la valorizzazione del personale debbono necessariamente vedere al centro l’individuo, gli interventi organizzativi sui sottosistemi e gli eventuali riconoscimenti economici non possono prescindere dalla dimensione del lavoro in agenzia,
organizzato in piccoli gruppi, che deve essere valorizzato.
Insomma, come potete intuire, siamo appena all’inizio di un cammino che si annuncia lungo e pieno di insidie, che a nostro parere dovrà trovare tempi e modi per il coinvolgimento diretto dei lavoratori sin dalla fase di progettazione del sistema di valutazione.
Roma, 21 luglio 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/UNSA FLP
Gamberini Silveri Cavallaro Sempreboni Patricelli