Pubblichiamo la ministeriale n.0186310.U del 29.5.2020 di cui all’oggetto.
SOTTOSCRITTO IL PROTOCOLLO NAZIONALE PER LA SICUREZZA COVID-19
Nell’incontro di ieri è stato definito e sottoscritto il Protocollo Nazionale per la Sicurezza finalizzato alla prevenzione e al contenimento della diffusione del Covid-19 tra il personale e negli Uffici dell’INL.
Queste organizzazioni sindacali, FP CGIL, CISL FP e UILPA si sono impegnate a fondo affinché si venissero recepite, e così e stato, tutte le istanze e le preoccupazioni che ci sono pervenute dai colleghi, in particolare da coloro che sono impegnati sul territorio e soprattutto da coloro che prestano servizio in quelle aree che più hanno sofferto questa emergenza epidemiologica.
Ovviamente il Protocollo Nazionale per la Sicurezza da Covid-19 vuole rappresentare un minimo inderogabile nelle sue indicazioni, da calare in ogni realtà locale e, se necessario, secondo le specificità che si potranno evidenziare, potrà essere integrato ed adeguato con la contrattazione di sede per ciascun Ufficio, anche coordinandosi con eventuali accordi di sede già sottoscritti.
Visto che dal prossimo 03 giugno si inizierà una graduale ripresa delle attività in presenza, secondo quanto già definito con le disposizioni emanate dal Direttore dell’INL, chiediamo con forza alle nostre delegate a i nostri delegati di attivarsi immediatamente per chiedere al dirigente di sede l’attivazione degli incontri finalizzati all’applicazione ed eventuale integrazione del Protocollo Nazionale.
Nel rimandare alla lettura del testo – che vi alleghiamo – ricordiamo che non è previsto un generalizzato rientro in presenza, né tanto meno l’apertura generalizzata agli utenti. Su quest’ultimo punto, siamo soddisfatti che finalmente sia stata accolta una proposta che da tempo avevamo avanzato: una gestione dell’utenza che privilegi gli appuntamenti, così da avere un afflusso più ordinato negli uffici e poter, finalmente, iniziare a creare una agenda appuntamenti. Laddove l’interlocuzione con la struttura non possa avvenire da remoto, i cittadini saranno ricevuti nella assoluta garanzia di sicurezza. Chiediamo, quindi, ai dirigenti di attivarsi con apposite campagne di informazione, a livello locale, per rappresentare questa nuova modalità di contatto e ricezione dell’utenza.
Fintanto che non sarà cessata la fase emergenziale, e comunque fino al 31 dicembre p.v., l’attività in via ordinaria verrà svolta in modalità smart-working, e soltanto per quelle attività ritenute indifferibili e che non possono oggettivamente essere svolte da remoto, si perverrà alla presenza fisica in ufficio, anche attivando turnazioni tra il personale, ferma restando la tutela per lavoratori cosiddetti fragili e altre categorie di lavoratori che abbiano soggettive documentate e motivate, che possano portare ad escluderne la presenza in sede.
Un altro aspetto importante riguarda la rilevazione della temperatura a coloro che accederanno in Ufficio, prevista sia per il personale sia per gli utenti. Si tratta, anzitutto, di facoltà lasciata al dirigente, il quale è anzitutto invitato a ricercare la possibilità di delegarla all’esterno; se ciò non sarà possibile, sarà svolta dai colleghi che volontariamente si rendessero disponibili previa adeguata formazione, e comunque non in via continuativa, prevedendo un avvicendamento anche nella stessa giornata.
A conclusione dell’incontro con l’Amministrazione abbiamo fissato il prossimo incontro da tenersi il 10 giugno, per riprendere gli argomenti forzatamente sospesi: decreto incentivi, progressioni verticali, posizioni organizzative e Piano di Azioni Positive.
Ne approfittiamo, infine, per augurare a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori buona Festa della Repubblica.
Roma, 2 giugno 2020
FP CGIL
Matteo Ariano
CISL FP
Michele Cavo
UIL PA
Bruno Di Cuia
Dott. Mauro Vitiello
Capo di Gabinetto Reggente
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria
Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione
Dott.ssa Alessandra Cataldi
Direttore Generale per i servizi informativi automatizzati
Oggetto: servizio di assistenza alle udienze in multivideoconferenza.
