Pubblichiamo la nota di convocazione del tavolo tecnico per la formazione e il materiale predisposto in merito la bozza di circolare Patenti Nautiche VVF

MINISTERO ISTRUZIONE
PROGRESSIONI ECONOMICHE – MOBILITA’ – RSU

Si è svolto questa sera 15 febbraio l’incontro sollecitato più volte da queste OO.SS. per proseguire la trattativa sull’accordo sulle Progressioni economiche orizzontali, definire i criteri per la mobilità interna del personale e per avere delle delucidazioni in merito all’interpretazione di quanto previsto dall’accordo collettivo quadro per le elezioni delle RSU e dalla circolare ARAN n.1.

Progressioni Economiche Orizzontali 2022
E’ opportuno ricordare che, a causa della scarsità degli importi a disposizione nella parte fissa del
FRD 2022, le progressioni riguarderanno una platea ristretta di personale. Le procedure previste
dal nuovo CCNL e gli specifici stanziamenti previsti dalla legge finanziaria riusciranno nel prossimo
futuro a dare soddisfazione ad un numero più cospicuo di colleghi anche grazie ad una
programmazione più ravvicinata nel tempo delle PEO.
Nel merito dell’accordo attuale il dibattito si è concentrato soprattutto sui possibili criteri da
utilizzare e quindi, sostanzialmente, sul peso da attribuire all’anzianità di servizio, ai titoli di studio
ed alla valutazione. Per quanto riguarda l’ultimo criterio si riscontra che la quasi totalità del
personale è inserito nella stessa fascia di valutazione per gli anni di riferimento e quindi l’impatto
sarebbe minimo, ci siamo quindi concentrati sugli altri criteri anche per cercare di agevolare coloro
che non sono riusciti a beneficiare dei percorsi di riqualificazione economiche degli ultimi anni.
Fermo restando quanto sopra, abbiamo chiesto di rimodulare la proposta dell’amministrazione
sulle unità destinatarie delle progressioni per ciascuna area e fascia economica. Abbiamo, inoltre,
rivendicato la necessità di prevedere progressioni in misura percentualmente omogenea in
ciascuna fascia nel limite delle risorse complessivamente a disposizione in modo da dare pari
opportunità a tutti i lavoratori. Ci siamo quindi riservati di fare una proposta precisa su questo
punto.

Mobilità del personale:
L’amministrazione, accogliendo le nostre istanze, ha confermato la disponibilità ad aprire un
percorso di mobilità interna del personale strutturato in due fasi.
Una prima fase riguarderà nell’immediato le domande già presentate dal personale, anche
temporaneamente in servizio presso una sede diversa da quella di assegnazione, relative a
situazioni che presentano particolari profili di criticità e verrà attivata contestualmente alle 110
assunzioni da concorso RIPAM previste per i primi giorni di marzo. Successivamente si prevede un
accordo sulla mobilità al fine di emanare il relativo bando che, in occasione delle prossime
assunzioni dal concorso attualmente in fase di svolgimento, (oltre 300 funzionari raddoppiabili ad
oltre 600) consentirà, compatibilmente con la situazione degli organici dei singoli USR la mobilità a
chi ne avesse necessità con i criteri che verranno concordati.

Elezioni RSU
In merito alle prossime elezioni RSU, al fine di cercare di uniformare i comportamenti tra i vari USR,
abbiamo nuovamente chiesto di emanare disposizioni chiare ai direttori relativamente
all’elettorato attivo, all’individuazione delle sedi di RSU per gli uffici accorpati, e alla necessità di
garantire l’apertura dei seggi in tutti gli uffici.

Roma 15 febbraio 2022

FP CGIL                               FP CISL
Anna Andreoli/Davide Perrelli            Michele Cavo

Pubblichiamo la nota della Struttura Regionale Fp Cgil VVF, con la quale chiede che al personale partecipante al concorso interno per il ruolo di Ispettore Logistico Gestionale venga riconosciuto lo stesso trattamento che è stato riservato per il personale partecipante al concorso interno per il ruolo Ispettore Antincendi

Pubblichiamo la circolare emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane, riguardo la ricognizione per l’assegnazione delle sedi per il personale del 91° corso AA.VV.F.

Negli anni scorsi, molto prima dell’ampliamento delle competenze in materia di salute e sicurezza, avevamo chiesto all’INL di decidere che fare della vigilanza tecnica: se continuare a relegarla in una “riserva indiana” o finalmente avere il coraggio di fare vigilanza in materia di salute e sicurezza con un adeguato numero di ispettori tecnici, chiedendo, troppo spesso in “splendida solitudine”, a gran voce, le risorse conseguenti.
Finalmente venerdì scorso è stato bandito il concorso per ispettori tecnici, funzionari statistici e informatici, avvalendosi delle modalità semplificate e in deroga, previste normativamente per accelerare l’immissione di dipendenti pubblici.

