Pubblichiamo la nota del coordinamento provinciale riguardo l’ articolazioni dell’orario di lavoro della sede di Piombino
Comunicato
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro avrebbe tra i suoi obiettivi anche quello di tutelare le lavoratrici madri, per evitare che la maternità possa essere discriminata, in palese violazione dell’art. 37 Cost. Per questa ragione, ad esempio, il legislatore ha previsto l’obbligo di far vagliare ai dipendenti dell’INL le dimissioni presentate dalle lavoratrici madri, al fine di verificare che esse siano date spontaneamente e non siano frutto di pressioni da parte del datore di lavoro.
Come spesso capita, però siamo al paradosso: l’INL tutela le lavoratrici altrui, ma non le proprie. Così accade in una ITL del Centro-Italia, in cui gli istituti a tutela della conciliazione vita-lavoro – già previsti dal CCNL e non necessitanti di ulteriori disposizioni, nonostante capziose interpretazioni in senso contrario anche della DCRU – sono pieni di ostacoli per la loro fruibilità da parte di lavoratrici e lavoratori, al punto tale che è dovuta intervenire la Consigliera di parità – organo con cui dovremmo collaborare per instaurare buone prassi in tutti gli uffici da esportare altrove, non entrare in conflitto.
Si tratta di un caso isolato? Nient’affatto, purtroppo. In un’altra ITL del Centro-Sud, il dirigente ha espressamente valutato negativamente i comportamenti di alcune lavoratrici, le quali sarebbero state poco disponibili a lavorare, in quanto … assenti per maternità ovvero assenti per curare i figli minori gravemente malati. Assurdo, per non dire ottocentesco.
Ci fermiamo qui, per ora, ma siamo certi che in altre ITL vi saranno casi altrettanto gravi e invitiamo tutti i colleghi e le colleghe che ritengano di aver subito discriminazioni ovvero ingiustificate limitazioni a causa della maternità/paternità a segnalarcelo, perché ci rivolgeremo agli organi competenti, considerato che questa Amministrazione risulta sorda ai bisogni dei propri dipendenti e cieca rispetto a quel che accade nei propri uffici, nonostante le nostre ripetute segnalazioni.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
Il MIT, nel trasmettere, in merito alla riorganizzazione del Ministero, la nota con la quale sono state
riportate tutte le posizioni sindacali emerse ufficialmente al tavolo, sembra chiudere la vicenda con
una chiosa che non ci pare in linea con quanto previsto dal CCNL, né tantomeno, con quanto prospettato al tavolo da tutte le OO.SS. presenti.
In buona sostanza, quando si dice che “l’Amministrazione, nell’esercizio del suo pieno potere datoriale
in merito alla riorganizzazione, valuterà tutte le posizioni emerse in sede di confronto”, appare
evidente che la stessa sembri virare verso una interpretazione secondo cui il confronto ex articolo 5
CCNL parrebbe attestarsi in un mero scambio di opinioni. Per quel che ci riguarda, non è così. Infatti,
il primo comma del citato articolo 5, non a caso, afferma che “il confronto è la modalità attraverso
la quale si instaura un dialogo approfondito sulle materie rimesse a tale livello di relazione, al
fine di consentire ai soggetti sindacali, di esprimere valutazioni esaustive e di partecipare costruttivamente alla definizione alle misure che l’amministrazione intende adottare”. E ancora, più avanti si afferma che”al termine del confronto è redatta una sintesi dei lavori e delle posizioni emerse”.
Laddove appare di tutta evidenza che non possa limitarsi, la sintesi dei lavori, alle sole posizioni
delle OO.SS. , ma che diviene necessario comprendere se e come, le osservazioni prodotte dalle
stesse, vengano prese in considerazione e in quale misura. Insomma, sapere se il risultato a cui perviene l’Amministrazione è lo stesso con cui si è principiato il confronto oppure, come auspicabile,
se la proposta di parte datoriale ha inteso tener conto delle varie osservazioni e, nel caso, di quali. In
buona sostanza, se le valutazioni prodotte abbiano contribuito, costruttivamente, alla definizione
delle misure che l’Amministrazione adotta.
