Si è tenuto oggi 11 giugno 2020 presso l’ARAN la riunione della Commissione Paritetica sui sistemi di classificazione del personale previsto dall’art.12 del CCNL 2016-2018.
ARAN, in coerenza con l’impegno preso durante l’ultimo incontro svoltosi lo scorso 16 gennaio ha presentato una bozza di “Rapporto finale di analisi e proposte” articolato in una parte analitica sulla situazione attuale, che evidenzia aspetti positivi e criticità dell’attuale sistema, e di una parte che riassume le proposte e fa sintesi sia della proposta presentata dalla stessa ARAN sia delle diverse proposte presentate da quasi tutte le Organizzazioni Sindacali.
Sia nella proposta di ARAN che in quelle delle OO.SS. si affrontano sia le ipotesi per il nuovo ordinamento professionale per tutto il comparto delle funzioni centrali sia le ipotesi di proposte relative alle modalità per le progressioni economiche orizzontali, per le posizioni organizzative e di responsabilità e per i passaggi tra le aree.
Il Presidente Naddeo ha invitato le Organizzazioni Sindacali ad esprimere le proprie considerazioni sul documento con l’auspicio di giungere a conclusioni condivise per consegnare alle parti negoziali una proposta che possa essere la base per la definizione del nuovo ordinamento professionale “a regime”, pur tenendo in considerazione la necessità di prevedere una fase transitoria di prima applicazione che necessiterà di specifica quantificazione dei relativi oneri.
Come FP CGIL abbiamo ribadito la necessità di arrivare a fare una proposta quanto più possibile condivisa  utilizzando i diversi contributi scaturiti dal confronto di questi mesi, e tenendo in considerazione che il nuovo sistema di classificazione dovrà necessariamente tenere conto anche della recente esperienza dovuta alla emergenza sanitaria.
In chiusura il Presidente Naddeo, nel fare sintesi rispetto ai contributi alla discussione, ha auspicato che a breve possa essere definita una proposta largamente condivisa dalla Commissione Paritetica, che possa essere utilmente assunta già nell’atto di indirizzo del Ministro per il rinnovo del contratto.
A tal fine ha, infatti, rappresentato che il Ministro della Funzione Pubblica avrebbe già dato la propria disponibilità a valutare eventuali interventi legislativi compatibili con i contenuti della proposta.
La Commissione si riunirà nuovamente nel giro di un paio di settimane.
Vi terremo come sempre tempestivamente informati.

 

Esecutivo Nazionale Funzioni Centrali                               Il Segretario Nazionale
Anna Andreoli                                                                      Florindo Oliverio

Al Signor Capo Dipartimento
Presidente Bernardo Petralia

All’Ufficio del Capo Dipartimento
Ufficio I Segreteria Generale

All’ Ufficio per le Relazioni Sindacali
Direzione generale del personale e delle Risorse

Oggetto: funzionario di turno

La vicenda che in queste settimane ha formato oggetto di linciaggio mediatico agito nei confronti di una dirigente di Area I, direttrice dell’Ufficio VI dell’Ufficio del Capo Del Dipartimento per il Cerimoniale e le Relazioni esterne ha fatto emergere le già note distonie relative ai compiti attributi al “funzionario di turno”.
Tale servizio è stato disposto circa dieci anni fa al fine di sollevare dal carico di lavoro quotidiano i dirigenti in servizio presso la Direzione Generale Detenuti e Trattamento almeno nelle giornate festive, prefestive e nei turni notturni.
Nel corso degli anni, con il consueto spirito di servizio, i dirigenti penitenziari in servizio presso questo Dipartimento hanno assicurato, a turnazione, nei fine settimana e nelle festività infrasettimanali, la presenza nonché la reperibilità notturna. Il compito inizialmente si riferiva alla necessità di sottoscrivere atti urgenti. Nel tempo la natura dell’attività richiesta al funzionario di turno si è dilatata tanto da giungere sino alla sottoscrizione di atti d’ indirizzo che poco si connotano delle caratteristica di “atto urgente”.
Una attenzione particolare, a tal proposito, merita, a nostro parere, la “reperibilità notturna”, da anni assicurata sempre con turni programmati, in quanto evidenzia una pletorica quanto inutile eccessiva procedimentalizzazione
per le segnalazioni degli eventi critici. Da anni la segnalazione si esplica telefonicamente dalla sede periferica a quella centrale, dal responsabile della struttura interessata al Provveditore, al Capo del Dipartimento e al funzionario di turno che a sua volta informa i vertici dipartimentali duplicando di fatto ed inutilmente lo stesso flusso comunicativo
E’ di tutta evidenza che tale procedura non fa altro che gravare gli adempimenti dei dirigenti delle articolazioni
territoriali che, in un momento di emergenza nel quale il tempo e l’urgenza assumono un chiaro ed ineludibile significato, oltre ad informare il Provveditore ed eventualmente la Procura della Repubblica competente devono assicurare detto ulteriore adempimento.
La dirigenza penitenziaria contrattualizzata e non, non si sottrae ai compiti aggiuntivi in solidarietà professionale
con le/i colleghe/i in servizio presso la Direzione generale Detenuti e Trattamento ma per quanto rappresentato appare evidente la necessità di disciplinare i compiti e le funzioni che devono essere assicurate dal funzionario di turno.
Convinti che tale segnalazione trovi la condivisione della SV l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

