Roma, 23 aprile 2020

FIRMATO IL PROTOCOLLO EMERGENZA COVID AL MIT
UN IMPORTANTE RISULTATO PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

Nella giornata di ieri è stato firmato il Protocollo applicativo per la prevenzione e sicurezza dei lavoratori del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Si tratta del primo protocollo applicativo firmato a livello ministeriale, che discende dai protocolli nazionali per gli ambienti di lavoro e per la sicurezza dei lavoratori pubblici e racchiude un insieme di norme che l’amministrazione si impegna a rispettare per tutelare i lavoratori sia nell’attuale fase di emergenza che nella cosiddetta fase due. Reputiamo questo risultato di estrema importanza per tutti i lavoratori del MIT e per tutti gli utenti dei nostri uffici.
Il protocollo è il risultato delle nostre proposte e richieste inviate in queste giornate all’Amministrazione, anche a seguito delle numerose segnalazioni dei lavoratori e degli accordi firmati con il Ministro della Pubblica Amministrazione da CGIL, CISL e UIL.
Tra i primi punti del protocollo vi è l’impegno di condividere con le OO.SS. tutte le iniziative riguardanti la salute e la sicurezza che ci garantirà un’ informazione costante sui temi riguardanti il contrasto da contagio COVID 19.
Estremamente rilevante è il punto 2 con il quale abbiamo regolamentato alcuni aspetti del lavoro agile, attivato in forma emergenziale, che sono stati oggetto di contenzioso in alcune sedi del Ministero. Anzitutto abbiamo chiarito che il lavoratore non deve essere penalizzato in alcun modo perché è cambiata solo la modalità di rendere la prestazione lavorativa. Per questo abbiamo chiesto ed ottenuto, anche se inizialmente l’amministrazione era contraria, l’erogazione dei buoni pasto al personale in smartworking. Il personale beneficerà di due buoni a settimana uniformando l’orario di lavoro ad un unico profilo orario (quello con due rientri settimanali) previsto dal CCNL e dal nostro accordo sulle tipologie di orario di lavoro, a decorrere dalla data del protocollo purché attesti un orario di lavoro superiore alle sei ore e trentuno minuti. Tale istituto sarà esteso anche ai lavoratori che attualmente sono in telelavoro.
Nello stesso punto 2 abbiamo precisato che il lavoro agile è previsto sia a giornata intera che frazionata, garantendo così a quei lavoratori che devono recarsi nelle sedi per svolgere attività indifferibili di limitare al minimo la presenza in ufficio, contrariamente a ciò che sta avvenendo in alcuni Uffici periferici soprattutto del settore Trasporti nei quali veniva imposta da alcuni dirigenti l’integrale presenza ordinaria relativa al giorno di presenza.
E’ stata chiarita anche la questione delle ferie pregresse, nel senso che, prima dell’applicazione dell’art. 87, comma 3 (esenzione dal lavoro) si dovranno far fruire le ferie maturate entro il 31 dicembre 2019 e non si possono imporre le ferie maturate nel 2020, salvo esplicita richiesta da parte dei lavoratori medesimi.
Dalla lettura del protocollo, che alleghiamo, emergono una serie di misure di carattere organizzativo e igienico sanitario, tra cui la regolamentazione dell’accesso dell’utenza, la pulizia degli ambienti, l’uso dei DPI, il trattamento dei dati del personale e l’impegno dell’amministrazione a seguire le indicazioni del Ministero della Salute e delle istituzioni competenti. Particolare attenzione deve essere
rivolta alla protezione del personale tecnico/esaminatore dei provveditorati delle motorizzazioni e delle capitanerie di porto, maggiormente esposto a rischi in ragione delle attività svolte
Il punto 13 è a nostro avviso uno dei punti più rilevanti perché abbiamo ottenuto l’impegno dell’amministrazione a mantenere rapporti costanti con i Servizi Prevenzione e Protezione delle varie sedi per le opportune variazioni da apportare ai DVR, nonché a dare attuazione al presente protocollo in sede locale. Abbiamo rimarcato che vanno quanto prima assunte iniziative per preservare, con tutte le garanzie necessarie, la salute dei lavoratori che operano sui territori, a cominciare da quelli che hanno contatti con l’utenza. Adesso i protagonisti saranno le RSU e gli RLS che assieme alle OO.SS. aventi titolo nelle singole sedi dovranno far si che il protocollo di sede debba essere adottato con gli adeguamenti e le specifiche dei singoli uffici.
Da ultimo è stata ribadita la richiesta che l’Amministrazione si impegni ad aggiornare quanto prima il decreto ministeriale di individuazione dei datori di lavoro per eliminare qualsiasi ambiguità in merito alle responsabilità e ai doveri di confronto con i rappresentanti dei lavoratori delle diverse sedi territoriali da parte dei Direttori Generali Territoriali, pervenendo per essi ad un assetto di responsabilità chiaro, come quello individuato per i Provveditori interregionali per le opere pubbliche. Invieremo una nota al Gabinetto del Ministro affinché in tempi brevi, non più procrastinabili, si vada a discutere ed eventualmente a modificare detto decreto.

