Pubblichiamo la nota di convocazione della prima riunione Comitato Unico di garanzia (CUG)  Decreto del Capo Dipartimento n. 25 del 7 marzo 2024.

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito la nota applicativa per lo straordinario per il personale aeronavigante,  SAPR e re training personale aeroportuale 2024

Pubblichiamo la nota di sollecito del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF con la quale evidenzia nel rispetto della salute e sicurezza del personale  il ritardo dei lavori presso la sede di Molfetta

“Questa mattina nel carcere di Pescara, un detenuto di nazionalità rumena di 26 anni è riuscito ad uscire dal padiglione Reclusione dove era assegnato e ha cercato di dirigersi verso il muro di cinta, ma è stato bloccato dai Poliziotti penitenziari accorsi dopo l’allarme lanciato via radio”.

Lo comunica Gino Ciampa, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria dell’Abruzzo: “Il detenuto, arrivato al secondo cancello che porta ad un’area esterna non detentiva adibita ad altro, e dopo una breve fuga con lo scavalcamento di una tettoia, si è ritrovato sotto al muro di cinta e ha provato ad arrampicarsi tramite le canalette di plastica che coprono i cavi elettrici lungo il muro di cinta che, per sua sfortuna non hanno retto il peso e si sono staccate, permettendo al personale di Polizia Penitenziaria, di raggiungerlo e rimetterlo in sicurezza. Questo, è un ennesimo episodio che solo grazie alla prontezza del poco personale in servizio, il tentativo di evasione non è riuscito”.

“Il carcere di Pescara – continua Ciampa – ha in servizio il 30% dei Poliziotti in meno rispetto a quelli previsti e con un sovraffollamento del 140% con 390 detenuti sui 276 previsti e con una popolazione straniera che è oltre il 33% del totale dei detenuti presenti. Una condizione di oggettiva difficoltà in cui il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a lavorare ogni giorno tra aggressioni, proteste e tentativi di evasione che stavolta non è riuscito solo per il tempestivo intervento del personale”.

Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria è sotto stress per le continue aggressioni e per l’impossibilità di lavorare al meglio. Le finte soluzioni delle celle aperte e della sorveglianza dinamica adottate per evitare sanzioni dalla Corte Edu, non sono più sufficienti a gestire un sistema penitenziario con sempre più detenuti e sempre meno Poliziotti. E’ urgente un impegno del Governo per l’immediata assunzione di almeno 5.000 unità dei “Baschi Azzurri” e per rivedere la pianta organica del Corpo che, dopo i tagli della legge Madia, ha messo in ginocchio la Polizia Penitenziaria impedendo una sufficiente assunzione di Agenti per avvicendare il personale di Polizia che va in pensione ogni anno”.

Pescara, 27 marzo 2024

In questi giorni il personale sta ricevendo le schede obiettivi. In particolare, per quanto riguarda la
vigilanza segnaliamo quelle che sono, a nostro parere, due anomalie: anzitutto ci risulta che
dappertutto gli obiettivi individuali assegnati siano numerici, indicando il numero minimo di pratiche
che ogni ispettore deve fare nel corso dell’anno. Questo determina un primo problema di non poco
conto: cosa succede se l’ispettore/l’ispettrice nel corso dell’anno non è più in grado di realizzare gli
obiettivi individuali assegnati, ad esempio per una lunga malattia o una gravidanza? Rispetto a
questo, non ci risulta siano stati previsti correttivi.
Eppure, in una logica di Processo e di Team (se davvero in INL si ragionasse in una logica di Processi
e Teams) sarebbe molto più razionale assegnare quegli obiettivi non semplicemente al singolo
lavoratore, bensì al processo e/o al team, così da poterli poi successivamente ricalibrare in situazioni
come quelle sopra indicate e considerare l’obiettivo individuale come il contributo che ciascun
lavoratore dà al raggiungimento degli obiettivi del gruppo.