Ora, considerato che l’ipotesi di CCNL delle Funzioni Centrali recentemente sottoscritta prevede che le famiglie professionali siano oggetto di contrattazione e non più di confronto, chiediamo che, una volta che il CCNL sia diventato definitivo, ci si possa finalmente sedere al tavolo nazionale per ribadire la distinzione tra il profilo professionale di ispettore del lavoro e quello di ispettore tecnico e le relative mansioni e competenze.
Contemporaneamente, bisognerà anche definire in modo serio la procedura di ricognizione avviata tempo fa dall’Amministrazione, rivolta al personale ispettivo impiegato in mansioni amministrative, per verificare chi fosse interessato a tornare a svolgere attività ispettive. Ovviamente è naturale che una procedura simile – dal mero valore statistico – non potesse far cambiare il profilo ed è dunque necessario arrivare a un accordo sindacale sui cambi di profilo che, a nostro parere, dovrà riguardare tutti i profili professionali presenti in INL.

A monte, resta il problema dei problemi: il nodo delle risorse economiche stabili, necessarie per valorizzare le professionalità interne e quelle future, oltre le contrapposizioni tra “vecchi” e “nuovi”, superando definitivamente il “costo zero”, ora diventato “sottozero”, con la clamorosa esclusione di INL dall’armonizzazione delle indennità di Amministrazione. Non basta più andare sui giornali e in TV per promuovere l’INL, se contemporaneamente non si affiancano azioni visibili a tutela di chi tutti i giorni porta avanti le attività di questa Amministrazione e realizza quei numeri e quelle azioni che poi sono pubblicizzate.
L’Amministrazione deve dimostrare coi fatti di essere dalla parte dei suoi lavoratori, con iniziative concrete che portino a risultati tangibili per i dipendenti, sfiduciati e demotivati.

Rispetto al nodo dell’indennità di Amministrazione, vogliamo essere chiari: la mobilitazione sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori non si fermerà fino a che non arriveranno risposte concrete. Vedremo se anche da parte dell’Amministrazione si fa sul serio o no.
Infine, riguardo ai concorsi in essere, prima dell’arrivo dei nuovi funzionari amministrativi e ispettivi, chiediamo di proseguire con la procedura di mobilità, da tempo congelata nonostante le nostre continue richieste nei mesi passati. Anche in questo caso era stata avviata una sorta di ricognizione per verificare l’interesse alla mobilità interna e ci era stato riferito che erano arrivate circa trecento manifestazioni di interesse. Considerato che è buona prassi procedere alla mobilità di chi è già dentro l’Amministrazione prima dell’arrivo di futuri lavoratori, chiediamo che anche su questo aspetto si proceda per tempo, senza ulteriori rinvii.

Roma, 15 febbraio 2022

FP CGIL INL
Matteo Ariano

Pubblichiamo la nota informativa emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane con la quale a seguito dell’ assegnazioni per gli AA.VV.F. 91° corso, definisce la prossima mobilità per il personale del ruolo Vigile

WEBINAR ETUI – EU-UK TRADE AND COOPERATION AGREEMENT (TCA)

Lo scorso 9 febbraio si è tenuto un webinar ETUI in collaborazione con l’ETUC avente ad oggetto il nuovo Accordo Commerciale e di Cooperazione UE-UK (in inglese, TCA).

Si tratta di un accordo commerciale allargato alla materia degli investimenti di “terza generazione”, essendo molto più esteso nelle finalità e contenuti rispetto agli accordi multilaterali o Euro-unionisti di prima generazione (Free Trade Agreement -FTA, si veda ad esempio il trattato con il Canada CETA).

Il prof. Countouris, Direttore di Ricerca dell’ETUI, ha inaugurato la sessione introducendo il proprio Report circa il prossimo Accordo Commerciale UK-UE, attualmente in via di negoziazione.

