Roma, 22 Maggio 2020
Alla c.a.:
Al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
On. Riccardo FRACCARO
On. Fabiana DADONE
Ministro della Pubblica Amministrazione
Al Capo Dipartimento della Protezione Civile
Dott. Angelo BORRELLI
Al Segretario generale
della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Pres. Roberto CHIEPPA
Oggetto: Art. 261 decreto legge 19 maggio 2020 n. 34 “Misure urgenti in materia
di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse
all’emergenza epidemiologica da COVID-19“ (c.d. decreto rilancio).
Tra le misure previste dal Governo nel c.d. decreto rilancio, all’art. 261 (Procedure
assunzionali del Dipartimento della protezione civile), è stato previsto che: “al fine di
assicurare la piena operatività del Servizio nazionale di protezione civile per
fronteggiare le crescenti richieste d’intervento in tutti i contesti di propria
competenza, nonché con riferimento alle complesse iniziative in atto per la gestione
dell’emergenza sanitaria di cui al presente provvedimento, in aggiunta alle ordinarie
facoltà assunzionali, la Presidenza del Consiglio dei ministri, per le esigenze del
Dipartimento della protezione civile è autorizzata ad indire procedure di
reclutamento e ad assumere a tempo indeterminato, tramite concorso pubblico ovvero
utilizzo di graduatorie vigenti di concorsi pubblici, n. 30 unità di personale di
qualifica non dirigenziale e specializzazione di tipo tecnico da inquadrare nella
categoria A, fascia retributiva F1, del ruolo speciale della protezione civile di cui
all’articolo 9-ter del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303”.
Pur apprezzando l’impegno del Governo nel rinforzare la dotazione organica del
Dipartimento della Protezione Civile, da mesi in prima linea nella gestione
dell’emergenza nazionale legata all’epidemia da Covid-19, si ritiene, tuttavia, che la
norma vada emendata, in sede di conversione in legge del decreto, al fine di renderla
immediatamente operativa e rispondente ai canoni di efficienza e buon andamento
della pubblica amministrazione.
Infatti, con il Decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio del 2
marzo 2020 è stata approvata la “graduatoria finale della procedura di selezione per il
passaggio dalla categoria B al parametro retributivo iniziale della categoria A
riservato al personale appartenente al ruolo speciale del Dipartimento della
protezione civile, ai sensi dell’articolo 22, comma 15, del decreto legislativo 25
maggio 2017, n. 75, indetta con decreto del Segretario generale della Presidenza del
Consiglio dei Ministri 12 luglio 2019”.
Tale graduatoria reca n. 3 vincitori e n. 21 idonei. Si tratta di personale che, non solo
già presta servizio all’interno del Dipartimento della protezione civile e ne conosce le
dinamiche e le modalità operative, ma che è anche dotato di professionalità, già
giudicate dalla Commissione di concorso, adeguate per svolgere l’attività lavorativa
propria di una categoria A della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Al fine, dunque, sia di rispondere celermente alle esigenze dettate dall’art. 261 che di
valorizzare professionalità che sarebbero subito produttive al 100%
nell’espletamento dei compiti istituzionali del Dipartimento della protezione civile, si
farebbe senz’altro preferire la soluzione che prevedrebbe lo scorrimento della
suddetta graduatoria con tutti gli idonei ivi presenti e, solo in via residuale e per i
posti rimanenti, l’indizione di un concorso pubblico ovvero l’utilizzo di graduatorie
vigenti di concorsi pubblici.
D’altronde, le esigenze esplicate nell’articolo 261 di “fronteggiare le crescenti
richieste d’intervento in tutti i contesti” di competenza del Dipartimento della
protezione civile, anche “con riferimento alle complesse iniziative in atto per la
gestione dell’emergenza sanitaria” non possono attendere i tempi di formazione e
affiancamento di personale neoassunto attraverso l’utilizzo di graduatorie vigenti di
concorsi pubblici e, ancor di più, sarebbero del tutto inconciliabili con le tempistiche
dell’espletamento di un pubblico concorso.
Sulla base di tali osservazioni Vi chiediamo di farvi parte attiva nell’iter
parlamentare di approvazione del decreto legge, affinché il testo relativo alla misura
suddetta venga opportunamente emendato, consentendo per le finalità assunzionali
della Presidenza del Consiglio dei Ministri suddette l’utilizzo della graduatoria della
procedura di selezione riservata al personale del ruolo speciale del Dipartimento della
protezione civile ai fini del passaggio dalla categoria B al parametro retributivo
iniziale della categoria A.
A tal fine si propone la seguente riformulazione del testo: “la Presidenza del
Consiglio dei ministri, per le esigenze del Dipartimento della protezione civile è
autorizzata ad assumere a tempo indeterminato n. 30 unità di personale di qualifica
non dirigenziale e specializzazione di tipo tecnico da inquadrare nella categoria A,
fascia retributiva F1, del ruolo speciale della protezione civile di cui all’articolo 9-
ter del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, mediante l’utilizzo della
graduatoria della procedura di selezione per il passaggio dalla categoria B al
parametro retributivo iniziale della categoria A riservato al personale appartenente
al ruolo speciale del Dipartimento della protezione civile, ai sensi dell’articolo 22,
comma 15, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, indetta con decreto del
Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri 12 luglio 2019 e, in
via residuale, tramite concorso pubblico ovvero utilizzo di graduatorie vigenti di
concorsi pubblici”.
