“Non basta fare un tweet, c’è bisogno di salvare il Servizio sanitario nazionale garantendo maggiori risorse e non ulteriori tagli”. Così il segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini, in merito alle ipotesi circolate sul taglio al Fondo Sanitario nazionale, aggiungendo che: “Dopo lo scandalo dei medici pensionati, l’invio di quelli dell’esercito e il personale sanitario che manca, sia nelle aziende territoriali che negli ospedali, adesso arriva anche la notizia che il governo starebbe ipotizzando un taglio di 3,5 miliardi per il prossimo biennio al Fondo sanitario nazionale”.
“Al ministro della Salute Grillo – aggiunge – diciamo che non bastano i post sui social, non ci interessa la polemica politica: abbiamo bisogno dei contratti, di assunzioni e soprattutto di garantire un servizio sanitario di qualità ai cittadini. L’unica dichiarazione che ci aspettiamo è che anziché stare in termini di spesa sanitaria e incidenza sul Pil al di sotto del 7%, ovvero il tasso che l’Unione Europea individua per dichiarare un sistema sanitario sostenibile, il ministro annunci che il governo intende investire sul Fondo sanitario con uno stanziamento straordinario. Se davvero il ministro Grillo vuole salvare il sistema sanitario, scenda in piazza con le lavoratrici e i lavoratori della Sanità, dei Servizi Pubblici tutti, sabato 8 giugno a Roma e garantisca che il governo non taglierà la sanità”, conclude Vannini.
Secondo una rielaborazione del Conto Annuale fatta dalle categorie dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil emerge che dal 2008 al 2017 ci sia stato un grave fenomeno di decrescita del numero di lavoratori nel pubblico impiego. Infatti, nel giro di appena 9 anni c’è stata una riduzione di personale pari al 7,5%, complessivamente 257.661 unità. In Italia 13 lavoratori su 100 lavorano nel pubblico, 7 persone in meno rispetto alla Francia, dove gli impiegati pubblici sono 20 su 100. Inoltre, il personale dei servizi pubblici ha un’età media che negli anni è avanzata, passando dai 47 anni medi del 2001 ai 51 anni del 2017. Attualmente, i dipendenti che superano i 60 anni di età sono 394 mila; sono invece 658 mila quelli tra i 55 e i 59 anni di età. Secondo le stime, dunque, nei prossimi tre anni saranno almeno 500 mila i pensionamenti previsti (anche in relazione all’entrata in vigore di Quota 100), rimpiazzati unicamente da 33 mila assunzioni straordinarie previste dalla legge di Bilancio 2019. Assunzioni che non saranno immediate ma cui, al contrario, si procederà nei prossimi 5 anni.
Nell’elaborazione dei dati del Conto Annuale, un piccolo focus è stato dedicato alla retribuzione media complessiva dei dipendenti pubblici. Ciò che ne è emerso è che negli ultimi 9 anni, dal 2010 ad oggi, la crescita delle retribuzioni si è sostanzialmente arrestata. Infatti, nel 2010 la retribuzione media di un dipendente pubblico era di 34.687 euro, nel 2017 si è persino scesi a 34.491 euro. Il costo della vita aumenta e le retribuzioni rimangono ferme.
Per quanto riguarda i contratti nazionali di lavoro del pubblico impiego, secondo le risorse stanziate dalla legge di Bilancio per il 2019, sono previsti – fanno sapere i sindacati – degli incrementi molto contenuti. In percentuale, gli incrementi previsti sono dell’1,3% per il 2019, 1,65% per il 2020 e 1,95% per il 2021. Sottolineano le categorie che lo scorso rinnovo contrattuale (2016-2018), aveva previsto un incremento del 3,48%, cui risultò un aumento medio di 85 euro lordi. Il previsto incremento dell’1,95% consentirebbe, dunque, aumenti inferiori.
