Nel dibattito aperto nel Paese sulla riorganizzazione dei servizi pubblici, il Governo sta sostenendo con forza e in modo brutale la riduzione della presenza e del ruolo del pubblico. Abbattimento drastico della spesa per il personale, blocco del turn over, esternalizzazioni, privatizzazioni, non assunzione dei vincitori di concorsi, allontanamento definitivo di lavoratori precari che da anni garantiscono servizi di qualità, sono le linee guida di questo sciagurato progetto.
Per questo è utile continuare la lotta e le mobilitazioni a sostegno di una piattaforma che metta al centro il valore del lavoro pubblico, unica garanzia di accesso universalistico all’erogazione dei servizi, come previsto dalla Costituzione. Con questo spirito domani saremo in piazza
con i vincitori di concorso pubblico non assunti.
Il Coordinamento Nazionale 27 ottobre pone all’attenzione del Paese un problema concreto, un’ingiustizia che non può perpetrarsi troppo a
lungo, e la Fp-Cgil sarà in maniera attiva al suo fianco in una battaglia di civiltà e di rispetto delle regole, per far ottenere a questi “disoccupati” vincitori di concorso l’assunzione, e rendere ai cittadini, sempre più soli, ciò che ingiustamente viene loro sottratto, i loro diritti.
Roma, 26 ottobre 2010.
Come è noto il testo del decreto sulla manovra economica 2012 è stato firmato dal Presidente della Repubblica per essere pubblicato sulla GU e, nello stesso tempo, inviato alle Camere per la conversione in legge.
Un provvedimento che scarica i costi della crisi economica ancora una volta sulle spalle di pensionati, lavoratori dipendenti e precari senza alcuna possibilità di confronto con le parti sociali.
Le scelte operate dal Governo avranno ricadute sociali pesantissime perché fondate esclusivamente sul contenimento e la riduzione del deficit senza pensare a politiche di crescita e sviluppo, sociale ed economico, privando in questo modo di ogni prospettiva il futuro del nostro paese. Esaminando il testo non s’intravedono, infatti, misure in grado di sostenere in maniera efficace, in termini generali la ripresa economica e l’occupazione; il risanamento sarà tutto spostato sul versante dei tagli alla spesa del Welfare e del Pubblico Impiego, con effetti devastanti per la tenuta della coesione sociale del paese.
Ciò comporterà danni gravissimi non solo per il lavoro pubblico, in termini di blocco degli stipendi e dei rinnovi contrattuali, ma anche per i cittadini che rischieranno seriamente di vedere pregiudicati servizi fondamentali erogati dalla Pubblica Amministrazione a seguito del blocco delle assunzioni e per la possibile fuoriuscita dei precari in conseguenza delle disposizioni contenute in questo provvedimento, costruite tutte su un’ideologia basata sullo smantellamento dei servizi pubblici e sulla deregulation nei rapporti di lavoro (minore presenza del pubblico uguale meno servizi per i cittadini).
Riteniamo pertanto utile porre, di seguito, all’attenzione delle strutture in indirizzo una prima valutazione sui contenuti degli articoli che interessano la categoria rimandando il successivo approfondimento nel dettaglio dell’articolato della manovra.
Con l’occasione Vi informiamo che Martedì 12, alle ore 13, scadranno i termini per la presentazione al Senato degli emendamenti alla manovra.
La FPCGIL riproporrà ancora una volta i propri emendamenti a tutela e difesa del ruolo e della presenza del lavoro pubblico, in particolare per i precari, sostenendo con la mobilitazione e la lotta le nostre proposte.
Fabrizio Fratini Segretario Nazionale FP CGIL – Gian Guido Santucci Dipartimento Welfare-MdL FP CGIL
Roma, 7 luglio 2011
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DECRETO-LEGGE 6 luglio 2011 , n. 98
Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria. (11G0146)
Art 5
Viene ridotto del 20% lo stanziamento per il CNEL e per le Autorithy indipendenti, ivi compresa la Consob;
Art 7
Sono accorpate le consultazioni elettorali ad eccezione dei referendum;
Art 9.
vengono definiti fabbisogni standard dei programmi di spesa dei Ministeri al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni delle attività; per le amministrazioni periferiche sono proposte metodologie per la quantificazione dei fabbisogni ai fini dell’allocazione delle risorse nell’ambito della loro complessiva dotazione (vedi decreto sulla casa del Welfare);
Art 10
ad eccezione degli esclusi di cui al comma 1, le amministrazioni dello Stato devono garantire una riduzione della spesa a decorrere dal 1.1.2012 per gl’importi cui all’allegato C nell’ambito delle spese così dette modulabili. Ogni singolo Ministero dovrà quindi predisporre interventi per realizzare i risparmi indicati. Qualora in sede di verifica da parte del Ministero dell’Economia, non risultassero adeguate le misure predisposte, lo stesso Ministero dell’Economia provvederà direttamente a ridurre direttamente gli stanziamenti del Ministero interessato per l’importo corrispondente .
Invece, sul piano generale, in presenza di rilevanti scostamenti rispetto agli obiettivi indicati per il perseguimento delle riduzioni di spesa per le amministrazioni centrali, il Mef potrà disporre con proprio decreto la limitazione degli impegni di spesa o emissione di titoli di pagamento, entro limiti percentuali determinati in misura uniforme per ogni singolo Ministero.
Per le medesime finalità, si potrà disporre la riduzione delle spese di finanziamento anche per gli enti e gli organismi pubblici di diritto privato inclusi nell’Istat.
Tutto ciò esclusi gli enti territoriali, gli enti da essi vigilati, nonché gli organi costituzionali.
Art 11
per determinare consistenti risparmi di gestione nella macchina pubblica, si ribadisce in questo articolo l’ obbligatorietà del ricorso a procedure centralizzate degli acquisti in via telematica, attraverso la Consip Spa, sopratutto per gli Enti del SSN.
A partire dall’esercizio 2013, per lo stesso obiettivo di risparmio di spesa, il Mef stipulerà su richiesta delle amministrazioni pubbliche, convenzioni per il pagamento delle retribuzioni dei dipendenti. Tale servizio sarà pagato con pagamento da versare in un apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato.
Art 12
Si riconferma e si ampliano le precedenti attribuzioni all’Agenzia del Demanio.
Art 13
Vengono ridotte le risorse inerenti al fondo per indennizzare i risparmiatori vittime di frodi finanziarie. Sono altresi’ tagliati i finanziamenti per interventi urgenti ed indifferibili riguardanti il settore dell’istruzioni ed eventi celebrativi, nonché della dotazione del fondo strategico a sostegno dell’economia reale.