Cordiali saluti
Fp Cgil Cisl Fp Uil Pa
Florindo Oliverio Angelo Marinelli Sandro Colombi
CCNL AREA – FACCIAMO CHIAREZZA
A seguito della firma il 9 marzo u.s. del CCNL 2016-2018 – Area Funzioni Centrali –
Dirigenti, Professionisti e Dirigenti Medici, frutto di notevoli sforzi per rendere unico
un articolato che si rivolge a diverse categorie professionali appartenenti a differenti
Amministrazioni, necessario per dare attuazione al CCNQ che ha introdotto i “Compartoni”,
ci aspettavamo una maggiore celerità da parte della nostra Amministrazione, sia sugli
istituti in automatica e vincolata attuazione, sia su alcune tematiche che da anni creano
non poche fibrillazioni.
Se a discolpa interviene la concomitanza con l’emergenza epidemiologica dovuta al covid-
19, spiace dover constatare come l’unico atto successivo al pagamento degli arretrati sia
stata la pubblicazione, senza alcuna informativa, di due separati e differenti circolari con
allegati i Codici disciplinari, una per i Dirigenti ed uno per i Professionisti e Medici in
contrasto con le indicazioni del nuovo CCNL che proprio nelle disposizioni comuni e in
particolare sugli aspetti disciplinari ha introdotto un chiaro elemento di discontinuità,
fortemente voluto da tutte le rappresentanze sindacali.
Una separazione che non prendendo doverosamente ed automaticamente atto
dell’unificazione operata dal CCNL appare quasi una provocazione in quanto manifesta una
evidente volontà politica che non può essere assolutamente condivisa, né nel merito,
configurandosi come errata interpretazione del contratto, né tantomeno nel metodo,
introducendo un procedimento disciplinare differenziato, non solo tra Dirigenti e
Professionisti ma anche tra Professionisti stessi, non rispettoso del ruolo giuridico di figure
professionali che condividono una piena responsabilità ed una piena autonomia nello
svolgimento delle funzioni assegnate.
La separazione operata tra Dirigenti e Professionisti, come per questi ultimi l’ulteriore
divisione tra Professionisti e Medici, non si limita soltanto a disconoscere lo sforzo realizzato
in sede contrattuale per unificare questo come altri istituti giuridici in una parte comune,
ma arriva ad un fantasioso tentativo di sovrapposizione tra ruolo giuridico ed
organizzazione dell’Istituto.
Il CCNL non distingue in merito alla responsabilità disciplinare tra Dirigenti di livello
generale o non generale, o in ragione dell’incarico dirigenziale assegnato presso strutture
differenti per peso organizzativo o territoriale, ma prospetta l’individuazione di un unico
Responsabile di struttura ed un unico titolare della determinazione conclusiva. Analogo
principio vale per tutti i destinatari dello stesso contratto, pertanto, anche per questo
motivo spiace che contrariamente alle disposizioni legislative vigenti in materia che
vorrebbero una figura terza a gestire gli aspetti disciplinari, in INAIL viene tutto concentrato
in DCRU, in alcuni casi immaginando che il responsabile di detta struttura sia competente
per la fase di avvio e di chiusura del procedimento disciplinare.
Per i Professionisti si richiama, integralmente, il procedimento adottato per il Personale
delle Aree, sia per quanto riguarda l’individuazione del responsabile della struttura che per
quanto concerne la definizione del procedimento disciplinare. Un retaggio che la categoria
professionale si trova a dover sopportare da troppo tempo, attraverso i vari Codici
disciplinari succedutisi negli ultimi quindici anni, di cui l’ultimo addirittura annullato dal TAR
del Lazio.
Se ciò non bastasse, si introduce un’ulteriore differenziazione tra Professionisti in ragione
del territorio, e, addirittura in ragione della Consulenza d’incardinamento, rendendo
evidenti tutte le criticità di una questione ancora aperta frutto di una scelta unilaterale
dell’Amministrazione, mai condivisa dal Sindacato e sulla quale, alla luce anche del nuovo
contratto, è arrivato il momento di ritornare.
Ci riferiamo, in particolare, alla collocazione di CIT e CTE non già, come naturale e
giuridicamente corretto, in posizione organizzativa di staff alla rappresentanza legale
dell’Istituto, bensì in supposta dipendenza gerarchica rispettivamente al Direttore centrale
per l’organizzazione digitale e al Direttore centrale patrimonio. Una ulteriore segmentazione
che non solo crea delle ingiustificate differenziazioni di procedimento tra soggetti
contrattualmente e giuridicamente equivalenti, ma potenzialmente incide anche
sull’autonomia professionale.
Il modello organizzativo non può derogare norme e disposizioni contrattuali. Bisogna
riaffermare e perseguire un concetto molto semplice, valido per Dirigenti e Professionisti:
stessa piena assunzione di responsabilità, stessa autonomia, stesso contratto, stesse
procedure, stessa posizione organizzativa di staff per i Professionisti; unico referente per il
mandato ricevuto da queste due categorie professionali, il Rappresentante legale dell’Ente.
Sarebbe sufficiente, a nostro avviso, quanto sopra riportato per indurre l’Amministrazione
a ritirare i contestati provvedimenti anche per evitarne l’impugnazione, come già accaduto
in passato, considerata l’ipotesi che alcune soluzioni adottate, peraltro non previste dal
CCNL, possano rendere nullo l’atto emanato.
Se questo è accaduto per lo svolgimento di un compito automatico e vincolato, che avrebbe
dovuto recepire in primo luogo l’unificazione del procedimento disciplinare e di conseguenza
individuare le figure che giuridicamente sono il responsabile della struttura ed il titolare
della determinazione conclusiva, siamo ad un punto di partenza che non convince,
soprattutto perché sono molteplici le questioni che dovranno essere affrontate in un futuro
che non è lontano, ma coincide per noi con domani.
