PIATTAFORMA RSU MIC 2022
IL MINISTERO DELLA CULTURA AD UN BIVIO
POCA OCCUPAZIONE E ORGANICI RIDOTTI ALL’OSSO
sono stati quattro anni estremamente difficili, di cui gli ultimi due attraversati dalla pandemia che ha comportato una forte riduzione dei servizi culturali. La chiusura dei luoghi della cultura durante i periodi di lockdown ha paradossalmente nascosto l’aggravarsi dei problemi dovuti al progressivo forte calo degli organici interni, che ormai tende a raggiungere la metà del personale previsto. La ripresa delle attività ha svelato la drammatica situazione degli Uffici sul territorio, mentre i concorsi in atto registrano ritardi ingiustificabili, non solo dovuti alla pandemia, ma anche alle farraginosità burocratiche dei meccanismi autorizzativi ed alla centralizzazione delle procedure in capo ad organi esterni al Ministero.
IL MIC E IL PNRR
Su questa situazione di grave crisi organizzativa si innesta la sfida del PNRR, per il quale il Ministero è chiamato a spendere 6 miliardi e mezzo di euro entro il 2026. Una sfida importante che vede il MIC impegnato in una battaglia in difesa del paesaggio a fronte dei gravi tentativi di esclusione dai procedimenti autorizzativi che si sono registrati in modo trasversale anche da settori interni al Governo. Il problema vero a questo punto è la sostanziale incapacità organizzativa ad affrontare una sfida così complessa e il ridondante carico aggiuntivo piomba addosso ai pochi lavoratori rimasti nel ciclo della tutela, senza alcun investimento significativo da parte dei vertici del ministero.
UNA RIORGANIZZAZIONE INTERMINABILE
La riforma avviata dal Ministro Franceschini si traduce in una sequenza interminabile di interventi che continuano ad incidere sulla carne viva dell’organizzazione ministeriale. Gli ultimi provvedimenti hanno portato a 43 i musei autonomi, operato una ulteriore sottrazione di aree archeologiche alle Soprintendenze e ridefinito ancora una volta gli assetti degli Uffici territoriali. La separazione artificiale che si è determinata tra i cicli dedicati alla tutela e quelli volti alla valorizzazione ha prodotto la moltiplicazione di strutture complesse, molte delle quali stazioni appaltanti, a cui non corrispondono investimenti organizzativi adeguati sul piano dei fabbisogni professionali che la stessa riorganizzazione esige. Il risultato è un generale impoverimento delle strutture operative, il mancato decollo delle autonomie ad eccezione dei grandi attrattori, una ulteriore mortificazione del patrimonio museale diffuso sul territorio. In questo contesto si assiste ad un ulteriore inaccettabile marginalizzazione dei sistemi dedicati alla tutela – Archivi, Biblioteche, Soprintendenze e Istituti Centrali – dove, insieme alla grave carenza di personale, si sconta un generale ritardo nei processi di innovazione organizzativa dovuti ad una concezione delle semplificazioni procedurali tutta finalizzata a limitarne i poteri di intervento e le prerogative di tutela e pochissimo attenta ad una corretta rimodulazione dei fabbisogni organizzativi necessaria alla velocizzazione delle prassi amministrative.
IL MIC E LA DIGITALIZZAZIONE
La pandemia poteva essere una utilissima occasione di operare investimenti significativi sulla digitalizzazione delle prassi amministrative. Una opportunità mancata: nelle risorse individuate per il PNRR non risultano investimenti organizzativi in tal senso e la fase di lavoro agile emergenziale, che pur ha visto coinvolta la maggioranza dei lavoratori, ha messo a nudo il drammatico gap tecnologico che pervade l’organizzazione interna. Solo l’1% dei lavoratori in smart working ha operato da remoto con strumenti messi a disposizione dall’amministrazione e ancora oggi non si rintracciano nella programmazione di bilancio risorse significative allocate per queste finalità. Manca una visione strategica rispetto ai benefici che questo servizio pubblico può portare nei cicli di tutela del patrimonio culturale ed i programmi di digitalizzazione contenuti nel PNRR sembrano essere perlopiù rivolti ad incrementare la fruizione dell’offerta culturale aumentando i costi a carico dei cittadini tramite la commercializzazione dei prodotti culturali.
