Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF riguardo l’incontro della Banca ore dei  fondi di produttività e amministrazione legata all’ attività di studio e ricerca e delle uniformi RTP

Pubblichiamo la nota di rettifica dell’Ufficio di Coordinamento delle Attività Sanitarie e di Medicina Legale dell’8 novembre 2022, riguardo la  direttiva tecnico-sanitaria concernente la revisione delle disposizioni inerenti al rilascio/rinnovo delle patenti terrestri e nautiche VF di cui alle circolari n. 3 del 01/06/2010 e MI.SA. n. 8 del 23/03/2006, nota DCFORM prot. n. 16152 del 15/05/2012

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, in merito la richiesta d’ incontro in merito l’organizzazione e l’ individuazione delle sedi disagiate

ELEZIONI PER IL RINNOVO DEI RAPPRESENTANTI DEL PERSONALE

Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici

28, 29 30 novembre 2022

LA PRESENZA DEI RAPPRESENTANTI FP CGIL:
UNA GARANZIA PER I LAVORATORI

Il Consiglio Superiore, in questa passata gestione, si è distinto per la sua indipendenza di giudizio, la capacità approfondita di analisi, l’emissione di pareri in molti casi disallineati dalle scelte gestionali operate dal Ministero, una valutazione approfondita sulle criticità organizzative, a partire dalla drammatica carenza di personale e dal declino dei settori che si occupano della tutela del nostro patrimonio culturale. Questo grazie ad una autorevole gestione del Presidente prof. D’Alberti ed alla composizione qualificata del Consiglio, ma anche grazie all’apporto competente e costruttivo che è venuto dai Rappresentanti dei Lavoratori, ai quali è stato consentito, a differenza delle passate gestioni, di partecipare a tutte le sessioni del Consiglio e non solo a quelle che hanno riguardato le politiche del personale.

In tale contesto è stato fondamentale il ruolo del componente eletto per la FP CGIL che ha fornito un apporto specifico sulle politiche di riorganizzazione conseguenti agli ultimi provvedimenti in materia e sulle politiche del personale, coordinando un gruppo di lavoro costituito ad hoc che ha prodotto un puntuale documento sullo stato dell’organizzazione con particolare riferimento alle condizioni occupazionali, al rapporto con la società in house, la ALES s.p.a. e più in generale all’articolazione del mercato del lavoro connesso ai cicli dei beni culturali.

LA CRISI OCCUPAZIONALE: IL VERO DRAMMA DEL MINISTERO

Una diminuzione drammatica del personale interno, dovuta essenzialmente alla mancata programmazione del turnover, i ritardi ingiustificabili che ancora si registrano nell’attuazione del piano assunzionale, i numeri insufficienti verificabili nella programmazione stessa. Tutto questo si riverbera nella gestione dei servizi culturali, causandone una progressiva compressione, determina una crisi organizzativa profonda in tutti i settori dedicati alla tutela, mina alla base persino gli effetti stessi delle riorganizzazioni operate nel corso di questi anni, determina un ricorso indiscriminato a politiche di esternalizzazione senza tutele per i lavoratori coinvolti che ormai pervade tutta la struttura ministeriale, mette a serio rischio l’attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR, tutti sulle spalle dei pochi lavoratori rimasti.

La pandemia ha prodotto una gravissima crisi di tutto il mercato del lavoro legato all’offerta dei servizi culturali, disintegrando livelli occupazionali pervasi da condizioni di sfruttamento e precarietà. La ripresa post pandemica sembra basarsi unicamente sulla scommessa sul turismo e non si intravvedono linee di discontinuità, almeno nelle dichiarazioni programmatiche, con il cambio di direzione politica. La scommessa sembra continuare ad essere tutta incentrata sulla valorizzazione estrema del patrimonio museale e non sul rafforzamento delle strutture interne dedicate alla tutela, alla ricerca ed alla conservazione del patrimonio.

IL MINISTERO POST RIFORME: ADDIO ALLA TUTELA?

Il quadro che presenta il Ministero a seguito dello “tsunami” Franceschini è sostanzialmente caratterizzato dalla disarticolazione organizzativa delle strutture che si occupano delle tutela del patrimonio culturale. La creazione del sistema Museale ha assorbito circa la metà del personale previsto nell’organico ed il maggior numero dei Dirigenti, sottratti ai cicli di tutela. La creazione della Soprintendenza Unica, presentata come una operazione di semplificazione burocratica, in realtà è il prodotto finale di un processo di marginalizzazione del sistema delle Soprintendenze, trasformati in Uffici indeboliti nelle funzioni di tutela sul territorio, senza poteri di spesa, con un organico fortemente ridimensionato e con i Funzionari cosiddetti Capi Area a sostituire i Dirigenti sottratti dai circuiti Museali. Analoga situazione di degrado la vivono Archivi e Biblioteche, che hanno perduto quasi interamente il loro corpus dirigenziale e buona parte del personale, diventando sostanzialmente i settori “cenerentola” del MIC. In tale contesto abbiamo assistito ad operazioni la cui funzionalità è assai dubbia: una proliferazione dei Musei autonomi che ha prodotto la frammentazione dei più importanti circuiti archeologici e museali, il tentativo di coinvolgere le Biblioteche nelle politiche di valorizzazione estrema tramite l’integrazione di alcune di esse nei circuiti museali, una politica dell’offerta culturale legata al principio della mercificazione e dell’utilizzo improprio dei luoghi della cultura, una condizione di insufficienza strutturale rispetto alle disponibilità relativa ai cicli manutentivi e di tutela del patrimonio culturale. La creazione della Soprintendenza Nazionale per il PNRR si è rivelata un utile espediente per operare la cosiddetta “semplificazione” tramite un accentramento delle competenze relative al rilascio dei pareri sui progetti che hanno impatto sul paesaggio. Una scatola vuota che ha solo comportato un aggravio esponenziale dei carichi di lavoro in capo alla DG ABAP ed alle Soprintendenze Territoriali.

IL MINISTERO CHE VOGLIAMO

La premessa indispensabile è che il nostro Paese torni ad investire sulla Cultura perlomeno ai livelli dei più avanzati Paesi Europei e comunque nel giusto rapporto alla quantità ed alla qualità dello straordinario patrimonio che l’Italia possiede.

Se si vuole davvero operare per il cambiamento allora bisogna partire dalla riqualificazione dei servizi pubblici e dal rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio culturale. Le riorganizzazioni non sono un esercizio ideologico basato su visioni preordinate senza alcuna attenzione al concreto svolgersi del lavoro ed alle problematiche connesse.

Di conseguenza noi vogliamo confrontarci rispetto ad un progetto di riorganizzazione che comporti prioritariamente i seguenti investimenti organizzativi:

  • UN PIANO SERIO DI REVISIONE DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI:

occorre riconoscere e inserire all’interno dell’organizzazione generale tutti i processi di innovazione tecnologica legati all’evoluzione ed alla modernizzazione dei modelli organizzativi. Tramite:

  1. la revisione della distribuzione degli organici nelle aree. Questo comporta una revisione adeguata dei fabbisogni interni alle Aree funzionali, mirata al riconoscimento di ciò che effettivamente serve, nei termini dell’apporto professionale, al funzionamento dei servizi

  2. l’inglobamento nell’organico previsionale di figure professionali che emergono dai processi formativi e che non trovano allocazione nell’ordinamento interno. Questo comporta un processo di riordino generale dell’ordinamento professionale, da attuarsi tramite gli strumenti che il nuovo CCNL offre nella identificazione delle nuove famiglie professionali;

  3. una valutazione su un possibile ampliamento dell’organico teorico, recuperando il taglio ultimo prodotto dalla manovra spending review sia per gli organici delle aree che di quelle dirigenziali;

  4. un investimento straordinario sulla formazione riqualificazione del personale interno, tramite il reperimento e l’allocazione di risorse utili a rispettare la previsione contenuta nel CCNL di un investimento pari all’1% del monte salari. La crescita professionale continua dei lavoratori è condizione essenziale al miglioramento dei servizi ed al giusto riconoscimento dell’apporto dei lavoratori.

