integrazione protocollo di contrattazione nazionale (2)

TRAGUARDO LONTANO, MA NON IRRANGIUNGIBILE

Care colleghe e cari colleghi, si è svolto giovedì 11 giugno l’incontro con l’Amministrazione, avente per oggetto le PEO 2020.
La novità è che la partecipazione è aperta al personale che al 31 dicembre 2019 abbia maturato 2 anni  dianzianità nel ruolo della Corte dei cont e che, contemporaneamente, appartengano da almeno 2 anni all’attuale fascia  economica. Ciò consentirà la partecipazione massima prevista.
L’Amministrazione ha ribadito che l’ARAN si è più volte pronunciata sull’impossibilità dello scorrimento delle graduatorie relatve all’anno precedente.
Tutto ciò premesso:

QUESTE LE NOSTRE PROPOSTE ESPERIENZA PROFESSIONALE MATURATA (TOTALE PUNTI MAX 35)

Anzianità di servizio nella fascia retributiva di appartenenza 1,0 punti per ciascun anno di servizio prestato o frazione superiore a sei mesi

Anzianità di ruolo nella Corte dei conti 0,6 punti per ciascun anno di servizio prestato o frazione
superiore a sei mesi

Anzianità di ruolo in altra Pubblica Amministrazione 0,5 punti per ciascun anno di servizio prestato o frazione superiore a sei mesi

VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA PRESTAZIONE RESA (TOTALE PUNTI MAX 5)

Valutazione da 60 a 74,99 3 punti
Valutazione da 75 a 89,99 4 punti
Valutazione da 90 a 100 5 punti

PROVA SELETTIVA

Verrà, inoltre, effettuata una prova a quiz costituita da n. 60 domande a risposta multipla su quesiti di cultura generale, organizzazione e funzioni dell’Istituto, a cui verrà attributo un punteggio pari a 0,5 punti per ogni risposta esatta. I Quiz saranno di due tipologie, strutturate secondo il grado di preparazione richiesto a seguito del corso di formazione* per la qualifica di appartenenza con una serie di domande che saranno predisposte per le aree I e II e un’altra serie che saranno invece predisposte per l’area III. Le banche dati contenenti tutte le domande che potranno essere oggetto della prova (pari a n. 2.000), saranno pubblicate sulla Intranet almeno un mese prima dello svolgimento della prova stessa.

*(Corso di formazione e-learning per singole aree funzionali di appartenenza con prova a quiz on-line da n.60 domande a risposta multipla suddivise in n.12 di domande nelle seguenti modalità; 1) cultura
generale; 2) Funzioni di controllo; 3) Funzioni giurisdizionali; 4) Organizzazione ed amministrazione
attiva; 5) Funzioni tecnico informatiche.)
Inoltre, abbiamo posto delle pregiudiziali su:
– bonus di 5 punt per chi ha superato le Peo 2019, ma non è risultato vincitore, da inserire tra i ttoli di studio, quale professionalità acquisita;
– formazione ed esame con un tutor per il personale diversamente abile con problematche psichiche;
– per il personale del ruolo locale di Bolzano l’arrotondamento in eccesso dei posti disponibili, in quanto penalizzato nei posti disponibili delle PEO 2019, arrotondati in difetto.
ALTRI ARGOMENTI TRATTATI
– Bonus governativo di 100€ mensili (da rapportare alle giornate di servizio effettivo
prestato durante l’emergenza Covid-19) in fase di acquisizione dat;
– Sollecitazione, come da nostra nota e raccolta firme, per l’apertura di un tavolo
negoziale che porti alla sottoscrizione di un protocollo di intesa sullo Smart
Working, comprensivo del buono pasto;
– A breve usciranno le disposizioni di attuazione per le Alte Professionalità;
– Entro l’anno sarà bandito il concorso per il passaggio tra le Aree;
– L’Amministrazione si è dichiarata NEGATIVA, sulla possibilità di poter recuperare gli importi già detratti dallo stipendio del mese di Maggio, riguardanti permessi e ritardi non rimessi. Per la FP CGIL questo è inaccettabile in quanto il personale nel mese di marzo era a casa e le sedi di lavoro CHIUSE e non poteva materialmente essere in grado di potere prestare servizio in modalità ordinaria; a nostro avviso, i permessi e i ritardi avrebbero dovuto essere posticipati di default, vista
l’emergenza e il lockdown in corso nei mesi di Marzo ed Aprile, senza nessuna istanza da parte del personale.

