“Domani, 17 ottobre, abbiamo proclamato lo sciopero nazionale dell’igiene ambientale, un settore per il quale occorre non solo un rinnovo contrattuale adeguato, ma importanti investimenti e valorizzazione del personale,”: lo annunciano Fp Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Fiadel.
“Il contratto nazionale di lavoro è scaduto dal 31.12.2024. Abbiamo chiesto alle associazioni delle imprese, Utilitalia, Cisambiente/Confindustria, Assoambiente e Centrali cooperative – si legge nella nota – delle risposte certe su gravi problematiche che affliggono gli operatori del settore, implementando e rafforzando, ad esempio, le norme e degli strumenti di prevenzione per salute e sicurezza affinché il settore, oggi al primo posto per infortuni spesso mortali nei servizi pubblici locali, non detenga più questo triste primato e migliori sensibilmente le condizioni di lavoro; il miglioramento e l’adeguamento della classificazione del personale, riconoscendo le nuove professionalità e le innovazioni tecnologiche e organizzative sviluppate in questi anni, modernizzando la classificazione; recuperare le differenze contrattuali tra generazioni e genere, aumentando la tutela per il personale over 55, riducendo il divario salariale relativo all’inquadramento del personale neoassunto, ridefinendo l’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, garantendo la stabilità occupazionale dei lavoratori in appalto, cominciando dall’obbligo di applicazione di questo contratto anche per le cooperative sociali; aumentare le retribuzioni attraverso il recupero del potere d’acquisto dei salari eroso dall’inflazione del triennio 22/24 e da quella prevista per il triennio 25/27, anche riqualificando il sistema indennitario, implementando il sistema di welfare e di sanità integrativa, adeguando la produttività prevista dal contratto”.
“Il settore – prosegue la nota dei sindacati – può crescere solo tramite imprese pubbliche e private con capacità di sviluppo industriale e possibilità di fare investimenti significativi. Il contratto nazionale è lo strumento fondamentale di coesione tra imprese, lavoratori e comunità locali ed è per questo che è fondamentale riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori del settore un rinnovo economico che recuperi le differenze create dall’inflazione e che tuteli maggiormente la salute e la sicurezza di chi svolge un lavoro indispensabile ma gravoso”.
Chiesto incontro urgente a ministro
“La formazione dovrebbe svolgere un ruolo primario nell’implementazione delle strategie di cambiamento culturale ed organizzativo dell’Amministrazione pubblica creando le condizioni per la crescita professionale tramite l’accrescimento e l’aggiornamento costante delle conoscenze e delle competenze del personale. Numerose, però, sono le criticità che abbiamo registrato. Il rischio è che tale processo da occasione di valorizzazione e sviluppo professionale si trasformi in mero adempimento burocratico che ne svilisce profondamente il ruolo e la potenzialità, oltre a causare danni importanti, tanto dal punto di vista strettamente economico quanto al riconoscimento del valore dell’attività formativa. Le chiediamo quindi, con urgenza, un incontro in cui poter approfondire le criticità e determinare le corrispondenti iniziative”.
E’ quanto si legge in una lettera inviata dai Segretari generali di Fp Cgil Federico Bozzanca, Uil Fpl Rita Longobardi e Uil Pa, Sandro Colombi, al ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.
“In particolare – scrivono i sindacalisti – segnaliamo, tra le altre cose, disservizi riguardanti l’accesso alla piattaforma Syllabus, la corretta registrazione dei corsi di formazione seguiti e le conseguenti verifiche finali e l’interoperabilità della piattaforma con le singole Amministrazioni; un’offerta formativa disponibile sulla piattaforma Syllabus carente rispetto alle specificità dei profili di ruolo di ciascuna Amministrazione; il mancato riconoscimento della formazione obbligatoria per alcuni profili di ruolo, soggetti a specifiche disposizioni di legge. E, ancora, l’emergere di comportamenti difformi, in diverse Amministrazioni, rispetto al diritto/dovere in capo al dipendente che l’attività formativa debba necessariamente essere svolta nell’ambito dell’orario di lavoro: ne conseguono indicazioni più o meno esplicite a svolgerla al di fuori dell’orario di servizio. Inoltre, l’obbligo, in alcune Amministrazioni, per il personale turnista di svolgere la formazione rinunciando al salario accessorio”.
“E’ poi necessario prestare particolare attenzione – si legge ancora in un passaggio della missiva – alla situazione dei piccoli Comuni, che spesso non garantiscono un’adeguata formazione al proprio personale. In tali contesti, la carenza di risorse economiche e organizzative rischia di compromettere l’efficacia complessiva delle iniziative di aggiornamento professionale”.
