Un intervento di Serena Sorrentino:

Sono stati e saranno settimane, mesi difficili, intensi, complessi per lavoratori e cittadini, in Italia si, ma anche nel Mondo. 
Come Funzione Pubblica siamo stati dalle prime ore travolti dallo stravolgimento della nostra azione: mentre ci preparavamo alla campagna di assemblee per discutere le piattaforme contrattuali, ci siamo dedicati tutti in disponibilità h 24 per gestire paure, ansie, necessità delle lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo e nel far fronte alla difficoltà di coordinarsi con migliaia di amministrazioni e aziende, pubbliche e private, che avevano modalità differente di gestire la prima fase dell’emergenza.

Il Paese è sembrato attonito, come se guardasse a Codogno o Vo’, da un grande maxischermo in cui scorrevano scene da film apocalittici. 
Per chi era lì, però, era tutt’altro che un film. La vita è stata stravolta: sono cambiati il lavoro, le relazioni sociali, la percezione del proprio stato di sicurezza. 
”In emergenza prima si cura”, mi ha detto in quelle ore un compagno che stimo moltissimo, “ma la situazione è seria e non siamo attrezzati”.
 Profetico, ma in realtà competente. Verrà il tempo in cui si farà il bilancio delle decisioni politiche, della loro tempestività, della loro giustezza.

Da subito, anche riscontrando che la posizione che rappresentavamo e che era non altro che il grido di preoccupazione che emergeva nel sistema sanitario non era fino in fondo compresa, abbiamo lavorato per affrontare l’emergenza sanitaria, perché la Cgil è una grande organizzazione che ha cura delle persone e che ha a cuore il nostro Paese. 
Il personale del sistema sanitario, pubblico e privato, non ha avuto mai esitazione: turni, orari, rischio, stress, conciliazione. Tutto è passato in secondo piano, perché se le persone soffrono non si pensa a sé ma alla loro cura.  Non è solo il codice deontologico a imporlo ma anche lo spirito di servizio. 
Molti lavoratori hanno avuto e hanno paura: si misurano con qualcosa che non conoscono, per il quale non c’è un vaccino. 
Ma il nostro SSN da subito ha dato due messaggi importanti: si guarisce, si può prevenire e soprattutto contenere.

Abbiamo visto tante e tanti assumere posizioni molto differenti che oscillavano tra il “non esageriamo è un’influenza tutto deve scorrere normalmente” a “pandemia senza confini”.
 So che fa discutere ma la posizione che abbiamo sempre mantenuto in questi momenti difficili è stata orientata da due scelte: tutelare la salute di chi lavora e interfaccia con i servizi pubblici (vertenza e denuncia su mancanza dei dpi, di protocolli operativi univoci, di disposizioni che favorissero il lavoro da remoto – smart working – e ogni altra soluzione organizzativa possibile), garantire continuità assistenziale ai cittadini.
 Azienda per azienda, reparto per reparto, servizio per servizio. Ogni minuto c’è una segnalazione di un disagio provocato da disposizioni che spesso si contraddicono non si coordinano, creano solchi nelle tutele tra condizioni di lavoro differenti.
 La stessa comunità scientifica ha una grande responsabilità nel non aver avuto la capacità di concordare su una indicazione convergente di valutazione d’impatto del fenomeno Covid-19, della individuazione delle misure da adottare come sistema sanitario e di quelle da suggerire al fine del contenimento sociale e del rischio per la salute pubblica.
 Non parliamo poi di livelli istituzionali in conflitto su prerogative e attribuzione di competenze.
 Quando premeremo il tasto rewind, tutte le ancestrali ingessature del nostro modo di affrontare l’ordinarietà e la straordinarietà ci appariranno con un’evidenza più nitida di quella che percepiamo in queste ore in cui il mood è “insieme”.

La chiave di volta quindi è coesione sociale, convergenza e condivisione istituzionale, senso di comunità, valorizzazione dei beni pubblici a partire dalla Salute.
 In pratica tutto ciò che chiediamo da anni, superare l’ubriacatura neoliberista che ha desertificato il lavoro pubblico, ha impoverito lo stato sociale, messo in regime di competitività i territori spezzando la catena del valore economico e sociale.