Tutto ciò lo abbiamo detto al tavolo, al termine dell’ultimo incontro. Tutto ciò lo ribadiamo con forza.
Stiamo parlando della riorganizzazione del Ministero: pensiamo sia utile e necessario, attraverso
un ulteriore incontro in cui ci si dica quali sono “le posizioni emerse”, conoscere quali direttrici
di marcia si intendano percorrere e, ovviamente, saperlo prima dell’emanazione degli atti formali.
Questo prevede il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Questo pretendiamo.
la coordinatrice Fp Cgil Mit p.la Fp Cgil nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Continua l’informazione su SALUTE e SICUREZZA pubblichiamo l’uscita n 14 dell’ editoriale la PARTICELLA PAZZA.
Giulia si occupa di raccolta base, ovvero di raccogliere e pulire tutto ciò che è intorno ai cassonetti, in supporto alle macchine. Fabio invece quei cassonetti si occupa di svuotarli, con il suo auto-mezzo. E poi c’è Salvatore che si occupa dell’ultimo anello della filiera: smaltire i rifiuti raccolti.
Tre lavoratori di uno stesso sistema e con uno stesso obiettivo: rendere pulite le città. Attraverso il loro racconto abbiamo cercato di ricostruire i passaggi del sistema dei rifiuti e indagato le condizioni in cui versa il loro lavoro quotidiano.
“Il nostro è un compito difficile, che richiede sacrificio. Quando arriviamo nelle strade, troviamo i cassonetti ancora pieni e cumuli di immondizia intorno, che è lì da parecchi giorni. Per questo non possiamo limitarci alla raccolta, ma dobbiamo prima bonificare la strada. Troviamo di tutto: bigattini, larve di insetti che con il caldo continuano a rigenerarsi, topi, bottiglie rotte che potrebbero essere infette.
Il nostro turno è di 6 ore. Prima in 6 ore riuscivamo a fare un giro completo di pulizia delle strade. Adesso, data la mole di lavoro, nello stesso numero di ore riusciamo a fare appena una via, quindi 3-4 cassonetti. E sto parlando di 6 ore lavorate a pieno, sempre a schiena bassa, senza fermarsi mai.
Lavoriamo con il caldo, immersi in odori nauseanti, in zone infette e spesso durante le ore di lavoro veniamo anche interrotti per essere insultati. Come se la responsabilità fosse la nostra e non stessimo facendo il nostro dovere. Che poi ciò che facciamo non lo facciamo solo per lavoro o dovere. Lo facciamo prima di tutto per salvaguardare la nostra stessa salute. Siamo cittadini anche noi”.
“Quotidianamente io e i miei colleghi proviamo a svolgere il nostro lavoro e a restituire decoro alla nostra città. Ma siamo impossibilitati a farlo e non si riesce a far comprendere che la responsabilità non è nostra. Ogni giorno con il mezzo comincio la raccolta dei rifiuti, poi mi dirigo alla centralina, scarico quanto ho raccolto e ricomincio da capo. Ma dopo al massimo un paio di giri, nei quali ho raccolto circa 25-30 quintali di immondizia, devo necessariamente fermarmi perché i depositi sono saturi. Spesso sono costretto ad aspettare 3 o 4 ore prima di ricominciare il giro. Siamo a un punto di non ritorno in cui si gioca a rimpiattino con le responsabilità e alla fine la colpa ricade sui semplici operatori che hanno il contatto diretto con cittadini giustamente e comprensibilmente scontenti. Ogni giorno qui si sfiora la rissa e non sono mancati gli episodi di aggressione finiti male. È necessario che se ne parli, bisogna trovare una soluzione. Siamo lasciati completamente soli”.