SARETE PRONTAMENTE INFORMATI SULL’ EVOLUZIONE DELLE TRATTATIVE NOI NON MOLLIAMO

La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco

 

Al Presidente
Al Direttore Generale
Al Direttore Centrale R.U.

Oggetto: riqualificazione professionale – Fase 2

Facendo seguito alla precedente proposta di riqualificazione professionale inviata in data 12 maggio 2020, in cui si illustrava la possibilità di poter prevedere due selezioni interne prendendo le mosse dalla modifica introdotta con il DL 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazione con legge 28 febbraio 2020, n. 8 – laddove, rivedendo la previgente norma cd.
Madia, ha previsto la possibilità di poter effettuare selezioni interne per il triennio 2020-2022 per un numero di posti pari al 30 per cento del predetto piano triennale dei fabbisogni del personale (PTFP) – le scriventi chiedono di procedere celermente allo svolgimento della prima selezione interna calcolata sul 20 per cento del PTFP 2019-2021.
Successivamente, si potrà procedere con la definizione del nuovo PTFP 2020-2022 e, quindi, bandire la seconda selezione interna per un numero di posti pari al 30 per cento calcolato sul predetto nuovo piano.
È di tutta evidenza che, una simile proposta, è volta a dare una maggiore risposta in termini numerici ai colleghi interessati che attendono da circa 20 anni di vedersi riconosciuto quanto ampiamente dimostrato sul campo, senza dover necessariamente attendere i tempi necessari a far riprendere il percorso concorsuale esterno attualmente bloccato a causa delle crisi epidemiologica.
A tale ultimo riguardo, si rappresenta la possibilità di poter accedere all’ipotesi prevista dall’art. 248, comma 3, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (cd. Rilancio), risolvendo il contratto allora stipulato per l’organizzazione della procedura concorsuale e poter successivamente gestire autonomamente, o attraverso apposito bando ad hoc, il concorso per il solo INAIL, creando così le condizioni per poter rivedere anche le modalità di partecipazione del personale di ruolo, nonché di poter gestire al meglio l’eventuale decentramento della procedura
concorsuale.

Cordiali saluti

A. Mercanti      M. Molinari          F. Savarese

Comunicato

La procedura prevede una proposta di auto assegnazione degli obiettivi da parte del dipendente (anche di natura comportamentale) finalizzati al raggiungimento del risultato generale e, dopo il confronto con il proprio Responsabile, la validazione della “scheda obiettivo personale” coerente con le attività prevalentemente ed effettivamente svolte, oggetto di rendicontazione.
Funziona sempre così? No, purtroppo.
Frequentemente ai colleghi non vengono offerti gli strumenti e le informazioni necessarie se non addirittura lo spazio per proporre al proprio responsabile una scheda obiettivo coerente con le attività normalmente svolte, la propria esperienza professionale e funzionale al ruolo rivestito in Agenzia.
Per la Fp CGIL è un comportamento aziendale sbagliato!
Un’applicazione del sistema di valutazione che non favorisca il dialogo interno e la valorizzazione delle professionalità mortifica il Lavoro creando frustrazione e incidendo negativamente sul benessere organizzativo complessivo.
Un sistema di valutazione se, come nel caso dell’Agenzia, ha (anche) una finalità “premiante”, a maggior ragione dovrà porre attenzione alla negoziazione e alla condivisione degli obiettivi, consentendo al lavoratore di influenzare il risultato finale oltre a garantire la trasparenza dell’intero processo di valutazione, un requisito previsto ma non sempre applicato.

 

Il Coordinamento Nazionale
Fp CGIL Agenzia del demanio

Pubblichiamo i testi definitivi delle ipotesi di accordo siglati il 10 giugno. Adessi gli accordi intraprendono la via della certificazione prima della sottoscrizione definitiva.

