ESITO CONTRATTAZIONE FRD 2019 – SUSSIDI 2020
Si è svolta il 20 novembre u.s., in videoconferenza, la contrattazione sul Fondo risorse
decentrate 2019 e sui Sussidi 2020. Riportiamo qui di seguito i punti salienti.
FONDO RISORSE DECENTRATE 2019
Abbiamo sicuramente apprezzato l’aumento del 37% del Fondo, che, rispetto al
2018 e al netto delle risorse utilizzate per finanziare le PEO 2019, vede un incremento
di circa € 1.680.000, per un totale di risorse disponibili da ripartire del FRD 2019
pari a € 6.206.077,39.
Nella disamina della Proposta dell’Amministrazione abbiamo valutato positivamente
l’aumento dello stanziamento per la Performance Organizzativa (€ 1.100 circa),
quello per la Performance Individuale (€ 700), nonché quello della Performance
Individuale Maggiorata (€ 1.400) che è ora destinata al 50% del personale.
Ma a fronte di un aumento medio del 37% del Fondo abbiamo potuto constatare che
le risorse non sono state distribuite equamente a tutti gli istituti previsti.
Per questa ragione FP CGIL, CISL FP e UIL PA, hanno presentato una Proposta
Unitaria di modifiche da apportare alla Proposta dell’Amministrazione.
SUSSIDI
L’Amministrazione ha presentato una Proposta rivolta a coprire con nuove risorse
(700mila euro), rispetto a quelle già stanziate per i Sussidi, l’integrazione su base
volontaria della Polizza Sanitaria, attualmente a disposizione di tutto il personale in
servizio presso l’Istituto. Le scriventi Organizzazioni Sindacali si sono espresse
favorevolmente, pur riservandosi di fare un ulteriore approfondimento sulla
differenziazione del contributo in base alle fasce di ISEE.
L’Amministrazione si è riservata di acquisire informazioni circa il numero di dipendenti che
hanno aderito all’integrazione e i relativi dati ISEE.
PEO 2020
Al termine dell’incontro, su espressa richiesta delle scriventi OO.SS., è stata
analizzata la problematica riguardante la fattibilità delle prove selettive in presenza
delle PEO 2020, vista la recrudescenza dell’emergenza pandemica nel nostro Paese,
soprattutto al fine di fornire giusta informativa al personale interessato.
L’Amministrazione ha comunicato che, a legislazione vigente, le prove selettive restano
fissate per la seconda decade di dicembre 2020. Le scriventi OO.SS. hanno
ribadito la necessità di salvaguardare le legittime aspettative di riqualificazione
del Personale della Corte dei conti, anche attraverso la previsione di prove
telematiche da remoto o di una selezione su base curriculare.
Alla fine dell’incontro, FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno chiesto la liquidazione dei
residui del FRD 2018 in tempi rapidi.
Vi terremo informati sugli sviluppi della Contrattazione.
Susanna Di Folco Alessandro Guarente Fernanda Amidani
Pubblichiamo la nota dell’Ufficio di Coordinamento delle Attività Sanitarie e di Medicina Legale in merito ai test diagnostici rapidi, sul loro utilizzo e la loro applicazione sul personale del CNVVF per l’emergenza sanitaria in atto
E’ stato finalmente definito il nuovo Protocollo sull’emergenza sanitaria.
Ma è opportuno chiarire che negli incontri precedenti FP CGIL CISL FP e UIL PA non avevano condiviso il testo proposto dall’A.D. sia perché rappresentava un arretramento in tema di prevenzione del contagio, sia per il persistere di violazioni delle norme in tema di igiene e sicurezza da parte di responsabili di Enti per i quali si riteneva necessario introdurre misure sanzionatorie.
Era peraltro necessario, in via preliminare, sciogliere un nodo politico: da un lato il tentativo della delegazione pubblica di applicare le norme, i provvedimenti e le direttive di Governo e P.A. interpretandole in maniera assolutamente restrittiva e, dall’altro, il sindacato confederale che reclamava spazi di tutela attraverso interpretazioni conformi alla norma ma flessibili, con attenzione alle responsabilità e alle diffuse inadempienze.