“Io faccio parte dell’anello finale, quello di destinazione dei rifiuti. Un anello che viene trascurato dalla politica, la quale si preoccupa di investire solo sulla raccolta, di portare il rifiuto via dalla strada. Ma se gli impianti non funzionano, come i fatti mostrano, va in tilt l’intero sistema. Gli impianti sono obsoleti, spesso fuori servizio per manutenzione ordinaria o straordinaria. Così il carico di immondizia viene destinato ad altri impianti che vanno in sovraccarico. Inoltre i rifiuti sono tanti e le discariche troppo poche, nessun territorio le vuole. E’ inevitabile che si crei un sovraccarico della mole di lavoro.
Tutto ciò, per altro, avviene mentre il personale opera in condizioni di sicurezza spesso non accettabili. Noi ci teniamo molto a questo aspetto, ma ogni qualvolta abbiamo a che fare con aziende esterne, si trascurano gli aspetti più elementari della sicurezza. Spesso siamo noi a dover fare consulenza a loro. E’ un aspetto molto trascurato. Fin quando non si capirà che perché funzioni l’intero sistema deve innanzitutto esserci una destinazione consona e sufficiente per i rifiuti, il meccanismo continuerà ad incepparsi”.
E mentre la politica prosegue il gioco della conta delle colpe, c’è tutta una fetta di opinione pubblica che se la prende – verbalmente e non – con il suo primo interlocutore: gli operatori, stanchi, umiliati e frustrati per un lavoro svolto al massimo delle possibilità concesse. Anche per questo la Funzione Pubblica Cgil ha lanciato la campagna ‘Fp Bella Differenza’, che intende mettere al centro proprio la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori dell’igiene ambientale e la necessità di investire nel settore. Un settore che, secondo un report della stessa Fp Cgil, registra ogni anno infortuni per un lavoratore su nove. Sono infatti oltre 10 mila, secondo i dati Inail, i lavoratori colpiti da incidenti, di cui circa 8.500 proprio nella raccolta, e più di 500 i casi di malattia professionale. Un numero enorme se si considera che sono in tutto circa 90 mila gli operatori del settore, tra pubblico e privato. “Facciamo appello a tutte le istituzioni affinché si esca da una fase emergenziale continua che, come registriamo quotidianamente – fa sapere il sindacato –,danneggia i cittadini e costringe le lavoratrici ed i lavoratori del settore a prestare la propria attività in condizioni drammatiche. Valorizzare l’economia circolare deve tradursi anche in un miglioramento delle condizioni di lavoro”.
Aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario. Questo il tema del nuovo appuntamento con ‘La Cura dei Diritti’, il servizio di dirette Facebook della Funzione Pubblica Cgil Sanità rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori, in programma oggi lunedì 8 luglio alle ore 19.00 sulla pagina @fpcgilsanita.
A partire dalla ore 19 Antonio Marchini della Fp Cgil Sanità e l’avvocato Michele Bonetti tratteranno il tema delle aggressioni, sia sul versante sindacale che su quello strettamente legale. Risponderanno in diretta alle domande (e ancora possibile porre quesiti qui) e informeranno gli utenti sul quadro normativo e contrattuale relativo al tema delle aggressioni. Argomento al quale la Fp Cgil ha sempre posto molta attenzione, dedicandogli, tra le cose, un vademecum tascabile, scaricabile gratuitamente, dal titolo ‘Stop! Alle aggressioni al personale sanitario’, e un corso di formazione Ecm Fad, dal titolo: ‘Violenze e aggressioni nei confronti del personale sanitario – La prevenzione e il contrasto alle aggressioni: al lavoro sicuri’, gratuito per gli scritti alla Fp Cgil e rivolto a tutte le professioni sanitarie, medici e assistenti sociali, attivo fino al 31 luglio 2019. Appuntamento quindi oggi alle 19.0o sulla pagina @fpcgilsanita.