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBACT

Roma, 15 Giugno 2020

Al Direttore dell’Agenzia delle entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini

Al Direttore Risorse Umane Organizzazione
Dott. Carlo Palumbo

Oggetto: informativa questionario smart working – Conciliazione Vita/Lavoro – Aggiornamento professionale
dirigenti e valutazione performance in funzione della ripresa attività in presenza.

Con nota 233069 del 12 giugno u.s. l’Agenzia ha voluto fornire una precisazione a seguito della nostra richiesta (nota fp cgil usc_2020_196 datata 11 giugno) in merito al questionario sullo smart working, in diffusione in questi giorni.
Nel ringraziare per la celere risposta, però, ci vediamo costretti a sottolineare che detta precisazione aziendale non rassicura in merito alla volontà datoriale di definire, con il contributo delle Organizzazioni sindacali, un percorso negoziale finalizzato al bilanciamento delle esigenze organizzative aziendali con quelle dei dipendenti.
Ribadiamo, a tal proposito, la necessità di definire adeguati strumenti di “Bilanciamento Vita/Lavoro”da offrire ai dipendenti successivamente al periodo di emergenza epidemiologica.
Ferma restando la nostra disponibilità ad affrontare un ragionamento complessivo, in questa occasione ci limitiamo a sottolineare due delle diverse urgenze:
– l’aumento delle presenze in ufficio determinerà presto la necessità di chiarire tempistiche e conclusione per i pareri sospesi e da rivedere per le istanze di telelavoro;
– ampliare le disponibilità in termini di platea di destinatari delle forme di lavoro da remoto già oggi oggetto di accordi sindacali, ponendo particolare attenzione non solo al numero di “istanze accoglibili” ma anche, come suggerito nella nostra nota richiamata, alle condizioni economiche e normative di fruizione di questi strumenti.
Tema confluente, come detto nel corso dell’ultima riunione, è l’applicazione dell’articolo 263 del DL 34/2020 in tema di continuità dell’azione amministrativa, celere conclusione dei procedimenti e progressiva riapertura di tutti gli uffici mediante una diversa organizzazione del lavoro e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, l’interlocuzione programmata e ulteriori ed eventuali modalità organizzative che potranno essere  individuate con appositi DPCM.
Sul punto abbiamo ricevuto la nota informativa numero 233285 datata 13 giugno.
Lo stesso articolo 263, oltre a dare disposizioni in materia di flessibilità del lavoro pubblico e di lavoro agile, pone l’onere in capo alle Amministrazioni di assicurare adeguate forme di aggiornamento professionale alla dirigenza e individua l’attuazione delle misure richiamate nell’articolo stesso oggetto di valutazione ai fini della performance.
Si chiede all’Agenzia, cogliendo l’occasione della presente, di condividere con le ooss le attività finalizzate all’aggiornamento professionale della dirigenza ai fini di cui al comma 1, art 263, DL 34/2020 e i target utilizzati ai fini della valutazione. Questo, attese le ricadute immediate nella quotidianità dei colleghi ed evitare il “gioco di rimpallo delle responsabilità” tra Strutture Centrali, Regionali e Provinciali nell’ambito del percorso di valutazione, anche condiviso con le ooss, finalizzato ad escludere un generalizzato ampliamento del lavoro in presenza.
Cordialità

