La Funzione Pubblica CGIL esprime forte preoccupazione e totale contrarietà in merito alla riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che sta interessando i territori dell’Emilia Romagna e delle Marche.
Denunciamo con fermezza la totale assenza di una chiara finalità strategica in questa riorganizzazione, che è stata imposta dai vertici nazionali dell’Agenzia senza nessun confronto con le rappresentanze del personale ad alcun livello né tantomeno con le istituzioni territoriali e le associazioni degli operatori doganali e commerciali del territorio. Un’altra azione di governo motivata unicamente da logiche di risparmio economico scaricate, ancora una volta, sulle spalle dei lavoratori e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.
Alla vigilia della riorganizzazione che avrà decorrenza primo Maggio constatiamo che l‘assenza di indicazioni e disposizioni operative chiare rischia di generare una pericolosa paralisi organizzativa con effetti sulla erogazione dei servizi Doganali con gravi ripercussioni sul tessuto economico e sociale dei nostri territori.
In questo contesto la Direzione interregionale Emila Romagna/Marche ha chiesto ai propri dipendenti di presentarsi al lavoro domani 1° Maggio, festa dei lavoratori, presso le proprie sedi di servizio per svolgere regolarmente l’attività lavorativa.
Tale richiesta sarebbe scaturita a valle delle evidenti difficoltà operative di mettere a terra una riorganizzazione delle sedi e dei servizi dell’amministrazione, senza alcun confronto preventivo né di livello nazionale con le organizzazioni sindacali, né con con i livelli territoriali interessati attraverso le medesime organizzazioni sindacali o le RSU appena rinnovate nella tornata elettorale dello scorso 14, 15 e 16 aprile.
È inaccettabile che un processo di riorganizzazione di tale portata sia stato avviato senza alcun coinvolgimento dei diretti interessati, la Funzione Pubblica CGIL ribadisce con forza che le lavoratrici e i lavoratori sono la vera risorsa di qualsiasi amministrazione pubblica e che ogni cambiamento organizzativo deve necessariamente passare attraverso un confronto costruttivo e trasparente con chi quotidianamente garantisce il funzionamento della macchina amministrativa.
La Funzione Pubblica CGIL si mobiliterà con tutte le proprie forze per tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ADM e per garantire la continuità e la qualità dei servizi doganali in Emilia Romagna e nelle Marche chiedendo con urgenza un incontro con i vertici dell’ADM per fare chiarezza sulle reali intenzioni dell’amministrazione e per avviare un confronto serio e costruttivo che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e del territorio.
Fp Cgil Nazionale – Florindo Oliverio
Fp Cgil Emila Romagna – Stefania Bollati
Fp Cgil Marche – Matteo Pintucci
“Nonostante il tempo trascorso, il Governo continua a sottrarsi a un’assunzione di responsabilità concreta nei confronti di chi, ogni giorno, con competenza e dedizione, garantisce il diritto alla salute per l’intera collettività. La nostra posizione – proseguono – è trasparente e coerente: non si tratta di un confronto ideologico ma di una valutazione basata esclusivamente sui contenuti. Restiamo disponibili al dialogo, ma servono risorse adeguate e risposte normative precise, che chiediamo sin dall’apertura del tavolo e che, ad oggi, restano del tutto disattese”.
“A sostegno di questa posizione anche il recente ‘Documento di analisi e proposte in tema di personale del Servizio Sanitario Nazionale’, approvato dalla Conferenza delle Regioni, evidenzia con chiarezza la necessità di superare anni di sottofinanziamento e compressione della spesa per il personale. Il testo richiama l’urgenza di un’inversione di tendenza fondata su un rafforzamento delle risorse e su politiche di valorizzazione del lavoro nel SSN che ne rilancino l’attrattività e la sostenibilità. Viene inoltre indicata come non più rinviabile l’attivazione di un investimento straordinario sulle retribuzioni, indispensabile per riconoscere in modo adeguato il valore professionale, economico e sociale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Fp Cgil e Uil Fpl chiedono che queste indicazioni condivisibili non restino sulla carta ma si traducano in proposte reali e risorse aggiuntive già disponibili nei prossimi incontri. In assenza di un cambio di rotta non esistono le condizioni per la chiusura positiva della trattativa”, concludono.
“Dai dati in nostro possesso, basati sulla raccolta dei verbali, ciò che emerge è che quella del 2025 è stata una straordinaria campagna elettorale ed una grandissima prova di democrazia che ancora una volta ci conferma come la categoria del pubblico impiego più votata alle elezioni RSU 2025. Cresciamo in tutti i comparti, in particolare: Funzioni Centrali aumentiamo i voti di +6469; Funzioni Locali aumentiamo i voti di +11123; Sanità aumentiamo i voti di + 9988. Numeri che attestano la fiducia nel ‘Sindacato Per Davvero’, merito degli oltre 25 mila candidati e degli attivisti che hanno animato questa grande prova di democrazia”.
Lo si legge in una nota di Fp Cgil.
“I dati ci consegnano una crescita straordinaria nella Sanità, il primato ed una clamorosa affermazione nelle Funzioni Locali e un primato di consensi nelle Funzioni Centrali. A conferma di un risultato importante, la Funzione Pubblica CGIL aumenta i propri consensi del 12% rispetto alle elezioni precedenti, a dimostrazione che le scelte che ha fatto la categoria insieme alla CGIL erano giuste e sostenute dalle lavoratrici e dai lavoratori dei comparti pubblici che rappresentiamo. Possiamo a questo proposito affermare che le battaglie per un giusto lavoro, giusto contratto e contro la precarietà sono state sostenute dai tanti precari che si sono candidati e che sono stati eletti portandoci ad essere la categoria che prende più voti ed ha più eletti fra i precari, in particolare nella Giustizia”.
“Nonostante il Governo abbia più volte rappresentato da che parte sta su politiche contrattuali ed occupazione alimentando lo scontro e l’accordo separato, i risultati delle elezioni RSU 2025, al contrario, ci permettono di affermare che le scelte politiche fatte dalla nostra organizzazione in questi mesi non solo erano giuste, ma ci danno la forza di proseguire nelle rivendicazioni fino al raggiungimento di un contratto con più diritti, più salario e di continuare la battaglia per un piano straordinario per l’occupazione”, conclude la nota.
“L’emendamento in discussione alla Camera con l’autodichiarato intento di ‘sbloccare’ il salario accessorio degli enti locali non sblocca nulla, ha il grande problema di non stanziare un euro in più e aggraverà il divario tra quegli enti che possono permettersi di investire sul personale (pochi) e quelli che non potranno farlo (i più)”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“Nel dettaglio, l’emendamento esclude dalla possibilità di aumento Camere di Commercio, Unioni Comunali e tutti gli altri enti del comparto funzioni locali che non siano Comuni, Province e Regioni; incide sul calcolo delle capacità assunzionali per cui oggi un aumento del salario accessorio determinerà una riduzione della capacità di assumere degli enti. Inoltre, non porta risorse ulteriori agli enti mettendo in capo a questi ultimi l’onere di rendere le medie salariali tra i diversi comparti più omogenee”.
“E’ evidente che l’emendamento è stato scritto non ponendosi l’obiettivo di porre un freno all’ondata di dimissioni e fughe verso altri comparti: un fenomeno che sta mettendo in ginocchio le autonomie locali”.
“Come Fp Cgil chiediamo che il governo abolisca definitivamente il tetto al salario accessorio e destini agli enti risorse ulteriori così come è stato fatto per altri comparti”, conclude la nota.
“La proposta di emendamento dei relatori depositato agli atti delle Commissioni riunite I e XI della Camera in esame al DL PA è una vera e propria beffa perchè non fornisce alcuna risposta alle 12.000 lavoratrici e lavoratori a tempo determinato del Ministero della giustizia”.
Lo denuncia in una nota il segretario nazionale Fp Cgil Florindo Oliverio.
“Invece di pensare a nuove prove selettive per chi un concorso l’ha fatto già e superato con successo – prosegue – dovremmo pensare a come aumentare i numeri previsti dal Governo nella scorsa legge di bilancio di sole 3.000 unità a fronte delle 12.000 in servizio, considerate anche le gravi carenze di oltre 15.000 persone che ad oggi mancano rispetto alle dotazioni organiche e delle altre 5.000 che mancheranno nei prossimi 3 anni”.
“Per questo da tempo chiediamo provvedimenti straordinari di reclutamento. Oltre la stabilizzazione totale dei precari PNRR e UPP, come per tutti i precari della pubblica amministrazione, bisogna in fretta attingere dallo scorrimento delle graduatorie degli idonei ancora vigenti per gli assistenti e mettere mano a un piano di fabbisogni reale con l’obiettivo di ripristinare organici utili a non ridurre i servizi di giustizia in molte aree del paese già oggi. Chiedevamo che il Governo ci mettesse la faccia e invece ancora una volta fa melina. Allora lo diciamo forte e chiaro noi: nessun precario deve rimanere fuori! Proporremo dei subemendamenti al testo e vedremo una volta per tutte se il Governo intende continuare a nascondersi o dare realmente seguito alle legittime aspirazioni di migliaia di persone che vogliono continuare a dare il loro contributo all’amministrazione della giustizia nel nostro Paese”.
“Ci chiediamo come l’amministrazione e il Governo intendano affrontare il tema dell’innovazione del sistema giustizia e della riduzione dei tempi, oltre che della digitalizzazione, senza mettere a terra stabilmente e strutturalmente l’ufficio per il processo, con competenze chiare e valorizzando le professionalità acquisite nel corso degli ultimi 3 anni dal personale”.
“La prossima settimana anche i lavoratori della giustizia sono chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti e con il voto alle liste della FP Cgil affermeranno ancora una volta il diritto irrinunciabile a una giustizia efficace per il paese attraverso la stabilità del lavoro e un’organizzazione moderna di quanti vi lavorano. Noi siamo sindacato per davvero”, conclude.
“Nei ministeri è vera e propria emergenza personale e non saranno certo i provvedimenti tampone del governo a migliorare la situazione: servono interventi straordinari, immediati ed efficaci. Dopo anni di dannosi disinvestimenti nelle amministrazioni centrali dello Stato, che in alcuni casi raggiungono scoperture del 50% del personale, non è certo autorizzando un numero risicato di assunzioni che si risolverà il problema. Il rischio che corriamo è il collasso di un intero sistema”.
Lo scrive in una nota il segretario nazionale Fp Cgil, Florindo Oliverio.
“Come Fp Cgil continueremo a gran voce a chiedere di non perdere quanti sono già in servizio a tempo determinato perché assunti per i progetti del PNRR: incalzeremo sempre il governo affinché assicuri che alla scadenza del 2026 tutti i precari assunti con fondi europei siano stabilizzati”.
“Inoltre – prosegue – è necessario prevedere lo scorrimento delle graduatorie e ripristinare quelle scadute di recente: ciò consentirebbe di evitare la duplicazione dei costi e permetterebbe di reclutare assistenti e funzionari di cui c’è grande necessità in tutte le amministrazioni centrali dello Stato: ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali. E invece la solita corsa di ciascuna amministrazione a farsi il proprio concorso da un lato comporta uno spreco di danaro pubblico e dall’altro finisce per moltiplicare mortificazioni e delusioni per migliaia di giovani che progressivamente perdono fiducia nello Stato. Noi facciamo sindacato per davvero e continueremo a far sentire la nostra voce per tutelare i diritti di lavoratrici e lavoratori e garantire una pubblica amministrazione efficiente”.
Roma, 3 apr – “In relazione alle dichiarazioni del ministro Zangrillo esprimiamo soddisfazione per l’accoglimento delle nostre rivendicazioni, sperando che siano in linea con gli emendamenti che abbiamo presentato, sulla necessità di un intervento per allineare le retribuzioni medie dei dipendenti delle funzioni locali a quelle di altri comparti pubblici. Aspettiamo di vedere il testo perché non ci accontentiamo degli annunci: vogliamo risultati concreti”.
“Continuano le sorprese del governo contro le lavoratrici e i lavoratori pubblici. E si è capito anche perché l’obbligo ha imposto di chiudere in fretta le trattative per il rinnovo contrattuale delle funzioni centrali: per evitare che si scoprisse, con l’approvazione della legge di bilancio, che non gli bastava non adeguare gli stipendi all’inflazione, i colpi inferti agli statali sono anche più consistenti”.
Lo afferma, in una nota, il segretario nazionale Fp Cgil Florindo Oliverio.
“Sono molti infatti i lavoratori che a gennaio si sono visti revocati i decreti che li collocavano a riposo d’ufficio per aver compiuto i 65 anni e dal primo gennaio gli si è allungata la vita lavorativa invece di almeno due anni. Con la mancata collocazione a riposo d’ufficio poi il danno è anche economico perché i tempi della liquidazione del TFS seguiranno quelli delle pensioni anticipate a partire da 24 mesi e rateizzati. Per non parlare – prosegue Oliverio – dell’aumento di tre mesi dal 2027 e altri tre mesi dal 2029 di innalzamento del requisito di vecchiaia. La sordina contro il governo prima di conoscere i danni é stata messa dai sindacati consenzienti ma non dalla FP CGIL. Per questo sarà ancora più importante votare alle RSU per un sindacato per davvero, le liste della FP CGIL”, conclude.
Interviene Serena Sorrentino, Segretaria Generale FP CGIL
Ospite Neri Marcorè
Conclude Maurizio Landini, Segretario Generale CGIL