Facendo seguito alle precedenti note di pari oggetto, si stigmatizza il silenzio dell’Amministrazione che non ha finora ritenuto di fornire una doverosa risposta. Tale comportamento costituisce un elemento di seria preoccupazione per il prosieguo delle corrette relazioni sindacali e induce inevitabilmente ad assumere iniziative forti ed incisive.
Per quel che riguarda i Cancellieri Esperti e gli Assistenti Giudiziari, alla valutazione della valenza più o meno tecnica dell’attività va aggiunto, quale elemento essenziale e determinante, la considerazione sull’impatto che ha l’incombenza sulla verbalizzazione, attività precipua del Cancelliere e dell’Assistente d’udienza. Dalle esperienze finora maturate nelle aule appare evidente che, soprattutto in presenza di numerosi collegamenti remoti, risulta oltremodo difficile per un unico soggetto riuscire a svolgere contemporaneamente ed in modo efficace due ruoli. Nei casi, piuttosto frequenti, di presenza di problemi tecnici oppure di richieste di colloquio diretto tra i vari difensori e i propri assistiti il cancelliere viene chiamato a procedere con la verbalizzazione operando parallelamente per consentire la realizzazione della comunicazione. Il tutto, soprattutto nelle udienze più complesse, avviene con frequenza oggettivamente insostenibile.
Clamorosa, inoltre, è la decisione dell’Amministrazione di incaricare i tecnici dei CISIA, soprattutto dopo aver affermato la scarsa valenza tecnica dell’attività, una contraddizione che purtroppo non meraviglia chi è ormai abituato da anni all’abitudine di affermare tutto e il suo contrario a seconda dell’esigenza contingente. Utilizzare tecnici informatici specialisti, spesso appartenenti all’area dei funzionari, per un’attività totalmente estranea al profilo di appartenenza e con valenza chiaramente
inferiore al ruolo rivestito, configura in modo lampante un demansionamento per il quale non ci si potrà esimere dal chiedere conto nelle sedi competenti. Si sottolinea, inoltre, che si stanno verificando numerosi disguidi e contrattempi derivanti da una organizzazione manifestamente carente che, tra le altre cose, prevede che i CISIA siano informati delle udienze con scarsissimo anticipo. In tale quadro si sta riscontrando che l’Amministrazione procede alla notifica degli ordini di servizio a mezzo mail o telefono in orari nei quali il personale è fuori servizio e non è tenuto a consultare strumenti o ricevere comunicazioni di lavoro. Inoltre, sovente il personale è chiamato a svolgere il servizio fuori dalla sede solo all’ultimo momento e, per tale motivo, è costretto a raggiungere con mezzi propri ed a proprie spese il luogo di lavoro.
Per quanto sopra, si richiama fermamente il diritto del lavoratore alla disconnessione al di fuori dell’orario ordinario di servizio e si diffida l’Amministrazione dal procedere ulteriormente in tal guisa.
Per tutto quanto esposto si invita l’Amministrazione ad affrontare finalmente in modo coerente ed efficace il problema individuando una soluzione adeguata che non veda ulteriormente penalizzati i lavoratori della giustizia, già ampiamente mortificati nel corso degli ultimi anni.
Roma, 1 giugno 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA
Russo Marra Amoroso
Il Decreto legge 34 e la vertenza tirocinanti: una risposta significativa, ma ancora problemi.
Il decreto legge appena emanato contiene una significativa novità per la vertenza tirocinanti. L’art. 255 prevede l’assunzione a tempo determinato di 1000 unità lavorative con la qualifica di operatore Area Seconda F1, per una durata biennale, con la finalità di abbattimento dei tempi processuali tramite l’implementazione della digitalizzazione. La selezione, indetta ai sensi della legge 56/87, prevede la valutazione dei titoli formativi acquisiti con i tirocini ed un colloquio di idoneità.
Va detto preliminarmente che questo nuovo pacchetto assunzioni si aggiunge ai precedenti, ovvero alle 616 assunzioni a tempo indeterminato, alle 109 assunzioni di autisti, ed alle 1095 assunzioni a tempo determinato di durata massima annuale previste dal cosiddetto “decreto sicurezza bis”.
Portando a 2820 il pacchetto complessivo delle assunzioni previste per le quali si possono spendere i titoli formativi.
Abbiamo chiesto, nell’ultima riunione, al Capo Dipartimento di chiarire meglio lo svolgimento dei bandi che devono essere emanati e la situazione per quello in corso.