Per quanto riguarda, invece, i contratti privati, di settori che erogano servizi pubblici, molti di questi sono fermi da diversi anni. È il caso, per esempio, della sanità privata, con un contratto bloccato dal 2006, e che interessa una platea di 300 mila lavoratori, tra infermieri, radiologi, operatori socio-sanitari, fisioterapisti e tutti i professionisti della salute. Così come la gran parte dei contratti del terzo settore, per circa 400 mila lavoratori, sono in attesa di rinnovo.
Quello che emerge è un quadro dei servizi pubblici nel nostro paese al collasso, in mancanza di risorse adeguate per fornire servizi efficienti e di qualità ai cittadini. Una tendenza di svalutazione e delegittimazione che va invertita attraverso investimenti adeguati per il rinnovo dei contratti e un piano straordinario di assunzioni che sopperisca all’elevato numero di pensionamenti. Per questo saremo in piazza, per difendere il valore dei servizi pubblici. Perché non c’è futuro senza lavoro. E non c’è uguaglianza senza servizi pubblici.
Agenzia del demanio
Normativa relazioni Sindacali
Dg.normativarelazionisindacali@agenziademanio.it
Oggetto: Regolamento Incentivi Funzioni Tecniche ex D.lgs.50/2016.
Siamo a chiedere se corrisponda al vero la notizia secondo la quale codesta Struttura centrale abbia chiesto ai Direttori Regionali di sospendere l’inoltro delle richieste per la liquidazione della quota incentivo, destinata al personale coinvolto nei procedimenti “servizi e forniture”, ex D.lgs. 50/2016.
Nell’affermativa, sottolineando che la ripartizione degli incentivi rappresenta anch’essa materia negoziale, appare doveroso che l’Agenzia fornisca opportuni e urgenti chiarimenti in merito a tale decisione, assunta unilateralmente e pertanto priva di condivisione con le OO.SS. in merito ai
motivi ispiratori.
Diffidando l’Ente a porre in essere comportamenti che possano pregiudicare crediti, eventualmente
maturati e maturandi dal Personale impegnato nelle funzioni previste dalla normativa vigente, si resta in attesa di un sollecito riscontro alla presente.
FP CGIL Nazionale
Luciano Boldorini
Si trasmette la ministeriale n. 0167026U del 28.5.2019 di cui all’oggetto
“La campagna elettorale propagandistica fatta anche sulle spalle dei Vigili del Fuoco – prosegue Giulianella – non è passata inosservata all’opinione pubblica. I 223 milioni di euro promessi per armonizzare gli stipendi e le pensioni dei Vigili del Fuoco con quelli degli altri Corpi dello Stato siano effettivamente stanziati. Serve inoltre risolvere il problema della carenza di 3.500 unità operative e di circa 1.000 unità nel personale amministrativo, adeguare automezzi e attrezzature, una politica mirata alla salute e alla sicurezza del personale e soprattutto serve dare una assicurazione Inail contro gli infortuni che riconosca le malattie professionali ai Vigili del Fuoco. Al Governo del cambiamento chiediamo di dare risposte serie. Per questo saremo in piazza sabato 8 giugno a Roma, insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici”, conclude Giulianella.
UNO SMART-WORKING POCO SMART
Nella giornata del 4 giugno si è riunito l’organismo paritetico per l’innovazione per effettuare il primo monitoraggio sullo smart-working in corso, al fine di monitorare le adesioni pervenute e le criticità rilevate nelle sedi in sperimentazione.
Le adesioni sono state mediamente più elevate nelle sedi del Nord Italia. In qualche sede ci sono state pochissime adesioni. Considerando che siamo in fase di sperimentazione, abbiamo manifestato la necessità di tarare meglio l’istituto, accogliendo le richieste provenienti dai colleghi delle sedi in sperimentazione.