Secondo punto: siamo consapevoli che uno degli obiettivi assunti con l’UE riguardava l’aumento del
numero delle ispezioni e che l’anno scorso la mobilitazione ne ha rallentato il raggiungimento. È
importante ricordare, però, che la mobilitazione e il terzo sciopero nazionale del personale sono stati
prodotti da situazioni non volute dai lavoratori dell’INL, su cui si è intervenuti – in modo parziale –
solo dopo mesi e mesi di lotta.
Oltre a questo, riteniamo anche che non ci si possa limitare ad un aumento sic et simpliciter del
numero delle ispezioni senza considerare altri elementi, quali ad esempio il numero dei lavoratori
coinvolti nell’accertamento o il tipo di violazioni che possono venire in rilievo nel corso dello stesso.
Detto in parole povere: un conto è fare dieci ispezioni in piccoli esercizi commerciali, un altro è fare
una maxi-ispezione a una grande azienda della logistica o di un cantiere edile e alle sue aziende in
subappalto con decine di lavoratori coinvolti. Sono situazioni che non possono e non debbono essere
messe sulle stesso piano. Aggiungiamo un altro elemento: la complessità dell’attività ispettiva è
molto aumentata negli ultimi anni, non solo per gli adempimenti richiesti al personale ispettivo, ma
anche per il tipo di verifiche da effettuare (se davvero si vuol fare tutela e non solo numeri).

Da anni sosteniamo testardamente che la quantità e la qualità delle ispezioni possono andare di pari
passo solo a condizione che la prima non prevalga sulla seconda. Non possiamo tornare schiavi della
logica dei numeri, se questa non garantisce un’effettiva tutela dei lavoratori e se rischia di condurre
l’INL all’irrilevanza sul piano politico-istituzionale. Per questo, riteniamo necessaria un’azione
ispettiva ad ampio raggio, capace di coniugare la presenza sul territorio con visite ispettive più
semplici assieme ad attività più complesse, che richiedono quindi maggiore approfondimento e
tempo, ma portano anche maggiori risultati e un impatto più rilevante.

Non si può pensare di scaricare numeri sui lavoratori, in una situazione in cui – è bene ricordarlo –
non sono state ancora risolte le questioni legate all’appetibilità economica dell’INL, gli ispettori
tecnici neoassunti non sono ancora pienamente in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi
e la dotazione organica è ancora lontana dall’essere ottimale.

Ad impossibilia nemo tenetur, recita un vecchio brocardo: “Nessuno è tenuto a garantire
l’impossibile”. Chiediamo, quindi, che siano posti correttivi alle schede obiettivo, altrimenti non saranno i lavoratori a risponderne.

Aggiungiamo una chicca che sarebbe presente in alcune schede obiettivo e che dimostra la
situazione informatica dell’Ente: tra gli obiettivi individuali assegnati ai singoli lavoratori ci sarebbe
quello di assicurare tempestivamente la fornitura dei dati di vigilanza non gestiti dagli applicativi
dell’INL. Riteniamo che quest’obiettivo debba essere capovolto: non sono i dipendenti a dover
rispondere di questa carenza e a dovervi supplire, ma è l’INL che deve assegnarsi l’obiettivo di non
chiedere più dati ai propri dipendenti entro il 2024, implementando rapidamente i propri applicativi.

Nel frattempo, diamo atto all’Amministrazione che, finalmente, dopo anni di richieste da parte
nostra e dell’intero tavolo sindacale si stanno consegnando i cellulari di servizio a tutti i dipendenti.

Segnaliamo, peraltro, che in alcuni uffici il personale ispettivo neoassunto non risulta ancora
assegnatario di computer per poter lavorare e, soprattutto, restiamo in attesa di sapere quando il
personale verrà dotato di un software per l’elaborazione di buste paga, così da esser messo in
condizione di effettuare i calcoli necessari ai verbali ispettivi, all’emanazione di diffide accertative,
per le conciliazioni e per le ordinanze. Sarebbe ora di risolvere subito anche questo, dopo anni di
attesa: non ci è sempre stato detto che non vi sono problemi di sorta nel bilancio dell’Ente rispetto
all’acquisto di materiale informatico?

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano

Al Segretario generale

Pres. Franco Massi

Al Vice Segretario generale

Cons. Francesco Targia

Alla Dirigente generale Risorse

Umane

Dott.ssa Daniela Greco

e p.c. All’Ufficio Relazioni Sindacali

Al Personale della Corte dei conti

Oggetto: Richiesta urgente avvio contrattazione FRD 2022/2023.

Le scriventi OO.SS. stanno ricevendo pressanti e continue sollecitazioni da parte del Personale perché si giunga il prima possibile alla liquidazione degli emolumenti riguardanti i Fondi 2022 e 2023. Nel ribadire quanto rappresentato nella nota del 13 novembre 2023, si ritiene non più procrastinabile l’avvio della contrattazione su tali temi.