FP CGIL                               CISL FP                             UIL PA
Camardella                                   De Vivo                           Lichinchi
Sabbatella                                 Casamassima                     Carino

Al Ministro della Difesa
On. Lorenzo Guerini

Al Sottosegretario di Stato alla Difesa
On. Angelo Tofalo

Oggetto: Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine
all’emergenza sanitaria da “Covid-19”.- Richiesta avvio confronto.

Egregi,
con riferimento al tema in oggetto le scriventi organizzazioni sindacali lo scorso 8 aprile hanno
trasmesso alla Vostra cortese attenzione una nota con la quale si chiedeva di diramare le
disposizioni ritenute necessarie alla puntuale applicazione dell’intesa raggiunta tra la Ministra
della P.A. e CGIL – CISL e UIL.
Con lettera inviata il successivo 10 aprile allo Stato Maggiore Difesa, al Segretariato Generale della
Difesa e alla Direzione Generale per Personale Civile, il Capo di Gabinetto, facendo riferimento alla
comunicazione inviata dalle scriventi, chiedeva alla delegazione trattante di parte pubblica “di
fornire riscontro alle organizzazioni sindacali, nella convinzione che il particolare momento
emergenziale in atto richiede un dialogo costante con le parti sociali”.
Da allora, però, solo oggi è pervenuto riscontro da parte della Direzione generale per il personale
civile che fissa alla data del prossimo 6 maggio l’avvio della discussione su una serie di temi, tra i
quali solo accennato quello oggetto della presente comunicazione, mentre invece, a causa
dell’assenza di un tempestivo quadro generale di riferimento nazionale, peraltro già
correttamente definito da altre P.A. con le OO.SS. per il proprio personale, sono già iniziati – e in
taluni casi anche conclusi – diversi confronti a livello territoriale e di sede di RSU sui quali stiamo
registrando notevoli complessità.
Premesso quanto sopra, pur nel rispetto dell’invito tardivamente fatto pervenire dalla predetta
D.G., immaginiamo a nome e per conto della delegazione trattante pubblica – alla quale in ogni
caso andrebbe a nostro giudizio aggiunto anche il vertice di AID – le scriventi organizzazioni
sindacali, in considerazione della ristrettezza dei tempi di attuazione e della natura e della
rilevanza politica delle disposizioni contenute nel protocollo in argomento, ritengono
indispensabile avviare sul tema una urgente discussione in sede politica a mezzo VDC alla presenza
almeno del Sottosegretario di Stato delegato, a maggior ragione dopo gli esiti dell’odierna riunione
tenuta tra la Ministra della P.A. e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria di FP CGIL – CISL
FP e UIL PA sulla cosiddetta Fase 2 dell’emergenza sanitaria determinata dal COVID-19.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Con viva cordialità

FP CGIL                        CISL FP                          UIL PA
Francesco Quinti        Massimo Ferri            Sandro Colombi
Roberto De Cesaris     Franco Volpi

Dott. Francesco BASENTINI
e-mail: capodipartimento.dap@giustizia.it
pec: prot.dap@giustiziacert.it

Al Direttore Generale del personale e delle Risorse DAP
Dott. Massimo PARISI
e-mail: dgpersonalerisorse.dap@giustizia.it
pec: prot.dgpr.dap@giustiziacert.it

Al Capo Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità
Dott.ssa gemma TUCCILLO
e-mail: dgmc@giustizia.it
pec: prot.dgmc@giustiziacert.it