AUMENTA LA DEREGOLAMENTAZIONE DELLE ESTERNALIZZAZIONI
Il depauperamento progressivo degli organici interni ha prodotto ulteriori ampliamenti dei settori in cui si sperimentano forme sempre più diffuse di esternalizzazione che ormai toccano tutti i settori di attività del Ministero. Un processo accompagnato da norme specifiche come quelle che hanno prodotto la selezione dei collaboratori professionali esterni a cui il legislatore ha attribuito compiti di Responsabile Unico del Procedimento, in palese contrasto con il Codice degli Appalti, o quelle che consentono alla società in house, la ALES S.p.a. di selezionare tutte le figure professionali interne e non solo quelle previste per le funzioni di supporto. A questo si accompagna la costante pratica degli appalti al massimo ribasso, con evidenti ricadute sul costo del lavoro che contraddistinguono condizioni diffuse di bassi salari, dumping contrattuale, precarietà strutturale e sfruttamento dei lavoratori esternalizzati.
IL MIC E LA CONTRATTAZIONE
Nel contesto desolante del declino apparentemente inarrestabile del Ministero la nota positiva è lo sviluppo della contrattazione integrativa, molto aiutata dal CCNL, che ha prodotto in questi anni significativi risultati per le lavoratrici ed i lavoratori. Di seguito gli obiettivi raggiunti:
una sostanziale tenuta delle risorse del Fondo risorse decentrate. Una attenta gestione della contabilità del Fondo ha consentito di non perdere le risorse spese nel triennio 2015/18 per e progressioni economiche mantenendone intatte le capacità di spesa, anche a fronte dei tagli che le varie normative hanno prodotto nel corso degli anni con l’introduzione del tetto invalicabile del Fondo stesso;
un trasferimento delle risorse alla contrattazione delle RSU sostanzioso e superiore alla stessa percentuale prevista dal CCNL;
l’ampliamento delle risorse messe a disposizione per le posizioni organizzative e l’estensione della platea dei beneficiari a tutti i settori del Ministero. A questo occorre aggiungere un indennità pari a 4.000 euro l’anno riconosciuta ai funzionari direttori di Archivi e Biblioteche per lo svolgimento di funzioni datoriali;
l’incremento sostanzioso delle indennità di turnazione;
l’utilizzo permanente e strutturale di risorse extra Fondo per retribuire le prestazioni ricomprese nei Piani di Valorizzazione;
l’incremento delle indennità di amministrazione che hanno consentito di diminuire sensibilmente il gap con i valori più elevati di indennità presenti nel settore dei Ministeri;
le stabilizzazioni del personale distaccato;
la definizione dei passaggi orizzontali;
la definizione puntuale dei Protocolli di Intesa sul lavoro agile, che hanno consentito una gestione corretta di questa modalità di lavoro sia nella fase sperimentale che in quella emergenziale, tutelando i diritti contrattuali e sociali dei lavoratori, compreso il riconoscimento del buono pasto;
la gestione delle politiche di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, tramite la messa a disposizione delle RSU e degli RLS strumenti essenziali durante la fase più acuta della pandemia;
gli ulteriori scorrimenti della graduatoria relativa ai passaggi di area.
TUTTI OBIETTIVI RAGGIUNTI GRAZIE ALLA DETERMINAZIONE DELLA FP CGIL CHE, CON SPIRITO UNITARIO, HA SEMPRE MESSO A DISPOSIZIONE LE SUE COMPETENZE AL SERVIZIO DEI LAVORATORI.
PER UNA NUOVA STAGIONE CONTRATTUALE: QUALI OBIETTIVI E QUALI PROPOSTE
la recente sottoscrizione del CCNL 2019/21 per le Funzioni Centrali apre uno scenario del tutto nuovo alla contrattazione integrativa per le significative novità in esso contenute e che riguardano tutti gli aspetti della vita lavorativa, dalla revisione dei sistemi ordinamentali professionali alla gestione delle risorse del Fondo risorse decentrate, dalla migliore fruibilità delle tutele sociali alla prima regolamentazione contrattuale del lavoro agile e del lavoro da remoto.