Art 14
Per quanto riguarda la categoria , a decorrere dall’entrata in vigore del decreto, alla Covip è attribuito il controllo degli investimenti sulle risorse finanziarie e del patrimonio degli enti privatizzati , di cui al d.l. 509.
Entro 6 mesi il MEF sentito il Covip ed il Ministero del Lavoro, detterà disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie, dei conflitti di interesse, e della banca depositaria.
Viene soppresso l’ICE, una volta entrata in vigore la manovra.
Ad eccezione degli uffici esteri, e di un contingente di personale che sarà definito, le funzioni dell’ICE, nonché le relative risorse umane, finanziarie, e strumentali sono trasferite al Ministero dello sviluppo economico.
Come abbiamo evidenziato, i dipendenti locali in servizio presso gli uffici ICE situati all’estero, transiteranno nelle rappresentanze diplomatiche e consolari all’interno di uffici appositamente costituiti per garantire la continuità dei servizi erogati.
A capo di ciascun ufficio sarà posto un funzionario del Ministero dello Sviluppo, individuato nell’ambito di un contingente di 100 unità da destinare alle sezioni all’estero, accreditato per la durata della missione come personale diplomatico .
Tali uffici (sezioni) potranno essere aperti o chiusi sulla base di precise necessità che saranno individuate di concerto tra il MAE, MEF, Sviluppo Economico, Dipartimento della Funzione Pubblica.
Il personale dell’Ice a tempo indeterminato sarà inquadrato nei ruoli del Ministero dello Sviluppo Economico sulla base di apposite tabelle di equiparazione con l’eventuale attribuzione di assegno ad personam riassorbibile.
Sempre ai fini del raggiungimento di risparmi di spesa ,al Ministero dell’Agricoltura è data facoltà di riordinare, trasformare, sopprimere o mettere in liquidazione enti ed organismi pubblici vigilati dallo stesso, nonché società interamente partecipate dallo stesso Ministero; per quanto d’interesse della Funzione Pubblica CGIL potrebbe rientrate dentro questo processo l’AGEA, ente pubblico non economico.
Art 15
Si ribadisce e si amplia una norma già presente nelle passate finanziarie , per la quale gli enti pubblici in uno stato di dissesto tale da non garantire la sostenibilità e l’assolvimento di funzioni indispensabili, sono posti in liquidazione coatta amministrativa. Le funzioni, i compiti ed il personale dipendente a tempo indeterminato saranno trasferiti ad altra pubblica amministrazione, ovvero ad apposita agenzia istituita ai sensi dell’art.8 del dlgs 300/99
Art 16
Sempre per contenere i costi della Pubblica Amministrazione in questo articolo si decide di massacrare ulteriormente il lavoro pubblico con una serie di decisioni che rischiano di compromettere fortemente la tenuta dei servizi e delle attività svolte dalla Pubblica Amministrazione nel suo complesso; in dettaglio:
– È prorogato di un anno il blocco del turn over tranne che per i VVF , le Agenzie Fiscali e gli Enti Pubblici non economici.
– I trattamenti economici sono anch’essi bloccati per un ulteriore anno, ivi compresi quelli del personale convenzionato del SSN.
– Saranno ridefinite le modalità di calcolo della indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2015-2017, facendo così presagire possibili difficoltà sul rispetto delle scadenze dei prossimi rinnovi contrattuali.
– Obbligatorietà delle procedure di mobilità, anche tra comparti e regioni diverse.
– Possibilità di non rispettare da parte del Governo le disposizioni relative al blocco delle retribuzioni e delle assunzioni in relazione all’esigenza di valorizzazione delle attività di determinati settori .
– Valore precettivo delle limitazioni di spesa per tutte le amministrazioni escluso il SSN ed il sistema delle Autonomie per i quali valgono solo come indicazione di principio
Qualora rispetto ai risparmi di spesa previsti si prospettino risultati inferiori a quanto stabilito, il MEF provvederà al taglio delle dotazioni finanziarie degli Enti interessati fino alla concorrenza degli scostamenti riscontrati.
Nel caso di eventuali ulteriori economie di gestione rispetto a quelle previste, queste sono destinate per il 50% a finanziare la contrattazione decentrata, mentre la restante parte sarà acquisita dallo Stato; del 50% destinato alla contrattazione integrativa la metà è destinata a finanziare la produttività individuale per fasce dell’art 19 del dlgs 150/2009 (25-50-25).
Per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato e determinato, inquadramenti e progressioni di carriera, a seguito di disposizioni che successivamente possono essere dichiarate costituzionalmente illegittime, queste sono nulle di diritto ripristinando così la situazione preesistente. E’ evidente che ciò significa che il Governo potrà chiedere di rimettere in discussione le stabilizzazioni già effettuate, o in corso di definizione , in base alla propria convenienza nei rapporti con le amministrazioni, soprattutto di Sanità ed Enti Locali .
Viene infine riproposto il controllo sulla malattia sin dal primo giorno qualora l’assenza si verifiche in giornate precedenti o successive a quelle lavorative; per la Sanità (vedi art 17) sono di conseguenza stanziati 70 milioni di euro per le visite di controllo.
Art 17
Per quanto riguarda la Sanità viene confermato il blocco automatico del turn over per le regioni sottoposte ai piani di rientro; su richiesta della singola regione si può però derogare dal blocco per assegnare incarichi di dirigenza medica per garantire la continuità dei livelli essenziali di assistenza. Come si è già evidenziato sono assegnati 70 milioni di euro per i controlli sulle assenze per malattia.
Per quanto riguarda il SSN, oltre ai tagli previsti, si stabiliscono norme che impongono alle amministrazioni l’obbligo di ricorrere al sistema di acquisti centralizzato attraverso la CONSIP spa; perseguire gli obiettivi di spesa sulla base di standard nazionali e regionali predeterminati. Si interviene solo sulla spesa farmaceutica ospedaliera e non su quella complessiva , obbligando gli ospedali al rispetto dei tetti di spesa. In caso di sforamento i maggiori importi saranno ripartiti tra le case farmaceutiche in base ai fatturati per farmaci ceduti alle strutture pubbliche.
Per quanto attiene invece le apparecchiature mediche e l’assistenza protesica , il superamento del plafond stabilito sarà recuperato direttamente dalle regioni attraverso misure di contenimento della spesa sanitaria regionale o intervenendo su altre voci del bilancio regionale non escludendo il ricorso ad addizionali o prelievi aggiuntivi nei confronti dei cittadini.
Dal 2014 saranno reintrodotti i ticket al livello nazionale, aggiuntivi rispetto quelli già vigenti a livello regionale, per le motivazioni illustrate in precedenza.