Per quanto riguarda il bando in corso ci è stato comunicato che sono riprese le attività dei Centri per l’Impiego relative a quella procedura e quindi siamo in attesa delle graduatorie non ancora pubblicate in alcune Regioni.
E ci è stato detto che è quasi pronto l’avviso per la selezione dei 1095, che si articolerà nelle medesime modalità prevista per i 616, quindi tramite i Centri per l’Impiego.
Ci è stato infine confermato che il percorso assunzionale relativo ai 1000 operatori invece non seguirà le modalità di selezione tramite i CPI, che si sono rivelati scarsamente funzionali, e si articolerà in un processo selettivo, basato sui titoli indicati nella norma ed un colloquio di idoneità.
Una novità assai significativa: per la prima volta viene prevista una selezione gestita interamente dal Ministero, senza passare per i Centri per l’Impiego. In sostanza riconoscendo quanto più volte abbiamo sostenuto, ovvero che l’Amministrazione può procedere a svolgere una selezione che tenga in considerazione il particolare curriculum formativo del concorrente, tenendo conto della mansione specifica che dovrà svolgere.
A fronte di uno scenario che propone importanti passi avanti nella difficile vertenza, sia dal punto di vista dei numeri che dei criteri utilizzabili per le 1000 nuove assunzioni a tempo determinato biennale, definendo per la prima volta un quadro complessivo di opportunità concrete per questi lavoratori, occorre ancora mantenere una necessaria cautela sulla funzionalità dell’intero processo, in particolare per quel che riguarda le selezioni che sono dovute passare e passeranno per i CPI.
Su questo punto occorre anzitutto verificare l’esito delle selezioni relative ai 516 operatori, per comprendere quanto realmente hanno pescato dal bacino di lavoratori interessato.
La seconda questione riguarda il concorso per i 1095, il quale, pur avendo finalità analoghe al concorso per i 1000, si svolge con modalità diverse ed inoltre l’ampliamento degli 800 originari all’attuale numero, non seguita da un aumento delle risorse, ha contratto la durata del tempo determinato a otto mesi.
Non si capisce perché. Se la procedura con i CPI si è rivelata farraginosa, caotica e poco funzionale agli obiettivi, non si comprende per quale ragione la si mantiene con i 1095.
Per questo occorre a nostro avviso agire in due direzioni:
la prima riguarda un incremento delle risorse finalizzato almeno a garantire la durata annuale del
contratto.
La seconda riguarda la necessità di uniformare le procedure con la selezione per i 1000, in considerazione delle caratteristiche professionali analoghe richieste per entrambi i bandi e degli obiettivi previsti dalle norme che li hanno autorizzati. E a nostro avviso va valutata anche la loro tempistica, che è breve rispetto ai tempi previsti per la loro emanazione e sarebbe del tutto singolare che entrambi proseguissero il loro cammino per strade differenti.
Su questi passaggi che riteniamo molto importanti chiederemo anzitutto un chiarimento politico all’Amministrazione e seguiremo con grande attenzione l’iter parlamentare della norma, sollecitandone miglioramenti nel senso sopra indicato.
Vi terremo informati su ogni sviluppo.
Felicia Russo Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale FP CGIL Giustizia FP CGIL Nazionale
Download Link 1/1: PROTOCOLLO SICUREZZA SOTTOSCRITTO 28 MAGGIO (3).pdf
Al Direttore Generale
Al Direttore Centrale R.U.
Oggetto: Fase 2 – ulteriori precisazioni
In data 15 maggio u.s. è stato sottoscritto, dalle scriventi organizzazioni sindacali, il
Protocollo di accordo Inail “Indicazioni per la prevenzione e il contenimento dell’emergenza
sanitaria”. Nella medesima data, con nota prot. n. 2970, il Direttore Generale inoltrava a
tutte le Strutture centrali e territoriali il predetto accordo, quale strumento per fronteggiare
l’impatto che la ripresa di alcune attività produttive avrebbe potuto avere sul lavoro delle
sedi ed in attesa che venissero definiti una serie di ulteriori documenti tecnici di maggiore
dettaglio rispetto alle attività da porre in essere una volta ripristinate le normali condizioni
lavorative, ovvero esclusivamente per le sole attività indifferibili da rendere in presenza da
individuarsi attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali territoriali e le RSU.
