Si è tenuto nel pomeriggio del 18 novembre, in modalità video, l’ulteriore incontro con i vertici di Misericordie per il rinnovo del CCNL attualmente fermo al triennio 2010-2012. In occasione del confronto, tenutosi lo scorso 29 ottobre, le OO.SS, pur avendo preso atto delle difficoltà di natura economica denunciate da parte datoriale a causa degli effetti del COVID19 sul tessuto economico-sociale del Paese, hanno comunque manifestato la volontà di arrivare ad un incremento economico sul tabellare che si attestasse sulle percentuali raggiunte per il rinnovo delCCNL ANPAS 2017-19, ovvero il 5,72% su livello economico C3, pari a 85 euro. Ciò al fine di garantire il giusto riconoscimento a quei lavoratori che, anche in periodo di pandemia, hanno continuato ad operare senza mai far mancare il loro supporto e che, così come già avvenuto per tanti altri colleghi del terzo settore, meritano di usufruire dei benefici derivanti dal rinnovo contrattuale. I vertici di Misericordie hanno sì aperto ad un allineamento sul tabellare del contratto ANPAS, a condizione però che tale equiparazione avvenga eliminando alcuni istituti contrattuali, determinando di fatto un rinnovo a “isorisorse”. Le OO.SS. hanno chiesto la formalizzazione della suddetta proposta, al fine di poter consultare le lavoratrici e i lavoratori dell’associazione.
FP CGIL FP CISL UIL FPL
Michele Vannini Franco Berardi Bartolomeo Perna
Comuni: Fp Cgil, proposta Decaro su polizia locale va estesa a servizi educativi e sociali
“Approviamo e sosteniamo la richiesta di Decaro di fare assunzioni in deroga della polizia locale per il periodo di emergenza Covid. I corpi di polizia locale necessitano in questa fase di un rafforzamento, visto il ruolo centrale assunto nell’attività di controllo di questi mesi”. Questo il commento della Fp Cgil in merito alla richiesta di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, aggiungendo che “questa proposta dovrebbe essere estesa ai servizi sociali e ai servizi educativi, oggi tra i più esposti alla pandemia, per potenziarli”.
“È importante – aggiunge la categoria dei servizi pubblici della Cgil – che la proposta di Decaro sia un primo passo nell’ottica di un rafforzamento strutturale dei corpi di polizia locale che deve passare in primo luogo attraverso la ripresa della discussione della riforma della polizia locale che è ferma in Parlamento e attraverso l’inserimento dell’attività della polizia locale tra quelle considerate usuranti”.
“Inoltre – prosegue il sindacato -, questa proposta dovrebbe essere estesa. La crisi occupazionale degli enti locali è gravissima. In dieci anni sono scomparsi quasi 100mila addetti. Ad oggi tutti i settori occupazionali necessitano di un potenziamento, in particolare i servizi educativi e i servizi sociali, attraverso assunzioni semplificate e la stabilizzazione dei precari”, conclude la Fp Cgil.
BUONI PASTO, SUSSIDI E PROGRESSIONI ECONOMICHE
GLI ESITI DELLA RIUNIONE DEL 17 NOVEMBRE SCORSO
Si è svolto il 17 novembre scorso l’incontro tra rappresentanze sindacali e amministrazione. Per quest’ultima erano presenti oltre al Direttore generale del personale, anche il Capo di gabinetto, il Vice capo di Gabinetto e il Capo della segreteria del Ministro.