L’attivazione dell’Organismo paritetico per l’innovazione, quale strumento per una revisione
del modello organizzativo che valorizzi le competenze e le responsabilità che Dirigenti e
Professionisti mettono in campo quotidianamente per sopperire alle carenze ed inefficienze
dell’attuale.
La necessità di rivedere in maniera complessiva il sistema di valutazione, in virtù della
datazione dello stesso e delle evoluzioni anche contrattuali, oltre che dei nuovi compiti e
delle connesse maggiori responsabilità che, in alcuni casi, consentono al processo
valutativo di realizzare spiacevoli quanto inutili conflitti, certamente ed auspicabilmente
evitabili e che negli anni si sono resi sempre più evidenti.
Il non più rinviabile confronto sulla rivisitazione del Modello Sanitario, alla luce dell’innovato
ruolo del nostro Istituto e delle novità legislative che rendono indispensabile affrontare il
tema dell’autorizzazione e accreditamento regionale con i connessi interventi necessitati
dai Centri medico legali del territorio, il rinnovo delle Convenzioni Prime Cure, ormai
risalenti agli anni novanta, la problematica mai risolta dell’adeguamento tecnologico delle
radiologie e della definizione della figura del Direttore Sanitario in INAIL.
Un adeguato approfondimento sul ruolo e le funzioni dei Professionisti e delle consulenze
all’interno dell’INAIL, garantendo partecipazione diretta a tutti i livelli dell’organizzazione e
nuove modalità di approccio multidisciplinare per la definizione ed il raggiungimento degli
obiettivi dell’Istituto, in un contesto profondamente mutato rispetto ai due decenni passati.
Servirà in quest’ottica ristabilire le necessarie garanzie di autonomia professionale ed
organizzativa delle Consulenze, alcune delle quali oggi collocate in posizione di staff a
direzioni centrali, difformemente rispetto a quanto richiesto per queste peculiari strutture
professionali.
L’avvio di una contrattazione integrativa che declini e contemperi con la specificità
dell’Istituto i numerosi istituti contrattuali che deve regolamentare, sia innovativi che
riproposti, troppi dei quali pendenti da lungo tempo. E ne citiamo solo alcuni, nella cosciente
impossibilità di inserire in un comunicato una lista esaustiva.
Sarebbe ora di affrontare, dopo anni di promesse mancate, la “graduazione” delle posizioni
dirigenziali, considerate le tante modifiche intervenute sul modello organizzativo dell’Ente
per recepire di volta in volta le indicazioni del legislatore volte a contenere la spesa pubblica
e che, a fronte dell’ampliamento dei compiti dell’Istituto hanno portato all’esubero di
personale, al declassamento di diverse Strutture e al taglio di tante posizioni organizzative.
La contrattazione integrativa dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra entità economica e
durata delle clausole di salvaguardia per la Dirigenza.
Per i Professionisti non sono più rinviabili le selezioni per i livelli differenziati e per gli
incarichi di coordinamento. Per le prime l’amministrazione ci ha informato di voler
procedere con criteri snelli e celeri: noi chiediamo rapidità, ma soprattutto criteri concordati
ed in linea con le previsioni del CCNL. Sui coordinamenti, per alcune Consulenze fermi al
2009, dovranno essere seguite le scadenze di 3 anni indicate nel contratto ed i compiti
assegnati alla funzione di coordinamento, per chiaro segnale di volontà di ripristino del
rispetto, senza impossibili assimilazioni di queste figure ad un dirigente che non potranno
in nessun caso impersonare. Il rispetto delle scadenze è prioritario per evitare che reggenze
troppo a lungo protratte possano creare discriminazioni tra pari grado, ed a questo deve
essere affiancata l’apertura di una discussione seria sulla rotazione degli incarichi, per
fornire alla costituenda commissione in ARAN utili elementi di valutazione sia in questa
materia, come in quella dei livelli differenziati di professionalità.
Non più tollerabili sono i ritardi nei pagamenti delle prestazioni per i servizi tecnici negli
appalti di opere, servizi e forniture in qualità di RUP/DEC e degli RSPP/ASPP. Occorre
rivisitare la materia e dare scadenze certe, anche per eventuali anticipi.
Dovendo abbracciare e calare nella nostra realtà lo spirito unificatore dell’ultima tornata
contrattuale si dovrebbe affrontare in contrattazione integrativa di ente anche, ad esempio,
il trattamento di missione, portandolo a disciplina comune per Professionisti e Dirigenti ed
adeguandolo all’aumento ISTAT dei prezzi al consumo; un forte segnale del voler procedere
su un percorso condiviso di unificazione degli istituti intrapreso con l’ultimo CCNL.
Ma occorre un primo passo nella giusta direzione: la revoca delle circolari e la corretta
individuazione delle figure previste nel procedimento disciplinare, tenendo in doveroso
conto che giuridicamente Dirigenti e Professionisti rispondono del loro mandato e della
disciplina che mostrano nel suo svolgimento al rappresentante legale dell’Ente.
Ci aspettiamo l’apertura di una stagione diversa, per i Dirigenti, i Professionisti e i Dirigenti
Medici, dove le parole spese per elogiare il contributo fornito siano la cartina al tornasole
di quanto un tavolo individui come percorso condiviso di corretta applicazione del disposto
contrattuale, in un nuovo modello di organizzazione che sostenga l’operato del personale e
ne valorizzi, professionalmente ed economicamente al meglio, sia le competenze che
l’operato quotidiano.
Senza segnali di cambiamento da parte dell’Amministrazione, ci vedremo costretti a trarre
le doverose conseguenze del caso e ad attivare tutte le azioni necessarie per tornare ad
una corretta applicazione del disposto contrattuale.
