Accordo su Protocollo Prevenzione e Protezione al Ministero Istruzione

Il giorno 19 giugno si è svolto un ulteriore incontro in videoconferenza tra le OO.SS. e l’Amministrazione in merito ai contenuti dell’Accordo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti del Ministero dell’istruzione contenente le linee
guida generali per il contenimento della diffusione del virus COVID 19.
Al termine dell’incontro, tenuto conto che Amministrazione ha recepito la maggior parte delle nostre proposte di modifica abbiamo dichiarato la nostra disponibilità alla sottoscrizione dell’accordo a cui provvederemo a partire da lunedì una volta recepite nel testo alcune ulteriori piccole modifiche.
Rispetto al precedente testo presentato dall’amministrazione le principali modifiche apportate in recepimento alle nostre osservazioni riguardano in particolare:
– l’immediato avvio della contrattazione decentrata al fine di adeguare ed integrare le indicazioni generali contenute nell’accordo nazionale con le specifiche esigenze del contesto territoriale e le disposizioni formulate dalle competenti autorità locali;
– la costituzione presso l’Amministrazione centrale di un Comitato di confronto con le OO.SS. e l’amministrazione per l’individuazione e la proposta di soluzioni e regole di comportamento condivise per la riduzione dei rischi di contagio, nonché per l’aggiornamento dell’accordo a seguito dell’evoluzione della situazione sul territorio nazionale;
– la previsione nella fase della futura graduale ripresa delle attività in presenza di specifiche tutele per le categorie fragili e per particolari situazioni legate alla cura dei figli ed alla distanza dagli uffici;
– La fornitura di mascherine CE per il personale in considerazione dell’utilizzo degli spazi comuni ed anche per l’utenza che ne sia eventualmente sprovvista;
– la possibilità di definire a livello decentrato l’acquisto di barriere protettive per l’utenza;
– l’impegno ad incrementare l’attività formativa come strumento di accompagnamento del personale nel processo di trasformazione digitale e di diffusione della capacità di lavorare in modalità agile;
– l’impegno ad aprire apposito confronto con le Organizzazioni sindacali, per la definizione di linee guida generali per l’applicazione uniforme delle disposizioni contenute nell’articolo 87 del decreto legge n. 17/2020, con particolare riguardo alla regolamentazione dello smart working.
– Si tratta di indicazioni generali che andranno recepite con apposito accordo e calate nelle singole realtà territoriali.
Abbiamo, inoltre, ribadito la necessità di individuare rapidamente una nuova e più puntuale disciplina del lavoro agile anche in considerazione delle disposizioni contenute nell’art. 263
del decreto rilancio. La citata disposizione, infatti, estende di fatto al 31 dicembre 2020 l’utilizzo del lavoro agile quale modalità ordinaria di lavoro seppur adeguando l’utilizzo di tale strumento alle esigenze di progressiva riapertura degli uffici ed a quelle di cittadini ed imprese. Flessibilità dell’orario di lavoro, introduzione di soluzioni digitali per rispondere ai bisogni dell’utenza, diritto alla disconnessione, attenzione alle categorie cd fragili, sono solo alcuni dei temi che proporremo di inserire nel relativo accordo già dal prossimo incontro sindacale che abbiamo chiesto venisse fissato con urgenza ed è stato calendarizzato per il giorno 24 giugno p.v.. Fino alla definizione di un accordo che non vengano prese iniziative a modifica dell’attuale organizzazione.
Comunichiamo, da ultimo, la sottoscrizione in via definitiva del FRD 2018 che, come da noi richiesto, mantiene inalterata la struttura dell’accordo sottoscritto a novembre scorso integrando le risorse con le cifre indicate dall’IGOP. A tal proposito, nonostante le somme impegnate negli scorsi anni per le procedure di riqualificazione economica del personale, registriamo un consistente aumento delle risorse disponibili (da €4.954314,39 del FRD 2017 ad €.14.184.493,76 del FRD contrattazioni decentrate che dovranno necessariamente avvenire in modalità telematica.
Di entrambi i documenti daremo diffusione non appena avremo copia definitiva sottoscritta.

FP CGIL                                                          FP CISL
Anna Andreoli/Davide Perrelli                                Michele Cavo

PACTA SERVANDA SUNT

L’accordo sulla sicurezza firmato lo scorso 3 giugno impegnava l’Amministrazione, tra l’altro, ad “avviare una massiccia campagna di informazione verso la cittadinanza, attraverso il sito internet e i social” in merito ai servizi da erogare all’utenza, compresa l’informazione e consulenza da remoto. Ad oggi dobbiamo, purtroppo, registrare il mancato rispetto di questo impegno e ce ne spiace. Ritenevamo, infatti, che questa fosse una sfida che l’INPS avrebbe potuto raccogliere immediatamente, invece dobbiamo constatare che, ad oggi, il mancato rispetto di tale impegno determina disorientamento nella cittadinanza, non sempre a conoscenza della modalità di erogazione dei servizi da remoto.
Sia chiaro che i disservizi causati da carenze di adeguata comunicazione pubblica ed organizzative dell’Istituto non potranno essere l’alibi per disattendere l’accordo nazionale. Gli accordi vanno rispettati, gli impegni assunti onorati.
L’accordo siglato il 3 giugno u.s., accordo la cui applicazione ha consentito sino ad oggi la non apertura in modalità fisica degli sportelli al pubblico su tutto il territorio, applicando il modello della relazione da remoto con l’utenza come accaduto in questi mesi in cui l’INPS non ha mai chiuso le proprie porte a nessuno, nonostante altri si ostinino a cercare di far credere il contrario, prevede che “entro il 30 giugno p.v. si procederà a verificare congiuntamente lo stato di applicazione del presente protocollo al fine di operare eventuali interventi correttivi e/o integrativi che si dovessero rendere necessari”.
Questo implica la necessità non solo di far partire finalmente questa campagna di comunicazione, ma anche di sedersi nuovamente al tavolo, per trovare le eventuali ulteriori modalità che riescano a contemperare l’esigenza di tutela della salute e sicurezza dei dipendenti con il servizio di qualità alla cittadinanza, tenendo presente che fino al 31 luglio il lavoro agile resta la modalità ordinaria
di lavoro nella pubblica amministrazione e che – come pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi dalla Ministra Dadone alla presenza del Presidente Tridico – si sta definendo un nuovo protocollo nazionale sulla gestione della cosiddetta “Fase 3”, che prevederà anche nuove modalità di utilizzo dello smart working probabilmente anche oltre la data del 31 luglio.
Pertanto, eventuali fughe in avanti solitarie da parte dell’Amministrazione appaiono pericolose e per questo chiediamo di proseguire sulle linee tracciate dall’accordo nazionale citato, evitando ingerenze generalizzate di qualche Direzione Centrale e di qualche Direttore Regionale, ed effettuare l’esame congiunto della situazione in essere entro il termine previsto dall’accordo, visto che questo metodo è apparso finora fruttuoso per tutti. Non vorremmo essere costretti, di fronte ad azioni unilaterali, ad agire di conseguenza.

FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella TREVISANI

CISL FP
Paolo
SCILINGUO

CONFINTESA/FP
Francesco VIOLA

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe CIARALDI
Sergio PEPPETTI

FRD 2019, PROGRESSIONI E VIGILANZA

Il 18 giugno si è riunito il tavolo di contrattazione per discutere di vari argomenti.
FRD 2019
A seguito della certificazione dell’ipotesi di accordo sul FRD 2019, abbiamo provveduto alla sua sottoscrizione definitiva. Nei prossimi giorni, dopo la consueta emanazione della circolare da parte della DC Risorse, si potrà avviare la contrattazione decentrata – che dovrà essere svolta in videoconferenza – per poi poter procedere al pagamento degli importi.
Grazie a questo accordo: sono stati stanziati i fondi per le progressioni economiche, si è attivato il fondo di spese di lite vinte per gli uffici legali e si sono rimarcati aspetti normativi di rilievo, come l’individuazione del tetto massimo per la banca ore (che così potrà essere attivata a livello territoriale negli uffici che ancora non lo avessero fatto) e le ulteriori flessibilità nell’orario di lavoro.
PROGRESSIONI VERTICALI
A seguito degli impegni assunti nel CCNI con le OO.SS. firmatarie, l’Amministrazione ci ha comunicato che i primi di settembre verrà emanato il bando che consentirà il passaggio di area a 113 lavoratori in possesso dei titoli previsti per l’accesso ai relativi profili dall’esterno.
In particolare, si tratta di 95 passaggi da area II ad area III (46 nel profilo amministrativo, 45 nel profilo sociostatistico e 4 nel profilo informatico) e di 18 passaggi da area I ad area II.
Come disposto dalla normativa di riferimento, verrà prevista una prova scritta (quiz a risposta multipla), una orale, nonché un apprezzamento dell’anzianità, dei titoli professionali e della valutazione.
In riferimento alle materie oggetto delle prove e alle modalità di svolgimento delle stesse, abbiamo chiesto di rendere disponibile per tempo una banca dati delle possibili domande o comunque di predisporre delle dispense che restringano il campo delle stesse e agevolino la preparazione dei colleghi.
PROGRESSIONI ORIZZONTALI
Grazie allo stanziamento previsto nel FRD 2019 si potranno finalmente svolgere le progressioni orizzontali; la certificazione dell’accordo sembra imminente, l’Amministrazione ci ha comunicato che il bando dovrebbe essere emanato nella seconda metà del mese di settembre e che entro quella data sarà operativo anche l’applicativo informatico che dovrà gestire la procedura.
BONUS DECRETO LEGGE 18/2020
Relativamente al bonus di cui all’art. 63 del DL n. 18/2020 (premio ai dipendenti che hanno lavorato in presenza nel mese di marzo 2020), più volte sollecitato da CGIL CISL e UIL, l’Amministrazione ha comunicato che lo stesso dovrebbe essere liquidato entro il mese di luglio.
VIGILANZA E DM INCENTIVI
Ci è stato presentato l’aggiornamento del documento di programmazione della vigilanza 2020, che mira a riportare al centro dell’attività ispettiva la tutela dei lavoratori e delle aziende virtuose, disegnando nuovi indicatori, svincolati dalla mera logica dei numeri, che dovrebbero concentrare gli accertamenti su aziende medio-grandi e su specifici settori, avendo cura di implementare contestualmente gli attuali strumenti di tutela, quali diffide accertative o conciliazioni monocratiche. Abbiamo colto con favore questo cambio di passo sulla vigilanza che punta a valorizzare la qualità e non si concentra più solo sulla “rincorsa ai numeri” che fino ad oggi c’è stata e che raccoglie un’istanza che abbiamo più volte rappresentato in questi anni. Entro il mese di giugno dovrebbero essere individuati i nuovi indicatori che, sicuramente per il 2020, non conterranno il numero delle verifiche. Speriamo che questo serva a far capire a tutti che la corsa a fare numeri fini a se stessi appartiene a un’epoca passata.
Sulla formazione previdenziale e assicurativa, ci è stato detto che nel secondo semestre partirà formazione INAIL sulle nuove tariffe e formazione INPS sulla determinazione degli imponibili contributivi; si sta inoltre lavorando a una nuova sezione di SGIL per il calcolo degli imponibili. Riguardo a questa formazione, abbiamo chiesto che non sia limitata solo a chi l’ha già ricevuta, ma sia estesa a tutto il personale ispettivo, per superare la disparità di trattamento finora esistente.
Sulla ripartizione delle risorse del DM Incentivi ci è stata presentata una bozza di Decreto Direttoriale, che prevede una diversa distribuzione delle risorse incentivanti tra il I ed il II semestre 2020. Per il I semestre considerata la particolare situazione di criticità dovuta alla diffusione del virus COVID 19, oltre a riconoscere finalmente una quota mensile a titolo di indennità di funzione, la bozza prevede ulteriori quote mensili in ragione dell’effettivo utilizzo del mezzo proprio, della responsabilità connessa all’incarico di “responsabile di processo” e di “responsabili di team”.
Per il II semestre vengono individuati ulteriori indicatori per la distribuzione degli incentivi che tendono ad accompagnare la nuova visione dell’attività di vigilanza.
Sul punto, la nostra opinione è che si sia sulla strada giusta, perché finalmente – come avevamo chiesto da tempo – si iniziano a riconoscere forme indennitarie al personale, per il mero esercizio di una funzione cui è correlata una specifica responsabilità, proseguendo a costruire quel sistema indennitario a cui stiamo lavorando da tempo. Tuttavia, riteniamo che si possa ampliare la quota destinata a indennizzare la funzione e prevedere poche altre voci variabili. Tra queste, riteniamo che debba avere un peso di rilievo quella destinata a premiare la qualità, in linea con quanto disegnato nell’aggiornamento al documento di programmazione della vigilanza. Perciò, oltre a condividere l’incentivo alla vigilanza in edilizia e in agricoltura, riteniamo lo stesso si possa riconoscere anche alle ispezioni su fenomeni complessi quali appalti, orario di lavoro, ammortizzatori sociali e disconoscimento di rapporti di lavoro.
Riflessione a parte merita l’indennità prevista per le responsabilità di processo e di team. Ancorché condividiamo la previsione di un’indennità per chi ricopre posizioni di responsabilità, non riteniamo si possa indennizzarne solo alcune, senza aver definito nulla per quanto riguarda il finanziamento delle altre. Per questo abbiamo chiesto l’attivazione immediata di un tavolo di confronto per individuare i fondi necessari ad indennizzare in egual misura tutte le posizioni di responsabilità.
Il prossimo incontro è fissato per il 30 giugno, per proseguire il confronto sulle Posizioni Organizzative e per l’illustrazione della bozza definitiva del Decreto Direttoriale con le nuove regole di ripartizione degli incentivi.