Nella riunione dello scorso 25 novembre, in particolare, a seguito di un confronto acceso e con toni a volte aspri con parte della delegazione pubblica del Ministero, sono state accolte le proposte avanzate da FP CGIL CISL FP e UIL PA che consentiranno di sottoscrivere nelle prossime ore l’accordo i cui punti salienti sono di seguito riportati:
– il lavoro agile si applicherà anche alle professioni tecniche, attraverso l’avvio di progetti e programmi di formazione, tenuto anche conto dell’assenza delle condizioni di igiene e sicurezza;
– il lavoro agile è obbligatorio e continuativo per i soggetti fragili, per i lavoratori delle c.d. zone rosse non impiegati in attività indifferibili, per i dipendenti disabili ai sensi della legge 104/92 art 3 comma 3 o che siano conviventi con familiari con la medesima disabilità, per i dipendenti immunodepressi o conviventi con persone immunodepresse, per i genitori di figli in quarantena per contatto scolastico ai sensi dell’art 21-bis del dl 104/92;
– al di fuori dei casi precedenti i criteri di priorità per il lavoro agile dovranno tener conto delle condizioni di salute del dipendente e dei familiari, della presenza nel nucleo familiare di figli minori di 14 anni , della distanza tra luogo di lavoro e residenza e del mezzo di trasporto usato;
– il ricorso da una flessibilità straordinaria all’ingresso e all’uscita dai luoghi di lavoro;
– l’avvio di una trattativa vera in tema di istituti giuridici ed economici, compreso il buono pasto, ai lavoratori in lavoro agile;
– l’impegno a valutare l’esigenza che abbiamo più volte prospettato di avviare lo screening epidemiologico per tutti i lavoratori nelle strutture sanitarie della Difesa.
Ma è soprattutto il ruolo delle rappresentanze sindacali di ogni singolo posto di lavoro ad essere valorizzato nel protocollo, costituendo lo strumento con cui realizzare la difesa dei diritti e della salute e sicurezza dei lavoratori.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Francesco Quinti Massimo Ferri Sandro Colombi
Roberto De Cesaris Franco Volpi
Dice Serena Sorrentino, segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, che non è una questione di soldi. O meglio. Lo è, ma non nei termini in cui è attualmente orientata la narrazione sullo sciopero indetto per il 9 dicembre. Uno sciopero sul quale molto si polemizza. E non solo Tito Boeri e Roberto Perotti, spessissimo critici nei confronti dei sindacati, che su Repubblica hanno scritto un pezzo molto duro; ma anche figure come Romano Prodi, o Pierluigi Castagnetti, si sono espressi in modo critico…
Roma, li 26 novembre 2020
Al Capo D.A.P.
pres. Bernardo PETRALIA
Roma
Al Vice Capo D.A.P.
cons. Roberto TARTAGLIA
Roma
Al D.G.P.R. – D.A.P.
dott. Massimo PARISI
Roma
E, p.c.
Alla Direttrice U.R.S. – D.A.P.
dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma
Oggetto: emergenza sanitaria COVID 19 – Piantonamenti di detenuti abbisognevoli di cure
ospedaliere. RICHIESTA INTERVENTO.
Egregio Direttore Generale,
a seguito di discussioni del Protocollo Quadro per la Prevenzione e la Sicurezza nei luoghi di lavoro, in ordine all’emergenza sanitaria, tra le Parti Sociali ed i Provveditorati Regionali, sono emerse criticità afferenti i servizi traduzioni di detenuti affetti da COVID, in ambienti ospedalieri per situazioni urgenti ex art 17 O.P. ed in particolare per il conseguente loro piantonamento.
Orbene, sui vari territori, la questione viene affrontata in modo non uniforme e del tutto improvvisato, con situazioni che vanno dal divieto di accesso delle scorte ai reparti ospedalieri, all’accesso ed espletamento del servizio da parte delle scorte in reparti o ambienti COVID con situazioni estreme di rischio biologico.
A questo si aggiunge una discutibile inidoneità dei mezzi dell’Amministrazione utilizzati per le traduzioni verso le surriferite strutture, con i noti ed apodittici limiti strutturali e logistici.
Posto quanto sopra, questa O.S. ritiene indispensabile chiederLe di definire disposizioni univoche sul territorio, che coniugano le esigenze di sicurezza del personale ed il servizio in discussione, a salvaguardia e tutela dei lavoratori e delle esigenze istituzionali di cui trattasi, affinchè vengano avviate minuziose attività sinergiche con le Auotorità giudiziarie e sanitarie.
Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria
Certi di un Suo interessamento, restiamo in attesa di riscontro ed inviano distinti saluti.
Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI
Pubblichiamo la nota di richiesta inviata all’Amministrazione in merito alla mobilità per Capo Reparto e Capo Squadra per il settore specialista nautico di coperta e di macchina e quello sommozzatore
BUONI PASTO: RICONOSCERLI E’ POSSIBILE
Ieri mattina sul quotidiano “La Repubblica” è apparso un interessante articolo – che vi alleghiamo – dal titolo significativo: ”La babele dei buoni pasto. Negli uffici pubblici c’è chi li toglie e chi no”. Nel pezzo, la giornalista faceva il punto della situazione sulle varie Amministrazioni che stanno erogando i buoni pasto in questo periodo e il quadro è di totale confusione, tra Amministrazioni che li erogano e Amministrazioni che non li erogano più.
Questo procedere in ordine sparso da parte delle varie Amministrazioni Pubbliche, potrebbe dipendere da un parere del Dipartimento della Funzione Pubblica che, lo scorso 28 agosto, nel rispondere a un’Amministrazione che chiedeva lumi sul riconoscimento dei buoni pasto precisava: ”Il riconoscimento dei buoni pasto, in assenza di specifiche previsioni ostative rinvenibili nella disciplina normativa e contrattuale vigente, rappresenta una decisione rimessa esclusivamente alle autonome scelte organizzative e gestionali di ciascuna amministrazione ed alle conseguenti misure intraprese per garantirne l’osservanza”.
In sostanza, come avevamo già evidenziato all’Amministrazione nel corso degli incontri passati, il Dipartimento della Funzione Pubblica lascia alle singole Amministrazioni la scelta se riconoscere o meno i buoni pasto ai propri dipendenti.
Proprio alla luce di questo, torniamo a chiedere all’Amministrazione
di valersi di questa autonomia riconosciuta dall’autorevole parere del DFP, tornando a riconoscere i buoni pasto ai propri dipendenti, in un momento in cui i lavoratori sono sostanzialmente costretti a lavorare da remoto per ragioni di salute pubblica.
FP CGIL
Matteo Ariano
CISL FP
Michele Cavo
UIL PA
Bruno Di Cuia
OPI: FORMAZIONE E INFORMATICA
L’amministrazione ha presentato un documento in merito a “La funzione Formazione e sviluppo risorse umane” che mira a adeguare la circolare n. 143 del 2002 alla luce dell’evoluzione intercorsa in questi anni in diversi ambiti: normativo, mondo del lavoro, tecnologia e modelli organizzativi.
Inoltre, con il CCNL 2016/2018 la formazione assume un ruolo strategico anche per i percorsi professionali e di carriera delle lavoratrici e dei lavoratori, per questo abbiamo chiesto innanzitutto la declinazione delle pari opportunità all’accesso alla formazione a garanzia di tutti i dipendenti. Consapevoli dell’importanza della formazione anche per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali e per il benessere organizzativo, abbiamo sottolineato l’importanza dalla rilevazione dei fabbisogni, la necessità di affiancare la mappatura delle competenze con la mappatura dei processi e prevedere una verifica sull’efficacia della formazione.
In questo periodo di emergenza, la formazione si è svolta con modalità nuove raggiungendo un numero consistente di personale; questa esperienza significativa ha orientato l’amministrazione ad abbandonare il ricorso ai referenti territoriali per la cosiddetta formazione a cascata, per arrivare direttamente ai discenti con la formazione a distanza, che comporta di per sé la riduzione degli ambiti per la formazione d’aula. Noi abbiamo chiesto di prevedere tale modalità per la formazione al ruolo e di non escluderla totalmente per le necessità formative in merito alle attività lavorative. Inoltre, abbiamo chiesto di prevedere l’indennità di docenza per la formazione on the job, richiesta su cui l’amministrazione si è riservata una verifica.
In relazione all’informativa sull’istituzione di nuovi n. 8 Progetti ad alto contenuto tecnologico nella DCTII, consapevoli dell’importanza fondamentale dell’informatica quale strumento centrale dei processi di lavoro dell’Istituto e per le sfide innovative da affrontare, prendendo atto altresì che finalmente l’Istituto si muove nell’ottica di riappropriarsi della totale gestione dell’informatica, ed essendo l’OPI un tavolo tecnico, ci saremmo aspettati un documento più articolato e dettagliato sui singoli progetti per poter discutere nel merito e non solo del numero dei progetti. Quindi non avendo alcuna preclusione sull’argomento, abbiamo chiesto un approfondimento nel merito dei progetti, e di non anticipare discussioni sulla rivisitazione delle P.O., con impegni di spesa importanti a carico del Fondo di Ente, e non ancora condivisi dal tavolo politico.
FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano
AL MIBACT
Sig. Capo di Gabinetto
dr. Lorenzo Casini
Sig. Segretario Generale
Dr. Salvo Nastasi
Sig. D.G. Organizzazione
Dr.ssa Marina Giuseppone
Sig. Dirigente
Servizio II Relazioni Sindacali
Dr. ssa Sara Conversano
Loro sedi
Oggetto: Osservazioni agli schemi di rimodulazione assegnazione degli organici a parziale
modifica del DM 2016.
Con riferimento all’oggetto la FP CGIL, nel prendere atto della proposta di modifica avanzata dall’amministrazione, che interviene unicamente sulle strutture oggetto di nuova istituzione o che hanno avuto un ampliamento delle competenze, esprime le seguenti considerazioni:
L’ipotesi di revisione presentata si presenta sostanzialmente come un restyling del DM 2016 e non incide sulla generale esigenza di una rimodulazione complessiva dei fabbisogni professionali. Tale scelta, che sembra imposta dalle necessità imposte dalla ristrettezza dei tempi e dai ritardi che ha registrato la trattazione di questa delicata materia, rappresenta, a parere della scrivente O.S., una occasione persa, tenendo conto delle necessità organizzative che l’istituzione di nuove autonomie museali e la complessizzazione delle competenze attribuite alle altre, sia per effetto degli scorpori delle SABAP operate sul territorio che a seguito della previsione di nuovi carichi di lavoro per alcune strutture centrali e nuovi Istituti a rilevanza nazionale.
Dal punto di vista del metodo adottato dalla Commissione allo scopo istituita si è apprezzata l’operazione di revisione delle dotazioni organiche che ha modificato gli equilibri numerici all’interno delle aree, incrementando la previsione delle aree seconda e terza senza determinare soprannumeri nell’area prima. Si ritiene al riguardo che occorre procedere in questa direzione rispetto all’ineludibile revisione del fabbisogno professionale complessivo in un contesto funzionale che preveda la revisione dei profili professionali e la riqualificazione dei lavoratori attualmente presenti negli organici tramite i passaggi orizzontali e verticali.
Si è molto meno apprezzato il mancato coinvolgimento preventivo alla formulazione della proposta dei Dirigenti nei territori interessati direttamente dai processi di riorganizzazione e questo si è riverberato molto nei casi di scorporo dei vecchi Uffici, come è avvenuto per alcune SABAP, dove arrivano segnalazioni di ripartizioni che non rispetterebbero gli effettivi carichi di lavoro che andranno a ricadere sulle strutture neo istituite. A tal fine, in allegato queste osservazioni, si produrranno delle proposte di modifica che riguardano alcune delle strutture interessate e che si è ritenuto di mantenere il più possibile nell’ambito dei vincoli numerici dati a livello complessivo.
Pertanto, in conclusione, non si può che ribadire il giudizio critico su una riorganizzazione complessiva del Ministero sempre più orientata sui processi di valorizzazione a discapito di quelli che riguardano la tutela e la conservazione del nostro patrimonio culturale. In riferimento ai vincoli relativi al contenimento del costo del lavoro entro i limiti definiti dal DPCM 171/2014 si ritiene che gli stessi andrebbero superati con una norma che recuperi almeno parte delle posizioni in organico perse in quella occasione, senza alcun beneficio per le casse dello stato in quanto posti vacanti, al fine di corrispondere effettivamente al fabbisogno professionale derivante dalla proliferazione di Uffici la cui strutturazione è particolarmente complessa.
Distinti saluti
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale
Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione
p.c.
Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto
p.c. Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria
Il 15 luglio scorso le scriventi organizzazioni sindacali hanno sottoscritto con codesta Amministrazione un importante accordo recante i nuovi criteri di mobilità del personale giudiziario.