Questi gli obiettivi:
la stipula dell’accordo di mobilità volontaria. È una delle code contrattuali ancora da definire e l’obiettivo è quello di garantire la possibilità periodica dei trasferimenti su base volontaria dei lavoratori;
la revisione dei percorsi e dei profili professionali. L’applicazione del nuovo ordinamento professionale presuppone la revisione dei percorsi di carriera dei lavoratori e dei contenuti professionali dei profili esistenti. Il nuovo CCNL riporta la materia nell’ambito della contrattazione e questo sarà il primo importante passo per porre al centro la questione professionale, che, per la varietà dei profili esistenti, è uno dei nodi centrali che incide sulle prospettive di innovazione dei cicli organizzativi;
l’avvio dei processi di riqualificazione giuridica dei lavoratori. Il nuovo CCNL mette a disposizione risorse importanti per i passaggi di area, una quota pari allo 0,55% calcolato sull’ammontare complessivo del costo del lavoro registrato nel 2018, da utilizzare entro il 31 dicembre 2024. Accanto a questo il Piano dei Fabbisogni 2020/2022 prevede l’accantonamento di ulteriori risorse per i passaggi di area già nel 2022. Occorre da subito avviare questi processi tenendo conto delle specificità professionali del Ministero salvaguardando le competenze e le specializzazioni dei lavoratori. La quantificazione dei passaggi dipenderà dalla quantità di risorse assegnate e riguarderà tutto il personale che attualmente si trova in Prima Area e una quota significativa del personale in Seconda;
l’istituzione dell’Area delle elevate professionalità. Il nuovo CCNL interviene ridefinendo gli ambiti professionali di questa nuova area e prefigurando un sistema di opportunità di accesso anche per il personale interno. Occorre che la nuova area venga istituita e dimensionata già a partire dal nuovo Piano dei Fabbisogni e che, nel contempo, venga concretamente attivata la possibilità di passaggio del personale interno sulla base dei requisiti previsti dal CCNL (titolo di studio e incarichi gestionali e/o professionali) nella misura del 50% dell’organico previsto;
l’avvio di una nuova fase di progressioni economiche. Il nuovo CCNL sblocca e periodizza le progressioni economiche. È necessario rinnovare un patto almeno triennale, ridefinire i criteri sulla base delle previsioni contrattuali, tramite una regolamentazione seria ed oggettiva dei meccanismi valutativi e dell’esperienza professionale;
l’avvio di un piano di formazione straordinario del personale, tramite l’utilizzo di quota parte delle risorse aggiuntive stanziate dalla legge (50 milioni di euro), nonché l’individuazione, nei centri di spesa, di quote ulteriori di risorse nel bilancio ordinario, al fine di rispettare la previsione contrattuale che prevede la destinazione dell’1% del monte salario a tale finalità. Il piano dovrà essere incentrato sui fabbisogni concreti espressi dalle specifiche condizioni organizzative, con particolare riferimento ai processi di innovazione digitale, ai temi inerenti la qualità degli ambienti di lavoro ed alle riqualificazioni professionali;
l’utilizzo degli incrementi previsti dal nuovo CCNL per i Fondi risorse decentrate, nonché l’abbattimento dei tetti contabili rispetto alla possibilità di recupero di risorse fisse e variabili, per finanziare le nuove progressioni economiche e ampliare le risorse destinate alle posizioni organizzative, comprendendo anche l’individuazione delle posizioni da assegnare in area seconda;
il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi nella assegnazione di risorse alla contrattazione di posto di lavoro con percentuali adeguate rispetto alla ripartizione del Fondo e rispettando la piena autonomia delle scelte contrattuali delle RSU;
la costruzione di un sistema di valutazione della performance individuale e collettiva che elimini valutazioni meritocratiche astratte e discrezionali tramite una correlazione stretta con gli obiettivi assegnati alle unità organizzative, garantendo meccanismi di tutela effettiva dei lavoratori nel processo valutativo. In tale contesto si colloca la necessità di rivedere i progetti nazionali di efficienza e produttività e di ampliamento degli orari al fine di adeguarli al contesto organizzativo, in particolare per quanto riguarda l’apertura generalizzata a 11 ore, garantendo il mantenimento delle quote di salario accessorio;
l’inserimento strutturale della possibilità di lavoro agile per tutti i lavoratori tramite la piena applicazione delle previsioni contenute nel CCNL, anche per quel che riguarda le altre forme regolamentate di lavoro da remoto (coworking e telelavoro);
il pieno ripristino della funzionalità dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione e l’implementazione delle attività del CUG in riferimento alle politiche di genere ed al contrasto ai fenomeni di mobbing;
la valorizzazione del ruolo degli RLS e lo sviluppo di una cultura della prevenzione, tramite specifici cicli formativi, rispetto ai rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. In tale ambito si colloca la vertenza per il riconoscimento dei rischi derivanti dai lavori insalubri, con l’obiettivo del concreto riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori interessati e la loro regolamentazione tramite una normazione di settore;
la gestione del welfare contrattuale tramite un accordo che renda disponibili risorse certe e criteri trasparenti nelle modalità di accesso ai benefici;
l’applicazione di forme di tutela assicurativa a tutti i lavoratori impegnati in attività a rilevanza esterna tramite la previsione di specifiche risorse nel bilancio ordinario in applicazione delle previsioni contenute nel CCNL.
