Pubblichiamo le graduatorie di mobilità ordinaria, concernenti le circolari di mobilità prot. n. 18530 del 27.03.2019 e n. 18940 del 29.03.2019 concernenti il  seguente personale:

– ruolo dei Capi  squadra non specialista, specialista sommozzatore, nautico, radioriparatore e elicotterista;

– ruolo di Capo reparto non specialista per i neo Comandi di Barletta-Andria-Trani, Fermo e Monza-Brianza, in servizio a Barletta, Fermo e Monza;

– ruolo di Capo reparto specialista elicotterista per i neo Comandi di Rieti, Cecina (LI) e Lamezia (CZ).

 

COMUNICATO UNITARIO
SOTTOSCRITTA LA VERIFICA FINALE DEL SISTEMA PREMIANTE 2018

Oggi si è tenuto l’incontro al tavolo di delegazione per la verifica finale degli obiettivi cui sono correlati i compensi per la produttività collettiva e i progetti speciali dell’anno 2018.
Questo ci ha consentito di evidenziare, anche per l’anno in esame, l’egregio lavoro realizzato dai colleghi che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno conseguito ottimi risultati, sia in termini quali/quantitativi sia in ordine alla componente valutativa riservata all’utenza.
Accanto all’apprezzamento per il complessivo ottimo lavoro svolto dai colleghi, non sono mancati i rilievi delle scriventi OO.SS. per alcune carenze organizzative riscontrate rispetto alla pianificazione e alla segnalazione degli scostamenti dagli obiettivi e progetti speciali, attività che dovrebbero essere frutto di un attento e doveroso monitoraggio.
Abbiamo, pertanto, sottoscritto un verbale di verifica che, solo in tre casi, mostra criticità tali da impedire ai colleghi di ricevere il compenso pieno: in un caso per gli obiettivi di produttività e negli altri due per uno dei progetti speciali concordati.
Abbiamo anche evidenziato il crescente disagio dovuto alla continua riduzione di Personale senza che lo stesso venga sostituito da un’adeguata e tempestiva politica assunzionale, alle difficoltà connesse alle procedure informatizzate, ai nuovi compiti e al deterioramento generale del clima aziendale.
Con l’occasione, abbiamo ribadito la necessità di rivedere, alla luce delle novità introdotte per effetto della nuova tariffa dei premi e delle ripetute interruzioni delle procedure, l’entità degli obiettivi previsti per il 2019, e l’Amministrazione ha già manifestato disponibilità in tal senso.
Peraltro, abbiamo concordato sulla necessità di approfondire queste tematiche, particolarmente importanti, sia sul fronte degli obiettivi, sia sul benessere organizzativo, richiedendo uno specifico incontro urgente del tavolo di partecipazione sindacale per mettere in campo i necessari correttivi.
A tale proposito abbiamo rappresentato l’esigenza che, al riavvio della piena funzionalità della procedura GRA per tutte le lavorazioni, siano fornite direttive univoche, per evitare che sul territorio si realizzino percorsi operativi disomogenei.
Infine, l’occasione è stata utile, a seguito di molteplici richieste provenienti da lavoratori, per un richiamo alla coerenza, perché sempre più spesso notiamo una schizofrenia da parte di alcune OO.SS. che sottoscrivono Accordi per poi disconoscerli in comunicati ufficiali, ovvero sostenere di non condividerne i contenuti.
L’adesione agli accordi di secondo livello, infatti, è libera, e la mancata firma – salvo che si tratti della sottoscrizione del CCNL – non esclude nessuno dai passaggi successivi: quindi una firma va apposta solo se si è convinti della stessa, e coerenza poi imporrebbe di non disorientare i colleghi con comunicati contraddittori, a meno che non si voglia veicolare la convinzione di essere affetti da diplopia, o peggio, dimostrare di perseguire ambigue strategie.

G. Oberosler                          M. Molinari                               D. Di Cristo                       F. Savarese

Pubblichiamo il comunicato  di  oggi 9 aprile 2019.

SPECIFICI TRATTAMENTI ECONOMICI:
CHE NESSUNO RESTI INDIETRO!

Nella serata di ieri, 2 aprile 2019, sono state approvate dal Consiglio di Presidenza le modifiche al nuovo regolamento autonomo di amministrazione e contabilità della Corte dei conti.
Le scriventi esprimono soddisfazione non solo per l’ulteriore passo avanti compiuto dai vertici di Istituto per elevare la Corte dei conti al livello che le compete, ma anche per quanto si sta ponendo in essere affinché siano finalmente riconosciute le elevate competenze e la qualificazione professionale del personale amministrativo attraverso l’istituzione di nuovi specifici trattamenti economici, vale a dire un emolumento di elevata qualificazione professionale e un’indennità incentivante.
Dalle prime voci che circolano sembrerebbe che siano state apportate alcune modifiche ai testi pubblicati nella intranet il 15 marzo u.s. anche sulla base di alcune proposte formulate nell’allegata nota unitaria di queste OO.SS., indirizzata ai vertici di Istituto il 28 marzo u.s..
Restiamo in attesa di ricevere la versione finale approvata dal Consiglio di Presidenza per esprimere puntuali considerazioni.
Queste OO.SS. si augurano che le citate modifiche non conducano a nuove discriminazioni/disparità di trattamento e, comunque, si assumono fin da subito l’impegno di seguire con massima attenzione la fase attuativa, in particolare nella contrattazione comunque prevista dall’art. 77 del CCNL Funzioni Centrali 2016-2018.
Queste sigle, unitariamente, si adopereranno affinché non siano mortificate le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori della Corte dei conti e perché siano garantite pari opportunità in sede di partecipazione.
NESSUNO RESTI INDIETRO!

Roma, 3 aprile 2019

S. Di Folco             F. Amidani           U. Cafiero         A. Benedetti     F. Stefanangeli

ASSEMBLEA NAZIONALE UNITARIA DEI QUADRI E DEI DELEGATI DEL
MINISTERO DELLA DIFESA”.
ROMA, 17 Aprile 2019 h. 10.00
– Centro Convegni Carte Geografiche via Napoli n. 4 –

Quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un anno molto complesso e impegnativo per la funzione di rappresentanza e di tutela dei diritti e dei bisogni delle lavoratrici e dei lavoratoripubblici.
anno in cui abbiamo finalmente riconquistato – dopo ben 10 anni di aspettative tradite e in un periodo storico e politico caratterizzato da una grave e perdurante crisi economica e finanziaria – il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per il triennio 2016/2018, imprimendo una svolta positiva all’azione e contrattazione sindacale che si è riappropriata di quegli spazi di democrazia partecipata per lo più compressi dalla legge n.150/2009 (cd.Brunetta).
Alla Difesa, in particolare negli ultimi tre anni, abbiamo insieme saputo costruire, promuovere e mettere in campo molteplici iniziative politico/sindacali che, unite ad una efficace mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori civili coinvolti, hanno consentito di riaffermare con forza il ruolo e l’importanza della rappresentanza sindacale confederale per la tutela del lavoro, del salario e della professionalità del personale civile e, soprattutto, raggiungere risultati mai conseguiti prima, come del resto conferma anche il gradimento complessivo espresso dall’85% circa dei lavoratori nell’ambito della consultazione elettorale per le elezioni RSU dello scorso anno.
Molto è stato sicuramente fatto in quest’ultimo periodo, ma molta strada c’è ancora da fare per attenuare le criticità del sistema e salvaguardare le prospettive di un settore lavorativo del pubblico impiego peculiare e strategico per la tenuta della democrazia e la difesa del Paese.
Impegno che dovrà riguardare anche il miglioramento delle condizioni economiche e lavorative del
personale civile dipendente, tuttora destinatario di un trattamento economico notevolmente inferiore a quello generalmente attribuito, dalle altre amministrazioni pubbliche, ai colleghi di pari ruolo e qualifica, per non parlare di quello, di gran lunga superiore, riservato alla componente militare che opera negli stessi ambienti ed uffici con compiti amministrativi o comunque non operativi.
Come sapete, nella delicata interlocuzione avviata con il Ministro Trenta abbiamo già avuto modo di
affrontare la discussione su talune di queste importanti questioni, proponendo idee e soluzioni sulle quali, se ad alcune il Ministro ancora non ha dato risposte adeguate, per altre si è riservato di fare una valutazione che auspichiamo poter conoscere e discutere quanto prima.
Peraltro, pur apprezzando la disponibilità al confronto, riteniamo necessario accelerare i tempi di risoluzione delle problematiche avanzate che, almeno per noi, devono però iniziare a produrre risultati concreti e tangibili.
Ciò detto, serve subito a nostro giudizio:
– un urgente piano straordinario di assunzioni, in grado di far fronte all’alto numero di pensionamenti già previsto per i prossimi tre anni, con ogni probabilità ulteriormente aumentato dall’ormai prossima
applicazione della cosiddetta “quota 100”, prevedendo il reclutamento di almeno 5000 unità di personale tecnico e amministrativo da destinare in particolare all’area tecnico operativa ed industriale;
– il superamento della legge 244/12, interrompendo la progressiva riduzione delle tabelle organiche sino al 2024, ostativa al piano di assunzioni;
– l’avvio del progetto di riapertura delle ex Scuole Operai, oggi Centri per la formazione professionale,
cui destinare – con contratti di formazione lavoro già previsti dalle norme vigenti per il pubblico impiego – i giovani che al termine del proprio percorso scolastico svolto soprattutto in scuole professionali sono in cerca di adeguata occupazione;
– un intervento complessivo, non più ulteriormente rimandabile, di adeguamento del trattamento
economico del personale civile della difesa, da ottenere mediante l’insieme delle proposte avanzate da FPCGIL CISL FP UIL PA E UNSA CONFSAL sul salario accessorio nell’incontro del 12 marzo scorso,
nonché, fermo restando l’attuale assetto normativo del Comparto di riferimento, all’individuazione della soluzione tesa ad armonizzare il trattamento economico del personale civile con il superiore livello degli emolumenti percepiti presso altre P.A., a parità di area e fascia retributiva di inquadramento, tenuto conto, in particolare, delle peculiari attività di impiego, funzionali all’operatività dello strumento;
– lo sblocco delle progressioni tra le aree funzionali, con particolare riferimento anzitutto al transito
del personale civile dalla 1^ alla 2^ area e a seguire, con modalità progressive, da ottenere mediante la riproposizione della bozza di norma che reca “ Misure per la riqualificazione professionale del personale dell’Amministrazione difesa”, a suo tempo elaborata con il Gabinetto del Ministro, che ne prevede anche la forma di finanziamento;
– la definizione del CCNI parte normativa del Ministero Difesa, tenuto conto che il contratto delle
Funzioni Centrali ha innovato la disciplina del rapporto di lavoro demandando ai contratti Integrativi il
compito di prendere atto delle novità e renderle concretamente applicabili. Sull’argomento FP CGIL CISL FP UIL PA E UNSA CONFSAL hanno inoltrato una da tempo trasmesso a Persociv una piattaforma di rivendicazione che sarà oggetto di discussione e confronto fra delegati e lavoratori;
– la ricollocazione, su base volontaria, degli ex militari transitati nei ruoli civili dell’A.D. anche verso
altre pubbliche amministrazioni, iniziativa rivolta in particolare a coloro che hanno bisogno di avvicinarsi ai propri luoghi di residenza. Sull’argomento – per non alterare ulteriormente la funzionalità del sistema difesa e creare inutili disparità di trattamento con personale in possesso dei titoli richiesti – chiederemo di evitare di attribuire funzioni direttive a personale ex militare che, essendo privo dei requisiti previsti per l’espletamento dei compiti stabiliti dalle declaratorie di profilo, assuma posizioni di privilegio a danno delle professionalità civili esistenti e titolate;
– la definitiva risoluzione delle problematiche della busta paga e del Noi Pa attraverso il completo
rinnovamento delle strutture organizzative ed informatiche che ne governano la gestione;
– l’urgente nomina del nuovo Direttore della Direzione Generale del Personale e delle altre rilevanti
direzioni, tuttora prive dell’organo di vertice amministrativo, per proseguire il confronto sulle tematiche sospese fra le quali il richiamato Contratto Collettivo Nazionale Integrativo;
– il superamento dell’affidamento strutturale degli Organismi di Protezione Sociale ai privati, tenuto
conto del degrado che ne è derivato, attraverso la modifica del codice dell’Ordinamento Militare ripristinando l’affidamento prioritario alle associazioni dei dipendenti;
– la tempestiva risoluzione della questione benefici lavori insalubri e polverifici, per rendere
pienamente esigibili i diritti dei lavoratori a cui si rivolge la normativa vigente.
Questi gli argomenti che abbiamo scelto di portare all’attenzione della Ministro della Difesa in questa
prima fase di confronto recependo le sollecitazioni raccolte nelle assemblee e sui posti di lavoro, e che intendiamo affrontare nella discussione del 17 aprile in assemblea.
Vi invitiamo, quindi, a garantire per quella data la massima partecipazione delle delegate e delegati del Ministero della difesa.

Fp Cgil                              Cisl Fp                                        Uil Pa                                   Confsal Unsa
Florindo Oliverio        Angelo Marinelli                     Sandro Colombi             Gianfranco Braconi
Francesco Quinti     Massimo Ferri – Franco Volpi

“Il fatto che il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Giovanni Nistri, dichiari di voler chiedere alla Presidenza del Consiglio l’autorizzazione a costituire l’Arma parte civile nel processo per depistaggio ai suoi militari sul caso Cucchi, è una notizia importante per tutti quelli che credono nella giustizia. Finalmente la verità su quanto accaduto in questa triste vicenda sta venendo a galla e lo Stato dimostra di essere presente”. È quanto afferma la Funzione Pubblica Cgil in merito agli sviluppi della vicenda Cucchi.

Lungo questo percorso, prosegue il sindacato, “oggi anche la Polizia Penitenziaria vive una giornata importante, con le parole del carabiniere Tedesco, che ha chiesto scusa alla famiglia Cucchi e agli agenti della Polizia Penitenziaria imputati ingiustamente. In questi anni ci siamo battuti contro le ingiustizie e le calunnie che hanno colpito gli agenti della Polizia Penitenziaria. Un’ammissione, quella di Tedesco, tardiva ma che fa giustizia. La stessa che abbiamo ricercato nel corso di questi anni, al fianco di innocenti agenti della Polizia Penitenziaria”, conclude la Fp Cgil.

Pubblichiamo la nota inviata al Direttore Centrale della Formazione resasi necessaria al fine di ottenere chiarimenti sui criteri adottati  per l’individuazione del personale partecipante ai prossimi corsi da istruttori ginnici esperti.

COORDINAMENTO NAZIONALE GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA

In data 4 aprile le OO.SS. hanno incontrato i rappresentati dell’Amministrazione, nella fase preliminare alla discussione il Segretario Generale ha risposto a quanto già richiesto precedentemente dalle scriventi, e nello specifico:
Formazione – come già preannunciato i corsi di formazione, che sono in fase di svolgimento, sono inseriti in un contesto più ampio rispetto al fabbisogno formativo rilevato e per il futuro i percorso formativi saranno somministrati in modalità telematica, infatti si sta provvedendo all’acquisto di un’aula virtuale
Pagamento art. 37: con la mensilità di aprile vi è il pagamento degli emolumenti relativi all’anno 2017.
Piano fabbisogno triennale: è in corso di elaborazione il piano di fabbisogno triennale del personale, dovrebbe essere definito a breve.
Concorso informatici: a breve si svolgeranno le prove del concorso per informatici bandito unitamente a Corte dei Conti e Avvocatura dello Stato.
Concorso funzionari: l’Amministrazione ha comunicato l’avvio delle procedure per un bando di concorso relativo a funzionari. Le OO.SS. hanno chiesto che vengano adottati criteri che tengano conto della professionalità acquisita dal personale interno all’Amministrazione per i quali destinare una riserva pari al 50%, massimo consentito dalla legge.
Polizze sanitarie integrative: è in corso una valutazione unitamente alla Corte dei Conti di un prodotto assicurativo soddisfacente al fabbisogno espresso dall’amministrazione, anche in questo contesto i tempi non dovrebbero essere lunghi.
Inoltre ci è stato comunicato che il Piano della Performance per l’anno 2019 è in fase di definizione, così pure la valutazione dei Dirigenti per l’anno 2018, dalla quale scaturisce poi la valutazione del personale ai fini della premialità individuale.
Sono stati poi affrontati gli argomenti all’ordine del giorno: regolamento ex art. 113 Codice appalti (incentivi funzioni tecniche). Nel corso della discussione abbiamo rappresentato alcune osservazioni (come evidenzia il verbale d’intesa allegato), che saranno oggetto di una nota unitaria sindacale da inviare il prima possibile all’Amministrazione.
Progressioni economiche: definizione stanziamento

Preso atto che lo stanziamento indicato per l’anno 2019 pari ad Euro 530.000,00 permette una progressione economica pari al 50%, percentuale che garantisce con ragionevole certezza la certificazione degli organi di controllo, le OO.SS. hanno chiesto e condiviso con l’Amministrazione l’impegno a dar corso anche nel successivo anno ad ulteriori progressioni, con l’obiettivo di far progredire il maggior numero di dipendenti possibile.
Nei prossimi giorni le parti si incontreranno per definire i criteri di selettivi validi per l’avvio delle progressioni economiche.

CGIL FP                          CISL FP                                                 UIL PA                             FLP
Tiziana Giangiacomo  Marcello De Vivo/Giosuè Perrella         Elisabetta Argiolas    Pamela Cozzoli

A Gabinetto della Difesa
E, p.c. – Stato Maggiore Difesa
– Direzione Generale del Personale Civile

Oggetto: Mancata attribuzione Buoni pasto Enti Periferici.

A distanza di ben 5 mesi dall’attivazione della nuova convenzione per la P.A., il Ministero della Difesa non ha ancora attribuito i buoni pasto al personale civile in servizio negli enti periferici, distinguendosi, anche in questa circostanza, come l’unica amministrazione pubblica ad essere tuttora inadempiente.
Le presunte difficoltà procedurali che a tutt’oggi sembra ne impediscano l’assegnazione, pur in presenza di norme che ne impongono l’attribuzione entro il mese di effettiva maturazione, non sono più credibili né giustificabili dai lavoratori civili, a cui si continua a chiedere straordinaria pazienza anche per l’esigibilità dei più elementari diritti, come dimostra ampiamente la vicenda buste paga.
Ancora una volta la circostanza denunciata conferma che la presenza di una pluralità di organismi decisionali amministrativi/contabili, indipendenti e slegati tra loro, rappresenta un elemento di forte e tuttora irrisolta contraddizione interna, che certo non favorisce la risoluzione delle problematiche relative alla gestione dei dipendenti civili dell’A.D., esattamente come per la gestione complessiva delle buste paga ampiamente trattata e rimasta tuttora irrisolta.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL UNSA invitano codesto Dicastero ad assumere urgentemente i provvedimenti del caso, al fine di sbloccare la situazione e far tenere la sollecita attribuzione dei buoni pasto dovuti ai lavoratori interessati, la cui tensione, peraltro crescente e palpabile sui posti di lavoro, continua ad essere irragionevolmente alimentata da simili inadempienze.
Si resta in attesa di urgente riscontro
Distinti saluti

Fp Cgil                                     Cisl Fp                                     Uil Pa                           Confsal Unsa
Francesco Quinti               Massimo Ferri/Franco Volpi   Sandro Colombi      Gianfranco Braconi


”La  tragica vicenda di Torino ha visto una persona perdere la vita per mano di un assassino che doveva essere assicurato alla Giustizia. Un efferato delitto che si sarebbe potuto evitare se gli Uffici Giudiziari avessero avuto personale a sufficienza per garantire l’esecuzione delle sentenze, chiarisce in modo drammatico in quale stato di degrado è stato ridotto il servizio alla Giustizia”. È quanto affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, nel ribadire “il mantenimento dello stato di agitazione: la Giustizia è già una emergenza nazionale”.

Da questo punto di vista, proseguono, “le dichiarazioni del Presidente della Corte d’Appello appaiono purtroppo un segnale di resa. I temi della nostra vertenza nazionale, avviata con lo stato di agitazione, sono esattamente incentrati sulle gravissime preoccupazioni espresse dal Presidente Barelli e le pur importanti misure annunciate dal Ministro Bonafede rischiano di essere vanificate dall’alto esodo dei lavoratori che tendenzialmente assommerà, alle attuali 9600 carenze un numero pari entro il 2021”.

In rapporto alla grave situazione di Torino, continuano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, “ciò significa che le assunzioni, con i tempi necessari e previsti dalle norme, alla fine riporteranno nel migliore dei casi la situazione attuale e nel frattempo la situazione peggiorerà per effetto delle uscite immediate. Noi abbiamo chiesto al Ministro maggiore coraggio e riteniamo che ci possano essere tutti gli strumenti per poter agire nell’immediato, prima che sia troppo tardi. Strumenti che derivano dall’accordo del 26 aprile 2017, che può ridisegnare la geografia organizzativa tramite la rimodulazione dei fabbisogni professionali dell’organico e la riqualificazione professionale di tutti i lavoratori. E che può rinforzare nei numeri i processi assunzionali immediati. Strumenti già finanziati e subito applicabili che possono accompagnare le assunzioni dall’esterno di personale idoneo e formato che può da subito contribuire ad evitare il disastro. Non bastano 7000 assunzioni, occorre uno sforzo aggiuntivo, occorre un piano straordinario di riqualificazione del lavoro e di assunzioni”.

“Accanto a questo occorre incrementare le risorse per incentivare e qualificare gli standard di produttività, già altissimi quanto misconosciuti. Per questi motivi noi manteniamo lo stato di agitazione: la Giustizia è già una emergenza nazionale, non vogliamo che rappresenti la sconfitta delle istituzioni”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. 

A 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto, sono 18mila gli operatori a perdere il lavoro

Sono passati 6 mesi dal momento in cui il decreto sicurezza – anche detto decreto Salvini – è entrato in vigore, lo scorso ottobre 2018. Una nuova misura i cui punti cardine ruotano attorno al tema dell’immigrazione e della sicurezza pubblica. Accostamento di temi discutibile ma nient’affatto casuale. L’intervento del ministro Salvini sull’immigrazione, e quindi su tutto il sistema dell’accoglienza, è stato piuttosto massiccio, ha determinato la chiusura di diversi centri di accoglienza, drasticamente diminuito il numero delle ore di lavoro dedicate ai servizi e ridotto da 35 a circa 21 euro lordi pro capite la spesa per l’accoglienza di ciascun migrante al giorno.

Ospiti, lavoratori ed esuberi. I numeri.

Ma cosa è cambiato concretamente in questi sei mesi? E come è cambiata la rete dell’accoglienza? Vediamolo coi numeri alla mano. Cominciamo col dire che attualmente in Italia ci sono circa 131mila ospiti, lo 0,27% della popolazione residente, secondi i dati forniti da UNHCR. Nel 2017, con il decreto Minniti, i lavoratori impegnati nel sistema accoglienza, in rapporto al numero di ospiti, era di meno di un terzo, ovvero circa 40 mila operatori, tra Cara, Cas e Sprar. Secondo una stima della Fp Cgil, ad oggi, con l’attuazione del decreto Salvini, circa il 40% di questi lavoratori rischia il posto di lavoro, a seguito della riduzione delle ore di lavoro da dedicare al sistema accoglienza, prevista dal decreto stesso. Circa 18mila operatori che perderanno il posto nei prossimi mesi: medici, infermieri, mediatori culturali, insegnanti, psicologi e avvocati, molti dei quali giovani sotto i 35 anni di età. Se così fosse il rapporto tra numero di operatori e numero di ospiti arriverebbe ad essere di 1 a 8. Gli esuberi in corso sono già tantissimi, in alcuni casi hanno svuotato anche le strutture più ampie. È il caso, ad esempio, di Auxilium, a Castelnuovo di Porto, con 194 esuberi; o di Medihospes, una realtà che ha già subito 350 esuberi in ben 12 regioni; infine c’è il Progetto Arca, che ha subito 118 esuberi a Milano, Varese e Lecco. Queste sono solo alcune delle realtà più grandi e quindi più evidenti che sono state investite dal cambiamento portato dal decreto sicurezza, ma insieme a queste ci sono tante medio-piccole realtà che vivono le stesse condizioni. Da un monitoraggio svolto nei territori risultano essere circa 5mila i lavoratori già interessati da procedure di esubero. Un duro colpo per l’occupazione e per tutte queste persone messe alla porta da un giorno all’altro, indipendentemente dalla propria professionalità e dedizione.

 

 

Centri di accoglienza: come cambiano i servizi, dalle figure coinvolte al numero di ore.

Per capire la reale portata del cambiamento in corso, proviamo ad indagare come sono cambiati dal 2017-2018 ad oggi i numeri di un centro di accoglienza di medie dimensioni, con un bacino che va dai 151 ai 300 posti per ospiti. Per cominciare, il numero di operatori previsto durante il giorno è passato dagli 8 ai 2. Da 3 a 1 invece cala il numero di operatori notturni. Uno per 300 ospiti. Ma anche le figure più delicate e rilevanti hanno subito un drastico taglio in quanto a numero di ore lavorate. Ad esempio, con il decreto Minniti era prevista nei centri di accoglienza una presenza costante di infermieri, 24 ore su 24. Ora è prevista una presenza di sole 6 ore al giorno. I medici invece passano dalle 24 ore al giorno alle 24 a settimana, gli assistenti sociali dalle 36 ore a settimana alle 20 e i mediatori linguistici addirittura da 108 ore a settimana a sole 24. Sono state invece del tutto abolite le ore dedicate all’insegnamento della lingua e al sostegno. Insomma, una riduzione dei servizi nei centri di accoglienza di un quarto, nei casi più fortunati.

 

 

“Con le sue scelte il governo sta buttando fuori circa 18mila lavoratori – fa sapere la Fp Cgil -. Persone che, oltre a perdere il lavoro, non godono neanche di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, non previsti per i loro profili. È necessario individuare per loro percorsi di riqualificazione e ricollocazione nel sistema dei servizi e introdurre misure di sostegno al reddito”. Una misura utile nell’immediato ma non esaustiva, precisa il sindacato. “Va ridefinito l’intero sistema immigrazione con la costruzione di una politica dell’integrazione che elimini le tensioni sociali”. Il modello Sprar, secondo la Fp Cgil, è quello che maggiormente ha dato risposte di integrazione e inclusione. “Dovremmo sostenerlo e ampliarlo”, conclude.

Considerate le aspettative del personale su questa procedura concorsuale nonché le segnalazioni pervenuteci dai territori, la Fp Cgil VVF  ha chiesto all’Amministrazione di prorogare i termini di presentazione delle istanze di revisione e di verificare con maggiore attenzione la valutazione dei titoli.

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto