“Ad oggi in Italia meno di un bambino su tre trova posto in un asilo nido, mettendo in difficoltà tantissime famiglie e lasciando il nostro Paese lontano dal target europeo. Come Fp Cgil continueremo a lottare per ottenere la stabilizzazione dei precari, risorse per la valorizzazione del personale, un Piano straordinario di assunzioni e, complessivamente, lo sviluppo di questo fondamentale servizio pubblico. Bisogna subito abbandonare la logica del costo per abbracciare quella dell’investimento, non solo per contribuire ad affrontare l’inverno demografico ma anche per sviluppare sempre di più la capacità dei bambini e delle bambine di stare nella società. L’educazione e la formazione primaria sono un diritto costituzionalmente rilevante che va considerato come parte imprescindibile di una strategia complessiva contro la povertà educativa”. Lo scrive in una nota Tatiana Cazzaniga, segretaria nazionale Fp Cgil.
“Bisogna cogliere fino in fondo le opportunità favorite dal Pnrr, utilizzare tutte le risorse disponibili, assumere il personale necessario per aumentare considerevolmente i posti per bambini e bambine, in particolare in alcune aree del Paese. Inoltre, è necessario rendere più attrattiva la professione investendo sul salario e nel rilancio del ruolo sociale di chi lavora nel comparto socio-educativo. Potenziare i servizi gestiti dai Comuni garantendo la gratuità, o in subordine una compartecipazione non proibitiva, significa investire nel futuro della società”, conclude.
“Abbiamo scritto oggi al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga per chiedere l’apertura immediata di un tavolo quadrangolare sul rinnovo dei contratti collettivi nazionali della sanità privata Aiop-Aris e del settore sociosanitario delle RSA. Una richiesta semplice e chiara, che porta con sé il peso di un’urgenza che da tempo non è più solo contrattuale, ma anche sociale”.
Lo dichiarano, in una nota congiunta, i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti, dopo l’invio di una lettera di sollecito al Ministro della Salute e al Presidente della Conferenza delle Regioni.
“Parliamo – proseguono – di oltre 250mila lavoratrici e lavoratori che aspettano da anni il rinnovo del contratto nazionale. Persone che ogni giorno garantiscono assistenza e cure nelle strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, contribuendo concretamente all’attuazione dell’articolo 32 della Costituzione, spesso nelle condizioni più difficili. La politica non può più voltarsi dall’altra parte”.
I sindacati sottolineano come il blocco dei rinnovi contrattuali, fermi da oltre 13 anni nel settore delle RSA e da più di 7 anni nella sanità privata, stia generando un forte malcontento, con pesanti ricadute sulla qualità dell’assistenza: “Abbiamo chiesto al Ministro l’istituzione urgente di un tavolo con il  Ministero della Salute, la Conferenza Stato-Regioni e le centrali datoriali Aiop e Aris, unitamente alle organizzazioni sindacali. Un confronto che sia finalmente stabile, strutturato e orientato a soluzioni reali. Servono impegni chiari e adeguate coperture economiche, con l’obiettivo sia di agganciare i rinnovi della sanità privata alle stesse vigenze dei contratti pubblici, sia di porre fine al dumping contrattuale e valorizzare concretamente competenze, diritti e salari”.
“Le risorse pubbliche che finanziano queste strutture devono essere vincolate all’applicazione di contratti sottoscritti da organizzazioni realmente rappresentative, e al loro rinnovo alla scadenza. È tempo di dire basta ai soggetti che, pur operando in convenzione con il SSN, non rinnovano i contratti o utilizzano contratti ‘pirata’. Servono nuove regole per ridare dignità al lavoro in questo settore: chi eroga un servizio in accreditamento e percepisce finanziamenti pubblici abbia l’obbligo di applicare i contratti di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni datoriali più rappresentative e rispetti l’obbligo di rinnovarli alla scadenza, parallelamente ai rinnovi del settore pubblico. Il nostro obiettivo è chiaro: garantire equità, continuità assistenziale e dignità sia per chi lavora e sia per chi riceve cure. Ci aspettiamo dal Ministro Schillaci e dal Presidente Fedriga un riscontro rapido e una convocazione nei tempi che l’emergenza impone”, concludono i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.