Per quanto riguarda le regioni soggette ai piani di rientro con questa norma s’introducono ulteriori vincoli per quanto riguarda la legislazione regionale prodotta affinché questa non possa essere d’impedimento al raggiungimento dell’azione di risanamento della Sanità; il Commissario ad Acta avrà quindi l’obbligo di segnalare al Consiglio dei Ministri tali ostacoli qualora il Consiglio regionale non abbia provveduto di conseguenza.
Art 18
Si agganciano i requisiti anagrafici e contributivi alle aspettative di vita per l’accesso alla pensione di uomini e donne dal 2014; emergono dall’articolo tagli agli importi di pensione a partire da 1428 euro mensili lordi, ed un significativo allungamento dell’età lavorativa per uomini e donne .
Art 19
Anche se l’articolo riguarda essenzialmente la scuola , per ciò che attiene gli insegnati di sostegno sono evidenti le ripercussioni che si potrebbero avere per i nidi e le scuole dell’infanzia degli Enti Locali . Si taglia il numero dei docenti , le attività di sostegno saranno pertanto svolte sia dai docenti abilitati che dai docenti di classe.
Ciò significa fare cessare la presenza di persone fondamentali per garantire la crescita e lo sviluppo del bambino anche se con problemi di handicap e disabilità . Bisognerà quindi vigilare attentamente affinché gli Enti Locali, in particolare i Comuni, di fronte ai tagli effettuati dalla Finanziaria non facciano mancare un servizio importantissimo sul quale si misura il livello di civiltà del nostro paese
Art 20
Il nuovo patto di stabilità comporta fondamentalmente nuovi pesanti tagli agli Enti Locali; in particolare per le Regioni a Statuto ordinario 800 milioni nel 2013, 1,6 miliardi nel 2014 ; le Regioni a Statuto speciale ridurranno le spese per un importo di 5,4 miliardi tra il 2013 ed il 2014 . Le province subiranno invece un taglio di 400 milioni nel 2013 e altri 800 l’anno successivo; per i comuni, invece, si prospettano tagli per 1 miliardo nel 2013 e 2 miliardi nel 2014 . Questo significa che le già disastrate disponibilità degli Enti Locali saranno ulteriormente limitate con gravissime conseguenze per i cittadini a cui, se non si modificherà questa impostazione, verranno a cessare servizi fondamentali già oggi erogati tra mille difficoltà dagli enti locali.
Art 22
Ai fini del controllo del debito pubblico le amministrazioni statali e le amministrazioni pubbliche titolari di conti accesi presso la tesoreria dello Stato devono comunicare al MEF via telematica la stima dei flussi di cassa giornalieri; per gli Enti territoriali il MEF svolge con cadenza annuale l’attività di monitoraggio degli scostamenti dei dati effettivi rispetto a quelli comunicati dagli enti medesimi.. In sede di Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica saranno adottati interventi necessari per migliorare le previsioni giornaliere dei flussi economici transitati nella tesoreria
Art 23
In questo articolo vengono stabilite imposizioni fiscali rilevanti su azioni e titoli (in particolare i BOT) che andranno a colpire più di tutti il risparmio dei pensionati e del lavoro dipendente. Il rischio che ne deriva è che in questo modo possono compromettersi le sottoscrizioni del finanziamento dello Stato da parte dei piccoli risparmiatori, favorendo così la rendita ed il grande capitale.
Art 26
Si prevedono sgravi fiscali per i dipendenti privati e per le imprese per le somme erogate in attuazione di quanto previsto dagli accordi dei diversi livelli di contrattazione sulla produttività, raggiungimento di maggiore redditività d’impresa, efficienza, qualità, utili e maggiore redditività . Al riguardo segnaliamo che tali sgravi, subordinati alle disponibilità delle risorse stanziate con la legge di stabilità , inevitabilmente potranno sottrarre risorse dal Welfare sociale e dal sistema scolastico.
Art 29
Con la liberalizzazione del collocamento ,già prevista dall’art 6 della 276/2003 e ripresa da questo articolo, viene abrogato “di fatto” il ruolo e la presenza della Provincia come ente autorizzatore degli accreditamenti degli altri soggetti gestori del collocamento, nonché del coordinamento e raccordo tra operatori pubblici / privati, per sviluppare, promuovere politiche occupazionali sulla scorta dei piani di sviluppo territoriale concordati tra la provincia e le associazioni datoriali . La scelta operata è invece diversa, basata quasi esclusivamente sulla libera concorrenza fatta sulla pelle di chi cerca lavoro .
Possono pertanto fare collocamento:
– Gli istituti di scuola secondaria statali e paritari, le università pubbliche e private ed i consorzi universitari
– I comuni, in forma singola ed associata, le comunità montane, le camere di commercio
– Le rappresentanze dei datori di lavoro e quelle dei lavoratori anche tramite delle associazioni territoriali e delle società dei servizi controllate
– I patronati e gli enti bilaterali
– I gestori di siti internet , l’ordine nazionale dei consulenti del lavoro attraverso apposita fondazione od altro soggetto giuridico costituito nell’ambito del consiglio nazionale dei consulenti per svolgere attività d’intermediazione.
Nell’evidenziare l’evidente situazione di incompatibilità in cui si verranno a trovare alcuni dei soggetti chiamati a svolgere attività d’intermediazione nei confronti dei datori di lavoro, primo tra tutti l’ordine dei consulenti del lavoro, altri dubbi si esprimono riguardo l’autorizzazione allo svolgimento di questa attività, subordinata non tanto al rispetto della normativa regionale quanto all’interconnessione alla borsa continua del lavoro attraverso il portale “clic. Lavoro”. Una norma inutile e dannosa che andrebbe cancellata .
Art 37
Nei tribunali sarà possibile utilizzare a titolo gratuito, come primo anno del dottorato di ricerca , del corso di specializzazione per le professioni legali o la pratica forense per l’ammissione all’esame di avvocato, personale che sarà adibito a coadiuvare i magistrati nel compimento della loro attività. Sarà altresì consentita la partecipazione di terzi finanziatori sia pubblici che privati come è oggi per i cassa integrati ex Eutelia ed Alitalia in servizio presso il Tribunale di Roma .
S’interviene altresì ad aumentare gli importi delle spese processuali del 10/20%; viene introdotto un contributo unificato per i ricorsi ai Tribunali Amministrativi , al Consiglio di Stato, quindi anche per le controversie di lavoro nell’impiego pubblico; nei processi per controversie di previdenza ed assistenza obbligatoria nonché per quelle individuali i lavoro o concernenti il rapporto d’impiego pubblico il contributo sarà proporzionale al reddito del ricorrente.
Per ottenere risparmi di gestione si è decide di non pubblicare più sui giornali e sul sito internet del Ministero della Giustizia gli estremi delle sentenze, il 30% di questi risparmi sarà destinato al fondo per l’editoria.