La coordinatrice nazionale dirigenza penitenziaria
Carla Ciavarella

Finalmente l’Amministrazione ha ascoltato le nostre numerose segnalazioni riguardanti il sistema di valutazione del personale adottato per l’anno 2019, eliminando dal manuale sia la parte relativa all’incidenza delle assenze dal servizio, sia l’errore di interpretazione relativo all’art.78 del CCNL Funzioni Centrali che obbligava i dirigenti ad attribuire il punteggio massimo (25) solo al 5% dei collaboratori. Pertanto nel 2020 il sistema di valutazione del personale non dirigente ritorna ad essere quello del 2018.
Siamo soddisfatti del risultato ottenuto; avendo previsto sin dal primo giorno tutte le criticità che si sono puntualmente presentate nell’applicazione del sistema di valutazione 2019.
Per quanto attiene alla proposta di revisione dei manuali della dirigenza, abbiamo sottolineato la caratteristica  divisiva della stessa che impone al dirigente una artificiosa differenziazione delle valutazioni del personale, al solo fine di tendere al massimo del risultato, sulla scorta di un algoritmo matematico basato su evidenze puramente statistiche.
Tutto ciò, peraltro, nell’anno di una epocale emergenza sanitaria, che ha stravolto l’ordinaria gestione degli uffici, già penalizzati dal blocco del turn over, in particolare in periferia, e quando già sono trascorsi sei mesi, senza che si sia ipotizzata alcuna variazione al sistema di valutazioni.
Ci siamo detti contrari all’introduzione di tale variabile perché, attraverso questo strumento, l’amministrazione di fatto potrebbe indurre i dirigenti a porre in essere scelte condizionate. Su questo tema tutte le organizzazioni sindacali, con diversi accenti, si sono dette contrarie.
L’amministrazione ha raccolto tutte le osservazioni e ha aggiornato la seduta. Nel corso dell’incontro siamo stati informati, inoltre, che alcuni dirigenti non hanno trasmesso le valutazioni; tale comportamento determinerà l’impossibilità di erogazione del compenso ai lavoratori. Sarebbe utile che su tutti i posti di lavoro si verifichi tale circostanza e nel caso si solleciti la trasmissione di dette valutazioni.
Al termine della riunione abbiamo chiesto notizie delle graduatorie delle PEO 2019: sono pronte e alla firma, ma è stata sollevata osservazione dall’IGOP e dalla Funzione Pubblica. L’amministrazione ci ha informati che risponderà celermente e che a breve saranno pubblicate. Successivamente si potrà procedere agli inquadramenti e agli adeguamenti stipendiali con decorrenza 1 gennaio 2019.
Per i passaggi di area l’amministrazione ci ha comunicato la volontà di pubblicare i bandi nel mese di settembre, sta procedendo alla nomina delle commissioni e alla definizione delle sedi in cui saranno espletate le prove che non possono essere quelle individuate in precedenza a causa del necessario distanziamento sociale previsto per la prevenzione da contagio COVID 19. Infine, ancora una volta, abbiamo sollecitato il regolamento per gli incentivi per funzioni tecniche previsto dall’art. 113 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50. In merito l’amministrazione ci ha informato che, nella prossima settimana, avrà un incontro al MEF per risolvere l’eccezione mossa per la destinazione della percentuale alla Cassa di Previdenza e Assistenza.
Per il rinnovo delle tessere Mit è pronta una circolare che proroga le operazioni di rinnovo al 31/12/2020.
Inoltre, a breve, sarà pubblicato il concorso che prevede l’assunzione di 340 unità di II area, nel frattempo si sta procedendo all’assunzione di tecnici di III area dalle graduatorie RIPAM e alla preparazione degli atti per l’emissione del concorso per Funzionari Amministrativi Contabili.
Proseguono intanto gli incontri per le attività delle sedi periferiche del Dipartimento Trasporti. Ieri abbiamo avuto un incontro con l’ing. Calchetti e chiesto la sospensione della circolare per le revisioni dei mezzi pesanti (sospensione accolta vedi comunicato allegato), il 17 incontreremo il Capo Dipartimento Trasporti per discutere sulla disposizione n.3352 del 21 maggio di ampliamento delle attività indifferibili.
Vi terremo aggiornati.

La Coordinatrice Fp Cgil Mit     Il Responsabile Fp Cgil Mit Area Dirigenza               p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                  Umberto Volpe                                                  Paolo Camardella

Al Direttore dell’Agenzia delle entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini

Al Direttore Risorse Umane Organizzazione
Dott. Carlo Palumbo

Oggetto: Questionario smart working

Veniamo informati dell’intendimento, da parte dell’Agenzia, di realizzare un’indagine rivolta a tutto il personale in smart working finalizzata ad acquisire contributi per la messa a punto di un modello che “bilanci al meglio le esigenze organizzative con quelle dei dipendenti”.
Stigmatizziamo come in nessuno degli ultimi incontri l’Agenzia abbia ritenuto opportuno condividere con le OO.SS. le modalità e le finalità questa iniziativa.
La nota trasmessa parte, a nostro avviso, da un assunto fuorviante: che quanto “testato” dai colleghi rappresenti una declinazione dello smart working.
È necessario sottolineare come, nella realtà, si sia trattato più di una tipologia di lavoro domiciliare che di una modalità “smart” in deroga, oltretutto, agli accordi precedentemente sottoscritti.
L’assenza di regole condivise, per questa Organizzazione, non lo rende un modello da prendere a riferimento.
Auspichiamo l’indispensabile abbandono di ogni remota velleità autoreferenziale da parte dell’Ente al fine di discutere, con le Organizzazioni sindacali, adeguati strumenti di Work Life Balance, ivi compreso un modello di “smart working” coerente con il suo significato letterale.
È necessario, quindi e per restare in tema di modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, definire le flessibilità dello “Smart working” affinché consenta una effettiva conciliazione delle esigenze organizzative con la vita personale del dipendente.
Definizione dei carichi di lavoro individuali, messa a disposizione di strumenti aziendali, fasce di contattabilità, luoghi dai quali erogare la prestazione, flessibilità negli orari entro i quali garantire la prestazione lavorativa, diritto alla disonnesione e, aspetto non secondario, il rispetto del CCNL tanto nel contenuto economico che nel contenuto normativo rappresentano, per la FP CGIL, alcuni degli elementi cardine per la condivisione di un accordo quadro finalizzato al bilanciamento dei tempi di vita/lavoro.
Dobbiamo infine rilevare il grave ritardo da parte dell’Agenzia nella riorganizzazione dei servizi e dei processi: ancora una volta i dipendenti rischiano di trovarsi ad essere oggetto di campagne stampa che ne mortificano l’impegno e la professionalità.
Questo ritardo, per noi, è inaccettabile.
Attendiamo di essere convocati per conoscere le finalità e i contenuti del questionario in via di somministrazione al personale in tema di Smart Working nel più ampio ragionamento di rivisitazione delle modalità di erogazione dei servizi all’utenza.

FP CGIL Nazionale
Coord. Agenzia dell’entrate

Roma, 9 giugno 2020

Alla c.a.

Sig. Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini

Sig. Segretario Generale MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi

E, p.c.

Sig. Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone

Oggetto: Schema di Regolamento di esecuzione, attuazione e integrazione del D.Lgs. n.50/2016
– Codice dei Contratti Pubblici – Ripercussioni sui profili professionali del MIBACT

Egregi,
lo schema di Regolamento in oggetto, di cui è nota la versione del 13 maggio 2020, sembra incidere in modo sostanziale sulla disciplina degli appalti pubblici senza tenere sufficientemente conto della specificità del ciclo applicato alla gestione ed alla tutela del patrimonio culturale. Ci viene di conseguenza segnalato dalle Associazioni dei tecnici di settore che nello schema di Regolamento in questione la norma che regolamenta i criteri generali per la progettazione e per la Responsabilità Unica del Procedimento sembrerebbe ridurre a ruolo marginale e/o subalterno tutte le professionalità non appartenenti a professionalità ordinistiche. In particolare la penalizzazione potrebbe avere effetto su archeologi, storici dell’arte e altre professionalità, riconosciute nella legge 110/2014 e ricomprese nel regolamento attuativo emanato con D.M. 244/2019, che sono ancora in attesa dei successivi passaggi applicativi previsti. Che peraltro svolgono regolarmente le attività di che trattasi.
Pertanto, al fine di evitare possibili gravi discriminazioni verso professionalità di cui è nota a tutti la funzione essenziale nei cicli di progettazione degli appalti pubblici connessi alla gestione del patrimonio culturale, si chiede un urgente chiarimento rispetto a quanto segnalato e specificatamente:
se il riferimento all’abilitazione all’esercizio alla professione comprenda, come sembra corretto, anche le figure professionali regolamentate dalla citata legge 110/2014;
nel caso auspicabile fosse previsto, quale regime transitorio si può definire, nelle more delle fasi applicative del DM 244/2019 ed in considerazione del notevole lasso di tempo immaginabile per la conclusione di dette procedure relativamente ai profili interni Mibact, al fine di garantire ai lavoratori interessati la continuità dell’attività lavorativa rispetto alla fattispecie segnalata.
In relazione a quanto sopra le scriventi OO.SS., oltre a segnalare l’urgenza della questione segnalata, richiedono un approfondimento informativo tramite un incontro sul tema e sollecitano un immediato intervento da parte della Direzione politica del Ministero presso la Commissione incaricata della stesura del Regolamento, finalizzato all’evidenziazione delle gravi criticità rilevate.
Confidando nella giusta sensibilità sul tema esposto si resta in attesa di cortese e sollecito riscontro.

FP CGIL                CISL FP                  UIL PA
Meloni                     Nolè                     Trastulli
Di Stefano

In data 3 giugno u.s., nell’incontro relativo all’area dirigenza, è stato siglato l’accordo definitivo relativo alla retribuzione individuale di risultato per il 2018, dopo l’approvazione dell’IGOP che ha sostanzialmente confermato le cifre indicate nella bozza di accordo siglata nel 2019.
E’ stata anche siglata l’ipotesi di accordo per il fondo relativo al 2019.
Nel corso dell’incontro, su sollecitazione delle sigle sindacali presenti, l’Amministrazione si è impegnata a farsi parte diligente affinché il Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato, sia per l’anno 2018 che per l’anno 2019, sia incrementato del valore percentuale di 1,64%, da calcolare sul monte salari anno 2015 relativo ai dirigenti di seconda fascia, come espressamente previsto dall’art. 51 del CCNL Area Funzioni Centrali sottoscritto in data 9.03.2020.
Inoltre, per il 2020, l’Amministrazione e la Delegazione Sindacale si sono impegnate ad avviare rapidamente il confronto e, ove prevista, la con trattazione integrativa al fine di disciplinare i nuovi istituti introdotti dal CCNL Area Funzioni Centrali del 9.03.2020. Tutto ciò è stato o g getto di una specifica dichiarazione congiunta, sottoscritta da parte pubblica e parte sindacale.