Ora, consapevoli di quanto accaduto nella prima fase dell’emergenza epidemiologica, dove
abbiamo dovuto registrare tentativi di “fughe in avanti” da parte di alcuni Responsabili
(pochissimi fortunatamente), abbiamo ravvisato la necessità di inserire all’interno del
Protocollo del 15 maggio la previsione di un tavolo nazionale per il monitoraggio sulla
corretta applicazione delle indicazioni ivi impartite che, occorre ricordare, rappresentavano
una cornice da riempire a cura delle varie realtà territoriali.
Purtroppo, ad oggi, nonostante nulla sia intervenuto a modificare il quadro previsto,
dobbiamo registrare nuovamente alcuni tentativi di fuga rispetto ai tempi ed alle modalità
da rispettare per gestire quella che potrà essere una futura ripresa delle attività lavorative,
prevedendo addirittura un rientro tout court del personale già a partire dal prossimo 3
giugno.
A tal proposito, ci corre l’obbligo di ricordare che qualsiasi piano di rientro non può
prescindere dall’adozione di tutte le regole di cui Inail ed organizzazioni sindacali si sono
dotate e che il Direttore Generale ha prontamente condiviso con tutte le strutture.
Chiediamo pertanto che si faccia chiarezza in tal senso, rammentando, con apposita nota,
che nessuna iniziativa potrà essere messa in campo se non previa adozione di tutte le
indicazioni fornite, placando sul nascere eventuali slanci creativi ad opera di chi,
probabilmente, ritiene che le regole ed il rispetto di queste ultime appartengano sempre ad
“altri”, vivendo nella presunzione di poterne disporre a proprio uso e consumo.
A. Mercanti M. Molinari F. Savarese
In questi giorni da tutti i colleghi degli Uffici Territoriali ci stanno arrivando
segnalazioni preoccupanti: difficoltà e malfunzionamenti SW agli sportelli, criticità nella
convalida digitale, problemi nella distribuzione delle convalide digitali attuata senza alcun
criterio ragionevole.
Gli Uffici Territoriali che hanno riaperto gli sportelli si sono ritrovati le stesse
difficoltà (se non maggiori) che avevamo più volte denunciato prima del lockdown.
Ci era stato assicurato che la riapertura sarebbe avvenuta nella massima tranquillità
perché le difficoltà iniziale erano ormai superate. E invece ?
Le procedure GUT presentano malfunzionamenti, l’assistenza tecnica spesso non
riesce a fornire risposte adeguate e tempestive e, a volte, non è neanche in grado di
intervenire, le istruzioni si affastellano rendendo ancora più difficile il lavoro; tutto questo
determina lungaggini e a volte l’impossibilità di arrivare a conclusione della formalità.
Gli utenti sono insoddisfatti e i colleghi sono costretti a gestire comprensibili
rimostranze e lamentele.
In grave difficoltà sono anche i colleghi che si trovano a dover convalidare le
pratiche, sia con la procedura cd. di Convalida nazionale che con quella DL98.
Le procedure SW anche in questo caso presentano problemi sia nella presa in
carico delle pratiche che nella assegnazione di un esito. Anche in questo ambito si
determinano difficoltà e lungaggini nel lavoro rischiando di non dare risposte neanche alle
esigenze della utenza professionale.
Inoltre, il numero di convalide digitali assegnate dal sistema agli Uffici Territoriali non
appare comprensibile e adeguato e sta creando ulteriori problemi. Mentre alcuni PRA si
vedono assegnate moltissime convalide, altri PRA un numero decisamente molto
contenuto; Uffici piccoli si vedono assegnato un carico di lavoro che è a volte il quadruplo
di quello che normalmente lavorava, senza che si tenga in conto il numero di dipendenti
dell’ufficio.
Tale stato di cose sta rendendo problematica e pesantissima la situazione di lavoro
dei dipendenti nonché la reale possibilità di rispondere adeguatamente alle attese
dell’utenza privata e professionale.
Una situazione di caos e mancanza di chiarezza nella quale la professionalità e la
buona volontà dei dipendenti non basta a garantire i livelli di servizio che ACI, in passato,
aveva sempre assicurato.
I dipendenti ACI sono pronti a a svolgere il proprio ruolo e sono orgogliosi di poter
il erogare un servizio pubblico ma devono essere messi nelle condizioni di poter
lavorare.