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

Alla Federazione Italiana Tennis
Presidente Ing. Angelo Binaghi

e p.c.
Al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport
On. Vincenzo Spadafora

Al Ministro dell’Economia e Finanze
Prof. Roberto Gualtieri

Al Capo di Gabinetto del Ministro dell’Economia e Finanze
Pres. Luigi Carbone

Al Capo di Gabinetto del Ministro
per le Politiche giovanili e Sport
Prof. Giovanni Panebianco

Alla società Sport e Salute S.p.a.
Pres. Avv. Vito Cozzoli

Al Direttore Risorse Umane
Dott. Riccardo Meloni

Oggetto: Procedura per richiesta di ulteriori 5 settimane assegno ordinario Fondo Integra
zione Salariale (FIS) – Causale “emergenza COVID – 19” – avvio esame congiunto.

In relazione alla Vs comunicazione datata 18 giugno 2020, avente ad oggetto ”Procedura
per richiesta di ulteriori 5 settimane assegno ordinario Fondo Integrazione Salariale (FIS) – Causale
“emergenza COVID – 19” – Informativa per eventuale esame congiunto” le scriventi OO.SS. con la
presente richiedono l’avvio dell’esame congiunto.
Al fine di consentire un proficuo e celere svolgimento dei lavori, visti i tempi ristretti
previsti dall’art.19 D.L. 18/2020, si espongono fin da subito le seguenti considerazioni, in parte già
evidenziate nell’ambito della procedura di esame congiunto relativa alla richiesta assegno
ordinario ex art.30 comma 1 del D.lgs. 148 del 2015 – causale “emergenza Covid – 19, con riserva di
integrarle nel proseguito dell’esame.
Codesta Federazione Sportiva Nazionale è un’associazione senza fini di lucro, con
personalità giuridica di diritto privato, che non opera in un mercato concorrenziale ed è
destinataria di contributi pubblici, erogati oggi per il tramite della Società Sport e Salute S.p.A. e
precedentemente dal CONI. A tal riguardo, dall’esame degli ultimi dati contabili consolidati
disponibili (bilancio consuntivo 2018), si evince come la Federazione ricevesse dal CONI
Contributi per il personale già con contratto federale pari a € 1.995.511,00 e Contributi costo lavoro
personale ex CONI Servizi S.p.A. pari a € 591.356,00, a fronte di costi del personale pari ad €
2.658.157,68, comprensivi degli oneri previdenziali, assicurativi, TFR, buoni pasto e premi di
produzione e al netto dei costi per lavoro straordinario. L’incidenza dei contributi risultava pari al
97,31 % della spesa per il personale.
Come si desume dai dati sopra richiamati, il costo del personale si dimostra quindi – e
immaginiamo lo sia tuttora – completamente a carico delle finanze pubbliche. Tale asserzione
risulta valida anche in relazione alle novità introdotte nel modello di erogazione dei contributi alle
Federazioni Sportive Nazionali per il 2020.
Ed infatti, sebbene nel nuovo sistema non siano più specificati i contributi relativi alle spese
per il personale, questi devono comunque essere ricondotti all’interno del modello di calcolo
algoritmico. Pare inoltre opportuno evidenziare come, in linea più generale, la massa di contributi
erogati dal CONI prima e da Sport e Salute oggi incida sulla Federazione Italiana Tennis per una
percentuale rilevante sul valore totale della produzione della predetta Federazione.
Benché già solo dall’esame degli elementi sopra riportati si potrebbe concludere, a giudizio
delle scriventi, sulla illegittimità al ricorso a strumenti di integrazione salariale da parte di codesta
Federazione, in quanto già destinataria di ingenti contributi pubblici, riteniamo comunque
opportuno valutare ulteriori argomenti, di seguito meglio specificati.
In particolare si evidenzia come, con nota datata 21 aprile 2020, indirizzata a tutti i
presidenti federali, il Presidente e Amministratore delegato di Sport e Salute S.p,A. abbia
comunicato di aver “dato mandato agli uffici di disporre il pagamento a favore della Federazione della 2a tranche del contributo 2020 (parte disponibile) deliberato dal CdA della Società il 6 dicembre 2019. Pertanto, nelle prossime ore si provvederà all’accredito nella liquidità federale”. Il MEF ha infatti garantito puntualità nei pagamenti, mettendo quindi la Società nella condizione di rispettare la propria pianificazione di tesoreria, liquidando 3 mensilità anticipate dei contributi assegnati rispetto al periodo di riferimento (aprile-giugno).
Nella misura in cui il contributo statale pervenga nel rispetto della pianificazione di tesoreria concordata con il MEF, si prevede che l’erogazione della 3a e 4a tranche avvenga rispettivamente nei mesi di luglio ed ottobre p.v.. Tale tempistica di erogazione costituisce un miglioramento a beneficio delle Federazioni rispetto al passato in cui, come si ricorderà, i contributi dell’esercizio venivano liquidati nell’arco di periodo dal dicembre dell’anno prima al dicembre dell’anno di competenza.”