UNITI SI VINCE
SOTTOSCRITTI GLI ACCORDI
FONDO 2018 E PROGRESSIONI ECONOMICHE (PEO)
5 luglio 2019, le scriventi OO.SS., con senso di responsabilità, e dando attuazione al mandato del personale riunitosi nelle assemblee sia presso la sede centrale, sia presso quelle territoriali, hanno sottoscritto gli accordi, di cui si allegano i relativi documenti, per la ripartizione del Fondo 2018 e per le Progressioni Economiche Orizzontali (PEO) a decorrere dal 2019.
Nell’esprimere apprezzamento per la sensibilità dimostrata dai vertici dell’Istituto nel venire incontro alle richieste di parte sindacale, formulate per rendere concrete le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori della Corte dei conti con particolare riferimento alla necessità di dare impulso alle procedure per evitare che vadano perse importanti opportunità attese da tempo, le scriventi, pur non condividendo pienamente alcuni aspetti delle proposte dell’Amministrazione, hanno deciso di porre fine, con la sottoscrizione degli accordi, ad una trattativa che va avanti da un anno, evitando così eccessive penalizzazioni in termini di ritardato pagamento degli emolumenti (del Fondo 2018) o un ulteriore slittamento (al 2020) delle progressioni economiche orizzontali per il personale.
Nel corso della trattativa, ed anche nella riunione odierna, abbiamo rappresentato con determinazione e consapevolezza la necessità di moltiplicare gli sforzi per recuperare il tempo perduto e far sì che i lavoratori dell’Istituto non continuino a sentirsi mortificati professionalmente ed economicamente rispetto a quelli degli altri Organi di rilevanza costituzionale che, nel tempo, si sono visti riconoscere benefici economici attraverso norme ad hoc o specifiche modifiche regolamentari.
Sulla decisione assunta da queste sigle nella giornata odierna ha giocato un ruolo determinante la voce del personale dell’Istituto riunitosi nelle assemblee. Il personale della Corte dei conti ci ha rappresentato nelle scorse settimane che non può più permettersi di attendere e vedere sfumare importanti obiettivi. Per questo, per le scriventi OO.SS., rimarrà fondamentale, anche per tutte le prossime azioni da intraprendere, proseguire nell’ascolto del personale nelle assemblee che saranno indette nei luoghi di lavoro.
Queste OO.SS. ribadiscono ancora una volta il massimo sostegno a tutti gli interventi che in linea con la strategia dei vertici di Istituto, ribadita nella direttiva per l’azione amministrativa per 2019, possano consentire di giungere al pieno riconoscimento dell’autonomia organizzativa e finanziaria dell’Istituto e, di conseguenza, all’attribuzione al personale della Corte dei conti del giusto riconoscimento delle competenze acquisite e della propria effettiva specifica professionalità.
S. Di Folco F. Amidani U. Cafiero A. Benedetti F. Stefanangeli
Lo scorso 4 luglio, dopo lunghe trattative con l’Amministrazione, ed una partecipata assemblea unitaria con i lavoratori, la FP CGIL e le RSU elette nelle sue liste, hanno firmato l’ipotesi di accordo sul Fondo Risorse Decentrate 2018 – ex FUA ( vedi allegato).
Per noi questo è solo un accordo di transizione, in attesa di arrivare ad un CCNI organico e comprensivo di tutto ciò che attiene alla vita lavorativa, come progressioni economiche, profili professionali, welfare integrativo etc .
Riguardo a questi argomenti è stata fatta una dichiarazione congiunta tra le parti che troverete alla fine del testo dell’accordo.
La nostra firma è un atto di responsabilità in quanto a nostro avviso ci sono ancora delle criticità non superate, su alcune delle quali è stata fatta una nota a verbale unitaria, allegata all’accordo, nella speranza di poterle superare nel corso dei prossimi incontri con l’Amministrazione.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL p. la FP CGIL Roma e Lazio
Ministero del lavoro e delle politiche sociali Francesca Valentini
Giuseppe Palumbo
Finalmente il 3 luglio u.s. si è tenuto il primo incontro sulle progressioni verticali, dopo la disponibilità manifestata dal Presidente alla modifica della Det. Pres. n. 177/2018.