L’incontro è stato fortemente sollecitato da FP CGIL, CISL FP e UIL PA per affrontare principalmente il tema dei buoni pasto i quali, come è noto a tutti, sono fermi ad agosto 2020. Sul punto le scriventi organizzazioni hanno rappresentato la loro inamovibile posizione: i buoni pasto vanno riconosciuti e quindi attribuiti a tutto il personale anche in questa nuova fase dell’emergenza epidemiologica poiché il quadro normativo di riferimento, almeno fino al 31 dicembre p.v., è ancora quello emergenziale. Non solo, la tipologia della prestazione lavorativa resa a distanza anche in questa ulteriore fase dell’emergenza non è in nessun modo riconducibile al lavoro agile “ordinario” il quale come è noto prevede: il diritto alla disconnessione, l’introduzione delle cosiddette fasce di contattabilità, l’utilizzo esclusivo dei dispositivi informatici dell’amministrazione, la misurazione della prestazione lavorativa attraverso il livello di raggiungimento di specifici obiettivi ed altro ancora.
Su tale tematica il Direttore generale ha chiarito che per l’amministrazione resta fermo ciò che è stato concordato con il Segretario Generale e le rappresentanze sindacali a seguito della sottoscrizione del protocollo condiviso sulla sicurezza e che pertanto nulla è cambiato e nulla osta all’erogazione dei buoni pasto. Ovviamente CGIL CISL e UIL hanno colto di buon grado tale affermazione ma hanno altresì chiesto con urgenza all’amministrazione a dare tempestiva indicazione a tutti i CDR. In mancanza di un rapido riscontro, hanno già anticipato che adotteranno ogni ulteriore iniziativa a tutela dei diritti dei lavoratori.
In ordine alle provvidenze l’amministrazione ha rappresentato che per l’anno 2019 a fronte di n. 45 domande sono stati erogati 33 sussidi per una spesa totale di 39.853 euro andando così ad esaurire, per l’anno di riferimento, tutte le disponibilità. L’amministrazione ha altresì comunicato che per l’anno 2020 le predette provvidenze verranno comunque erogate con le medesime modalità. L’obiettivo, in futuro, è quello di individuare soluzioni più evolute di welfare integrativo attraverso la sottoscrizione di polizze assicurative sulla salute per tutto il personale. Sul punto CGIL CISL e UIL hanno manifestato piena disponibilità. L’amministrazione ha comunicato che sul tema verrà fissato non appena possibile un ulteriore e più specifico incontro.
In relazione alle progressioni economiche, le cui procedure com’è noto sono quasi al termine il Capo di Gabinetto ha rappresentato le difficoltà riscontrate in ordine alla valutazione individuale del personale della “diretta collaborazione” il quale sembrerebbe essere privo di valutazione. Sul punto CGIL CISL e UIL hanno rappresentato all’amministrazione che il percorso negoziale necessario ad arrivare alla sottoscrizione della ipotesi di accordo (maggio 2019) si è svolto in costanza della presenza di uno o più rappresentanti degli Uffici di Diretta Collaborazione e che tale problematica, quella della mancata valutazione individuale di tale personale, non è mai stata sollevata.
In ogni caso CGIL CISL e UIL hanno invitato l’amministrazione e i rappresentanti del Gabinetto a dare indicazione a tali uffici affinché vengano rese ai lavoratori interessati almeno a partire dall’anno 2019, anno di sottoscrizione dell’Ipotesi di accordo sulle progressioni economiche, le valutazioni individuali, così come previsto dalla normativa vigente.
Restiamo a disposizione dei colleghi per ogni ulteriore chiarimento.
FP CGIL
Giuseppe Palumbo
Francesca Valentini
CISL FP
Michele Cavo
Marco Sozzi
UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi
Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF inviata all’ autorità comunale nella quale sollecita le promesse fatte dalla stessa Amministrazione
clicca qui: 2020/11/16/ministero-difesa-lettera-unitaria-al-neo-direttore-generale-di-aid
“Nessuno ha mai parlato di recuperare dieci anni di blocco della contrattazione, che sarebbero oltre 9 punti percentuali di incremento salariale. Quello che stanno chiedendo le lavoratrici e i lavoratori della sanità, della scuola, degli enti locali e dello Stato, nonché delle forze dell’ordine, è di vedersi riconosciuti aumenti salariali in linea con la condizione economica delle famiglie e, soprattutto, di non vedersi sottratte dalla busta paga somme già erogate in questo momento, a partire dall’elemento perequativo. Su questo la ministra non ci ha mai risposto”. Così i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, replicano alle affermazioni della ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone.