Il maggior gettito proveniente dall’aumento dei costi delle spese processuali è versato allo Stato per essere impiegato per interventi urgenti a favore della giustizia civile, amministrativa e tributaria; per il primo anno un terzo di detta quota è impegnato particolare per l’assunzione di magistrati, anche in deroga alle limitazioni vigenti. Della restante parte un 50% è destinato a finanziare a partire dagli anni successivi l’incentivazione del personale amministrativi, anche in deroga alle disposizioni di cui all’art 9 della legge 122/2010 e per la rimanete quota al funzionamento degli uffici giudiziari.
Art 38
I processi in materia previdenziale nei confronti dell’INPS il cui valore non superi i 500 euro ,pendenti in giudizio alla data del 31.12.2010 e per i quali a quella data non si è ancora giunti a sentenza, sono estinti di diritto con il riconoscimento della pretesa economica da parte del ricorrente. Per quanta riguarda le controversie aventi oggetto l’invalidità, l’inabilità e la per la disabilità è necessario prioritariamente l’accertamento delle condizioni sanitarie legittimanti la richiesta del ricorrente; in assenza di opposizione il giudice potrà sentenziare in base agli esiti dell’accertamento.
Documento Dipartimento Welfare Diritti Lavoro.
1. Rilanciare il nostro lavoro di elaborazione e di iniziativa politica e contrattuale sui temi del Welfare, assetti, istituzionali ,diritti.
E’ questa per noi un’esigenza in sé, nel senso che è utile sistematizzare e aggiornare la nostra riflessione, che data ormai da lungo tempo, in materia.
Peraltro, è chiaro a tutti, che questi temi sono elementi fondamentali della battaglia e della strategia della FP e della CGIL che, ancor più negli ultimi anni, si è imperniata sulla difesa e l’estensione dei diritti dei lavoratori e di cittadinanza. Rilanciare e riqualificare il sistema di Welfare e connetterlo ad assetti istituzionali coerenti significa affrontare uno dei cardini decisivi su cui siamo venuti fondando la nostra idea di modello sociale.
Ma, ancor più, quest’esigenza diventa oggi ineludibile, per almeno 3 ordini di ragioni:
a) La crisi strategica di quell’intreccio tra populismo e liberismo che, al di là dei rattoppi contingenti, si riscontra nelle politiche del governo di centro-destra.
Siamo nei fatti al fallimento di una generale visione ideologica, certo ancora assai radicata, e, in Italia, di quel particolare intreccio tra scelte neoliberiste e populiste che hanno caratterizzato questo triennio del governo Berlusconi:
– sul piano della politica economica e di (non) sviluppo:
– su quello delle politiche di smantellamento del Welfare;
– delle scelte di ridisegno istituzionale;
– della compressione delle politiche contrattuali e di attacco ai diritti del lavoro;
– del venir meno di quei sentimenti di partecipazione ai valori civili che sono parte fondante della vita di un Paese.
Parlare di fallimento non significa prefigurare un crollo immediato o non avvertire la pericolosità di una situazione, che anzi può ulteriormente accentuarsi.Da questo punto di vista, se si mette insieme la manovra di luglio,quanto prospettato nel DPEF e nella legge Finanziaria e l’intenzione di procedere con la controriforma fiscale, emerge un’idea e una volontà, anche per le sue dimensioni quantitative, di ridimensionare fortemente il ruolo del pubblico e il sistema di welfare, passando in modo esplicito anche attraverso il blocco dei contratti pubblici.Da qui la necessità di avere ben chiaro come tale fallimento non si traduca automaticamente in perdita di consenso, che, anzi, questo è in grado di prodursi solo attraverso un’efficace iniziativa di contrasto e di messa in campo di progetti alternativi.
Il fallimento, cui ha contribuito in modo significativo la forte iniziativa della CGIL di questi anni, è anzitutto riferito al fatto che la maggioranza di centro-destra non è riuscita a rendere convincente il suo progetto e a dimostrare che “il sogno” fosse concretamente realizzabile ed, in tal modo, non è stata in grado di coagulare un blocco sociale maggioritario nel Paese. Anzi, si può dire che la vittoria politica da essa realizzata nel 2001, non essendo riuscita a compiere quell’operazione, si sta già rovesciando in una grave difficoltà nella stessa tenuta delle alleanze politiche della compagine del centro-destra.
b) La necessità di prefigurare un’alternativa programmatica per il governo del Paese.
E’ questo, ovviamente, un compito che spetta in primo luogo alle forze politiche del centro-sinistra. Ma ad esso, noi non possiamo restare indifferenti: intanto per far maturare la consapevolezza che senza un nuovo progetto unificante e alternativo la crisi del centro-destra non si traduce immediatamente nella vittoria dello schieramento di centro-sinistra. E poi, ancor più, perché, anche per la grave situazione di degrado cui il centro-destra ha portato il Paese, occorre un nuovo profilo nei contenuti programmatici cui il Sindacato può e deve contribuire, sulla base della sua autonomia di proposta ed iniziativa.
c) infine la terza ragione di fondo per cui è necessario rilanciare il nostro lavoro sulle questioni indicate, vale a dire la necessità di fissare un nuovo baricentro su cui far crescere una svolta per il Paese. Come abbiamo detto nella Conferenza di programma a Chianciano, per noi al centro sta un’idea di nuova programmazione, fondata su un forte ruolo pubblico, su cui ridisegnare i tratti di un moderno Welfare che sappia estendere e rendere effettivi i diritti del lavoro e quelli di cittadinanza.Un’idea che necessariamente dovrà essere in grado di misurarsi con i processi e la discussione che si svolge a partire dal livello europeo, a maggior ragione a fronte di posizioni pericolose che stanno emergendo, in particolare sulla regolamentazione dei servizi di interesse generale( vedi direttiva Bolkenstein).
2. FORTE INTERVENTO PUBBLICO, NUOVO WELFARE E DIRITTI
Non è compito di questa traccia specificare dettagliatamente i singoli punti programmatici e di contenuto in cui articolare quest’impostazione. Alla fine, anzi, evidenziamo un percorso di lavoro che sappia efficacemente rispondere anche a quest’esigenza.
Quello che, invece, è opportuno svolgere, in queste riflessioni, è chiarire alcuni punti di impostazione di fondo ed elencare i titoli su cui, successivamente, sviluppare in modo più preciso e approfondito la nostra elaborazione:
a) un forte ruolo pubblico concepito come nuova programmazione è decisivo per puntare alla “via alta”, allo sviluppo.
b) pensare al Welfare come fattore di sviluppo. In questo senso, nel medio periodo e in termini di prospettiva, non si può eludere la questione di un nuovo e forte investimento sul Welfare, sulla sua riorganizzazione, ponendosi l’obiettivo di portare la nostra spesa sociale al livello di quella media europea.
Nel breve periodo, sapendo che si tratterà nuovamente di fare i conti con un quadro di risorse scarse, diventa necessario iniziare ad impostare una nuova fase di riordino ed intervento fiscale (tassazione delle rendite e grandi patrimoni, lotta all’evasione fiscale,in primo luogo) e, contemporaneamente, consolidare il ruolo fondamentale dell’intervento pubblico nella progettazione e nella gestione del Welfare (salute – previdenza – assistenza – scuola/formazione – sicurezza – servizi pubblici essenziali – casa – etc). Inoltre bisognerà passare attraverso l’abrogazione o perlomeno la modifica radicale delle “controriforme” attuate dal centro-destra (dalla legge Moratti alla legge 30).
c) anche come ulteriore sostegno degli obiettivi precedentemente evidenziati, diventa necessario delineare un nuovo approccio per il rilancio del tema della riforma delle Pubbliche Amministrazioni.Occorre avere presente che esso non può essere visto,come è stato fatto, non da noi, perlomeno nell’ultimo decennio, in termini di intervento di razionalizzazione o di mera riorganizzazione o, peggio ancora, con una logica di semplice risparmio, in particolare del lavoro pubblico. Si deve, invece, – e ciò ovviamente meriterà un approfondimento significativo-tornare a puntare in modo strategico e in termini nuovi sulla riforma delle Pubbliche Amministrazioni,ragionando dell’innovazione di qualità nel sistema della PA, enucleando, sotto questo titolo, in primo luogo le questioni del Mezzogiorno,dell’utilizzo delle nuove tecnologie a partire dall’obiettivo dell'”umanizzazione” degli accessi e dei percorsi per i cittadini-utenti,entro un quadro che si prefigga di combattere la precarietà del lavoro.
d) ragionare di una “buona” sussidiarietà orizzontale, ma a condizione di essere molto precisi e rigorosi nel ruolo che soggetti non pubblici (dal terzo settore al mondo no-profit) possono ricoprire nella nostra idea di rilancio del Welfare. Ciò significa almeno avere chiaro 2 punti di discrimine,oltre la riaffermazione del fatto che la fase programmatoria e di indirizzo devono essere di esclusiva pertinenza pubblica: il primo è che si tratta di pensare ad un intervento ed a un ruolo di questi soggetti in termini aggiuntivi ad una struttura organica dell’intervento pubblico che garantisca diritti universalistici; il secondo è che tali soggetti si collochino esplicitamente sul terreno della qualità del servizio, intendendo con ciò non solo il fatto di rispettare e garantire standards e parametri quali-quantitativi uniformi con l’intervento pubblico, ma anche di sconfiggere ogni idea di “dumping sociale” nel trattamento dei lavoratori, anzi prefiggendosi di contribuire ad un percorso di omogeneizzazione dei trattamenti economici e normativi attraverso lo sviluppo della nostra iniziativa contrattuale,a partire dalla contrattazione unica di settore.
Solo a queste condizioni, diventa possibile pensare ad un settore di economia sociale, esso stesso protagonista della costruzione di una nuova dimensione del Welfare.
e) un assetto istituzionale coerente con l’impianto tratteggiato sopra non può che basarsi su un’idea di unitarietà dello Stato e di “federalismo solidale” dei livelli istituzionali territoriali. Tra l’altro, solo così si può declinare un’ipotesi di Welfare territoriale che contribuisca a stare dentro un’idea virtuosa di Welfare ed, anzi, costituirne un punto fondamentale.
f) rendere senso comune che un più forte ruolo e un rinnovato intervento pubblico che si sostanzia nel rilancio del Welfare è di per sé la fonte insostituibile di una strategia di sviluppo del Paese e di salvaguardia ed estensione dei diritti del lavoro e di cittadinanza.
In questo senso, anzi, la qualificazione e la valorizzazione del lavoro pubblico e sociale si configurano come elementi essenziali nella definizione di un nuovo Welfare.
3. UNA RIELABORAZIONE POLITICA E UNA PRATICA CONTRATTUALE CHE VALORIZZINO IL LAVORO E RENDANO PRATICABILE UN'”ALLEANZA” TRA SINDACATO ED ISTITUZIONI PER COSTRUIRE IL NUOVO WELFARE
E’ evidente, dalle cose sin qui dette, che il progetto cui intendiamo provare a dar corso non si afferma per via puramente inerziale.
Occorre, anzi, orientare consapevolmente la nostra iniziativa perché esso possa stare in campo e si possa affermare.
Una iniziativa che deve contribuire a riscoprire una cultura dell’impegno civile e della solidarietà, una cultura del “senso dello Stato” e della “missione” pubblica, tanto più di fronte ad cuno scenario nel quale le difficoltà della politica e dell’economia, il dissesto della finanza statale stanno portando il Governo a stravolgere la funzione ed il peso dell'”amministrazione pubblica”; stravolgimento che si compie concretamente attraverso il taglio delle risorse, nel disperato tentativo di conseguire risparmi, e con l’attacco al valore ed alla dignità del lavoro pubblico, negandone meriti, diritti e professionalità.
In particolare, su tre terreni risulta inevitabile cimentarsi:
1. far emergere in tutto il suo valore strategico il ruolo della “missione pubblica”, rifiutando apertamente il pregiudizio di una Amministrazione inefficiente, burocratizzata e parassitaria cui corrisponde un giudizio inaccettabile verso il lavoratore pubblico, la sua funzione e la sua professionalità.
Non si tratta di negare difficoltà, insufficienze o esigenze di razionalizzazione le quali, come F.P. Cgil, hanno trovato e trovano la massima attenzione; si tratta di ricollocare il percorso della riforma che ha segnato gli ultimi 15 anni e di contrastare una politica del Governo che ha in animo di ricondurre la “Pubblica Amministrazione” ad una sostanziale subordinazione politica, lacerando faticosi equilibri che avevano prodotto una separazione tra responsabilità di indirizzo, poste in capo alla politica, e di gestione che sono di competenza delle Amministrazioni.
2. far crescere un'”alleanza politica” per costruire un nuovo Welfare, alleanza che assuma la valorizzazione del lavoro pubblico e sociale come parte integrante di tale progetto.
Nell’attuale scenario politico, non è più rinviabile un’iniziativa che costruisca una vera convergenza tra movimento sindacale e istituzioni locali e loro rappresentanze, che, in primo luogo, riesca a contrastare le politiche, sempre più pesanti, di taglio dei trasferimenti e della spesa pubblica locale (vedi, da ultimo, la manovra correttiva di luglio e la legge Finanziaria).
Tale azione di contrasto deve assumere anche gli aspetti di natura istituzionale soprattutto di fronte alla cosiddetta “riforma di Lorenzago” la quale rimette in discussione gli equilibri e i contrappesi tra i poteri dello Stato, le prerogative dei soggetti del decentramento amministrativo, prefigurando un federalismo competitivo, inefficiente e confuso che non potrà che produrre gravi differenziazioni nella impostazione delle politiche pubbliche locali, forme di “dumping” nei trattamenti e,financo, nei diritti sociali, una cittadinanza a riconoscimento variabile. E’ necessario, inoltre, mettere in campo una ampia e rinnovata capacità di rileggere l’insieme delle politiche pubbliche dell’ultimo decennio al fine di evidenziarne le incongruenze rispetto ai propositi, soprattutto sul versante delle privatizzazioni e del decentramento dei Servizi,incluse quelle intervenute nel settore dei servizi pubblici locali, e di ricostruire un “ruolo pubblico” con l’utilizzo coerente di una pluralità di scelte e strumenti in grado di riprodurne efficacia e qualità. Per realizzare questo nuovo quadro è necessario un vero e proprio movimento di proposta e di lotta che, in particolare, deve porsi la questione di una nuova politica del lavoro e delle assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni, per contrastare esternalizzazioni prive di progetto sociale fondate sulla precarietà ed assumere, più in generale, il tema della valorizzazione del lavoro come punto fondante del Welfare da difendere e riqualificare.
3. costruire una nostra pratica contrattuale finalizzata e coerente con l’impostazione della F.P. Cgil.
Anche qui, senza pretese di esaustività, e con la consapevolezza che le riforme non si fanno per via contrattuale, anche se – al contrario – una determinata pratica contrattuale può favorire o ostacolare un determinato progetto, indichiamo alcuni punti fermi della nostra riflessione.
– Rimane per noi decisivo un ruolo strategico ed unificante, del CCNL, con una funzione sostanziale di tutela e redistribuzione solidaristica del reddito, nonché un percorso che guarda ai contratti unici di settore (terzo settore, Sanità, Igiene Ambientale, dei comparti esternalizzati dalle Autonomie Locali fino alla prospettiva, sullo sfondo, del Contratto della rete dei servizi locali);
– allo stesso modo, confermiamo la necessità di una contrattazione forte a livello aziendale, capace soprattutto di intervenire sulla efficienza e qualità del servizio facendo perno sulla centralità delle politiche di modifica dell’organizzazione del lavoro, cui collegare una politica di valorizzazione e riconoscimento professionale, e su quello dell’occupazione e dei diritti, contrastando la precarietà del lavoro, promuovendo politiche di stabilizzazione e favorendo l’avvicinamento progressivo delle diverse condizioni e trattamenti dei lavoratori che svolgono analoghe mansioni.
4. IL PERCORSO DEL NOSTRO LAVORO
Può essere utile delineare, in modo ovviamente aperto, alcuni passaggi del lavoro che si tratta di mettere in campo, con la premessa che solo un percorso condiviso, di coinvolgimento, di costruzione di una vera e propria “rete” di relazione tra Centro nazionale e strutture regionali e territoriali (a partire dalle Aree metropolitane) può essere all’altezza di produrre un’elaborazione e una pratica impegnata e capace di realizzare risultati.
In estrema sintesi, si possono individuare i seguenti terreni di lavoro e ricerca:
* “Censimento dello stato dell’arte” sulle materie oggetto di discussione e sul lavoro compiuto.
Nelle varie realtà territoriali, notevole è l’elaborazione, la strumentazione e l’iniziativa già sviluppata. Sarebbe utile una raccolta e una socializzazione di quanto esistente (dagli Osservatori regionali e territoriali dei bilanci degli Enti Locali agli accordi regionali/territoriali in materia).
* Aprire una ricognizione e prime riflessioni sugli Statuti delle regioni come parte essenziale di una più ampia discussione riguardo la “Riforma istituzionale”.
* Svolgimento di una ricerca/indagine sul tema dei processi di esternalizzazione nella P.A. e della precarizzazione del lavoro.
* Predisposizione di primi contributi, da parte di un gruppo di lavoro “ad hoc”, espressione delle varie strutture, di preparazione della Conferenza programmatica nazionale della Fp Cgil.
* Costruzione, ai vari livelli, di un sistema di relazione con la Confederazione e lo SPI, in termini tali da affrontare in modo coordinato ed organico le questioni sopra sollevate e con l’obiettivo di “offrire” la nostra riflessione ad una discussione più ampia. Da qui, peraltro, potranno emergere anche questioni di carattere organizzativo e/o legate alla rappresentanza (vedi,ad esempio, la questione delle assistenti familiari) che potranno essere, nelle forme e nei modi opportuni, oggetto di approfondimento e decisione.
Ottobre 2004
Comunicato Segreterie Confederali Cgil – Cisl Uil
In attuazione del memorandum sul Pubblico Impiego, in data 8 marzo si è svolto un incontro teso ad affrontare le tematiche relative al Precariato ed a i processi di stabilizzazione.
A fronte della assoluta mancanza di proposte sia in ordine all’attuazione di quanto contenuto nel memorandum sul Pubblico Impiego “un piano di legislatura che porti alla scomparsa del precariato” centrale e locale, sia in merito ad una lettura che chiarisse i punti controversi contenuti nella Legge Finanziaria, abbiamo ribadito la esigenza politica di attuare il memorandum , a partire da quanto contenuto nella Finanziaria, sollecitando con forza il Governo e le Parti pubbliche a convenire quanto necessario.
In particolare:
* una lettura condivisa ed indirizzi comuni fra tutti i soggetti interessati di quanto contenuto nella Finanziaria in tema di stabilizzazione, a partire dal chiarire il campo di applicazione della legge che non può non riguardare in modo certo ed esigibile tutte le Pubbliche Amministrazioni, sia pure con le diverse modalità attuative; in questo ambito è stata richiesta la garanzia di una moratoria delle iniziative unilaterali che varie amministrazioni stanno assumendo;
* un confronto sui contenuti dell’emanando DPCM che autorizza le stabilizzazioni id cui alla precedente finanziaria;
* l’esigenza di affrontare in tempi rapidi l’attivazione del Fondo straordinario per la stabilizzazione del personale precario attraverso il quale, e con le risorse necessarie, procedere a garantire continuità occupazionale a figure precarie, non toccate o toccate solo marginalmente dalla Legge stessa ( vedi LSU);
* l’attivazione di tavoli formali con il Ministero del Lavoro in tema di LSU;
* l’attivazione di un tavolo con il Ministero dell’Università e della Ricerca per le tematiche specifiche; oltre a ciò la necessità di attivare quanto sullo specifico definito dal memorandum;
* aprire il tavolo con Regioni ed Enti Locali previsto dal memorandum stesso.