Si è trattato di un incontro interlocutorio, in cui abbiamo registrato alcuni primi segnali di apertura; ad esempio, l’Amministrazione, negando la banca dati, si è dichiarata disponibile alla nostra richiesta di circoscrivere l’ambito delle materie oggetto della prova precisando, materia per materia, quali saranno gli specifici argomenti.
Al netto delle dichiarazioni di intenti, rimandiamo all’esito del confronto sui singoli aspetti, una valutazione compiuta sulla “bontà” delle migliorie che saranno apportate alla determina. Seppur siamo consapevoli dell’urgenza di definire criteri e contingenti per le progressioni verticali – ricordiamo che la FP CGIL fu tra le non firmatarie del primissimo accordo del 2018, in quanto il Presidente Boeri non volle inserire il limite del 20% consentito dal Decreto Madia – non saremo disponibili a qualsiasi tipo di intesa, che non tenga in considerazione almeno tre aspetti:
– Individuazione di numero dei passaggi, sia da area A ad Area B che da Area B ad Area C, che si attesti al numero massimo consentito dalle norme vigenti, il che implica un aumento sostanzioso dei posti per il 2020;
– Approccio di riconoscimento della professionalità acquisita dai lavoratori che quotidianamente viene esercitata nelle sedi;
– Contestuale avvio della discussione sulla nostra proposta di revisione dei profili professionali.
Sappiamo che la discussione sulle progressioni verticali non risolve il problema dei tanti colleghi di area A e B che svolgono mansioni superiori. Per questo chiediamo, anzitutto, il sostegno dei vertici dell’Inps alla richiesta unitaria delle federazioni nazionali FP CGIL, CISL FP, UILPA e UILFPL – trasmessa tra gli altri al Presidente del Consiglio e alla Ministra della Pubblica Amministrazione – di aumentare la quota per le progressioni verticali dal 20% al 50% e di eliminare il termine temporale della vigenza della Madia, trasformandola in una previsione strutturale.
Siamo fermamente convinti che la soluzione non possa limitarsi soltanto a chi è in possesso del titolo di studio (diploma per il passaggio all’Area B e Laurea per il passaggio all’Area C). Pertanto, nelle more dei lavori presso l’Aran da parte della Commissione Paritetica per l’Ordinamento Professionale, riteniamo percorribile e non più rinviabile la strada da noi prospettata di una revisione dei profili professionali. Le riorganizzazioni attuate negli anni (forse anche troppe) e quella in atto costituiscono un’opportunità e determinano un’esigenza improrogabile di rendere aderenti e coerenti i profili esistenti rispetto al nuovo modello, organizzativo e di servizio. In pratica, se è vero come è vero che nell’istituto non esistono più attività attribuibili alle Aree A e B, i nuovi profili professionali dovranno tenerne conto e classificare il personale secondo gli adempimenti effettivamente svolti.
L’INPS è sempre stata all’avanguardia nella riscrittura dei processi organizzativi e produttivi della PA. Anche stavolta, ha la possibilità di farlo, dando il giusto riconoscimento ai propri lavoratori. Questo è il nostro obiettivo e questo abbiamo chiesto e chiediamo all’Amministrazione: è giunto il tempo che alle dichiarazioni di intenti si passi ai fatti.
FP CGIL FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano
Assemblee del 2 luglio:
un messaggio forte e chiaro ai vertici INAIL
Nella giornata del 2 luglio 2019, i Lavoratori dell’INAIL, partecipando alle assemblee unitarie indette dalle scriventi, hanno scritto una pagina importante nella storia del nostro Istituto.
Una risposta corale a sostegno delle OO.SS., ma anche un messaggio forte e deciso ai Vertici dell’Ente per dire che la misura è colma e urge un immediato cambio di passo.
