Pubblichiamo il bollettino della Direzione Centrale per l’Amministrazione Generale riguardo il concorso interno per 89 osti per il ruolo Ispettore Logistico gestionale

Pubblichiamo il Decreto del concorso pubblico per 189 posti per Ispettore Logistico  Gestionale

Pubblichiamo la nota dell’Ufficio di Coordinamento delle Attività Sanitarie e di Medicina Legale  riguardo la sorveglianza sanitaria del personale del C.N.VV.F. e le prescrizione di accertamenti sanitari “extra protocollo”.

 

 

Si è svolto oggi pomeriggio il terzo confronto tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione in tema di misurazione e valutazione della performance. All’ordine del giorno, in particolare, quella individuale.

Come FP CGIL abbiamo, ancora una volta, chiesto all’Amministrazione una maggiore attenzione sulla trasmissione della documentazione attinente l’ordine del giorno: se inviata a ridosso della riunione il confronto rischia di diventare sterile.

Quanto al merito abbiamo constatato come il documento trasmesso manchi, in realtà, di alcuni significativi passaggi presenti nella Direttiva: in primis la parte attinente la valutazione dell’operato dei dirigenti, una valutazione che dovrebbe essere “a 360°” (cit.) passando quindi per il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori in una logica bottom/up.

Questa richiesta è precisamente quella che abbiamo avanzato già in occasione del primo incontro e conferma un orientamento della Funzione Pubblica risalente almeno al 2019. Peraltro la direttiva del 28 novembre si spinge fino a declinare gli elementi di possibile valutazione, spaziando dalla flessibilità all’assunzione del rischio, dalla capacità di ascolto allo spirito di squadra, fino all’orientamento allo sviluppo delle risorse e all’etica professionale. Tutti elementi utili. Nell’attesa di capire come INPS intenda declinare questi principi, abbiamo constatato la necessità di una revisione in tale direzione.

Quanto agli elementi più corposi attinenti il personale, abbiamo condiviso la premessa: “il sistema funziona se è in grado di restituire una rappresentazione veritiera del contributo fornito dai singoli ai risultati dell’organizzazione”. Un elemento oggi totalmente assente, essendo la valutazione individuale – come abbiamo già scritto – estremamente arbitraria. Per questo abbiamo constatato come malgrado le premesse, l’azione dell’INPS sembra essere orientata a un’estensione dell’arbitrio: non si spiega altrimenti la riduzione dell’ancoraggio ai risultati della performance di gruppo.

Abbassare il peso degli obiettivi di gruppo dal 40% al 10% è il colpo fatale dopo la riduzione – già registrata l’anno passato – della stessa dimensione dal 60 al 40%. In uno spazio temporale estremamente ridotto, INPS punta a superare l’unica dimensione di fatto parametrabile, senza aver nel frattempo immaginato, definito o delineato un processo che dia significato e valore al contributo individuale e alle abilità, sulle quali permane invece il parere umorale del dirigente.

Questo non è un modello funzionale all’ente e non è soprattutto un modello adatto alla misurazione del merito.

Non ci convince neppure la decisione di vagliare differentemente la scala di giudizio, passando da quella numerica (da 1 a 7) a quella valoriale (inadeguato, poco adeguato, adeguato, ottimo, eccellente): sono cinque parametri che assottigliano le differenze (siamo sicuri che ciò ridurrà la conflittualità?) e schiacciano l’attività su un giudizio anche terminologicamente impietoso. La leva motivazionale non va sottovalutata: in un ente che eroga oltre 400 prestazioni e servizi con meno di 30 mila dipendenti tutte le professionalità sono “adeguate”. Quale stimolo potrebbe avere al miglioramento una definizione così tagliente?

Con altrettanta fermezza respingiamo al mittente l’idea che gli adempimenti dei dirigenti attinenti la valutazione individuale diventino un onere per i titolari di posizione organizzativa, già gravati da compiti di estremo rilievo specie in rapporto all’apprezzamento economico riconosciuto.

Ci convince, invece, l’idea di attivare il ciclo di valutazione della performance con un incontro preliminare per avere un orizzonte orientativo, così come ci sembra appropriata l’idea di un colloquio intermedio in caso di valutazione negativa. Su quest’ultimo punto, semmai, crediamo che la data limite del 30 settembre sia già tardiva: sarebbe meglio anticiparla al 30 giugno nel quadro delle valutazioni intermedie.

Non troviamo utile, ma non contestiamo, invece l’autovalutazione: ci sembra un adempimento aggiuntivo, ridondante e poco utile, che in teoria dovrebbe dar senso alla partecipazione dei soggetti valutati ma che rischia di diventare uno sterile adempimento che rallenta ulteriormente il processo.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

36 GIORNI DI SILENZIO E…

L’EMENDAMENTO TRUFFA VA AVANTI

Sono trascorsi 36 giorni dallo sciopero del personale dell’Ispettorato e 42 giorni dall’ultimo incontro con il vertice politico del Ministero e il vertice dell’INL.

L’emendamento truffa è stato approvato, venerdì scorso, in Commissione Bilancio al Senato. Lo riportiamo in allegato per come risulta dal sito internet del Senato della Repubblica.