Di contro, mancano risposte e certezze su tutta una serie di questioni molto
importanti per i lavoratori come, ad esempio, l’erogazione dei buoni pasto anche in regime
di lavoro agile (oramai avvenuta in numerose altre amministrazioni), il riconoscimento del
pagamento turni e altre indennità, nonchè certezze applicative di istituti previsti dai vari
decreti emergenziali volti a sostenere le categorie più deboli (permessi L.104 , regime più
favorevole per assenze malattia, ecc.).
Le condizioni attuali sono molto critiche e richiedono un’attenzione speciale da parte
dell’Amministrazione.
Chiediamo, quindi, un immediato incontro con i Vertici dell’Ente e ci riserviamo fin
da ora, in assenza di adeguate e celeri riscontri, di porre in essere ogni azione sindacale
utile a tutelare adeguatamente i lavoratori ACI.
FP CGIL ACI FP CISL ACI UILPA ACI ACP CONFSAL UNSA ACI
D. Figliuolo M. Semprini P. Piccirilli A. G. Cappelli
Mobilitazione INAIL. Calendario assemblee regionali in videoconferenza.
in allegato invio il comunicato unitario ai lavoratori dell’INAIL sul calendario di assemblee programmato nell’ambito della mobilitazione in atto nell’Istituto al fine di definire accordi sulla regolamentazione del lavoro agile nella “fase 2” dell’emergenza, sulla valorizzazione professionale dei dipendenti, nonché su altre misure a sostegno dei redditi del personale.
Ciò al fine di permettere a tutti voi il maggior coinvolgimento dei nostri iscritti e anche di interagire
con le restanti lavoratrici e lavoratori dell’INAIL in questa fase (senza perdere di vista gli
obiettivi di proselitismo che ci siamo dati).
Nei prossimi giorni, coerentemente con il calendario allegato, sarete informati dal nostro
coordinatore nazionale sulle piattaforme e le modalità di collegamento alle assemblee in streaming
programmate dal prossimo 4 giugno.
Augurandovi buon lavoro
Il coordinatore nazionale INAIL Il segretario nazionale
Alessio Mercanti Florindo Oliverio
Su protocollo e FRD 2018 ancora un rinvio
Questa mattina si è tenuto il previsto incontro tra l’amministrazione del MI e MUR e le organizzazioni sindacali sul Protocollo sulle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti del MIMUR ed FRD 2018 per il personale del comparto. All’ordine del giorno erano anche la contrattazione integrativa per i dirigenti sempre relativa al 2018 ed il protocollo per Viale Trastevere.
Come FP CGIL abbiamo sottolineato come fosse quanto meno poco opportuno il tipo di convocazione, che metteva assieme materie e soggetti contrattuali con competenze diverse (per il protocollo della sede di Viale Trastevere la Competenza è ovviamente delle RSU e delle OO.SS. territoriali e per i dirigenti ovviamente sono titolari le rappresentanze dei dirigenti…. )
Protocollo prevenzione e sicurezza
Per quanto riguarda il testo prodotto per il Protocollo su Misure di prevenzione e sicurezza abbiamo riproposto una serie di modifiche per recuperare le proposte che avevamo già avanzato e che a nostro avviso se contenute nel testo del Protocollo Nazionale garantirebbero una maggiore
partecipazione delle OO.SS. e delle RSU nonché misure quanto più possibili omogenei a livello
delle diverse sedi. Su questo punto abbiamo registrato anche da parte delle altre OO.SS.
una certa convergenza, tanto che lo stesso direttore del personale ha dovuto poi ammettere che
molte delle osservazioni sono ragionevoli ed accoglibili ed ha chiesto di farle pervenire per iscritto
entro il prossimo 3 giugno per la predisposizione di un nuovo testo.
Con l’occasione abbiamo chiesto di provvedere ad una comunicazione alle strutture che precisi che per quanto riguarda il rientro in servizio la normativa non prevede necessariamente mutazioni organizzative rispetto a quanto fatto finora nel periodo di emergenza e che quindi per il rientro in sede è necessario venga definito il Protocollo di sicurezza.
