Il numero di idonei ai concorsi pubblici alla data del 2018 (ultimo dato disponibile) ammontava a circa 150mila unità. Ma la legge di Bilancio 2020 ha stabilito che si potessero prendere in considerazione solo i concorsi svolti non prima del 2011, quasi dimezzando il bacino di idonei cui attingere per assumere nei servizi pubblici. Si è infatti passati dai precedenti 150mila a circa 80mila idonei.
Il nuovo sistema delle scadenze delle graduatorie
Il Governo ha inoltre stabilito una data di scadenza progressiva per queste graduatorie. Quelle relative al 2011 sono praticamente in scadenza, avendo validità fino al 30 marzo 2020, con obbligo di frequenza per gli idonei a corsi di formazione e aggiornamento e al superamento di un esame-colloquio di idoneità. A seguire, le graduatorie approvate tra il 2012 e il 2017 avranno validità fino al 30 settembre 2020, senza condizioni specifiche per gli idonei. Infine le graduatorie approvate tra il 2018 e il 2019 saranno valide per i successivi 3 anni.
Nodo da dirimere: la presunta assenza del diritto
Si fa appello, inoltre, ad una fantomatica “assenza di diritto” all’assunzione, da parte dell’idoneo non vincitore che, al massimo, può avanzare “un’aspettativa o un legittimo interesse” (ma non un diritto).
A tal riguardo, si dimentica con una certa facilità che la legge 125/2013, al contrario, riconosce un vero e proprio diritto all’idoneo di graduatorie e pone il divieto all’avvio di nuove procedure concorsuali per profili simili se presenti in graduatorie vigenti di vincitori o idonei.
I mostri giuridici: gli idonei nel limbo del precariato
Purtroppo l’assenza di visione politica ha prodotto dei mostri giuridici che difficilmente si è riusciti a sistemare. Si pensi alla situazione dei vincitori e idonei precarizzati, ovvero coloro che pur inseriti in graduatorie per assunzioni a tempo indeterminato, sono stati assunti a tempo determinato e, per mancanza di proroga, hanno visto scadere la propria graduatoria perdendo il diritto ad essere assunti a tempo indeterminato.
Le nostre soluzioni
Comparando i due dati storici (gli idonei al 2018 e le carenze di organico nella Pa) si ha la reale portata del danno causato alla tenuta del sistema dei servizi pubblici, per mano di scelte politiche scellerate e prive di qualsiasi logica.
Da anni si sta cercando di accentrare tutte le procedure concorsuali all’interno di un unico soggetto (RIPAM – Formez) al fine di avviare una campagna concorsuale in grado di operare un radicale ricambio generazionale all’interno delle pubbliche amministrazioni.
Tuttavia, nonostante l’evidente ostilità da parte della politica a voler recuperare le graduatorie scadute, noi abbiamo voluto ugualmente ipotizzare delle soluzioni per ripristinare un bacino di persone cui poter attingere rapidamente per far fronte all’emergenza dell’esodo della Pa e degli uffici svuotati.
Il Censimento di vincitori e idonei disponibili
Oltre alla proroga retroattiva di tutte le graduatorie vigenti al 31 dicembre 2018, secondo noi doverosa e risolutiva, abbiamo pensato ad un vero e proprio Censimento di tutti i vincitori e idonei ancora interessati, mediante l’apertura – da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica – di un interpello nazionale, con domanda online (che contenga l’indicazione dei dati del soggetto, della graduatoria di appartenenza, qualifica e professionalità oggetto del concorso e contestuale dichiarazione di immediata disponibilità).
Si potrebbe poi procedere ad assorbire i vincitori e gli idonei rilevati con l’interpello, in un apposito portale web, trasparente e visibile a tutti i cittadini.
Sia chiaro, il ripristino, la proroga e l’esaurimento delle graduatorie concorsuali (vigenti e scadute) sarebbero solamente un piccolissimo sostegno all’emorragia di personale pubblico. Un sostegno, per altro, che permetterebbe di risparmiare risorse. Cosa che, in un periodo di forte crisi, non è mai argomento secondario.
Pubblichiamo la nota di convocazione della Direzione Centrale per la Formazione, in video conferenza, per trattare l’argomento Albo Formatori
Al Segretario generale
Al Vice Segretario generale
Al Cons. Sergio Gasparrini
Al Dirigente generale Risorse Umane
e, p.c.