A tale scopo, abbiamo chiesto:
1) di consentire lo smart-working a tutti gli ispettori e a chi ha la rappresentanza in giudizio sia in entrata che in uscita;
2) di consentirlo anche a coloro che hanno l’orario con i due rientri, non solo a chi sceglie le 7h e 12’;
3) di eliminare il vincolo dell’abitazione privata, non presente in molti altri accordi (da ultimo quello siglato pochi giorni fa proprio al Ministero del Lavoro…);
4) di applicare tali variazioni da subito, per vederne gli effetti, proseguendo la sperimentazione per altri tre mesi con le nuove regole.
Nessuna di queste proposte è stata accolta dall’Amministrazione, che ha invece manifestato l’intenzione di proseguire la sperimentazione con le modalità attuali per tutto il mese di giugno. Ai primi di luglio si terrà una nuova riunione dell’organismo, per valutare se apportare cambiamenti o meno.
Con riferimento alla sperimentazione dell’orario di lavoro, ci è stato ribadito che ai primi di luglio, l’orario sperimentale si estenderà a tutte le sedi. Sul punto, però, abbiamo chiesto di avere una rendicontazione di quanto finora si è realizzato e abbiamo segnalato che, in particolare il personale ispettivo aveva apprezzato l’introduzione dell’orario destrutturato, ritenendo invece un enorme passo indietro e un ritorno al passato l’eliminazione di quella novità. Abbiamo chiesto, pertanto, il ritorno all’orario destrutturato per le attività che lo consentano. Ancora una volta l’Amministrazione si è trincerata dietro alle necessità di riattivare l’orario destrutturato solo dopo che sarà operativo il fantomatico – o famigerato? – sistema informatico di rilevazione delle presenze … Sul punto mettiamo subito le mani avanti: non accetteremo forme di controllo a distanza dell’attività lavorativa, sia chiaro.
Piuttosto che lasciarsi ossessionare dal controllo dei dipendenti, l’Amministrazione dovrebbe concentrarsi sul raggiungimento dei risultati e, ancor prima, sull’organizzazione e pianificazione del lavoro. Invece, temiamo che non essendo in grado di organizzare il lavoro dei propri dipendenti, preferisca la vecchia logica del lavoro “per adempimenti” a quella del lavoro “per risultati”.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
Il prossimo 8 giugno saremo in piazza per chiedere assunzioni e risorse per il rinnovo del CCNL dei lavoratori pubblici, che attendono il giusto scatto economico ormai fermo dal 2018 e per difendere i lavoratori pubblici da una nuova ondata di discredito, dai controlli biometrici alle telecamere.
Vogliamo il rinnovo, ma il CCNL Funzioni Centrali 2016-2018 c’è, e in molti Ministeri la contrattazione è ripartita, c’è stato il confronto con i sindacati sul sistema di valutazione, ci sono i tavoli per il Contratto Integrativo di Ministero, è stato firmato il FUA , oggi FRD (Fondo risorse decentrate) del 2018 contrattato secondo l’art. 77 e 78 del CCNL.
Al MEF no. Al MEF siamo all’anno zero. Non si è avviato alcun confronto sulla valutazione e nessuna trattativa sul contratto integrativo in cui possono rientrare molti diritti da ritagliare sulle esigenze dei lavoratori del MEF.
Non è stato istituito l’Organismo Paritetico per la Valutazione e una innovazione importante e sentita come il lavoro agile è stata oggetto solo di una consultazione al CUG: in altri ministeri è stato elaborato di concerto nell’Organismo partitetico e portato al tavolo nazionale. Lo smart working esaminato con i lavoratori è risultato una procedura accolta ed efficace, entro i giusti parametri di legge. Al MEF anche un generatore di benessere e consenso come lo smart working, emanato come determina dirigenziale calata dall’alto sta ovviamente trovando critiche e difficoltà di applicazione.
Non sono i lavoratori a non essere mai soddisfatti, è l’Amministrazione che non rispetta le procedure, si comporta come se non fossero intervenute le modifiche normative al TU 165 nel 2017 e non applica il Contratto collettivo Nazionale di lavoro Funzioni centrali.