Al Direttore Generale del Personale e delle Risorse DGMC
Dott. Vincenzo STARITA
e-mail: dgpram.dgmc@giustizia.it

Oggetto: organizzazione del lavoro finalizzata al contenimento dell’emergenze epidemiologica
relativamente alla cd. 2 fase e programmazione delle attività – convocazione del 29.04.2020

In merito alla convocazione congiunta prevista per il 29 aprile p.v. ed avente il medesimo oggetto, le scriventi OO.SS. ritengono fortemente inopportuno affrontare tale delicatissima problematica per entrambi i dipartimenti nella medesima riunione.
Ciò alla luce delle profonde differenze dei modelli organizzativi che operano all’interno delle due amministrazioni, considerando altresì come le problematiche organizzative non possano esaurirsi solo nell’analisi dei modelli intramurari ma si debba attuare una specifica e peculiare riflessione circa l’organizzazione dei servizi minorili extramurari, con particolare riguardo alle peculiarità dei servizi Uepe (che piuttosto condividono con gli Uffici Nep del Dog la problematica delle visite domiciliari).
In particolare, la forte riserva espressa nasce proprio dalla necessità di approfondire con il DAP quanto sin qui realizzato in termine di rimodulazione organizzativa, alla luce delle gravissime criticità – meglio dire delle convulsioni – che il pianeta carcere sta vivendo.
Non è un caso, infatti, che Dog ed Archivi Notarili abbiano avvertito la necessità di un confronto – non formale – centrato sulle specifiche problematiche organizzative scaturenti dalla cd. “fase 2”.
Alla luce di quanto sopra espresso, si chiede quindi di riconvocare l’incontro, operando due distinte riunioni, auspicabilmente nella stessa giornata del 29 con orari distinti, considerato il ritardo con cui è arrivata la convocazione in questione. In tali distinte riunioni si potranno affrontare con maggior profitto le problematiche sopra menzionate le quali toccano direttamente il futuro e la salvaguardia della salute dei lavoratori dei due dipartimenti.
Inoltre, si chiede che a cura di ciascuno dei due dipartimenti sia inviata quanto prima l’informazione preventiva contenente la proposta di organizzazione del lavoro finalizzata al contenimento dell’emergenze epidemiologica nella cd. 2 fase elaborata alla luce dei contenuti del protocollo sottoscritto il 3 aprile 2020 dal Ministro per la pubblica amministrazione e da CGIL, CISL e UIL.
Distinti saluti.

Roma, 23 aprile 2020

FP CGIL                CISL FP          UIL PA
Prestini                   Marra           Amoroso

Pubblichiamo il resoconto della videoconferenza tenutasi il 23 aprile 2020

Pubblichiamo la nota sullo stato di agitazione, proclamato dal Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF in merito alle non corrette relazioni sindacali

“Per entrare nella fase due serve un cambio di passo nella Pa: garantire al meglio salute e sicurezza del personale, puntare sul lavoro agile, ripristinare corrette relazioni e investire in formazione, dando piena attuazione al protocollo sottoscritto da Ministero e Sindacati. Sono questi alcuni dei punti che Cgil, Fp e Flc hanno posto oggi al Ministro della Pa, Fabiana Dadone, in merito all’incontro per discutere di Fase 2 e lavoro pubblico.

I sindacati ritengono “indispensabile correggere al più presto quanto realizzato da molte amministrazioni in violazione delle misure di contenimento del contagio, nonché in violazione della stessa normativa emergenziale. Punti di criticità che emergono anche nelle istituzioni scolastiche per le quali è mancato un impegno chiaro del Ministero dell’Istruzione. Ancora sono troppe le amministrazioni che risultano inadempienti e per questo chiediamo un cambio di passo sul rispetto delle garanzie a tutela della salute del personale. In particolare, in coerenza con il protocollo del 3 aprile scorso, chiediamo che preliminarmente al 4 maggio si attivi il confronto con Rsu e Rls in ciascun luogo di lavoro per verificare strumenti e spazi per garantire il massimo della sicurezza, per i lavoratori e per gli utenti”.