Fp Cgil Nazionale
Daniele Gamberini

Roma, 12 giugno 2020

Comunicato ai lavoratori

La Direzione Centrale ci ha informato che intende dare attuazione ad una graduale riapertura degli uffici come previsto dal D.L. 34 delegando ai tavoli locali già costituiti nel corso dell’emergenza la definizione delle nuove modalità operative nel pieno rispetto delle necessarie misure di sicurezza per la tutela della salute dei lavoratori e degli utenti.
L’Amministrazione ha ribadito quindi il metodo del confronto locale necessario in risposta alle segnalazioni giunte da tutte le OO.SS. di “fughe in avanti” avvenute ad opera di singoli Direttori territoriali in assenza di confronto. È un principio che certo accogliamo positivamente, soprattutto perché chiarisce che tutti i provvedimenti e gli accordi fatti
nel corso dell’emergenza sono pienamente operativi e vincolanti tra le parti.
Abbiamo però dovuto far notare come sia necessario da un lato che l’Agenzia tuteli meglio i propri dipendenti non solo riguardo alle condizioni di lavoro, ma anche in riferimento ad una campagna di informazioni distorsiva da parte degli organi di stampa chiarendo meglio che il canale della erogazione dei servizi è solo uno dei possibili canali di contatto utilizzabili. Inoltre abbiamo ritenuto che l’Agenzia debba operare un ulteriore sforzo organizzativo sul tema della digitalizzazione delle attività.
Noi di FP CGIL abbiamo censurato inoltre l’iniziativa di un questionario volontario sul gradimento dello smart  working puntualizzando che tale esperienza è stata fortemente limitata da una lunga serie di considerazioni oggettive, da una certa impreparazione delle strutture territoriali dell’Agenzia anche tecnologica, ma soprattutto organizzativa e di conoscenza dello strumento e dalla mancanza dei contratti individuali.
In tal senso l’Agenzia ha colto l’occasione per precisare che i lavoratori in smart working possono prestare la propria attività anche in luogo diverso dal proprio domicilio o comunque diverso da quello in cui era stato originariamente indicato, previa comunicazione del luogo all’amministrazione per necessità assicurative e compatibilmente con le
decisioni in merito alla riapertura degli uffici.
Ora attendiamo di conoscere l’effettiva disponibilità delle strutture territoriali dell’agenzia ad intraprendere un  percorso effettivamente condiviso e seguiremo con attenzione ogni situazione locale, ma riteniamo che a livello di modello di organizzazione generale del rapporto tra utenti e strutture l’agenzia non stia mostrando quel coraggio e quella capacità di adattamento che un concetto avanzato di pubblica amministrazione richiederebbe e riteniamo ciò non soddisfacente.
Quando l’agenzia vorrà intraprendere questa strada di necessario adeguamento alla realtà ci troverà sicuramente pronti a dare una mano.

FP CGIL Nazionale
Coord. Agenzia delle entrate

Roma, 13 giugno 2020

Al Direttore Centrale R.U.
Alla DCRU – Uff. Trattamento Economico

Alla DCRU – Uff. Relaz. Sindacali

e p.c. Alla DCPBC – Uff. Tributario e Previdenziale

Oggetto: Richiesta tassazione separata

Così come già richiesto dalle scriventi in data 24 ottobre 2019, in occasione di un incontro sul Contratto Integrativo per l’anno 2018, in cui avanzarono all’Amministrazione la necessità di assoggettare tutti gli emolumenti legati ad annualità precedenti al regime di tassazione separata, e considerata la risposta numero 177 dell’Agenzia delle Entrate in materia di “tassazione separata – art. 17, comma 1, lettera b), del Testo unico delle imposte sui redditi, che conferma e rafforza la predetta richiesta avanzata dalle scriventi laddove ribadisce che l’applicazione della tassazione separata interviene per tutti gli “emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente riferibili ad anni  precedenti, percepiti per effetto di leggi, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi sopravvenuti o per
altre cause non dipendenti dalla volontà delle parti, compresi i compensi e le indennità di cui al comma 1 dell’art. 50 e al comma 2 dell’art. 49″, ovvero “si applica in tutti i casi in cui l’erogazione degli emolumenti per prestazioni di lavoro dipendente avvenga in un periodo di imposta successivo a quello di riferimento prescindendo da qualsiasi indagine di fatto in ordine al ritardato pagamento”, si invita l’Amministrazione a volersi uniformare a tale indirizzo e ricalcolare tutti gli emolumenti percepiti dal personale in anni differenti rispetto a quello di spettanza al fine di recuperare la maggiore IRPEF trattenuta.
Si resta in attesa di celere riscontro in merito.