Oggi diciamo tutti insieme che gli Operatori della Sanità sono i veri eroi del nostro tempo.
 Lo sono anche tutti i lavoratori dei servizi pubblici e privati che nonostante scarse garanzie continuano a lavorare senza sosta, magari con grande preoccupazione per sé e per i propri affetti, ma comunque al servizio del Paese con generosità e coraggio.
 Per questo credo, spero, lavoriamo affinché il Governo nelle prossime ore dia risposta al Paese reale con poche scelte chiare ed emergenziali:

– DPI a tutti i lavoratori pubblici e privati
– Forniture sanitarie su tutto il territorio nazionale che consentano di gestire l’emergenza Covid-19
– Assumere professionisti

Tutto nel rispetto dei diritti delle persone che lavorano.
 Oggi abbiamo chi è tutelato da ammortizzatori, chi non lo è, chi ha la giornata di assenza riconosciuta come prestazione effettiva, chi è obbligato a prendere ferie e congedi.
 C’è chi può scegliere in che modo lavorare (se in ufficio o da casa), chi invece ha obblighi di legge, chi invece il lavoro lo perde.
 Altra richiesta semplice: occupiamoci di chi manda avanti il Paese provando a riconoscere allo stesso modo ma con strumenti diversi le tutele e non lasciamo indietro le persone fragili le persone disabili e gli anziani.
 Ma soprattutto diamo un segno di rispetto al sacrificio del personale del sistema sanitario, abbiamo proposto una petizione per sostenere la richiesta al Governo che abbiamo formalizzato come Cgil e Funzione Pubblica di riconoscere in modo concreto il lavoro di chi sta operando per tutelare la nostra salute.

Firmatela e condividetela:

https://www.change.org/p/sergio-mattarella-operatori-ssn-sosteniamo-chi-lotta-contro-il-coronavirus

Serena Sorrentino

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF nella quale chiede procedure operative per svolgere l’attività di soccorso, a tutela del personale vista l’emergenza epidemiologica COVID 19 in atto.

#StareBeneDentro

Onorevole Ministro,
prima ancora che la devastazione delle carceri diventasse notizia quotidiana, celata o addirittura malcelata dietro l’emergenza delle infezioni da CODIV-19, le scriventi Organizzazioni Sindacali avevano accoratamente richiesto il suo intervento ed un’interlocuzione ferma e certa.
Nessuna delle istanze ad Ella rivolte hanno trovato riscontro, sì da indurre chi scrive ad alzare i toni e a comunicare l’interruzione delle relazioni sindacali.
Sono giornate concitate quelle che (speriamo) ci lasceremo alle spalle; vite umane sono andate perse, i beni dell’Amministrazione sono stati distrutti, lo Stato è stato assaltato dalla delinquenza quasi divenendone ostaggio. In tutto questo, le uniche parole che sono giunte da Via Arenula si sono limitate ad elogiare (doverosamente) l’operato della Polizia Penitenziaria.
Ebbene, questa volta non basta la pacca sulla spalla, così come non basta l’intempestiva convocazione giunta per questa sera.
Il mondo penitenziario vive un’emergenza non percepita nella sua reale portata; ne è prova la circostanza del varo del DPCM del 9 marzo nel mentre erano in corso pesanti devastazioni e consistenti evasioni, senza che il decreto abbia volto minimamente lo sguardo alla questione penitenziaria.
Lo stato dell’arte ci induce, per senso di responsabilità, a disertare l’odierna convocazione ritenendo che le uniche garanzie di intervento, in questo preciso momento, possano giungere dal Presidente del Consiglio dei Ministri, cui si rivolge l’ennesima richiesta di incontro.
Distinti saluti

SAPPE OSAPP UILPA PP SINAPPE FNS CISL USPP CGIL FP
Capece Beneduci De Fazio Santini Mannone Moretti Oliverio

Pubblichiamo la nota unitaria  delle OO.SS. territoriale Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF in merito all’organizzazione per le squadre di soccorso per contrastare l’emergenza epidemiologica COVID 19

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. territoriale in merito all’organizzazione, all’igienizzazione delle sedi e del personale, ed al ripristino degli adeguati DPI per svolgere le attività di soccorso a seguito dell’emergenza epidemiologica COVID 19

Corona virus

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione nella quale sospende fino al 03 Aprile 2020, causa emergenza epidemiologica  COVID 19, l’ attività didattica prevista dal catalogo generale dei corsi di formazione anno 2019-2020.