A.MERCANTI M.MOLINARI F.SAVARESE
RESOCONTO RIUNIONE 20 MAGGIO 2020 – CONTRATTAZIONE FUA 2018
Ieri 20 maggio 2020, alle ore 15.00 si è tenuta una riunione tra le OO.SS. e l’amministrazione utilizzando una piattaforma informatica on line, per discutere della assegnazione delle risorse per il FUA 2018 .
Hanno partecipato il Dr. Milonis per l’amministrazione e i rappresentanti di FPCGIL, CISL FP, UILPA, USB, FLP e CONFSAL .
Il Dr. Milonis ha aperto i lavori relazionando sui contenuti della proposta scaturita dai lavori del tavolo tecnico iniziati lo scorso mese di ottobre che dovrebbe portare ad una equa distribuzione del fondo disponibile che è stato confermato che ammonta a 3.489.000 al lordo di tutte le trattenute e degli oneri .
La proposta condivisa da FP CGIL e CISL FP è stata quella di confermare tutte le indennità dello scorso anno meno quella relativa al servizio a scavalco continuativo .
Nella proposta sono state rimodulate le quantificazioni delle stesse indennità in particolare per quella relativa alla località isolata .
Per quanto riguarda le indennità di turno e le indennità di reperibilità è stato proposto di fare riferimento al CCNL 2016/2018 e quindi di riformulare la proposta dell’amministrazione con i nuovi riferimenti .
Abbiamo, inoltre, rivisto la richiesta di impegnare delle risorse provenienti dai risparmi di gestione per “valorizzare l’attività di risposta rapida al cittadino 1500”.
Per quanto attiene all’applicazione dell’art. 78 del CCNL, che prevede una differenziazione del premio individuale “per i dipendenti che conseguano le valutazioni più elevate, secondo quanto previsto dal sistema di valutazione dell’amministrazione, è attribuita una maggiorazione del premio individuale”
secondo un meccanismo che prevede la misura di detta maggiorazione, definita in sede di contrattazione integrativa, non inferiore al 30% del valore medio dei premi attribuiti al personale .
Sul tavolo tecnico sono state prese in esame diverse opzioni ma in definitiva è stata presa in considerazione quella di valorizzare solo quei lavoratori che hanno preso 100 nella valutazione relativa all’anno 2018.
I lavoratori in questione sono risultati 391, 95 dei quali sono dipendenti degli uffici di diretta collaborazione, che, secondo la proposta FP CGIL e CISL FP, non dovrebbero essere calcolati nella parte dei percettori del “premio” in quanto hanno percepito già l’indennità di gabinetto, seppure, in qualche caso, per pochi mesi .
Di conseguenza i “premiati” dovrebbero essere 296 su 1.424, corrispondente al 20,78 del totale, con un importo di 206 euro al lordo delle trattenute del dipendente .
In finale è stato richiesto dalle scriventi OO.SS., l’avvio della trattativa sull’art. 7 anno 2019 e indicazioni precise sui tempi di pagamento del’ FUA 2017 e dell’Art. 7 anno 2018.
Pertanto, tutte le OO.SS. hanno espresso le loro posizioni e siamo in attesa della definitiva proposta dell’amministrazione che dovrebbe essere formulata entro fine settimana .
VI TERREMO INFORMATI
FP CGIL CISL FP
LUPI GARRONI
Al Presidente dell’INPS
Prof. Pasquale Tridico
Al Direttore Generale
Dott.ssa Gabriella Di Michele
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott.ssa Maria Grazia Sampietro
per il tramite del Dott. Aldo Falzone
Dirigente Area Relazioni Sindacali
Oggetto: riconoscimento maggiorazione oraria front-office
Il CCNI 2018, sottoscritto in via definitiva lo scorso 22 ottobre, ha riconosciuto, con estensione successiva anche al personale non inquadrato nel profilo amministrativo, previsione confermata, da ultimo, nell’ipotesi di CCNI 2019 sottoscritta il 30 aprile u.s., una maggiorazione oraria del 20% della retribuzione al personale impegnato nell’attività di front-office.
In virtù del mutamento in questa fase della modalità di relazione con l’utenza, da una modalità fisica ad una modalità remota, un cambiamento imposto dall’emergenza epidemiologica del COVID-19 a tutela della salute e dell’incolumità non solo dei colleghi, ma anche dell’utenza che quotidianamente si riversa sugli sportelli dell’INPS, dallo scorso mese di marzo è stato necessario organizzare nelle sedi territoriali dell’Istituto un servizio di front-office telefonico strutturato, sulla base degli indirizzi operativi della D.C. Organizzazione e Comunicazione, in analogia con il progetto di front-end di sede all’epoca in corso di estensione a tutte le strutture nazionali. Il servizio di front-office telefonico, organizzato in alcune sedi su unico livello con i colleghi che si alternano con turnazione alla risposta al numero unico provinciale, oppure in altre sedi strutturato su due livelli, con un’accoglienza di primo livello, rappresentata dal call center provinciale, ed un secondo livello costituito dalla “sportelleria telefonica” presidiata dai colleghi, copre quotidianamente il rapporto con l’utenza dalle 8.30 alle 16.30: ciò avviene o con l’utilizzo del computer portatile fornito dall’Istituto oppure con deviazione delle chiamate dal numero unico provinciale sull’apparto telefonico privato.
È di tutta evidenza che la modalità di erogazione del servizio e l’intensità dello stesso sono tali da renderlo equiparabile al servizio di font-office fisico se non addirittura da configurarlo come più gravoso in ragione della enorme pressione sopportata e della difficoltà di accesso alle banche dati da remoto, accesso necessario per erogare un’adeguata e completa informazione e consulenza agli utenti.