Vogliamo essere convocati sul FUA (FDR) 2018, vogliamo l’istituzione dell’OPI, vogliamo che l’Amministrazione si attivi per la restituzione dei soldi dei buoni pasto quiticket, che la bozza di DPCM con il progetto di riorganizzazione circoli in modo aperto come informativa e sia portato al tavolo nazionale di contrattazione come Innovazione, vogliamo che i lavoratori tornino protagonisti nella contrattazione perchè è previsto dal Contratto, e questa amministrazione fa finta di niente.
Chiediamo la convocazione del tavolo nazionale.
Saremo in Piazza l’8 giugno per dire chiaro che i lavoratori pubblici sono consapevoli dei loro diritti e del valore del servizio pubblico che rendono ai cittadini: IL MEF non fa eccezione.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Americo Fimiani
“Risorse per il rinnovo dei contratti, pubblici e privati. Un piano straordinario di assunzioni. Maggiori investimenti. Serve intervenire con urgenza per evitare l’implosione dei Servizi Pubblici”. Questi i tre principali temi alla base della manifestazione nazionale in programma sabato 8 giugno a Roma dal titolo ‘Il futuro è servizi pubblici’ promossa da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa. Una manifestazione con corteo lungo le vie della capitale: concentramento alle ore 9 in piazza della Repubblica, da lì direzione piazza del Popolo dove dalle ore 11 si terranno i comizi finali.
Oggi, presso la sede della Città metropolitana di Roma, i segretari nazionali delle quattro categorie di Cgil, Cisl e Uil, Fabrizio Rossetti, Franco Berardi, Daniele Ilari e Sandro Colombi, hanno elencato le ragioni della manifestazione (insieme ai numeri dei Servizi Pubblici). “Un appuntamento per cittadini e lavoratori perché quella dei servizi pubblici è una battaglia generale che riguarda l’idea di solidarietà e la garanzia dei diritti sociali per tutti”. Così le ragioni: “Scendiamo in Piazza chiedendo con forza lo sblocco immediato del turn-over, un Piano straordinario di assunzioni e la stabilizzazione di precari, perché le pubbliche amministrazioni sono al collasso ed avere meno personale significa non solo carichi di lavoro insostenibili ma anche una penalizzazione per la qualità e la quantità dei servizi che si è in grado di offrire ai cittadini”. Così come, sul fronte contratti, hanno aggiunto: “Scendiamo in Piazza per chiedere il rinnovo di tutti i contratti pubblici, per i quali ad oggi non ci sono risorse adeguate, e privati, alcuni dei quali non vengono rinnovati da più di 12 anni eppure parliamo di persone che si occupano della nostra Salute, della nostra assistenza e di quelli dei nostri cari e delle persone più fragili”.
Oggi abbiamo spiegato, ancora una volta, le ragioni per cui sabato #8giugno saremo in piazza.Nelle parole di Fabrizio…
Pubblicato da Funzione Pubblica Fp-Cgil Nazionale su Mercoledì 5 giugno 2019
Tra i temi, inoltre, “cancellare le iniquità e le disparità nel sistema previdenziale sia nel settore pubblico riguardo al trattamento di fine rapporto, sia su quota 100 e sui lavori gravosi nei nostri settori pubblici e privati; garantire una contrattazione piena sui processi di riorganizzazione e sulle questioni del personale per dare più valore alla contrattazione decentrata, per tutelare la dignità dei lavoratori e contro ogni forma di delegittimazione della funzione e del lavoro dei pubblici e contro ogni forma di controllo invasivo, dalle impronte alle telecamere; rivendicare più investimenti nei servizi pubblici e per il loro rafforzamento e per contrastare i processi di esternalizzazione che determinano dumping contrattuale e mancata universalità dei diritti per i cittadini”.