IL RESPONSABILE FP CGIL MIT
Area Dirigenza
Umberto Volpe

Attuazione Protocollo

Con la sottoscrizione del Protocollo di accordo Inail “Indicazioni per la prevenzione e il contenimento dell’emergenza sanitaria” del 15 maggio 2020 le scriventi hanno voluto fornire delle prime indicazioni e misure organizzative, da adeguare ed implementare a cura delle varie Strutture territoriali, con lo scopo di contenere il contagio da SARS-CoV-2 in vista delle imminenti riaperture di alcune attività produttive e degli inevitabili impatti che queste ultime avrebbero potuto avere sulle attività dell’Istituto e sul lavoro svolto dai colleghi.
Successivamente, in data 4 giugno u.s., in coerenza con quanto previsto dal predetto Protocollo, l’Istituto ha diramato un primo documento tecnico su “Prevenzione e contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 alla ripresa delle attività di Inail”, contenente indicazioni generali e misure specifiche da adottare presso tutte le Strutture dell’Istituto, a cui faranno seguito ulteriori documenti tecnici riguardanti le specifiche tipologie di attività e le varie mansioni espletate dal personale.
Lo scopo di tutti questi documenti è, da un lato, stimolare quella parte della dirigenza che attendeva istruzioni per aggiornare DVR-DUVRI e, dall’altro, attivare ogni misura utile per garantire la sicurezza dei lavoratori, con  particolare riferimento a quelli chiamati a dover rientrare in ufficio per rendere prestazioni indifferibili, fatta salva la valutazione dei lavoratori cd. fragili ed il rispetto del principio della volontarietà.
Il tutto con il necessario coinvolgimento delle organizzazioni sindacali territoriali e delle RSU attraverso lo strumento del confronto da avviarsi a cura degli stessi responsabili di struttura.
Oggi, grazie al protocollo condiviso, tutti i dirigenti che avevano agito ottemperando alle prescrizioni previste dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, nonché coloro che attendevano istruzioni operative dal “centro”, possono serenamente assolvere al proprio compito ed avviare tutte le procedure previste, ivi compreso il predetto confronto, reso ancor più “completo” dopo l’uscita del primo dei documenti tecnici evocati e definiti nel protocollo cornice.
Tutto ciò premesso, ogni dirigente, fermo restando che ai sensi dell’art. 87 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con legge 24 aprile 2020, n. 27, il lavoro agile rimane la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, dopo aver acquisito consapevolezza di eventuali stati di fragilità attraverso apposita indagine a cura del medico competente (unico investito del compito di decretare l’impossibilità al rientro e di avere contezza di questi particolari dati sensibili) e dopo aver verificato eventuali casi di espressa volontarietà, o meno, al rientro da parte dei lavoratori, può convocare le parti per il prescritto confronto.
All’interno di quest’ultimo, il dirigente, dopo aver informato i rappresentanti dei lavoratori sull’aggiornamento del DVR e del DUVRI, così come richiesto dalla normativa vigente, avvalendosi del prezioso supporto del RSPP e del RLS, procede di concerto con le OO.SS.
e le RSU a definire quali siano le attività indifferibili da rendere in presenza, programmando gli eventuali rientri secondo le indicazioni previste dal protocollo e dai documenti tecnici, ovvero fornire servizi di qualità garantendo la massima sicurezza dei colleghi, degli utenti e, quindi, dell’intera collettività.
In fondo, siamo l’INAIL. Non potremmo mai immaginare che l’Ente preposto alla prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro possa agire diversamente rispetto alle importanti regole di cui si è dotato attraverso la partecipazione e la condivisione delle organizzazioni sindacali.
Sicuramente non ci saranno “sbavature”, tuttavia, si invitano tutti i quadri sindacali e gli stessi colleghi a vigilare chiedendo l’attivazione dei passaggi sopra richiamati, ed a segnalare alle scriventi eventuali situazioni critiche affinché, come previsto all’interno di tutti i documenti prodotti, si possa attivare il tavolo di monitoraggio nazionale e chiedere l’intervento immediato della Direzione Generale diretto a garantire il rispetto degli accordi sottoscritti e l’uniforme applicazione degli stessi sull’intero territorio nazionale.

Roma, 07 giugno 2020

A. Mercanti                       M. Molinari                      F. Savarese

SMART WORKING E LAVORO STRAORDINARIO: DUE TERMINI NON INCOCILIABILI!

La direttiva n.3/2017 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, adottata all’indomani della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge 22 maggio 2017, n.81 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, nel definire le linee guida relative all’organizzazione del lavoro con l’obiettivo di promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, rimette alle singole Amministrazioni l’adozione degli atti interni, secondo i rispettivi ordinamenti, in materia di lavoro agile che impattano su profili di tipo organizzativo o su profili attinenti al rapporto di lavoro.
Tra i profili attinenti al rapporto di lavoro rientra certamente la regolamentazione delle prestazioni di lavoro straordinario non precluse, così come previsto per l’erogazione dei buoni pasto, in linea di principio, dalla citata direttiva che non a caso, affida alle stesse Amministrazioni la previsione della loro eventuale esclusione per effetto della distribuzione flessibile del tempo di lavoro. La stessa circolare n.2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione, circolare esplicativa del DL n.18/2020 convertito nella Legge n.27/2020, adottata in regime di emergenza sanitaria, non esclude la possibilità che siano svolte prestazioni di lavoro straordinario in condizioni di smart working.
Riteniamo che su questo tema vada avviata una comune riflessione che affronti anche altri aspetti legati ad una forma di lavoro che, per effetto delle norme introdotte dal legislatore dal 23 febbraio in poi, si è discostata dal modello ordinario per assumere il profilo di un modello emergenziale che se da un lato ha consentito, e consente tutt’ora, di garantire da remoto la continuità dell’azione amministrativa, dall’altro presenta “effetti collaterali” non “digeribili” (un esempio per tutti l’estensione a dismisura delle fasce di contattabilità e l’assenza di fatto del diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche) nel medio e lungo periodo
come testimoniato dalle numerose segnalazioni che quotidianamente riceviamo dai colleghi.
Come abbiamo scritto (vedi nostra nota unitaria del 4 giugno 2020) all’indomani della firma il 3 giugno scorso dell’Accordo in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro INPS nella cosiddetta Fase 2”, diventa imprescindibile l’avvio di una sessione negoziale sullo smart working in grado di traghettare tale istituto dalla “Fase 1” alla “Fase 2” nel nostro Ente con la prospettiva e l’auspicio di una sua prossima riconduzione nell’alveo della contrattazione collettiva nazionale di lavoro.
Roma, 10 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Roma, 9 giugno 2020

Alla c.a.
Sig. Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini

Sig. Segretario Generale MiBACT
Dott. Salvatore Nastasi

Sig. Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone

Oggetto: Lavoro agile – attivazione di un tavolo di confronto relativamente alla ripresa delle attività

Egregi,
la recente circolare n. 33 del Segretario Generale ha, di fatto, posto le basi per una graduale ripresa
delle attività andando ad incidere sullo smart working e sull’attuale gestione del lavoro agile negli
Istituti. Le disposizioni contenute nella succitata circolare – ancorché generaliste per potersi adattare
alle differenti esigenze dei singoli settori di attività – di fatto pongono ancora problemi interpretativi
e attuativi. Siamo, nonostante tutto, ancora in fase di emergenza, mentre la percezione che si ha è
quella di una dirigenza convinta di vivere una condizione di riacquisita normalità. Cosa che,
evidentemente, non è. La conseguenza immediata è una contrazione indiscriminata della modalità
di lavoro agile, anche a fronte di raccomandazioni palesi e non opinabili rispetto al mantenimento
dello smart working per quelle attività facilmente gestibili da remoto.
Senza contare – come le scriventi hanno evidenziato inutilmente da settimane – che molti colleghi
e molte colleghe si trovano nella condizione difficilissima di dover conciliare la vita lavorativa con
quella privata, che include la cura dei figli costretti a casa per via della chiusura delle scuole. Costoro
vanno tutelati, mentre invece nessun accorgimento di dettaglio è stato predisposto.
Senza contare, inoltre, che in molte SABAP – o comunque in Istituti in cui la valorizzazione non è
l’attività principale – non è stato predisposto nessun accorgimento di prevenzione rispetto alla
potenziale utenza esterna; in questo caso va fatta una ricognizione capillare e tassativa sullo stato
degli ambienti e pianificata una serie di interventi a tutela di lavoratori ed utenti.
Tutto ciò considerato, siamo a chiedere un confronto urgente con l’Amministrazione onde poter dare
ai lavoratori le risposte che attendono.
In attesa di cortese riscontro si porgono distinti saluti.

FP CGIL                CISL FP                       UIL PA
Meloni                      Nolè                         Trastulli
Di Stefano

Al Ministro della Difesa
On. Lorenzo Guerini

Oggetto: Mancata applicazione Protocollo sulla sicurezza e lavoro agile del 15 maggio 2020.

Egregio Ministro,
le scriventi organizzazioni sindacali confederali hanno sottoscritto con la delegazione trattante del Ministero della Difesa lo scorso 15 maggio il “Protocollo di accordo applicativo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti civili del Ministero della Difesa in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19 e la definizione degli assetti del lavoro agile”.
L’intesa è stata successivamente trasmessa dalla Direzione Generale del Personale civile dell’A.D. allo Stato Maggiore Difesa e al Segretariato Generale della Difesa il 21 maggio scorso con nota prot. n. 28280, per il successivo invio a tutti gli enti di competenza.
Ma, se Persociv ed il Segretariato Generale hanno provveduto a trasmettere il Protocollo alle rispettive articolazioni discendenti che lo hanno regolarmente applicato, registriamo una resistenza alla sua diffusione da parte dello SMD, confermata dal Comandante Logistico della MM il 4 giugno u.s nel corso di una riunione in cui ha sostenuto che il Protocollo in argomento non sarebbe stato firmato da SMD e che, dunque, la Marina Militare non lo avrebbe ricevuto né trasmesso alle sue articolazioni che, infatti, in larga misura lo stanno pericolosamente eludendo.
La circostanza riferita, rappresenta uno sgarbo istituzionale senza precedenti, e risulta smentita dalla diretta partecipazione dello SMD al tavolo della delegazione trattante presieduta da Persociv.
La mancata applicazione del protocollo in molte realtà lavorative, anche ad alta densità di dipendenti come gli Arsenali, sta così pregiudicando l’assunzione di fondamentali misure di sicurezza e di prevenzione e potrebbe generare conseguenze devastanti anche per i territori che ospitano gli insediamenti della Difesa.
La condizione descritta, intollerabile, sia dal punto di vista formale che sostanziale, pare determinata dalla sopravvenuta consapevolezza di non poter garantire pulizie giornaliere, sanificazioni e DPI sufficienti, anche per l’assenza di una adeguata programmazione finanziaria che conferma una antica sottovalutazione della problematica.
Ad ulteriore testimonianza dei danni, anche di immagine, arrecati all’intero Ministero che risulta ora  incredibilmente disomogeneo nell’affrontare l’emergenza sanitaria, rallentata è anche l’individuazione delle misure organizzative previste dalla Direttiva n. 3 della Funzione Pubblica e del combinato disposto di cui agli artt. 90 e 263 del D.L. 34/2020, come la flessibilità degli orari di lavoro e lo smart working, che andrebbero, invece, implementate
Premesso quanto sopra, signor Ministro, La invitiamo cortesemente a promuovere la rimozione degli ostacoli che a tutt’oggi impediscono la regolare attivazione dei tavoli di confronto territoriali e locali, che stanno favorendo l’unilaterale individuazione della attività lavorative da garantire in presenza, adoperandosi altresì per la capillare applicazione del Protocollo Nazionale di Sicurezza nei termini già sottoscritti, in ogni singolo ente del Ministero della Difesa, in coerenza con le intese sottoscritte tra Governo e Parti sociali.
Restiamo in attesa di cortese urgente riscontro.

Con viva cordialità

FP CGIL                              CISL FP                             UIL PA
Francesco Quinti             Massimo Ferri                Sandro Colombi
Roberto De Cesaris          Franco Volpi

Alla Federazione Nazionale Nuoto
Pres. Paolo Barelli

e p.c.

Alla Società Sport e Salute S.p.A.
Presidente e Amministratore delegato
Avv. Vito Cozzoli

Al Direttore Risorse Umane
Dott. Riccardo Meloni

Al Responsabile Rel. Sindacali
Sport e Salute
Dr. Giuseppe Troiani

Egregio Presidente,
pervengono alle scriventi organizzazioni sindacali notizie circa una imminente ripresa della maggior parte delle attività della Federazione da Lei presieduta.
Una notizia certamente positiva, se producesse effetti anche sulla posizione di quei lavoratori che a tutt’oggi sono ancora in cassa integrazione con una attività lavorativa ridotta a sole quattro ore settimanali. Ma così sembra proprio non essere, stando almeno agli ordini di servizio emessi dal segretario generale di codesta federazione, di cui siamo
stati messi a conoscenza proprio in questi giorni.
Per cui oggi, siamo certi comprenderà, ci vediamo costretti a chiederle di chiarire se quanto appreso informalmente dalle scriventi organizzazioni sindacali corrisponde a verità, e fugare così ogni ragionevole dubbio circa l’ormai prossima ripresa delle attività sportive/lavorative della Federazione e il contestuale stop del FIS imposto a suo tempo ai lavoratori suoi dipendenti – malgrado la netta e motivata contrarietà espressa dalle scriventi organizzazioni sindacali -, fin qui già indebitamente privati, oltre che della propria dignità personale e professionale, anche dell’ordinaria retribuzione mensile, con conseguenze drammatiche per i rispettivi bilanci familiari.
Premesso quanto sopra, riteniamo quindi necessario, considerata la delicata fase di riavvio delle attività, che Lei chiarisca anche i tempi, le modalità e i criteri utilizzati per organizzare la fase di rientro dei predetti lavoratori che, ci auguriamo, sia guidato da un metodo condiviso che consenta da un lato, di scongiurare eventuali sconvenienti arbitri e sperequazioni nella scelta del personale da ricollocare nelle proprie postazioni lavorative e, dall’altro, di favorire l’osservanza delle prescrizioni contenute nell’accordo sottoscritto con Sport e salute lo scorso 15 maggio.
Giova in ultimo rappresentare che le figure del dipendente e del collaboratore non sono affatto sovrapponibili, e tantomeno interscambiabili, considerato che la seconda deve essere coordinata dalla prima, la quale é titolare della funzione e pertanto risponde del suo operato alla struttura di appartenenza.
In considerazione della delicatezza dell’argomento poc’anzi affrontato, si chiede al Presidente e Amministratore delegato della società Sport e salute S.p.A. che legge per conoscenza di convocare quanto prima possibile uno specifico tavolo di confronto tra le parti con la partecipazione del vertice della FIN.
Nella convinzione di aver sufficientemente chiarito la natura delle richieste avanzate, si resta in attesa di cortese ed urgente riscontro.
Con viva cordialità

FP CGIL                     CISL FP                  UILPA                  CISAL FIALP
Francesco Quinti   Alessandro Bruni     Paolo Liberati           Dino Carola

FP CGIL NEWS
IPOTESI DI ACCORDO FUA 2018, BOZZA PROTOCOLLO D’INTESA PREVENZIONE E SICUREZZA, CONVOCAZIONE DISCIPLINA SMART WORKING.