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF, Usb VVF e Conapo, nella quale chiedono risposte  certe ed urgenti in riferimento al piano di soccorso, formazione, sanificazione delle sedi, vista la velocità di propagazione del suddetto virus. che sta interessando l’intero territorio  per l’emergenza epidemiologica COVID 19

Pubblichiamo la nota unitaria delle OO: Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF, Confsal VVF e Conapo, nella quale chiedono risposte  certe ed urgenti in merito all’organizzazione per l’emergenza epidemiologica COVID 19 che sta interessando l’intero territorio

Pubblichiamo la convocazione del  Capo del Corpo in merito lo schema di provvedimento normativo attuativo dell’art 1 commi 133 e 138 della legge 27 dicembre 2019 n° 160, la stessa si svolgerà in video conferenza causa emergenza epidemiologica COVID 19

Pubblichiamo il comunicato ONA in merito all’ attivazione con la compagnia Unisalute una stipula per il personale assicurato che si trovi in quarantena a causa dell’emergenza epidemiologica COVID 19

“Prime misure che sono sicuramente un passo in avanti ma serve ragionare su ulteriori interventi che possano deflettere la pressione nelle carceri in queste ore”. A chiederlo sono Cgil e Funzione Pubblica Cgil in merito a quanto sta accadendo negli istituti penitenziari, in relazione alla emergenza coronavirus, spiegando che: “Riteniamo che le prime misure adottate nel decreto legge 11 dell’8 marzo 2020 sono sicuramente un passo in avanti, a partire da quella che prevede che i colloqui svolti a distanza, tramite collegamenti telematici o mediante corrispondenza telefonica, possono essere autorizzati oltre i limiti previsti dalla legge. Al contempo, si vietano le visite ai detenuti, e si concedono, come alternativa, colloqui via skype. Ma già da più strutture si fa sapere delle difficoltà di accesso e di utilizzo di postazioni skype, peraltro insufficienti, così come le linee telefoniche a disposizione”.



Tuttavia, precisa il sindacato, “riteniamo sbagliato non ragionare di ulteriori interventi che possano deflettere la pressione nelle carceri in queste ore, a partire dall’estensione del ricorso ai domiciliari, ad un provvedimento sotteso all’assolvimento anticipato della pena fino ad un massimo di un anno per alcuni reati minori e al potenziamento urgente e straordinario di Polizia penitenziaria al pari di come si sta procedendo in altre amministrazioni pubbliche in ragione dell’emergenza Covid-19″. Non da oggi, proseguono Cgil e Fp, “sappiamo che l’edilizia carceraria, la condizione dei lavoratori della Polizia Penitenziaria e dei detenuti, espone a rischi di tensioni e di salute psicofisica per chi vive la realtà del carcere, compresi gli educatori, gli assistenti sociali, il personale del Ministero della Giustizia. Al 5 marzo infatti la situazione era già drammatica in termini di sovraffollamento già preesistente al coronavirus: 61.230 detenuti a fronte di una capienza di 47.231”.



In queste ore, reclama il sindacato, “ci vogliono segnali di apertura al dialogo e certezza delle responsabilità di chi sta gestendo le ricadute dell’emergenza sanitaria, vanno garantiti infatti protocolli specifici di protezione delle persone che vivono la dimensione del carcere per lavoro o restrizione della libertà personale, ponendo al centro salute e sicurezza. Per questo va garantito il presidio sanitario e la profilassi prevista per il Covid-19 con particolare specificità per questo settore. Ad oggi le misure adottate dal Governo e l’azione dell’Amministrazione non sono né sufficienti né adeguate. La Polizia penitenziaria e le altre Forze dell’ordine, come sempre, hanno garantito il ripristino del governo delle rivolte, a loro il ringraziamento per la gestione di momenti di tensione che purtroppo vedono registrare decessi, feriti, a cui va data una risposta forte anche in termini di accertamento tempestivo delle responsabilità che compete alla Magistratura ma anche alla direzione politica”, concludono.

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF in merito la riduzione di risorse destinate alle assunzioni di cui decreto legge del 2 marzo 2020 n° 9

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