A. Mercanti            M. Molinari             F. Savarese

TASSAZIONE SEPARATA EMOLUMENTI ARRETRATI PUNTO DI SVOLTA

Sul tema del regime di tassazione, tassazione corrente o separata, da applicare agli emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente imputabili ad annualità pregresse ed erogati dall’Amministrazione nell’anno solare successivo, siamo già intervenuti nei mesi scorsi a vario titolo per segnalare il non corretto prelievo tributario applicato dall’Istituto già nel 2019 sugli emolumenti di competenza del 2018 corrisposti a titolo di salario accessorio.
L’Agenzia delle Entrate, rispondendo ad un interpello presentato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha chiarito ciò che noi sosteniamo da tempo, ossia che la tassazione separata, più conveniente per i lavoratori rispetto alla tassazione corrente che comporta l’applicazione di un’aliquota marginale IRPEF più alta, si applica in tutti i casi in cui l’erogazione degli emolumenti per prestazioni di lavoro dipendente avvenga in un periodo di imposta successivo a quello di riferimento “a prescindere da qualsiasi indagine di fatto in ordine al ritardato pagamento”.
Alla luce dell’orientamento inequivocabile espresso dall’Agenzia delle Entrate, attendiamo che l’Amministrazione si uniformi a tale indirizzo individuando le soluzioni tecniche che consentano alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’INPS di recuperare la maggiore IRPEF trattenuta sulle retribuzioni del 2019 con riferimento agli emolumenti di competenza del 2018 e corrisposti lo scorso anno. Naturalmente il discorso vale, a maggior ragione, anche per il 2020 con riferimento ai compensi di competenza del 2019 e per i quali l’Istituto ha già “processato” i cedolini di giugno.
Vigileremo affinché il modus operandi dell’Amministrazione vada nella direzione indicata dall’Agenzia delle Entrate.