  • UN PIANO STRAORDINARIO PER L’OCCUPAZIONE

Le misure predisposte appaiono del tutto insufficienti a garantire un corretto ricambio generazionale. La riduzione del 50% del personale, l’innalzamento dell’età media degli addetti sono i fattori che occorre affrontare tramite una corretta programmazione delle assunzioni.

A tal fine è necessario:

  • reperire risorse straordinarie, procedere immediatamente alle assunzioni già autorizzate, avviare da subito la programmazione assunzionale e l’emanazione dei bandi di concorso con procedure semplificate e velocizzate al fine di evitare l’impasse degli Uffici che quasi certamente si determinerà in rapporto tra le tempistiche delle uscite per pensionamento e quelle necessarie all’espletamento dei nuovi concorsi;

  • realizzare la riforma dell’ordinamento professionale prevista dal CCNL 2019/21, determinando le giuste opportunità di crescita professionale dei lavoratori, definire gli accordi per le progressioni economiche, attuare i passaggi d’area finanziati dal CCNL e tramite le riserve concorsuali per i lavoratori interni da inserire nella programmazione ordinaria;

  • garantire le riserve concorsuali al personale interno.

  • DIRITTI E DIGNITÀ PER TUTTI I LAVORATORI.

È assolutamente necessario introdurre regole che definiscano tutele e diritti per tutti i lavoratori che, a vario titolo, contribuiscono al funzionamento dei servizi. Una sorta di Codice Etico che uniformi il comportamento del Ministero nella definizione e regolazione del mercato delle esternalizzazioni. In particolare occorre:

  1. riconoscere finalmente le professioni dei Beni Culturali tramite l’adozione degli atti applicativi la legge n.110/2014;

  2. definire regole di comportamento che determinino le modalità del ricorso ai professionisti esterni, garantendo trattamenti minimi dal punto di vista delle condizioni normativo-contrattuali ai professionisti in regime di collaborazione;

  3. eliminare i massimi ribassi negli appalti e rafforzare le clausole sociali di garanzia dei livelli occupazionali, normativi e contrattuali al momento del rinnovo delle concessioni;

  4. determinare un trattamento contrattuale uniforme di tutti i lavoratori dipendenti presenti nei cicli esternalizzati, garantendo agli stessi l’applicazione di un CCNL coerente con le finalità delle attività svolte;

  5. prevedere una definizione analitica dei costi relativi al lavoro esternalizzato e pretendere la puntuale applicazione dell’anagrafe delle prestazioni, che deve essere riportata su un piano di trasparenza in modo coerente con le previsioni normative in materia;

  6. procedere alla progressiva reinternalizzazione delle attività cedute all’esterno e/o relative a fabbisogni professionali emergenti;

  7. garantire le riserve concorsuali ai contratti flessibili in applicazione della legge Madia.

  • RIPRENDIAMOCI LA TUTELA

La proliferazione di riforme dell’apparato ministeriale, che hanno trovato la loro conclamazione nello “tsunami“ Franceschini, è stata uno dei fattori determinanti della grave crisi organizzativa che affligge il Ministero A noi interessa invece un vero spirito riformista che si occupi concretamente dei problemi e trovi soluzioni condivise e fatte proprie dai lavoratori.

Nel MIC il vero spirito riformista non può che partire dall’esigenza di un profondo rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio: Soprintendenze, Archivi, Biblioteche e Istituti Centrali e dalla ricomposizione della frattura determinata dalla separazione dei cicli di tutela da quelli della valorizzazione del patrimonio culturale.