Al Presidente della Corte dei conti
Al Personale della Corte dei conti
Al Servizio Relazioni Sindacali
LORO SEDI
Oggetto: Ripresa Contrattazione FRD 2019 e Procedure PEO 2020.
Le scriventi OO.SS. esprimono un forte disappunto per l’inerzia dell’Amministrazione nel
riavviare il tavolo negoziale, fermo al 20 novembre u.s., per la definizione dell’Ipotesi di
Accordo per la ripartizione del Fondo Risorse Decentrate 2019, finalizzato a
remunerare le attività svolte, ben due anni fa, dal personale della Corte dei conti.
Un ritardo incomprensibile, anche in considerazione delle proposte di modifica inviate dalle
scriventi OO.SS. in data 26 novembre 2020, senza ricevere alcun riscontro.
In questo tempo di emergenza sanitaria, sociale ed economica, questo ritardo non ce lo
possiamo assolutamente più permettere! Pertanto, le scriventi OO.SS. chiedono
l’immediata ripresa della Contrattazione, al fine di dare risposte concrete ai bisogni
economici del personale.
Inoltre, il personale è ancora in attesa di ricevere il saldo dei residui del Fondo 2018, che
andrebbe, pertanto, liquidato al più presto.
Per quanto riguarda le Progressioni Economiche Orizzontali 2020, ed in particolare con
riferimento alle procedure disciplinate dalla circolare n. 7 del 4 febbraio u.s., le scriventi
OO.SS., nel prendere atto delle “finestre” temporali individuate dall’Amministrazione per
l’espletamento in sicurezza della prova di esame “(la prima nell’ultima decade di Maggio e la
seconda nell’ultima decade di Giugno pp.vv.)”, ribadiscono la necessità di dare maggiore
certezza al personale interessato, sia in termini di realizzazione delle legittime
aspettative professionali ed economiche, che di tutela della sicurezza e della salute. A tal
riguardo, chiedono l’impegno all’Amministrazione ad adoperarsi fin da subito affinché le prove
di esame previste dall’Accordo sottoscritto in data 24 settembre 2020, possano essere
anche svolte in modalità telematica da remoto entro maggio 2021, così come previsto dall’art. 1, comma 10, lettera z) del dPCM del 14 gennaio 2021, laddove l’evoluzione epidemiologica non consentisse l’espletamento in sicurezza delle prove in presenza. A titolo di esemplificazione si allega la modifica del bando per l’attuazione del Progetto RIPAM.
Mentre, una selezione su base curriculare potrebbe essere presa in considerazione solo se la sottoscrizione di un nuovo accordo nel 2021, rispetto a quanto già sottoscritto nel 2020, non comportasse rischi per la realizzazione delle Progressioni Economiche Orizzontali 2020, con decorrenza economica 1° gennaio 2020 e, allo stesso tempo, non comportasse la variazione della ripartizione dei punteggi tra le categorie che concorrono alla formazione della graduatoria, affinché il sistema di valutazione, disarmonico nella sua applicazione sul territorio nazionale, non danneggi il personale che ne ha subito gli squilibri. Inoltre, la previsione della sessione malati, in tempo di pandemia, è assolutamente necessaria ed indispensabile.
Il vincolo del 50% degli aventi diritto alla riqualificazione, non consente di far slittare di un solo anno il percorso di riqualificazione avviato nel 2019 in favore del personale della Corte dei conti.
Queste OO. SS., a fronte di quanto detto, ribadiscono e sottolineano l’esigenza di porre mano al sistema di valutazione, così come sottoscritto nella dichiarazione congiunta del FRD 2018.
Riguardo alla liquidazione dei Sussidi, le scriventi chiedono di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori della Commissione competente, al fine di dare risposte concrete ai bisogni urgenti del personale.
Infine, queste OO.SS. sono pronte fin da subito ad aprire un tavolo negoziale con l’Amministrazione sulle risorse destinate a remunerare le prestazioni di lavoro straordinario non utilizzate nel corso del 2020, nonché sui risparmi derivanti dai buoni pasto non erogati nel medesimo esercizio, previa certificazione da parte dei competenti organi di controllo, per finanziare, nell’ambito della contrattazione integrativa relativa al 2021, i trattamenti economici accessori correlati alla performance e alle condizioni di lavoro, ovvero agli istituti del welfare integrativo, così come previsto dalla legge di bilancio del 2021.