Tra le principali novità dell’accordo vi è la nuova disciplina dell’istituto dell’applicazione contenuta negli articoli 20 e 21 dell’accordo. La ratio di tali norme, ed in particolare dell’art 20 (“Applicazione temporanea disposta dall’Amministrazione”), è quella di consentire la mobilità temporanea distrettuale evitando gli abusi posti in essere in passato dai Capi di Corte. Tale finalità è perseguita in particolare attraverso il coinvolgimento nella procedura sia delle organizzazioni sindacali, specie a livello territoriale, sia dell’Amministrazione Centrale chiamata ad assumersi la responsabilità di rilasciare il nulla osta alle applicazioni previa verifica della sussistenza dei presupposti previsti dalla norma: scopertura di organico superiore al 35% ovvero casi eccezionali debitamente documentati tali da cagionare gravissimo pregiudizio allo svolgimento dell’attività giudiziaria in virtù della pendenza di uno o più procedimenti, la cui natura straordinaria è riconosciuta dalla Direzione Generale del personale e della formazione.
Orbene, nonostante le cautele previste dalla norma, le scriventi organizzazioni sindacali devono purtroppo riscontrare reiterate violazioni della disciplina in materia di applicazione giusta segnalazioni pervenute dalle proprie federazioni territoriali.
Poiché la materia riveste una rilevanza particolare sia perché la stessa coinvolge il diritto alla sede dei lavoratori sia perché, in tempo di Covid-19, i lavoratori applicati sono esposti ad un maggiore rischio di contagio, soprattutto se utilizzano il mezzo pubblico per spostarsi, CGIL CISL e UIL chiedono sin d’ora l’apertura di un confronto ex art. 20 comma 13 dell’accordo (“le Parti convengono di riunirsi con cadenza semestrale, al fine di monitorare e verificare l’applicazione delle disposizioni di cui al presente articolo, previa completa informazione sul punto alle Organizzazioni Sindacali”).
CGIL CISL e UIL, inoltre, per ragioni di sicurezza chiedono il blocco delle applicazioni per tutta la durata della pandemia ed il ricorso al Co-working per sopperire alle esigenze degli uffici che
presentano gravi scoperture di personale. Per gli stessi motivi chiedono altresì la proroga dei distacchi in atto, disposti dall’amministrazione centrale, per tutta la durata della pandemia, nonchè la immediata pubblicazione degli interpelli di assestamento, degli interpelli ordinari nazionali e dell’interpello straordinario riservato ai distaccati ex art. 23 dell’accordo.
CGIL CISL e UIL confidano in un positivo riscontro e porgono distinti saluti.
Roma, 26 novembre 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA
Russo Marra Amoroso
BUONI PASTO: IL CORAGGIO DI OSARE
Questa mattina sul quotidiano “La Repubblica” è apparso un interessante articolo dal titolo significativo: ”La babele dei buoni pasto. Negli uffici pubblici c’è chi li toglie e chi no”. Nel pezzo, la giornalista fa il punto della situazione sulle varie Amministrazioni che stanno erogando i buoni pasto in questo periodo e il quadro è di totale confusione tra Amministrazioni che li erogano, come l’Agenzia delle Dogane e Monopoli e Amministrazioni che non li erogano più, come l’INPS.
Questa confusione nasce da un parere del Dipartimento della Funzione Pubblica che, in data 28 agosto scorso, risponde espressamente, a una Amministrazione ce chiedeva lumi sul riconoscimento dei buoni pasto che: ”Il riconoscimento dei buoni pasto, in assenza di specifiche previsioni ostative rinvenibili nella disciplina normativa e contrattuale vigente, rappresenta una decisione rimessa esclusivamente alle autonome scelte organizzative e gestionali di ciascuna amministrazione ed alle conseguenti misure intraprese per garantirne l’osservanza”.
In sostanza, il Dipartimento della Funzione Pubblica lascia all’autonomia delle singole Amministrazioni la scelta se riconoscere o meno i buoni pasto ai propri dipendenti. Proprio alla luce di questo, torniamo a chiedere all’Amministrazione di valersi di questa autonomia, facendosi forza di questo autorevole parere, e tornare a riconoscere i buoni pasto ai propri dipendenti, in un momento in cui i lavoratori sono sostanzialmente costretti a lavorare da remoto per ragioni di salute pubblica.
Roma, 26 novembre 2020
FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella TREVISANI
CISL FP
Paolo SCILINGUO
CONFSAL-UNSA
Franco VIOLA