FRD 2018
Per quanto riguarda il FRD 2018, di cui ricordiamo che l’ipotesi di accordo è stata sottoscritta
dopo una lunghissima contrattazione il 9 novembre scorso e si era ancora in attesa della
certificazione è da segnalare che l’IGOP ha riscontrato un errore contabile che riporta al fondo oltre è3.999.000 Euro. Al di là delle preoccupazioni per un errore di tale consistenza e della soddisfazione per l’aumento del fondo che adesso si attesta ad oltre 14.000.000 di Euro la sostanza
è che necessario sottoscrivere una nuova ipotesi di accordo che recepisca le modifiche.
Per quanto ci riguarda, assieme alla CISL FP abbiamo chiesto di mantenere interamente l’impianto complessivo dell’accordo utilizzando le ulteriori risorsi per aumentare le quote destinate alle performance individuali e organizzative (quindi per tutto il personale) per poi poter passare rapidamente a definire gli accordi per il FRD 2019 e soprattutto per il 2020, anno che consentirebbe, se si evitassero ulteriori ritardi, di proseguire le procedure per le progressioni orizzontali del personale.
In realtà alcune OO.SS. hanno pensato bene di cogliere l’occasione per tentare di riproporre aumenti sulle posizioni particolari (compresa la maggiorazione del premio individuale) che andrebbe a vantaggio solo di una piccola parte del personale ma soprattutto in questo modo hanno permesso all’amministrazione di prendere ancora tempo per una decisione e quindi di dilazionare
(fino a qundo?) la possibilità sia di corrispondere le cifre del FRD 2018 sia le tempistiche per aprire le trattative per gli anni successivi, rischiando peraltro di vanificare nuovamente le possibilità di giungere in tempo utile ad un accordo sulle progressioni.
A nostro avviso questo comportamento è incomprensibile e dannoso per la grande maggioranza dei lavoratori. Contiamo quindi che l’Amministrazione, e le stesse OO.SS. proponenti, si rendano conto del fatto che ulteriori modifiche siano da discutere in sede di contrattazione sui prossimi fondi, in modo che tutti possano avanzare le proprie legittime proposte senza per questo danneggiare i lavoratori in particolar modo in un momento tanto delicato.
Trasformazione rapporti di lavoro part-time in full time
In coda all’incontro abbiamo chiesto alcune informazioni di carattere generale, tra cui la situazione
relativa alle trasformazioni dei contratti di lavoro part-time in contratti full time per chi stia per maturare i 3 anni dall’assunzione.
Su questo punto l’amministrazione ha comunicato di avere mandato una comunicazione alla Funzione Pubblica, anticipando l’intenzione di trasformare i contratti man mano che ognuno raggiunga il compimento del periodo contrattualmente previsto.
A questo proposito la Direzione Generale del Personale sta provvedendo a contattare tutti i possibili
candidati per acquisire le manifestazioni di interesse alla trasformazione.
Su questo punto possiamo dire che le continue pressioni da parte nostra sembrano aver portato
l’amministrazione a procedere con maggiore celerità rispetto al passato.
Con l’occasione abbiamo inoltre ricordato la necessità di coinvolgere in maniera attiva e non solo
con una mera informativa le OO.SS. per quanto riguarda la definizione delle linee guida per il lavoro agile in un incontro ad hoc.
Vi anticipiamo che, per discutere dei temi dell’incontro odierno e prepararci ai prossimi convocheremo a breve la riunione del Coordinamento Nazionale.
Il nostro lavoro continuerà per raggiungere i risultati auspicati.
I coordinatori nazionali Esecutivo Nazionale
FP CGIL MI – MUR FP CGIL Funzioni Centrali
Davide Perrelli Carmen di Santo Anna Andreoli
Al Segretario generale
Consigliere Franco MASSI
Al Vice Segretario generale
Consigliere Saverio GALASSO
Al Consigliere Sergio Gasparrini
Al Dirigente generale delle Risorse Umane
Dott. Pasquale Le Noci
Alla Presidente del Cug
Consigliere Oriana Calabresi
Al Servizio Relazioni Sindacali
e p.c. A tutto il Personale
Oggetto: Richiesta di apertura del tavolo negoziale per la regolamentazione del lavoro
agile (Smart Working).
L’Attivazione del lavoro agile, detto anche Smart Working, previsto da vari DPCM, fin
dalla metà di marzo u.s. a causa dell’epidemia del Covid-19, ha trovato applicazione, e così
sarà previsto nei mesi futuri, anche nel nostro Istituto per la quasi totalità del personale
che presta servizio, con grande soddisfazione ed elogi, anche da parte del Segretario
generale, vista l’elevata e puntuale produttività raggiunta.