Alla luce delle considerazioni esposte, nelle more della definizione di un accordo che disciplini compiutamente il lavoro agile durante tutto il periodo emergenziale, le scriventi organizzazioni sindacali chiedono che l’Amministrazione riconosca la maggiorazione oraria prevista per il front-office tradizionale anche al front-office telefonico non perché costituisca un premio, ma semplicemente perché rappresenta il riconoscimento per un lavoro gravoso portato avanti dai colleghi in questi mesi. Come ci ha scritto un collega “non sono abituato a dire che a chi lavora spetta un premio, a me piace invece pensare che a chi lavora spetti il giusto, i premi li raccogliamo e li conserviamo soltanto nel nostro intimo sentimento che ci porta a dire: ho fatto il mio dovere e ne sono orgoglioso”.
In attesa di un riscontro si porgono cordiali saluti.
Roma, 22 maggio 2020
FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella TREVISANI
CISL FP
Paolo
SCILINGUO
UIL PA
Sergio CERVO
CONFINTESA/FP
Francesco VIOLA
CONFSAL-UNSA
CIARALDI
PEPPETTI
Al Presidente dell’ENAC
Dott. Nicola ZACCHEO
Via Pec a: protocollo@pec.enac.gov.it
e,p.c.
Al Sig. Capo Gabinetto
Ministra delle Infrastrutture e Trasporti
Dott. Alberto Stancanelli
Via Pec a: ufficio.gabinetto@pec.mit.gov.it
Oggetto: confronto per l’ipotesi di trasformazione dell’ENAC
Signor Presidente, Le scriviamo all’indomani dell’incontro avuto con Lei sul progetto di riforma dell’Ente e sulla Sua intenzione di procedere con la trasformazione dell’ENAC in ente pubblico economico. Rispetto ai suoi propositi riguardo la ricerca di possibili punti di convergenza tra il suo progetto e le rivendicazioni di parte sindacale, che, a vantaggio di tutti si ricorda, ritengono necessario il mantenimento del ruolo pubblico e terzo dell’ENAC all’interno della PA, registriamo purtroppo che anche oggi sono continuate le convocazioni dei dipendenti da parte di tutta la dirigenza al fine di sondare e riportare la loro opinione riguardo i contenuti della Sua lettera del 15 maggio u.s. Le ribadiamo che in base all’art. 8 della legge 300/70 e alla giurisprudenza in materia, questo comportamento si potrebbe configurare anche come un comportamento antisindacale. Al riguardo, di fronte all’evidenza del ripetersi di questi episodi nonostante le Sue rassicurazioni espresse in riunione, le Scriventi OOSS Le ribadiscono con la massima fermezza che rappresenta condizione irrinunciabile per la prosecuzione del confronto avviato, l’interruzione immediata di tale attività. Qualora ciò non accadesse, nostro malgrado, ci vedremmo costretti a dover attivare un procedimento ai sensi dell’art.28 legge 300/70 per ripristinare condizioni di normalità, atte a garantire la sostenibilità del confronto sul futuro dell’Ente.
Avendo preso atto delle sue dichiarazioni riguardo l’importanza della collaborazione con le Organizzazioni Sindacali, provenienti dal Suo precedente vissuto lavorativo, rimettiamo ora nelle Sue mani la possibilità di far proseguire in modo corretto e proficuo il confronto oppure di bloccare le relazioni a causa di comportamenti controproducenti. Qualora, come da Lei dichiarato nell’incontro di ieri, si volesse procedere sulla via del costruttivo confronto, Le chiediamo di farsi parte attiva per portare la discussione delle posizioni rappresentate nell’ultimo incontro al tavolo politico e alla presenza degli esponenti del Governo interessati, unica condizione per avere tutti gli elementi utili per le comuni valutazioni, comprensive delle possibili alternative e per fissare nel tempo e nello spazio le garanzie necessarie per realizzare quanto Lei ci propone, ovvero una trasformazione “a legislazione invariata”. Restiamo in attesa di un Suo urgente riscontro. Cordiali saluti.
Roma, 21 maggio 2020
FP-CGILFP FIT CISL UIL- PA UIL-Trasporti FLP CIDA FP
Roma, 19 maggio 2020
Nota a verbale al Protocollo Sicurezza per il contenimento della diffusione del virus Covid-19
Le scriventi, con riferimento a quanto in oggetto, pur firmando il protocollo, ritengono che lo stesso necessiti di urgenti ed importanti integrazioni, per una completa definizione della cornice di riferimento sulla sicurezza e la salute dei lavoratori.
In particolare, le scriventi hanno più volte proposto di addivenire nel protocollo ad una regolamentazione, seppure basilare, della prestazione lavorativa effettuata nelle modalità dello smart working emergenziale di cui all’art 87 del DL n.18/2020.
Il mancato accoglimento di tale richiesta lascia indefinite importanti questioni che hanno un rilievo sulla salute e il benessere dei lavoratori in smartworking emergenziale e sull’efficiente ed ordinato svolgimento delle attività lavorative.
Non può essere più tollerata la totale assenza di regole di riferimento in merito alle modalità di svolgimento dello smartworking emergenziale, con la connessa garanzia del rispetto di diritti dei dipendenti che hanno un riflesso sulla loro salute e sul benessere, ad iniziare dal diritto al distacco, la cui importanza è richiamata dalla direttiva n.3 del Ministro della funzione pubblica.
Il protrarsi del periodo emergenziale, che stabilisce lo smartworking come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, tranne per le attività indifferibili, comporta inoltre l’obbligo di un serio confronto, non più ulteriormente procrastinabile, sul mantenimento di tutte le prerogative contrattuali, ivi compresa l’attribuzione del buono pasto; in altre Amministrazioni già regolata da appositi accordi tra Parte pubblica e OO.SS.