In tutte le sedi i colleghi hanno manifestato la propria insoddisfazione, quando non vera e propria indignazione, nei confronti di quanti, da anni ed in maniera ripetuta, assumono decisioni che ricadono negativamente sul loro quotidiano lavoro.
Hanno espresso disorientamento e disagio per la mancanza di puntuali istruzioni dalle Direzioni Centrali, in luogo di informazioni poco chiare che troppo spesso costringono le strutture territoriali ad elaborare risposte che possono differire da sede a sede.
Hanno manifestato preoccupazione per l’aumento dei casi di insoddisfazione dell’utenza: nell’assemblea di Milano, ad esempio, abbiamo appreso di cittadini che hanno chiamato il 112 per la mancanza di tempestive risposte a causa di malfunzionamenti informatici.
Hanno sostenuto che è triste ed umiliante vedere diminuire nell’utenza la percezione della capacità dell’INAIL di dare concrete risposte, tanto da spingere a loro volta i colleghi a richiedere l’intervento della forza pubblica per far fronte alle offese ed alle minacce spesso messe in atto nei loro confronti.
Eppure, i lavoratori dell’Inail continuano con dedizione e professionalità a dare il massimo, consapevoli dell’importante ruolo svolto e della funzione sociale dell’Ente, pur sentendo il centro sempre più lontano e preoccupati per un futuro che è sempre più incerto.
Testimonianza ne è un piano triennale dei fabbisogni ricco di grandi ambizioni e di fantasiose innovazioni, ma privo di un’attenzione complessiva verso le numerose questioni aperte in Inail che da anni le scriventi OO.SS. portano all’attenzione dell’amministrazione per trovare una soluzione e che quest’ultima, evidentemente, continua a ritenere marginali. Invece di rivendicare il proprio ruolo nel welfare del Paese con la richiesta di fabbisogni adeguati alle competenze, l’Inail preferisce semplicemente “…assicurare il presidio delle funzioni dell’Istituto in presenza di cessazioni del personale” delineando un percorso assunzionale che, a fine 2021, porterà comunque l’Ente ad avere un organico carente di oltre 700 unità rispetto al totale previsto – differenza peraltro sottostimata in quanto possono essere calcolati solo i pensionamenti legati al raggiungimento dei requisiti previsti dalla Fornero. Peccato che non si siano fatti i conti con il
Personale e con le crescenti esigenze di tutela dell’utenza; peccato che si continui ad avvilire entrambi scaricando loro addosso il peso delle disfunzioni.
La procedura “Agenda” è soltanto l’ultima di una lunga serie di scelte problematiche dell’Amministrazione, che nessun Dirigente si sente in dovere di ripensare nonostante siano evidenti le conseguenze dell’avvio in produzione effettuato senza le doverose sperimentazioni e valutazioni. Conseguenze, queste, che lasciano l’amaro in bocca anche perché vanno spesso a sostituire procedure conosciute, testate ed affidabili. La stessa metodologia imposta del “service now”, perfino per la sostituzione dei pc dei colleghi, è oggetto di critica da parte del Personale, perché economicamente onerosa, non tempestiva, impersonale nelle risposte e spesso non risolutiva per le questioni tecniche, nonostante i lunghi tempi di attesa.
I Lavoratori hanno, quindi, concordato sui temi delle assemblee, impegnando le scriventi a continuare nelle richieste avanzate che sono state sintetizzate nei seguenti tre punti:
1) necessità di un rilancio dell’attività istituzionale dell’Inail, per offrire alla particolare utenza servizi efficaci e di elevata qualità attraverso un piano di investimenti che porti a nuove assunzioni, ad un potenziamento delle attività Istituzionali e di prossimità col territorio, prevedendo l’ampliamento dei servizi offerti, specie quelli sanitari, diretti a tecnopatici ed infortunati o quelli di finanziamento alle imprese per incidere maggiormente sulle dinamiche prevenzionali;
2) Una concreta politica di valorizzazione del Personale dell’Istituto attraverso la contrattazione integrativa;
3) Una più avveduta gestione dello strumento informatico, che deve essere di supporto alle attività e non motivo di aggravio e frustrazione sia per il lavoratore interno che per l’utente che si rapporta con le procedure online dell’Inail.