Cordiali saluti.
Susanna Di Folco Alessandro Guarente Fernanda Amidani
Pubblichiamo la richiesta di sospensione della nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito al mantenimento e re-training inviata alle Direzioni /Comandi
PROGRESSIONI VERTICALI: SIAMO ALL’ULTIMO MIGLIO
Venerdì scorso il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, in seduta straordinaria, ha deliberato, dopo il nulla-osta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che faceva seguito al via libera da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica e del MEF, l’approvazione definitiva del Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2020/2022 quale atto propedeutico all’approvazione finale, la seduta è fissata per mercoledì 17 febbraio p.v., delle graduatorie relative alle progressioni verticali bandite lo scorso mese di agosto.
La delibera del Consiglio di Amministrazione, essendo intervenuto anteriormente il via libera dei Ministeri vigilanti con le note del 25 gennaio e del 9 febbraio scorso, non necessita di alcuna ulteriore placet ministeriale per cui è da ritenere che la sua trasmissione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali abbia un valore meramente notiziale e non autorizzatorio rispetto ad un atto che gli uffici della Direzione centrale Risorse Umane hanno predisposto da tempo e che solo la burocrazia delle Istituzioni vigilanti, con interpretazioni che alla fine hanno dato ragione alle argomentazioni dell’INPS, ha sino ad oggi ritardato.
Giunge in questo modo a conclusione, con la seduta di mercoledì prossimo, l’iter delle progressioni verticali avviato lo scorso mese di agosto che darà una risposta parziale alle legittime aspettative dei colleghi inseriti nelle relative graduatorie. Infatti, i numeri previsti ed autorizzati dai Ministeri vigilanti, 14 posti per i passaggi verso l’area B e 1.083 (di cui 12 destinati alla sede di Bolzano per i cui dipendenti dovrà essere espletata una apposita selezione) posti per le progressioni verso l’area C, non consentono nell’immediato l’inquadramento nell’area superiore per tutti i colleghi presenti nelle rispettive graduatorie. In particolare, per le progressioni verso l’area C chiediamo sin da adesso all’Amministrazione di attivarsi per predisporre gli atti propedeutici ad una procedura selettiva interna che opportunamente calibrata consenta da un lato agli idonei di poter utilizzare la già conseguita idoneità per il passaggio a C1 e nel contempo di far partecipare tutti coloro che abbiano maturato il requisito di accesso, compresi coloro che non abbiano superato la selezione. Per le progressioni verso l’area B, non essendo previsti nel Piano approvato concorsi per nuove assunzioni in quell’area a causa di una sciagurata scelta politica dell’Istituto risalente alla presidenza del prof. Boeri, scelta da noi contestata a suo tempo in ragione della grave carenza di personale, ad oggi non sono previste ulteriori estensioni, ma noi chiediamo che nel Piano del Fabbisogno 2021-2023 ci sia spazio per prevedere posti in area B. Allo stesso modo resta irrisolto il nodo dei colleghi, rappresentano oltre i 2/3 dell’area B, privi del titolo di studio per l’accesso all’area C per i quali sono auspicabili, in sede di rinnovo del CCNL di comparto, in un quadro normativo esterno da modificare, soluzioni alternative in grado di valorizzare ambiti, es. l’esperienza maturata negli anni e le attività formative svolte, non adeguatamente considerati dal legislatore nell’ordinamento del pubblico impiego.
Roma, 15 febbraio 2021
FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
A seguito dell’incontro in videoconferenza con il Dipartimento pubblichiamo il resoconto unitario Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF sui temi della convocazione
Pubblichiamo la nota di convocazione in videoconferenza del Dipartimento in merito l’aggiornamento sull’emergenza sanitaria in atto
In questi mesi il dibattito ricorrente sui temi della giustizia è stato centrale nel confronto politico ma ha coinvolto poco la comunità del sistema giudiziario. Non è solo questione di procedure ma soprattutto di organizzazione e strumenti a disposizione di un sistema giudiziario che dia coerenza all’esercizio dell’articolo 24 della Costituzione.
