Roma, 13 febbraio 2019

A: SMD I° Reparto
Segredifesa
SME
SMM
SMA
Comando G.le Arma Carabinieri
Giustizia Militare

e, p.c. Gabinetto Ministro della Difesa

Oggetto: Procedura di mobilità volontaria interna 2019

Le scriventi OO.SS., dichiarano l’assoluta insoddisfazione riguardo il bando in oggetto: il
numero incongruo dei posti resi disponibili ed il grado di scopertura che a meno di 15 giorni dalla
scadenza dei termini per la presentazione delle domande non è stato ancora possibile verificarne la
corrispondenza con le percentuali concordate con gli organi programmatori.
A nulla è servita la fallimentare esperienza del primo bando del 2016 con il quale soltanto 83
lavoratori hanno visto soddisfatta la propria esigenza; a questa ha seguito la biennale inerzia degli
organi programmatori per poi pubblicare il bando 2019 con analoghe criticità e limiti, che
presumibilmente coinvolgerà un numero di lavoratori inferiore al 2016 e che non soddisferà le
aspettative degli stessi organi programmatori.
Nel registrare un crescente malumore tra i lavoratori che da ben tre anni vedono deluse le
loro aspettative, peraltro manifestato in tutte le sedi di confronto nelle quali abbiamo avuto modo di
esprimerci, chiediamo che al termine delle procedure relative al bando 2019 venga emanato un
ulteriore bando che risponda alle effettive carenze, spesso rappresentate anche dai titolari degli Enti
e non accolte, e che in modo trasparente e verificabile tenga conto del grado di scopertura
concordato.
Al fine di fornire alle scriventi OO.SS. ogni utile strumento di lavoro e di verifica degli
accordi fatti, si chiede di avere per ogni ente la Tabella Organica in vigore e la FEO.
In attesa di urgente riscontro, si inviano cordiali saluti

 

FP CGIL                     CISL FP                       UIL PA                   CONFSAL/UNSA
F. QUINTI          M. FERRI/F. VOLPI         S. COLOMBI            G. BRACONI

Nell’incontro del 4 febbraio è stato fatto un ulteriore punto rispetto alla situazione delle ricollocazioni del personale ESACRI , che stanno proseguendo in base alla data della “cessata attività”. Al 01.02.2019 è stata ricollocato il gruppo di lavoratrici e lavoratori precedentemente individuato come in uscita a quella data.

Tramite l’ottimizzazione dei posti disponibili, realizzata tramite l’indicazione, da parte delle unità che avevano ottenuto risposte positive da parte di più amministrazioni, di un’unica opzione, il problema della ricollocazione di 76 unità si è risotto ulteriormente a circa 50 unità, rispetto alle quali a breve ripartirà l’interlocuzione con il Dipartimento della Funzione Pubblica.

Il 15 gennaio è stato depositato lo stato passivo dell’ente e tutti i lavoratori che vantano un credito nei confronti dell’Ente (derivante da sentenza o a titolo di trattamento di fine rapporto) sono stati informati tramite pec della possibilità di presentare osservazioni ed opposizioni entro 30gg. ; in allegato è stata fornita una scheda riepilogativa dei crediti vantati e la proposta di liquidazione. L’amministrazione si è detta disponibile ad accogliere le osservazioni, al fine di depositare, trascorsi i termini per le opposizioni, un nuovo stato passivo con le correzioni che si dovessero rendere necessarie. Vi chiediamo di segnalarci le eventuali criticità al riguardo.

Le cifre coincidono (meglio, dovrebbero coincidere) perchè l’attivo sostiene pienamente lo stato passivo ; “ovviamente” solo una parte è disponibile in contanti, il resto è costituito dal patrimonio immobiliare (da mettere sul mercato, con tutte le difficoltà del caso : comunque la dismissione sta iniziando e ad es. è in fase di vendita l’immobile di Via Ostiense) e da crediti da recuperare (ad es. dalle Regioni, per attività in convenzione).

