Pubblichiamo la nota del coordinamento territoriale Fp Cgil VVF, nella quale ancora una volta sollecita l’avvio del corso di sala operativa e l’organizzazione della Stessa

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione a seguito alla ricognizione di mobilità per il personale ad esaurimento del ruolo Capo squadra AIB e Capo Reparto AIB, riteniamo questa circolare assolutamente inadeguata anche a fronte della precedente nota inviata il 04 novembre 2020 

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito alla ricognizioni di mobilità del personale Capo Squadra e Capo Reparto del ruolo ad esaurimento AIB

Lavoratori impegnati contro la povertà, serve segnale in legge di Bilancio

Stabilizzare i precari dei servizi sociali territoriali, con un impegno tangibile e concreto in legge di Bilancio. A chiederlo è la Funzione Pubblica Cgil in una lettera inviata ad Anci, Regioni, gruppi parlamentari di Camera e Senato, Ministero del Lavoro, Salute e per il Sud, in riferimento ai servizi sociali territoriali, “in particolare – precisa – quelli che si stanno dedicando alla lotta alla povertà e che soffrono di un inaccettabile tasso di precarietà delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati quotidianamente a far fronte ad una marea crescente di sofferenza legata alla povertà, quasi incontrollabile con l’avvio della pandemia da Sars Cov-2”.

Si tratta, spiega la categoria della Cgil, “di oltre duemila tra assistenti sociali, psicologi, educatori, lavoratori amministrativi, tecnici e altri operatori sociali, che lavorano, a tempo determinato o in altre forme, negli enti locali e nei distretti, finanziati anche, ma non solo, attraverso il cofinanziamento europeo del Pon inclusione. Lavoratori che hanno garantito il funzionamento di misure come il Sostegno per l’inclusione attiva e il Reddito di inclusione, così come del Reddito di cittadinanza, in particolare per il patto di inclusione”.

Alla fine di ogni anno, ricorda la Fp Cgil, “ci si rivolge alla corsa per la proroga di questi lavoratori, che vuol dire la proroga dei servizi stessi. È ora di finirla e di dire basta. È ora di garantire la stabilizzazione di questo personale, necessario e imprescindibile, per continuare la lotta alla povertà e per attrezzare una risposta adeguata del territorio alla crisi sociale in aumento. Bisogna affrontare in tutte le sedi, anche in Parlamento, la questione della stabilizzazione, assieme al rafforzamento strutturale dei servizi sociali nel territorio e alla definizione immediata dei livelli essenziali, con un impegno tangibile e concreto fin dalla prossima legge di Bilancio”, conclude.

Roma, li 11 novembre 2020

Al D.G.P.R. – D.A.P.
dott. Massimo PARISI
Roma

Alla Direttrice U.R.S. – D.A.P.
dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

E, per conoscenza Al Capo D.A.P.
pres. Bernardo PETRALIA
Roma

Al P.R.A.P. Veneto, FVG e Trentino A.A.
dott.ssa Gloria MANZELLI
Padova

Oggetto: Centrale Operativa Regionale – P.R.A.P. Veneto, FVG e Trentino A.A.
RICHIESTA INTERVENTO.