La condizione ritenuta necessaria da parte dell’Amministrazione per l’avvio di questa fase contrattuale era la sottoscrizione dell’ipotesi di CCNI, avvenuta in data 1° marzo u. s., quindi ormai nulla osta a dare corso agli incontri.

Pertanto, si chiede con urgenza la convocazione del tavolo negoziale sulla distribuzione del salario accessorio calendarizzando anche altri importanti appuntamenti, come il confronto sulle progressioni verticali, la cui scadenza per l’esplicazione della procedura è fissata, da CCNL, al 31 dicembre 2024, la sottoscrizione dell’accordo definitivo sui sussidi e sulla polizza sanitaria integrativa.

Confidando nella consueta sensibilità mostrata dalle SS.LL. sulle tematiche riguardanti il benessere del Personale, si porgono cordiali saluti.

S. Di Folco   F. Amidani   U. Cafiero   C. Visca   M. Centorbi

L’indagine sulla soddisfazione dell’utente interno fornisce spunti importanti che l’Amministrazione ha il dovere di considerare, tanto più alla vigilia dell’apertura della contrattazione integrativa, mai come quest’anno centrale nel definire l’INPS che verrà.

A colpire, in particolare, sono i punti di caduta, cioè le aree in cui si registra una minore soddisfazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Le critiche principali ruotano attorno a tre elementi, che da più tempo evidenziamo al tavolo sindacale quali priorità su cui riflettere:

  • crescita professionale;

  • percorsi di formazione;

  • ritmi di lavoro.

Partiamo da qui.

A muovere le colleghe e i colleghi è la leva della responsabilità sociale, intesa come l’importanza di svolgere un ruolo per la collettività. Anni di propaganda mediatica contro i dipendenti pubblici non hanno scalfito o ridotto la passione verso la missione sociale che l’Istituto persegue, la consapevolezza dell’importanza della funzione assolta.

A dispetto di ciò, però, emerge sempre più insistentemente la poca attenzione che l’ente rivolge allo stress correlato alle attività svolte. Non è solo una questione normativa, connessa alla natura di hub emergenziale che tra pandemia ed emergenze climatiche INPS ha assunto. È la definizione di obiettivi “sfidanti”, spesso scissi dalla realtà e dalle problematiche quotidiane che le sedi si trovano costrette ad affrontare, a rappresentare una spada di Damocle.

E, del resto, è un dato emerso anche dalla intranet: mentre l’istituto indagava la conoscenza di pratiche di mindfulness, lavoratrici e lavoratori rappresentavano le difficoltà quotidiane di chi deve fornire un servizio all’utenza, chiedendo nei commenti il superamento di alcune procedure ormai datate e in attesa di definitiva archiviazione (ogni riferimento al SIN è puramente voluto).

La pressione inizia a essere pesante, specie se a ciò si aggiungono alcuni elementi di contesto: una valutazione individuale calata dall’alto, poco razionale come abbiamo notato in un passato recente e comunque univoca; una formazione su cui è necessario investire per promuovere il cambiamento; e, da ultimo, una scarsa attenzione ai percorsi di crescita professionale.

Su questo continueremo a insistere, perché un ente che assume quasi novemila dipendenti in cinque anni non può non ragionare su che cosa vuole costruire nel medio periodo. La non risposta è una risposta, pessima, che lavoratrici e lavoratori non accettano.

A oggi sbattiamo ancora con il tetto del d.l. 75/2017 e con l’impossibilità di attingere alle risorse del fondo stesso per migliorare la situazione economica del personale: ciò vale per le progressioni future, ma anche per l’incentivazione e per la congrua retribuzione delle posizioni organizzative. INPS su questo ha intenzione di fare una battaglia o solo noi, come FP CGIL, dobbiamo segnalare l’enorme criticità che minaccia le politiche di sviluppo dell’ente?

Di più: INPS si ostina a differenziare il lavoro agile dal lavoro in presenza, non riconoscendo il buono pasto, già fin troppo basso, e dunque scoraggiando implicitamente il ricorso allo Smart working. INPS vuole cambiare questa tendenza o, come troppo spesso accade, punta a fare economia?