Pubblichiamo la nota del capo del Corpo riguardo le celebrazioni di S. Barbara e al differimento della consegna dei diplomi di benemerenza del CNVVF e delle Onorificenze dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana
“Basta attacchi pretestuosi: siamo responsabili. Il Governo piuttosto apra al confronto con noi”. Così i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, in merito alle reazioni suscitate dalla proclamazione dello sciopero della Pa per il prossimo 9 dicembre.
“Siamo sottoposti alla legge che regola lo sciopero nei servizi essenziali – affermano i quattro dirigenti sindacali -. Forse non tutti sanno, e tra questi la Ministra viste le sue dichiarazioni, che la legge tutela la necessaria continuità assistenziale, quindi non tutti possono scioperare quando si proclama uno sciopero nel settore pubblico. Ai cosiddetti contingenti minimi esclusi dalla legge, cioè il personale che viene precettato per garantire la continuità dei servizi ai cittadini, si sommeranno anche quelli che sono impegnati nell’emergenza Covid e che non faremo astenere dal lavoro, per cui la percentuale degli abilitati ad esercitare il diritto di sciopero si riduce. Il nostro obiettivo non è bloccare i servizi ma esprimere il nostro dissenso”.
La ministra Dadone, proseguono i segretari delle categorie di Cgil, Cisl e Uil, “ha parlato di blocco del Paese esasperando i toni, per coprire la responsabilità della tensione sociale determinata dall’assenza di confronto con le categorie nonostante le nostre reiterate richieste. Quale datore di lavoro rinnova un contratto senza neanche un confronto con il sindacato? È una forzatura di retaggio populista semplificare la vertenza generale sul lavoro pubblico che abbiamo intrapreso da mesi, e che riguarda il piano straordinario di assunzioni, la sicurezza nei luoghi di lavoro e il rinnovo del contratto per tutti i settori pubblici, ovvero funzioni locali, sanità e funzione centrali, alla mera richiesta di più salario per gli ‘statali’, quasi a volerne dare un’accezione negativa”.
Si tratta di lavoratori, precisano, “che hanno retribuzioni molto diverse e che sono tutt’altro che privilegiati, dai sanitari agli educativi, dalle forze dell’ordine ai lavoratori che in tutte le pubbliche amministrazioni svolgono una funzione essenziale. È proprio questa mancanza di rispetto che ha prodotto la rottura e di certo non è dipeso dal sindacato. Noi non ci fermeremo: non bloccheremo i servizi, assisteremo i cittadini, ma il 9 dicembre protesteremo anche con forme innovative che non compromettano il lavoro e i servizi ma faranno sapere al Governo che su assunzioni, sicurezza e contratti continueremo con le azioni programmate fino a che non ci saranno risposte”, concludono.
‘Esprimiamo stima per il lavoro del Procuratore, ma respingiamo fermamente quanto da lui sostenuto’
“Riteniamo essere gravi le affermazioni del procuratore Gratteri sulla Polizia Penitenziaria, auspichiamo una giusta rettifica”. Così la Fp Cgil Polizia Penitenziaria in merito alle parole del procuratore capo di Catanzaro, pronunciate ieri su La7 ospite di ‘Otto e mezzo’, relativamente al posizionamento di inibitori di cellulari nelle carceri che, secondo Gratteri, ‘provocherebbe la rivolta della Polizia Penitenziaria perché, invece di controllare cosa succede nelle carceri, non potrebbero più giocare con i telefonini’.