Stimando in 20 milioni i crediti dei lavoratori derivanti da sentenze e in 9 milioni i crediti derivanti da tfs/tfr, a fronte di 46 milioni come disponibilità di cassa, il Commissario Liquidatore ha assicurato il pagamento dei crediti nel mese di settembre 2019.

Nel corso della riunione, è stata riaperta la contrattazione relativa all’integrativo 2018 in quanto l’organo di vigilanza ha rilevato un “disallineamento” rispetto alle previsioni del CCNL Funzioni centrali : motivo che aveva spinto la FP CGIL a non sottoscrivere quell’ipotesi di accordo .

Siamo quindi, unitariamente, riusciti ad ottenere :

– una diversa ripartizione della produttività tra collettiva e individuale, passando da un 40/60 ad un 70/30 (dove 40 ed ora 70 sono le percentuali relative alla produttività collettiva),

– un’applicazione, per il 2018, del coefficiente di merito partecipativo individuale (la maggiorazione dl 30%) riparametrata su base semestrale e destinata al 25% del personale che abbia riportato una valutazione di almeno 38/40 (per il personale dei Servizi) e 48/50 (per il personale dei Dipartimenti e degli uffici del Commissario liquidatore).

Considerando il testo di partenza, il risultato ci appare positivo.

Come dichiarazione congiunta, ci siamo impegnati ad attivare la contrattazione per il CCNI 2019 entro il prossimo marzo e di avviare – sempre entro marzo – uno specifico tavolo di confronto sui cirteri generali del sistema id valutazione della performance.

Il Coordinatore EsaCRI FP CGIL
Giulietta Oberosler

Nella riunione di oggi nella sede di via Caraci e’ stato firmato l’accordo per le progressioni economiche orizzontali 2019 per tutti i dipendenti del Mit.
Questo accordo per noi rappresenta un grande risultato in quanto, innanzitto, restituisce, dopo dieci anni, la possibilità per 1525 lavoratori di porre in essere percorsi di riqualificazione professionale che hanno effetti sul salario tabellare; in seconda battuta perche, attraverso l’apposizione di una clausola programmatica,  viene sancito il principio secondo cui bisognerà proseguire con  le PEO anche negli anni successivi.
Come Fp Cgil abbiamo fortemente perseguito questi obiettivi orientando tutta la nostra azione a ricercare le soluzioni migliori che potessero, nel quadro delle risorse disponibili, provare a rimettere in moto meccanismi economici a favore dei lavoratori.
Nello specifico la procedura selettiva avverrà secondo i seguenti criteri: esame, per un punteggio massimo di dieci punti; anzianità di servizio nei ruoli Mit nella fascia economica di appartenenza alla data del 1 gennaio 2019, per un punteggio massimo di 15 punti; titoli di studio, per un punteggio massimo di 5 punti.
Come e’ del tutto evidente l’ anzianità di servizio nei ruoli Mit pesa per il 50% del punteggio massimo conseguibile. Si e’ condivisa tale scelta proprio nell’ottica della specificità Mit che da dieci anni appunto, non vede personale riqualificato. Si e’ intervenuti sull’ esame migliorando la precedente proposta dell’ amministrazione, specificando che l’esame verterà su domande che saranno disponibili per i lavoratori e reperibili sul sito Mit almeno trenta giorni prima della data di svolgimento della prova.
Per quel che attiene i titoli di studio abbiamo chiesto ed ottenuto di differenziare il punteggio secondo i profili e il relativo titolo di studio necessario per l”accesso dall’esterno.
Rivendichiamo con forza il senso  di questo accordo perché attraverso la sua sottoscrizione si aprono le procedure relative alle PEO che altrimenti correvano il rischio di non partire nel 2019: questo ovviamente con grave danno per i lavoratori che avrebbero visto sfuggire, almeno per quest’anno, anche quest’occasione.
Dopo la sottoscrizione dell’accordo abbiamo reiterato la richiesta all’amministrazione di porre in essere tutti gli atti necessari a consentire le cosiddette progressioni verticali (passaggi di area) per il massimo numero possibile di lavoratori previsto dalla legge Madia. Per la nostra organizzazione sindacale il prossimo risultato da conseguire dovra’ essere quello di ottenere processi di riqualificazione per un personale da troppo tempo ingiustamente mortificato nella propria professionalità  e nelle proprie competenze.
Il coordinatore nazionale Mit
Paolo Camardella