Sono tutte voci che pesano sul benessere interno: perché se al lavoratore si chiede tanto, forse troppo, e si concede meno, la logica conseguenza è una lenta disaffezione. Vogliamo intervenire per tempo o no?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

il perdurare delle mancate relazioni sindacali da parte dell’Amministrazione hanno indotto il coordinamento Regionale e Provinciale Fp Cgil VVF ad indire lo stato di agitazione

Si è tenuta stamattina la discussione sulla composizione del FRD 2024, che in linea di massima ricalca lo schema dell’anno precedente. Ci sono a disposizione oltre 88 milioni di euro. La posta economica dedicata alle progressioni economiche 2024 sarà di 4,5 milioni di euro perché coprirà – così come vuole la norma – il 49,5% di coloro che, avendo maturato i requisiti, non hanno potuto beneficiare delle progressioni edizione ’23. Abbiamo chiesto il metodo attraverso il quale si è giunti a determinare la nuova platea (precisamente 2003 unità) e ci è stato illustrato con dovizia di particolari. Quanto prima ci dovremo incontrare per procedere alla sottoscrizione dell’ipotesi SE2024, tenendo a mente tutti i punti di caduta contenuti nell’edizione precedente, ancora non conclusa. Per quanto riguarda i progetti di miglioramento dei servizi 2024 ci sono a disposizione 26 milioni di euro, cifra che subirà certamente un incremento a seguito delle economie generate nell’anno finanziario 2023 (al momento non è possibile quantificare le economie perché non sono pervenuti tutti i verbali dalle strutture territoriali). C’è una novità apprezzabile anche rispetto ai progetti da DL 104/2019, ovvero quelli degli Istituti autonomi derivanti da introiti da bigliettazione:
sono precaricati sul fondo oltre 2,7 milioni di euro, il che ci consente di evitare la riassegnazione delle somme e guadagnare parecchi mesi sulla procedura. Ovviamente se dovessero arrivare in conto entrate ulteriori somme il capitolo verrà rimpinguato. Sulla questione delle somme derivanti dal DL 104/2019 è stato fatto un breve approfondimento, in quanto le OO. SS. hanno segnalato la ritrosia – a voler essere gentili – di taluni dirigenti a voler ideare progetti finanziati con tale misura;
alcuni motivano tale scelta dando privilegio all’impiego degli introiti per funzionamento…salvo poi scoprire che le somme assegnate non risultano effettivamente impegnate.
Abbiamo affrontato il tema delle indennità di responsabilità dell’Area Assistenti, il cui finanziamento era stato già previsto nel precedente FRD e che non abbiamo potuto utilizzare in mancanza della disciplina di dettaglio; abbiam pertanto sottolineato l’urgenza di definire con apposito protocollo le figure che beneficeranno di questa previsione contrattuale e ci riuniremo ad aprile sul tema.
Abbiamo approfittato del tavolo per lanciare una proposta, della quale abbiamo chiesto una verifica di fattibilità. Si tratta di riconoscere una specifica indennità per i funzionari delegati che si trovano a gestire Istituti dirigenziali in assenza di titolare. Non ha nulla a che vedere con la Posizione Organizzativa, è un ulteriore elemento economico che crediamo vada corrisposto, a titolo forfettario, per le responsabilità assunte. Si potrebbe considerare come tetto del compenso la quota massima della P.O., che verrebbe corrisposta in relazione ai mesi di effettivo svolgimento dell’incarico. L’Amministrazione studierà la possibilità tecnico-giuridica che si possa procedere in tal senso.
Anche sulle Posizioni Organizzative bisognerà intervenire, a seguito della riorganizzazione avviata e a seguito dei nuovi connotati. Abbiamo la necessità di tutelare chi finora è stato beneficiario dell’incarico e la necessità di ampliare – posteriormente alla mobilità che si renderà necessaria ad accogliere il personale proveniente dagli Istituti colpiti dalla riforma – il numero di posizioni attualmente disponibili per singolo Centro di Responsabilità Amministrativa.
Progressioni verticali: su questo tema è stata ribadita l’esiguità delle risorse che il CCNL mette a disposizione ed è stata ribadita la necessità che il vertice politico si adoperi per il reperimento di fondi ulteriori (a fronte di 3,5 milioni di euro disponibili ne servirebbero almeno altri 4, per arrivare a 7,5 milioni e consentire uno spostamento apprezzabile). Il vertice politico ha formalizzato che c’è l’intenzione di procedere in tal senso ed è senz’altro una buona notizia, che andrà però concretizzata.
Dopo la discussione sul Fondo si è passati alle altre materie. A seguito di diverse segnalazioni dal territorio abbiamo proposto di modificare l’accordo sul casierato, poiché la quasi totalità dei bandi va deserta per via dei requisiti talvolta troppo stringenti per potervi partecipare. Ci viene rappresentato che i più interessati sono i neoassunti, magari provenienti da altre regioni, che però non possiedono il requisito dei tre anni di ruolo; abbiamo, quindi, chiesto di poter discutere in merito all’eliminazione di tale requisito o, in alternativa, di ridurlo per consentire il matching fra domanda e offerta.
C’è moltissimo interesse, comprensibilmente, sull’esito della mobilità nazionale. Oggi
l’Amministrazione ha dichiarato che con molta probabilità uscirà la circolare entro questa
settimana; aspettiamocela, dunque, per venerdì, salvo imprevisti.
Anche sull’esito delle progressioni economiche 2023 abbiamo fatto domande: si sta procedendo
alla formazione delle commissioni, anche se esistono alcune difficoltà legate alle disponibilità a
farne parte (stante anche il potenziale conflitto di interessi derivante dal fatto che molti funzionari
partecipano alle progressioni), quindi le operazioni di controllo vere e proprie ancora non sono
cominciate.
Situazione dei buoni pasto lotto Basilicata e Puglia. Sono state segnalate le criticità pervenute dal
territorio e ci è stata data un’illustrazione esauriente della situazione. In linea generale ci sono stati
ritardi da parte di Consip nella sottoscrizione di un accordo quadro, atteso per marzo 2023 e invece
formalizzato nel novembre dello scorso anno, con tutto quello che si può immaginare in termini di ritardo nelle procedure. A ciò si aggiunga che Consip ha pubblicato un alert su Edenred, che ha provocato una comprensibile preoccupazione nella DG Bilancio, la quale ha stabilito di procedere
con cautela assegnando le somme di due mensilità (luglio e agosto 2023) a 10 Istituti su 22 richiedenti; questo accadeva a ieri. Nella serata di ieri è giunta una nuova nota di Consip che garantiva la spendibilità di quei buoni sul territorio, pertanto la DG Bilancio ha stabilito di proseguire e saldare a tutti i 22 Istituti le somme relative agli 8 mesi rimasti in sospeso; le autorizzazioni agli Istituti arriveranno la prossima settimana e nessuno perderà nulla.
Rispetto agli incentivi tecnici ex Merloni l’Amministrazione sta lavorando l’ultimo bimestre 2022, per cui ci attendiamo quanto prima una convocazione per le formalità di rito. In conclusione, l’Amministrazione spera di poter procedere allo scorrimento graduatoria idonei concorso 1052 AFAV entro questa estate, cominciando le assegnazioni dalle sedi che ad oggi risultano non opzionate. Vi terremo aggiornati nelle prossime settimane.

