“Abbiamo oggi portato al tavolo Aran le nostre proposte economiche e normative”: lo dichiara Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN al termine del primo incontro tenutosi presso ARAN per il rinnovo del contratto nazionale di categoria 2022-2024.
“È un contratto che soffre di un finanziamento al di sotto dell’inflazione del triennio, ma le soluzioni per mettere da subito più risorse in busta paga ci sono. Abbiamo proposto di contrattare in questa tornata l’aumento dell’indennità di specificità già finanziato con la precedente legge di bilancio a regime dal 2026, stiamo parlando di circa 180 euro lordi al mese in più che rimarrebbero congelati fino al prossimo contratto. È una possibilità che è prevista dalla legge e che deve solo trovare l’approvazione del MEF”, sottolinea Filippi.
“Siamo poi in fase di discussione della legge di bilancio con la quale chiediamo al Governo di risolvere il problema della sperequazione ancora esistente per i Dirigenti Sanitari e per i Dirigenti delle Professioni Sanitarie su indennità di specificità e di esclusività”, continua.
“Abbiamo poi portato al tavolo proposte normative realizzabili in tempi rapidissimi. Per fare un contratto veloce non è necessario rinunciare alla negoziazione ed alle proposte, noi abbiamo dimostrato apertura a trovare soluzioni, ci aspettiamo la medesima disponibilità dalla controparte”, conclude Filippi.
“Due, tre miliardi in più per la Sanità? Intanto speriamo che le promesse del ministro Giorgetti al ministro Schillaci non facciano la fine di quelle dell’anno scorso: non possiamo dimenticare gli annunci roboanti del ministro della Salute relative a un Piano straordinario di assunzioni che appena pochi giorni dopo, alla luce del testo della bozza della legge di Bilancio presentata in Parlamento, erano tragicamente sparite. Inoltre, sarebbe fondamentale trovare molte più risorse rispetto a quelle annunciate visto che la sanità italiana è tra le più sottofinanziate d’Europa. E nei prossimi anni andrà ancora peggio: il governo del quale lo stesso Schillaci fa parte ha infatti inserito nel Piano pluriennale di bilancio che nel 2030 la spesa sanitaria sul Pil continuerà a calare al 5,6%, ben due punti percentuali sotto la media europea. Tanto per fare un esempio, la Germania nel 2024 ha speso per la sanità il 10,6% del Pil”.
Lo scrive in una nota il segretario nazionale Fp Cgil Michele Vannini, commentando le dichiarazioni del ministro della Salute.
“Ad ogni modo, ogni singola risorsa aggiuntiva deve essere dedicata al potenziamento della sanità pubblica, senza erogazioni a fondo perduto per il privato”, ha osservato.
“Scopertura media organici uffici giudiziari al 30% con punte oltre il 50%, servono subito risorse per stabilizzazione”
“Il Ministro Nordio, rispondendo ad un’interrogazione della deputata Antonella Forattini (Pd) ed altri, conferma nuovamente le nostre ragioni nella prosecuzione della mobilitazione per richiedere al Governo di stanziare le risorse necessarie per stabilizzare tutti i 12.000 precari Pnrr della giustizia, come ribadito ancora una volta con forza nella giornata di sciopero proclamata dalla nostra organizzazione per lo scorso 16 settembre che ha registrato altissime adesioni in tutto il Paese”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“Non risulta alcuna volontà del Ministro di provvedere ad un piano straordinario di assunzioni al Ministero della giustizia per tutte le figure professionali, a partire dalla stabilizzazione di tutti i precari, a realizzare lo scorrimento delle graduatorie ancora in essere ed il ripristino di quelle scadute, nonché – prosegue Fp Cgil – la programmazione di nuovi concorsi per permettere finalmente la redistribuzione di carichi di lavoro ormai insostenibili e coprire carenze di organico che, come ammette lo stesso Ministro, al tribunale di Mantova ad esempio sono del 48%. Questa è la situazione ordinaria in cui si trovano ormai decine e decine di uffici giudiziari, con una scopertura di organico media di oltre il 30% e punte anche ben oltre il 50%”.
“La nostra mobilitazione continuerà fintanto che non avremo ottenuto lo stanziamento di adeguate risorse per finanziare a regime il modello dell’Ufficio per il processo, per la trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato fino all’ultimo lavoratore precario, per dare finalmente risposta alle legittime richieste di valorizzazione professionale ed economica del personale di ruolo andando oltre le vuote dichiarazioni di intenti. Servono risorse aggiuntive, non chiacchiere”, conclude Fp Cgil.