“Alla luce della proposta fatta oggi dall’Aran non ci sono le condizioni per chiudere la trattativa, tantomeno in tempi rapidissimi”: lo dichiara Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, in riferimento alla trattativa in corso per il rinnovo del CCNL dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari 2022-2024.
“Oggi l’Aran ci ha presentato la proposta per l’allocamento in busta paga delle risorse finanziate per il rinnovo contrattuale. A fronte di un finanziamento assolutamente inadeguato rispetto all’inflazione registrata nel triennio – osserva Filippi – ci saremmo aspettati la disponibilità ad inserire quel poco finanziato sulle parti tabellari, fisse e ricorrenti della retribuzione dei professionisti. E invece ci propongono di mettere sul tabellare molte meno risorse percentuali di quelle del triennio precedente: stiamo parlando di 230 euro lordi mensili che, assorbendo l’anticipo di 138 € già erogato in busta paga, determinerebbero un aumento reale di sole 82 euro lordi al mese”.
“Inoltre, rispetto ai rinnovi precedenti, la proposta colloca molte più risorse sulle voci accessorie degli stipendi, cioè retribuzione di risultato e condizioni di lavoro, la cui erogazione non è certa e univoca in tutte le Aziende. Insomma meno soldi sulle voci certe dei professionisti e più soldi a quelle incerte per lasciare mano libera alle Aziende”, spiega ancora Filippi.
“A fronte di un contratto fortemente definanziato non capiamo perchè dovremmo accettare queste proposte senza negoziare. Solo per chiudere in fretta il contratto?”.
“Noi siamo stati chiarissimi da subito: non si firmano contratti al buio solo per assecondare la volontà del Governo di chiudere in fretta un contratto con poche risorse. Siamo nella fase di discussione della legge di bilancio, nella quale dobbiamo verificare quante risorse sono previste per il personale, ad iniziare dell’indennità di specificità che è già stata finanziata nella legge 2025 a regime dal gennaio 2026 per Medici e Veterinari, ma non per i sanitari e che, una volta equiparata, può essere inserita da subito in questo contratto, se c’è la volontà del Governo. Lo ripetiamo: non ci sono ragioni tecniche ostative, è solo una volontà politica. Si tratta di 180 euro lordi aggiuntivi agli 82 che renderebbero almeno dignitoso l’aumento. Se le organizzazioni sindacali le richiedono con forza da subito, si possono ottenere, visto che sono già finanziate. Perchè rinunciare a trattare ora? Prendiamoci quel mese in più che serve per ottenere più risorse con legge di bilancio, anche in preparazione del prossimo contratto. Nel frattempo – conclude – mettiamo più risorse sul tabellare e meno sull’accessorio”.
CONTRATTI, ASSUNZIONI, CARRIERA, DIRITTI.
Le nostre proposte per il futuro del Paese.
Il 25 ottobre saremo in piazza, a Roma, perché aumentare le spese per le armi significa tagliare quelle per i servizi alle cittadine e ai cittadini.
NON ABBIAMO BISOGNO DI ARMI MA DI DIRITTI.
FACCIAMO LE SCELTE GIUSTE
Si terrà sabato 11 ottobre 2025 a partire dalle ore 9.30, presso il Centro Congressi Frentani a Roma (via dei Frentani 4), l’attivo nazionale Rsu, delegate e delegati Fp Cgil dal titolo “Le scelte giuste. Contratti e servizi pubblici, non armi: le nostre proposte verso la manifestazione del 25 ottobre”.
E’ prevista la partecipazione del Segretario generale Fp Cgil Federico Bozzanca e del Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini.
“La Fp Cgil considera di gravità estrema quanto avvenuto, nuovamente, questa notte in acque internazionali con l’arresto da parte dell’esercito israeliano dell’equipaggio imbarcato sulla Freedom Flotilla, diretta verso le coste di Gaza per portare aiuti umanitari. Un equipaggio composto in gran parte da personale sanitario, tra cui il nostro rappresentante sindacale, Stefano Argenio, infermiere dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, imbarcato a bordo della nave Conscience e impegnato con tante e tanti colleghi nel tentativo di interrompere il blocco sanitario per far arrivare nella Striscia materiale medico e provare a dare assistenza alla popolazione civile, vittima delle azioni genocidarie del Governo di Israele e della catastrofe umanitaria in corso”.
E’ quanto si legge in una nota di Fp Cgil.