Il confronto su tale tema, è previsto espressamente dalla circolare n.2 del Ministro della Funzione Pubblica, laddove è testualmente riportato: “che ciascuna PA assume le determinazioni di competenza in materia, previo confronto con le organizzazioni sindacali.”
La necessità di definire i summenzionati aspetti è palesata, anche, dal perdurare di situazioni di dubbia legittimità. che non sono state definite, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni: la presenza di lavoratori, come quelli che continuano ad operare in regime di smart working ordinario, per i quali continua a sussistere l’obbligo di rientro in sede, pur non svolgendo attività indifferibili per le quali è necessaria la presenza nei luoghi di lavoro, costituisce una chiara inadempienza rispetto a quanto previsto dall’art 87 del DL 18/2020. Inadempienza che penalizza oltremodo tali lavoratori che, sono stati costretti a prendere ferie e permessi personali per evitare, durante il lockdown, lo spostamento presso i luoghi di lavoro in assenza di una richiesta nel merito dei propri dirigenti.
Si chiede inoltre di attivare l’immediato confronto con le OOSS e le RSU territoriali per declinare il protocollo generale alle singole sedi di contrattazione individuandone le specifiche misure.
Ci si rammarica inoltre, che non sia stato inserito nell’ambito del protocollo sulla sicurezza, al fine di un efficace monitoraggio delle azioni concordate nel protocollo stesso, l’ impegno per l’Amministrazione a fornire le informazioni quali-quantitative relative agli atti organizzativi adottati, sempre nel rispetto dlela privacy.
Infine e non per importanza, è urgente il Confronto sulla mobilità del personale, in vista della realizzazione di un nuovo e più aggiornato accordo condiviso (il precedente risale al 2010), che ne regoli l’attivazione sotto i vari aspetti che devono esser definiti dopo la recente Riorganizzazione del MISE.
In assenza di un calendario di incontri da declinare con urgenza sui temi sopra menzionati le scriventi ricorreranno a tutte le azioni necessarie a tutelare la salute e i diritti dei lavoratori.
FP CGIL CISL FP UILPA
Roberto Copioli Carlo Filacchioni Stefano Fricano
Manuela Benevento Marcello De Vivo Giovanni Di Placidi
A TUTTO IL PERSONALE
Con la pubblicazione del Decreto Legge n. 34 pubblicato il 19 maggio in Gazzetta Ufficiale, sono stati confermati ed istituiti provvedimenti riguardanti il lavoro e le famiglie. Ecco i principali:
Congedi, permessi e assenze particolari
Viene incrementato da 15 a 30 giorni il congedo con retribuzione al 50% per i genitori con figli fino a 12 anni da usufruire tra il 5 marzo e il 31 luglio 2020; possono fare domanda entrambi i genitori di figli minori di 12 anni (o disabili senza limiti di età). Ne hanno diritto anche coloro che sono in smart working o che abbiano già usufruito del periodo massimo di congedo parentale ordinario, individualmente o entrambi. Anche il congedo non retribuito e senza contribuzione figurativa per i figli fino a 16 anni sale a 30 a giorni. Sui permessi Legge 104 si prevedono ulteriori 12 giorni da utilizzare nei mesi di maggio e giugno. Infine, prorogate al 31 luglio 2020 le assenze che sono state equiparate al ricovero ospedaliero dall’articolo 26 del Dl «Cura Italia».
Smart working
Un’altra norma ribadisce quanto stabilito nella Direttiva 3/2020 e prevede, alla luce della graduale ripresa delle attività economiche, che le Pa riorganizzino il lavoro e l’erogazione dei servizi in modo da sostenere il tessuto produttivo del Paese. Lo smart working resta la modalità ordinaria. Ma appare prioritario dare corso alle istanze e segnalazioni dei privati, assicurando la continuità dell’azione amministrativa e la rapida conclusione dei procedimenti.
Reddito di emergenza
Arriva anche il cosiddetto Rem, il Reddito di emergenza, un aiuto ai nuclei con maggiori difficoltà (circa 1 milione di famiglie finora escluse dai sussidi) a cui l’Inps erogherà da 400 a 800 euro, due quote in base ai componenti della famiglia. Le condizioni per accedervi sono risiedere in Italia, dichiarare un Isee inferiore ai 15mila euro, disporre di un patrimonio mobiliare al di sotto dei
10mila euro e non percepire il reddito di cittadinanza. Le domande devono essere presentate all’Inps entro il termine del mese di giugno 2020.
Raddoppia il bonus babysitter
Confermato anche il bonus babysitter. Il contributo è di 1200 euro e raddoppia rispetto ai 600 euro precedenti: potrà essere speso anche per iscrivere i bimbi ai campi scuola. Quest’ultima voce è sostenuta dall’impegno al «potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa» da giugno fino a settembre e dal rifinanziamento del Fondo per le politiche della famiglia con 150 milioni di euro da destinare ai Comuni per le attività della fascia fra i 3 e i 14 anni.
Bonus vacanze
Tax credit vacanze: per il 2020 è riconosciuto un credito alle famiglie con un Isee non superiore a 40mila euro, utilizzabile da un solo componente per ciascun nucleo familiare e modulato in base alla numerosità del nucleo: 500 euro per le famiglie composte da 3 o più soggetti, 300 per le famiglie di due persone e 150 per le famiglie di 1 persona. Il contributo potrà essere speso dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. Nell’80 per cento come sconto sul corrispettivo dovuto alla struttura, nel restante 20 per cento come detrazione dall’imposta sul reddito. Le strutture ricettive potranno cedere il credito ai propri fornitori, a privati, agli istituti di credito o intermediari finanziari.