La FP CGIL continua a sostenere e promuovere la mobilitazione per Gaza, contro l’invasione militare da parte dell’esercito Israeliano e supporta ogni iniziativa per il cessate il fuoco, a difesa della dignità umana e della la popolazione civile.
Come organizzazione sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità sosteniamo e supportiamo la giornata Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza promossa per il 2 ottobre.
I reiterati attacchi del Governo di Israele sulla Striscia di Gaza continuano a colpire le infrastrutture essenziali, hanno trasformato luoghi di cura e salvezza come gli ospedali in zone di guerra e di morte, di chi si vi si reca per cercare assistenza e di chi prova a svolgere la propria missione in condizione estreme. Sono migliaia gli operatori sanitari uccisi e c’è un’intera popolazione cui è negato il libero accesso a beni vitali e alla minima assistenza sanitaria
Continueremo a mettere in atto quanto possibile e necessario, dalle iniziative nazionali ed internazionali, al supporto alle spedizioni di aiuti alla popolazione civile, a cominciare dal sostegno alla Global Sumud Flotilla, per ottenere la fine delle atrocità, il ripristino del rispetto del internazionale dei diritti umani e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Le lavoratrici e i lavoratori del Ministero degli Esteri, tra cui tanti iscritti e iscritte alla Fp Cgil, in queste ore stanno firmando una lettera indirizzata al Ministro Tajani che ha raggiunto finora più di 500 firme. Noi siamo con loro, sosteniamo completamente la loro iniziativa e crediamo che sia estremamente necessario in questo momento supportare tutto ciò che può contribuire a determinare un intervento urgente del Governo per porre fine al genocidio in corso a Gaza.
Da due anni organizziamo momenti di confronto con le lavoratrici e i lavoratori per sensibilizzare rispetto a quanto sta accadendo. Lo abbiamo fatto lo scorso 31 luglio e il 23 settembre inviando due lettere al Ministro Tajani. Lo abbiamo fatto anche venerdì scorso convocando un’assemblea alla Farnesina con le lavoratrici e i lavoratori proprio per stimolare un confronto e siamo felici che abbiano scelto di scrivere una lettera rivolgendosi, come dipendenti degli Esteri, direttamente al Ministro Tajani.
Ora chiediamo al Ministro di dare immediatamente riscontro alle lavoratrici e ai lavoratori che tutti i giorni sono impegnati per il rispetto del diritto internazionale umanitario nel mondo. La nostra lotta per la pace e la giustizia continuerà finché non verranno accolte le richieste di cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori oltre che organizzazioni e associazioni di interrompere il genocidio in corso e di stabilire e garantire la pace per il popolo palestinese.
I sindacati europei dei servizi pubblici dell’area del Mediterraneo aderenti ad EPSU si sono riuniti a Roma lunedì 22 e martedì 23 settembre per discutere di quanto sta avvenendo in Europa e nel mondo, e delle conseguenze che le politiche sostenute dalla Commissione europea avranno sui servizi pubblici e su lavoratrici e lavoratori, con l’inaccettabile aumento del lavoro precario e la diminuzione di diritti e tutele per tutte le lavoratrici e i lavoratori.
I sindacati europei, nel rifiutare il ritorno all’austerity, la deregulation e la conseguente riduzione del perimetro pubblico, le logiche di riarmo e l’incremento della spesa militare, hanno ribadito la necessità di investire risorse per dare attuazione all’Agenda Europea dei Servizi Pubblici e rafforzare lo stato sociale, convinti che garantire l’universalità dei servizi sia un fondamento della democrazia. Per questo, invitano EPSU a sostenere con tutti i sindacati europei una grande mobilitazione internazionale contro l’austerità e il riarmo, per la pace e la giustizia sociale.
Non ci serve la spesa per le armi, ma quella per la sanità, l’assistenza, il diritto alla casa, i servizi educativi, per le amministrazioni locali e per quelle centrali, per i vigili del fuoco, per una transizione digitale e verde che sia giusta e orientata a valorizzare la professionalità dei lavoratori. L’obiettivo dell’Europa deve essere ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di lavoro, i diriti e le tutele di lavoratrici e lavoratori.