Ribadiamo, quindi, quello che il Governo vorrebbe far accadere, se non li proviamo a fermare: con una mano dicono di voler riconoscere gli arretrati della perequazione per il triennio 2020-22, con l’altra vi sottraggono oltre 10 milioni di euro dall’annualità 2022.

I 10 milioni di euro che vi toglieranno, care lavoratrici e cari lavoratori dell’INL, sono i soldi dell’una tantum riconosciuta dal precedente Governo, che non riguardano la perequazione – leggendo il testo della norma di cui all’art. 32-bis del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 – ma le attività svolte dall’INL nell’ambito del PNRR.

Inoltre, la beffa non finisce qui, perché vi stanno fregando anche sulla prossima perequazione, quella per cui erano stati stanziati altri 55 milioni di euro per i dipendenti dell’ex comparto Ministeri. Infatti, i soldi per pagarvi gli arretrati della perequazione, li stanno togliendo da quel fondo.

Ora, per noi tutto questo non è strumentalizzazione ideologica, ma fatti.

A noi non sta bene e lo diciamo e lo scriviamo e chiediamo il rispetto degli accordi presi al tavolo sindacale con tutte le sigle, che prevedevano il riconoscimento pieno degli arretrati della perequazione, dal 2020 al 2022. Non eravamo soli, a quel tavolo.

Allo stesso modo non ci sta bene che già dal 2023 lavoratrici e lavoratori dell’INL vedranno il proprio salario accessorio ridotto. Spieghiamo meglio: considerato che sono arrivati centinaia di nuovi funzionari (tra ispettori del lavoro, ispettori tecnici e funzionari amministrativi), sarebbe necessario che anche l’FRD e il Decreto Poletti aumentino in maniera corrispondente.

Tuttavia, questo non è possibile. L’FRD non può aumentare perché a livello normativo è previsto un tetto e lo stesso vale per il Decreto Poletti. Questo comporta che, pur aumentando il numero dei lavoratori che dovranno dividersi “la torta”, le “fettine di quella torta” si assottiglieranno e potranno finanche dimezzarsi. Quindi, vuol dire un FRD e un Decreto Poletti più bassi, pro-capite.

Anche questo, a noi non sta bene, perché non va nella direzione di rendere l’INL un Ente appetibile, a discapito delle essenziali funzioni svolte. Anche su questo il tavolo sindacale aveva chiesto degli impegni.

Nessuna novità neppure sulle dotazioni strumentali e quindi, come al solito, ci si deve arrangiare.

Finora, dunque, gli unici emendamenti che sono passati per INL sono quelli che prevedono il raddoppio delle poltrone dirigenziali. Nonostante l’enorme avanzo di bilancio, resti bloccato.

Nessuna novità abbiamo sul fronte interno dell’FRD 2022 e non vorremmo perdere anche i differenziali stipendiali, con decorrenza 1° gennaio 2023.

A fronte di tutto questo, anche a seguito dell’assemblea nazionale del personale da noi indetta, e che ha visto la partecipazione di centinaia di colleghe e colleghi, riteniamo fondamentale proseguire con la mobilitazione. Come?

Proseguendo certamente con le assemblee sui territori, laddove vi siano ancora ore disponibili. Non dando disponibilità a svolgere lavoro straordinario o adesioni a task-force.

E’ fondamentale inviare comunicati stampa territoriali, avvalendosi della RSU e delle OO.SS. territoriali, per evidenziare che la vertenza dell’INL non cessa e che i problemi restano.

E’ fondamentale inviare alla Prefettura, territorialmente competente, una richiesta di incontro urgente con il Prefetto, per rappresentare che – nonostante le ampie rassicurazioni della Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali – nessuna delle tre questioni alla base della mobilitazione è stata ancora risolta e che si chiede un impegno serio per garantire la piena funzionalità di questo Ente. Su questo, vi manderemo una nota che potrete utilizzare.

Facciamo uscire fuori dalle mura dell’INL i tanti problemi che ancora persistono.

Alle altre sigle, che hanno deciso di restare al balcone ad attendere gli eventi, ribadiamo la nostra piena disponibilità a proseguire nel percorso unitario nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori, che è ciò che a noi sta a cuore. Le polemiche sterili le lasciamo volentieri da parte.

 

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

 

Giovedì 7 dicembre dalle ore 9,30 alle 12.30 Fp Cgil, Uil Fpl, Uil Pa hanno annunciato un presìdio davanti al ministero dell’Economia e delle Finanze (lato via XX settembre), a Roma, per dire “basta” alle risorse insufficienti, alle penalizzazioni che continuano a colpire lavoratrici e lavoratori del pubblico impego, ad una legge di Bilancio che continua a tagliare, e alla progressiva riduzione dei servizi per i cittadini.