Queste le proposte contro il precariato e lo sfruttamento nei beni culturali:
un Piano di occupazione straordinaria che contempli il pieno utilizzo delle risorse ordinarie a disposizione dell’amministrazione, attualmente utilizzate per circa la metà del quantum disponibile, ed uno stanziamento straordinario adeguato ai fabbisogni che si dovranno determinare nell’Area delle elevate professionalità, la cui consistenza si aggiungerà all’attuale dotazione teorica. In tale contesto vanno pienamente applicate le previsioni del D. Lgs 75/2017 (Legge Madia) per quel che riguarda il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione del personale esterno in regime di collaborazione diretta;
una piena revisione delle politiche di esternalizzazione, tramite l’abbattimento nel ricorso ai massimi ribassi negli appalti e la piena applicazione delle clausole sociali di salvaguardia dei livelli retributivi e contrattuali nei cambi appalto. In tale contesto rivendichiamo la revisione normativa delle clausole che estendono l’esternalizzazione alle attività hard core del Ministero, tramite una progressiva reinternalizzazione delle attività strategiche, l’applicazione del CCNL Federculture alla società in house Ales s.p.a., il riconoscimento di trattamenti economici e normativi standard ed in linea con le tariffe presenti sul mercato per le prestazioni di natura professionale, l’estensione del diritto di rappresentanza a tutte le forme di lavoro presenti nei cicli produttivi del MIC.
QUESTE SONO LE NOSTRE PROPOSTE PER DARE FORZA E SOSTANZA ALLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA, RAFFORZARE IL DIRITTO DI RAPPRESENTANZA DELLE RSU, DETERMINARE UN CAMBIO DI PASSO NELLE POLITICHE CULTURALI, RICONOSCERE I DIRITTI DEI LAVORATORI, COMBATTERE IL PRECARIATO E LO SFRUTTAMENTO ED ESTENDERE LA DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO.
Il Coordinamento Nazionale FP CGIL del MIC
Roma 4 marzo 2022
Al Direttore generale del Personale e delle Risorse
Dott. Massimo Parisi
Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria
Ai Dirigenti penitenziari
Loro sedi
Oggetto: procedure di conferimento degli incarichi ordinari ai dirigenti penitenziari.
Con riferimento all’incontro odierno, da Ella indetto anche su sollecitazione di questa O.S, riteniamo che preventivamente avrebbero dovuto essere fornite le informazioni – con le relative documentazioni – che questa O.S. ritiene indispensabili per comprendere gli scenari sulla base dei quali l’Amministrazione ha operato/sta operando le proprie valutazioni e sta programmando le proprie determinazioni, in aggiunta agli intenti che l’amministrazione penitenziaria vuole perseguire con l’avvio della “procedura per l’eventuale rinnovo degli incarichi , nei termini di legge”.
Sia la nota del 17 febbraio u.s. ( già commentata da questa O.S con la nota dello scorso 22 febbraio) che l’ interlocuzione odierna non contengono alcuna esaustiva e documentata informativa in grado di esplicitare come Ella intenda operare – vigente il D.M. 28 settembre 2016 ed il D.L. 15 febbraio 2006 n. 63, oltre che le ulteriori disposizioni organizzative indicanti gli incarichi di funzione e la relativa tipologia – “ non procedendo al rinnovo degli incarichi dirigenziali relativi ai posti di funzione di vice direttore nonché di un numero limitato di incarichi dirigenziali relativi a posti di funzione di direttore di istituto penitenziario di III livello”, così da non rendere trasparente la determinazione di non rinnovare alcuni incarichi, diversamente da altri, come appare intenda fare da quanto scritto nella nota indirizzata alle OOSS .