“La nostra priorità assoluta è tutelare la dignità di lavoratrici e lavoratori delle amministrazioni locali e per questo servono risorse aggiuntive e perequative nei confronti degli altri comparti pubblici. Prendiamo atto che anche il Ministro Zangrillo ha finalmente compreso questa necessità e attendiamo che dalle parole si passi ai fatti”. Lo scrivono in una nota Fp Cgil e Uil Fpl a seguito dell’incontro di oggi in Aran per la prosecuzione della trattativa per il rinnovo CCNL Funzioni locali 2022-24.

“Proporre un aumento ben lontano dal tasso di inflazione registrato nel triennio significa, di fatto, impoverire i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie. E certamente la misura del decreto Pa, parziale e di difficile attuazione, non può essere sufficiente, perché lascia solo a pochissime amministrazioni – tagliandone fuori tantissime altre – la possibilità di destinare risorse proprie per piccoli incrementi di salario ma, allo stesso tempo, costringe ad assumere meno personale di quanto preventivato. In tal senso, è stata riaffermata la necessità di avviare un piano straordinario di assunzioni per affrontare la grave carenza di personale e garantire servizi efficienti ai cittadini.”

“Continuiamo la nostra battaglia – ribadiscono i sindacati – per un rinnovo contrattuale che preveda lo stanziamento di risorse aggiuntive, ribadendo inoltre la richiesta di un anticipo di tutte le risorse disponibili, comprese quelle destinate al CCNL 2025-2027, una soluzione giuridica già al vaglio dei tecnici”.

Per la prima volta, non era mai accaduto neanche con la Legge Monti-Fornero, si interviene sulle posizioni contributive già maturate, con un provvedimento a forte rischio di incostituzionalità

Come avevamo già denunciato lo scorso anno in occasione dell’approvazione della Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023), il Governo Meloni ha introdotto un taglio alla quota retributiva delle pensioni dei dipendenti pubblici con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995, colpendo iscritte e iscritti a CPDEL, CPS, CPI e CPUG.

Il recente Messaggio INPS n. 2491 del 25 agosto 2025 conferma che, a seguito dell’innalzamento del limite ordinamentale a 67 anni stabilito dalla Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024), tutte le pensioni anticipate erogate prima di tale età subiranno i tagli alle aliquote di rendimento. Si tratta di una misura retroattiva, che interviene sull’importo delle pensioni future in violazione dei principi di certezza del diritto e con evidenti profili di incostituzionalità. Per la prima volta, non era mai accaduto neanche con la Legge Monti-Fornero, si interviene sulle posizioni contributive già maturate, con un provvedimento a forte rischio di incostituzionalità.

Secondo le stime, nel 2043 saranno oltre 730.000 le lavoratrici e i lavoratori pubblici colpiti, per un totale di 33 miliardi di euro di tagli a regime. Gli effetti, calcolati dall’ufficio politiche previdenziali della Cgil nazionale su diverse anzianità contributive, sono pesantissimi: per una retribuzione annua di 30 mila euro si va da 927 € a 6.177 € in meno l’anno, per una retribuzione di 50 mila euro da 1.545 € a 10.296 €, per una retribuzione di 70 mila euro da 2.163 € a 14.415 €.

Siamo di fronte a un vero attacco ai dipendenti pubblici: contratti poveri, pensioni tagliate, finestre di uscita dal lavoro che si allungano fino a nove mesi in più di attesa solo per il pubblico impiego.

Altro che “superamento della Legge Fornero” o “quota 41 per tutti”: il rischio concreto è che chi ha iniziato a lavorare presto debba restare al lavoro fino a 48/49 anni di contributi per evitare il taglio alla pensione.

A tutto ciò si aggiunge il tema del TFR sequestrato: nonostante la Corte costituzionale abbia esplicitamente chiesto un intervento, il Governo non ha fatto nulla. Anzi, in queste settimane si ipotizza addirittura che per accedere al pensionamento anticipato si possa utilizzare il TFR, un paradosso inaccettabile se si considera che ai dipendenti pubblici il TFR continua a non essere liquidato nei tempi dovuti.