Abbiamo comunicato al Governo ed alle parti pubbliche presenti la nostra profonda insoddisfazione sulla mancanza di iniziative coerenti con gli impegni assunti in sede di Finanziaria e di Memorandum e la nostra convinzione che, perdurando tale situazione, non potremo che ricorrere ad iniziative di mobilitazione.
CGIL
P. Nerozzi
CISL
G. Baratta
UIL
P. Pirani
Roma, 9 marzo 2007
Nei giorni scorsi, è stata pubblicata una nota della Ragioneria dello Stato- Ispettorato Generale
per gli Ordinamenti del Personale, riguardante l’applicazione dell’art.3 comma 94 della Finanziaria 2008 in tema di stabilizzazione del personale con contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
Nel merito vogliamo evidenziare l’importante novità interpretativa avanzata in questo documento che permette, esclusivamente per i co.co.co che svolgono una attività ritenuta da stabilizzare nell’ambito dei progetti occupazionali di cui al citato comma 94, di trasformare questi lavoratori in tempi determinati, ai sensi dei commi 560 e 525 della legge 296/06, anche per il corrente 2008, in alternativa alle procedure concorsuali di cui al comma 106, nel rispetto delle modalità e delle compatibilità economiche previste nei sopra citati commi nonché dell’art 3, comma 95 della legge 244/08.
Questa estensione degli effetti dei commi 525 e 560 anche nel 2008 è giustificata dalla Ragioneria dello Stato dalla necessità di legittimare attraverso questa modalità la presenza dei lavoratori utilizzati impropriamente come co.co.co per svolgere attività a carattere continuativo, subordinato e fortemente strutturate all’interno degli enti.
Ciò perché sia l’art.3, comma 76 della Finanziaria 2008, che la Circolare 2/2008 del Dipartimento della Funzione Pubblica, nel ribadire le caratteristiche di alta professionalità per l’impiego dei co.co.co nella Pubblica Amministrazione, sanciscono con grande chiarezza l’illegalità di utilizzi diversi.
In questo modo, per tutti i co.co.co non in possesso del requisito dei tre anni, per partecipare ai concorsi di cui al comma 106 e di essere mantenuti in servizio nelle more dell’espletamento degli stessi, sarà possibile continuare a prestare la loro attività nelle amministrazioni se in possesso delle condizioni previste dai citati commi 525 e 560 della Finanziaria 2007.
Come potrete comprendere queste interpretazioni, di normative assai pasticciate, perchè frutto di un precario compromesso tra esigenze politiche molto diverse, diventano necessarie quando si deve dare un minimo di risposta ai concreti bisogni di fondo delle Amministrazioni.
Questa contraddizione ci deve portare a fare emergere le nostre rivendicazioni (piani occupazionali triennali, stabilizzazione graduale di tutte le funzioni stabili e strutturate svolte con lavoro precari, reinternalizzazioni) con più forza, respingendo l’ approccio puramente tecnico- giuridico ma mettendo in valore quello delle necessità del servizio e del lavoro pubblico.
Dipartimento Welfare – Mdl
Gian Guido Santucci
Roma, 18 aprile 2008
Sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica (http://www.innovazionepa.gov.it/) è stato pubblicato il risultato definitivo del monitoraggio dei precari della Pubblica Amministrazione; hanno risposto soltanto 3472 Amministrazioni su 10886 (di cui la maggior parte piccoli comuni).
Dati inutili ed incompleti, non utilizzabili in nessun modo, tanto meno, come ha invece fatto il ministro Brunetta, per effettuare una proiezione sull’intera platea di amministrazioni il cui risultato ha determinato una presenza di solo 18.000 precari in tutta la P.A., palesemente fuori della realtà.
Lo stesso dato finale ricavato dai report delle amministrazioni che hanno riposto al questionario dovrebbe essere soggetto a verifica perché da una prima lettura delle singole schede mancano amministrazioni che sappiamo aver inviato per tempo i dati richiesti e che lavoratori degli Enti Locali sono stati inseriti tra i non stabilizzabili, risultando invece aver superato le prove selettive ed essere in attesa di delibera di assunzione, solo perché la loro immissione in ruolo è prevista successivamente al 30 giugno del 2009.
E’ una modalità che va contestata perché la norma che stabilisce questo vincolo (art. 7 Atto senato 1167) non è ancora diventata legge e, in ogni caso, non può essere applicata tout court a Regioni ed Enti Locali per il principio d’autonomia a loro conferito dal TITOLO V della Costituzione.
Per tutte queste ragioni riteniamo opportuno sollecitare le strutture della Categoria affinché, nel più breve tempo possibile, siano effettuati i necessari controlli sui dati riportati nelle schede delle singole amministrazioni contenute nel “MONITORAGGIO LAVORATORI ATIPICI DELLA PA – risultati” (cliccando sul nome dell’ente si apre la scheda di rilevazione con tutti i dati riportati ) comunicando allo scrivente le eventuali anomalie riscontrate.
p. Dipartimento Welfare-Mercato del Lavoro Gian Guido Santucci
Roma 1 aprile 2009
Progetto trasparenza sui servizi ispettivi del Ministero del Lavoro, comunicato CGIL e FP CGIL.
Continua in questi giorni l’attacco del Governo al diritto dei cittadini, garantito dalla Costituzione ad avere un lavoro giusto e dignitoso nonché il riconoscimento delle relative tutele, soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia della salute e la messa in sicurezza del proprio ambiente di lavoro.
Oggi al Senato è stato calendarizzato il cosiddetto “collegato lavoro”, definito da più parti legge “brucia-lavoro”, provvedimento rinviato a marzo alle camere dal Presidente della Repubblica.
Anche per il Quirinale, così come evidenziato a più riprese e con nettezza dalla Cgil, la decisione di prevedere attraverso la firma del lavoratore la scelta di un arbitro e la rinuncia al ricorso al Giudice del Lavoro, di fatto aumenta lo squilibrio tra impresa e lavoratore, violando i dettati Costituzionali e l’essenza stessa del nostro diritto del lavoro.
Il Ddl 1167 bis, una volta approvato, fornirebbe un “assist” al Governo, alle associazioni datoriali, alla Fiat, alle forze politiche reazionarie e liberiste, ai tanti maître à penser arruolati a sostegno del progetto mirato a smantellare la democrazia economica e le libertà sindacali.
Inoltre nel testo in discussione si prevede l’apprendistato a 15 anni, che rischia di eliminare ogni barriera al lavoro minorile, oltre a certificare la morte di una qualsiasi idea di innalzamento dell’obbligo scolastico.
La Fp-Cgil, coerentemente con la battaglia intrapresa per un lavoro stabile, sicuro e dignitoso, contrasterà in tutti i modi questo provvedimento e sarà presente al presidio indetto dalla Cgil il 21 settembre a Piazza Navona, in occasione del passaggio al Senato.