Nella medesima nota si anticipa inoltre:“che Sport e Salute, con l’obiettivo di fronteggiare le
situazioni di bisogno emerse a causa dell’attuale emergenza sanitaria, in particolare per supportare la base del movimento sportivo (ASD/SSD, tesserati), intende attivare nel breve-medio termine alcune misure di sostegno economico/finanziario. Ciò sia offrendo un supporto nel consentire alle Federazioni la possibilità di riallocare, nell’ambito dei propri bilanci, parte dei contributi già assegnati (tenendo conto del contestuale venir meno di alcune voci di spesa, come conseguenza dello stravolgimento della programmazione sportiva/calendario delle gare), per le nuove finalità “emergenziali”, sia e soprattutto ridefinendo priorità e linee di intervento della parte dei contributi assegnati ma non immediatamente disponibili (es. quota 5% da destinare a “Sport di tutti”) e sulle risorse ancora da assegnare, tra cui le (eventuali) risorse statali integrative destinate alla contribuzione agli OO.SS.. che dovessero esserle attribuite, come nello scorso esercizio, in sede di assestamento del bilancio dello Stato 2020.”
Tali ulteriori agevolazioni e strumenti, finalizzati a dare risposta, da un lato alle esigenze in
termini di liquidità delle Federazioni e, dall’altro, alle sofferenze palesate dalla base del movimento
sportivo, si assommano a quanto già previsto dall’art. 14 decreto legge n. 23 dell’8 aprile scorso,
che consente l’accesso a finanziamenti a costo zero per le Federazioni Sportive Nazionali attraverso
l’Istituto per il Credito Sportivo.
Vanno inoltre considerate le ulteriori disposizioni finalizzate a sostenere il settore sportivo
previste dal dl 34/2020, fra cui l’art. 217, che istituisce il Fondo per il rilancio del sistema
sportivo nazionale, le cui risorse sono state destinate a finanziamenti a fondo perduto a favore
delle Associazioni Sportive Dilettantistiche e delle Società Sportive Dilettantistiche (assommate a
quelle previste dal Fondo istituito ai sensi dell’art. 13, comma 5 del D.L. 12 luglio 2018, n. 87).
In considerazione di quanto sopra esposto, si sollevano seri dubbi sulla liceità del ricorso a
simili forme di integrazione salariale da parte di codesta Federazione. Ed infatti, tale ulteriore
sovvenzione andrebbe così a sovrapporsi a quelle già ottenute attraverso i contributi ordinari già
erogati, determinando per questa via la possibile distrazione di risorse pubbliche dalle finalità a
cui sono destinate, nonché a quelle ulteriori forme di sovvenzione/agevolazioni previste dai recenti
provvedimenti sopra richiamati.
In tal senso, e anche al fine di scongiurare azioni tese ad accertare l’eventuale insorgenza di
plausibili responsabilità di natura contabile, le scriventi OO.SS. chiedono nuovamente al
Presidente e Amministratore delegato della società Sport e Salute, quale soggetto incaricato
all’erogazione dei finanziamenti destinati alle Federazioni Sportive Nazionali, al Ministro per le
Politiche Giovanili e lo Sport, e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, destinatari per
conoscenza della presente comunicazione, di valutare attentamente la particolarità della presente
segnalazione e gli eventuali profili di legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione
Italiana Tennis al Fondo di integrazione salariale anche in ordine alla richiesta di ulteriori 5
settimane di cui alla procedura in oggetto.
Va infine sottolineato come le scriventi OO.SS. abbiano sottoscritto in data 6 marzo c.a. con
la società Sport e Salute Spa e le Federazioni Sportive Nazionali, un accordo ( successivamente più
volte prorogato) finalizzato a definire modalità e istituti contrattuali atti a fronteggiare l’emergenza
epidemiologica Covid 19. In data 12 e 15 maggio le medesime parti hanno sottoscritto due ulteriori
accordi finalizzati a disciplinare la così detta “fase 2”, nei quali sono stati sostanzialmente
confermati gli istituti previsti nell’accordo del 6 marzo, in particolare il ricorso allo Smart working
quale modalità prioritaria di esecuzione della prestazione e sono state disciplinate le modalità per
l’eventuale lavoro in presenza ove necessario.
Tenuto conto che in tali accordi non si prevede il ricorso ad alcuna forma di integrazione
salariale e che non sono pervenute disdette da parte di codesta Federazione, si ritiene che sia da
escludersi, anche sotto tale profilo, la legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione
Italiana Tennis al Fondo di integrazione salariale e conseguentemente alla richiesta di ulteriori 5
settimane di assegno ordinario.
Si resta in attesa di riscontro.

