Sorrentino a Zangrillo, non adeguare salari offesa a lavoratori pubblici

11 Gennaio 2023

Mobilitazione prosegue, ministro evita confronto con sindacati

Le risorse stanziate in manovra non sono l’indennità di vacanza contrattuale ma solo un una tantum e con un’inflazione a due cifre è un’offesa per milioni di lavoratori dire che non ci sono margini per adeguare i salari dei dipendenti pubblici”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, replica alle affermazioni del ministro della Pa, Paolo Zangrillo, ieri in audizione al Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero, relative al miliardo stanziato in manovra ‘per la vacanza contrattuale’ e al fatto che ‘non c’è stata possibilità di spostare risorse’ per i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2022-2024.

Il ministro Zangrillo, osserva la dirigente sindacale, “sta dicendo ai sanitari, agli educatori, alla polizia locale, ai vigili del fuoco, ai dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti previdenziali, agli assistenti sociali, ai lavoratori delle autonomie locali, che guadagnano in un anno quello che il ministro guadagna in due mesi, che il lavoro deve ancora una volta pagare il prezzo di una crisi che il governo non riesce ad affrontare. Provi chi governa a vivere con lo stipendio di un lavoratore dei servizi pubblici e poi vediamo se la risposta sarà ‘non ci sono risorse’”.

“Noi andremo avanti – aggiunge Sorrentino – con la mobilitazione anche perché il ministro Zangrillo sta evitando il confronto con le organizzazioni sindacali. Un mese fa abbiamo presentato il Piano straordinario per l’occupazione, denunciando l’emergenza reale delle pubbliche amministrazioni, e il ministro ci rispose a suon di dichiarazioni che non era questione di numeri, rincorrendoci poi fino ad annunciare 175 mila assunzioni da programmare nel 2023. Bene, avevamo ragione, ma riguardano solo lo stato. Per assumere in sanità, negli enti locali e nel resto delle pubbliche amministrazioni centrali servono tre cose: più risorse alle amministrazioni, cancellare il tetto e i limiti di spesa su assunzioni e salario accessorio, stipendi adeguati. Tre punti sui quali non abbiamo risposte dal governo, la mobilitazione va avanti”, conclude.

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