Inoltre, il messaggio INPS lascia aperte gravi criticità: applica i tagli anche in alcuni casi di cumulo contributivo e non riconosce espressamente le deroghe per chi accede alla pensione di vecchiaia non in costanza di rapporto di lavoro pubblico, nonostante la legge preveda in modo chiaro che le nuove aliquote non si applichino a queste pensioni. In questo modo l’INPS introduce interpretazioni che finiscono per superare la normativa stessa, restringendo diritti che la norma aveva già tutelato.

Il Governo continua a propagandare presunti interventi positivi sulle pensioni, ma la realtà è profondamente diversa: dietro gli annunci si nascondono solo nuovi tagli e penalizzazioni per le lavoratrici e i lavoratori pubblici, proprio per questo, la CGIL, la FP CGIL e la FLC CGIL sono sempre più convinte nel proseguire la vertenza a tutela delle pensioni, anche attraverso un rafforzamento del contenzioso che si sta portando avanti in questi mesi per il taglio alle aliquote di rendimento e per il TFR/TFS, fino alla Corte Costituzionale.

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La FP Cgil in questi anni ha messo in atto ogni iniziativa a difesa della dignità umana calpestata quotidianamente nella Striscia di Gaza e per la fine immediata degli attacchi contro la popolazione civile. Quanto sta avvenendo in questi mesi impone a tutte e tutti di attivarci quanto possibile in ogni percorso di mobilitazione che possa sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e chiedere ai governi nazionali di attivarsi per contrastare le azioni del Governo Israeliano e fermare la catastrofe umanitaria in corso a Gaza. Per questo, come sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità, sosteniamo la Giornata Nazionale di Digiuno promossa per il 28 agosto, per chiedere l’immediato cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari che consentano la fornitura di aiuti alimentari e di assistenza sanitaria in piena sicurezza alla popolazione.

La nostra organizzazione, insieme al sindacato europeo e internazionale, si è da subito impegnata per chiedere alle istituzioni nazionali, comunitarie e internazionali di mettere in atto quanto necessario per far cessare immediatamente gli attacchi alla popolazione civile di Gaza e agli operatori sanitari, perpetrata con la distruzione mirata delle infrastrutture assistenziali, adottando tutte le necessarie sanzioni, inclusa la sospensione dell’accordo di associazione Israele – UE, e fermando ogni relazione commerciale con le attività dei territori occupati.
Continueremo a mettere in atto quanto possibile e necessario, dalle manifestazioni nazionali ed internazionali alle spedizioni di aiuti alla popolazione, per ottenere la fine delle atrocità, il ripristino del rispetto del diritto umanitario e internazionale e il riconoscimento dello Stato di Palestina.

cgil cisl uil coronavirus
Togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della Pubblica Amministrazione per avere orari e contratti più flessibili? Una dichiarazione del Ministro Schillaci che non solo ci preoccupa tantissimo ma rappresenta un’implicita ammissione dell’inefficacia del nuovo Ccnl sanità che non riesce ad essere attrattivo e a rispondere ai bisogni del servizio sanitario nazionale e dei suoi dipendenti e che, proprio per questo, ci siamo rifiutati di firmare. Così la Funzione Pubblica CGIL commenta la dichiarazione rilasciata in un’intervista a La Stampa del Ministro della Sanità, Orazio Schillaci.
“Il Ministro continua a parlare della necessità di assumere nuovo personale. Noi non possiamo che concordare, ma dobbiamo prendere atto del fatto che finora si è trattato solo di parole. Infatti, dagli ultimi dati del Conto annuale Mef 2023, emerge che oltre il 70% delle ultime assunzioni fatte sono state di personale che già lavorava all’interno del Servizio Sanitario Nazionale ma come precario. Non si tratta dunque di nuovo personale per rafforzare la sanità pubblica ma di stabilizzazioni ottenute grazie alle nostre battaglie”. E incalza: “Quella della precarietà, poi, è una piaga ancora presente che coinvolge oggi 36.000 persone e che vede un aumento di contratti di collaborazione che oggi sono 14.000”.
“Noi lo sosteniamo da tempo e i dati del Conto annuale confermano la sensatezza della nostra proposta: la sanità pubblica ha bisogno di 510.000 nuove assunzioni per sostituire il personale che nei prossimi anni andrà in pensione e potenziare ospedali, ambulatori e tutti i servizi sanitari. Chiediamo al Ministro un confronto strutturato con i sindacati per discutere insieme di un piano straordinario di nuove assunzioni e di come rendere attrattive le professioni sanitarie; temi a cui il nuovo contratto rinnovato non risponde in alcun modo”, conclude la Fp Cgil.

