Pubblichiamo il decreto in riferimento alla promozione a ruolo aperto per il personale del CNVVF maturati al 31/12/2017.
Centrale per la progettazione di opere pubbliche: l’impegno di Cgil Cisl e Uil per una
buona soluzione, continua.
Nell’ultima stesura della Legge di Bilancio viene prevista una Struttura per la progettazione di beni
ed edifici pubblici e si rimanda ad una Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da
emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge stessa, per l’individuazione
della denominazione, della allocazione, delle funzioni e delle relative modalità di organizzazione.
Ancora, una volta individuate funzioni e attività, dovranno essere emanate norme di coordinamento
con la legislazione vigente, in particolare con il decreto legislativo n. 50 del 2016.
Infine, si afferma che, ferme restando le competenze delle altre amministrazioni, la Struttura
svolgerà le proprie funzioni al fine di favorire lo sviluppo e l’efficienza della progettazione e degli
investimenti pubblici, di contribuire alla valorizzazione, innovazione tecnologica, efficientamento
energetico e ambientale nella progettazione e nella realizzazione e manutenzione, ordinaria e
straordinaria, di edifici e beni pubblici, anche in relazione all’edilizia statale, scolastica e
universitaria, sanitaria e carceraria, alla predisposizione di modelli innovativi progettuali ed
esecutivi per edifici pubblici e opere similari e connesse o con elevato grado di uniformità e
ripetitività.
E’ evidente che riposta l’idea iniziale di Centrale per la progettazione di opere pubbliche posta
sotto l’egida del Demanio, il vero tema sarà esattamente quello in cui, appunto, si disporrà
dell’allocazione, delle funzioni e delle modalità di organizzazione.
Noi abbiamo già sostenuto, attraverso un emendamento unitario, come le strutture tecniche in
grado di svolgere quanto suddetto siano già a disposizione dell’Amministrazione senza alcun
bisogno di procedere a superfetazioni di organismi paralleli o contigui: si tratta dei Provveditorati
per le opere pubbliche.
Per quanto ci riguarda prevedere un’altra cosa, qualsiasi altra cosa, correrebbe il rischio di essere,
intanto, un inutile sperpero di denaro pubblico ( a questo porterebbe il duplicare funzioni e uffici),
ma, nello specifico, avrebbe anche il sapore di una forte delegittimazione di strutture che operano
all’interno dell’Amministrazione pubblica e che si vedrebbero condannate, evidentemente prive di
funzioni, ad una lenta, ma inesorabile, agonia.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Paolo Camardella Marimena Casamassima Duilio Carino
Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione dove chiediamo la realizzazione di corsi di formazione per Istruttori Professionali, SAF e USAR e un impiego equilibrato di tutte le strutture della DCF preposte alla formazione
Pubblichiamo la graduatoria del concorso a 20 posti qualifica di Vice Direttore del ruolo dei Direttivi
A 40 anni dalla 833, la legge che ha istituito il Servizio sanitario nazionale, approvata il 23 dicembre del 1978, ripercorriamo ‘le nostre Bandiere’: le tre riforme – la 194, la 180 e la 833 – che hanno cambiato l’Italia.
Naviga nella nostra mostra digitale, rivivi gli anni ‘70 e scopri come sono nate e a che punto siamo.
Proseguono i lavori del tavolo tecnico sull’UNEP
In data odierna, alla presenza del direttore Ufficio IV dott.ssa Gandini, sono state affrontate le
tematiche relative: alla mancata attuazione dell’art. 492bis cpc, al progetto Tablet (in prossima
sperimentazione presso l’UNEP di Milano) e ai protesti telematici.
Dopo ampia e approfondita analisi, si è condiviso un documento in cui vengono evidenziati gli
impedimenti alla piena attuazione del sistema delle indagini patrimoniali sui beni del debitore,
sottolineando l’obiettivo primario di addivenire al più presto all’accesso diretto alle banche dati da
parte degli uffici NEP: La centralità del ruolo dell’ufficiale giudiziario, nella sua qualifica di pubblico
ufficiale, garantisce il creditore nel soddisfacimento dei propri diritti, tutelando al contempo ogni
cittadino da intromissioni abusive sui propri dati patrimoniali da parte di soggetti talvolta non
identificabili: la mancata attuazione delle disposizioni normative favorisce infatti sistemi di
acquisizione di dati di dubbia liceità. Il tavolo tecnico è impegnato altresì nella definizione di modalità
applicative del 492bis che consentano una omogeneizzazione delle procedure sul territorio nazionale.