Nell’ordine, stante il contenuto della nota del 17.02.2022, e quanto comunicato nell’odierno incontro non risultano fornite indicazione e documentazione circa:
Quali siano gli incarichi ordinari recentemente giunti a termine;
Quali siano gli incarichi di prossima scadenza e la data di scadenza;
Quali siano gli incarichi per i quali è stata già avviata – in assenza di alcuna interlocuzione con le sigle sindacali – la procedura per il rinnovo;
Ricognizione delle vacanze organiche criteri con i quali sono state rilevate le criticità;
Se sia stata fatta un effettiva e preventiva ricognizione della situazione sull’intero territorio nazionale, quale base di valutazione e quali le determinazioni derivate;
Quale sia il “peso” che l’amministrazione attribuisce ai Pareri, se espressi e forniti, dei Provveditori e quali i criteri sui cui detti pareri siano stati resi;
Valutazione dell’impatto che l’eventuale mancato rinnovo degli incarichi relativi ai posti di funzione di direttore di istituti penitenziari di III livello avrà sulla presunta soluzione delle criticità;
Elaborazione di un programma di medio /lungo termine per la soluzione delle criticità non limitato e limitabile alla mera opzione rinnovo/non rinnovo di incarichi;
Predisposizione di idonei meccanismi di trasparenza volti a garantire ai dirigenti pari opportunità, onde evitare disparità di trattamento;
Impatto economico complessivo delle eventuali determinazioni in un’ottica di necessaria economicità della gestione della cosa pubblica;
Provvedimento di determinazione dell’Amministrazione a <<sopprimere>> posti di funzione.
In assenza di queste premesse non appare esagerato affermare che non si sia in presenza di alcun esercizio discrezionale di attività amministrativa, assistendosi ad una azione arbitraria sicuramente perpetrata ai danni dei dirigenti penitenziari e completamente disancorata da alcuna seria progettualità volta a risolvere il noto ed annoso problema delle carenze d’organico.
Né le regole possono essere cambiate in corsa, soprattutto non possono essere cambiate senza un atto di regolazione di pari rango che assicuri preventiva determinazione dei fini, criteri di scelta, modalità di attuazione e durata.
E anche se tale regolazione fosse in corso di predisposizione, sarebbe da ritenere comunque intempestiva non consentendo ai dirigenti di organizzare adeguatamente la propria vita professionale e personale.
L’Amministrazione non pare possedere un quadro analitico chiaro della situazione sulla quale vuole intervenire con la procedura per “l’eventuale rinnovo” degli incarichi né le modalità che intende utilizzare.
Come già precisato, infatti:
L’Amministrazione non ha condiviso gli esiti della ricognizione di tutti gli incarichi scaduti ed in scadenza che sembrerebbe avere effettuato, posto che si è auto determinata a modificare quanto stabilito nel 2016, né ha fornito i pareri ed il contributo dei Provveditori, con la precisazione che questa documentazione deve essere portata a conoscenza delle OOSS, oggi chiamate a partecipare ad un confronto in assenza di informazioni necessarie, per metterle in condizione di offrire un fattivo contributo;
Sui dati raccolti – incarichi scaduti/incarichi in scadenza/posti di funzione – ci saremmo aspettati di ricevere una indicazione e valutazione degli istituti penitenziari che presentano criticità: valutazione che doveva essere elaborata sulla base di criteri predeterminati e quindi oggettivi in grado di evitare situazione sperequate.
Spiace dover constatare di essere ancora una volta testimoni consapevoli di una occasione persa.
Programmare per tempo, cioè anticipatamente, una mappatura delle criticità ed elaborare preventivamente criteri oggettivi e regole chiare ed uniformi, avrebbe consentito uniformità di scelte con riferimento all’attribuzione degli incarichi, non ancora assicurata neanche dal DM 28 settembre 2016, che ha già dimostrato nella prima applicazione di non garantire trasparenza e pari opportunità. Queste ultime, oggi sacrificate completamente in nome di non meglio precisate e documentate problematiche e scelte che ne conseguiranno.