FP CGIL                     CISL FP                            UILPA                            CISAL FIALP
Francesco Quinti      Alessandro Bruni             Paolo Liberati                     Dino Carola

Nel corso della riunione odierna, alla presenza del Capo Dipartimento e del Capo del Personale, sono stati affrontati, ancora una volta, i temi legati alle linee guida del MIT e al recente riavvio delle attività istituzionali negli Uffici delle Motorizzazioni Civili.
Le OO.SS. hanno sottolineato la forte abnegazione e disponibilità con cui i lavoratori delle Motorizzazioni stanno assolvendo ai propri compiti, nell’interesse dei cittadini e dei soggetti professionali coinvolti (autoscuole, studi di consulenza, ecc.). Hanno, altresì, evidenziato la necessità di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e, per tal verso, anche dei cittadini che si rivolgono agli Uffici, ribadendo il rispetto delle norme vigenti. A tutt’oggi, infatti, il lavoro agile è considerato modalità ordinaria di svolgimento dell’attività lavorativa ai sensi dell’art.87 del D.Lvo 18/2020 fino al termine della fase emergenziale (individuata al 31 luglio 2020) e, pur prendendo in considerazione le disposizioni di cui all’art. 263 del decreto rilancio, si pone la questione di contemperare la suddetta modalità emergenziale con le esigenze di ripresa delle attività: in tal senso sarebbe auspicabile un intervento amministrativo che omogeneizzi la normativa di riferimento.
Da parte sua l’Amministrazione ha riferito che le modalità operative che sono confluite nelle linee guida sono state poste al vaglio e validate dal Comitato Tecnico Scientifico unitamente ai protocolli di sicurezza approvati per fronteggiare l’emergenza Covid e che alcune modalità operative ivi indicate (esami di guida cat. B, categoria C, ecc.) derivano dalla necessità di rispettare le Direttive Europee in materia di patenti. In risposta, le OOSS hanno ribadito che le procedure previste debbono garantire appieno la possibilità di adeguate ed esaustive verifiche e controlli da parte degli esaminatori e dei tecnici del MIT, a garanzia della sicurezza dei cittadini. A tal riguardo, esse necessitano di alcune tarature migliorative e di continuo monitoraggio. In tal senso si propone, così come stabilito per il “Protocollo Covid”, che nell’ambito di ciascuna Sede di RSU possano essere concordate e attuate delle procedure di dettaglio, su istanza di una delle parti all’interno della cornice delle linee guida nazionali. Infine, nell’ambito delle attività in regime di Legge 870/86 e per le guide “A”, in conto Stato, sarà necessario indennizzare le ore in eccesso svolte dall’Esaminatore connesse alle nuove disposizioni previste, in relazione all’emergenza covid.
Al termine della riunione, considerato che gli esami sono già ripresi in molti uffici, secondo le modalità previste dalle linee MIT, si è convenuto di monitorare l’attività in base alle risultanze emerse in questo primo periodo, riconvocando, nel caso, le parti per apportare le necessarie modifiche.
Le OO.SS. vigileranno affinché le linee guida e i protocolli vengano puntualmente rispettati e aggiornati laddove dovessero esservi modifiche legislative o procedurali, avendo a riferimento la salute e la sicurezza dei cittadini e di tutti i soggetti coinvolti nelle attività delle Motorizzazioni.

FP CGIL                                            CISL FP                             UIL PA
Camardella                                      De Vivo                              Lichinchi
Sabbatella                                     Casamassima                        Carino

Alla c.a.
Sig. Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo
On. Dario Franceschini

Sig. Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini

Sig. Consigliere del Ministro
Prof. Giampaolo D’Andrea

Sig. Segretario Generale MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi

Sig. Direttore Generale Musei
Dott. Antonio Lampis

E, p.c.
Sig. Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone

Oggetto: Gestione della Rocca di Gradara.

Egregio Ministro, egregi dirigenti,
con riferimento all’oggetto, quelle che nelle ultime settimane sembravano “voci di corridoio” in merito ad una differente gestione della Rocca di Gradara oggi di competenza della Direzione regionale Musei, hanno trovato fondamento con la Deliberazione della Giunta Comunale del Comune di Gradara n. 52 del 10/06/2020.
L’atto della Giunta descrive l’iter del confronto avuto tra amministrazioni locali e MIBACT: quello che doveva essere un progetto volto a collegare due tra i monumenti storici più noti tra Marche del nord e Romagna, la Fortezza di San Leo ed il Castello di Gradara, si configura nella Deliberazione citata come una cessione della gestione della Rocca di Gradara al Comune che diventerebbe capofila di un non meglio precisato organismo di cui il MiBACT diventerebbe semplice componente. In sostanza l’atto del Comune di Gradara prefigura una cessione di sovranità di un sito tra i più visitati della Regione le cui motivazioni appaiono oggettivamente incomprensibili.
Se la Deliberazione dovesse risultare un atto condiviso con il MiBACT, ovvero un atto avente rilievo politico, ci troveremmo di fronte ad un ennesimo arretramento dal territorio, che noi consideriamo non giustificabile a fronte anche delle scelte di riorganizzazione del Ministero.
Nel rilevare che all’interno della Rocca di Gradara operano 16 dipendenti del Ministero, per i quali si pone un eventuale problema di tutela per gli effetti che una tale decisione comporterebbe sulla loro condizione lavorativa, appare necessario un chiarimento circa le reali intenzioni
dell’Amministrazione, con particolare attenzione allo schema di accordo predisposto dalla DG Musei.
Per questo motivo riteniamo opportuno che sul tema venga convocata con urgenza una apposita riunione del tavolo nazionale con la presenza delle Direzioni Generali interessate.
In attesa di riscontro porgiamo distinti saluti.