La sostanza dell’accordo include la materia della tutela dei lavoratori, in particolare attraverso tre clausole: La prima è l’art. 3.8 par. 6 contiene una clausola di non regresso degli standard lavorativi rispetto ai vantaggi commerciali e di investimento dell’accordo. Riflette i valori dell’European Social Mode, salvaguardando i regolamenti e l’acquis comunitario. Art. 3.9.9 par. 2 obbliga “effectively” al rispetto, promozione e implementazione standard lavorativi e le convenzioni OIL, inclusa l’European Social Charter. Si tratta di testi sottoscritti e ratificati dal Regno Unito, ma resta il bisogno di una tutela costante dal momento che vi è un’importante lista di obblighi giuridici la cui implementazione è raramente rispettata. La terza è l’art. 3.9.9. par 5, che riprende il comma 2 specificando che tali obbligazioni sono sottoscritte prescindendo da relazioni commerciali o rapporti di investimenti.

Un altro punto chiave sollevato dal relatore è la debole implementazione di accordi collettivi nel Regno Unito, uno degli stati più popolosi dell’Europa occidentale ma così poco coperto in termini di contrattazione.

L’implementazione della Brexit ha senza dubbio inasprito le condizioni di lavoro dei lavoratori. Questo soprattutto per via di restrizioni commerciali che hanno posto in sofferenza il comparto sanitario, in termini di reperibilità di medicinali e di materiale medico. Per tale motivo, un accordo commerciale con l’Unione è il ben accolto dall’esperto. Tuttavia, è stata sottolineata la circostanza che la clausola di regresso resta ancorata al “trade effect requirements” del TCA, ovvero non può essere fatta valere quando potrebbe condurre a restrizioni quantitative o qualitative agli scambi.

Come secondo relatore è intervenuto il prof. Ortino, King’s College University di Londra dipartimento giurisprudenza, che ha cercato di spiegare i meccanismi di implementazione inseriti nel TCA.

Il TCA, la cui entrata in vigore è prevista nel 2026, stabilisce un nuovo level plain field aperto alla libera concorrenza degli operatori economici, ma persino le rubriche dei capitoli sottolineano l’importanza dello sviluppo sostenibile (e degli SDGs ONU) di scambi e investimenti. Si tratta di un punto importante al fine dell’interpretazione delle norme in quanto aprono all’apertura dei lavoratori ponendoli sullo stesso piano degli interessi economici.

In particolar modo, il trade effect menzionato dal primo speaker resta un problema da considerare attentamente, soprattutto considerando le prassi dei tribunali arbitrali che abbiamo visto all’azione per i Trattati di libero scambio con il nord America. Tuttavia, l’obbligo assunto di conformità alle Convenzioni OIL non è vincolato a tale clausola, ragion per cui vi sono basi per essere ottimisti sulla loro applicazione.

Il meccanismo di enforcement si basa su una struttura intergovernativa per comitati intergovernativi, con spazio anche per le formazioni sociali in appositi forum. Per quanto l’implementazione resta nelle mani dei governi Parti dell’accordo, è importante sottolineare come questo TCA non segua la prassi comuni alle FTA perché il meccanismo di risoluzione controversie (DSR) non è affidato a un tribunale arbitrale e dunque non forma giudicato. Questo è un problema in termini di certezza del diritto, ma sottrae alla prassi arbitrale le dispute lavorative, prassi che spesso ha una visione troppo ristretta sulla scopo dell’accordo e il diritto applicabile; inoltre, è comunque fornito di una serie di rimedi, temporanei e non, che restano azionabili dagli Stati – come le sanzioni – conferendo potere contrattuale alle parti lese se supportate dal governo.

Quello che non è chiaro è come il meccanismo possa essere utilizzato per assicurarsi che le Parti applichino integralmente gli standard giuslavoristi internazionali. In altre parole: non sembra efficace per perseguire le gravi

violazioni sistematiche delle Parti contraenti, ma solo per eventuali dispute fra imprese. Inoltre, non sono previsti meccanismi di risposta-rapida (come nella prassi NAFTA) o la possibilità di azionare il meccanismo da associazioni di interesse e categoria, come i sindacati.

Terza relatrice è stata la dott.ssa Claes-Mikael Ståhl della Commissione ETUC. La dott.ssa ha sottolineato come la dialettica della Brexit era proprio volta all’idea di cancellare l’acquis comunitario anche in materia giuslavorista, o altri regolamenti come la GDPR sulla privacy. Grazie a questo accordo le parti sociali hanno di nuovo uno strumento per ancorare lo Stato e il Governo alle proprie responsabilità.

Un altro punto richiamato è quello sollevato da il prof. Ortino circa la partecipazione effettiva ricopribile dalle parti sociali, e pertanto la collaborazione ETUI-ETUC è vitale per costruire nuovi spazi in tal senso partendo da uno studio approfondito dell’accordo sin da subito.