Un piano di assunzioni straordinario che vada oltre il turn over, insieme a risorse per il lavoro pubblico nel suo complesso: dai contratti alla formazione, dalla stabilizzazione dei precari alla valorizzazione del personale“. Sono queste le priorità elencate dalla Funzione Pubblica Cgil nel corso dell’audizione presso le commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge, approvato dal Senato, recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo.

Per la Fp Cgil, il provvedimento in esame, “ancora una volta, come altre iniziative legislative precedenti, individua nelle misure di contrasto all’assenteismo una delle azioni principali di miglioramento dell’efficienza dei servizi erogati, evocando di nuovo l’immagine del lavoratore pubblico come uno degli elementi di maggiore criticità nelle pubbliche amministrazioni. In questo senso vanno considerati gli strumenti individuati, come i sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza, una risposta retorica e populista per nascondere una vera difficoltà di capacità politica e di investimenti per cambiare davvero le pubbliche amministrazioni“.

Manca inoltre, per la categoria dei lavoratori dei servizi pubblici della Cgil, “come previsto dalla normativa, il coinvolgimento dei sindacati nella installazione dei sistemi di controllo; così come sulle assunzioni, le norme del concretezza non affrontano la situazione di grave carenza di organico immediata e di prospettiva che caratterizza il settore pubblico, anche in vista dell’impatto di quota 100 e dell’età media molto alta. Inoltre, sulla questione graduatorie, andrebbe reintrodotto un margine di flessibilità nell’utilizzo delle graduatorie che verranno approvate dall’anno in corso, limitando ad esempio il numero degli eventuali idonei al 20 per cento dei posti messi a concorso”. Infine, conclude la Fp Cgil, “per le pubbliche amministrazioni servono investimenti per un piano di assunzioni straordinario che vada oltre il turn over, risorse adeguate per i salari, per la riqualificazione del personale, per la formazione, per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, per la stabilizzazione dei precari, per il finanziamento del nuovo ordinamento e sistema di classificazione del personale. Per dare il giusto valore al lavoro pubblico non serve un’altra legge contro le lavoratrici e i lavoratori pubblici“.

21 febbraio nuova tappa mobilitazione per assunzioni, contratti e investimenti

Stamattina abbiamo avuto un incontro positivo con il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a cui abbiamo consegnato le nostre preoccupazioni e formulato le nostre osservazioni, già evidenziate al Ministero della Pubblica Amministrazione, sul Disegno di Riforma delle Pubbliche Amministrazioni, recentemente presentato dal Governo”. È quanto affermano i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi, in merito all’incontro avuto oggi con il presidente Bonaccini.

La Conferenza delle Regioni, affermano i sindacalisti, “ci ha dato disponibilità al confronto sull’articolato del disegno di legge in modo da seguirne l’iter , condividendo la necessità che gli interventi previsti siano realmente efficaci e finalizzati al miglioramento delle Pubbliche Amministrazione. In particolare il confronto si è soffermato sul riordino delle norme che riguardano la Dirigenza, le procedure concorsuali, la valutazione, il rapporto tra la contrattazione collettiva e la legge”.

Nel dettaglio, aggiungono Sorrentino, Petriccioli e Librandi, “abbiamo chiesto alle Regioni di sensibilizzare il Ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, sul tema delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche, relativamente alle ricadute che rischiano di avere i provvedimenti contenuti nella legge di bilancio, nel ddl concretezza e ddl semplificazioni”.

Il risultato di questo insieme di provvedimenti, fanno sapere, “determina un ritardo nelle assunzioni che sarebbe necessario fare, non solo per garantire il turn over ma anche per potenziare servizi strategici, determinando incertezza, sia per chi ha già effettuato un concorso e vede decadere la sua graduatoria, sia per le amministrazioni che, in particolare in alcune aree come la sanità, si troveranno nella necessità di fare un concorso ogni 6 mesi”.

I segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sottolineano la necessità che “una modalità di confronto permanente e di riscontro sul merito che abbiamo consolidato con il sistema delle Regioni, sia estesa anche al Governo. La Pubblica amministrazione è una sistema complesso ed articolato che ha molte specificità e dovrebbe sempre vedere cooperazione tra livelli istituzionali e parti sociali. Sarebbe un’innovazione importante quella di realizzare un confronto trilaterale fra il Governo, le Regioni e le Organizzazioni di Rappresentanza dei Lavoratori delle Amministrazioni Pubbliche”.

Infine, sul tema dei contratti pubblici, proseguono, “abbiamo informato il Presidente della Conferenza delle Regioni che, anche alla luce della sostanziale fase di stallo delle relazioni con l’Aran, sia sulla dirigenza che sulle commissioni paritetiche per l’ordinamento, il prossimo 21 febbraio sono convocati gli esecutivi unitari a Roma e un presidio al pomeriggio presso l’Aran come tappe della mobilitazione di Cgil Cisl e Uil di categoria su: assunzioni, contratti e investimenti di risorse per potenziare e migliorare i servizi pubblici”, hanno concluso i Segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Sindacato in audizione al Senato su ddl sicurezza per professioni sanitarie

Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in continuo aumento e sta assumendo una dimensione preoccupante che incide non solo sulle persone colpite ma su tutto il sistema. Un fenomeno che va affrontato mettendo in campo misure per prevenirlo, per quanto possibile, e per garantire la sicurezza sul lavoro“. Ad affermarlo oggi Cgil e Fp Cgil nel corso dell’audizione  informale presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie.

In primo luogo, hanno osservato Cgil e Fp Cgil dopo aver riportato i risultati di una indagine dell’Università Bocconi che rileva un forte incremento del fenomeno, “occorre inserire un obbligo da parte delle aziende di elaborare programmi di prevenzione della violenza. È analogamente auspicabile la costituzione di commissioni paritetiche, tra sindacati e aziende, con il compito di individuare l’implementazione delle azioni e delle misure necessarie per un programma antiviolenza”.

Commissioni che, hanno aggiunto, “oltre alla prevenzione dovranno prevedere, a partire dalla predisposizione di un team, costituito da personale dedicato, addestrato a gestire situazioni critiche e alla mediazione dei conflitti, di: diffondere una politica di tolleranza zero verso atti di violenza; incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi, anche grazie a specifici momenti formativi; facilitare il coordinamento con le Autorità di pubblica sicurezza per fornire un valido supporto per identificare le strategie atte ad eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari; assegnare la responsabilità della conduzione del programma a soggetti o gruppi di lavoro addestrati e qualificati e con disponibilità di risorse idonee; valutare la necessità di installare, e mantenere regolarmente in funzione, impianti di allarme o altri dispositivi di sicurezza nei luoghi dove il rischio è elevato”.

Analogamente al contesto sanitario, però, hanno sottolineato Cgil e Fp Cgil, “gli episodi di violenza ed aggressione sono in rapido aumento anche nei servizi sociali, comunali, di accoglienza e integrazione. Sarebbe bene, in questa discussione, ricomprendere anche questi aspetti che vanno affrontati in modo analogo in tutti i servizi di welfare. Non pensiamo certo di assecondare logiche securitarie, quanto piuttosto di facilitare le condizioni per creare contesti adeguati allo svolgimento di attività delicatissime, che riguardano le condizioni di salute, di cittadinanza e persino la sopravvivenza delle persone”. Il sindacato, infine, “nel ringraziare il Parlamento per aver ascoltato le organizzazioni sindacali, a differenza di ciò che fa il ministro Grillo, auspica l’apertura di un percorso di confronto in tutti i territori e in tutte le aziende che possa consentire di raggiungere, in modo partecipato e attento ai reali bisogni degli operatori e dei cittadini le misure e le azioni necessarie a prevenire e affrontare queste situazioni“, hanno concluso Cgil e Fp Cgil.

Al Ministero della Giustizia

Sig. Capo Dipartimento DOG
dr.ssa Barbara Fabbrini

Sig. Direttore Generale del Personale e della Formazione
dr. Alessandro Leopizzi
Loro SEDI

Oggetto: Sollecito convocazione tavolo tecnico UNEP

Con riferimento all’oggetto la scrivente O.S. rappresenta che, contrariamente a quanto concordato
rispetto alla calendarizzazione degli incontri, che fissava la ripresa del confronto entro lo scorso
mese di gennaio 2019, alla data odierna non risulta pervenuta alcuna comunicazione in merito a
questa ed alle altre OO.SS..
Appare superfluo sottolineare l’importanza del confronto sulla riorganizzazione di questo
importante settore, alla luce delle novità normative introdotte in particolare dall’art. 492 bis del CPC
e delle numerose iniziative che registriamo a livello parlamentare sulla materia.
Pertanto si rimane in attesa di urgente convocazione.
Nel rimanere in attesa di formale riscontro si porgono distinti saluti

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale

IL TESTAMENTO DI TITO

Deludente conclusione degli incontri tenutisi nella giornata odierna, in cui eravamo stati convocati dall’Amministrazione per discutere di: CCNI 2018 delle aree, dei professionisti e dei dirigenti.
Nonostante la nostra disponibilità a trattare, la delegazione di parte datoriale ha aperto le riunioni dichiarando di non aver ricevuto mandato dal Prof. Boeri a portare avanti la trattativa in quanto “il Presidente ritiene di non poter esercitare le sue funzioni in prossimità della scadenza del mandato”.
Pur apprezzando il tentativo di dialogo della tecnostruttura, cui abbiamo chiesto di formalizzare questa situazione in apposito verbale, riteniamo le motivazioni addotte dai vertici dell’Istituto assolutamente pretestuose per più ragioni:
– il Presidente dell’Inps è nell’assoluta pienezza dei suoi poteri fino all’ultimo giorno del mandato e quindi perfettamente legittimato a sottoscrivere anche i contratti integrativi che riguardano l’anno 2018 già chiuso nelle sue attività;
– l’avvio dei ricorsi giudiziari sulla determina n.153/2018 – dovuto all’ostinazione dell’Organo di indirizzo politico a non volerla ritirare e discuterne con le rappresentanze dei lavoratori – ha dunque spostato su un altro livello, quello giudiziario, il duro confronto con l’Amministrazione in materia, portandoci a riaprire le trattative sindacali su ogni argomento, dalla mobilità del personale (su cui, infatti, abbiamo sottoscritto un accordo), allo smart-working, ai CCNI.
Nel suo resoconto sull’attività svolta, pubblicato nei giorni scorsi sul sito internet dell’Istituto, il Presidente non ha speso una sola parola sul benessere organizzativo dei lavoratori dell’Inps, segno – a nostro parere – della scarsa attenzione sull’argomento. Se, difatti, il benessere organizzativo dei propri dipendenti gli fosse stato a cuore, non avrebbe approvato – nei termini in cui sono passate – né la Determina n.153/2018 sui fabbisogni del personale, né la Determina n.177/2018 sulle progressioni verticali del personale ed avrebbe, conseguentemente, dato mandato a chiudere tutti i CCNI relativi al 2018.
Sappia il Presidente che non conferendo mandato a trattare alla delegazione di parte datoriale non ha “fatto dispetto” ai rappresentanti dei lavoratori, ma a tutte le lavoratrici e lavoratori dell’Istituto, ai quali “nega” la possibilità di percepire in tempo utile il legittimo salario accessorio.
A questo punto, suggeriamo al Presidente di aggiungere al suo resoconto di fine mandato un paragrafo dedicato all’assenza di corrette relazioni sindacali e alla scarsa attenzione ai bisogni e alle esigenze dei lavoratori che ogni giorno, nonostante le mille difficoltà, portano avanti l’Istituto: sarebbe decisamente più veritiero.

Roma, 12 febbraio 2019

 

FP CGIL/INPS                   CISL FP/INPS                   UIL PA/INPS
Matteo ARIANO          Paolo SCILINGUO             Sergio CERVO

Contratti, occupazione e risorse, appuntamento al Tempio di Adriano e a seguire presidio all’Aran

‘Il futuro è pubblico’. Doppio appuntamento per Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa in programma giovedì 21 febbraio a Roma per dare continuità alla mobilitazione promossa dai sindacati per rivendicare: il rinnovo dei contratti, un piano straordinario per il lavoro e più risorse per il welfare. A Roma a partire dalle ore 10.30 del 21 febbraio si terrà un attivo unitario della categorie delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil: appuntamento presso la Camera di Commercio in piazza di Pietra nella Sala del Tempio di Adriano. Nel pomeriggio, invece, sempre a Roma, si terrà dalle ore 14.30 un presidio, sempre unitario, nei pressi dell’Aran in largo dei Lombardi, per dare sostegno alle rivendicazioni alla base della mobilitazione.

 

On. Vittorio FERRARESI
Sottosegretario alla Giustizia

On. Jacopo MORRONE
Sottosegretario alla Giustizia

Risulta alle scriventi Organizzazioni Sindacali che il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in aggiunta alla rotazione dei dirigenti, prevista dalla legge e in corso di realizzazione, stia procedendo ad attuare anche la rotazione di tutto il personale delle funzioni centrali in servizio presso gli uffici del dipartimento che ricopre incarichi non esecutivi da oltre dieci anni nonché a realizzare successivamente la rotazione di tutto il restante personale. In particolare risulta che il predetto Capo Dipartimento abbia già chiesto ai Direttori Generali e ai Direttori degli Uffici Staff di predisporre i programmi ed i calendari della predetta rotazione entro fine mese.
Nella sostanza il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sta predisponendo trasferimenti di decine e decine di lavoratori all’interno degli uffici del dipartimento senza alcuna specifica motivazione e regolamentazione, atteso che la rotazione di questo personale non è prevista da alcuna norma giuridica, e con grave pregiudizio anche per la funzionalità degli uffici i quali, pur presentando una consistente scopertura di personale delle funzioni centrali e pur avendo subito il cambio del dirigente in conseguenza della rotazione prevista dalla legge, hanno operato in maniera esemplare tanto da costituire punto di riferimento per gli altri Dipartimenti del Ministero. Non da ultimo CGIL CISL e UIL rappresentano che la predetta rotazione sta per essere realizzata inaudita altera parte ossia omettendo di coinvolgere le organizzazioni sindacali e la RSU che rappresentano e tutelano gli interessi di tutti i lavoratori coinvolti.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali rappresentano che sono ancora in attesa di incontrare il predetto Capo Dipartimento come dimostra la richiesta di incontro sottoscritta da CGIL CISL e UIL lo scorso 29 gennaio la quale è rimasta allo stato inevasa (all 1).
Per i motivi sopra esposti, CGIL CISL e UIL, ai sensi della normativa vigente e con riserva di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro, chiedono la convocazione con urgenza di un incontro.
Distinti saluti

Roma, 12 febbraio 2019

FP CGIL            CISL FP                  UIL PA
Lamonica             Marra                    Amoroso

Circolare n.4 del Segretariato Generale: finalmente arriva il giusto riconoscimento per tutti i lavoratori esposti alle sostanze insalubri. Una grande vittoria della CGIL e dei lavoratori.

La pubblicazione della Circolare n. 4 del 11/02/2019 chiude finalmente una annosa vertenza con
un risultato assai importante, raggiunto grazie alla caparbietà e all’impegno della FP CGIL, con il
riconoscimento dei benefici pensionistici al personale, nel nostro caso in particolare restauratori,
fotografi e operatori subacquei, che è risultato esposto alle sostanze insalubri così come previsto
dal DPR 1092/73.
Una battaglia che conduciamo da sette anni, con alterne fortune, che finalmente ha trovato
orecchie sensibili all’interno del Ministero e di questo vogliamo semplicemente ringraziare il
Segretario Generale dr. Panebianco per la sensibilità dimostrata verso un argomento così delicato
che interessa categorie di lavoratori particolarmente interessate dai rischi di malattie professionali.
Un obiettivo raggiunto grazie ai lavoratori in pensione ed al nostro legale Paolo Montaldo che
hanno ottenuto una sentenza fondamentale per determinare il nuovo orientamento
dell’Amministrazione.
Entrando nel merito della Circolare, che vi trasmettiamo per opportuna conoscenza e diffusione tra
i lavoratori interessati, l’impostazione che determina il riconoscimento compie un’altra passo avanti
anche rispetto ad un punto controverso che riguarda la possibilità di rivendicare i periodi interessati
dal beneficio anche se non si è in possesso del libretto di rischio che, come è noto, ha avuto
vigenza sino alla soglia del nuovo secolo. Le condizioni elencate nella Circolare si riferiscono
esclusivamente all’onere di provare l’effettiva esposizione alle sostanze insalubri contenute nel
famoso decreto luogotenenziale 110/1919, in virtù della specifica condizione professionale con i
riferimenti agli Enti nei quali si è prestato servizio. Quindi il riconoscimento interessa tutto il periodo
lavorativo e non solo quello coperto dal libretto di rischio. Noi abbiamo più volte sottolineato che la
ratio che soggiace al diritto è la condizione di effettiva esposizione alle sostanze insalubri, purché
tale esposizione venga adeguatamente certificata e dimostrata. Ricordiamo inoltre che il libretto di
rischio è stato sostituito dalla cartella individuale di rischio, che il medico competente è tenuto a
redigere nell’ambito delle procedure previste dalla normativa generale in materia.
Quindi invitiamo tutti i lavoratori interessati a produrre istanza nelle modalità indicate nella
Circolare, ricordando che è il dirigente della struttura ove si presta servizio a decretare il
riconoscimento dei benefici previdenziali connessi alla normativa specifica, e restiamo a
disposizione per qualunque ulteriore richiesta di chiarimento dovesse pervenirci.
Noi siamo veramente felici di essere riusciti a raggiungere un risultato così importante per
categorie di lavoratori che ci stanno particolarmente a cuore, ma non intendiamo fermarci qui.
Purtroppo la normazione di riferimento presenti aspetti atipici sia per il riferimento a specifiche
categorie di lavoratori di un altro Ministero che per l’obsolescenza dei provvedimenti che sono stati
emanati nel corso del tempo. A nostro avviso occorre rivedere ed aggiornare l’elenco delle
sostanze insalubri ed anche pervenire ad una normazione generale e di settore che renda
adeguata la fruizione da parte di tutti i lavoratori, pubblici e privati, dei benefici connessi al diritto
fondamentale alla tutela della salute e sicurezza. Su questo proseguiremo il nostro impegno.

Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni

Pubblichiamo la richiesta Unitaria al Ministro Di Maio.

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