“Continueremo a mobilitarci – prosegue la nota – per rispondere a questa ennesima violazione del diritto internazionale e per chiedere il cessate il fuoco immediato e l’apertura di corridoi umanitari per dare sostegno alla popolazione civile straziata da due anni di conflitto. Lo faremo già dalle prossime ore, alle 14.30 di oggi davanti a tre strutture sanitarie di Roma (San Giovanni, IFO e Spallanzani) con il flash mob promosso dalla Fp Cgil di Roma e del Lazio con lo slogan ‘La cura non si arresta’, per chiedere la liberazione del nostro compagno Stefano e di tutte e tutti i volontari fermati ingiustamente da Israele. Continueremo a supportare le iniziative del gruppo ‘Digiuno per Gaza’ per tenere accesi i riflettori sul dramma sanitario in corso a Gaza e in Cisgiordania con le migliaia di operatori sanitari uccisi. Torneremo a manifestare già oggi, dopo le mobilitazioni della scorsa settimana, in tutte le piazze d’Italia per continuare a chiedere la fine dell’intervento genocidario del Governo Netanyahu e il cessate il fuoco immediato, il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e per chiedere al Governo italiano e a tutte le istituzioni internazionali di riconoscere lo Stato di Palestina”.
“In continuità con queste mobilitazioni, saremo in piazza ancora il 25 ottobre per la manifestazione nazionale lanciata dalla Cgil per la pace, contro le politiche di riarmo che sottraggono risorse ai servizi pubblici, alla sanità, ai CCNL e lo faremo in concomitanza con la mobilitazione internazionale lanciata dal sindacato mondiale dal titolo ‘Sindacati per la pace’, per la settimana dal 24 al 31 ottobre 2025”, conclude Fp Cgil.
Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs: “Il rinnovo siglato mortifica i lavoratori. Servono dignità e giusta retribuzione per oltre 10mila addetti”
Roma, 6 ott – Incroceranno le braccia venerdì 31 ottobre 2025 le lavoratrici e i lavoratori a cui viene applicato il CCNL Anaste. Alla base della mobilitazione, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs, l’esito negativo del tentativo obbligatorio di raffreddamento e conciliazione e la firma di un nuovo contratto peggiorativo tra Anaste e alcune sigle sindacali autonome, non rappresentative del settore.
La mobilitazione è la risposta alla chiusura di Anaste, che ha scelto di sottoscrivere un rinnovo contrattuale al ribasso, ignorando le richieste delle organizzazioni sindacali confederali e penalizzando i circa 10.800 professionisti del terzo settore socio-sanitario assistenziale, in gran parte donne e operatori impegnati quotidianamente nell’assistenza a persone fragili e non autosufficienti.
“Le motivazioni dello sciopero risiedono nella palese indisponibilità di Anaste nella ricerca di soluzioni volte a garantire ai lavoratori pari diritti, tutele, dignità già riconosciute ad altre lavoratrici e lavoratori del settore alle dipendenze di datori di lavoro che applicano altri CCNL”.
Secondo i sindacati, l’accordo firmato da Anaste “non solo non garantisce alcun miglioramento salariale in linea con l’aumento del costo della vita, ma prevede parti normative peggiorative rispetto ad altri Ccnl del settore come nel caso del comporto di malattia, che mette a rischio la tutela della salute dei lavoratori.”
“È evidente la volontà di Anaste – prosegue la nota unitaria – di sottoscrivere accordi con aumenti contrattuali irrisori, disconoscendo la dignità di coloro che quotidianamente con dedizione e responsabilità si prendono cura delle persone, soprattutto quelle più fragili, sacrificando la qualità dei servizi erogati.”
Il contrasto è ancora più evidente se raffrontato con i rinnovi sottoscritti nello stesso comparto – Uneba, Cooperative Sociali, Valdesi, Anffas, Agidae – che hanno previsto aumenti retributivi tra il 10,4% e il 12,6% e significativi miglioramenti normativi su malattia, genitorialità, welfare, quattordicesima mensilità e contrasto alle molestie e alla violenza di genere.
Nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali attiveranno una campagna di sensibilizzazione e informazione capillare, con assemblee nei luoghi di lavoro, iniziative pubbliche sui territori e il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle famiglie e dell’opinione pubblica.
“Alla luce della straordinaria mobilitazione dei precari PNRR della giustizia, da ultimo con lo sciopero proclamato dalla FP CGIL lo scorso 16 settembre cui hanno aderito in migliaia di lavoratrici e lavoratori negli uffici giudiziari di tutto il Paese, si moltiplicano le iniziative parlamentari e il Governo è costretto a doversi occupare del tema della stabilizzazione per tutte e tutti senza potersi più nascondere”.
Lo si legge in una nota di Fp Cgil.
“Riteniamo però necessario che si faccia chiarezza, perché le comunicazioni del Ministro per gli Affari Europei on. Foti alla Camera dei Deputati dello scorso 1 ottobre stanno generando molta confusione, contraddicendo esplicitamente colleghi dello stesso Governo come il Ministro Nordio ad esempio, che, rispondendo ad una recente interrogazione parlamentare – prosegue la nota -, non aveva fatto menzione delle risorse necessarie alla trasformazione di tutti i 12.000 contratti a tempo determinato in essere in scadenza al 30 giugno 2026. Così allo stesso modo l’indicazione generica contenuta del Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP), appena approvato dal Governo il 2 ottobre, della necessità di stabilizzare i precari PNRR della giustizia senza alcun dettaglio su numeri e risorse. Deve essere chiaro che non si può giocare con la vita delle persone, in particolare con quanti stanno aspettando parole chiare e certezze rispetto alla prosecuzione del loro rapporto di lavoro con il Ministero della giustizia a meno di 9 mesi dalla scadenza dei loro contratti”
“Chiediamo quindi – prosegue ancora Fp Cgil – che il Governo esprima immediatamente parole chiare e produca atti conseguenti per garantire la stabilizzazione totale dei 12.000 precari PNRR della giustizia, chiarendo una volta per tutte che non ci sarà alcuna procedura selettiva e quindi che non vi sarà alcun criterio per tale selezione e che verrà rimesso mano al recente accordo sbagliato sulle famiglie professionali per definire la figura professionale dei funzionari UPP, che vengano individuate le risorse per le stabilizzazioni nella prossima legge di bilancio, a partire già dal disegno di legge del Governo. In caso contrario valuteremo le dichiarazioni del Ministro per quello che sono state, un pessimo spot elettorale che gioca sulla vita delle persone e che spinge professionisti qualificati ad andarsene dall’amministrazione a cui pure hanno dato e vogliono continuare a dare tanto”, conclude la nota.
“La Fp Cgil Vigili del Fuoco stigmatizza con forza quanto accaduto in occasione dello sciopero generale del 3 ottobre. In numerose sedi alcuni dirigenti del Corpo, oltre a non accettare l’adesione del personale, hanno disposto il richiamo in servizio del personale che aveva legittimamente aderito allo sciopero, arrivando persino a minacciare provvedimenti disciplinari. A ciò si è aggiunta la dichiarazione di presunta illegittimità della partecipazione, fondata sul giudizio espresso dalla Commissione di Garanzia. Tali comportamenti sono inaccettabili e contrari ai principi sanciti dall’articolo 40 della Costituzione, che tutela il diritto di sciopero come libertà fondamentale dei lavoratori. Nessun dirigente può permettersi di intimorire il personale né di restringere arbitrariamente l’esercizio di un diritto costituzionale”. A dichiararlo è Mauro Giulianella, Coordinatore Nazionale Fp Cgil Vigili del Fuoco.
“La Fp Cgil VVF garantirà massimo sostegno e tutela legale a tutte le lavoratrici e i lavoratori che dovessero subire sanzioni o ritorsioni a seguito della loro adesione allo sciopero. La giornata del 3 ottobre”, continua il coordinatore, “ha visto una partecipazione ampia e convinta del personale del Corpo nazionale, confermando la riuscita dell’iniziativa e la fondatezza delle ragioni che hanno portato alla mobilitazione. Un risultato che smentisce ogni tentativo di delegittimazione e dimostra la profonda adesione del personale alle nostre rivendicazioni. La Fp Cgil VVF respinge con fermezza ogni forma di pressione e comportamento autoritario: lo sciopero era pienamente valido e legittimo, i Vigili del Fuoco hanno esercitato un diritto costituzionale, ogni eventuale provvedimento disciplinare sarà contrastato in tutte le sedi competenti. I Vigili del Fuoco meritano rispetto, non repressione. I loro diritti non si toccano”, conclude Giulianella.
“L’incontro di oggi con il Ministro della Salute Orazio Schillaci e con il Capo di Gabinetto Marco Mattei rappresenta un primo passo importante. Abbiamo chiesto e ottenuto l’apertura di un confronto istituzionale su una vertenza che riguarda oltre 250mila lavoratrici e lavoratori della sanità privata, delle Rsa e dei Centri di riabilitazione. La convocazione odierna è la dimostrazione che le nostre mobilitazioni non sono state vane e che la voce delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti non può più essere ignorata”.
Lo dichiarano, in una nota stampa congiunta, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, a margine dell’incontro presso il Ministero della Salute.