I lavori proseguiranno a gennaio con la partecipazione anche della DGSIA, il cui ruolo è
indispensabile per lo scioglimento di tutti nodi tecnici e per il buon esito della riforma.
Inoltre sono state affrontate le problematiche relative all’attuazione del progetto Tablet, evidenziando le criticità tecniche già esposte dalla Dirigente UNEP di Milano, che al momento ne impediscono la piena implementazione sul complesso delle notifiche e delle esecuzioni. L’intervento della DGSIA alle prossime riunioni è finalizzato anche a fare il punto sullo stato degli interventi di adeguamento del software.
Nella prossima riunione saranno affrontati anche i temi relativi al protesto telematico e al registro telematico per la trasmissione dei dati alle Camere di Commercio per l’iscrizione sul bollettino dei protesti.
Altra tematica all’ordine del giorno nel prosieguo dei lavori è quella relativa ai compensi di cui all’art.
122 del DPR 1229/59, sia in relazione all’attività di recupero delle spese di giustizia che alla
liquidazione delle somme di spettanza dei lavoratori.
Roma, 20 dicembre 2018
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Marra Amoroso
La prima giornata, il 25 gennaio 2019, è stata proclamata da ANAAO ASSOMED – CIMO – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA.
La seconda giornata di sciopero sarà proclamata, nel rispetto della normativa, entro la prima settimana di febbraio dall’AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica) che, in accordo con le altre Sigle Sindacali ed in linea con una mobilitazione articolata su più giornate di sciopero, mira a concentrare particolarmente nella seconda data, la protesta dei medici che elettivamente rappresenta.
La protesta si rende necessaria a fronte delle deludenti risposte alle precise richieste della categoria:
1) un finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i nuovi Lea ai cittadini e per onorare i contratti di lavoro scaduti da 10 anni. E’ intollerabile mettere in competizione, su risorse insufficienti, il diritto alla cura dei cittadini e quello ad un dignitoso contratto di lavoro per i professionisti che quelle cure devono erogare.
2) Il superamento, alla firma del CCNL, del congelamento al 2016 del trattamento accessorio posto dalla legge Madia, restituendo la Retribuzione Individuale di Anzianità dei dirigenti pensionati, patrimonio contrattuale irrinunciabile delle categorie, ai fondi aziendali per assicurare la completa remunerazione del disagio lavorativo e la progressione di carriera alle nuove generazioni di professionisti.
3) La cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità, fissato al dato 2004 ridotto dell’1,4%, per facilitare il turnover del personale aprendo una grande stagione di assunzioni nel SSN in grado di fare fronte nei prossimi 5 anni al pensionamento del 40% dei medici, veterinari e dirigenti sanitari attualmente operanti come dipendenti nel SSN, completando altresì i percorsi di stabilizzazione dei precari della Dirigenza, avviati con la legge Madia, ma ancora disattesi in molte Regioni.
4) La difesa dalla libera professione intramoenia, diritto inalienabile della dirigenza medica e sanitaria del SSN, sancito da leggi e contratti e strumento fondamentale per garantire ai cittadini la libera scelta di un professionista e per contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa.
5) La previsione di un finanziamento adeguato per i contratti di formazione post lauream specialistici portandoli a 9.500 per anno svuotando in questo modo il limbo formativo in cui sono ingabbiati 10.000 giovani medici che non riescono ad accedere ad un percorso formativo.
La protesta comprenderà altre iniziative, anche di carattere giudiziario, nei confronti di chi intende disattendere la sentenza della Corte Costituzionale in tema di diritto ad avere un contratto di lavoro. Non intendiamo, inoltre, rinunciare alla decorrenza degli incrementi contrattuali prevista dalla normativa vigente e confermata anche dalla Ragioneria generale dello Stato.