Tra le questioni, inoltre, “un taglio netto a consulenze e una revisione del codice degli appalti pubblici, soprattutto per rafforzare la clausola sociale e la parità di trattamento tra lavoratori del settore pubblico e del settore privato, insieme all’avvio di un vero processo di razionalizzazione della spesa pubblica e di lotta agli sprechi e alla corruzione, di investimenti seri per il potenziamento dei servizi ispettivi e maggiore tutela e garanzie per la sicurezza sul lavoro e per la lotta alla illegalità”. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa rivendicano inoltre “finanziamenti adeguati per il Servizio Sanitario Nazionale, per le Politiche Sociali, per un vero investimento a sostegno dell’infanzia e della non autosufficienza”.
Infine, hanno aggiunto Rossetti, Berardi, Ilari e Colombi, “l’avvio di confronti con le istituzioni, sul tema contratti e welfare, e con le associazioni datoriali per il rinnovo dei contratti privati a partire a quello della Sanità Privata. In piazza perché cittadine e imprese hanno bisogno di una pubblica amministrazione efficace, di politiche che guardino alla dignità ed al benessere di tutti, perché i servizi pubblici garantiscono realmente equità nel nostro Paese se potenziati e garantiti”. Queste le ragioni della manifestazione di sabato a Roma ‘Il futuro è servizi pubblici’, “perché non c’è futuro senza lavoro, non c’è uguaglianza senza servizi pubblici”.
Al Segretario generale della Corte dei conti
Al Vice Segretario generale della Corte dei conti
Al Dirigente generale della gestione delle risorse umane
Alla Dirigente del Servizio per la disciplina del lavoro
Al Servizio relazioni sindacali
Oggetto: Fruizione delle ferie residue. Personale in quiescenza Quota 100.
Pervengono alla scrivente Organizzazione Sindacale lamentele da parte del personale in prossimità della quiescenza con modalità “Quota 100” che, alcuni Dirigenti, applichino la norma del divieto di poter usufruire delle ferie maturate residue, durante il semestre immediatamente anteriore alla data del pensionamento.
Fermo restando che nel pubblico impiego è vietata ogni forma di monetizzazione delle ferie, a differenza dei dipendenti privati, si fa presente che s e durante il preavviso non si possono utilizzare ferie, il divieto non può intendersi automaticamente applicato anche ai sei mesi di decorrenza per la pensione previsti dalla Quota 100.
Va, invece, favorita la fruizione delle ferie maturate residue e non ancora godute, proprio in virtù del fatto che non sono soggette a nessun tipo di monetizzazione e che altrimenti verrebbero perdute.
Tutto ciò premesso, si chiede che il personale “de quo” venga favorito alla fruizione delle ferie , anche nel semestre anteriore al raggiungimento della quiescenza.
Si coglie l’occasione per inviare c ordiali saluti
La Coordinatrice Nazionale
FP Cgil Corte dei conti
Susanna Di Folco
Dott. Lucio Bedetta
Direttore Generale del bilancio e della contabilità
Non si contano le segnalazioni che pervengono alle scriventi organizzazioni sindacali in merito alla
pessima spendibilità dei buoni pasto corrisposti dall’amministrazione ai lavoratori della Giustizia su
tutto il territorio nazionale. L’adozione dei buoni pasto elettronici, poi, ha reso ancora più difficile
gli acquisti presso gli esercizi convenzionati perché pochi si sono dotati del POS necessario al
pagamento e quei pochi applicano spesso detrazioni o limitazioni di spesa.
Poiché la fruizione del buono pasto costituisce, al pari di altri, un diritto fondamentale del
lavoratore, CGIL CISL e UIL chiedono che codesta Direzione Generale ponga in essere ogni utile
iniziativa, dandone contezza ai lavoratori ed al sindacato, nei confronti della CONSIP e delle
aziende fornitrici dei predetti ticket affinché siano risolte al più presto le problematiche che stanno
pregiudicando l’utilizzo dei buoni pasto.
CGIL CISL e UIL chiedono inoltre che senza ulteriore indugio che sia predisposta e diramata da
parte di codesto Generale Ufficio una circolare esplicativa su modi e tempi di denuncia agli enti
competenti della mancata ovvero non corretta fruizione dei buoni pasto.