FUA 2018
La FP CGIL ha sottoscritto l’ipotesi di accordo per il Fondo risorse decentrate (ex FUA) 2018, per senso di responsabilità, anche se non sono state condivise tutte le scelte operate sul tavolo di trattativa. Per questo abbiamo allegato al testo una dichiarazione a verbale, che richiama l’amministrazione ad una sollecita convocazione per la trattativa di un accordo triennale 2019/2021 sul FRD al fine di riequilibrare le scelte di prima applicazione operate per il 2018, a proposito della indennità premiale prevista dall’art, 78 del CCNL. Si chiederà di istituire un sistema
di misurazione che affianchi e mitighi gli effetti di un sistema di valutazione dell’amministrazione che ormai tutti (anche chi 11 anni fa era entusiasta della brunetta) considerano pessimo.
Per questo abbiamo chiesto la pubblicazione dei “premiati” e abbiamo posto da subito dei paletti per le trattative che verranno.
Speriamo che l’accordo possa iniziare l’iter di verifica e le spettanze dovute ai lavoratori per il 2018 possano essere liquidate al più presto.
BOZZA PROTOCOLLO D’INTESA PREVENZIONE E SICUREZZA
Il 4 giugno u.s. l’amministrazione ha nuovamente convocato le OO.SS. per discutere la bozza di protocollo d’intesa in materia di prevenzione e sicurezza, già analizzato lo scorso 13 maggio 2020.
Partendo dai principi dell’accordo sottoscritto il 14 marzo 2020 dalle OOSS con il Ministro della Pubblica amministrazione, la FP CGIL unitariamente con la CISL FP e la UIL PA ha preparato un documento articolato che è stato anticipato all’amministrazione e alle altre OOSS prima di iniziare le discussioni in modo da
avere una traccia su cui lavorare.
L’amministrazione NON ha mai discusso quel documento durante le riunioni, compresa la parte riguardante la nuova regolamentazione dello smart working, nonostante anche altre sigle sindacali avessero riconosciuto il documento come valido apportando anche delle modifiche e integrazioni (vedi comunicati del 13
maggio e del 15 maggio u.s.).
Dalla prima riunione è stata presentata una proposta che è deficitaria – tra gli altri per i seguenti motivi:
1) mancano le modalità con cui l’amministrazione garantirà sia il proseguimento del lavoro agile sia i rientri programmati e per motivi inderogabili del personale;
2) nei principi sembrerebbe, infatti, che la volontà sia quella di garantire il lavoro agile (come del resto da normativa vigente) ma nel documento mancano tutte le concrete azioni che verranno messe in essere perché
questa sia la modalità ORDINARIA di lavoro;
3) manca una definizione almeno dei criteri per identificare i motivi “inderogabili” per cui è richiesta la presenza del personale in sede in deroga al principio del lavoro agile;
4) mancano le attività che l’amministrazione a nostro parere deve garantire per consentire l’attività in sede (controllo sui comportamenti corretti, procedure per gestire eventuali casi positivi, aerazione dei locali e eventuale chiusura di locali non arieggiati, procedure per fornitori esterni, ecc…);
5) applicazione in periferia delle stesse misure, ovviamente nel rispetto delle caratteristiche peculiari;
6) addirittura parrebbe che sia anche possibile stare in 2 in una stanza.
Il protocollo presentato è in realtà una raccolta di quelle che sono le previsioni normative, che, come ovvio e dovuto per obbligo normativo, l’amministrazione applicherà.
Come detto, il documento è privo di quelle che sono le misure concrete – presenti nella proposta di queste OOSS- che l’amministrazione applica per garantire i principi delle normative ad oggi vigenti e c’è una ampia discrezionalità di applicazione lasciata nelle sedi periferiche.
Questa OS ha firmato il protocollo con la ministra Dadone a garanzia dei lavoratori/lavoratrici non come mero esercizio di stile, e in questa ottica pensava di rapportarsi con l’amministrazione.
Abbiamo scoperto, invece, non solo che non ci siamo rapportati con l’amministrazione ma con il dott. Celotto nella sua veste qualità di datore di lavoro della sede centrale e, inoltre, che il riferimento al protocollo era stato stralciato e
con lui i principi alla base dello stesso.
Tale riferimento è stato tolto dall’amministrazione su sollecitazione di OO.SS. corporative e minoritarie, chiamate forse per raccattare qualche consenso in più su un documento lacunoso e arraffazzonato.
Come inciso, informiamo che, improvvisamente, dopo la firma del nuovo CCNL dirigenza, alle riunioni sindacali partecipano nuove OO.SS., che, in realtà, non hanno iscritti al Ministero ma servono forse come spalla a quelle OO.SS. che, pur se in minoranza rispetto alle altre sigle, vengono tenute in alta considerazione da
parte dell’amministrazione.
Come già comunicato nel corso della riunione la FP CGIL non sottoscriverà la irricevibile proposta dell’amministrazione.
A nostro parere il documento scarica sui lavoratori le responsabilità dell’amministrazione, minacciandoli addirittura di una denuncia penale, da chi non riesce ancora a definire quali siano le attività indifferibili da svolgere in
presenza e da chi non riesce ancora, a pandemia ormai attenuata, a decidere nemmeno quanto persone possano entrare nelle sedi ministeriali.
Eppure sono stati coinvolti i maggiori esperti nazionali .
Ma evidentemente quando si tratta di assumersi una qualche responsabilità, al di là delle belle parole, nessuno si espone.
CONVOCAZIONE DISCIPLINA SMART WORKING
Nel corso dell’incontro del 4 giugno, su nostra ripetuta pressione (abbiamo fatto notare che a fine mese arriveranno a scadenza anche i “progetti” del telelavoro) l’amministrazione ha acconsentito ad effettuare una convocazione a breve per un accordo nuovo e complessivo sullo smart working, che disciplini anche gli istituti spettanti ai lavoratori. Nella proposta presentata “l’avvio delle trattative per lo smart working” era previsto per i primi giorni di Agosto 2020.
Infatti, ci è pervenuta una convocazione per mercoledì 10 giugno p.v. per “la revisione e aggiornamento dell’atto di indirizzo in tema di smart working del 27 dicembre 2019”.
Chiariamo subito che la FP CGIL non vuole ripetere la sceneggiata operata per il cosiddetto protocollo d’intesa per la prevenzione e la sicurezza, presentando documenti e studi che vengono puntualmente ignorati dall’amministrazione.
La FP CGIL si aspetta non una revisione di date e percentuali sul vecchio documento redatto quando il mondo era un altro.
Pretendiamo un nuovo protocollo che disciplini lo smart working, ormai modalità ordinaria del lavoro, alla luce delle nuove norme e con tutte le garanzie economiche e giuridiche per i lavoratori.
Consideriamo questa convocazione come una occasione che serva a far evolvere i principi e le modalità del lavoro pubblico al Ministero della salute e non una mera elencazione di codicilli superati.
Proporremo che lo SW diventi una modalità utilizzata a rotazione da tutto il personale ministeriale, liberando risorse provenienti dai risparmi per l’amministrazione e benefici per la città, la mobilità e la qualità della vita dei
lavoratori.
Deve essere una occasione di progresso da cogliere in trasparenza, con regole chiare, semplici e condivise sulla revisione dell’organizzazione del lavoro e degli orari e sulla fornitura delle apparecchiature e i software necessari, che fino a questo momento, è bene ricordarlo, sono stati messi a disposizione dell’amministrazione dai lavoratori (PC, internet, software e telefono).
Se continueremo con la navigazione a vista che ha caratterizzato gli ultimi mesi del Ministero della Salute non solo perderemo una occasione di evoluzione, ma torneremo indietro sulla pressione di chi ha in odio il lavoro pubblico che ha già iniziato le sue campagne diffamatorie.

