Messaggio del professor Marmot, tra i più autorevoli epidemiologi al mondo, al congresso della Fp Cgil: “Drammatica la riduzione dell’aspettativa di vita, conseguenza delle politiche di austerità. Serve un approccio sociale al problema”

di Fabrizio Ricci, Rassegna.it

L’aspettativa di vita nei paesi europei è cresciuta di anno in anno sin dalla fine della Grande Guerra, quindi da cent’anni a questa parte. Ma poi nel 2011 è cambiato qualcosa. La curva si è appiattita, sia per gli uomini che per le donne. L’aspettativa di vita ha smesso di crescere, anzi, ha cominciato a calare. In Italia, ad esempio, dopo il picco di 83,09 anni del 2014 (nel 1960 era 69,12), l’aspettativa è scesa a 82,54 nel 2015 ed è rimasta uguale anche nel 2016.

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“Condizioni di vita di qualità favoriscono la salute dei pazienti”

 

“A che pro curare le persone per poi riportarle nelle condizioni che le hanno fatte ammalare?”. È con questo interrogativo che si apre l’intervento di Sir. Michael Marmot, professore di Epidemologia e Sanità pubblica alla University College di Londra, alla terza giornata dell’XI Congresso della Fp, nel quale spiega come salute e fattori sociali siano strettamente correlati, argomento di cui parla nel suo libro ‘The Health Gap’.

Il professor Mormot illustra come le aspettative di vita in Gran Bretagna (e non solo), cresciute costantemente negli ultimi cent’anni, stiano invece subendo un’importante inversione di rotta dal 2011. “Un rallentamento che va’ di pari passo con la crisi economica degli ultimi anni e le politiche di austerità e che spiega, dunque, come la salute sconti gli effetti dei fattori sociali, dell’equità e, quindi, delle disparità sociali”.
Le politiche di governo possono dunque fare moltissimo per arrestare il fenomeno, secondo il famoso epidemiologo. “Cosa si può fare? Intervenire, fin dalla primissima età sulla qualità della vita, a partire dall’educazione e dalla formazione. Un buon rendimento scolastico prefigura la possibilità di proseguire gli studi, di avere un posto di lavoro di migliore qualità e dunque, a cascata, un reddito più elevato, un alloggio migliore e, infine, uno stato di salute migliore”.

Marmot, nel suo intervento, dedica un focus anche allo stato dei servizi pubblici. “Vi sono stati tagli impietosi che hanno contribuito all’andamento delle aspettative di vita degli ultimi anni”. Infatti, secondo il professore, i dati mostrano un chiaro nesso tra le morti premature e la mancanza di risorse: quanto più elevata è la mortalità precoce, maggiore è il taglio effettuato alle risorse destinate ai servizi. “Nella salute pubblica si vuole che i governi spendano i propri fondi, ma da dove derivano questi fondi? Dal gettito fiscale e tributario. Il che significa che evasione ed elusione fiscale diventano potenzialmente un problema di salute pubblica”. Con questa provocazione il professor Marmot chiude il suo intervento, e con la raccomandazione a prestare attenzione ai fattori sociali, elemento determinante per la salute e il benessere dei pazienti della sanità pubblica.

 

Voci di delegate e delegati al congresso della Fp Cgil a Perugia. Nel 1998 un cambiamento epocale, da allora grandi avanzamenti, ma anche sfide e difficoltà nuove. “Viviamo il nostro ruolo come una missione, bisogna credere di più nelle sue potenzialità”

di Rassegna.it, Fabrizio Ricci

Nel novembre 1998, esattamente 20 anni fa, prendeva il via l’esperienza delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, le Rsu, nel pubblico impiego. L’accordo quadro del 7 agosto di quell’anno aveva infatti sancito che le organizzazioni sindacali avrebbero rinunciato “formalmente ed espressamente” a costituire le Rsa previste dallo Statuto dei Lavoratori, per sperimentare (come nel privato) questa nuova forma di rappresentanza, attraverso il voto di lavoratrici e lavoratori.

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Pubblichiamo la revisione dell’organizzazione deputata alla gestione  amministrativa delle risorse della F.A.

Noterelle a margine dell’incontro con il Ministro

Riteniamo utile offrire alcune considerazioni aggiuntive dopo questo ultimo incontro con il Ministro, per dare elementi di valutazione sulla fase complessa che stiamo attraversando.

Mai più.

In questi giorni abbiamo assistito ad una rincorsa affannosa dell’Amministrazione per poter garantire i pagamenti del salario accessorio e per riuscire a fare le nuove progressioni economiche nei tempi ristrettissimi imposti.
Un lavoro, dobbiamo dire egregio, portato avanti dalle Direzioni Generali Bilancio e Organizzazione, dal Segretario generale e dagli uffici politici che hanno compiuto ogni ragionevole sforzo per garantire questi obiettivi. Non vogliamo cantare le lodi a nessuno, ma comprenderete quanto sia complicato per noi fare ragionamenti vertenziali quando la nostra controparte naturale si comporta bene e invece i problemi derivano da questa sorta di condizione di impunità nella quale prosperano i cosiddetti organi di controllo. Ricordiamolo: l’accordo FUA è del giugno scorso, per avere la certificazione ci sono voluti 4 mesi e un mese per ottenere il decreto di variazione di bilancio, solo dopo pressioni dirette della parte politica. Stessa storia per le progressioni economiche, per le quali comunque ancora manca la certificazione. Ma oggi è stata pubblicata la Circolare che fornisce indicazioni e questo ci fa pensare che anche in questo caso si riuscirà in zona Cesarini. Mai più, abbiamo detto ieri al Ministro. Occorre snellire le procedure dei controlli sugli accordi integrativi e soprattutto limitare l’insopportabile invadenza e autoreferenzialitá degli organi di controllo. Per questo stiamo chiedendo a gran voce l’applicazione dell’art.8 del nuovo CCNL, che definisce tempi, procedure e soprattutto assunzioni di responsabilità delle parti nel caso di mancato rispetto delle tempistiche ivi indicate.

Piano assunzioni

La quantificazione pure importante dei numeri contenuti nel piano assunzioni comunque lascia praticamente intatta, al termine del giro, la dimensione delle carenze. E basta scorrere i numeri pubblicati nel Piano dei fabbisogni per comprenderlo. Senza considerare quota 100. Noi non vogliamo certo sottovalutare lo sforzo che il Ministro sta compiendo ma, per ricordare quanto detto ieri in apertura del nostro Congresso nazionale dalla compagna Serena Sorrentino, serve un piano straordinario di assunzioni che vada oltre il turnover e che, nel caso del Mibac, si ponga l’obiettivo di coprire l’intera dotazione organica in tempi ragionevoli. Altrimenti al termine di questo processo ci ritroveremo con una dimensione delle carenze pari a quella attuale. Ad integrazione del comunicato unitario specifichiamo che abbiamo chiesto la proroga per i lavoratori a tempi determinato e che anch’essa fa parte del pacchetto di emendamenti governativi.

La riorganizzazione del Ministero

Dobbiamo dire che ci ha fatto piacere sentire dalle parole del Ministro per la prima volta accenni critici rispetto a quanto operato dal suo predecessore, anche perché venuti a seguito di alcune nostre sollecitazioni.
In sostanza noi abbiamo chiesto se non fosse possibile rivedere alcuni assetti che stanno rivelando tutti i loro limiti organizzativi, ed abbiamo fatto l’eclatante esempio delle Biblioteche annesse ai musei autonomi ed ai Poli Museali. Il Ministro ha concordato esplicitamente sulla singolarità di questa sperimentazione organizzativa e ha promesso un processo di revisione degli assetti organizzativi, cogliendo l’opportunità data dalla modifica delle competenze a seguito dell’inopinato trasferimento delle competenze del Turismo agli agriarcheologi del Mipaaf. Vedremo a breve.

Racconigi, oh cara.

Abbiamo letto ieri, e poi riportate al Ministro, le dichiarazioni pubbliche della Dirigente del Polo Museale piemontese che intenderebbe, per carenze di risorse e personale, dare in gestione ai privati il Castello di Racconigi. A noi viene spontaneo un moto di simpatia e solidarietà verso questo sito e verso questa ridente cittadina,ma cosa mai gli avranno fatto alla nostra dirigente per meritarsi tutte queste attenzioni? Ricordiamo le polemiche quotidiane sui media locali per la pretesa del Polo di dare in concessione solo onerosa gli spazi per eventi di qualunque natura, e così niente Maratona Reale, ti scordi le iniziative benefiche per i diabetici di Cuneo, ecc.. Una condizione vissuta come uno scippo dalla comunità locale, che si è vista estraniata dal rapporto con il patrimonio culturale presente sul territorio e gestito dallo Stato, con buona pace delle politiche di integrazione dell’offerta culturale con cui venne motivata l’istituzione dei Poli regionali, altro fallito esperimento lasciato dalle riforme Franceschini. Il fatto curioso è che questo periodo di contrasti e polemiche profonde è stato dichiarato chiuso dalla stessa Dirigente, che con la sua proposta “provocatoria” ha pensato bene di ributtare la palla al centro, scaricando le responsabilità sulle inefficienze ministeriali. Anche su questo, ieri, il Ministro è intervenuto smentendo decisamente la Dirigente, resta il fatto che troppo spesso siamo in presenza di parole dette in libertà da personale che dovrebbe rappresentare il Ministero. Se al contrario scappa una parola di troppo e si appartiene ad una qualifica bassa, subito scatta il meccanismo sanzionatorio.

Marucelliana: chi difende l’indifendibile.

Abbiamo letto le roboanti dichiarazioni dei colleghi dell’Unsa contro la Direttrice delle Biblioteche, colpevole di aver deciso di dare l’interim della Marucelliana al Direttore della BNF. Al di là delle valutazioni sulla legittimità di questa scelta, e noi pensiamo che sia legittimo che un Direttore Generale agisca sulla base di valutazioni discrezionali nell’affidamento di un incarico ad interim dato ad un Dirigente di ruolo, vogliamo dire che per noi la dr.ssa Passarelli ha fatto benissimo ed anzi apprezziamo che, per la prima volta, viene affrontato di petto un grave problema gestionale, malgrado le innumerevoli segnalazioni che dalla parte sindacale sono pervenute, nel corso del tempo, ai “superiori uffici”. Lo scriviamo non per amore di polemica verso un’altra O.S. ma per la passione che portiamo per i diritti dei lavoratori e per le relazioni sindacali, condizioni spesso sconosciute all’interno di quel luogo di lavoro.

Un saluto a Rita Paris

È prossima al pensionamento Rita Paris, attuale Direttrice autonoma del Parco dell’Appia Antica e una delle migliori professioniste che hanno lavorato nel Ministero. Lascia con l’amaro in bocca di chi rischia di vedere vanificato un lungo lavoro di recupero e tutela che hanno trasformato questa importante e bellissima area, dopo un defatigante e frustrante lavoro di messa in piedi di una struttura organizzativa figlia anch’essa di una scelta scellerata del precedente governo. Lavorando per due anni senza risorse, inizialmente senza personale e senza una sede degna di questo nome. A Rita tutta la nostra vicinanza e solidarietà, sicuri che proseguirà nella sua battaglia da altre postazioni e certi che avrà noi al suo fianco.

Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE

Chiave per incrementare l’occupazione e garantire una ripresa, lezione oggi al Congresso di Perugia

Investire nel pubblico, in termini di risorse e occupazione, per invertire la rotta e contrastare la crisi. Parola del professore in economia del Lavoro, Nicolò Giangrande, 33 anni, attualmente in Brasile presso la facoltà dell’Amazzonia Occidentale. “In Italia aumenta la povertà assoluta che, secondo gli ultimi dati Istat, colpisce ben 1 milione e 700 mila famiglie che rinunciano non solo a visite specialistiche ma anche alle cure ordinarie. Con il lavoro pubblico si può incrementare l’occupazione e garantire una ripresa del paese”. Queste le parole del professore nel suo intervento all’11° Congresso della Funzione Pubblica Cgil, a Perugia, sul ‘Perimetro pubblico, disuguaglianze e crescita economica’.

Una relazione che ha ricostruito il sistema economico e produttivo del paese, i cambiamenti intercorsi negli anni e quanto, anche in relazione alla sua struttura, la crisi abbia inciso. “Peggiora la salute delle persone e dunque anche le aziende sono meno produttive. L’unica possibilità di ripresa è nella creazione di lavoro e il pubblico ha gli strumenti per incrementare l’occupazione – spiega il professore -. Eppure assistiamo ancora ai luoghi comuni come quello dei ‘furbetti’ del lavoro pubblico. C’è in atto una strategia, quella di indicare una minoranza di persone che non hanno voglia di lavorare per attaccare 3,2 milioni di persone che, al contrario, lavorano per tutti, tutti i giorni, come suggerisce la comunicazione della Fp. Piuttosto che procedere con la retorica degli slogan, dei nomignoli o dei luoghi comuni, basterebbe punire chi non svolge il proprio lavoro”.

E la retorica segue, o precede, le stesse politiche che accompagnano il pubblico da anni. “Le ultime decisioni prese dal governo non invertiranno questa rotta – ha affermato Giangrande -. Non cresciamo e la crescita è l’unico modo di ripagare il debito. Vi è questa idea errata che spesa pubblica equivale a spreco. Ma i dati Ocse ci suggeriscono che c’è un sottodimensionamento del lavoro pubblico. Quindi la bassa efficienza dei servizi pubblici non è legata alle competenze ma alla mancanza di investimenti e risorse”, ha concluso.

Presidente conferenza Regioni a congresso categoria: ‘Grazie a battaglie sindacato buoni accordi su occupazione e produttività’

“Il lavoro fatto insieme, grazie all’impegno profuso e alle spinte del sindacato, ci ha condotto al rinnovo di contratti importanti, come quello della Sanità e delle Funzioni Locali. Non sono abituato all’idea che la concertazione serva ad avere una foto sui giornali: farsi dare una mano ti fa sbagliare di meno e, soprattutto, se le decisioni sono condivise le si difende insieme e le si valorizza”. Così Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, nonché della Regione Emilia Romagna, nel corso del suo intervento all’11° Congresso della Funzione Pubblica Cgil.

“Abbiamo rinnovato – ha affermato Bonaccini dal palco di Perugia -, dopo un incredibile vuoto durato nove anni, contratti importanti, attraverso un lavoro proficuo fatto insieme, soprattutto mettendo in campo misure che hanno dato la possibilità di assumere e sbloccare il turn over. Per fare un esempio: in Emilia Romagna l’età media nel pubblico è vicina ai sessant’anni e coincide con il resto del Paese”. Una regione, quella governata da Bonaccini, che ha coltivato un rapporto positivo col sindacato e che ha portato alla sottoscrizione del Patto per il lavoro e l’avvio delle stabilizzazioni in Sanità. “Grazie alle battaglie della Funzione Pubblica Cgil si sono fatti buoni accordi sul fronte dell’occupazione e della produttività, così come si è ottenuto insieme il provvedimento normativo che consente l’incremento del salario accessorio per il personale che dalle province è passato alle regioni”, ha affermato Bonaccini.

E se “la battaglia fatta insieme per rinnovare i contratti, superando le ristrettezze economiche, ha consentito di ridare dignità a chi lavora nella Pubblica amministrazione e contribuisce a far andare avanti il paese”, ora la lotta passa nella nuova legge di stabilità. “Sul fondo sanitario – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni – l’incremento rimarrà, dopo le promesse fatte da questo governo, di un miliardo come già deciso. Risorse che non basteranno per rinnovare i contratti e allo stesso tempo sovvenzionare i farmaci innovativi. Bisogna trasformare la legge di stabilità, correggendola, individuando le risorse necessarie”.

Quanto invece ai contratti ancora da rinnovare, Bonaccini ha fatto sapere: “Il tema vero è il rinnovo dei contratti, in particolare su dirigenza medica, ricerca e dirigenza delle Funzioni locali. Mi auguro che su ricerca e dirigenza delle funzioni locali si possa nel giro di poche settimane chiudere l’accordo, quanto invece alla dirigenza medica dovrebbe essere convocata per la prossima settimana la conferenza straordinaria”. Assumere in Pa, stabilizzare i precari, rinnovare i contratti e ridare dignità ai lavoratori pubblici, questa in conclusione la via indicata dal presidente Bonaccini: “Perché i servizi pubblici fanno funzionare il paese e il paese non può farne a meno”.

Donne e stranieri principali bersagli, europarlamentare al congresso di Perugia

“Il lavoro dev’essere occasione per valorizzare il talento e la dignità di ognuno di noi, mai motivo di esclusione. Eppure anche nel mondo del lavoro dominano violenza e discriminazione verso le minoranze”. Questo il messaggio che Cécile Kyenge, europarlamentare, ha voluto lanciare in diretta all’inizio della seconda giornata dell’11° Congresso della Funzione Pubblica Cgil.

“Spesso ci si trova vittime di un sistema di sfruttamento e si viene collocati a svolgere mansioni ben al di sotto delle proprie capacità”, ha affermato la Kyenge nel sottolineare come ad essere colpite siano sovente le donne: “Mediamente più istruite, ma che sono costantemente vittime di disparità salariale. Questo porta anche, di conseguenza, a un divario pensionistico e alla perdita di benefici sociali. Questo non è accettabile”.

Questo il quadro delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, ma lo stesso vale, secondo Kyenge per gli stranieri. “L’apporto degli stranieri è imprescindibile e continuerà anche nei prossimi anni, soprattutto in alcuni settori. Coloro che vengono accolti in Europa devono potersi integrare, anche attraverso il lavoro, invece si prosegue coi soliti slogan: vengono per rubarci il lavoro”. Conclude l’europarlamentare: “Il lavoro non è una concessione, ma un diritto. Non dovremmo mai dimenticarlo. Il sindacato deve ridare voce a chi non ne ha più. Garantendo a tutti una adeguata rappresentanza sociale ma anche politica. Mettendo al centro il tema dei diritti, camminiamo insieme per far capire l’importanza del lavoro e dell’inclusione”.

Il segretario Cgil al congresso della Fp: “Questo governo usa il popolo contro il popolo, alimentando paure e penalizzando i più deboli. No allo smantellamento delle politiche di accoglienza e all’arretramento nel contrasto alle mafie”

di Rassegna.it, Fabrizio Ricci

“Nel decreto sicurezza che è stato approvato ieri alla Camera ci sono due ferite gravissime per il paese, la prima sull’uguaglianza, la seconda sulla legalità. Questo governo usa il popolo contro il popolo, facendo scelte per i forti e contro i deboli, ma in questo paese i deboli sono tanti, sempre di più”. Lo ha detto Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, nel suo intervento al congresso della Fp Cgil che si è aperto oggi, 28 novembre, a Perugia, parlando del decreto sicurezza approvato ieri dalla Camera, definito da Camusso come “una somma drammatica di errori”.

“Passiamo da essere un paese che sperimentava integrazione ed accoglienza, ad un paese che erige grandi muri col filo spinato – ha detto Camusso – muri immateriali, ma che nella sostanza impongono chiusura e negazione di diritti. Quel decreto sancisce che c’è differenza, anche nell’accesso alla giustizia, tra chi è nato qui e chi qui ci è arrivato”.

Camusso ha poi proposto un parallelo tra la situazione dei migranti che arrivano in italia e quella dei 700mila italiani che hanno lasciato il nostro paese: “Immaginate se quei ragazzi si trovassero nelle stesse condizioni che il decreto Salvini impone a chi arriva in Italia e cioè trattati come nemici per il semplice fatto di essere stranieri nei paesi in cui sono emigrati”.

Ma non è solo la questione immigrazione a produrre una “lesione grave alla democrazia”, secondo Camusso. “C’è un’altra parte del decreto che ci preoccupa sul versante della legalità – ha spiegato la segretaria – perché l’idea che per colpire le mafie alla radice sia necessario seguire i soldi, intaccare i patrimoni, viene meno, visto che i beni confiscati tornano contendibili: questo è il più grande regalo all’illegalità”, ha sentenziato Camusso.

Infine, c’è un terzo elemento di preoccupazione, che non è contenuto nel decreto approvato ieri, ma che troverà spazio in un altro provvedimento di legge, quello sulla legittima difesa: “In realtà – ha detto la leader Cgil – quella che si vuole sdoganare è la giustizia fai da te, in nome di una legittima difesa che è solo teorica”.

“Ciò che abbiamo davanti è un quadro nuovo rispetto al passato – ha concluso Camusso – Ma anche chi pensa di poter negare la rappresentanza prima o poi si scontra con la capacità dei soggetti organizzati di reagire. E allora, quella che saremo chiamati a costruire è una mobilitazione forte, per le ragioni del lavoro e per il cambiamento”.

Dalla relazione della segretaria della Funzione Pubblica al Congresso di Perugia

Roma, 28 novembre – “Un piano straordinario di assunzioni che vada oltre lo sbocco del turn over al 100%. Il rinnovo dei contratti, tutti, sia pubblici che privati. La difesa del pubblico contro un arretramento sotto le spinte alle esternalizzazioni e alle privatizzazioni”. Questi alcuni dei temi toccati da Serena Sorrentino, segretaria generale uscente della Fp Cgil Nazionale, nel corso del suo intervento introduttivo al congresso della categoria che rappresenta i lavoratori dei servizi pubblici della Cgil da oggi a sabato a Perugia.

Una relazione che ha ruotato sulla centralità del pubblico, “perché non solo è meglio ma perché è di tutti”, e che ha tirato in ballo un esecutivo “che al momento si qualifica per essere il governo del meno welfare e più armi e che sui temi del lavoro non ha dato alcuna discontinuità”. A partire dal ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, “che vuole, come ci ha detto, dipendenti saltellanti, vorremmo dire che non è stato rispettoso annunciare una riforma che porterà il suo nome, e il cui contenuto non è noto, a pochi giorni dal nostro incontro. Contestiamo l’idea di riportare alle leggi temi che avevamo riportato alla contrattazione e sottolineiamo le nostre priorità, che continuano ad essere un piano straordinario occupazione, il rinnovo dei contratti e nuovo ordinamento professionale”.

Sull’occupazione, infatti, chiamando in causa il ministro della Pa, Sorrentino ha affermato: “Siamo alla sindrome ‘annuncite’. Noi abbiamo stimato l’entità della semplice fuoriuscita: 450 mila nei prossimi tre anni, 600 mila nei prossimi cinque, senza contare gli effetti di quota 100. Ma col solo sblocco del turn over al 100% copriremo solo le carenze di organico, senza allargare il perimetro pubblico. Serve un piano straordinario per il lavoro”. Come nel caso dei Centri per l’impiego e la prossima introduzione del reddito di cittadinanza. “Al ministro del Lavoro Luigi Di Maio – ha affermato Sorrentino – vorremmo dire che vanno assunte non mille ma oltre diecimila unità nei Centri per l’impiego perché le politiche attive sono pratiche innovative sulle quali investire. Così come vorremmo che dicesse che la priorità del paese deve essere la lotta al lavoro nero e al sommerso, aprendo una discussione sul solo della vigilanza ispettiva e sull’ispettorato del lavoro”.

Quanto al ministro della Salute, Giulia Grillo, Sorrentino ha sottolineato: “Aspettiamo ci convochi perché la priorità non è solo il rinnovo del contratto dei medici ma occuparsi seriamente della sanità pubblica operando per un adeguato finanziamento, così come sul piano fabbisogni che serve per dare avvio ad un’azione di reclutamento in sanità di cui abbiamo uno straordinario bisogno”. Tornando su Bongiorno, Sorrentino ha puntato il dito contro una riforma che “a dispetto di quanto da lei sostenuto, porterà il suo nome e di cui non conosciamo i contenuti se non quelli annunciati sui giornali pochi giorni dopo il nostro incontro durante il quale non aveva fatto alcun accenno. Noi contrastiamo l’idea di un ritorno alla legge di temi che abbiamo riportato alla contrattazione. A noi serve una riforma che porti competenza ed efficienza e al momento non leggiamo alcun segnale di cambiamento”. Non è mancato infine un passaggio dedicato ai settori privati, dal rinnovo del contratto della cooperazione sociale e della sanità privata, così come al tema accoglienza e integrazione all’indomani del voto sul dl sicurezza: “A Salvini diciamo il decreto va ritirato immediatamente, bisogna difendere le politiche di asilo e di accoglienza. Difendere il lavoro e i lavoratori, che in questi anni hanno garantito un’accoglienza dignitosa”, ha concluso Sorrentino.

Pubblichiamo la Circolare dell’ Ufficio Attività Sportive  in merito al 35° Campionato Italiano VVF di  Sci Alpino e Nordico del 6° Campionato Italiano VVF di Snowboard ed il 5° Campionato Italiano VVF di Sci Alpino che si svolgeranno  dal 17 al 19 gennaio 2019i in località Sen Jan (TN)


Innovazione e occupazione temi centrali, oggi dalle 14 con Camusso

Al via il Congresso nazionale della Funzione Pubblica Cgil. Parte oggi (mercoledì 28 novembre) la quattro giorni di assise congressuale della categoria nazionale della Cgil che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici. L’appuntamento, l’11° nella storia della Fp Cgil, è a Perugia presso l’Hotel Giò in via Ruggero D’Andreotto 19 dietro le parole ‘Il lavoro nei servizi pubblici è. Per tutti, tutti i giorni’ a partire dalle ore 14 di oggi, alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

Oltre 500 delegate e delegati, frutto di un iter congressuale che ha registrato oltre 6.500 assemblee e più di 161 mila voti per una percentuale a favore del documento ‘il lavoro è’ del 98%, si ritroveranno a Perugia per una quattro giorni che metterà al centro il valore dei servizi pubblici, e di coloro che li garantiscono nel pubblico e nel privato, guardando ai necessari processi di innovazione e al bisogno di un piano straordinario di occupazione. Il tutto insieme a studiosi di fama internazionale e autorevoli ospiti, dalla politica al sindacato, a partire dalla Cgil Nazionale, e che si concluderanno sabato 1° dicembre con l’elezione del segretario generale della Fp Cgil.

La giornata di oggi prevede gli interventi della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, e della segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Presenti inoltre i segretari generali di Cisl Fp e Uil Fpl e Uil Pa, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi, e il segretario generale di Epsu, Jan Willem Goudriaan. I lavori del Congresso, a partire dalla giornata di oggi, saranno trasmessi in diretta audio-video sul sito www.fpcgil.it.

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