CGIL CISL e UIL infine chiedono che codesta Generale Direzione dia chiare indicazioni a tutti i
centri di spesa sulle modalità di recupero dei buoni Qui Ticket non utilizzati a causa del fallimento
della società fornitrice.
Distinti saluti
Roma, 4 giugno 2019
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Marra Amoroso
“Medici pensionati richiamati in servizio, medici militari utilizzati nelle corsie di ospedali ‘civili’. Le gravi carenze di personale specializzato, che si protraggono da tempo, rendono ogni giorno di più drammatica la situazione nei servizi di emergenza-urgenza negli ospedali di tutto il territorio nazionale“. A denunciarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, nel rilanciare la presenza in piazza della categoria il prossimo 8 giugno a Roma “contro l’incapacità di questo governo di far fronte all’emergenza Sanità, in difesa del diritto alla salute della cittadinanza: ci saremo, camici bianchi, in mezzo ad un fiume di bandiere colorate”.
Nel dettaglio, osserva Filippi, “in assenza di un intervento strutturale del Governo per superare in modo definitivo la mancanza di medici, tutte le Regioni stanno correndo ai ripari con i più ‘disperati’ provvedimenti: in Piemonte si inseriscono nei Pronto Soccorso i medici di famiglia, in Toscana si ricorre a quelli senza specializzazione a danno di color che nel frattempo si stanno specializzando, fino ad interventi sicuramente più critici come quello di far tornare i pensionati, oggi proposto anche dalla Liguria dopo il Veneto, o quello allarmate di chiamare l’esercito come in Molise”.
Per Filippi, “con il Governo del cambiamento la situazione in Sanità sta drammaticamente precipitando: serve un piano di reclutamento di personale straordinario, ma al di là dei proclami il ministro Bongiorno continua a rimandare. Servono 4 mila contratti di specializzazione in più per coprire tra 5 anni il minimo del fabbisogno di Medici specializzati, eppure il Ministro Grillo ne ha ottenuti solo 900 dal Governo; così come il Fondo sanitario nazionale oggi è bloccato dalle politiche di governo che vedono nei servizi pubblici una spesa e non una risorsa”.
La situazione, osserva il dirigente sindacale, “è davvero insostenibile, i turni di lavoro sono massacranti, il diritto alle ferie e alla malattia stanno diventando un miraggio, i professionisti sono mortificati per la campagna denigratoria che si perpetua da anni e che oggi è sicuramente una delle cause delle continue aggressioni a danno degli operatori sanitari che si consumano negli Ospedali e nel Territorio. Per questo l’8 giugno noi medici e dirigenti sanitari della Funzione Pubblica Cgil saremo in piazza per la grande manifestare indetta da Cgil Cisl e Uil, perché senza servizi pubblici non c’è futuro”, conclude Filippi.
Decreto Ministeriale sulla riorganizzazione
dei Centri per la Giustizia Minorile e dei Servizi Minorili
I risultati della consultazione del 3 giugno us
Si è svolto, ieri, il programmato incontro consultivo sui contenuti del Decreto Ministeriale sulla riorganizzazione dei Centri per la Giustizia Minorile e dei Servizi Minorili. Per la parte pubblica hanno partecipato il Direttore Generale del personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile nonché i dirigenti Zanghi e Delle Chiaie.
Nel suo intervento, il DG Starita, dopo i saluti di rito ha illustrato per sommi capi i contenuti del provvedimento e ha dato la parola alle organizzazioni i sindacali.
