Legge Stabilità-Sanità: tagli devastanti per cittadini, da medici e operatori allarme rosso

16 Ottobre 2013

Legge Stabilità-Sanità: tagli devastanti per cittadini, da medici e operatori allarme rosso

Comunicato Stampa di  Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil e Massimo cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici

Roma, 14 ottobre 2013
 
“Auspichiamo che il Governo Letta smentisca con i fatti la riduzione del finanziamento al sistema sanitario nazionale. Un taglio dall’attuale spesa, dal 7,1% del pil al 6,7% nel 2017, sarebbe devastante per la tenuta dei servizi ai cittadini e per la qualità del lavoro di medici e operatori sanitari. Siamo all’allarme rosso, al limite della sussistenza”. Con queste parole Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici, lanciano l’allarme in merito ai possibili tagli al sistema sanitario nazionale e chiedono, come già fatto la scorsa settimana dalla segretaria nazionale della Cgil Vera Lamonica, di “scongiurare ulteriori pesanti riduzioni dei livelli essenziali di assistenza, a partire dalla cancellazione dell’aumento dei ticket, che si tradurrebbero in altri 2 miliardi di tagli alla salute”.

“Sarebbe una scelta scellerata – aggiungono i due sindacalisti – visto che il nostro è uno dei sistemi pubblici più sostenibili dell’area Ocse, meno costoso di quello tedesco (8,4% del pil), francese (8,7%) e olandese (9,5%), e persino del tanto citato esempio statunitense (8,3%), che registra il livello più alto di spesa sanitaria complessiva, pari al 17,7% del Pil tra spesa pubblica e privata, contro il nostro virtuosissimo 9,2%”.

“Medici e operatori sono allo stremo. Mentre le strutture sanitarie sono state ‘asciugate’ con la riduzione dei posti letto e dei finanziamenti, nulla si è fatto sui servizi di prossimità. Invece di portare la sanità tra i cittadini, con presidi territoriali, in questo modo la si ridimensionerebbe in modo drammatico. Con il taglio degli sprechi si giustifichi un insopportabile colpo all’universalità del nostro sistema. La spesa va semmai efficientata – concludono Taranto e Cozza – ma vista la sua entità non può ulteriormente essere ridotta”.

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