Roma, li 8 giugno 2020

Delegazione trattante nazionale

FP CGIL Ministero della Salute
Di GIORGI          LUPI

 

 

La FP CGIL, pur sottoscrivendo l’accordo per il FUA 2018, sottolinea i seguenti punti di dissenso :
– Differenziazione del premio individuale (art. Art. 78 CCNL 2016/2018)
E’ stata fatta la scelta di attribuire il “premio” utilizzando unicamente il criterio della valutazione di
100 assegnato secondo il vigente sistema di valutazione . A tale riguardo, due elementi empirici gettano
una luce negativa sula sua concreta applicazione:
da una verifica della distribuzione tra Direzioni del numero dei beneficiari della massima valutazione
emerge con chiarezza come in due di esse i dirigenti siano stati particolarmente “generosi”, contro le
indicazioni sulla modalità di assegnazione del 100, nell’attribuzione della valutazione massima. Si
giunge così al paradosso, che diventa immediatamente ingiustizia ed elemento di divisione tra colleghi,
che i dipendenti appartenenti ad uffici i cui dirigenti si sono correttamente attenuti al principio
dell’eccezionalità della massima valutazione sono alla fine discriminati nell’attribuzione dei benefici
derivanti dall’applicazione dell’accordo sottoscritto.
Inoltre, non risulta accettabile che i dipendenti che percepiscono il “decreto”, per definizione non
destinatari del FUA e che godono di introiti decisamente superiori al resto del personale, vadano, anche
se per quota parte, a partecipare ad un istituto previsto nell’accordo sul medesimo fondo.
Come conseguenza di quanto sopra la FP CGIL chiede di rendere pubblico l’elenco dei dipendenti con
la valutazione di 100 e delle motivazioni addotte dai dirigenti interessati per la sua attribuzione.
Viene richiesto, infine di avviare immediatamente le trattative per la sottoscrizione di un accordo
triennale che disciplini in modo puntuale la corresponsione del “premio” individuando un sistema di
misurazione delle attività dei lavoratori che affianchi il sistema di valutazione previsto dal CCNL .
– Per la corresponsione delle indennità di turnazione e di reperibilità (artt. 19 e 20 CCNL 2016/2018) è
stata operata la scelta di utilizzare i criteri e gli importi del precedente accordo FUA .
A tal proposito si avverte che la FP CGIL a partire dal prossimo accordo triennale sopra descritto riterrà
valide unicamente le indicazioni contenute nei corrispondenti articoli del CCNL sia per i criteri che
per gli importi da corrispondere .

Roma, li 5 giugno 2020

Coordinamento nazionale

FP CGIL Ministero della Salute
Fabio Lupi

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