A conclusione di questo primo ciclo di iniziative, FP CGIL, CISL FP, UILPA e CONFINTESA FP il 10 luglio terranno un’assemblea in Direzione Generale durante la quale verranno presentati i documenti scaturiti dalle assemblee e che verranno consegnati ai Vertici dell’Istituto.
Roma, 4 luglio 2019
G. Oberosler M. Molinari D. Di Cristo F. Savarese
PASSAGGI TRA LE AREE:
LE BUGIE DELL’AMMINISTRAZIONE HANNO LE GAMBE CORTE
Sono più di due anni che insistiamo con il Ministero affinchè si realizzino i passaggi di area: transito
in area terza di tutti gli idonei inseriti nelle graduatorie per funzionari giudiziari e funzionari NEP
formate in applicazione dell’art. 21 quater della legge 132/2015; pubblicazione dei bandi per
contabili, assistenti linguistici ed assistenti informatici in applicazione del medesimo art. 21 quater L.
132/2015; pubblicazione del bando per il passaggio degli ausiliari in area seconda, figura
dell’operatore giudiziario, in attuazione dell’accordo concluso con la firma del CCNI 29.7.2010. Il
Ministero ha sempre risposto picche sulla base della seguente motivazione: il passaggio di area può
avvenire solo a seguito di assunzioni nella medesima figura professionale verso la quale viene
operato il passaggio e per un numero pari a quello dei neo assunti.
Pubblichiamo la circolare del 2 luglio scorso con la quale il Ministero per i beni e le attività culturali
ha disposto l’inquadramento in area seconda del personale dell’area prima, a seguito del superamento
di procedure interne di selezione, addirittura solo sulla base dei provvedimenti disposti e ancora
non banditi per le assunzioni in seconda area.
Tale documento dimostra ancora una volta:
a) che l’amministrazione giudiziaria non vuole operare i passaggi tra le aree né quello degli
ausiliari in area seconda né quello dei cancellieri e degli ufficiali giudiziari in area terza
mediante lo scorrimento delle graduatorie formate in applicazione dell’art. 21 quater né il
transito dei contabili, degli assistenti informatici e degli assistenti linguistici mediante la
pubblicazione dei bandi ex art. 21 quater;
b) che tutte le argomentazioni addotte sono strumentali e prive di ogni fondamento giuridico;
c) che il Ministro punta tutto sulle nuove assunzioni, peraltro previste per numeri del tutto insufficienti
a dotare gli uffici del personale necessario per assicurare i servizi, neppure quelli minimi essenziali;
d) che il Ministro ha abbandonato al suo destino il personale in servizio disattendendo
clamorosamente agli impegni assunti a tutela degli stessi con la firma dell’accordo del 26 aprile 2017
a partire proprio dall’impegno a realizzare lo scorrimento integrale delle graduatorie formate ex art.
21 quater entro il 30 giugno 2019.
IL SINDACATO CONFEDERALE NON TRADISCE I LAVORATORI E CONTINUERÀ A LOTTARE PER E CON ESSI AFFINCHÈ TUTTO QUANTO SOTTOSCRITTO SIA ATTUATO
Roma, 4 luglio 2019
FP CGIL CISL FP UIL PA
Russo Marra Amoroso
DOPO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 30 MAGGIO SCORSO, RIPRENDE IL CONFRONTO SUGLI STABILIMENTI INDUSTRIALI
SOSPENDERE LA LEGGE 244/12 PER CONSENTIRE ASSUNZIONI IMMEDIATE!
Si è tenuto in data odierna, in un clima costruttivo e aperto al dialogo, l’incontro richiesto dalle scriventi OO.SS. con il Comandante Logistico dell’Esercito – Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo FIGLIUOLO – al fine di evidenziare, anche in questa sede, le criticità e le emergenze dell’Area Tecnico-Industriale dell’Esercito anche in previsione della prossima audizione da parte della Commissione Difesa del Senato, presieduta dalla senatrice Donatella TESEI.
Le OO. SS., anche in tale circostanza, hanno ribadito la necessità di sospendere l’applicazione della legge 244/12 che, contestualmente al blocco del turnover, impedisce quel ricambio generazionale, ritenuto da tutti indispensabile, e senza il quale gli enti dell’Area Tecnico-Industriale del Comando Logistico – già caratterizzati da una elevata età anagrafica – sono destinati al collasso.
Impietosi i numeri che testimoniano la drastica e progressiva diminuzione del personale civile in servizio: al momento risultano presenti il 50% dei profili tecnici ed il 70% degli amministrativi, con l’inevitabile perdita di competenze uniche che determineranno nel 2023/24, la completa perdita di efficienza e la chiusura di importanti e strategiche realtà produttive del Ministero della Difesa.
FP CGIL, CISL FP, UIL PA hanno, quindi, sollecitato l’immediato varo di un consistente piano straordinario di assunzioni, anche attraverso la creazione dei centri di formazione presso i Poli (ex scuole allievi operai), contestualmente a percorsi innovativi di reclutamento del personale, più rapidi e conformi alle esigenze funzionali e ai compiti individuati dai decreti di struttura del 31.12.2014.
E’ stato, inoltre, sottolineato che i concorsi banditi a gennaio 2018, per complessivi 14 assistenti tecnici destinati ai Poli, hanno visto (probabilmente a causa dello squilibrio tra le prove scritte e i compiti propri dei profili in oggetto) un numero davvero esiguo di idonei alla prova orale, con il concreto rischio della mancata copertura dei pochi posti disponibili.
Particolare attenzione è stata, quindi, riservata al CeTLI NBC di Civitavecchia, i cui dipendenti sono in stato di agitazione da dicembre 2018, e su cui FP CGIL, CISL FP, UIL PA hanno rappresentato con determinazione la necessità di mantenere competenze e funzioni istituzionali, previste fra l’altro da un decreto interministeriale, fugando i dubbi di una delocalizzazione delle attività produttive. Sull’argomento è stato precisato dall’amministrazione che al momento si tratta solo di uno studio preliminare di fattibilità, che non è stato neppure esaminato dal vertice logistico, che nessuna decisione è stata assunta e che non si potrà prescindere anche in tema di analisi, dal coinvolgimento delle OO.SS. del territorio coinvolto.
Le OO.SS. hanno poi evidenziato la necessità di una iniziativa straordinaria per ripristinare corrette relazioni sindacali nelle sedi periferiche, caratterizzate da una diffusa conflittualità a causa di dirigenti che, oltre a non rispettare le previsioni contrattuali in tema di informazione e confronto, si sottraggono finanche a quanto formalmente disposto dal SME in tema di applicazione della Direttiva sulle Funzioni del personale civile.
In tema di benessere del personale civile, le OO.SS. hanno ribadito che l’attuale gestione esternalizzata degli Organismi di Protezione Sociale ha trasformato strutture una volta di grande pregio, in opere degradate e in completo stato di abbandono, facendo venir meno gli originali obiettivi di tutela sociale per i dipendenti civili, e che è pertanto necessario ripristinare l’affidamento prioritario alle associazioni di dipendenti.
Al termine dell’incontro il Generale C.A. Paolo FIGLIUOLO prendendo atto di tutte le proposte, si è impegnato ad approfondirle e a rappresentare al capo di SME quanto non di sua competenza, assicurando di valorizzare, nella prossima audizione al Senato, il tema straordinario della carenza di personale civile.
Fp Cgil Cisl Fp Uil Pa
Francesco Quinti Massimo Ferri/Franco Volpi Sandro Colombi