Durante i lavori della due giorni sono stati discussi e approvati due ordini del giorno, il primo dei quali su Gaza e l’invito a tutti i sindacati europei a mobilitarsi con azioni coordinate in una giornata per Gaza, per chiedere a istituzioni europee e internazionali il cessate il fuoco immediato e permanente, l’apertura di corridoi umanitari, la sospensione degli accordi commerciali e militari, il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite per la fine dell’occupazione dei territori e la soluzione dei due Stati.
Di seguito i testi integrali degli ordini del giorno approvati.
“Usare da subito in questo contratto ancora fortemente definanziato i circa 180 euro lordi procapite in più al mese già finanziati dal 2026, ma incomprensibilmente congelati nell’atto d’indirizzo”
“Finalmente, dopo mesi di sollecitazioni anche se con grande ritardo, partono le trattative per il rinnovo contrattuale dei 137mila Dirigenti Medici, Veterinari, Sanitari e delle Professioni Sanitarie 2022-2024. Le nostre proposte sono molto chiare: dal punto di vista economico le soluzioni ci sono, sono a portata di mano. Non comprendiamo perché nell’atto d’indirizzo propedeutico all’avvio delle trattative non siano state inserite proprio le risorse per l’indennità di specificità dei professionisti già finanziate a regime dal 2026, che potrebbero essere quindi contrattate ed erogate già da gennaio e che invece se non inserite nella trattativa, pur se finanziate, di fatto rimangono congelate fino al prossimo contratto”.
Lo dichiara Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN in merito all’imminente avvio del tavolo negoziale presso ARAN, per il rinnovo del CCNL 2022/2024 dei Dirigenti del SSN.
“Stiamo parlando di circa 180 euro lordi al mese in più per ciascun professionista, già finanziati con la legge di bilancio precedente e che saranno comunque pagati con gli arretrati da gennaio 2026, perchè tenerli congelati per più di 1 anno, quando possono servire a dare ossigeno a questo contratto ancora molto definanziato?”, chiede Filippi rivolgendosi a Governo e Regioni. “E’ una scelta politica che non comprendiamo e che può essere risolta senza grandi patemi. Quanto previsto dall’atto di indirizzo pubblicato nei giorni scorsi è inferiore all’inflazione registrata nel triennio, ma per colmare almeno in parte questo gap una soluzione c’è ed è falsa la narrazione secondo cui non si può risolvere il problema economico”.
“In questa fase di elaborazione della legge di bilancio, infatti – prosegue Filippi – noi chiediamo al Governo l’impegno non gravoso di finanziare più risorse extracontrattuali per l’aumento dell’indennità di specificità già di fatto finanziato con la precedente legge di bilancio per tutti i professionisti. Questo consentirebbe di sanare anche quella sperequazione per cui l’aumento sarebbe stato previsto, per ammissione dello stesso Ministro della Salute Orazio Schillaci, ‘per errore materiale’, solo per Medici e Veterinari, ma non per i Dirigenti Sanitari; questa ingiustizia va risolta al più presto e non possiamo trascurarla, cosi come oggi con poche risorse possiamo risolvere il problema del mancato finanziamento dell’indennità di esclusività dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie. La soluzione è a portata di mano, la distanza non è così profonda, è una questione politica che si può risolvere”.
“D’altra parte sarebbe sbagliato per chi rappresenta lavoratrici e lavoratori rinunciare alle prerogative sindacali proprie della negoziazione prima ancora di iniziare le trattative. Anche da un punto di vista normativo le tematiche sono di facile soluzione: si tratta fondamentalmente di manutenere con precisione e attenzione gli aspetti innovativi introdotti con il ccnl 2019/21 che ancora trovano difficoltà di applicazione uniforme nelle Aziende”, osserva il Segretario.
“La nostra Piattaforma è molto semplice: chiarire gli aspetti sui quali abbiamo riscontrato in questi 2 anni divergenti interpretazioni, con particolare riferimento alla normativa sull’orario di lavoro con la quale vogliamo prevenire l’utilizzo indiscriminato dell’extraorario dei professionisti che fino al 2023 veniva usato dalle Aziende per coprire le carenze di personale: è un tema delicatissimo che va affrontato con precisione e responsabilità. In tema di incarichi, poi, apprezziamo che siano state inserite nell’atto d’indirizzo le nostre richieste sulla valorizzazione economica dei neoassunti e delle posizioni variabili di tutti i Dirigenti: è una nostra storica battaglia che portiamo avanti da 2 contratti e che ora possiamo portare a compimento”.