Buono mobilità
Al fine di favorire la riduzione degli assembramenti, in particolare quelli che si creano sui mezzi pubblici, il decreto Rilancio ha stanziato 120 milioni di euro per agevolare la mobilità. In particolare, sarà erogato un bonus mobilità, del valore di 500 euro, che potrà essere utilizzato per l’acquisto di bici, e-bike, monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowheel. Lo si potrà utilizzare, una sola volta, per sostenere il 60% della spesa totale: la sua particolarità consiste nel fatto di essere retroattivo, in quanto può essere utilizzato per gli acquisti effettuati dal 4 maggio scorso fino al 31 dicembre 2020. Spetta a tutti i cittadini maggiorenni che risiedono nei comuni con più di 50mila abitanti.
La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti Susanna Di Folco
Progressioni Verticali
Il personale di area A e B attende da troppo tempo il riconoscimento della professionalità che quotidianamente esprime con il proprio apporto lavorativo nelle attività a cui è assegnato, per cui chiediamo che l’Amministrazione si impegni al massimo sulla definizione dell’iter che porterà al bando per le progressioni verticali, prima risposta da fornire immediatamente a tale personale.
Le scriventi organizzazioni sindacali, a seguito della delibera del CdA sul “Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale” e dopo aver condiviso le modalità della prova selettiva nell’incont ro del 15 aprile u.s., sollecitano la modifica della determina n.184/2019 sui criteri e le modalità di espletamento delle progressioni verticali e la definizione di tutti gli adempimenti per la pubblicazione del relativo bando in tempi rapidi.
Ribadiamo, ancora una volta, che per noi le progressioni verticali rivestono carattere di PRIORITA’.
Siamo consapevoli che in questo modo si risolve solo parzialmente il problema (potranno partecipare al concorso esclusivamente coloro in possesso del titolo di studio previsto dalla norma) e dunque cogliamo l’occasione per ricordare che sono in corso all’Aran i lavori della Commissione Paritetica sul nuovo Ordinamento Professionale.
Proprio il nuovo Ordinamento Professionale ha infatti tra gli obiettivi quello di dare le attese risposte al personale “ingabbiato” nelle Aree A e B a seguito del “Decreto Brunetta” e per cui anche il titolo di studio rappresenta uno sbarramento insormontabile a normativa attuale.
L’azione legale intrapresa da alcuni lavoratori ad oggi non ci risulta aver dato esito positivo, la volontà politica di modificare la normativa vigente non si è determinata né su pressione sindacale, né, da ultimo, su pressione dello stesso Presidente Tridico, quindi, la strada maestra, a nostro avviso è solo una, ed è stata costruita in modo mirato con il CCNL 2016-2018: il nuovo Ordinamento professionale.
Roma, 20 maggio 2020
Pubblicato in Gazzetta ufficiale del 19 maggio 2020 n° 128 il DECRETO 24 aprile 2020 :
Criteri per l’attribuzione delle fasce economiche al personale assunto nel regime transitorio della riforma del personale di ricerca.
PROPOSTA DI RIORGANIZZAZIONE
NON CONVINCONO LE RISPOSTE DEL DIRETTORE DELL’A.D.M.
Subito un tavolo di confronto permanente
A seguito dell’informativa ricevuta il 18 maggio 2020 che preannuncia la modifica della struttura organizzativa delle Did e che segue una Direttiva con la quale vengono riassunte nella Direzione Generale le competenze della “normativa” Dogane, Giochi, Tabacchi e Accise, abbiamo immediatamente richiesto la convocazione del Comitato paritetico per l’Innovazione costituito a suo tempo in attuazione del CCNL, organismo fondamentale dove si realizza “il coinvolgimento partecipativo del sindacato su tutto ciò che abbia una dimensione progettuale” e “in cui si attivano stabilmente relazioni collaborative su progetti di organizzazione”.
Il Comitato è stato convocato nel corso della giornata di ieri.
Durante l’incontro l’Amministrazione ha ribadito nuovamente le sue intenzioni ritenendo questa operazione un semplice intervento di “lifting organizzativo” che non avrebbe comportato ricadute consistenti sullo stato attuale di assetto degli uffici.
Noi abbiamo rappresentato la nostra perplessità sulla proposta sia per il momento in cui viene presentata – ancora in piena emergenza Covid 19 con parte del personale non presente sui posti di lavoro – sia per il merito di quanto proposto.
Infatti non ci è chiara la “ratio” di tale ristrutturazione che non risponde ad un chiaro disegno – che non può limitarsi alla comunicazione di rivedere gli uffici centrali, regionali e provinciali sulla base del numero dei dipendenti – di riassetto complessivo delle attività e delle relative ricadute che potrà avere sul personale.
Non abbiamo avuto certezze e garanzie sul mantenimento di tutte le circa 18 posizioni dirigenziali interessate dalla riorganizzazione (si parla di mantenimento degli incarichi dirigenziali ma non del numero delle posizioni attuali, dopo il taglio di 46 posizioni, deciso unilateralmente solo due anni fa). E nessuna risposta chiara sulla ridistribuzione delle attività e del personale nei nuovi Uffici e sul numero e competenze delle 55 POER, 46 PO e 98 Idr coinvolte e oggetto di confronto e di contrattazione.
La risposta, lo ribadiamo, è stata solo una generica rassicurazione da parte del Direttore che a suo avviso non cambierà nulla nell’assetto attuale, senza tuttavia esplicitare come.
In ultimo, atto a nostro avviso grave, il Direttore Generale ha ritenuto che le materie sopra citate non sono oggetto di condivisione del Comitato paritetico per l’innovazione.
In proposito invece, basta leggere attentamente il Contratto, ribadiamo l’assoluta competenza di tale organismo sulle materie di organizzazione e ne rivendichiamo con forza il ruolo, di approfondimento e soprattutto di proposta che il CCNL Funzioni Centrali gli dà.
Riteniamo quindi necessaria la sospensione del piano riorganizzativo presentato dall’Amministrazione e la immediata convocazione del Comitato anche in sede permanente per addivenire sin da subito ad una proposta condivisa che possa essere utilizzata nelle sedi deputate di confronto e contrattazione e che abbia ad oggetto tutti gli aspetti sopra richiamati ed in particolare il piano di fattibilità, le tempistiche e le ricadute sul personale.
FPCGIL CISLFP UILPA
Iervolino Fanfani Procopio
NUOVO ACCORDO MOBILITA’
I RISULTATI DELLA RIUNIONE DI OGGI
Si è svolto in data odierna il programmato incontro in sede tecnica sui criteri di mobilità del personale dell’amministrazione giudiziaria. Alla riunione ha partecipato il direttore generale del personale e della formazione Leopizzi. In una fase successiva è intervenuto il Capo Dipartimento Fabbrini.
Preliminarmente CGIL CISL e UIL hanno denunciato l’ennesima e beffarda discriminazione dei lavoratori giudiziari con particolare riferimento a:
– mancata informazione preventiva sul piano assunzioni con riferimento alla situazione degli organici. In effetti l’amministrazione non ha comunicato il fabbisogno identificabile fino al 31/12/2021 in riferimento alle carenze previste per area e profili professionali ed alla programmazione definibile sulla base delle disponibilità di budget, comprese quelle derivanti dalle cessazioni avvenute per quota 100, e della ripresa dei processi assunzionali in corso, compreso lo scorrimento delle graduatorie aventi validità e l’avvio immediato di quelli già autorizzati.
– pubblicazione di 3 bandi di concorso con procedure semplificate per 400 Direttori Amministrativi Area III/F3, 150 funzionari amministrativi area III/F1, 2700 Cancellieri Esperti Area II/F3. Le caratteristiche del bando che prevedono una valutazione di titoli specifici e un esame orale, la carenza di una qualsiasi informazione preventiva in favore delle oo ss, una procedura che esclude a priori una platea di giovani laureati che non possono essere in possesso dei titoli richiesta e la mancata previsione di una riserva per il personale interno che subisce la penalizzazione anche sui titoli per CGIL CISL e UIL sono inaccettabili.
– mancata programmazione di un confronto per la definizione di un nuovo cronoprogramma di attuazione delle procedure previste dall’accordo del 26 aprile 2017: scorrimento integrale delle due graduatorie formate ex art. 21 quater; progressioni giuridiche tra le aree degli ausiliari e dei contabili ed assistenti informatici e linguistici ex art. 21 quater L. 135/2015; progressioni giuridiche nelle aree attraverso l’istituto della flessibilità (assistente giudiziario-cancelliere esperto; operatore giudiziario-assistente giudiziario; conducente-operatore giudiziario; funzionario giudiziario-direttore).
– mancata attivazione del confronto sulla riorganizzazione dei CISIA e più in generale sulle problematiche degli informatici.
– mancata stipula di un accordo in attuazione del Protocollo di Intesa sulla disciplina della fase due dell’emergenza Coronavirus, sottoscritto il 3 aprile scorso dal Ministro della Funzione Pubblica con CGIL CISL e UIL (tale Protocollo solo nella Giustizia non è stato recepito). La mancata stipula dell’accodo ha determinato l’emanazione di una Circolare sulla materia che ha inciso sulla regolamentazione di istituti contrattuali aventi conseguenze retributive in assenza di qualunque confronto preventivo con le oo ss in sede locale.
– mancata regolamentazione dei diritti contrattuali per il personale in smart working tra cui il diritto al buono pasto, alla disconnessione, alla conciliazione dei tempi con riferimento alla tutela delle necessità familiari derivanti dalla situazione emergenziale, alla attribuzione della dotazione strumentale necessaria per il lavoro a distanza.
– mancata conclusione dell’accordo sul Fondo Risorse Decentrate (già Fondo Unico di Amministrazione) relativo all’anno 2019 con una programmazione, adeguata alle risorse disponibili,
delle somme utilizzabili nel 2020 per le progressioni economiche (la stessa per CGIL CISL e UIL deve riguardare un numero di progressioni almeno pari a quello concordato nelle progressioni 2018).
– mancato avvio immediato della contrattazione per la stipula dell’accordo relativo ai criteri delle progressioni economiche 2020.
– assenza di risposte sulla vertenza degli ufficiali giudiziari e precisamente su: piena applicazione dell’art. 492 bis cpc. (per CGIL CISL e UIL il futuro dell’ufficiale giudiziario e del suo status giuridico-economico passa attraverso l’attuazione di tale norma che consente la ricerca telematica dei beni da pignorare. Su tale aspetto pare che le difficoltà incontrate con il MEF siano state superate); realizzazione piena del progetto Tablet e quindi pieno inserimento dell’attività dell’ufficiale giudiziario nel Processo Civile Telematico; scorrimento integrale della graduatoria formata ex art. 21 quater L. 132/2015.
La riunione, iniziata alle ore 11.00 e protrattasi fino alle ore 18.00, si è poi incentrata su un primo esame della proposta dell’amministrazione, trasmessa alle oo ss a fine febbraio, articolo per articolo.
Il lavoro del tavolo negoziale è stato aggiornato al prossimo 22 maggio.
Roma, 19 maggio 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA
Russo Marra Amoroso