FP CGIL               CISL FP                     UIL PA
Meloni              Nolè    Di Stefano          Trastulli

ESPERTI DI MATERIA E TUTORAGGIO

Dopo un primo confronto che si era svolto in “modalità fisica” lo scorso 4 marzo, è ripresa ieri l’interlocuzione con l’Amministrazione sui temi dei criteri di selezione dei docenti esperti di materia e sui compiti riconducibili alle funzioni di tutoraggio.
Sul primo argomento abbiamo registrato con favore alcuni passi in avanti fatti dall’Istituto sulla corretta interpretazione del protocollo del 26 luglio 2017 e sulla semplificazione procedurale proposta nella nuova bozza di intesa trasmessa poche ore prima della riunione. Infatti, sul primo versante si supera la rigida interpretazione seguita dall’INPS circa l’area di inquadramento dei colleghi che possono accedere all’iscrizione negli elenchi centrale e regionali degli esperti di materia, un’interpretazione da noi contestata all’epoca, sulla base di elementi testuali legati all’iter di formazione del protocollo del 26 luglio 2017, ma applicata dall’Amministrazione con l’esclusione di tutto il personale non inquadrato nell’area C. Con il nuovo protocollo si fa giustizia di quella ingiustificata esclusione ai danni dei colleghi e si afferma il principio che tutto il personale delle aree può accedere, in presenza dei requisiti fissati dall’accordo, agli elenchi degli esperti di materia, elenco che sarà unico per la Direzione generale comprendendo, se mai ci fosse stato qualche dubbio al riguardo, anche i colleghi della Direzione Servizi al territorio. Sul piano della procedura si elimina, rispetto all’attuale disciplina, la prova pratica finalizzata ad accertare le competenze in materia di comunicazione e gestione d’aula, prova che consisteva nella simulazione di una lezione d’aula, sostituita nell’ambito del colloquio con il Nucleo di valutazione da uno scrutinio sia sulle competenze comunicative sia sulla capacità di progettazione di interventi formativi. Gli albi formati avranno una durata biennale, così da garantire a tutti la possibilità di partecipare e annualmente sarà previsto un monitoraggio al tavolo nazionale di contrattazione, per verificare il rispetto dei  criteri fissati nell’accordo.
Motivo di discussione con la Delegazione di parte datoriale è stata la composizione del Nucleo di valutazione regionale nelle aree geografiche nelle quali insistono le Direzioni di Coordinamento metropolitano in ragione del fatto che la proposta presentata dall’Amministrazione esclude i Direttori di Coordinamento metropolitano dallo stesso nucleo che dovrà esaminare i candidati potenzialmente provenienti dalla DCM e che andranno a svolgere le docenze presso le strutture governate dagli stessi dirigenti generali posti a capo delle Direzioni di Coordinamento  metropolitano! Riteniamo che tale posizione, giustificata con l’esigenza di rispettare l’ordinamento dei servizi, non sia in linea con l’attuale Ordinamento delle Funzioni Centrali e Territoriali dell’INPS che riconosce alle Direzioni regionali la gestione delle funzioni abilitanti e di supporto, inclusa la formazione, sotto la diretta indicazione e responsabilità delle corrispondenti Direzioni di coordinamento metropolitano (determina dell’Organo munito dei poteri del CdA n.119 del 25 ottobre 2019).
Alla luce delle osservazioni formulate, osservazioni che comprendono anche la richiesta dell’obbligo di motivazione in caso di non ammissione dei candidati allo scrutinio con il Nucleo di valutazione e la sostituzione del requisito delle 40 ore di docenza per l’esonero dal colloquio con una formula meno rigida, l’Amministrazione si è impegnata a riformulare una nuova proposta.
Sul secondo argomento all’ordine del giorno, le funzioni di tutoraggio, abbiamo nuovamente richiamato le origini di tale istituto ed il contesto nel quale maturò nel 2016 la decisione di inserire nel relativo CCNI tale figura, scelta confermata nei successivi contratti collettivi nazionali integrativi. Anche su tale punto la Delegazione di parte datoriale si è riservata di effettuare un approfondimento interno per verificare, in termini quantitativi, l’impatto applicativo di tale istituto.
In chiusura di comunicato, così come avevamo anticipato ieri mattina, il Consiglio di Amministrazione dell’INPS ha deliberato la modifica della determina n.184/2019 in materia di modalità di espletamento delle procedure selettive per le progressioni verticali secondo gli indirizzi (semplificazione delle materie oggetto dei quiz somministrati e disponibilità della banca-dati delle stesse domande) concordati ed in linea con le modalità delle ultime progressioni orizzontali: vigileremo, affinché l’Amministrazione proceda speditamente, su tutte le fasi successive attuative della nuova deliberazione!