Facendo un rapido bilancio sul personale possiamo rilevare alcuni dati indicativi: l’età media dei dipendenti è di 54 anni, la carenza media di organici su tutti gli uffici é del 25%, (in alcune regioni del nord, in particolare in Veneto, per alcuni uffici è del 50%).
Le procure sono supportate dalla Polizia Giudiziaria, uffici giudicanti e Giudici di Pace e stipulano convenzioni con Enti locali ed altri enti per sopperire alle carenze di personale. Nonostante il buon piano assunzionale, frutto del confronto tra amministrazione e sindacato che da anni porta avanti la battaglia per il potenziamento, ad oggi sono stati assunti circa 3.000 dipendenti per arrivare entro il 2023 a più di 8.000, che non riescono a compensare le uscite previste dalla legge Fornero e Quota 100. Paradossalmente si assume di più ma non abbastanza per compensare le uscite. Caso esemplifico è il concorso per 400 direttori: strutturato in modo da agevolare l’ingresso di magistrati onorari e avvocati e personale interno, si sono presentati meno della metà dei candidati. Dei pochi presentati la metà sono stati bocciati, sono passati quasi solo gli interni, una buona parte dei quali andrà in pensione tra pochi anni e difficilmente si sottoporranno a mobilità territoriale. Da poco si è conclusa positivamente una vertenza decennale dei precari della giustizia, ciò non può diventare la regola. Se non interviene un piano di assunzioni straordinario, con questa organizzazione, si rischia la paralisi.
Passando ad alcune proposte di riorganizzazione – ad esempio l’Ufficio del processo, progetto partito nel 2014 – occorre registrare che esso non è mai decollato per mancanza di risorse. Questa innovazione consisteva in una nuova organizzazione che doveva mettere a disposizione dei Giudici e Pm del personale qualificato, che li aiutasse nell’attività di ricerca e studio durante l’istruttoria del processo e nella fase finale, scrivere le bozze delle sentenze.
È necessario un filtro per la possibilità di appellare, anche questo è legato alla lentezza della durata dei processi.
La giustizia è mal messa anche a livello di strutture, immobili belli e di grande pregio ma inadeguati ad ospitare gli uffici pubblici. Mancano le aule per fare un numero adeguato contestuale di udienze, in più la maggioranza di esse non sono a norma e la pandemia ha messo a nudo tutti i limiti e l’impossibilita di superarli.
Molti palazzi rientrano nel patrimonio artistico e gli interventi sono da concordare con il Ministero dei Beni culturali. Ripensare l’allocazione degli uffici per avere strutture più funzionali è una priorità se vogliamo far funzionare bene ed in sicurezza la giustizia.
Sul capitolo innovazione e digitalizzazione siamo ancora troppo indietro, ancora a macchia di leopardo. Mancano prioritariamente gli strumenti infrastrutturali e materiali ma soprattutto manca la formazione sulle competenze digitali per la riconversione dei processi utilizzando al meglio la dimensione telematica.
Nel settore Penale la digitalizzazione degli atti è ancora in fase sperimentale. Tra i pochi uffici pilota ad oggi si segnalano Le Procure della Repubblica di Milano, Napoli e Genova.
La mancanza di personale da dedicare a tale attività ha aumentato le esternalizzazioni, molte sedi infatti si sono avvalse del supporto di cooperative esterne per avviare il processo di digitalizzazione. Poi, come da prassi, il progetto di implementazione della digitalizzazione non è stato rifinanziato e si è avuto un primo fermo, per ripartire in piena pandemia, con però la difficoltà di dover usare un programma progettato più di 15 anni fa che ha bisogno di essere adeguato.
Come per tutta la Pubblica amministrazione ciò che serve in modo emergenziale è il rafforzamento della rete, che, ad oggi, non regge i flussi di lavorazione appena essi si intensificano. Il parco macchine è obsoleto: computer senza sistema video e microfoni lenti.
Il collegamento da remoto spesso è impossibile, spesso il dipendente non si può collegare sia per la formazione a distanza che per l’udienza o altra attività. Le aule sono attrezzate con mezzi di fortuna, piccole telecamere che consentono la visione del collegamento al giudice e al cancelliere.
Al di là quindi della riforma del diritto e delle sue procedure, le proposte di riforma non possono essere unilaterali, fatte da soggetti che poco conoscono la realtà degli uffici. La comunità giudiziaria va coinvolta tutta. Sugli aspetti organizzativi occorre programmazione, visione e continuità. Progetti anche interessanti dal punto di vista organizzativo ma che durano una stagione non ce li possiamo più permettere. Si sprecano risorse e si perde tempo ed energie preziose, non si crea valore né per il sistema né per i lavoratori.