Per tutti i motivi che precedono, con la presente, chiediamo a questa Amministrazione di condividere con le OOSS tutti gli atti preliminari compiuti ad oggi e che si programma di compiere .
Infine, questa O.S. chiede che non sia presa alcuna iniziativa fino a quando le OOSS non saranno messe in condizione di conoscere preventivamente i presupposti ed i criteri delle scelte di rinnovo/non rinnovo degli incarichi, e sollecita l’Amministrazione a valutare il verosimile contenzioso giudiziario che potrebbe originare dal, pressochè certo, malcontento dei colleghi coinvolti.
Il coordinatore nazionale
della dirigenza penitenziaria
Carla Ciavarella
Pubblichiamo la nota delle strutture Fp Cgil VVF Fns Cisl e Confsal VVF con la quale chiedono che si proceda nel rispetto del personale partecipante e risultante idoneo alle procedure di selezione e alle visite mediche, allo scorrimento della graduatoria per la partecipazione al XXI° corso specialista di elicottero
Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl Uil Pa VVF e Conapo con la quale ribadiscono il rispetto dei lavoratori nell’organizzazione del dispositivo di soccorso anche in merito all’emergenza sanitaria in atto
In data 03 marzo 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.
L’ARAN ha inviato un testo che aggiorna quello precedentemente proposto sull’ordinamento.
Nel nuovo testo viene accolta infatti la nostra proposta di superamento della categoria A mediante reinquadramento nella Categoria superiore e sono state illustrate alcune possibili soluzioni per la gestione dei relativi costi contrattuali.
E’ stato inoltre chiarito che la confluenza della categoria A nella nuova Area degli Operatori implica anche la confluenza dell’ex livello B3 nella nuova area degli Operatori esperti costruendo due aree separate.
Sul restante impianto dell’ordinamento professionale non abbiamo però registrato novità. Abbiamo pertanto ribadito alcuni elementi per noi imprescindibili, tra questi:
la necessità di prevedere un’ulteriore area delle elevate professionalità parallela a quella apicale e che in prima applicazione nasce vuota, perché possa risponde alle esigenze di crescita professionale dei dipendenti dell’Area dei Funzionari;
la necessità che il CCNL reinquadri i profili per cui è variato il titolo di accesso o che hanno un nuovo e più complesso contenuto professionale;
una classificazione dei profili che tenga conto, anche delle famiglie professionali di appartenenza;
l’ulteriore implementazione delle sezioni professionali;
i termini per la deroga al titolo di studio con anni di anzianità di servizio nei passaggi tra le aree;
il fatto che per l’attribuzione dei nuovi “differenziali economici”, debbano essere esplicitate le percentuali di ponderazione delle componenti valutazione, esperienza e formazione (40%, 40%, 20%) per l’attribuzione del beneficio.
Il testo proposto affrontava alcune altre tematiche.
In particolare quelle legate alla copertura assicurativa dei dipendenti e al loro patrocinio legale da parte degli enti.
Sulla prima materia abbiamo chiesto che la copertura venga garantita non soltanto alle figure apicali, ma a tutti coloro che assumono responsabilità rilevanti all’interno delle amministrazioni.
Sul Patrocino legale abbiamo registrato l’ottimo lavoro fatto, su nostra sollecitazione, per superare due questioni importanti: la prima riguardante il riconoscimento del patrocinio legale quando il conflitto d’interessi venga meno per effetto dell’assoluzione dei dipendenti; l’altro la possibilità di riconoscerlo non dal rinvio a giudizio, ma a partire fin dall’apertura della fase delle indagini preliminari.
Il tavolo si è aggiornato a un prossimo incontro che dovrebbe intervenire prima del 10 marzo.
Roma 3 marzo 2022 Il comparto delle Funzioni Locali
Roma, 3.03.2022
Al Direttore Generale del personale civile
dr.ssa Gabriella Montemagno
R o m a
Oggetto: personale civile ex militare – congedo parentale.-
Egregia,
come noto all’atto del passaggio dall’impiego militare a quello civile il rapporto di lavoro del personale transitato muta e assume un nuovo status giuridico, in ragione del quale nei confronti di questi lavoratori deve applicarsi il Contratto collettivo nazionale di lavoro delle funzioni centrali e, più in generale, la normativa che disciplina il nuovo rapporto di lavoro.