La fase 2 dovrà inoltre, aggiungono, “prevedere una elevata percentuale di personale in lavoro agile, consapevoli dell’opportunità di sfruttare questo terreno per introdurre elementi di innovazione dell’organizzazione del lavoro. Non solo, il ricorso allo smart working deve diventare uno degli strumenti per rafforzare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, garantendo al tempo stesso il diritto alla disconnessione, alla sicurezza dei dati e alla partecipazione sindacale. Infine, non possiamo però pensare che la fase di emergenza possa divenire la regola: occorre ripristinare corrette relazioni sindacali, con la previsione di strumenti telematici per garantire il pieno rispetto delle prerogative sindacali, e investire in formazione continua. Infine, bisogna accelerare la fase di approfondimento e definizione di un nuovo ordinamento professionale e relativi sistemi di classificazione del personale alla luce delle novità organizzative che, avviate per effetto dell’emergenza, diventano strutturali”, concludono Cgil, Fp e Flc.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito all’imminente  pubblicazione della mobilità del personale ruolo Vigili del Fuoco non specialista

Pubblichiamo la nota inviata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane, in merito ai criteri di promozioni a ruolo aperto personale Direttivo e per merito Direttore Vice Dirigente ruolo tecnico professionale relativi al triennio 2018/2020

Pubblichiamo la nota inviata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane, in merito ai criteri di promozioni a ruolo aperto personale non Direttivo e non Dirigente   relativi al triennio 2018/2020

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF in merito alla richiesta per la tutela del personale, un’ ulteriore sorveglianza sanitaria per contrastare l’emergenza epidemiologica in atto.

Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Oggetto: misure di sicurezza sanitaria nell’attività UNEP

Il tema della sicurezza per le attività degli UNEP, già affrontato nella disposizione del 12 marzo u.s.
del Direttore Generale dott. Leopizzi, va ora disciplinato anche in prospettiva della cosiddetta
“Fase 2”.
Per quanto concerne l’attività interna, le problematiche e le soluzioni sono analoghe a quelle di
tutti gli altri uffici. Occorre pertanto ridurre e disciplinare gli accessi delle persone (sia lavoratori che
utenti).
Va ribadita l’esigenza di informatizzare l’accettazione e di arrivare all’applicazione del progetto Tablet
(che informatizza anche la restituzione). L’obiettivo deve essere quello dell’accesso al servizio
da remoto, con riduzione delle presenze fisiche e della necessità di mobilità dell’utenza. Sul fronte
dei lavoratori va agevolato per quanto possibile il ricorso allo smart working, come strumento di
prestazione dell’attività lavorativa non necessariamente correlato all’emergenza sanitaria.
Per quanto riguarda l’immediato, occorre scaglionare le presenze, come ormai in uso negli esercizi
commerciali, disponendo l’attesa all’esterno dei locali per le persone in coda. Taluni uffici,
nell’attuale fase emergenziale, hanno perfino istituito un sistema di prenotazione; tale soluzione,
però, appare più macchinosa da attuare in fase di ripresa dell’attività ordinaria.
All’interno dei locali occorre disporre, sia per l’utenza che per gli addetti, di indossare necessariamente
la mascherina. Inoltre, gli sportelli, ove non presente un vetro di separazione dal pubblico,
vanno dotati almeno di una protezione in plexiglass, come disposto per le casse di molti esercizi
commerciali. Va curato il distanziamento delle scrivanie tra i lavoratori, provvedendo, in caso di
necessità, alla separazione con plexiglass o allo scaglionamento delle presenze in ufficio. Ovviamente
l’aerazione e l’igiene dei locali sono elementi fondamentali, così come la dotazione di dispositivi
di protezione individuali ragionevoli.

La peculiarità dell’UNEP rispetto ad altri uffici sta però nel servizio esterno, che pone problematiche
del tutto originali da analizzare e richiede soluzioni diverse. L’ufficiale giudiziario effettua quotidianamente decine di accessi sul territorio. Essendo ogni contatto interpersonale una potenziale
fonte di rischio, vanno adottate tutte le misure di limitazione e di precauzione.

Per le attività che si svolgono in forma di notifica, che costituiscono parte significativa del carico di
lavoro, vanno definite modalità protette, che consentano di evitare la necessità del contatto diretto
con il consegnatario (ivi incluso soprassedere alla firma da parte del portiere o del vicino di casa).