Roma, 18 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Mazzetti

Oggetto: attivazione tavolo di monitoraggio protocollo COVID-19

Le Scriventi OO.SS. considerato il graduale riavvio delle attività nelle strutture dell’Istituto, nonché il quadro emerso nel corso del ciclo assembleare nazionale conclusosi in data 16 giugno u.s., all’interno del quale è stata evidenziata con forza la non ancora omogenea applicazione delle  indicazioni contenute nel protocollo sottoscritto in data 15 maggio u.s. e trasmesso a tutti i dipendenti dell’Istituto dal Direttore Generale, chiedono l’attivazione del tavolo nazionale di monitoraggio sullo stato di attuazione degli adempimenti previsti all’interno del predetto protocollo necessari ai fini della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché di verifica sull’attivazione degli incontri di confronto tra organizzazioni sindacali e RSU in tema di organizzazione.
È infatti necessario, trascorso un mese dall’accordo, procedere alla verifica delloscru poloso rispetto su tutto il territorio nazionale di quanto concordato tra Amministrazione e OO.SS. firmatarie del Protocollo, in primo luogo per valorizzare il ruolo della Direzione Generale quale garante della corretta ed omogenea applicazione delle intese sottoscritte e poi per evitare che all’interno dell’Istituto possa non riscontrarsi la medesima attenzione posta all’esterno dall’Ente nel pretendere il rigoroso rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Si resta in attesa di un sollecito riscontro.

Roma, 17 giugno 2020

A. Mercanti         M. Molinari             F. Savarese

PROGRESSIONI VERTICALI: CI SIAMO!

Come avevamo avuto modo di preannunciare nelle scorse settimane, oggi, nel corso della seduta convocata in remoto per le ore 11.00, il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto dovrebbe procedere alla revisione della Determinazione “presidenziale” n. 184 del 18 dicembre 2019 in
materia di modalità di espletamento delle procedure selettive per le progressioni verticali.
L’argomento è inserito al primo punto dell’ordine del giorno dell’Organo di vertice dell’INPS e sii tratta di una tappa fondamentale alla quale dovrà seguire la pubblicazione dei bandi e la messa a disposizione dell’archivio dei quiz così come era stato convenuto ad aprile tra Amministrazione ed
Organizzazioni sindacali secondo linee-guida (semplificazione delle materie oggetto dei quiz, pubblicazione della banca-dati con un lasso di temporale congruo ecc.) disegnate sulla falsariga delle progressioni orizzontali del triennio 2016/2018 che rispecchiano modalità consolidate
all’interno dell’Istituto.
L’auspicio è che la delibera del CdA venga oggi adottata e si attivi in tempi brevi l’iter per le progressioni verticali ferme dal lontano 2009!

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Roma, 16 giugno 2020

Al MIBACT

Sig. Segretario Generale
Dr. Salvatore Nastasi

Sig. Direttore Generale Organizzazione
Dr.ssa Marina Giuseppone

LORO SEDI

Oggetto: Festività infrasettimanali – Imposizione di ferie al personale di vigilanza.
Richiesta chiarimenti su attività di missione dei lavoratori durante la fase di emergenza.
Sollecito convocazione su applicazione Circolare 33/2020 a firma del Segretario
Generale.

Sig. Segretario Generale e sig. Direttore Generale,
continuano a pervenire alle scriventi OO.SS. segnalazioni indignate da parte dei lavoratori in
turnazione per servizi di vigilanza, i quali, nella gestione ordinaria dell’attività lavorativa si vedono
sottratte ferie e giornate di riposo compensativo non richieste, per effetto dell’annullamento del
codice RIF (riposo infrasettimanale festivo) deciso dal Servizio I della Direzione Generale
Organizzazione. Gli effetti di tale decisione in molti Uffici dell’Amministrazione, anche di notevole
impatto come il Colosseo e la Reggia di Caserta, determina l’imposizione di una giornata di ferie o
di riposo compensativo ad un lavoratore ordinariamente non in turno nella giornata festiva
infrasettimanale. Abbiamo già ampiamente segnalato questa spiacevolissima situazione con ben
tre note unitarie sulle quali non abbiamo avuto alcun riscontro e nelle quali avevamo inutilmente
rilevato le palesi violazioni contrattuali nella regolamentazione del diritto alle ferie e dei riposi
compensativi in alcuni Uffici. Sarebbe stato invece necessario produrre un formale chiarimento
verso gli Uffici che evidenziasse quale corretto trattamento normativo contrattuale deve essere
applicato ad un lavoratore che, per il solo effetto della ordinaria programmazione della propria
presenza in turnazione, non viene chiamato in servizio in una giornata ricadente in una festività
infrasettimanale. Non riteniamo pertanto che sia possibile reiterare un comportamento lesivo dei
diritti contrattuali dei lavoratori e ci vediamo costretti, qualora anche la presente nota non produca
il necessario ripristino di una corretta applicazione delle norme di che trattasi, ad attivare i nostri
uffici legali al fine di promuovere un contenzioso generalizzato verso codesta Amministrazione
nonché valutare opportune forme di mobilitazione e di protesta.
Ci risulta inoltre che, a seguito della pubblicazione della Circolare 33 del Segretariato Generale in
indirizzo, siano state interrotte le attività di missione verso il territorio in quanto “incompatibili con il lavoro agile”. È appena il caso di segnalare che, poiché l’attività di missione si configura come
attività in presenza, l’autorizzazione allo svolgimento di una missione comporta che la giornata o il
periodo giornaliero di impegno in esterno è da considerarsi attività in presenza a tutti gli effetti e lo
svolgimento di attività in presenza può, come è ampiamente noto, coesistere con la prestazione in
lavoro agile. Appare di conseguenza necessario un chiarimento da parte del Segretariato Generale
in indirizzo al fine di evitare il blocco delle missioni con gravi ripercussioni sulle attività di tutela sul territorio che si ritengono legate a prestazioni indifferibili.
In aggiunta dobbiamo segnalare che il mancato confronto sulla accelerazione prevista dalla
Circolare n. 33/2020 sta producendo alcuni prevedibili effetti sul territorio con tentativi di forzare la fase di riapertura senza le necessarie misure di sicurezza o predisponendo il rientro in presenza di tutto il personale in lavoro agile. Segnalazioni peraltro pervenute anche agli Uffici in indirizzo.
Noi riteniamo che la fase di ripartenza si stia concretizzando nel generale rispetto di un opportuno principio di gradualità e delle misure di sicurezza previste dal Protocollo Sicurezza concordato con dichiarazione congiunta in sede nazionale. Lo stesso Protocollo prevede l’attivazione di un monitoraggio congiunto nel caso la valutazione sulla programmazione concordata subisca valutazioni differenti legati all’andamento della pandemia. Spiace constatare che questo non sia avvenuto in questo caso e pertanto si ribadisce la necessità urgente di un confronto finalizzato alla verifica della situazione in atto su tutto il territorio nazionale.
Infine si sollecita la convocazione di una riunione del tavolo nazionale al fine di avviare il confronto sui progetti attuativi dell’accordo FRD 2020, in modo da consentire l’avvio delle attività in tempi ragionevoli, considerato anche il complesso iter di certificazione presso gli organi di controllo.
Nel restare in attesa di urgente riscontro si porgono distinti saluti.