“Pur riconoscendo e apprezzando lo spessore istituzionale del magistrato – afferma il coordinatore Nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, Stefano Branchi -, non condividiamo assolutamente quanto da lui dichiarato. Si tratta di affermazioni gravi e lesive dell’immagine del corpo di Polizia Penitenziaria, per il nobile e orgoglioso lavoro quotidiano di donne e uomini al servizio dello Stato. I nostri poliziotti penitenziari e le nostre poliziotte penitenziarie garantiscono sicurezza, svolgono attività preventiva, repressiva, di osservazione e trattamento, allo stesso tempo salvano vite umane, in condizioni lavorative sempre più difficili e articolate, specie in questo periodo emergenziale e preoccupante. Certamente non ‘giocando al cellulare’, strumento, tra l’altro, non consentito neanche per uso personale durante il servizio. Auspichiamo e chiediamo una giusta rettifica, così da poter evidenziare meritata nitidezza alla Polizia Penitenziaria”, conclude.
Dopo 22 mesi si chiude il cerchio per richiedere l’anticipo del Tfs/Tfr. A circa due anni dalla approvazione dei diversi atti legislativi, con la circolare dell’INPS n 130, si potrà finalmente procedere a richiedere la certificazione al proprio Ente erogatore (generalmente si tratta dell’Inps) per ottenere l’anticipo del Tfs/Tfr. L’importo massimo erogabile è 45 mila euro. La norma è applicabile esclusivamente ai dipendenti pubblici che accedono o che hanno avuto accesso, prima della data di entrata in vigore del decreto legge n. 4/2019, con la Pensione Anticipata, di Vecchiaia o nella cosiddetta quota 100.
Dopo l’approvazione del regolamento e dell’accordo quadro tra il Ministero del Lavoro e l’ABI, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 settembre, che ha tra le altre cose fissato il tasso d’interesse e le condizioni che disciplineranno il prestito, si potrà presentare la domanda di certificazione all’Inps, anche tramite il Patronato.
La Circolare che riassume le regole previste dalle disposizioni legislative, fornisce alcune precisazioni in modo particolare sulla tempistica per ottenere il prestito “La Struttura territoriale competente deve provvedere a rilasciare la certificazione all’utente entro il termine di 90 giorni dalla data della domanda (cfr. l’art. 5, comma 2, del D.P.C.M. n.51/2020), rendendola disponibile per l’utente nell’Area riservata del cittadino del Portale INPS”.
Dopo il rilascio della certificazione dell’INPS, i pensionati, potranno utilizzarla a tale fine anche decorsi i 15 giorni lavorativi dal rilascio della stessa. “A decorrere dalla data di pubblicazione della presente circolare, la Struttura territoriale competente dovrà obbligatoriamente effettuare, entro il termine di 30 giorni, dalla notifica dell’avvenuta conclusione del contratto, le verifiche necessarie a confermare o modificare la somma precedentemente certificata. Le risultanze di tale verifica dovranno essere comunicate all’istituto bancario/finanziario attraverso la conferma della avvenuta notifica del contratto di cessione (c.d. presa d’atto)”.
Infine, nella piattaforma del Dipartimento della Funzione Pubblica, si potranno consultare tutte le regole, le procedure da attivare e gli istituti di Credito accreditati, attualmente 9, per la stipula del Contratto di anticipo del TFS-TFR.
Dovremmo essere arrivati all’atto finale, purtroppo visto il lungo tempo trascorso molte lavoratrici e lavoratori non avranno più interesse a richiedere l’anticipo della propria liquidazione, inoltre la norma esclude dal diritto i lavoratori che utilizzano l’uscita come Precoci, Opzione Donna e ApeSocial. Con l’applicazione del DL si accorciano le distanze, per garantire maggior equità, tra le tante diseguaglianze tra i Lavoratori Pubblici e i Lavoratori privati.
Come Fp Cgil ribadiamo il nostro impegno per ottenere nuove regole per tutti i lavoratori pubblici.