“Le previsioni sui pensionamenti nella P.A. da qui al 2030 – scrivono i sindacati – ci dicono che oltre 700.000 persone andranno in pensione nelle amministrazioni pubbliche. Di queste 120.000 nel Comparto delle Funzioni centrali come Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici, 220.000 negli Enti Locali come Regioni e Autonomie Locali, IPAB, Camere di Commercio, 240.000 nel Comparto della Sanità, segnatamente Sanità pubblica, privata, Medici e Dirigenti SSN, Professioni sanitarie, Salute mentale, Dirigenza STPA, -140.000 nel Comparto sicurezza e difesa, Soccorso pubblico e nel Comparto autonomo, con effetti devastanti sull’accesso e la qualità dei servizi pubblici resi ai cittadini, sul diritto alla salute, all’assistenza, ai servizi educativi e scolastici. Di contro – si legge ancora in una nota – il governo continua a tagliare, da ultimo 600 milioni anche agli Enti locali, e a non ascoltare il sindacato confederale, scegliendo di non assicurare nella legge di bilancio 2024 lo stanziamento delle risorse economiche necessarie a garantire le assunzioni nella P.A. Inflazione a due cifre, mancato adeguamento dei salari, mancata soppressione dei tetti di spesa al personale e dei vincoli per il salario accessorio, nessun rifinanziamento delle risorse economiche necessarie a completare la riqualificazione del personale: sono solo alcuni dei motivi che ci spingono a manifestare”.
“Dopo la straordinaria partecipazione dei lavoratori agli scioperi generali messi in campo dalle confederazioni sindacali CGIL e UIL e dalle categorie FP CGIL e UIL PA e FPL, la nostra mobilitazione continuerà. Noi – assicurano – non ci fermiamo: continueremo a difendere pubblicamente diritti e legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori e a manifestare contro una legge di bilancio incapace di dare risposte adeguate al mondo del lavoro, alle persone e alla costruzione di un futuro migliore per il nostro Paese”, concludono.

In allegato le due note unitarie:

  • Nota unitaria Archivi
  • Nota unitaria Previdenza Unep

Lo scorso 22 novembre abbiamo chiesto al Dipartimento chiedendo l’apertura un tavolo nazionale su un tema importante e delicato come quello delle Politiche di Genere nel Corpo nazionale.

Pubblichiamo la nota di sollecito nella quale introduciamo alcune motivazioni a sostegno delle donne del Corpo

Pubblichiamo la nota del Coordinamento Fp Cgil VVF con la quale chiede di inserire nell’apposito albo per formatori elisoccorritori coloro che hanno terminato il percorso formativo  con la ricognizione della Direzione Centrale per la Formazione  del 28 giugno 2023 nota n 25564

Ordine del giorno sulla situazione in Israele e Palestina
Approvato dal Comitato Esecutivo di EPSU del 29-30 novembre 2023

Il comitato esecutivo di EPSU riunito il 30 novembre ha espresso profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in Israele e Palestina e per la crescente instabilità nell’intera regione.
L’Esecutivo ha accolto con favore il temporaneo cessate il fuoco e il rilascio di prigionieri e ostaggi, ma ribadisce la necessità di un cessate il fuoco permanente.

in allegato la versione in inglese e la traduzione non ufficiale in italiano della dichiarazione.

Le Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Uil PA VVF, Confsal VVF e Conapo unitariamente chiedono ancora una volta le corrette relazioni sindacali

Pa: Fp Cgil, governo abbandona al proprio destino 700 tecnici Coesione
Roma, 4 dic – “Giudichiamo positiva la prospettiva di un concorso per l’assunzione di oltre 2.000 funzionari a tempo indeterminato nell’ambito delle politiche di Coesione 2021-27 quali profili destinati a rafforzare la capacità amministrativa delle amministrazioni territoriali. Peccato, però, che il governo abbandoni al proprio destino oltre 700 tecnici del precedente concorso Coesione che già da tempo lavorano a tempo determinato negli enti locali, i cui contratti scadranno a partire dall’autunno 2024. Lavoratori e lavoratrici la cui mancata stabilizzazione rappresenta una doppia frustrazione: per il percorso lavorativo dei singoli e per la dispersione di competenze verificate, peraltro in una fase in cui le amministrazioni territoriali hanno un enorme bisogno di personale qualificato. Come Fp abbiamo proposto appositi emendamenti, anche alla legge di Bilancio, ma ad oggi il governo ha opposto un secco no”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“Oltre al danno, però, c’è anche la beffa: il cofinanziamento europeo per il programma nazionale di Assistenza tecnica Capacità per la Coesione 2021-2027, quello al quale fanno capo le oltre 2000 assunzioni, è previsto fino al 31.12.2029. Dal 2030 il finanziamento di questi contratti è previsto attraverso tagli al Fondo per il trasporto pubblico locale, al Fondo di solidarietà comunale, al Fondo per le Città metropolitane e al Fondo per le Province, oltre che al Fondo per le esigenze indifferibili del ministero dell’Economia. In pratica, da un lato si assume chi dovrebbe potenziare i servizi ai cittadini, e dall’altro si taglia ai servizi stessi. Un’assurda contraddizione. Come Fp Cgil continueremo a batterci per i lavoratori e le lavoratrici e chiediamo che si avvii un serio Piano straordinario di assunzioni pubbliche per garantire a tutti i cittadini un accesso di qualità ai servizi pubblici e il pieno godimento dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione”, conclude la nota.
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