Pubblichiamo i decreti relativi all’ attribuzione dello scatto convenzionale per il personale del C.N.VV.F.
BALLE DI NATALE!
Non è nostro costume rispondere ai comunicati delle altre organizzazioni sindacali visto che la controparte per noi è l’Amministrazione, ma è opportuno e necessario fare delle precisazioni dopo il farneticante comunicato dello scorso 19 dicembre della FLP.
Andiamo per gradi.
In merito all’accordo relativo alla ripartizione degli stanziamenti per i benefici assistenziali 2018 si afferma in quel comunicato, notiziario 142/18, che grazie all’azione della FLP “abbiamo ottenuto l’incremento dello stanziamento dedicato ai motivi di salute” : chi ha assistito alla riunione del Tavolo nazionale, lo scorso 17 dicembre, ha potuto ammirare l’assoluto silenzio e mutismo del rappresentante della FLP che non ha profferito parola se non per dire che andava tutto bene e che non poteva sottoscrivere l’accordo in quanto privo della relativa delega in capo al suo coordinatore nazionale assente alla riunione.
Altro che partecipazione alla definizione dei contenuti dell’accordo! Siamo al travisamento della realtà.
Sul CCNI 2018 le cose non stanno come le descrive FLP.
Nessuno ha bloccato il CCNI 2018: ci siamo limitati, sul merito del documento negoziale consegnato dall’Amministrazione, a formulare delle proposte, a nostro avviso migliorative rispetto alla bozza contrattuale presentata, che sono state solo in parte recepite e che abbiamo esplicitato nel nostro comunicato dello scorso 7 dicembre (Dieci motivi per firmare il CCNI 2018) alla cui lettura rinviamo.
Quanto alla nostra richiesta di ritiro della determinazione presidenziale n.153 del 30.11.2018 sul Piano dei fabbisogni di personale per il triennio 2018/2020, ritiro al quale è condizionato il prosieguo della contrattazione, ribadiamo le critiche legate ad alcune scelte di merito fatte dal Presidente come ad esempio la scelta di costruire i fabbisogni fotografando la consistenza attuale di alcuni profili o aree che determina di fatto l’impossibilità di disegnare percorsi di crescita professionale e ciò vale non solo per la dirigenza di seconda fascia rispetto alla dirigenza generale o per i professionisti collocati sul primo livello differenziato di professionalità, ma vale ancor di più, a cascata, per il funzionariato rispetto alla dirigenza e per l’area A che di fatto viene privata di qualsivoglia prospettiva di progressione verticale verso l’area B stante la costruzione del fabbisogno di quest’ultima sulla consistenza attuale. A tali valutazioni si aggiunge il fatto che quel provvedimento è stato adottato sul piano procedurale, e questo dovrebbe stare a cuore ad un’organizzazione sindacale che ha firmato, sia pure in seconda battuta, dopo le elezioni per il rinnovo delle RSU 2018, il CCNL di comparto, senza alcuna interlocuzione con i sindacati in sede di Organismo paritetico per l’innovazione come invece prevede il contratto collettivo nazionale di lavoro.
Se FLP vuole sottoscrivere la proposta di CCNI 2018 presentata dall’Amministrazione è libera di farlo assumendosene la relativa responsabilità: nessuno le vieta di firmare e di entrare nel club dei “firmaioli”.
Con l’occasione vogliamo rivolgere a tutto il personale ed alle rispettive famiglie gli auguri per un sereno Natale.
FP CGIL/INPS CISL FP/INPS UIL PA/INPS
Matteo ARIANO Paolo SCILINGUO Sergio CERVO
I LAVORATORI DELLA DIFESA IN PIAZZA A ROMA
L’incontro con il Ministro non scioglie ancora il nodo delle assunzioni
La Mobilitazione Continua!
Si sono ritrovati oggi in piazza a Roma i lavoratori civili della Difesa per richiamare l’attenzione sulle tante problematiche che permangono, irrisolte, e pregiudicano le attività produttive e i diritti dei dipendenti.
Il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha ricevuto la delegazione composta dai rappresentanti di FP CGL CISL FP UIL PA e CONFSAL Unsa i quali hanno nuovamente rivendicato la necessità di assunzioni immediate a garanzia della continuità delle lavorazioni, in particolare nell’Area Industriale, i cui territori sono pervasi da una crisi drammatica.
Dopo un lungo confronto, il Ministro ha assicurato il massimo impegno nel tentativo di far inserire, nel maxi emendamento alla manovra 2019, un programma di assunzioni straordinarie di personale civile nei ruoli tecnici, compatibilmente con la riduzione della tabella organica che, fino al 2024 prevede una diminuzione di 10.000 unità.
In tale ambito le OO.SS. hanno evidenziato che, nel prendere atto del fallimento della legge di revisione dello strumento militare (L.244/12), è necessario sospenderne gli effetti sulla riduzione degli organici, trovando una condivisione nell’Amministrazione.
Le OO.SS. hanno sottolineato che le criticità più volte rappresentate, a partire dai colleghi della prima area, agli ex militari assegnati in profili tecnici incompatibili con le loro condizioni di salute e spesso lontani dal luogo di residenza, al labirinto interpretativo di cui sono vittime gli addetti ai polverifici, che ha assunto aspetti paradossali con il centro NBC di Civitavecchia, richiedono relazioni sindacali stabili.
Inevitabile il richiamo alla Direzione Generale del personale civile che ha eluso ogni confronto con le parti sociali, incurante di violare le più elementari norme contrattuali nella sua continua emissione di circolari che tanta confusione stanno determinando negli Enti.
Il Ministro, condividendo che le relazioni sindacali rappresentano l’unico viatico per individuare soluzioni tempestive ai problemi sollevati, si è impegnata a mantenere un contatto costante, con cadenza mensile, con le OO.SS.
FP CGIL CISL FP UIL PA e CONFSAL Unsa hanno espresso soddisfazione per l’impegno assunto dal Ministro nel valorizzare il confronto con le rappresentanze sindacali, ma hanno ritenuto di mantenere inalterata la mobilitazione dei lavoratori sino a quando le promesse non si tradurranno in risultati concreti.
CONTRATTAZIONE DEL 19 DICEMBRE: ACCORDI E NON ACCORDI
Giornata piena ieri al MIBAC, un incontro che è proseguito per tutta la giornata, che ha toccato vari
temi, tutti di grande importanza, ma alcuni toccati in modo non propriamente accettabile da parte
dell’Amministrazione. Andiamo per ordine:
Accordo sugli incentivi alle funzioni tecniche
Ve lo consegniamo firmato da tutti e non da noi. IL motivo della nostra mancata firma è semplice: il
testo dell’accordo ci è stato consegnato in pre visione solo mezza giornata prima e noi non abbiamo
avuto modo di verificarne i contenuti con i nostri delegati ed i funzionari tecnici che a noi fanno
riferimento. Quindi abbiamo ritenuto profondamente scorretta la modalità con la quale l’amministrazione ha ritenuto di approcciare il problema: si tratta di un passaggio delicato le cui conclusioni vengono recepite in un DM e quindi dovrà regolamentare la materia per gli anni a venire. Pensare di farlo in mezza giornata lo troviamo veramente singolare. Analoga sensazione non l’hanno avuta i nostri colleghi di quasi tutte le altre sigle, comprese quelle normalmente non firmatarie, ma questo riguarda le legittime scelte di ognuno che in questo caso noi non abbiamo condiviso. Quindi invitiamo i nostri delegati ed i lavoratori interessati a farci pervenire valutazioni sul merito dell’accordo, che noi avremo modo di valutare ed eventualmente rappresentare alla controparte. Resta peraltro in piedi la questione della fase transitoria pre accordo, ovvero il periodo che intercorre dalla data di modifica della normativa a quella in cui sarà emanato il DM. Ed anche in questo caso troviamo singolare che la fretta di regolamentare la materia non abbia affrontato proprio la causa principale di tale fretta, che era quella di dare orientamenti generali agli Uffici per evitare esattamente che ognuno facesse da sé. Quindi possiamo ragionevolmente desumere che si è trattato di un atto imposto al tavolo nazionale, anche in considerazione del quasi nullo recepimento delle osservazioni che i colleghi hanno fatto sul tavolo sul merito dell’accordo.
Posizioni organizzative
La seconda tranche di dibattito surreale si è avuta poi sulla questione della regolamentazione delle
posizioni organizzative. In questo caso l’Amministrazione si è presentata con una proposta che si
limitava ad una mera ripartizione delle posizioni organizzative sulla base del budget previsto
nell’accordo FUA (aumentato quest’anno a tre milioni di euro), senza l’indicazione di alcun criterio che
ne corroborasse la scelta. Il tutto sempre motivato dalla questione della fretta, altrimenti definita
sindrome della gattina frettolosa, perché siamo a fine anno e c’era il rischio di perdere la quota FUA,
che, per la somma non impegnata che finirebbe nelle economie ma non andrebbe perduta, ma
recuperata sul FUA 2019. Quindi sostanzialmente ci hanno proposto una sanatoria, richiamando
l’accordo a sanatoria dell’anno passato, ma “dimenticandosi” del fatto che l’accordo del 2017 era stato stipulato con il preciso impegno delle parti ad andare ad una regolamentazione a regime con criteri certi, trasparenti e verificabili e considerato che la scelta dei destinatari in quella fase si è basata su criteri certi dettati dalla norma, per quel che riguarda i funzionari capi area ed i direttori funzionari dei Musei. Noi abbiamo subito dichiarato l’indisponibilità a procedere ulteriormente a sanatoria, senza avere parametri minimi di riferimento ed abbiamo proposto invece di andare ad una declaratoria dei criteri, mutuando la norma introdotta nel CCNL Funzioni Locali, che ci pare ben scritta, definire un sistema di relazioni sindacali sulla materia e le modalità di conferimento, valutazione e revoca dell’incarico che dà diritto alla posizione, nonché una gradazione del compenso rapportata ai livelli effettivi di responsabilità richiesti.. Abbiamo anche molto da dire sulla proposta di ripartizione partita dall’amministrazione, ed in particolare sul forte addensamento delle stesse in alcune Direzioni Generali, dimenticando ad esempio figure professionali come i Direttori SAF. E per un pelo non siamo finiti sul banco degli imputati accusati di non voler dare le posizioni organizzative alle funzioni centrali del Ministero.
L’accordo di mediazione che ne è scaturito, come potete verificare, si limita ad impegnare tutta la somma FUA 2018, prevedendo un numero di posizioni organizzative fino a copertura totale dell’importo e rinviando ad una successiva fase il confronto per l’individuazione dei criteri e dei destinatari. Noi abbiamo aderito perché questo consente di riportare la materia nell’ambito ordinario e più precisamente nella regolamentazione che definiremo nel nuovo Contratto integrativo.
Gli altri accordi firmati.
Abbiamo sottoscritto l’accordo che consente l’anticipazione dei pagamenti delle turnazioni 2019,
l’accordo sui progetti locali e l’accordo definitivo sul conto terzi, finalmente certificato dagli organi di
controllo e portato al tavolo otto mesi dopo la firma originaria, sempre per rimanere in tema delle
tempistiche degli organi di controllo. L’accordo sul conto terzi lo abbiamo firmato con soddisfazione, ci auguriamo una sua applicazione puntuale e le modalità applicative concordate saranno contenute in una Circolare di imminente emanazione, con riferimento alle prestazioni di tale natura maturate a far data dal 1 gennaio 2018. Per quanto riguarda i progetti locali, gli stessi sono finanziate dalle economie maturate sui fondi 2017 e 2018 e le procedure applicative rimangono le stesse degli anni passati, per procedere alle contrattazioni locali in ogni caso si dovrà attendere la famosa certificazione da parte dei celebri organi di controllo.
Il Ministro e le promesse mancate.