Secondo Filippi, “rimangono poi alcune questioni puntiformi, ma importanti, che possono essere risolte con urgenza e che non possono aspettare il ccnl 2025-2027, anche a beneficio della Governance delle Aziende, per rendere più snella e uniforme l’applicazione e per prevenire lunghi ed inutili contenziosi. Ci riferiamo a sostituzioni, aspettativa, preavviso e periodo di prova, ricostituzione del rapporto di lavoro, riposi compensativi di festività infrasettimanali, temi sui quali non dovrebbe essere complicato rintracciare la più larga intesa”, aggiunge Andrea Filippi.
“Insomma: per fare un contratto veloce le soluzioni ci sono, non è necessario rinunciare a rappresentare le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori, serve solo impegno economico contenuto, ma soprattutto la volontà politica. I problemi non si risolvono dichiarando da subito la disponibilità alla sottoscrizione delle condizioni date dal Governo, nè alzando le barricate, ma perseguendo nella negoziazione, con il buon senso di entrambe le parti, possibili mediazioni” conclude.
22-23 settembre 2025
Consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Presidenza del Consiglio dei ministri sul CCNL 2019-2021
A luglio, in Aran, è stata sottoscritta dalle altre organizzazioni sindacali l’ipotesi di CCNL 2019-2021 della Presidenza del Consiglio dei ministri. La FP CGIL ha deciso di non sottoscrivere il testo e di consultare le lavoratrici e i lavoratori sul merito delle questioni rilevate.
Il testo ha il merito di destinare risorse per le retribuzioni del comparto dopo anni di ritardo, non imputabile alle organizzazioni sindacali, ma continua a:
- non riconoscere il diritto al lavoro agile alle lavoratrici e ai lavoratori della PCM;
- non riconoscere la specificità dei tanti e diversi Dipartimenti e delle Strutture che vi operano;
- non valorizzare la professionalità del personale che tutti i giorni lavora per l’amministrazione.
Sono anni che lavoratrici e lavoratori aspettano che nel CCNL siano introdotte misure per migliorare il benessere lavorativo all’interno della Presidenza.
Di fronte all’atteggiamento di netta chiusura riscontrato da parte dell’amministrazione, in particolare sulla necessità di riconoscere nel CCNL il diritto al lavoro agile come avvenuto in tutti i settori pubblici e come richiesto da anni da lavoratrici e lavoratori, abbiamo ritenuto di non poter sottoscrivere l’ipotesi di CCNL e di dover dare la parola a tutto il personale della PCM per mandare un messaggio chiaro: le lavoratrici e i lavoratori della Presidenza del Consiglio, che operano tutti i giorni con professionalità, vogliono che sia riconosciuta la loro specificità non con una sottrazione di diritti e tutele che li penalizza rispetto ad altri comparti, ma valorizzando le professionalità e promuovendo il benessere lavorativo di tutte e tutti.
Tutte le lavoratrici e i lavoratori, iscritti e non iscritti alla Fp Cgil, che prestano servizio presso la PCM e che vivono le conseguenze di quanto disciplinato – e non disciplinato – dal CCNL potranno esprimere la loro opinione il 22 e 23 settembre 2025 tramite la procedura online sul sito
www.votocontrattopcm.org
Tutte le lavoratrici e i lavoratori della Presidenza del Consiglio potranno dire se sono d’accordo o no con la sottoscrizione di questo CCNL che non riconosce il diritto al lavoro agile, non riconosce la specificità dei diversi Dipartimenti e delle Strutture, non valorizza la professionalità del personale, di ruolo e in comando, che tutti i giorni lavora per l’amministrazione.
“Il 16 settembre l’esercito israeliano ha iniziato le operazioni militari all’interno di Gaza City, provocando centinaia di morti e lo sfollamento di 400mila civili, atto culminante della carneficina in corso a Gaza da oltre due anni. Noi lavoratori delle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della Protezione Internazionale e della Commissione Nazionale per il diritto d’asilo sentiamo il dovere di prendere posizione rispetto a quanto sta accadendo, sia come singoli, perché dinanzi ad una barbarie simile rimanere inerti equivale ad essere complici, sia in ragione del nostro ruolo nell’amministrazione che è quello di decidere il merito delle domande di coloro che scappano dalle persecuzioni”.
“Ci uniamo alle rappresentanze della società civile di tutto il mondo per chiedere la fine immediata dell’occupazione militare e il pieno riconoscimento dello Stato palestinese. Non possiamo in alcun modo condividere le ambiguità e gli equilibrismi del Governo italiano, che così facendo sacrifica i principi fondanti del diritto internazionale. In quanto lavoratori quotidianamente a contatto con persone provenienti da scenari di conflitto e vittime di persecuzione, avvertiamo il dovere morale di chiedere di riporre al centro delle scelte politiche di questo Paese i principi costituzionali del ripudio della guerra e della legittimazione del ruolo delle organizzazioni internazionali per il mantenimento della pace. Chiediamo la cessazione di ogni fornitura di armi al governo israeliano, così come previsto dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del genocidio del 1948. Ci impegniamo a difendere ed assicurare che in Italia non sia calpestato il diritto di asilo per i cittadini palestinesi e auspichiamo che non siano rifugiati per sempre. Per questo chiediamo che il Governo italiano si ponga dalla parte giusta della storia riconoscendo e difendendo lo Stato di Palestina. Sul rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte nella procedura di asilo siamo pronti ad intraprendere ogni iniziativa necessaria”, conclude la nota.
“E’ necessario che il ministro Zangrillo affronti concretamente i problemi irrisolti dei dipendenti pubblici. Un esempio su tutti: parla di valorizzazione quando gli incrementi delle retribuzioni da lui proposti per i contratti 2022-2024 sono pari ad un terzo dell’inflazione registrata nello stesso periodo: è il primo contratto che taglia le retribuzioni reali dei lavoratori pubblici. Un amarissimo record negativo”. Così Fp Cgil in replica alla risposta, nell’ambito del question time, del ministro Zangrillo ad un’interrogazione alla Camera presentata dai deputati Andrea Casu e Marco Sarracino (Pd).
“Le iniziative intraprese sul versante del reclutamento – prosegue Fp Cgil – sono assolutamente insufficienti se si considera che da qui al 2033 andranno in pensione in oltre 700.000 nelle amministrazioni pubbliche (escluse Istruzione e ricerca) e ne servirebbero altri 550.000 per potenziare i servizi e garantire degli standard di personale adeguati come gli altri Paesi UE. Gli stessi risultati positivi che il ministro vanta sono solo apparenti perché, oltre a non coprire in numeri assoluti i reali fabbisogni di personale, tra gli assunti vi sono lavoratori già presenti nelle amministrazioni passati dal 5% nel 2021 al 21% del 2023”.
“Nessuna soluzione, inoltre, per gli oltre 12.000 precari della giustizia e per tutte le altre precarie e precari della PA, avendo questo Governo fatto decadere la norma prevista dal dlgs 75/2017 che ne permetteva le stabilizzazioni e non avendole finanziate, né per quanti hanno già superato positivamente un concorso pubblico con la mancata proroga e il ripristino delle graduatorie già scadute in questi mesi. Sulla formazione dal ministro arrivano solo spot e l’obbligo di 40 ore sui lavoratori con amministrazioni che non garantiscono piani formativi per tutti. Infine, l’idea che la quota di meritevoli possa essere predeterminata e fissata nel principio della norma è esattamente l’opposto di cosa occorre per offrire servizi di qualità ai cittadini: servono assunzioni per prevenire il burnout, giusto salario e rispetto dell’orario”, conclude Funzione pubblica Cgil.
Le lavoratrici e i lavoratori dei servizi essenziali, che non possono scioperare, venerdì 19 settembre organizzeranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro per protestare contro il massacro che sta avvenendo a Gaza e contro l’immobilismo del Governo italiano.
Continueremo a mobilitarci nei luoghi di lavoro e nelle piazze per chiedere che si fermi la barbarie in corso e che sia riconosciuto lo Stato di Palestina.