FP CGIL MIC
V. Giunta

UILPA MIC
F. Trastulli

Roma, 25 mar – “Da oggi non è più necessaria la denuncia per le aggressioni subite dal personale sanitario e sociosanitario, sarà possibile quindi procedere anche d’ufficio a prescindere dalla gravità della lesione. Bene, però non possono essere solo le modifiche al Codice penale la soluzione per il contrasto alla violenza sugli operatori. Per la Fp Cgil la priorità è tutelare il personale e prevenire le aggressioni sia fisiche che verbali. Occorre andare avanti sulla strada della prevenzione, istituendo in tutti i luoghi di lavoro il Registro dei mancati infortuni, applicando quanto previsto dalla Raccomandazione n.8-2007 del Ministero della Salute e quanto suggerito dall’attività di monitoraggio realizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS)”. Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“E’ importante ricordare – si osserva – che sono stati ben 16 mila gli episodi di aggressione al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e 18 mila le operatrici e gli operatori coinvolti, secondo quanto emerge dalla relazione sul 2023 dell’Osservatorio. La professione più colpita è quella infermieristica, seguita dai medici e dagli operatori socio-sanitari. Due terzi delle persone aggredite sono donne. Gli ambienti più rischiosi risultano essere i Pronto Soccorso, le Aree di Degenza, i servizi psichiatrici e gli ambulatori. I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% di parenti. Il 68% delle aggressioni è di tipo verbale, il 26% fisico e il 6% contro beni di proprietà”, conclude la nota.

Pubblichiamo la nota del Coordinamento provinciale Fp Cgil VVF con la quale sollecita l’Amministrazione nel rispetto della salute e la sicurezza delle donne e degli uomini del Corpo a provvedere a risolvere le criticità in merito le pulizie negli ambienti di lavoro

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil PA VVF con la quale evidenziano la necessità di verifiche sulla salubrità delle sedi di lavoro nel rispetto delle donne e degli uomini del Corpo

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