IL CONFRONTO CON LA DG MUSEI
La nostra mancata adesione all’accordo sul Piano di Valorizzazione 2019 ha, se non altro, per il momento, consentito ieri un approfondito confronto sulla DG Musei, confronto che poi si è esteso anche ad una valutazione delle criticità presenti all’interno del sistema dei Poli Museali. Una utile occasione per fare il punto della situazione ed anche per confrontarsi su visioni diverse rispetto alle scelte generali sul piano della macro organizzazione.
Ma chiaramente a noi premeva capire meglio cosa era successo rispetto all’andamento del Piano 2018 e i motivi della mancata spesa di circa 1 milione di euro sui 5 impegnati avvenuta sempre nello scorso anno. E ci interessava approfondire gli effetti che poteva produrre un accordo apparentemente vantaggioso per i lavoratori, poiché ha incrementato le tariffe, rispetto alle modalità concrete con cui si svolgerà il Piano, quanti lavoratori saranno effettivamente coinvolti, quali garanzie di spesa totale abbiamo rispetto ai 5 milioni impegnati. Tutte cose sulle quali, a nostro modesto avviso, sarebbe stato molto più opportuno riflettere prima di rendere l’accordo efficace. Perché le criticità che noi abbiamo rilevato riguardano essenzialmente la riduzione della potenziale platea di lavoratori partecipanti laddove nel 2018 il Piano era stato realizzato nella sua interezza e questo riguarda principalmente i siti dove le occasioni di maggiori guadagni per i lavoratori sono più scarse rispetto a quelli a maggiore attrattività. E riguarda la possibilità di coinvolgere l’insieme delle professionalità e non solo determinate categorie se partiamo dall’assunto che tutti concorrono al processo di valorizzazione del patrimonio culturale. Quindi noi chiedevamo di capire dove si era verificata una minore spesa e perché. Richiesta destinata a restare senza risposta poiché il dr. Lampis ci ha spiegato che la Direzione Generale per via delle sue note carenze non era in grado di fornire i dati richiesti. Quindi da questo punto di vista l’Accordo raggiunto rimane al buio e a nostro avviso a poco potranno servire i monitoraggi previsti nelle fasi intermedie in quanto la programmazione si dipana per tutto l’anno. Quello che invece a noi pare assai probabile è che le risorse, contrariamente a quanto avvenuto negli anni scorsi, non saranno sufficienti a coprire l’intera programmazione annuale.
Per un semplice motivo: poiché il budget assegnato per singola sede è identico allo scorso anno è del tutto conseguente che, in sede di contrattazione locale, ci si troverà di fronte all’opzione di diminuire la platea dei potenziali partecipanti oppure di mantenere il medesimo numero dello scorso anno e diminuire gli eventi. Sia chiaro: per quanto ci riguarda è solo la seconda opzione che noi percorreremo, perché ci pare del tutto evidente che i numeri dello scorso anno non sono stati definiti a caso, ma corrispondono a minimi criteri di tutela, sicurezza e qualità delle iniziative previste.
Accanto a questo ci preme rilevare che noi non abbiamo avuto la possibilità di avanzare proposte che secondo noi migliorassero l’offerta culturale e la qualificassero: ci interessava riproporre la giornata del Restauro, quella del Patrimonio nascosto, una giornata dedicata alle scuole, una dedicata agli anziani indigenti che adesso devono pagare il biglietto, le proiezioni che fa la DG Cinema nelle serate estive con il personale a recupero orario, se è vero che le Direzioni Cinema e Spettacolo dal Vivo appartengono al MIBAC e fanno promozione culturale.
Nulla di tutto questo.
Ciò malgrado noi abbiamo ritenuto ugualmente di avanzare una proposta che quanto meno tentasse di risolvere l’intoppo economico nel quale l’Accordo poteva restare impigliato, molto semplice: aumentiamo il budget dedicato sul capitolo di spesa dell’Amministrazione al fine di compensare l’aumento delle tariffe consentendo una programmazione piena degli eventi. Un aumento proporzionale, che poi è venuto fuori essere di 1,4 milioni di euro.
Abbiamo semplicemente proposto una dichiarazione congiunta che impegnasse le parti a chiedere un intervento politico sul tema, l’abbiamo inviata in visione ai nostri interlocutori, considerato che la parte sindacale si è dichiarata unanimemente concorde, e restiamo in attesa di cortese riscontro.
Nelle more della (non) risposta, che naturalmente orienterà definitivamente la nostra decisione in merito all’accordo, vogliamo precisare che la decisione assunta sul tavolo nazionale non comporta obblighi di analogo comportamento in sede decentrata locale. Questo perché certo non saremo noi a boicottare iniziative di promozione del patrimonio culturale e perché il dissenso riguarda esclusivamente una questione generale relativa alle prerogative del tavolo nazionale sulla materia.
Pertanto noi invitiamo i delegati e le strutture territoriali a partecipare attivamente alle contrattazioni locali e a sottoscrivere gli accordi qualora ritengono che le condizioni siano sufficienti a garantire il corretto svolgimento degli eventi con particolare riferimento al mantenimento dei necessari standard di sicurezza per i lavoratori e per i cittadini.
In tale contesto suggeriamo di avviare una programmazione per tutti gli eventi previsti dal Piano, avendo cura di mantenere i numeri dello scorso anno e di garantire la partecipazione anche delle medesime professionalità che sono state coinvolte gli scorsi anni..
Qualora il budget assegnato non sia sufficiente alla copertura di tutto il Piano previsto, la programmazione può essere avviata sino alla copertura finanziaria e allo stesso tempo richiedere, già nelle clausole dell’accordo locale, il finanziamento aggiuntivo utile allo scopo. Qualora l’Amministrazione proponga una diminuzione dei numeri va in ogni caso prioritariamente verificato se questo consenta il rispetto dei protocolli di sicurezza contenuti nei DVR.
Sugli sviluppi del confronto nazionale vi aggiorneremo a breve, intanto vogliamo ricordarvi che:
FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno indetto per l’otto giugno prossimo una grande manifestazione
nazionale a Roma per chiedere con forza investimenti per garantire il rinnovo del CCNL, un piano straordinario di occupazione, riqualificazione dei servizi pubblici per ridare dignità al lavoro al servizio dei cittadini. I Beni Culturali sono al centro di questa vertenza e noi saremo in piazza per rivendicare il diritto dei cittadini di questo Paese ad avere la più alta qualità possibile nei servizi pubblici di tutela e promozione del patrimonio e delle attività culturali.
Attendiamo tutti voi.
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni
Proclamato lo stato di agitazione!
È palpabile la delusione di FP CGIL CISL FP UIL PA e CONFSAL UNSA dopo l’incontro ieri sera con il Ministro della Difesa in tema di recupero del divario economico rispetto sia ai dipendenti delle altre amministrazioni pubbliche che al personale militare, ovviamente a parità di mansioni.
Non tanto per i toni concitati che hanno animato il confronto, quanto perché è apparsa subito evidente l’inadeguatezza della controparte che, nella circostanza e in apertura di riunione ha addirittura tentato di legittimare le posizioni di chi, pur non rappresentando formalmente nessuno, sta cercando di far perdere ai lavoratori anche i più elementari diritti contrattuali, rivendicando privilegi per una ristretta cerchia di destinatari che assomiglia molto ad una casta.
Dando inizio ai lavori il Ministro ci ha fatto consegnare uno schema riassuntivo delle diverse proposte avanzate dai sindacati, dalla cui lettura l’ipotesi di attribuzione di una Indennità Funzionale mensile di 600 euro medie procapite (850 per l’area terza, 550 per la prima e la seconda) proposta da FP CGIL CISL FP UIL PA E CONSAL UNSA è apparsa subito l’unica concreta realmente attuabile, perché definita sia nella parte normativa che nell’ammontare complessivo della spesa da porre a carico del bilancio della Difesa. Per tutte le altre l’impegno finanziario non è indicato, finendo per divenire una mera dichiarazione d’intenti.
FP CGIL CISL FP UIL PA e CONFSAL UNSA, che già in passato sono riusciti ad ottenere i 63 milioni di euro che l’amministrazione erogherà nel triennio 2019/2021 al personale civile dal bilancio della difesa, hanno richiesto una valutazione politica della proposta avanzata, per la cui attuazione l’A.D. ha fatto stimare dal Mef un fabbisogno annuale di circ 238 milioni di euro e, contestualmente, l’immediata apertura di un tavolo tecnico
Ma nessuna risposta esaustiva è stata fornita, se non una generica richiesta di presentare una proposta, comune alle altre sigle, attraverso un tavolo tecnico. È apparsa così evidente l’intendimento di rinviare ancora una volta un problema che sta lacerando i lavoratori civili della Difesa, alimentando tensioni e conflittualità.
Nulla, per quanto ci riguarda, può essere messo in comune con chi da anni sta speculando sulle vite lavorative dei dipendenti della difesa, raccontando falsità a ripetizione e dividendo le rappresentanze sindacali fra buone (loro) e cattive (noi).
FP CGIL CISL FP UILPA e UNSA rappresentano quei sindacati confederali che sanno ben coniugare i bisogni di investimento avanzati dalle aree industriali, oltre la necessità di assunzioni per mantenere la propria capacità produttiva, con le legittime aspettative dei dipendenti e il loro diritto ad avere un salario e, soprattutto, una pensione dignitosa.
Se il Ministro ci rappresenta di aver chiesto la stabilizzazione e l’incremento dei 21 milioni di euro annui da noi ottenuti (circa 600 euro annuali), occorre dire che ad oggi risultano tuttora inevase tutte le criticità affrontate nei mesi scorsi a cui nessuna risposta credibile è stata ancora fornita (superamento legge 244, assunzioni, investimenti, nuovo bando di mobilità, tabelle organiche fantasma, transiti degli ex militari, mancata applicazione direttiva sulle funzioni del personale civile, ecc.), anche per le resistenze di un apparato militare che continua ad essere chiuso e impermeabile, volto solo alla propria auto conservazione.
Ci sono tutte, dunque, le ragioni che richiedono la proclamazione dello stato di agitazione nazionale dei lavoratori civili del Ministero della Difesa, con la mobilitazione generale in tutti i territori e la partecipazione motivata all’iniziativa straordinaria dell’8 giugno a Roma.
Fp Cgil Cisl Fp Uil Pa Confsal Unsa
Francesco Quinti Massimo Ferri/ Franco Volpi Sandro Colombi Gianfranco Braconi
Pubblichiamo la nota unitaria di FP Cgil VVF,Fns Cisl e Uil Pa VVF sulla ripartizione delle risorse dei fondi di Amministrazione ed l’anno 2016 per il personale non direttivo e dirigente
“I lavoratori civili del Ministero della Difesa sono stanchi di assistere al teatrino messo su dal Ministro Trenta. Avviamo quindi da subito iniziative nazionali di protesta”. Ad annunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa, nel sottolineare come: “Ieri sera al dicastero della Difesa è stata nostro malgrado registrata l’ennesima imbarazzante puntata nella quale gli attori protagonisti, dopo mesi di chiacchiere e presunte disponibilità al dialogo che non hanno prodotto alcuna soluzione tangibile agli annosi problemi denunciati dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori civili, hanno finalmente gettato la maschera, rivelando la propria reale ed inconsistente natura”.
Per i quattro sindacati, che insieme rappresentano quasi l’85% del personale civile della difesa, “l’aver consapevolmente scelto di caratterizzare, prima di abbandonare nuovamente e per l’ennesima volta i lavori, l’apertura della riunione con un vero e proprio tentativo di forzatura delle regole stabilite dalle norme di legge vigenti e dai contratti collettivi nazionali di lavoro sulla titolarità della rappresentanza sindacale ammessa al tavolo, che per i sindacati è certificata dall’adesione volontaria e dai voti espressi dai lavoratori, cercando addirittura di legittimare e ammettere nella discussione la posizione scritta assunta da presunti componenti di un ignoto comitato in violazione delle più elementari regole democratiche, introducendo ulteriori elementi di divisione tra le parti, costituisce il segno per noi invalicabile di una inadeguatezza istituzionale del Ministro Trenta e che dovrebbe far molto riflettere il Presidente del Consiglio”.
“Abbiamo atteso per quasi un anno che alle parole spesso abusate seguissero i fatti, perché da allora non una delle criticità più volte denunciate dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori ad oggi è stata ancora risolta, e sono tante. È tempo che il Ministro della Difesa assuma per intero le responsabilità che derivano dall’esercizio del ruolo istituzionale affidato di fronte ai propri 27.000 dipendenti e alle loro famiglie. Per quanto ci riguarda la misura è colma e, nel dichiarare l’immediato avvio delle stato di agitazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori civili della difesa, ci riserviamo di comunicare già a partire dai prossimi giorni le forme di protesta e manifestazione di pubblico dissenso che insieme decideremo di attuare a Roma e su tutto il territorio nazionale”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa.
In data 15 maggio 2019 si è svolto il primo incontro di contrattazione decentrata tra la delegazione di parte pubblica, rappresentata dal Capo Dipartimento RUF dott.ssa Beltrame e dai suoi collaboratori, e le rappresentanze delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL.
Abbiamo convenuto sull’opportunità di dare avvio parallelamente alla discussione sul Fondo Risorse Decentrate 2018 e a quella sul contratto integrativo triennale, con l’obiettivo di giungere in tempi celeri ad un accordo sull’utilizzo del FRD 2018 e di darsi il tempo necessario per la discussione del CCNI.
Per quanto riguarda il CCNI abbiamo evidenziato la volontà di aprire una discussione complessiva su tutte le materie ad esso delegate dal CCNL per giungere auspicabilmente alla sottoscrizione di un CCNI che comprenda sia la parte normativa (2019/2021) che quella economica (2019).
Sul FRD 2018 l’amministrazione ha anticipato l’intenzione di presentare una proposta sulla falsariga dell’accordo del 2017, che tenga conto delle modifiche contrattuali previste dal CCNL 2016-2018 sulla differenziazione del Premio individuale (art.78 del CCNL) e della necessità di rivedere le maggiorazioni per le turnazioni notturne/festive.
Ha poi ribadito che, rispetto alle percentuali da destinare rispettivamente alla performance organizzativa e a quella individuale (nel 2017 50% ciascuna) l’amministrazione preferirebbe dare maggior peso alla performance individuale.
Come CGIL CISL e UIL abbiamo chiesto di avere i dati analitici relativi alla costituzione ed utilizzo del fondo in modo da poter fare le opportune valutazioni, chiarendo comunque fin d’ora che, in mancanza di risorse “fresche” sul FRD riteniamo inopportuno uno sbilanciamento sulla parte della performance individuale, a maggior ragione in vigenza dell’’art.78 del CCNL che proprio su questa interviene.
In coerenza con quanto sopra, abbiamo anche anticipato la volontà di destinare una quota di risorse molto limitata all’istituto previsto dall’art.78.
Abbiamo inoltre sollevato il problema relativo alla mobilità del personale proveniente dagli Enti di Area Vasta, ad oggi ancora privi di qualsiasi trattamento accessorio, e ipotizzato di ricomprenderli, in attesa della costituzione di un presunto apposito fondo, nel personale destinatario delle risorse del FRD prevedendo un eventuale successivo conguaglio.
L’incontro ha avuto comunque carattere interlocutorio ed è stato riaggiornato al giorno 24 maggio. Nel frattempo l’amministrazione fornirà i dati richiesti.
Come da accordi l’amministrazione ci ha poi fornito una dettagliata informativa sulla programmazione triennale delle assunzioni.
Secondo quanto anticipato, e che verrà a breve pubblicato sul sito istituzionale le previsioni sono le seguenti:
Nel 2019:
Assunzione dei 253 vincitori del concorso per funzionari più 200 idonei.
Assunzione di 130 amministrativi area II da graduatorie aperte di altre amministrazioni
Nel 2020:
Trasformazione dei contratti part-time che maturano i tre anni in contratti full-time.
Concorsi per:
95 funzionari area III (40 informatici statistici e 55 amministrativi contabili)
78 assistenti amministrativi area II
101 funzionari amministrativi area III
Stabilizzazione 50 lavoratori in comando dal comparto scuola (25 di Area II e 25 di Area
III).
Nel 2021
Assunzione idonei da graduatorie anche di altre amministrazioni per:
130 funzionari area III
58 funzionari area II
A fronte di questi dati abbiamo posto al tavolo alcuni argomenti, che è nostra intenzione approfondire nei prossimi incontri, rispetto per esempio alle opportunità offerte temporaneamente dalla legge in ordine ai passaggi verticali, o alla possibilità della trasformazione dei rapporti di lavoro part-time esistenti nell’amministrazione.
Anche su questo punto ci siamo riservati ulteriori osservazioni al ricevimento della documentazione completa.
L’amministrazione si è detta comunque disponibile a dare seguito alle domande di trasferimento in itinere e non ancora autorizzate prima delle nuove assunzioni.
Il 24 maggio proseguiremo quindi il confronto sul FRD e contiamo di fissare un calendario di riunioni che ci consenta un confronto vero su tutti i temi sul tavolo.
Vi terremo costantemente informati.
FP CGIL CISL FP UILPA
Anna Andreoli /Roberta Sorace Michele Cavo Alessandra Prece
ABBIAMO FIRMATO UN BUON ACCORDO SULL’ORARIO DI LAVORO
Il giorno 14 maggio us , nell’ambito della contrattazione integrativa, è stato firmato l’accordo
sull’orario di lavoro.
Questa Organizzazione Sindacale e le RSU elette nelle sue liste, hanno deciso di firmare un accordo
che si ritiene sia andato a migliorare il precedente, considerato che , seppur già buono, era
stato siglato 17 anni fa in condizioni di vita e di amministrazione sicuramente diversi dall’attualità.
E’ stato un percorso lungo ed impegnativo che ha visto la sua conclusione anche grazie
all’impegno e alla condivisione dei lavoratori, sia per la partecipazione alle mobilitazioni che
all’assemblea decisiva che si è espressa a larghissima maggioranza su tutte le questioni poste
all’ordine del giorno e che l’Amministrazione ha accolto nella quasi totalità.
Ci auguriamo che l’entrata in vigore di questo accordo, che si allega, possa in parte migliorare
le condizioni di vita e lavorative del lavoratori.
Ma questo è solo il primo passo, altri appuntamenti importanti ci aspettano e questa O.S. e le
RSU elette nelle sue liste, si impegnano a continuare a condividere il percorso con tutto il personale.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL p. la FP CGIL Roma e Lazio
Ministero del lavoro e delle politiche sociali Francesca Valentini
Giuseppe Palumbo
Pubblichiamo la nota del Capo del Corpo sull’utilizzo della uniforme operativa in dotazione al personale appartenente al C.N.VV.F.
Pubblichiamo la ministeriale m_dg.GDAP.15/05/2019.0153613.U
Pubblichiamo la nota inviata dalla Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso Tecnico e l’ Antincendi Boschivo riguardo la procedura generale di gestione delle esercitazioni operative che si svolgeanno presso presso la Scuola di Formazione Operativa di Montelibretti.
Pubblichiamo la circolare di riferimento sulla mobilità per il personale nel ruolo di Capo Reparto, emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane
Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Pres. Francesco BASENTINI
ROMA
E, per conoscenza,
Al Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Cons. Lina Di DOMENICO
Al Direttore Generale del Personale e delle Risorse
Dr. Massimo PARISI
Alla Direzione Generale del Personale e delle Risorse
Ufficio IV – Relazioni Sindacali
Dr.ssa Ida DEL GROSSO
ROMA
OGGETTO : Relazioni sindacali e sollecito avvio confronto.
Premesso che le scriventi OO.SS. rappresentative del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria già
con precorsa corrispondenza hanno richiesto la separazione del tavolo di contrattazione dalla sigla sindacale FSA-CNPP, rilevandosi per l’ennesima volta che la convocazione per il giorno 22.5.2019, pervenuta con nota GDAP.08/05/2019.01444990.U dall’Ufficio IV – Relazioni Sindacali della Direzione Generale del Personale, non tiene conto di tale volontà, con la presente si torna a sollecitare la S.V. al rispetto degli impegni assunti in occasione della riunione con il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Ciò premesso, in attesa della calendarizzazione degli incontri per affrontare gli altri temi che
prioritariamente sono stati condivisi tra le Parti, le Scriventi OO.SS. ritengono imprescindibile che il confronto sulle piante organiche debba precedere la discussione che invece si è voluta indicare per la prossima riunione del 22 maggio.
Pertanto si chiede di subordinare detta questione del 22 all’esito del confronto sulle dotazioni degli
organici del Corpo, che con la presente si sollecita.
Si rimane in attesa di urgente riscontro.
S.A.P.P.E.
CAPECE
O.S.A.P.P.
BENEDUCI
UILPA‐P.P.
DE FAZIO
SI.N.A.P.PE.
SANTINI
CISL‐FNS
MANNONE
U.S.P.P.
MORETTI
C.G.I.L.
PRESTINI
Al Direttore centrale risorse umane e organizzazione
Dr. Aldo Polito
e, p.c. Al Direttore dell’Agenzia
Dr. Antonino Maggiore
Ancora deve partire la riorganizzazione periferica dell’Agenzia delle Entrate e già si manifestano le più evidenti criticità che, ad onore del vero, erano state più volte denunciate dalle scriventi OO.SS. nel corso del confronto con codesta Direzione.
La prima “questione”, delle tante criticità evidenziate, riguarda la soppressione di circa 36 reparti ed il conseguente accorpamento, a livello “interprovinciale”, per creare nuove Aree Servizi Estimativi ed OMI. L’Agenzia sta procedendo a tale riorganizzazione e alla riassegnazione del personale nelle nuove Aree delle DD.PP. limitrofe che assorbiranno anche i relativi compiti istituzionali.
La ratio che l’Agenzia ha evidenziato per questo specifico riassetto è riferibile all’esiguità dei componenti le varie Unità Organizzative delle strutture interessate all’accorpamento. Insomma un “sacrificio” da pagare ad un’ipotetica ottimizzazione. A fronte della presunta ottimizzazione ottenuto dall’accorpamento, le attività delle province coinvolte subiranno un’evidente involuzione in termini di prodotti evasi e della qualità delle attività.
L’importanza di mantenere lo stretto collegamento con il territorio, per la peculiarità del tipo di servizio, impone la necessità di lasciare la responsabilità di questo servizio in capo alla Direzione Provinciale del territorio ove si riferisce quel servizio, non avendo senso una organizzazione per la quale un Direttore Provinciale interviene su un territorio diverso da quello di sua competenza provinciale.
Inoltre, tale scelta impatterà in modo negativo anche sull’attività dei colleghi dei Reparti e/o delle DD.PP. che assumono la titolarità e la responsabilità delle competenze delle province limitrofe.
Dando attuazione a questa parte di riorganizzazione, si procederebbe all’assegnazione di colleghi da una Direzione Provinciale ad un’altra con il conseguente innesco di processi di mobilità non volontaria, in assenza di un accordo che tuteli il personale interessato e malgrado le “rassicurazioni” in più occasioni fornite ufficialmente dal Direttore del personale.
Altra forte criticità è quella che discende dalla decisione dell’Agenzia di istituire nell’ambito di 41 Direzioni Provinciali gli Uffici territoriali Atti pubblici, successioni e rimborsi Iva, con la conseguente centralizzazione in un’unica sede delle attività oggi svolte in più Uffici territoriali. Anche in questo caso, a prescindere da un’analisi più articolata sulla fondatezza organizzativa di tale scelta, sono indubbie le ripercussioni sul personale, sui carichi di lavoro, sullo stesso futuro di molti Uffici territoriali.
Queste preoccupazioni appaiono ancora più fondate dopo i primi incontri tenutisi a livello di Direzioni regionali e provinciali proprio sulle modalità operative ed organizzative da adottare per dare corso a questa decisione.
Per tali motivi e per la prioritaria tutela dei colleghi, in ossequio anche a quanto deciso nel corso delle riunioni che si sono tenute nei mesi scorsi a seguito delle quali era stato concordato un tavolo specifico di confronto sulla riorganizzazione, chiediamo la sospensione di questi aspetti della riorganizzazione e, nel contempo, una convocazione da tenersi con la massima urgenza.
FP CGIL CISL FP UILPA CONFSAL/UNSA FLP
BOLDORINI SILVERI CAVALLARO SEMPREBONI/VITIELLO CEFALO/ PATRICELLI