Sanità, intesa Governo-Regioni. Fp-Cgil: pagano medici, operatori e cittadini. Si privatizza servizio pubblico

24 Aprile 2015

 
Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
e Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici

 
Roma, 15 aprile 2015

Dopo le molte promesse e gli appelli accorati dei presidenti di Regione e della stessa Ministra Lorenzin sull’impossibilità di reggere ulteriori riduzioni dei finanziamenti alla sanità, i tagli sono puntualmente arrivati. Con l’odierna intesa tra Governo e Regioni in attuazione della legge di stabilità, si è persino stravolto il Patto per la Salute, che non ha ancora compiuto un anno e prevede il reinvestimento di eventuali risparmi nei servizi.

Tutti sanno che con questo ulteriore taglio di 2,6 miliardi si ridurranno le prestazioni sanitarie, soprattutto per i cittadini meno abbienti. Di investimenti in prevenzione nemmeno l’ombra. Chi potrà si rivolgerà al privato, gli altri si cureranno sempre meno.

L’Intesa scarica ulteriormente i costi su medici e operatori sanitari, per i quali nell’ultimo Def non si prevedono risorse: anche in questo caso molte promesse, ma senza fatti si resterà 10 anni senza contratto. Si tagliano persino le risorse del trattamento accessorio, che dovevano essere utilizzate per premiare il merito professionale. E sull’obbiettivo condiviso dell’appropriatezza si usa ancora una volta il bastone invece di agire sugli incentivi: il medico che prescrive cure inappropriate sarà sanzionato e i cittadini rischieranno di pagare di tasca propria le cure. Uno scenario che solo con i decreti attuativi diventerà comprensibile, ma che comunque ci preoccupa. Quali saranno i criteri? Tutte le prescrizioni saranno sottoposte a una verifica? Il rischio e di burocratizzare ulteriormente la sanità, di spingere i medici del servizio pubblico a prescrivere sempre di meno, a curare sempre di meno, e i cittadini a rivolgersi a strutture private per essere seguiti tempestivamente.
 

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