In tal senso, avuto riguardo all’istituto del congedo parentale previsto dall’art. 32 del d.lgs 151/2001 e dall’art. 44 del C.C.N.L. del 12.02.2018, e fermo restando che l’accesso al diritto di avvalersi di quelle norme ricorre solo se in presenza di effettivo servizio prestato a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto individuale all’impiego civile, considerate le difficoltà che stiamo registrando in diversi territori sulla corretta interpretazione e applicazione delle predette norme da parte di taluni enti rispetto alle richieste avanzate dai lavoratori ex militari interessati, la scrivente O.S. le chiede cortesemente di divulgare le opportune disposizioni in merito attraverso una apposita circolare che chiarisca i termini della questione sollevata su tutto il territorio nazionale.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Il Resp.Nazionale FP CGIL Difesa
Francesco Quinti
Pubblichiamo la nota del coordinamento territoriale Fp Cgil VVF riguardo l’organizzazione ONA, la liquidazione convenzione CAS e l’erogazione dei BPE
Roma, 2 marzo 2022
Eravamo stati facili profeti: quando lo Stato arretra rispetto alle proprie competenze, non rimane che l’affidamento dei servizi ai privati. E’ quanto sta avvenendo, sistematicamente, da anni nella Pubblica Amministrazione. Ed è quanto, altrettanto sistematicamente, denunciamo come Organizzazione Sindacale. La logica è sempre la stessa: se non si riesce, con i scarsi mezzi a disposizione dell’Amministrazione, a garantire l’erogazione dei servizi, ebbene che questi passino nelle mani dei privati. Avviene, da ultimo, nel Mims con il decreto di fine febbraio che regola il regime di autorizzazione degli ispettori dei centri di controllo privati, i relativi requisiti e il conseguente regime sanzionatorio, figlio della scellerata legge del 2018 che aveva aperto alla revisione dei cd mezzi pesanti presso i privati: con tutto quel che ne consegue in merito alla definizione del nuovo registro RUI. Abbiamo avuto ieri un incontro con i vertici del Ministero sul punto e, su quel tavolo, abbiamo espresso tutte le nostre criticità.
Innanzitutto non comprendiamo perché ispettori che svolgono la stessa attività (ispettori abilitati, quelli in servizio presso le motorizzazioni e ispettori in quiescenza), debbano essere retribuiti in modo differente. Noi continuiamo a pensare che a stessa attività lavorativa debba corrispondere la stessa retribuzione. In seconda battuta, (e per quanto ci riguarda è il punto più critico dell’intero impianto) nel decreto, non viene posta in essere alcuna priorità circa l’effettuazione delle revisioni da parte degli ispettori per cui in qualche ufficio le revisioni potrebbero venire assegnate prima agli ispettori autorizzati e poi agli altri, in un altro, a quelli abilitati, in un altro ancora, a quelli ausiliari: il che porrebbe in essere una evidente discriminazione tra lavoratori. Per questo abbiamo chiesto di emanare una circolare che rendesse omogenee, dappertutto, le modalità di assegnazione delle sedute. L’Amministrazione si è riservata di verificare l’effettivo andamento e di intervenire laddove dovessero verificarsi differenti applicazioni del decreto.
Da ultimo, come Organizzazione Sindacale, non possiamo che sottolineare come la soluzione di tutti i nostri problemi non risiede nell’esternalizzare le competenze, ma in un grande piano straordinario per l’occupazione che metterebbe l’Amministrazione in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Per questo ci siamo, per questo continuiamo a batterci.
La Coordinatrice Fp Cgil MIMS p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito la legge 23.12.1966 n. 662 riguardo le verifiche sui dipendenti del Corpo
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie in merito la circolare INPS 28 del 18 febbraio 2022. Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento della speranza di vita a decorrere dal 1 gennaio 2023
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Logistico Strumentali riguardo il D.L. 146 del 21 ottobre 2021, Art.9: Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili. Aggiornamento applicativo “SIPEC
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo riguardo la programmazione delle esercitazioni di colonna mobile per l’anno 2022