FP CGIL
M. Ariano
A. Trevisani

CISL FP
P. Scilinguo

CONFINTESA/FP
F. Viola

CONFSAL-UNSA
P. Ciaraldi
S. Peppetti

CIDA
L.Paladino

Pubblichiamo la ministeriale n. 0203492 dell’11.6.2020 di cui all’oggetto

On.le Alfonso Bonafede
Ministro della Giustizia

Il 5 giugno scorso le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno appreso dagli organi di informazione dell’impegno da lei assunto con le associazioni dell’avvocatura e con l’ANM di garantire un rapido rientro alla normalità degli uffici giudiziari in considerazione del miglioramento del quadro sanitario nazionale. A partire proprio da tale data le associazioni dell’avvocatura e gli stessi Consigli dell’Ordine in varie città hanno posto in essere un inqualificabile attacco ai lavoratori della Giustizia, additati nella sostanza di essere dei fannulloni e di minare la funzionalità degli uffici perché imboscati nelle proprie abitazioni dietro il paravento dello Smart Working. Paradigmatica quanto provocatoria è stata in particolare la nota con la quale il presidente del COA di Napoli ha chiesto alla Corte di Appello nonché al Tribunale ordinario del capoluogo campano la trasmissione dei dati sulla
produttività dei lavoratori in Smart Working sì arrogandosi poteri ispettivi che viceversa sono riconosciuti dalla legge, anche costituzionale, in capo ad organi dello Stato.
I documenti dell’avvocatura in particolare hanno additato lo Smart Working come la causa di tutti i mali della Giustizia ignorando che lo stesso è stato applicato nell’amministrazione giudiziaria solo alla fine di marzo per consentire agli uffici di operare in condizioni di sicurezza ed è stato progressivamente già ridotto a partire dal 12 maggio in conseguenza dello sblocco delle attività processuali. Lo Smart Working, previsto dalla legge anche per le pubbliche amministrazioni perché universalmente riconosciuto come la modalità di erogazione della prestazione lavorativa tra le più efficaci esistenti, nonostante le difficoltà di carattere tecnico, legate all’accesso da remoto agli applicativi in uso agli uffici, ha dato buoni risultati contribuendo ad erogare tanti servizi all’utenza. Tra questi, corre
l’obbligo di menzionare il pagamento delle spettanze agli avvocati per le difese di ufficio e per il gratuito patrocinio, reso possibile proprio dal “lavoro agile” dei “cancellieri” (ossia dei lavoratori delle cancellerie) che hanno operato “comodamente seduti nelle poltrone delle proprie abitazioni”.
FP CGIL CISL FP e UIL PA devono purtroppo riscontrare come il sistematico dileggio dei lavoratori della Giustizia sia stato accompagnato dall’assordante silenzio suo e dell’intera amministrazione centrale. Inoltre, mentre dialogava con gli avvocati ed i magistrati, Lei e la sua amministrazione ignoravano del tutto i lavoratori della Giustizia ed i loro
rappresentanti sino al punto di rifiutare, anche per responsabilità dei vertici del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, la sottoscrizione di un protocollo di intesa ricco di contenuti sulla disciplina della fase due della emergenza da COVID-19, diversamente da quanto fatto da altri Ministri del Governo e dai loro enti e amministrazioni che hanno dato giusta applicazione e necessario risalto al “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid- 19”, sottoscritto dal Ministro della Funzione Pubblica con Cgil, Cisl e Uil e le loro organizzazioni sindacali del pubblico impiego. La piena applicazione di quel protocollo avrebbe senz’altro consentito di apprestare tutte le condizioni e gli strumenti necessari per
assicurare la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici e la piena funzionalità del Ministero, avviando un confronto costante sul territorio per il monitoraggio delle situazioni critiche, anche in vista di un graduale ritorno alla normalità, senza sottovalutare i rischi elevati, ancora presenti, di diffusione del contagio.
Tale ultima circostanza ha minato alla radice la partecipazione del sindacato alla riorganizzazione degli uffici in occasione dello sblocco delle attività processuali con i pessimi risultati soprattutto in termini di conflittualità che sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre, stante la permanenza della situazione emergenziale, non si comprende con quali
modalità si garantirà l’apertura ordinaria di tutti gli uffici giudiziari nei tempi celeri da lei paventati. Come è noto la fase auspicabile di ritorno alla normalità è condizionata dall’andamento della pandemia, purtroppo ancora in atto, ed alle misure a tutela della salute pubblica definite dalle Autorità competenti, che, pare opportuno ricordare, nel caso della Giustizia riguardano la sicurezza di tutti gli operatori ed i cittadini a vario titolo coinvolti nel
ciclo giudiziario, compresi gli avvocati.
La gestione di questo fondamentale settore dello Stato, soprattutto in un periodo di crisi come questo, richiede pertanto una valutazione attenta di tutti gli interessi in gioco e la necessitò di effettuare una sintesi che, senza penalizzare e denigrare alcuno, ponga al centro solo l’interesse pubblico alla giustizia ed alla salute.
Per tale motivo FP CGIL, CISL FP e UIL PA si riservano l’adozione delle opportune iniziative nella ipotesi in cui dovessero essere adottati provvedimenti, anche normativi, discriminatori per i lavoratori della Giustizia ed in ogni caso chiedono che lei faccia sentire la sua voce attraverso la convocazione con urgenza di un apposito incontro.

Distinti saluti
I Segretari nazionali

Fp Cgil                             Cisl Fp                               Uil Pa
Florindo Oliverio       Angelo Marinelli              Andrea Bordin

ENNESIMO CONFRONTO – ANCORA POCHE CERTEZZE

In data 9/6/2020 si è tenuta l’ennesima riunione con l’Amministrazione, nelle persone del Segretario Generale, il Direttore Generale per le politiche del personale, l’innovazione organizzativa, il bilancio – Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.), il Direttore Generale dei sistemi informativi, dell’innovazione tecnologica, del monitoraggio dati e della comunicazione e il Direttore Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali.
Preliminarmente si riscontra che l’incontro non ha prodotto i risultati attesi da CGIL CISL e UIL poiché l’amministrazione non ha predisposto, ancora oggi, alcun documento relativo alla stesura di un protocollo condiviso con le OO.SS. e RSU riguardante tutte le procedure di sicurezza atte a consentire il graduale rientro del personale in sede. Sul punto il Segretario Generale si è impegnato entro fine settimana a presentare un documento alle rappresentanze dei lavoratori, che verrà discusso nella prossima riunione appositamente dedicata all’argomento. Lo stesso ha comunque rassicurato le rappresentanze sindacali sul fatto che l’amministrazione continuerà a favorire la prestazione di lavoro in modalità agile almeno fino a cessata emergenza. Chiaramente ci aspettavamo già di affrontare nel merito la questione, con nostra grande delusione, è stata rimandata ancora una volta. E’ stato comunque fatto presente all’Amministrazione che tale argomento è materia di contrattazione integrativa così come previsto dal CCNL vigente.
Anche sui buoni pasto l’amministrazione non ha dato risposte sul legittimo diritto dei lavoratori poiché già nelle precedenti riunioni era stato chiesto con forza il riconoscimento degli stessi, in quanto è di tutta evidenza che quello che si sta svolgendo dal 12 marzo non è “smart working” ma lavoro ordinario svolto da casa anziché nella sede di lavoro istituzionale. A questo proposito ci preme ribadire che molti lavoratori non solo rispettano l’intero orario ordinario, ma proseguono l’attività giornaliera senza che venga loro corrisposto né lo straordinario né il riposo compensativo. E’ necessario considerare che il momento che stiamo vivendo da più di tre mesi è una situazione eccezionale che non può essere ricondotta ad accordi presi in tempi totalmente diversi, e comunque in via sperimentale (vedi tra l’altro l’art. 20 della L. 81/2017). Sul punto l’amministrazione per l’ennesima volta ha affermato che sta svolgendo approfondimenti senza peraltro prendere ancora una posizione. Fermo restando che queste OO.SS. sostengono con forza che i buoni pasto debbano essere attribuiti ai lavoratori a partire dall’inizio dell’”home working” obbligatorio, qualora l’amministrazione non sarà di questo avviso, valuteranno le iniziative da intraprendere insieme al personale.
CGIL CISL e UIL hanno invitato la parte pubblica a valutare con attenzione i risultati emersi dal report sull’indagine effettuata dall’Amministrazione ed in particolare sui risultati riguardanti il parere della Dirigenza sul periodo lavorativo in “home working”, che è ampiamente positivo e fa emergere che i dirigenti hanno attentamente monitorato giornalmente l’attività del personale attraverso tutti gli strumenti messi a disposizione.
Relativamente al bonus di cui all’art. 63 del DL n. 18/2020 (premio ai dipendenti che hanno lavorato in presenza nel mese di marzo 2020), più volte sollecitato da CGIL CISL e UIL, l’amministrazione ha comunicato che lo stesso sarà liquidato entro il mese di luglio.
A seguito delle nostre sollecitazioni, il Segretario Generale ha finalmente illustrato la prevista riorganizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che si dovrebbe realizzare entro il 31.10.2020 attraverso l’emanazione di apposito decreto
Sostanzialmente l’intenzione del vertice politico/amministrativo è quella di far rientrare, rivendicandole come proprie competenze, le politiche attive del lavoro, creando un’altra Direzione Generale e riunendo divisioni e competenze attualmente allocate nelle diverse Direzioni Generali. In ogni caso ha assicurato che sarà avviato il confronto con le OO.SS. nei tempi utili cosi come previsto dal CCNL vigente.
A margine della riunione l’amministrazione ha comunicato alle OO.SS. che gli accordi sul Fondo per le risorse decentrate (ex Fua) e sulle progressioni economiche sono stati finalmente certificati dagli organi competenti e che quindi sarà possibile procedere alla sottoscrizione definitiva degli stessi. A tal fine è stata fissata una ulteriore riunione per il giorno 18.06.2020.
Infine è stato chiesto un chiarimento sull’adozione e l’avvio del nuovo sistema di gestione del personale che dovrebbe sostituire il sistema GLPers, ma anche su questo argomento non ci è stata data nessuna risposta.

Roma, 11 giugno 2020

FP CGIL

Giuseppe Palumbo
Francesca Valentini

CISL FP

Michele Cavo
Marco Sozzi

UIL PA

Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi

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