Il MIC deve riacquisire la dignità e la funzionalità del lavoro di tutela e di ricerca e ritrovare il senso vero delle dinamiche dell’offerta culturale nei modi previsti dal Codice dei Beni Culturali e non certo tramite la sua mercificazione che ha trasformato i luoghi della cultura in palcoscenici per eventi estranei alla loro funzione ed in molti casi mortificanti per quello che gli stessi rappresentano per le comunità ed i territori di appartenenza.

La fruizione della Cultura è un diritto costituzionale di tutti i cittadini, una finalità dichiarata dall’art. 9 della Costituzione e non una prerogativa cui possono accedere solo i cittadini più abbienti ed i turisti.

Il nostro impegno in seno al Consiglio Superiore, se avremo la fiducia dei lavoratori, continuerà ad essere costante nel sollecitare il mantenimento di uno spirito autonomo e, qualora necessario, critico verso le scelte operate dall’amministrazione, nella consapevolezza che solo il senso dell’autonomia istituzionale di questo importante organo possa garantire un utile e costruttivo apporto alla determinazione degli obiettivi che ci prefiggiamo.

Su queste proposte chiediamo il vostro voto per le elezioni del Consiglio Superiore

LA NOSTRA LISTA:

FLAVIA GIBERTI

MATTEO SCAGLIARINI

LILITH ZULLI

PER LA TUTELA DEL LAVORO E DEL PATRIMONIO CULTURALE,

PER CHI È DA SEMPRE DALLA PARTE DEI LAVORATORI DELLA CULTURA,

ALLE ELEZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEL PERSONALE

AL CONSIGLIO SUPERIORE BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI

28, 29 E 30 NOVEMBRE 2022

VOTA E FAI VOTARE LA LISTA FP CCGIL

Nel corso di questi mesi, più volte abbiamo constatato la totale assenza di gestione economica e contabile da parte dell’Ispettorato.

Andiamo con ordine, per rimettere in fila una serie (non esaustiva) di significativi episodi:

  • Nel corso dei mesi passati, più volte noi e il resto del tavolo sindacale abbiamo chiesto di sapere che fine avessero fatto i soldi del Decreto Incentivi destinati – nel corso degli anni – all’acquisto di beni strumentali. Risposte? Zero.

  • Lo scorso 18 luglio è stata firmata l’ipotesi di accordo di FRD. Da allora, come di consueto, l’ipotesi doveva passare prima al vaglio degli organi interni di controllo e poi a quelli esterni. Veniamo informati che solo a metà settembre il collegio dei revisori ha avuto il tempo (bontà loro! Vuoi che qualcuno debba sprecare un giorno di ferie piuttosto che occuparsi di questa verifica?) di riunirsi per dare il via libera all’ipotesi e mandarla a MEF e Funzione Pubblica; quindi, solo da allora, sono decorsi i 60 giorni necessari per il rientro dell’ipotesi. Nel frattempo, nessuno si è degnato di dare notizie al tavolo sindacale e ai lavoratori per aggiornare sulla situazione, né sappiamo se gli organi di controllo – interni ed esterni – siano mai stati sollecitati. Vista la situazione, si può almeno ipotizzare che ai lavoratori sia dato un anticipo sulle spettanze del FRD, così da evitare che tutte le somme vengano erogate nel 2023 e possano far cumulo con i redditi, così provocando un ulteriore danno a lavoratrici e lavoratori? Dobbiamo chiedere un deferente e fantozziano permesso agli organi di controllo anche per questo o c’è qualcuno capace di farsi valere per tutelare i propri dipendenti?

  • Abbiamo avviato la discussione sulle famiglie professionali e, alla richiesta del tavolo sindacale, di sapere se sia stata fatta una quantificazione del famoso 0.55% previsto per le progressioni verticali in deroga, abbiamo ricevuto risposta che si sta aspettando il MEF. Ora, vero che il MEF deve certificare queste somme, ma un’idea di quest’importo qualcuno l’avrà pure, magari semplicemente andando sul sito della Ragioneria Generale dello Stato e facendo le verifiche del caso? O è troppo complesso?

  • Nelle scorse settimane pare sia stata emanata – dalla Direzione Centrale competente – una nota agli uffici del territorio in cui si invitava a limitare allo stretto indispensabile alcuni capitoli di spesa, come quelli relativi a: carta e cancelleria; spese postali; spese di condominio; carburanti; materiale informatico; manutenzione ordinaria e riparazione di impianti e macchinari o di beni immobili. In sostanza, se in un ufficio non ci sono più risme di carta per verbali, ordinanze, etc. problemi loro. Se in un ufficio non ci sono più soldi per riparare un bagno rotto, problemi loro. Complimenti. Davvero.

Tutto ciò è inaudito e inaccettabile. Chiediamo che di questa inefficienza di cui fanno le spese le lavoratrici e i lavoratori qualcuno sia chiamato a renderne conto, come dovrebbe accadere in un Paese normale.

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

Care colleghe e cari colleghi, forse non tutte/i siete a conoscenza che la Polizza Sanitaria prevede anche una copertura assicurativa in caso di premorienza. Il risarcimento spetta ai legittimi eredi del/la dipendente deceduto/a, ancora in servizio, e consiste in: 46.000,00€ per gli eventi fino al 30 giugno 2022; 35.050,00€ per gli eventi dal 1° luglio 2022. La richiesta può essere avanzata, dagli eredi legittimi, entro un anno dall’evento. Pertanto, in questo caso, invitiamo il Personale degli Uffici in cui il/la collega deceduto/a ha prestato servizio, a rivolgersi al proprio Preposto/Dirigente, affinché contatti i legittimi eredi, per comunicare loro la presente informazione e per far sì che gli stessi si rivolgano al Servizio per le Relazioni Sindacali ed il Benessere Organizzativo, per inoltrare la richiesta di risarcimento. Alleghiamo la “Guida in caso di premorienza” ed il modello di denuncia da inviare all’Asdep. Vi ricordiamo, infine, che negli Accordi per i Sussidi 2020 e 2021, appena sottoscritti, esiste la possibilità del Sussidio per spese funebri, sia per i propri familiari che per gli eredi del/la dipendente deceduto/a.

S. Di Folco F. Amidani U. Cafiero C. Visca M. Centorbi

A seguito della richiesta unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF sul mancato accreditamento dei buoni pasto, pubblichiamo la risposta della Direzione Centrale per le Risorse Logistico Strumentali

In data 8 novembre abbiamo incontrato l’amministrazione per sottoscrivere (nuovamente) l’ipotesi di accordo sul FRD 2021 a seguito di alcuni rilievi da parte del MEF relativi a refusi sulle cifre indicate.

Il testo sarà quindi nuovamente inviato dopo la sottoscrizione agli organi di controllo per poi poter procedere al pagamento dei relativi emolumenti.

Con l’occasione l’Amministrazione ha dato una serie di informazioni anche a seguito di specifiche richieste da parte delle OO.SS..

Progressioni economiche 2022: il CCNI ha concluso il percorso di certificazione ed è pronto il relativo bando. L’amministrazione è in attesa del collaudo del software per la gestione della procedura (che sarà esclusivamente on-line) per poi procedere alla pubblicazione che dovrebbe avvenire indicativamente la prossima settimana.

Nuovo ordinamento professionale e progressioni verticali: nei prossimi giorni saremo convocati su una proposta relativa alle famiglie professionali che è in fase di definizione. Abbiamo chiesto di avere, in concomitanza con l’incontro, tutti i dati relativi ad organico di fatto e di diritto, assunzioni autorizzate dal piano di fabbisogni nonché la consistenza delle risorse pari allo 0,55% del monte salari che il CCNL mette a disposizione per le progressioni verticali, anche in deroga, in fase di prima applicazione della parte del CCNI relativa al nuovo ordinamento professionale.

Abbiamo inoltre chiesto che vengano programmati gli incontri anche su tutti gli altri temi demandati dal CCNL alla contrattazione integrativa.

Mobilità del personale in comando: su questo punto l’Amministrazione ha precisato che al momento il PIAO non prevede, nel piano di fabbisogni, questa opzione. Tuttavia, a fronte delle nostre pressioni, ha assicurato che una volta concluse le attuali procedure di assunzione dei funzionari, procederà ad una ricognizione per quantificare l’entità del fenomeno “comandi” sia dalla scuola che da altre amministrazioni e valutare l’opportunità di modificare il piano dei fabbisogni del prossimo triennio in modo da comprendere anche questa opzione.

Si stanno svolgendo in questi giorni le assunzioni dei vincitori dei concorsi per funzionari bandito dal Ministero Istruzione, che saranno completate nei prossimi giorni.

Una volta completata la procedura potranno prendere servizio anche ulteriori 33 funzionari per i quali è stato autorizzato lo scorrimento della graduatoria del concorso RIPAM e che verranno destinati alle sedi che hanno ricevuto scarsa o nulla copertura dal concorso specifico del Ministero Istruzione (in particolare Friuli, Lombardia, Piemonte… ).

Sempre a seguito del completamento della procedura verrà verificata la situazione complessiva per verificare se vi siano state successive rinunce da parte dei vincitori e valutare l’ulteriore scorrimento delle graduatorie.

FP CGIL

FP CISL

Anna Andreoli/ Davide Perrelli

Michele Cavo

MINISTERO DELLA DIFESA A DIREZIONE GENERALE A.I.D.
E,p.c. A GABINETTO DEL MINISTRO DELLA DIFESA dr. Francesco RAMMAIRONE

OGGETTO: Riunione 15 novembre p.v. – Integrazione o.d.g.

Risulta alle scriventi OO.SS. che si è concluso l’iter di passaggio alla nuova procedura per il pagamento degli stipendi del personale di A.I.D. Nonostante le richieste più volte avanzate da FPCGIL – CISLFP e UILPA, di avere conoscenza di tutti gli atti relativi a tale iter, ad oggi non è pervenuto alcun documento né alcuna informazione di dettaglio. Raccogliendo quindi la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori in servizio presso gli Enti di codesta A.I.D., FPCGIL – CISLFP e UILPA ritengono che l’argomento debba essere inserito al punto 1 dell’o.d.g. della riunione in oggetto. Vista la delicatezza della problematica la richiesta assume carattere pregiudiziale. Si chiede pertanto di dare riscontro alla presente con nuova convocazione con aggiornamento dell’ordine del giorno.

FP CGIL                   CISL FP              UIL PA
Francesco Quinti      Massimo Ferri    Carmela Cilento
Roberto De Cesaris  Franco Volpi       Riccardo Colafrancesco

A tutti i lavoratori

UBI MAIOR MINOR CESSAT

La locuzione latina ubi maior minor cessat, tradotta letteralmente, vuol dire «dove vi è il maggiore, il minore decade». Il significato completo può essere così descritto: «in presenza di quel che possiede più potere o importanza, chi ne ha meno perde la propria rilevanza»”.

Potremmo sintetizzare così ciò che sta accadendo all’interno del nostro Ente per quanto riguarda la gestione sempre più opaca della vicenda legata alla istituzione della società per azioni denominata “3i”.

Infatti, mentre da una parte le Organizzazioni Sindacali chiedono insistentemente ed inutilmente da mesi informazioni dettagliate sull’intera operazione al Responsabile della Direzione Centrale Organizzazione Digitale (maior?), con particolare riferimento agli assetti organizzativi interni conseguenti alla cessione di una parte consistente delle funzioni informatiche che rischia seriamente di compromettere il regolare mantenimento dei servizi resi quotidianamente all’utenza, dall’altra continuiamo a registrare un totale immobilismo da parte di chi, quelle risposte, in virtù del ruolo ricoperto, dovrebbe pretenderle.

Ci riferiamo al Presidente, al Direttore Generale e al Consiglio di Amministrazione, ovvero a tutti coloro che (minor?), hanno posto i medesimi quesiti delle Organizzazioni Sindacali e che ancora oggi attendono invano i dovuti riscontri.

Eppure, qualcosa di nuovo sembra muoversi nel sottobosco della DCOD; là, dove il silenzio regna e il sovrano regna silenzioso apparentemente immobile a seguito del rinvio sine die della costituzione della società, il meccanismo continua a girare incessantemente infischiandosene di tutto e di tutti…in un eclatante e vistoso conflitto di interessi che continuiamo a denunciare inascoltati.

Infatti, mentre il mondo Inail composto da migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni mattina “alzano faticosamente la saracinesca” di strutture territoriali ridotte oramai all’osso a causa di:

procedure informatiche lente e farraginose;

sistemi di risoluzione dei problemi legati all’apertura di ticket, la cui onerosa risoluzione spesso è affidata a consulenti esterni;

una carenza di personale oramai insostenibile e la cui risoluzione non può rinvenirsi negli ultimi Piani Triennali dei Fabbisogni del Personale per inadeguatezza degli stessi, né tantomeno può essere affidata alla pessima gestione RIPAM.

A Santuario Regina degli Apostoli (attuale sede della DCOD) si tengono riunioni propedeutiche alla nascita del nuovo soggetto privato, con il Capo che dopo gli inaccettabili silenzi “istituzionali” ritrova la voce e dettaglia accuratamente al SUO personale alcune delle prossime tappe della “3i” toccando anche materie sottratte alla sua sfera di competenza.

Mentre i colleghi attraverso le centinaia di segnalazioni effettuate quotidianamente al centro sui malfunzionamenti e i rallentamenti delle procedure istituzionali sperano di ricevere interventi di miglioramento delle procedure,

presso la struttura centrale competente si ragiona su chi e quanti colleghi dovranno raggiungere la nuova realtà informatica privata al 1 gennaio 2023.

Ed a tale ultimo proposito, mentre chi rappresenta l’INAIL ed i suoi Lavoratori ancora attende notizie concrete, giungono voci di corridoio (ormai unica fonte di informazioni) che ci restituiscono uno scenario futuro alquanto assurdo, in cui i colleghi Inail rappresenteranno la maggior parte dei 400 funzionari utili all’avvio della Società (l’INPS invierà solamente coloro che si occupano di contratti) che conterà, a regime, tra le 850 e le 1000 persone. Coloro che decideranno di aderire si scopre oggi usufruiranno di una assegnazione temporanea di 2 anni (12+12) al termine della quale dovranno scegliere se passare definitivamente alla società oppure rientrare in Istituto (dove e a fare cosa non è dato saperlo).

Ovviamente gli eventuali emolumenti sostitutivi di quelli attualmente previsti per il personale operante presso la struttura informatica sono ancora ignoti, nonostante una campagna promozionale messa in atto da mesi in DCOD talmente massiccia da far impallidire Telemarket. Mentre si può serenamente affermare che quelli destinati al futuro Direttore Generale della Spa saranno sicuramente più alti di quelli percepiti da un qualsiasi Direttore Centrale!!!

Intanto i disagi dei colleghi sul territorio aumentano e noi continuiamo a chiedere a chi è competente in materia di porre definitivo riparo a questa inaccettabile e pericolosa disorganizzazione, fornendo, a partire dalle postazioni dedicate all’utenza, appropriati device utili a garantire, effettivamente, servizi di qualità ma anche quel minimo di benessere organizzativo che il personale merita.

Alla luce di ciò, pur nutrendo forti perplessità su chi sia, o siano, effettivamente i “maior” e chi i “minor” all’interno dell’INAIL, siamo sempre più convinti che la strada intrapresa mesi fa a difesa del Nostro Istituto e dei Suoi lavoratori e che ci ha portato all’interruzione delle relazioni sindacali sia quella giusta: pronti ad innalzare immediatamente il livello dello scontro laddove, nella riunione del 17 p.v., dovessimo registrare l’ennesimo atteggiamento dilatorio e inconcludente da parte di una Amministrazione che, a differenza nostra, seguita ad essere compiacente verso chi sta indirizzando impunemente l’Ente verso un sentiero pericoloso e opposto a quello tracciato con l’Accordo Programmatico.

A. Mercanti M. Molinari G. Paglia F. Savarese P. Romano G. Norcia

L’8 novembre si è svolto l’incontro sulle modifiche proposte dall’Amministrazione al sistema di valutazione delle performance. Al centro del confronto con le sigle sindacali la revisione della “performance individuale” avanzata dall’amministrazione, che punta ad una riduzione del peso del risultato di gruppo per aumentare invece il peso della valutazione del Dirigente.

Il motivo? Perché il peso determinante del risultato di gruppo – fortemente voluto dalle OO.SS. – non consente alla valutazione discrezionale e soggettiva del dirigente di essere determinante ai fini dell’accesso all’alta formazione ed ai percorsi di carriera.

Come FP CGIL abbiamo ribadito che il peso dell’obiettivo di gruppo non si tocca, a tutela dei lavoratori e che, anzi, occorre migliorarlo, superando il riferimento al gruppo ristretto, Agenzia territoriale o complessa, e riportarla a livello di Sede Provinciale o Filiale. Questo elemento è centrale, a nostro avviso, per evitare differenziazioni correlate alla struttura in cui lavoratrici e lavoratori dello stesso territorio sono incardinati, ma soprattutto per evitare spaccature tra i lavoratori, compromettendo i meccanismi di solidarietà e perfino la cooperazione tra realtà territoriali.

Abbiamo ricordato come già nelle valutazioni intermedie notammo e segnalammo una disomogeneità lampante nelle valutazioni del personale, per la mancanza assoluta di criteri uniformi da parte dei valutatori, così nelle sedi che presentavano criticità in relazione al raggiungimento degli obiettivi si concentravano il maggior numero di valutazioni eccellenti (7), mentre le sedi con ottimi risultati produttivi quindi in piena linea con gli obiettivi si caratterizzavano per una valutazione del personale parsimonia nei giudizi (5). Questo evidenzia l’assenza assoluta di alcun parametro e l’assoluta arbitrarietà del valutatore, che è stata contenuta solo grazie alla prevalenza del peso dell’obiettivo di gruppo, tutelando il personale così da ricadute negative.

Riteniamo che ciò che è da modificare è la totale discrezionalità e soggettività del Dirigente, che va superata attraverso l’individuazione di criteri oggettivi e parametri di riferimento che consentano una valutazione piena e trasparente e riconoscibile anche per il personale.

Le modifiche fuori da questo quadro non sono per noi assolutamente condivisibili.

Alterare il delicato meccanismo attuale, con interventi diretti a smantellare il pezzo che tutela il personale da un valutatore a cui è attribuito un potere assoluto ed incontestabile è per noi inaccettabile.

Per questo riteniamo essenziale incentrare il confronto su un lasso temporale ampio, ragionevole utilizzando al massimo la sperimentazione senza effetti immediati sui lavoratori, se si vuole davvero rivedere il sistema migliorandolo.

Contrasteremo ogni modifica orientata a lasciare il personale alla mercè del valutatore di turno.

Coordinatrice nazionale FP CGIL – INPS

Antonella Trevisani

Pubblichiamo la nota di assegnazione emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane degli Ispettori Antincendi del concorso interno

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