Non di meno, il CUG aveva previsto già nel 2019 un regolamento per l’attuazione,
anche alla Corte dei conti, del lavoro agile (in allegato).
Inoltre, recentissimamente, in altre Amministrazioni Pubbliche, quali MIT, AIFA,
MIBACT, ENAC, INPS, ANPAL, ANSF, sono stati sottoscritti accordi nei quali è previsto, tra
l’altro, anche in regime di Smart Working, l’erogazione del buono pasto.
Pertanto, la scrivente Organizzazione Sindacale, CHIEDE l’apertura di un tavolo
negoziale per la regolamentazione del lavoro agile, che comprenda, altresì, l’erogazione
del buono pasto.
Si resta in attesa di un sollecito riscontro alla presente e si inviano cordiali saluti.
Roma, 29 maggio 2020
La Coordinatrice FP Cgil Corte dei cont
Susanna Di Folco
NESSUNA IPOTECA!
È proseguito nel corso della giornata di ieri il confronto tra Amministrazione ed Organizzazioni sindacali sul documento in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro dell’Inps nella cosiddetta Fase 2”, documento arricchito rispetto alla riunione dello scorso 22 maggio da un allegato tecnico che diventa parte integrante della proposta di accordo.
Dopo aver ribadito la necessità che il nuovo testo preveda espressamente la declinazione a livello di contrattazione decentrata dei contenuti delle linee guida nazionali, previsione che ritroviamo incidentalmente solo nelle premesse, e che siano previsti nell’accordo momenti di verifica e di monitoraggio dell’applicazione delle iniziative messe in campo, così come accade nel privato dove sono previsti comitati aziendali paritetici a presidio della corretta applicazione delle misure di prevenzione e di sicurezza da parte del datore di lavoro, previsione che non ritroviamo nel documento consegnato, abbiamo rappresentato alla controparte la necessità di apportare una serie di modifiche (es. mancano i riferimenti all’attività di vigilanza, a quella svolta dai colleghi dei servizi tecnici spesso impegnati fuori dal perimetro dell’Istituto ecc.) che saranno oggetto di una proposta organica emendativa ed integrativa che ci impegniamo in tempi brevi a trasmettere all’Amministrazione.
Al di là degli aspetti più squisitamente tecnici, abbiamo chiarito alla controparte che non accettiamo nessuna ipoteca rispetto ai contenuti dell’accordo attraverso l’indicazione di date per la riattivazione degli sportelli delle sedi in modalità fisica: l’INPS in questi mesi non è mai stato chiuso (un messaggio che dovrebbe essere veicolato in modo chiaro ed inequivocabile all’esterno) ed ha continuato ad operare modificando semplicemente la modalità di relazione con l’utenza, passando dalla forma fisica a quella esclusivamente remota, una modalità pienamente giustificata da una condizione di emergenza sanitaria che, lo ricordiamo, non è assolutamente cessata. Lo sportello telefonico unitamente agli altri canali di comunicazione (contact center, posta elettronica, pec ecc.) ha consentito e consente di presidiare al meglio la domanda di informazioni che proviene da un’utenza resa particolarmente aggressiva da una condizione di crisi economica e sociale. Aprire oggi gli sportelli in modalità fisica significherebbe esporre le sedi ed i colleghi ad un grave rischio rispetto al quale, contrariamente a quanto affermato da qualche buontempone di altra organizzazione sindacale che ha prefigurato un’apertura delle sedi al pubblico con il presidio di Carabinieri e Polizia di Stato trasformandole di fatto in un fortino, le manifestazioni e gli episodi di aggressione verbale e via social di queste settimane sarebbero un pallido ricordo!
Nel corso del confronto abbiamo ribadito anche la necessità e l’urgenza che si arrivi in tempi rapidi alla definizione di un protocollo d’intesa per la disciplina dello smart working “emergenziale” visto che alcuni istituti ad esso legati, si pensi per esempio al diritto alla disconnessione, sono in questa fase “saltati”.
FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella TREVISANI
CISL FP
Paolo
SCILINGUO
UIL PA
Sergio CERVO
CONFINTESA/FP
Francesco VIOLA
CONFSAL-UNSA
CIARALDI
PEPPETTI
Pubblichiamo la ministeriale GDAP-0184178.U del 28.5.2020 relativa a quanto in oggetto indicato