“Con spirito di responsabilità condivisa ed uno sguardo al futuro del sistema emergenza-urgenza, si è aperto oggi, nella sede della Croce Rossa Italiana a Roma, il tavolo negoziale nazionale per l’unificazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro per il personale impiegato nel trasporto sanitario, nei servizi di emergenza-urgenza e protezione civile”. Lo si legge in una nota congiunta di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Croce Rossa Italiana, Anpas e Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. “L’incontro si è aperto inoltre con un momento di ricordo per le vittime del grave incidente autostradale avvenuto lo scorso lunedì che ha visto perdere la vita alla giovane volontaria, all’autista e al paziente che si trovavano a bordo dell’ambulanza della Misercordia di Terranuova Bracciolini”.

“Un momento storico – commentano le parti -, voluto congiuntamente, con l’obiettivo di superare la frammentazione contrattuale che da anni caratterizza il settore e di conferire equità di trattamento, riconoscimento professionale e garanzie omogenee a lavoratrici e lavoratori impegnati quotidianamente in prima linea per rispondere ai bisogni dei cittadini”. L’avvio di questo percorso, proseguono, “rappresenta un momento di maturità per l’intero terzo settore ed è il riconoscimento del valore pubblico del lavoro svolto da migliaia di soccorritori, autisti e personale tecnico e sanitario”.

“Obiettivo del tavolo sarà definire un unico impianto contrattuale nazionale, in grado di rispondere in modo coerente alle evoluzioni normative, alle sfide della continuità assistenziale e all’aumento della domanda di servizi di emergenza e dare risposte concrete alle aspettative salariali del personale. Abbiamo già calendarizzato diversi incontri per entrare nel merito del negoziato che dovrà tenere in considerazione i tempi necessari del rinnovo dei vertici nazionali della Confederazione Nazionale delle Misericordie previsto entro la fine dell’anno”, concludono.

“Siamo sconvolti e addolorati dal tragico incidente avvenuto questa mattina sull’Autostrada A1, tra Arezzo e Valdarno, che ha coinvolto diversi veicoli tra cui un’ambulanza, rimasta schiacciata, a bordo della quale sono morti un operatore, una volontaria di appena 23 anni e il paziente che veniva trasportato”. Così la Funzione Pubblica Cgil commenta il tragico incidente.

“Ci stringiamo attorno alle famiglie delle vittime e un pensiero commosso va alla Misericordia e a chi ha perso la vita mentre metteva il proprio impegno e il proprio lavoro al servizio delle persone e della collettività. Un ringraziamento, infine, a tutti quelli che stanno prestando soccorso in queste ore”, conclude la Fp Cgil.

Un contratto che garantisce ai lavoratori più salario e più diritti

Esprimiamo piena soddisfazione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2025-2027 per i dipendenti dei Consorzi ed Enti di Sviluppo Industriale aderenti alla FICEI firmato con incrementi tabellari a regime che vanno da 168,80 euro per A1 a 310,24 euro per i Q2 ed importanti miglioramenti anche sul piano normativo”. Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl commentano il rinnovo del contratto Ficei 2025-2027.

I sindacati spiegano tutte le novità del contratto: “L’accordo siglato garantisce aumenti salariali importanti in tre tranche (gennaio 2025, gennaio 2026 e gennaio 2027) e il recupero completo degli arretrati (da Gennaio ad Agosto 2025). Abbiamo ottenuto un aumento del buono pasto (da 7 a 8 euro), l’aumento delle indennità specifiche a partire dal 1 Settembre 2025 (Cassa/economato: 55 €, Trasferta: 44 €, Rischio 358 annui), un aumento delle indennità di reperibilità, un aumento dell’indennità Quadri, una maggiorazione dell’Elemento di Garanzia Retributiva a 52 euro. A questo dobbiamo anche aggiungere un aumento dei permessi studio triennali da 150 a 200 ore, 2 ore aggiuntive per esami diagnostici per over 60, il Fondo formazione raddoppiato, l’incremento del congedo di paternità a 15 giorni e per il congedo parentale l’incremento della retribuzione al 40% per i restanti 5 mesi. Le tutele in caso di patologie gravi sono state rafforzate mediante l’estensione del periodo di comporto a 22 mesi e del periodo di aspettativa non retribuita a 18 mesi. È stato inoltre stabilito che i giorni dedicati a terapie salvavita e ai relativi effetti non siano computati ai fini del calcolo del comporto. Ed infine con soddisfazione, annunciamo la creazione di una clausola di armonizzazione in base alla quale “nei casi di fusione, incorporazione tra i vari Consorzi e/o Enti di Industrializzazione e/o costituzione di nuove entità, nel caso in cui venga applicato da tali realtà il presente CCNL, si avvierà una contrattazione tra le parti firmatarie del presente CCNL a livello territoriale competente, e/o Nazionale se coinvolge più strutture situate in più regioni, per procedere ad una verifica sulla corretta armonizzazione, a partire dal corretto inquadramento del personale coinvolto”. Infine, è stato istituito un meccanismo di salvaguardia economica per la continuità del trattamento retributivo durante i periodi di vacanza contrattuale: la nuova disciplina prevede l’erogazione automatica di una anticipazione dei benefici derivanti dal rinnovo contrattuale. A decorrere dal terzo mese successivo alla scadenza contrattuale, tale copertura sarà parametrata al 30% dell’indice di inflazione IPCA e, trascorsi sei mesi, sarà elevata al 50% del medesimo indice”.

“Questo rinnovo contrattuale valorizza le competenze già presenti negli enti e Consorzi e dà una risposta concreta al calo del potere d’acquisto determinato dall’inflazione. È un contratto che dà alle lavoratrici e ai lavoratori più salario e più diritti”, concludono.

Serve un impegno vero, concreto e responsabile da parte di tutte le controparti

“Nella mattinata di ieri si è aperto ufficialmente il tavolo di trattativa per il rinnovo del Ccnl Rsa, scaduto da oltre tredici anni. Un’apertura che rappresenta un passaggio importante e atteso ma non dimentichiamo che proprio Aris, insieme ad Aiop, aveva assunto l’impegno, attraverso gli accordi ponte del 24 gennaio e del 3 ottobre 2023, di superare definitivamente i contratti sottoscritti da organizzazioni non rappresentative, con l’obiettivo di arrivare ad un contratto unico di settore. Quegli impegni, ad oggi, non sono ancora stati mantenuti”. Lo dichiarano in una nota congiunta Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl a margine dell’incontro di ieri a Roma presso la sede nazionale di Aris, Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari.

“Siamo consapevoli che l’apertura del tavolo – precisano i sindacati – sia un primo passo utile ma non sufficiente. Restano ancora troppi nodi aperti. In primo luogo, il pieno coinvolgimento di Aiop nel rinnovo del Ccnl Rsa, per arrivare finalmente a un contratto unico di settore che ponga fine al dumping contrattuale. In secondo luogo, l’apertura immediata della trattativa per il rinnovo del Ccnl della Sanità Privata, anch’esso fermo alla tornata 2016-2018. Abbiamo posto con chiarezza queste richieste ad Aris, prendendo atto, con rammarico, dell’assenza ingiustificata di Aiop”.