Infine un pensiero per il Ministro: sappiamo, da uomini di mondo, che l’esercizio del potere è materia
complessa e spesso le buone intenzioni si scontrano con la realtà effettuale. Quindi verificheremo
puntualmente quanti degli impegni presi con noi si tradurranno in provvedimenti, al termine di questo
iter faticoso e contraddittorio che riguarda la legge di stabilità. A naso non ci pare molto, ma quello che oggi ci preme denunciare è il mancato rinnovo dei lavoratori precari a tempo determinato. Insomma una contraddizione evidente rispetto alla volontà di assumere, che peraltro viene rinviata a fine 2019, partendo invece da licenziamenti veri e propri. Abbiamo proposto per le vie brevi una soluzione e questa soluzione riguarda la possibilità di procedere alla proroga di questi contratti attingendo a risorse interne derivanti dal budget ordinario per le assunzioni. Si tratta di un milione e mezzo di euro a fronte di una disponibilità complessiva che è quantificabile in più di 120 milioni di euro in tre anni. Per fare questo occorre una norma che legittimi questa scelta. Ebbene ci si dica se queste è una ipotesi percorribile oppure no. E, se è no, quali sono le motivazioni. Perché noi non ci accontenteremo delle solite spiegazioni dovute alla compatibilità economica delle scelte di bilancio perché queste sono esattamente le stesse che abbiamo ricevuto dal precedente Ministro, con buona pace dei cambiamenti annunciati.
Appena disponibili invieremo i testi degli accordi.
Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni
“Dopo il TAR Abruzzo e il TAR Veneto, il terzo ricorso, patrocinato dagli avvocati Emanuela Mazzola e Vittorio Angiolini, rafforza e arricchisce le argomentazioni, da sempre sostenute dalle nostre Organizzazioni, contro la drammatica e arbitraria decisione del governo Renzi di sopprimere il Corpo Forestale, smembrandone organizzazione e funzioni e procedendo alla militarizzazione forzata degli appartenenti al Corpo”. È quanto si legge in una nota congiunta Cgil Nazionale e Fp Cgil.
“Gli effetti di tale scelta scellerata – sottolineano – sono sotto gli occhi di tutti: perdita di diritti e di dignità professionale, aumento di costi, caos organizzativo e drammatico calo di efficienza e funzionalità. Il tutto motivato da una semplice quanto ottusa valutazione che il governo Renzi aveva a suo tempo sostenuto: ridurre il numero delle Forze di Polizia sarebbe stato di per sé sufficiente a determinare più efficienza e minori costi in settori delicati per il Paese. Noi, invece, pensiamo che ben altro sia necessario e auspicabile per realizzare una vera razionalizzazione di tutto il comparto, con una riforma organica che ormai è ineludibile”.
Per la Cgil e la categoria che organizza i lavoratori del pubblico impiego “la sentenza, che ravvede numerosissimi profili di incostituzionalità nell’art. 8 della legge 124/2015 e del D.Lgs. 177/2016, condivide inoltre gli argomenti da noi sempre sostenuti circa la grave violazione di principi, costituzionali e non solo, che definiscono le funzioni assegnate alle Regioni in tema di competenze e gestione di ambiente e patrimonio forestale e l’assenza di qualsivoglia intesa fra Stato e Regioni in tema di riorganizzazione del Corpo Forestale, avendo il Governo scelto la strada dell’intervento unilaterale e autoritario, sopprimendo il CFS e disponendo la militarizzazione forzata del personale con il passaggio all’Arma dei Carabinieri”.
“Adesso la Corte Costituzionale dispone, a nostro giudizio, di un quadro completo di riferimenti e di argomenti per assumere, nel marzo del 2019, una sentenza che auspichiamo possa ripristinare giustizia e legittimità e restituire ad un corpo di polizia ad ordinamento civile funzioni, compiti e risorse necessarie a garantire nel Paese adeguata sicurezza e protezione”.
“Nel riconoscere e rendere merito ai Legali che hanno lavorato ai ricorsi a favore delle lavoratrici e dei lavoratori del CFS e che sosterranno fino all’ultima istanza le loro ragioni, auspichiamo che – aggiungo Cgil e Fp Cgil – la politica interrompa l’attuale silenzio sulla questione, chiediamo a partiti, movimenti e Istituzioni di adoperarsi affinché si determinino, nei corpi militari e civili di difesa e sicurezza, più democrazia, più diritti, più partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori”. “Ci auguriamo – concludono Cgil e Fp Cgil – che a partire da iniziative in grado di promuovere e favorire la libertà di costituire associazioni sindacali e associarsi si interrompa un degrado democratico che, nella soppressione del Corpo Forestale dello Stato, ha vissuto un tragico episodio”.