Problema più complesso si ha per le esecuzioni, che comportano la necessità ineludibile di accesso
al domicilio dell’ esecutando.
Per quanto concerne il rilascio di immobili ad uso abitativo il problema è doppio, perché oltre a
quello della sicurezza del lavoratore si aggiunge anche quello della improcedibilità nell’ipotesi in
cui nell’abitazione alloggino persone malate o in quarantena. Per questa circostanza, al fine di soprassedere all’esecuzione e disporre direttamente un rinvio d’ufficio, appare utile il canale di comunicazione con le autorità sanitarie, a cui fa riferimento il Direttore Generale dott. Leopizzi nel documento sopra citato, di cui si chiede l’immediata applicazione Ad ogni modo molti esperti concordano sulla presenza di numerosi soggetti positivi al virus non censiti (si parla addirittura del decuplo di quelli ufficialmente registrati), per cui questo strumento si rivela drammaticamente insufficiente a proteggere il lavoratore nell’esercizio delle sue funzioni.
La vera tranquillità operativa si ha con la dotazione di adeguati DPI (e sappiamo che non basta
una semplice mascherina chirurgica o antipolvere). In mancanza di questi strumenti, ad avviso della
scrivente, il lavoratore che non ritenesse garantite le condizioni operative di sicurezza potrebbe
legittimamente omettere l’accesso, dandone adeguata motivazione a verbale.
Tale condizione di limitazione forzata del servizio deve spingere a pervenire finalmente all’adozione
degli strumenti più adeguati a consentire all’ufficiale giudiziario di svolgere la propria funzione
istituzionale di recupero del credito: intendiamo ovviamente l’applicazione della riforma dell’art. 492
bis, che consente di rendere l’accesso fisico al domicilio del debitore un elemento del tutto secondario
e marginale nel processo di pignoramento.
Confidiamo che queste riflessioni possano contribuire positivamente alle attese determinazioni di
Codesta Amministrazione per il prossimo futuro.
La Cgil, per quanto sopra esposto, chiede un incontro al fine di verificare le misure che codesta
amministrazione intende applicare al fine di garantire la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori,
tenendo conto delle proposte di riorganizzazione più volte avanzate e richiamate, anche nella presente
nota.