FP CGIL                   CISL FP                          UIL PA
Meloni                 Nolè Di Stefano                Trastulli

COMUNICATO UNITARIO RIUNIONE 12 GIUGNO 2020

Una proposta irricevibile quella formulataci questa mattina in risposta alla nostra richiesta di erogazione del buono pasto anche nelle giornate di lavoro agile nell’attuale periodo di emergenza. Rispetto a questa legittima rivendicazione, dopo più di due mesi di attese e di rinvii, l’Amministrazione ha formulato una proposta che per le sue caratteristiche appare più una “mancetta” che una reale soluzione alla contrazione economica subita dai lavoratori dell’Ente. La soluzione indicata dall’Amministrazione si sostanzierebbe nella previsione per i mesi di marzo, aprile e maggio , in analogia a quanto previsto per i telelavoristi , di un “ristoro” per tutti i dipendenti ,legato alla disponibilità dimostrata e al necessario utilizzo delle proprie attrezzature informatiche pari a 50 euro al mese netti, da erogarsi nella prossima busta paga. Le scriventi OO.SS. hanno espresso la loro netta contrarietà ad una soluzione che non si avvicina neanche minimamente alla perdita economica subita dai colleghi in questi mesi e che inoltre appare quasi un disconoscimento della dedizione e l’impegno da tutti i colleghi sempre profuso nello svolgimento del proprio lavoro , non tiene in conto l’attaccamento per l’Ente e per il proprio ruolo di lavoratori pubblici da sempre dimostrato. Abbiamo ribadito come moltissime Amministrazioni Pubbliche abbiano riconosciuto ai propri dipendenti il buono pasto in ragione del fatto che essi hanno lavorato in modalità agile, l’unica modalità prevista per i dipendenti pubblici, modalità alla quale appare corretto applicare gli istituti contrattualmente previsti. Una valutazione diversa da parte della nostra Amministrazione risulta realmente incomprensibile. Da parte nostra c’è stata inoltre la massima apertura sui tempi di erogazione, per venire incontro a momentanee difficoltà dell’Ente legate ad esigenze di liquidità, l’ente è stato infatti costretto a rimodulare il bilancio avendo registrato finora una perdita di 41.000.000 di euro. La perdurante difficoltà in cui si trovano ad operare i dipendenti dell’Aci così come la scarsa qualità del servizio reso non sono certo imputabili ai lavoratori ACI ma sono dovute ai nuovi sistemi DU, che appaiono ancora instabili e le cui implementazioni sono rilasciate in esercizio senza adeguati test e collaudi funzionali. La generale confusione, le brusche accelerate e le altrettanto improvvise retromarce sono responsabilità che non possono essere riverberate sui lavoratori che faticano enormemente a barcamenarsi fra un sistema ancora immaturo da gestire, le legittime aspettative dei cittadini e un senso profondo di sconforto e di abbandono.
Appare assai singolare che non si voglia – anche attraverso il riconoscimento dei diritti contrattuali quali il buono pasto – dare un segno tangibile di apprezzamento dello sforzo che ancora una volta i lavoratori ACI (e principalmente coloro che si trovano in prima linea) stanno sostenendo, in balia delle nuove procedure informatiche e con la ovvia indignazione dei cittadini utenti, a cui non si riesce a rispondere nei tempi e nei modi consueti.
In riferimento al sistema indennitario, secondo argomento all’ordine del giorno della riunione odierna, le scriventi OO.SS. hanno chiesto chiarimenti in ordine al mancato pagamento (allo stato) dell’indennità di turno al personale dell’infomobilità ACI nonché la modifica, per tutto il periodo di emergenza, delle indennità giornaliere in indennità di funzione. Sul primo punto l’Amministrazione, a fronte di parere richiesto all’ARAN, ha chiarito che sta avviando una verifica sulle modalità di riscontro dell’orario essendo questo punto il discrimine per il pagamento mentre sulla seconda casistica si è riservata un approfondimento. In conclusione, l’Amministrazione si è riservata di valutare ulteriormente le nostre richieste e ha proposto un nuovo incontro. Le scriventi OO.SS. hanno ribadito la necessità che tale incontro avvenga con urgenza, non essendo più accettabili ulteriori dilazioni ,e possibilmente in presenza . Ci auguriamo vivamente che le nostre legittime istanze a tutela dei lavoratori siano accolte al più presto. In caso contrario le scriventi si vedranno costrette ad avviare tutte le iniziative sindacali utili a rivendicare quanto legittimamente atteso dalle lavoratrici e dai lavoratori ACI.

FP CGIL ACI         FP CISL ACI         UILPA ACI ACP        CONFSAL UNSA ACI
D. Figliuolo            M. Semprini           P. Piccirilli                  A. G. Cappelli

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