INTERSINDACALE DEI DIRIGENTI MEDICI, VETERINARI E SANITARI
CCNL 2022-24: L’INTERSINDACALE DENUNCIA LO STALLO PER UN INADEGUATO FINANZIAMENTO E CHIEDE RISORSE EXTRACONTRATTUALI NELLA LEGGE DI BILANCIO
Roma, 17 set – L’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari, Aaroi-Emac, FASSID (AIPAC, AUPI, SIMET, SiNaFO, SNR) , Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, FVM-Federazione Veterinari, Medici e Dirigenti Sanitari, Uil Fpl Medici e Veterinari e sanitari, scrive a Ministeri e Regioni per lamentare il grave ritardo per l’avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL 2022-2024, causato dall’inadeguato finanziamento e chiede risorse extracontrattuali nella legge di bilancio.
“In rappresentanza di più di 130 mila professionisti e professioniste Dirigenti Medici, Veterinari, Psicologi, Farmacisti, Biologi, Chimici, Fisici e Dirigenti delle Professioni Sanitarie intendiamo manifestare il nostro sconcerto per lo stallo che ormai da 2 anni sta paralizzando il rinnovo del contratto collettivo nazionale”, si legge nella nota. “Quello di cui si parla è il CCNL del triennio 2022-2024, ormai abbondantemente scaduto e le cui conseguenze per il mancato rinnovo ricadono sulle spalle dei professionisti e delle professioniste che, ciò nonostante, continuano a garantire un’eccellente qualità delle cure”
“L’onestà intellettuale e l’etica sindacale con la quale cerchiamo di rappresentare le lavoratrici ed i lavoratori dell’Area, ci costringe a chiarire le condizioni che hanno determinato questo blocco che oggi è oggetto di strumentalizzazioni e disinformazioni” affermano le OO.SS nella nota e chiariscono: “Da una parte le ripetute dichiarazioni del Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo che vorrebbe – opportunamente – accelerare la chiusura dei contratti e addirittura avviare la contrattazione per il triennio 2025-2027, dall’altra l’attesa dell’uscita dell’atto di indirizzo per il contratto dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari per il triennio 2022-2024 che, pur se annunciata per i prossimi giorni, arriva comunque con un ingiustificato ritardo.”
“Questo grave ritardo va ricercato esclusivamente nel mancato finanziamento delle risorse necessarie a coprire l’inflazione del triennio. È noto, infatti, che a fronte di un’inflazione calcolata pari al 17%, il Governo ha finanziato un aumento contrattuale per i dipendenti pubblici pari al 5,78%, al di sotto di oltre 11 punti percentuali, tra l’altro anche molto inferiore agli aumenti previsti per tanti contratti privati.
Un grave definanziamento della retribuzione dei professionisti che inevitabilmente sta condizionando l’avvio delle trattative. A complicare la situazione si aggiunge l’iniquità del finanziamento dell’indennità di specificità che, nella legge finanziaria del 2025, è stata riconosciuta, a regime dal 2026, solo per i Dirigenti medici e veterinari e non per i dirigenti sanitari; tale iniquità, se non risolta, rappresenta un ostacolo insuperabile per l’avvio e la chiusura delle trattative”. Affermano i Sindacati decisi a chiedere più risorse.
“L’emanazione dell’atto d’indirizzo, cade nel contesto di elaborazione e discussione della legge di Bilancio 2026, in cui abbiamo l’opportunità di affrontare con serietà e responsabilità il nodo “risorse” attraverso l’adeguato finanziamento di risorse extracontrattuali per incrementare l’indennità di specificità medica, veterinaria e sanitaria.
Con queste risorse aggiuntive – sottolineano le OO.SS – si otterrebbe la riduzione del gap con l’inflazione registrata nel triennio, incidendo di fatto sulle percentuali di aumento delle retribuzioni, e al contempo si sanerebbe la sperequazione a tutt’oggi esistente tra le indennità di specificità professionali dei Dirigenti del SSN.
È un’occasione che non possiamo perdere, necessaria a valorizzare realmente tutti i professionisti sanitari, che, in condizioni strutturali, organizzative ed economiche avverse, garantiscono la cura e la salute delle persone.
Non è più accettabile il procrastinarsi di questo ingiustificato stallo contrattuale: chiediamo a Governo e Regioni l’impegno a creare le condizioni economiche anche extracontrattuali utili a superarlo, nell’attesa dell’emanazione dell’atto d’indirizzo che dovrà contenere elementi migliorativi sia al livello economico che normativo, in continuità con quanto realizzato con il contratto 2019-2021, a tutt’oggi ancora non completamente applicato in molte Aziende nelle diverse Regioni” conclude l’Intersindacale.
« Pagina precedente —
Pagina successiva »