CGIL CISL e UIL, nel loro intervento preliminarmente hanno ribadito quanto già affermato nella richiesta di incontro:
• La singolarità dell’adozione di un decreto ministeriale per delineare l’organizzazione interna dei CGM e dei Servizi Minorili in quanto in passato si era provveduto attraverso lo strumento ben più agile e rapido della Circolare emanata dal Capo dipartimento. L’adozione di uno strumento rigido come il D.M. renderà rigida un’organizzazione che viceversa deve essere improntata al massimo grado di elasticità per adeguarla alle mutevoli esigenze di minori, giovani adulti e di un’utenza in formazione le cui specificità cambiano rapidamente;
• L’attribuzione a personale non contabile (e di qualifica non meglio precisata) dell’attività di consegnatario (art.9, comma 2: “nelle Direzioni dei Servizi minorili il cui direttore pro tempore non sia funzionario delegato non è prevista l’area III – Amministrazione contabile e la gestione dei beni è affidata ad un “consegnatario” ricompreso tra il personale, non necessariamente contabile, dell’Area I – Affari generali e personale”). L’attività di consegnatario dei beni, per le responsabilità che la stessa comporta, è svolta di regola da personale contabile ossia da personale dotato di esperienza professionale e formazione specifica;
• Il richiamo contenuto nell’art.10 comma 3 al dovere dei Dirigenti degli Istituti Penali per i Minorenni di operare “di concerto” con i Dirigenti dei Centri di Giustizia Minorile. Infatti, il dirigente dell’IPM ha prerogative proprie che gli consentono di svolgere la sua attività in autonomia salvo poi rispondere dei risultati del suo operato innanzi agli uffici sovraordinati.
Successivamente CGIL CISL e UIL hanno espresso forti perplessità su:
• L’attribuzione del “controllo di gestione” all’area “attuazione dei provvedimenti giudiziari” (art. 6 lett. e). Il controllo di gestione infatti attiene più a competenze giuridico-economiche che a competenze trattamentali ed inerenti alla riabilitazione socioeducativa dei minori/giovani. Tale inciso dovrebbe intendersi come “controllo e monitoraggio delle attività progettuali finanziate con risorse pubbliche”.
• La mancata specificazione nell’art.4 che nella individuazione delle quattro aree funzionali “sono fatti salvi gli incarichi già in essere al momento dell’entrata in vigore del presente decreto”.
• La previsione che nei servizi annessi in un’unica direzione sia il dirigente del CGM e non il direttore del servizio minorile a nominare il coordinatore del servizio annesso.
Con riferimento alle osservazioni formulate da CGIL CISL e UIL l’amministrazione ha replicato:
• La emanazione del decreto ministeriale per la disciplina della organizzazione dei CGM e dei servizi minorili è disposta dalla legge (DPCM 84/2015) ed anche in passato la predetta organizzazione è stata prevista da decreti ministeriali, l’ultimo dei quali è del 2007;
• L’attribuzione del ruolo di consegnatario a figure diverse dal contabile è prevista dalla normativa vigente e non dalla disciplina del regio decreto del 1920 sulla contabilità carceraria;
• Il rilievo sul ruolo del direttore di IPM il quale, anche se dirigente, deve operare “di concerto” con il dirigente del CGM è fondato e pertanto la norma sarà modificata su tale punto;
• Il controllo di gestione va inteso in senso ampio e non in senso tecnico-contabile e si riferisce alla rilevazione dei dai sull’attività istituzionale dell’ufficio (che, come è noto, si concentra in massima parte proprio nell’area dell’attuazione dei provvedimenti giudiziari e), dati che, una volta acquisiti, sono successivamente trasmessi all’amministrazione centrale;
• Del mantenimento degli incarichi in essere, rispetto al quale l’amministrazione non si è detta contraria, si discuterà in sede di confronto sui criteri di conferimento degli incarichi di capo area cercando di evitare il proliferare delle posizioni organizzative soprattutto in considerazione della esiguità delle risorse disponibili nel FUA;
• La previsione che nei servizi annessi in un’unica direzione sia il dirigente del CGM e non il direttore del servizio minorile a nominare il coordinatore del servizio annesso risponde alla necessità di omologare la disciplina di tali nomine a quella vigente nell’amministrazione penitenziaria presso i PRAP.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Macigno Marra Amoroso