Per FP Cgil
La coordinatrice Giustizia
Felicia Russo

NIENTE COLPI DI MANO

Che la situazione fosse complessa e difficile da gestire per tutti lo avevamo ben presente sin da quando venerdì 10 aprile è stata diramata la nota del Direttore dell’INL, con cui anticipava che il personale ispettivo sarebbe stato coinvolto in nuovi tipi di accertamenti.
Sarebbe molto facile limitarsi a dire semplicemente “no, non ci stiamo”, sapendo che l’Amministrazione andrebbe avanti per conto suo perché il Prefetto può già chiedere per le prerogative che la legge gli attribuisce, in qualità di rappresentante del Governo sul territorio, la collaborazione di altre Amministrazioni. Sarebbe facile limitarsi a dire semplicemente “no, non ci stiamo”, sapendo che il Parlamento sta per approvare una norma che attribuisce – ci auguriamo non in modo arraffazzonato – questa nuova competenza al personale dell’INL.
E’ per questo che, sin dall’inizio, abbiamo posto la nostra massima attenzione su due aspetti, su cui anche nell’incontro di ieri siamo tornati: la salute e la sicurezza dei colleghi e la loro adeguata formazione, inerente all’attività che si andrà a svolgere e l’utilizzo corretto dei DPI.
Salute e sicurezza: abbiamo chiaramente ribadito, ai vertici dell’Amministrazione, che senza idonei DPI nessun ispettore potrà e dovrà svolgere queste verifiche. Anzi, potrà legittimamente rifiutarsi di farlo, senza che questo determini alcuna conseguenza nei suoi confronti. Questo deve essere chiaro ai vertici dell’INL e ai dirigenti del territorio – che, siamo certi non vorranno assumersi eventuali responsabilità civili e penali, per aver inviato ed obbligato un lavoratore a effettuare verifiche senza le dovute cautele, per sé e per gli altri, e senza aver adottato tutte le iniziative possibili per tutelare l’incolumità di tutto il
personale. A quest’ultimo proposito, ribadiamo la necessità di stilare e sottoscrivere un protocollo d’intesa col Ministero dell’Interno, per chiarire ambito, condizioni e modalità di svolgimento di queste verifiche.
Sempre a proposito di salute e sicurezza dei lavoratori, devono essere costantemente coinvolti il medico competente e i RSPP e data costante informativa ai RLS, non solo per definire i DPI più idonei allo svolgimento di tali attività ma, più in generale, per aggiornare i DVR in relazione ai rischi specifici che incontreranno i lavoratori che, a qualsiasi titolo, saranno chiamati ad operare fuori dalla sede di lavoro, ma anche nelle sedi di lavoro in relazione alla futura ripresa delle attività ordinarie.
Il medico competente, inoltre, dovrà essere interessato nell’individuazione di coloro che, pur avendo dato la disponibilità a svolgere questa attività di verifica, presentano un quadro clinico personale pregiudizievole. Appare quindi una chiara lesione della privacy il dover comunicare al dirigente o al responsabile eventuali impedimenti di carattere sanitario, che chiediamo di eliminare immediatamente dalla direttiva.
E’ assolutamente necessario chiarire la periodicità dei tamponi cui sottoporre il personale da adibire a queste verifiche: riteniamo che esso debba essere sottoposto a tampone prima di effettuarle, ma anche con successiva frequente periodicità, al pari di quanto disposto per le forze dell’ordine.
Si devono anche impartire precise disposizioni per effettuare screening e monitoraggi sullo stato di salute dei dipendenti tutti. Quindi, quando sarà il momento analoghe, ancorché diverse, dovranno essere le attenzioni per il restante personale.
Restiamo molto perplessi dal fatto che la sanificazione del mezzo proprio sia demandata ai colleghi, cui dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo!) fornito del disinfettante. Probabilmente, bisognerebbe pensare a soluzioni alternative o quantomeno a prevedere l’obbligo per gli uffici di rivolgersi a ditte di sanificazione.
Formazione: ribadiamo l’assoluta necessità di una formazione adeguata, svolta da personale competente, anche con modalità a distanza (videoconferenza o video tutorial). Conseguentemente affermiamo che nell’immediato non si sia nelle
condizioni di partire. Ci si prenda il tempo che serve, per fare le cose seriamente, visto che queste verifiche non dureranno pochi giorni.
Quanto alle modalità di svolgimento di questa attività, abbiamo fatto presente l’importanza dello smart-working: infatti, una volta acquisita la disponibilità del lavoratore e una volta che questi abbia ricevuto l’indicazione delle aziende da verificare, dovrà essere rimessa all’ispettore la scelta dell’orario e della data di verifica, senza alcun rientro in ufficio ed anche considerando che, nella situazione attuale, molti colleghi devono conciliare ancor di più la vita familiare con quella lavorativa. Pensiamo ad es. a chi abbia figli piccoli da assistere, disabili, persone con 104, etc.
Si può pensare ad un nuovo ruolo, dettato dall’emergenza, per il personale ispettivo dell’INL, ma il modo in cui ciò avviene farà la differenza: se anche stavolta l’INL, nelle sue articolazioni territoriali, si muoverà in ordine sparso e confusionario, rischiando addirittura di porre a repentaglio la salute dei propri dipendenti, avrà perso un’occasione storica per il suo rilancio con evidenza del suo valore sociale, anzi, avrà definitivamente spianato la strada per il suo declino.
In questa stessa prospettiva, ieri abbiamo ricordato ai vertici dell’Ente che urge un’interlocuzione con la Ministra e con la politica, considerando che la probabile riduzione dei fondi derivanti dalle sanzioni potrà avere un impatto negativo sui lavoratori. Occorre battere i pugni sul tavolo e rivendicare quelle risorse certe e stabili troppe volte inutilmente promesse e mai concesse!
Da parte nostra, in queste ore torneremo a sollecitare un incontro urgente proprio con la Ministra Catalfo e con i vertici del Ministero, che sembrano totalmente silenti e disattenti a quanto sta accadendo nell’INL.
Infine, non possiamo tacere che il modo in cui è stata gestita tutta questa vicenda non ci può trovare affatto d’accordo: le buone relazioni sindacali sono fondamentali ed importanti. Solo attraverso il dialogo con i lavoratori ed il loro coinvolgimento per il tramite delle loro rappresentanze possono venire soluzioni condivise e condivisibili per tutti, senza inutili forzature o colpi di mano.
Per questo, chiediamo subito la fissazione di un incontro la settimana prossima, per avere l’aggiornamento su quanto sta accadendo.

Roma, 21 aprile 2020

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

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