Nel panel è intervenuto anche l’on. Bernd Lange, Vice Presidente del gruppo S&D del Parlamento Europeo. Il PE è fiero del lavoro fatto con il nuovo TCA in ragione del fatto che si tratta di un accordo senza precedenti nel suo campo, il quale costituisce il primo passo verso nuove relazioni con il Regno Unito.

Il panel di risoluzione dispute, gli standard richiamati, il sistema di sanzioni e le altre caratteristiche richiamate nella discussione sono strumenti adeguati per assicurare l’efficacia dell’accordo. Al tempo stesso, il Parlamento ha adottato una Risoluzione dove si richiede un maggior coinvolgimento dei sindacati quando un problema di politica sociale e lavorativa è sollevato nel contesto del TCA, pertanto assicura che il Parlamento farà sentire la propria voce su questo punto, soprattutto richiedendo di permettere il loro interesse ad agire a tutela dei propri iscritti.

La sostenibilità dello sviluppo economico nei Trattati Commerciali è considerato essenziale e prioritario nella visione politica del Parlamento, ed è per questo che si è richiesto, attraverso i lavori della Commissione Parlamentare per il Commercio (link) ambizione alla Commissione nei confronti dei negoziati e delle consultazioni.

La successiva discussione è stata invece moderata dal prof. Keith Ewing, sempre dal King’s College di Londra, e dalla prof.ssa Tonia Novitz, esperta della Università di Bristol.

In particolare, la prof.ssa Novitz ha portato la propria esperienza relativa alle vicende del FTA intercorrente tra EU-Korea. Nel 2021 è stato pubblicato un report avente ad oggetto le dispute commerciali nel quadro dell’EU-Korea FTA. Si tratta di un Accordo siglato nel 2011 che riflette una visione della materia non più accettabile, ragion per cui il Parlamento ne richiede a gran voce la revisione.

Tale testo non fa alcun riferimento all’European Social Charter, e i sistemi giuslavoristi delle due parti sono nettamente agli antipodi, geograficamente e qualitativamente dal momento che la legislazione coreana prevede il carcere per alcuni casi di esercizio del diritto di sciopero. Le violazioni riscontrate degli standard lavorativi – platform workers, disparità salariali ec. – sono state varie, e la ETUC e la società civile sono stati coinvolti nelle pressioni alla Commissione Europea. Tuttavia, tale Trattato prevedeva proprio un meccanismo DSR basato su Comitati le cui decisioni non erano vincolanti, come il TCA. Per quanto le preoccupazioni sui panel arbitrali siano comprensibili e cogenti, basandoci su questa esperienza un meccanismo basato su Committee non vincolanti potrebbe far insorgere complicazioni nella protezione dei lavoratori.

Andrea Mosca

(collabora con Dipartimento Internazionale FPCGIL)

Pubblichiamo il decreto in merito la graduatoria finale e di ruolo del concorso Capo Squadra decorrenza 2020

Pubblichiamo la bozza di circolare inviata dal Dipartimento, riguardo le modalità e procedure d’impiego delle specialità nautiche del CNVVF nell’ambito dell’organizzazione e della gestione del servizio antincendio nei porti e del soccorso in mare

“Lo stato di agitazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta non si ferma. È necessario costruire una mobilitazione ampia e partecipata su tutto il territorio nazionale, che coinvolga le cittadine, i cittadini e tutti gli operatori sanitari. Perché l’assistenza di base offerta alla cittadinanza riguarda tutto il Paese e non le corporazioni”. Così in una nota la Fp Cgil nazionale.

“Se vogliamo costruire sui territori delle comunità di cura, superando l’attuale frammentazione organizzativa della medicina generale, – continua – dobbiamo coinvolgere la società civile a sostegno dei professionisti, soffocati dagli obblighi burocratici e isolati negli studi privati, senza tutele contrattuali e senza sostegno organizzativo. Con il Pnrr che prevede la costruzione delle case di comunità abbiamo l’occasione unica di costruire servizi di salute bio-psico-sociali integrati con gli enti locali e con la scuola. Opportunità da non sprecare, lasciando immodificato l’attuale sistema delle cure primarie”.

Per queste ragioni, prosegue, “serve ricomporre la filiera formativa e contrattuale, integrando le cure territoriali in modelli organizzativi che mettano al centro l’assistenza complessiva ai bisogni della cittadinanza. Per questo prosegue la nostra mobilitazione che ha lo scopo di parlare agli operatori ma anche ai cittadini”, conclude la Fp Cgil.

Pubblichiamo la Circolare emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane per l’aggiornamento delle aspirazioni al trasferimento del personale appartenente ai ruoli dei Direttori logistico gestionali e dei Direttori informatici.

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