“Non vogliamo condurre due negoziati separati ma, se AIOP non dovesse rispettare gli impegni presi e continuasse a sottrarsi alle proprie responsabilità ignorando le nostre istanze, proseguiremo nel percorso di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Il prossimo incontro con Aris è fissato per il 30 settembre. Il nostro obiettivo è quello di migliorare il salario, i diritti e le tutele ed arrivare ad un contratto giusto e soddisfacente per le lavoratrici e i lavoratori del settore. Diciamo sin da subito, però, che non accetteremo tempi lunghi: questa trattativa deve concludersi nel più breve tempo possibile, nel rispetto della dignità di chi da anni attende un contratto. Infine, ribadiamo ancora una volta che è urgente e non più procrastinabile avviare anche la trattativa per il rinnovo del Ccnl Aiop/Aris Ospedalità Sanità Privata fermo al triennio 2016-2018. C’è bisogno – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – che anche le istituzioni facciano la loro parte per fermare il dumping contrattuale che avviene sulle spalle delle lavoratrici, dei lavoratori e dei finanziamenti pubblici. Abbiamo bisogno di regole certe che vengano applicate; c’è bisogno di responsabilità e di azioni concrete”.

Apprendiamo del rinnovo contrattuale sottoscritto tra l’associazione datoriale Anaste e alcune sigle sindacali autonome. Si tratta di un rinnovo, se così vogliamo definirlo, che ancora una volta rappresenta un vero e proprio tradimento nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore”. Si legge in una nota di Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat, UilFpl e Uiltucs.

“Il trattamento economico previsto dal contratto risulta nettamente inferiore rispetto a quanto stabilito in altri recenti contratti firmati (Anffas, Agidae, Valdesi, Cooperative Sociali, Uneba)”. E proseguono: “Questo rinnovo non solo non garantisce alcun aumento salariale adeguato al costo della vita, ma si configura come un arretramento inaccettabile. Particolarmente grave è inoltre la previsione del comporto di malattia a sei mesi in tre anni, una soglia irragionevole e inaccettabile. Prevedere la possibilità di licenziamento dopo sei mesi di assenza in tre anni significa negare la tutela della salute per i lavoratori e le lavoratrici del settore. Ricordiamo che gli altri contratti collettivi nazionali prevedono comporti ben più tutelanti, fino a 12-18 mesi nel triennio”.

“Per queste ragioni, annunciamo sin da ora che nei primi giorni di settembre si terrà un attivo nazionale delle delegate e dei delegati nel quale si predisporranno tutte le azioni necessarie, incluso lo sciopero nazionale, per respingere con forza questo contratto peggiorativo e rivendicare diritti, dignità e giusta retribuzione per i dipendenti a cui viene applicato il contratto Anaste”, concludono.

“Si è conclusa definitivamente la certificazione dell’Aran dei voti delle elezioni Rsu 2025 nel pubblico impiego, e con grande soddisfazione possiamo dire che siamo il primo sindacato”. Lo affermano, in una nota, Cgil nazionale, Fp Cgil e Flc Cgil.

“Un risultato importantissimo – prosegue la Confederazione insieme alle due categorie – che premia la nostra coerenza e il nostro impegno nella difesa del ruolo delle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro e nel garantire salari dignitosi, maggiori risorse per il rinnovo dei Ccnl e per la stabilizzazione dei precari”.

“La Fp Cgil – si legge nella nota – è il primo sindacato complessivamente delle amministrazioni pubbliche mantenendo il primato delle funzioni locali, ottenendo il primato nelle funzioni centrali e incrementando notevolmente i voti sul comparto sanità”. Inoltre, prosegue la nota “la Flc Cgil con 273 mila voti è il sindacato più votato nella scuola, nell’università, nella ricerca e nell’alta formazione artistica e musicale. Nettamente distanziate sia la seconda organizzazione a 50mila voti di differenza che la terza a 100mila voti di distanza”.

“Un successo, quello dei risultati, che si somma a quello della partecipazione, che ha visto un’altissima affluenza al voto delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istruzione e della ricerca, università e Afam, della sanità, delle funzioni locali e delle funzioni centrali. Tutto ciò – concludono Cgil, Fp Cgil e Flc Cgil – sostiene con ancora più forza la nostra battaglia per rafforzare il valore delle Rsu e per estendere, per legge, il sistema del pubblico impiego a tutti i settori privati”.

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