Egregio Direttore Generale,
corre il doveroso e necessario obbligo, da parte di questo Coordinamento Nazionale, rappresentarLe ed evidenziarLe, a situazione che presso la Centrale Operativa Regionale del Triveneto.
Appare opportuno, pertanto, ad ogni buon conto, ripercorrere alcune dinamiche che hanno interessato la gestione delle richieste del personale della C.O.R. Triveneto in tema di mobilità interna.
Già da tempo alcune unità della C.O.R. avevano chiesto all’UST di rientrare nella propria sede di servizio (revocando il distacco presso il PRAP per il servizio COR) come anche di partecipare ad alcuni interpelli interni emessi dagli istituti da cui dipendono (Casa Reclusione e Casa Circondariale di Padova ).
L’U.S.T. del PRAP Triveneto in un primo momento rispondeva agli interessati che dovevano essere assicurati i tre anni di permanenza alla COR, come previsto dal bando di interpello regionale, prima di poter essere distolti e far rientro nella sede di servizio di appartenenza. Pertanto trascorso tale termine il medesimo personale reiterava la richiesta di dimissioni dal servizio COR e l’UST, dopo aver interpellato la D.G.P.R. del DAP, in linea con la risposta di quest’ultimo ufficio, comunicava a tutto il personale della C.O.R. che tale richiesta non poteva trovare accoglimento. Il diniego era motivato della necessità di mantenere la funzionalità delle centrali Operative Regionali in affiancamento alla centrale Operativa Nazionale e fino alla completa attivazione di quest’ultima.
In merito agli interpelli interni indetti nel tempo dai due istituti patavini, l’U.S.T. comunicava che sebbene il personale COR poteva parteciparvi avanzandone richiesta, gli eventuali vincitori di interpello non potevano essere distolti dal servizio COR, il tutto in linea con la risposta fornita dalla DGPR. Oltretutto ad inasprire siffatta condizione è stata la decisione di una delle due Direzioni patavine che gestendo recentemente degli interpelli interni, ha citato l’applicazione di un articolo del P.I.R., il quale prevede la collocazione in ultima posizione di chi ricopriva un posto a c.d. “carica fissa” e dal quale risulti dimissionario da meno di un anno. In virtù di tale interpretazione, due unità della COR sono state collocate in fondo alla graduatoria.
Di fatti i due partecipanti, benché risultassero vincitori di due distinti interpelli per aver totalizzato il massimo del punteggio tra i partecipanti, sono stati collocati nell’ultima posizione della graduatoria. Decisione quest’ultima che penalizza oltremodo il personale COR che, verosimilmente, sembra l’unico tra il restante personale delle COR a garantire la continuità del servizio H24. Ciò nonostante le Centrali Operative Regionali dovrebbero essere ufficialmente dismesse, come previsto dal cronoprogramma ( di cui alla nota nr. 1176 del 09.05.2018 dalla D.G.P.R.) e l’evidente ritardo della tempistica prospettata per la completa dismissione continua a limitare il personale nelle legittime aspettative ed aspirazioni professionali.
La condizione prospettata e le decisioni assunte rispetto alle richieste avanzate nel tempo dal personale in servizio presso la COR del Triveneto non trova uniformità in tutto il territorio Nazionale. Di fatti oltre a quanto su riportato si è potuto apprendere informalmente che al personale delle altre C.O.R., nel corso degli anni e specie dopo l’ufficializzazione delle chiusura della loro dismissione o chiusura, i vari PRAP regionali hanno permesso di poter partecipare agli interpelli interni degli istituti e dei Nuclei traduzioni oppure di transitare ed essere impiegati nei vari uffici dei Provveditorati (NIR o UST ). Di fatto il suddetto personale è stato scorporato dalle Centrali Operative Regionali ove prestava servizio e la dimostrazione è nella circostanza che la maggior parte delle centrali Operative, per effetto di tale riduzione di personale, hanno dovuto rimodulare e ridurre gli orari di funzionamento. In ultimo, dal contenuto della nota del provveditore della Toscana, si parla di stabilizzare in pianta organica del PRAP il personale della COR Toscana.
Alla luce di quanto rappresentato si chiede un intervento da parte della S.V. al fine di valutare la differente linea di gestione di questo personale C.O.R. rispetto al personale delle altre C.O.R. che ha generato le evidenti limitazioni professionali per il personale COR Triveneto nonché la disparità di trattamento con le altre COR.
Al pari del personale in servizio nelle restanti centrali operative appare fondamentale chiedere che vi sia un autorevole intervento della DGPR affinché sia di impulso per eliminare ogni forma di penalizzazione e limitazione. A tal proposito si potrebbe prospettare di far assorbire in pianta stabile, presso il Locale Nucleo Traduzioni Cittadino, il personale della COR interessato.
Siffatta proposta terrebbe conto dell’impegno profuso, dell’esperienza e della professionalità maturata in questi anni dal personale COR nel settore delle traduzioni anche grazie al loro continuo contributo fornito vista la considerevole carenza di personale del nucleo cittadino.
Certo di un Suo interessamento, si inviano distinti saluti.

IL COORDINATORE NAZIONALE
Stefano BRANCHI

COMUNICATO AI LAVORATORI ENAC

L’ENAC INAUGURA LA NUOVA STAGIONE DELLE RELAZIONI SINDACALI:

IL “COPIA TAGLIA INCOLLA PUBBLICA”

Che le relazioni sindacali nell’ Ente fossero al minimo storico, era chiaro da tempo e la difficoltà a
pervenire ad un protocollo condiviso in materia di tutela della salute dei dipendenti e lavoro agile, lo
ha pienamente dimostrato.
Certo, sarebbe facile dirigere un’Amministrazione semplice mente pubblicando sul portale una
disposizione ritenendo così di aver esaurito il proprio compito!
Ed invece no, ci dispiace deludere il management, ma l’emergenza che stiamo attraversando, che
richiede di tutelare non solo la salute dei dipendenti ma anche la salute della cittadinanza, richiede
uno sforzo in più rispetto alla mera pubblicazione su intranet del le proprie proposte unilaterali,
scaturite da un “copia taglia incolla” del DPCM del momento.

Richiede di avere la capacità di sedersi ad un tavolo per la definizione di un protocollo sul lavoro
agile e sulla connessa salvaguardia della salute dei lavoratori. E invece, con questo management,
neanche dinanzi alla necessità di contenere una pandemia si riesce a ragionare in materia di
organizzazione del lavoro e tanto meno di lavoro “

“Management non significa andare in giro a vedere se le persone sono nei loro uffici (Daniel Pink),
ma costruire modelli organizzativi all’interno dei quali le persone si sentano valorizzate, abbiano la
possibilità di esprimere le proprie competenza e di crescere professionalmente
Si tratta di passare dall’ idea retriva che il lavoro agile verrebbe utilizzato opportunisticamente per
non lavorare, ad una nella quale l’ attribuzione di fiducia diventa riconoscimento delle capacità
professionali.

Non basta ricorrere a degli escamotage, come le “Note esplicative che di fatto rendono inapplicabile
il ricorso al lavoro agile e depotenziano gli stessi provvedimenti introdotti a livello governativo.

In particolare, nelle sedi territoriali la situazione è resa ancora più grave dal fatto che alcuni dirigenti
locali adottano iniziative che sfuggono completamente di mano a livello centrale con il risultato di
lasciare i lavoratori senza le tutele previste dalla normativa in vigore per i lavoratori pubblici.

Mentre nel Paese la situazione diventa di ora in ora più difficile, l ’amministrazione continua ad essere
ostile, contraddittoria, disomogenea ed unilaterale.

Però pubblica le disposizioni che si è data…. e neanche tutte vedasi per esempio la nota allegata
del Direttore Centrale Sviluppo Organizzativo

 

AGENZIA DOGANE E MONOPOLI

Incontro del 10 novembre 2020

Si è aperto ieri il confronto sulla attivazione delle previsioni dell’art. 113 del D.Lvo 50/2016 “Codice dei Contratti pubblici”. Con il Decreto è previsto che una quota pari al 2% dell’ammontare complessivo dei contratti vada a formare un “Fondo” destinato a riconoscere le responsabilità ed i rischi del personale dedicato a tali funzioni. La norma in effetti prevede che le modalità ed i criteri di erogazione della quota del Fondo destinato al personale sia oggetto di contrattazione integrativa. Nel corso dell’incontro abbiamo avuto copia del Regolamento approntato dall’Agenzia, i cui effetti decorreranno dal 2021, rispetto al quale ci siamo riservati di compiere gli approfondimenti utili per il proseguo della trattativa. L’Agenzia ci convocherà dunque per un incontro specifico sulla materia.

Di seguito abbiamo tuttavia ritenuto importante porre all’attenzione dell’amministrazione – visto il rapido peggioramento della epidemia Covid 19 e le decisioni assunte dal Governo nell’ultimo DPCM – la necessità che le disposizioni contenute nella LIUA del 29 ottobre scorso e delle altre disposizioni di prevenzione e sicurezza relative al COVID 19 vengano urgentemente monitorate per verificare la uniformità della loro applicazione, che va garantita in particolare per quanto riguarda la gestione dei casi di contagio, in special modo se concentrate in una stessa struttura lavorativa, e le correlate decisioni operative inerenti l’effettuazione dei tamponi che sempre più diventano necessari per evitare il possibile rischio di contagi all’interno degli uffici.

Proprio per questo abbiamo, di seguito alla nota FPCGIL-CISLFP-UILPA del 30 ottobre, chiesto nuovamente che l’Agenzia – confermando quanto già contenuto nella precedente LIUA del 13 agosto 2020 – inviti i direttori territoriali ad attivare in materia di salute e sicurezza del personale appositi confronti con le OO.SS. di posto di lavoro, ricordando che la materia è, tra l’altro, oggetto di contrattazione ai sensi dell’art. 7 del CCNL. L’Agenzia si è riservata di fornirci un riscontro rispetto alle nostre richieste. Nelle more invitiamo le nostre strutture periferiche a fornirci ogni indicazione e segnalazione circa lo stato di attuazione delle disposizioni della LIUA e a valutare di richiedere l’apertura del confronto previsto dal CCNL.

 

FPCGIL                        CISLFP                        UILPA
Iervolino                        Fanfani                       Procopio

Pubblichiamo l’informativa del Dipartimento in merito al decreto di istituzione del centro di formazione di L’aquila

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF in merito ai criteri adottati per l’assegnazione del personale proveniente dall’88° corso AA.VV.F. e sull’organizzazione del III modulo pratico del corso aeroportuale

Corona virus

Pubblichiamo la nota di convocazione inviata dal Dipartimento per un aggiornamento sull’emergenza sanitaria in atto

Al Segretario generale

Al Vice Segretario generale

Al Cons. Sergio Gasparrini

Al Dirigente generale Risorse Umane

Al Dirigente generale AA.GG. – Datore di lavoro

LORO SEDI

e, p.c.

Al Presidente della Corte dei conti

Alle Federazioni Nazionali FP CGIL – CISL FP – UIL PA

Al Servizio Relazioni Sindacali

Al Personale della Corte dei conti

LORO SEDI

Oggetto: Reitero richiesta incontro urgente PEO 2020, a seguito della circolare 35/2020 (Rinvio prova selettiva).

Le scriventi OO.SS. esprimono forte disappunto per il modus operandi dell’Amministrazione, attraverso il quale, senza la minima informativa né alcun confronto preventivo con le parti sindacali firmatarie dell’Accordo definitivo del 24 settembre u.s. sui criteri per la definizione delle procedure per le progressioni Economiche Orizzontali 2020, ha rinviato, con la circolare n.35/2020, lo svolgimento della prova selettiva per le PEO 2020 alla seconda decade di dicembre.
Tale decisione, seppur motivata per l’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 novembre 2020, che ha disposto all’art. 1, comma 9, lettera z) la sospensione dello “svolgimento delle prove selettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione dall’esercizio delle professioni, ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, …” non è condivisa dalle scriventi OO.SS. in quanto tende ad escludere la possibilità dell’espletamento in modalità telematica della prova automatizzata, di cui all’art. 5 del citato Accordo, così come prescritto dalla stessa norma.
Una modalità con la quale si sono svolti gli esami di maturità, e si svolgono tutt’ora i test e gli esami universitari, le discussioni delle tesi di laurea, nonché gli esami per le abilitazioni alle iscrizioni agli albi professionali.
E’ evidente che a causa della recrudescenza della pandemia da COVID-19 e le attuali e future Regioni “rosse” solo un “miracolo” potrebbe consentire lo svolgimento in presenza ed in sicurezza della prova selettiva nel prossimo mese di dicembre, con il rischio concreto di vedere vanificate per l’anno 2020 le legittime aspettative di riqualificazione del Personale della Corte dei conti.

QUESTO NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE !!!

Per tali ragioni CGIL, CISL e UIL ribadiscono l’urgenza di un incontro, come già chiesto con nota unitaria del 5 novembre u.s., di cui si allega copia, al fine di trovare le giuste e concrete soluzioni per salvaguardare le PEO 2020, nonché la Salute e la Sicurezza del Personale dell’Istituto.
La mancata disponibilità dell’Amministrazione e/o l’eventuale incapacità tecnica della Società appaltatrice di adeguare le prove selettive a questo tempo di pandemia, non può ricadere sulla pelle delle Lavoratrici e dei Lavoratori della Corte.
Si resta, pertanto, in attesa di una urgente convocazione, così come già concordato in seduta negoziale per l’Accordo PEO 2020.
Cordiali saluti.

Roma, 10 Novembre 2020

Susanna Di Folco     Alessandro Guarente           Fernanda Amidani

Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento regionale Fp Cgil VVF in merito ai protocolli sulla gestione delle ricerca persona, serve valorizzare la competenza dei professionisti del soccorso…le donne e gli uomini del CNVVF

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