“Abbiamo spiegato con chiarezza al Ministro che lo stallo delle trattative non è più sostenibile. Da troppi anni gli operatori dei servizi sanitari e sociosanitari subiscono una svalutazione professionale e salariale che pesa sulla qualità delle cure e sulla vita delle famiglie. Gli impegni mancati di Aiop e Aris hanno conseguenze dirette sulle lavoratrici e i lavoratori, sui cittadini e sulla parte più fragile della popolazione. Abbiamo ribadito che il rinnovo del Ccnl non possa essere realizzato solo a fronte della piena copertura dei costi da parte dello Stato”, specificano.
“Il confronto con il Ministero – proseguono – apre uno scenario nuovo. Abbiamo chiesto che i finanziamenti previsti per la revisione dei DRG contengano clausole che li leghino al costo del lavoro. Inoltre, abbiamo chiesto di rivedere i requisiti per l’accreditamento, introducendo regole che impediscano il dumping contrattuale e che rendano inderogabile l’applicazione e il rinnovo triennale dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative. È questa la strada per ridare dignità al settore e tutelare insieme lavoratori e cittadini”.
“Il Ministro – concludono – ha accolto la nostra richiesta di convocare entro ottobre un tavolo quadrangolare con Conferenza Stato-Regioni, Aiop e Aris. Sarà il banco di prova per misurare la responsabilità di tutti gli attori coinvolti e arrivare a soluzioni concrete. Anche per la vertenza delle Rsa, il Ministro si è detto disponibile ad aprire un tavolo con il Ministero del Lavoro. Vigileremo perché gli impegni presi oggi si traducano in fatti. Le lavoratrici, i lavoratori e i professionisti attendono risposte da otto anni per quanto riguarda la sanità privata e da oltre tredici anni nelle Rsa e Case di Riposo. Non c’è più tempo da perdere”.
La Funzione pubblica della Cgil aderisce al flash mob “Luci sulla Palestina: 100 ospedali per Gaza”, promosso dalla rete delle operatrici e degli operatori sanitari #DigiunoGaza e da Sanitari per Gaza, che si svolgerà stasera davanti a circa 230 ospedali su tutto il territorio nazionale per condannare il genocidio in corso e ricordare gli oltre 1.670 operatori sanitari assassinati dai raid di Israele.
Alle ore 21 medici, infermieri e operatori sanitari saranno invitati a partecipare all’accensione in simultanea “di luci, torce, lampade e di qualunque fonte luminosa” davanti agli ospedali. “Siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria che tocca nel profondo le nostre coscienze. Bisogna agire”.
La Funzione pubblica della Cgil, inoltre, partecipa allo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata di domani, 3 ottobre, ai sensi dell’art.2, comma 7, della legge n.146/90” promosso dalla Cgil “in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza”.
Fp Cgil parteciperà anche alla manifestazione prevista a Roma il 25 ottobre, promossa dalla Cgil in vista della legge di bilancio, “per aumentare salari e pensioni, per dire NO al riarmo, per investire su sanità e scuola, per dire NO alla precarietà, per una vera riforma fiscale”, con concentramento a Piazza della Repubblica alle ore 13:30 e conclusione in Piazza San Giovanni in Laterano.
“Abbiamo oggi portato al tavolo Aran le nostre proposte economiche e normative”: lo dichiara Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN al termine del primo incontro tenutosi presso ARAN per il rinnovo del contratto nazionale di categoria 2022-2024.
“È un contratto che soffre di un finanziamento al di sotto dell’inflazione del triennio, ma le soluzioni per mettere da subito più risorse in busta paga ci sono. Abbiamo proposto di contrattare in questa tornata l’aumento dell’indennità di specificità già finanziato con la precedente legge di bilancio a regime dal 2026, stiamo parlando di circa 180 euro lordi al mese in più che rimarrebbero congelati fino al prossimo contratto. È una possibilità che è prevista dalla legge e che deve solo trovare l’approvazione del MEF”, sottolinea Filippi.
“Siamo poi in fase di discussione della legge di bilancio con la quale chiediamo al Governo di risolvere il problema della sperequazione ancora esistente per i Dirigenti Sanitari e per i Dirigenti delle Professioni Sanitarie su indennità di specificità e di esclusività”, continua.
“Abbiamo poi portato al tavolo proposte normative realizzabili in tempi rapidissimi. Per fare un contratto veloce non è necessario rinunciare alla negoziazione ed alle proposte, noi abbiamo dimostrato apertura a trovare soluzioni, ci aspettiamo la medesima disponibilità dalla controparte”, conclude Filippi.
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