Senza contratti collettivi nazionali, con il superamento di diritti costituzionali indisponibili e inderogabili, nessuno sviluppo economico e sociale con progresso sarà possibile in Italia.
La mobilitazione diffusa e partecipata è la strada per ridare dignità e ruolo al lavoro.
Roma, 15 Settembre 2010
30-12-2010 – Di seguito, in allegato pubblichiamo il testo del decreto mille proroghe pubblicato il 29 dicembre 2010 sulla Gazzetta Ufficiale .
L’aspetto importante da cogliere è la proroga per tutto il 2011 dei contratti di lavoro dei 650 precari del Ministero dell’Interno impegnati negli uffici stranieri delle questure prevista dall’art 2 comma 6 del provvedimento.
Anche se permane la nostra ferma contrarietà riguardo il trattamento subito dai restanti 150.000 lavoratori precari, per i quali non c’è stata altrettanta attenzione e sensibilità da parte del Governo, questa proroga deve essere considerata un importante precedente che potrà essere utilizzato nel corso del confronto che si terrà alle Camere per la trasformazione in legge del decreto .
La Funzione Pubblica CGIL, come è noto, ha proposto al riguardo 5 emendamenti che consentirebbero di mantenere in servizio i lavoratori in scadenza, o già scaduti delle funzioni Centrali, Sanità ed Enti Locali, CRI e Vigili del Fuoco, utilizzando gli stessi criteri adottati per i lavoratori del Ministero dell’Interno.
Pertanto, si tratterà di lavorare nei prossimi giorni, mobilitando la categoria nei confronti degli utenti e della cittadinanza più in generale, delle amministrazioni e della politica , per fare capire l’assurdità di norme la cui applicazione renderebbe incerti e precari servizi essenziali e fondamentali per l’intera società a seguito del mancato mantenimento in servizio di migliaia di persone che ne hanno garantito fino ad oggi l’effettività.
p. Dipartimento Welfare – Mercato del Lavoro Gian Guido Santucci
Nella giornata di ieri sono stati raggiunti due importantissimi accordi regionali per il mantenimento in servizio delle tantissime lavoratrici e lavoratori precari della sanità pubblica per i quali, invece, le scelte del Governo nazionale e del Parlamento prevedevano il licenziamento a partire dal 2011.
Sempre nella giornata di ieri è stato approvata nel cosiddetto “milleproroghe 2011” la proroga dei Contratti di lavoro dei 650 precari del ministero dell’Interno impegnati negli Uffici Stranieri delle Questure.
Sono atti di responsabilità che recuperano, in parte, il nesso fra il lavoro di questi precari e la garanzia dei livelli essenziali di assistenza sanitaria da un lato e, dall’altro, di servizi “essenziali” ai cittadini migranti.
Sin dall’emanazione del decreto legge 78 abbiamo sostenuto come la decisione di procedere al licenziamento generalizzato del 50% dei precari della pubblica amministrazione avesse come “naturale” conseguenza l’interruzione di intere filiere di servizi pubblici e come tali licenziamenti potessero prefigurare una sospensione concreta nell’erogazione di prestazioni considerate essenziali, a partire da quelle sanitarie.
Proprio partendo da questi presupposti gli accordi per i precari in sanità di Lazio e Campania, prevedono la proroga dei contratti di lavoro in scadenza e aprono, pur con differenti percorsi, alla possibilità di un processo di stabilizzazione; possibilità, invece, ad oggi non prevista per i precari del Ministero dell’Interno.
A queste decisioni, ora, devono aggiungersi anche quelle relative ai servizi sanitari di altre Regioni, ad altre Amministrazioni centrali e al sistema delle Autonomie Locali, realtà e comparti nei quali è ancora incerta la sorte di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
Esprimendo soddisfazione per questi primi risultati, frutto della lotta e della mobilitazione che in questi mesi abbiamo saputo mettere in campo a sostegno della dignità e del ruolo “sociale” delle tante lavoratrici e lavoratori precari, chiediamo al Governo nazionale uno scatto in avanti, una prova di ragionevolezza e sensibilità: assuma immediatamente una iniziativa generale che, superando le previsioni della legge 122, confermi la necessità di proroga dei contratti in scadenza in relazione alle prestazioni ai cittadini, aprendo la possibilità di stabilizzare quei rapporti di lavoro.
Per ciò che ci riguarda le mobilitazioni e le iniziative di lotta proseguiranno e si intensificheranno fino a quando il Governo non capirà che dietro il lavoro di un precario c’è un servizio prestato, un diritto garantito, un bisogno da soddisfare.
Roma, 30 dicembre 2010
Pubblichiamo il testo del comunicato stampa del Comitato Referendum Acqua Pubblica
COMUNICATO STAMPA
Sì della Consulta, adesso la parola ai cittadini
La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari proposti dai movimenti per l’acqua. A primavera gli uomini e le donne di questo paese decideranno su un bene essenziale. La vittoria dei “sì” porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.
Attendiamo le motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum.
Il Comitato Promotore oggi più che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull’abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perché a decidere sull’acqua siano davvero gli italiani.
Il Comitato Promotore attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Da oggi inizia l’ultima tappa, siamo sicuri che le migliori energie di questo paese non si tireranno indietro.
Roma, 12 gennaio 2011
Come già preannunciato, in continuazione e a sostegno della nostra iniziativa mirata al superamento del ricorso al lavoro precario, vi confermiamo che l’iniziativa nazionale I PRECARI SI RACCONTANO, si terrà SABATO 30 APRILE 2011 ore 10-14 a Roma, presso la Casa del Cinema di Villa Borghese.
Una iniziativa che ha lo scopo di dare voce e risalto a tutti quei lavoratori e lavoratrici che oggi sono minacciati dai licenziamenti di massa prospettati dal Governo nonostante abbiano garantito per anni prestazioni e servizi pubblici fondamentali per i cittadini.
A questi lavoratori la FP CGIL intende riaffermare tutto il proprio sostegno per costruire percorsi per la loro stabilizzazione “conquistando”, con una azione congiunta che veda la mobilitazione nel paese di tutto il precariato pubblico, provvedimenti normativi utili in tale direzione.
In considerazione dell’importanza e della rilevanza dell’iniziativa (alla quale parteciperanno artisti che si sono impegnati sul tema del lavoro precario), s’invitano le strutture in indirizzo a favorire la più ampia partecipazione dei precari.
I lavori saranno conclusi dalla Segretaria Generale Nazionale Fp-Cgil Rossana Dettori.
Il Segretario Nazionale Fp-Cgil (F.Fratini) – Dip.to Welfare -Mercato del Lavoro (G.G. Santucci)
Roma 13 aprile 2011