È necessario un nuovo modulo organizzativo, lo snellimento delle procedure, incentivare la formazione e valorizzare il personale.
Occorre riflettere sulla diarchia imperfetta della doppia dirigenza: dirigente amministrativo e magistrato.
RESOCONTO SUL TAVOLO TECNICO DEDICATO ALLA STABILIZZAZIONE DEI
DISTACCATI
Con la riunione di oggi si è conclusa la discussione sulla prima fase del processo di mobilità
complessivamente inteso. Abbiamo gettato le basi per consolidare la sottoscrizione di un
protocollo sulla stabilizzazione dei distaccati; la formalizzazione vera e propria avverrà
posteriormente al recepimento del DM sugli organici debitamente certificato da parte degli
organi di controllo. Come detto nelle precedenti comunicazioni, il punto di partenza su cui
lavorare è stato il testo della precedente procedura, sul quale sono state innestate proposte
migliorative avanzate dalle parti sociali. Riteniamo di aver svolto un lavoro proficuo ed
efficace soprattutto per aver chiesto di integrare la bozza sottopostaci con ulteriori tutele per
le lavoratrici e i lavoratori, in considerazione non soltanto dell’emergenza Covid (e delle
conseguenti riorganizzazioni degli uffici con l’obiettivo di salvaguardare la salute di tutti) ma
anche della necessaria revisione degli organici, un tema che ineludibilmente interferisce con
la stabilizzazione dei distaccati. A breve procederemo con l’affrontare il tema dei passaggi
orizzontali, ulteriore fase propedeutica alla formulazione del bando di mobilità volontaria
nazionale.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Nolè Di Stefano Trastulli
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito alle candidature per le benemerenze degli eventi emergenzialiin Italia e all’estero, riguardo anni 2019-’20-’21
Pubblichiamo la convocazione e la bozza inviata dalla Direzione Centrale per le Riosorse Finanziarie riguardo l’accordo integrativo nazioanle concernente la distribuzione delle risorse costituite dalle economie di gestione fondo di amministrazione per l’anno 2018
ASSUNZIONI O MORTE!
Il calo del personale all’interno degli uffici si sta facendo drammatico, quando non tragico. Sono diversi gli uffici che devono oramai inventarsi qualunque soluzione, pur di continuare a garantire i servizi.
In un recente comunicato avevamo presentato una serie di proposte tese a rendere più efficienti ed economiche alcune attività, ma prendiamo atto che ad oggi non c’è stata alcuna concreta manifestazione di interesse da parte dell’Amministrazione nel recepirle – ad eccezione dell’accentramento a livello nazionale dei pagamenti degli incentivi al personale ispettivo, che è comunque una goccia nel mare.
Presentiamo, allora, un’altra proposta, sperando di essere più fortunati, stavolta.
Nell’ottobre del 2019 il Ministero della Giustizia avviò una procedura per il reclutamento di 616 operatori giudiziari, inquadrati in area seconda F1. Tale procedura è avvenuta avvalendosi della collaborazione dei Centri per l’Impiego di diverse Regioni italiane (che hanno effettuato le selezioni), si è svolta nonostante la situazione pandemica e sta portando quell’Amministrazione ad assumere a tempo pieno e indeterminato centinaia di lavoratori che ora potranno dare una boccata di ossigeno alle loro sedi. Considerata la carenza di personale di seconda area in parecchie sedi, perché non provare ad attivare in tempi rapidi una strada simile?
A gennaio 2021 l’INL aveva in servizio 4.425 dipendenti, perdendone quasi 400 rispetto al 2020. Di questo passo, senza ulteriori assunzioni, nel 2022 l’INL scenderà sotto le 4.000 unità e potrebbe non essere più in grado di svolgere le proprie attività in diversi territori, soprattutto nelle sedi più piccole.
Quello che lanciamo è un vero e proprio grido di allarme all’Amministrazione, perché si attivi in modo proficuo e garantisca ciò di cui ora c’è estrema urgenza: personale per poter continuare a garantire i servizi.
A meno che non si voglia che INL non li garantisca più.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano