A chi ed a cosa serve la Difesa Servizi Spa? Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Un Disegno di Legge predisposto dalla maggioranza, prevede il trasferimento delle competenze del Ministero della Difesa ad un’azienda privata, la Difesa Servizi Spa. Un’operazione senza alcun vincolo e senza che sia previsto alcun controllo da parte del Parlamento. Non sono previsti limiti alle funzioni della nuova azienda e non ci sono garanzie di trasparenza. Così si potrà speculare sul patrimonio immobiliare del Ministero della Difesa, che vale oltre 4 miliardi di euro, senza alcuna regola e senza che le comunità locali possano averne alcun beneficio.

Cosa dire poi della possibilità da parte del Ministero di poter nominare dirigenti di una società privata senza limiti numerici e senza tetti alle retribuzioni, il tutto con la motivazione che l’attuale sistema di acquisizione di beni, gestito dalla CONSIP, non funziona? Ci piacerebbe sapere, in proposito, cosa ne pensino i ministri Tremonti e Brunetta. D’altronde sarebbe loro la responsabilità del malfunzionamento. Si sono accorti che la Maggioranza di cui fanno parte li ha praticamente sfiduciati?

Il parere della Corte dei Conti a tal proposito, come abbiamo più volte ripetuto, è noto: le privatizzazioni producono costi, non benefici.

Tra gli aspetti più preoccupanti del provvedimento, che a dire il vero sono diversi, c’è la previsione che la Difesa Servizi SpA possa, tra le altre cose, produrre energia elettrica. Le comunità locali sono esautorate dalla possibilità di decidere e controllare il proprio territorio. Nei siti militari, come è noto, non si può accedere, e quindi nessuno potrà verificare come si produrrà questa energia elettrica.

Cosa ne sarà poi delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero una volta definito il funzionamento della Difesa Servizi Spa, non è dato sapere, come non è chiaro quale sia il reale motivo di una tale operazione.

Roma 21 aprile 2009

Sulla restituzione del salario integrativo Brunetta non mantiene le promesse… ancora una volta – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

I fatti, per l’ennesima volta, si sono incaricati di smentire il Ministro Brunetta che, dopo aver pomposamente dichiarato in data 27 Maggio che con un apposito Decreto avrebbe restituito ai lavoratori pubblici i 530 milioni di salario integrativo sottratti con la manovra estiva, ha fatto seguire a queste sue dichiarazioni, come spesso accade, un silenzio imbarazzante.

Oggi che la data della restituzione, il 30 giugno, è passata senza che della restituzione si veda anche solo l’ombra, ci dispiace constatare che avevamo ragione allorquando non firmammo l’accordo con il Ministro, motivando la nostra scelta, insieme all’esiguità delle risorse stanziate per i contratti ed alla mancanza di soluzioni concrete sul fronte del precariato, con l’evidente assenza di copertura finanziaria, palesata al momento della stipula dell’accordo da una evidente anomalia, l’assenza della firma del Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Da fonti giornalistiche apprendiamo che tuttora il Ministro dell’Economia non sarebbe intenzionato a concedere la copertura finanziaria.

Il Ministro dell’efficienza questa volta non si è mostrato particolarmente efficiente. Lo sanno perfettamente i lavoratori pubblici, che quei soldi non li hanno ancora visti.

Ci auguriamo che questa dura realtà venga presto smentita dal Ministro Brunetta, ammenoché a Palazzo Vidoni, vista la passione per i numeri dei collaboratori del Ministro, non siano in grado di dimostrare che il 30 Giugno non è ancora passato.

Roma, 2 Luglio 2009

Oggi la firma del "Patto per la Giustizia e per i cittadini". Comunicato Stampa della Segreteria Nazionale FP CGIL

Oggi pomeriggio alle ore 19.00 presso l’aula Magna della Cassazione, sarà firmato il ‘Patto Per la Giustizia e per i Cittadini’; alle 18.30 è convocata la conferenza stampa per l’illustrazione del documento.

Per la Funzione Pubblica Cgil sarà presente il Segretario Generale Carlo Podda.

Firmatari del Patto, insieme alla Fp-Cgil che lo ha promosso, l’Associazione Nazionale Magistrati, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura, l’Associazione Magistrati Corte dei Conti, A.N.M.A., C.O.N.M.A, l’Associazione Dirigenti Giustizia, Uilpa-UIDAG, FLP, RdB-Cub,e l’Associazione Avvocati e Procuratori Dello Stato.

Gli operatori della giustizia propongono al Governo un progetto condiviso per riformare la giustizia e rendere ai cittadini un servizio efficiente.

In allegato il testo integrale del patto.

Gli organi di stampa sono invitati a partecipare. Per avere accesso al Palazzo è necessario chiedere un accredito al Presidente dell’Ufficio controllo e sicurezza del Palazzo Giustizia – Corte Suprema di Cassazione – al n. di fax 06/6883429.

Roma, 10 Luglio 2009

 

Ansa, Carlo Podda: il 18 Novembre sciopero unitario dei lavoratori dell'igiene ambientale, per fermare la privatizzazione dei servizi pubblici locali.

(ANSA) – ROMA, 9 NOV 2009
SCIOPERI: 18/11 SI FERMANO LAVORATORI IGIENE AMBIENTALE
 
”Il 18 novembre si fermeranno per uno sciopero nazionale i lavoratori del settore igiene ambientale per protestare contro i contenuti della legge sui servizi pubblici locali”. Lo ha annunciato il segretario generale della Cgil Funzione pubblica, Carlo Podda, nel corso di una conferenza stampa indetta dalla Regione Puglia in particolare contro i contenuti dell’articolo 15 del decreto 135 sulla privatizzazione dei servizi idrici.

Lo sciopero e’ unitario e coinvolge anche Cisl e Uil, ha spiegato Podda. A Roma ci sara’ una manifestazione. ”Avevamo chiesto un presidio di fronte al parlamento, ma non ce l’hanno concesso, ma troveremo comunque il modo di avvicinarci”, ha detto Podda. Approvata dal Senato, la norma passera’ nei prossimi giorni alla Camera, dove si prevede il via libera definitivo.

Il sindacalista ha detto, inoltre, di condividere lo spirito del disegno di legge sui servizi idrici a cui sta lavorando la Puglia: ”Lo diffondero’ – ha aggiunto – in tutte le nostre sedi regionali perche’ si possa aprire un confronto su questo tema anche nelle altre regioni”.

La commissione Sanità del Senato chiede al Governo lo stop all'Ru486. L'ideologia travolge il buonsenso Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Con la richiesta della Commissione Sanità del Senato al Governo di non immettere in commercio la Ru486, si compie l’ennesimo atto ideologico e cieco nei confronti delle donne italiane, in un clima in cui la sterile propaganda ha preso il posto del buonsenso.

Possiamo immaginare che il Governo darà seguito a questa richiesta in un batter d’occhio, viste le dichiarazioni di ministri ed autorevoli esponenti della maggioranza. Saremmo felici di essere smentiti.

Per l’ennesima volta, un Governo accecato dall’ideologia, per accreditarsi oltretevere fa pagare alle donne la propria arretratezza culturale.

26 novembre 2009

Fermare la guerra accogliere i migranti – Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria generale Fp CGIL

Le iscritte e gli iscritti alla FPCGIL parteciperanno alle diverse iniziative che si svolgeranno il 2 aprile promosse tra gli altri dalla Tavola per la Pace, per chiedere al nostro Paese e alla Comunità Internazionale di sospendere qualsiasi azione militare in Libia.

Occorre ridare voce alla diplomazia per l’apertura di negoziati che portino alla nascita di uno Stato dove si rispettino i diritti umani e i diritti sociali. Questa è l’unica possibilità per la sicurezza del popolo libico e di tutti i popoli del Mediterraneo

Contemporaneamente ribadiamo il valore dell’accoglienza e della solidarietà verso i profughi e i migranti.

Siamo contrari alla politica del Governo, che cerca di nascondere la sua incapacità con la strumentalizzazione del dramma che vivono sia gli abitanti di Lampedusa che i tanti profughi.

Roma 1 Aprile 2011

 

Pari opportunità nella Pa: è emergenza part-time, da Ministra Carfagna indifferenza – Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale

“Avevamo chiesto alla Ministra Carfagna, garantendole la nostra collaborazione, di intervenire sull’emergenza part-time nel lavoro pubblico, dato l’allarmante proliferare di revoche e mancate concessioni a causa degli effetti del cosiddetto Collegato Lavoro. La risposta è stata la convocazione di un tavolo tecnico, al quale il Ministro non ha sentito il dovere di partecipare. All’incontro peraltro non sono state convocate tutte le sigle sindacali, come a nostro avviso sarebbe giusto fare. Un fatto che dimostra la disattenzione del Governo e, ahimè, della Ministra, nei confronti dei diritti delle donne, l’85% degli oltre 170mila lavoratori in part-time”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, commenta l’incontro tenutosi ieri tra alcune organizzazioni sindacali e il consigliere della Ministra Carfagna, la dott.sa Monica Velletti.

“Il part-time – continua Dettori – non è un privilegio, ma uno strumento di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Necessario, in un
Paese con bassi livelli di occupazione femminile come il nostro”.

“Già alcuni Giudici del Lavoro hanno dato ragione ai ricorsi delle lavoratrici: le norme introdotte dal Governo violano le disposizioni comunitarie. E inoltre – aggiunge la Segretaria Generale – lo stesso collegato lavoro che prevedeva, prima di procedere con eventuali revoche o dinieghi, un periodo di verifica di 180 giorni che scade il 23 maggio, non ha trovato applicazione. Insomma, brutte leggi, per giunta applicate male, che violano norme comunitarie”.

“Le autonomie locali – continua la sindacalista – se ne sono accorte e alcune stanno intervenendo: in Veneto la Regione ha raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali e in Emilia Romagna si è emessa una circolare per regolare l’applicazione delle nuove norme.
 
Continueremo ad affrontare la questione con le controparti che saranno disponibili a farlo, e in tal senso crediamo che l’incontro chiesto dalla Cgil nazionale a Upi, Anci e Regioni potrà darci una prima risposta”.

“Ci spiace – conclude Dettori – constatare che da una Ministra che dovrebbe occuparsi essenzialmente di questi problemi, non si abbiano altrettanti riscontri”.

Roma, 13 maggio 2011
 

 
 

Un milione di firme per difendere i servizi pubblici in Europa

La Ces (la Confederazione Europea dei Sindacati) ha lanciato una petizione per una normativa europea di difesa dei servizi pubblici di qualità con l’obiettivo di raccogliere un milione di firme, in tutta Europa, entro la data del  suo prossimo congresso (Siviglia, 20/24 maggio 2007).

” Questo obiettivo è ancora molto lontano e, cosa che più ci riguarda, dall’Italia sono finora arrivate poco più di 200 firme. – si dice in una nota della Segreteria nazionale della FP CGIL – ” si rende perciò necessario uno sforzo straordinario per dare un contributo concreto alla raccolta delle firme. Ciò serve anche a sostenere la posizione del sindacato italiano che, in sintonia con la Fsesp, chiede che il congresso della Ces adotti un più netto orientamento dell’azione in difesa dei servizi pubblici in Europa.”
Per questo i segretari generali delle categorie aderenti alla FSESP hanno lanciato un appello (scaricabile in fondo) ed  inviato una nota unitaria  (scaricabile in fondo)  che sollecita un impegno delle strutture per dare impulso alla raccolta di firme.

” Ma il primo atto è che ciascuno di noi firmi la petizione direttamente dal sito e che la faccia firmare a quante più persone possibile – continua la nota della FP CGIL – ” Pur privilegiando la firma elettronica, riteniamo che un risultato più significativo si possa raggiungere con la raccolta cartacea sui moduli che trovate allegati. Per questa ragione vi chiediamo di sfruttare tutti gli appuntamenti che avete in programma, anche nei luoghi di lavoro, per diffondere il volantino informativo e per raccogliere le firme.”


 

Finanziaria e rinnovi contrattuali: Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale Fp Cgil

Il percorso parlamentate della Legge Finanziaria affronta il suo tratto finale.

Nel poco tempo che resta il governo deve scegliere se negare definitivamente a 3,5 milioni di suoi dipendenti il diritto ad avere il rinnovo del contratto nel biennio 2008- 2009.

Sembra che in queste ore, forse anche allo scopo di poter condurre con credibilità la trattativa generale con le parti sociali, sulla verifica degli accordi di luglio 93 e sul nuovo modello contrattuale, si stia facendo strada l’idea di convocare una riunione tra il vertice del governo e le segreterie nazionali dei sindacati confederali e di categoria per risolvere questo grave problema.

Parallelamente rimbalzano voci circa una imminente ripresa di una campagna di stampa, verrebbe da dire ad orologeria, che, invece di reclamare l’applicazione dei processi di riorganizzazione e riforma concordate ormai sei mesi fa, riprenderà l’invettiva e la disinformazione scandalistica sulle caratteristiche, i costi, la consistenza occupazionale, la diffusione territoriale, i livelli di efficienza e dei tanti lavori e servizi pubblici evitando ogni confronto con gli altri paesi dell’unione europea che magari smentirebbero quanto si vuole artatamente dimostrare.

Ovviamente in questa ennesima campagna nulla si dirà sui reali sprechi e sulla spregiudicatezza nell’uso del denaro pubblico da parte delle amministrazioni nazionali e locali per le consulenze, gli appalti.

L’acquisizione di beni e servizi e le esternalizzazioni che, come a Milano in questione, stanno iniziando ormai ad interessare le magistrature contabili e no.

A questa campagna risponderemo con vigore smascherandone strumentalità e falsità. Se ci sono forze che ritengono che in questo modo si eluda il tema del rinnovo del contratto nazionale, sappiano che la risposta delle lavoratrici, dei lavoratori pubblici e delle loro organizzazioni non si farà attendere.

Roma, 30 novembre 2007

TANTO RUMORE PER NULLA! Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale Funzione Pubblica CGIL

Il sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione e per l’Innovazione presenta la seconda puntata dell’Indagine Pilota- Monitoraggio delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici annunciando trionfalmente che, in virtù delle misure adottate dal Governo nella lotta ai fannulloni, le assenze per malattia nel mese di luglio ’08 si sono ridotte del 37,1% rispetto al 2007 e che “la media delle assenze per malattia si porta su un valore medio di circa 10 giorni”.

La notizia eccita i crociati contro i lavoratori pubblici, ma la notizia semplicemente non esiste, perché, come da tempo diciamo, già dal 2006 le statistiche ufficiali dell’ISTAT e della Ragioneria Generale dello Stato rilevano la media delle assenze per malattia del lavoro pubblico a 10,5 giornate annue.

Solo chi è accecato da un furore ideologico può non accorgersi che persino il Ministero non può oscurare del tutto la verità.
Infatti a pag. 17 si può leggere che “il confronto con i dati del Conto Annuale non è del tutto corretto” poiché i dati della Ragioneria Generale fanno riferimento al totale delle assenze retribuite e non alle sole assenze per malattia, ma il rapporto nasconde accuratamente che i risultati presentati si basano proprio su questa sostanziale differenza.

Comparare dati non omogenei è statisticamente scorretto, trarne valutazioni politiche lo è ancor di più, ma ci consola il fatto che l’indagine ci da ragione.

Inoltre continuiamo a rimanere perplessi sul carattere scientifico del campione tutt’altro che rappresentativo dell’universo delle pubbliche amministrazioni (210 contro le 3.200 registrate) che esclude settori come la sanità, la scuola, la maggioranza degli enti locali e quindi risulta rappresentativo di una piccola parte dell’universo che si pretende di analizzare.

Ora che il dato delle assenze per malattia è riconosciuto anche dal Ministero, sarebbe ora di smetterla con la criminalizzazione di un’intera categoria di lavoratori, tanto più se si considera che nel privato le stesse assenze si attestano a 9,6 giorni, come confermano i dati INPS.

Nel rallegrarsi del risultato che aumenta la produttività delle amministrazioni pubbliche il Governo dovrebbe, come farebbe qualsiasi datore di lavoro privato, premiare i lavoratori anziché tagliare i loro attuali stipendi e continuare a negare le risorse per il rinnovo dei contratti.

E se sul versante contrattuale non ci saranno radicali ripensamenti, in autunno il Governo potrebbe rimanere sorpreso da una nuova impennata delle assenze, ma questa volta quelle per lo sciopero dei dipendenti pubblici.

Roma, 7 agosto 2008

Proclamato lo sciopero dei comparti pubblici – Comunicato Unitario

 
 
Logo FP CGIL - FP CISL - UIL FPL - UIL PA
 
 

Le Segreterie nazionali FP CGIL FPS CISL UIL PA UIL FPL, hanno proclamato lo sciopero dei comparti pubblici e delle rispettive aree della dirigenza secondo il seguente calendario:
 

  • 3 novembre 2008 Regioni del Centro : Toscana, Umbria, Marche e Lazio
  • 7 novembre 2008 Regioni del Nord : Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria ed Emilia Romagna.
  • 14 novembre 2008 Regioni del Sud ed Isole: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

 
Lo sciopero è indetto per l’intera giornata o per turno di lavoro, secondo le modalità previste dalla normativa vigente che saranno comunicate formalmente alle autorità competenti entro lunedì prossimo.
Lo sciopero, dunque, si svolgerà in contemporanea nelle diverse regioni secondo il raggruppamento indicato. Le rispettive strutture regionali individueranno le forme di svolgimento delle manifestazioni e concorderanno l’eventuale presenza delle segreterie nazionali.

Fraterni saluti

 
FPCGIL
C. Podda
CISLFP
R. Tarelli
UILFPL
C. Fiordaliso
UILPA
S. Bosco

La verità sul Protocollo del 30 ottobre viene a galla: Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Abbiamo ragione noi: la Circolare del 14 novembre, questa sì firmata dal Ministro Tremonti, sul bilancio di previsione degli Enti e organismi pubblici, a pag. 10, riprende e richiama tutti i tagli al salario accessorio previsti dalla Legge 133/08.

In nessuna parte della Circolare si fa menzione del mitico protocollo firmato a Palazzo Chigi, il 30 ottobre, dal Governo e da CISL, UIL, CONFSAL e UGL.

Infatti, come stiamo denunciando da tre settimane, il recupero delle somme tolte dalla tasca dei lavoratori è solo una mistificazione.

Già l’intesa per il Contratto dello Stato aveva chiarito come ci fosse bisogno di una legge per abrogarne un’altra. Per chi ancora faceva il finto tonto ci ha pensato Tremonti a chiarire che l’unica cosa certa è la Legge 133/08.

Insistiamo perché alle lavoratrici ed ai lavoratori pubblici sia dato, con lo strumento del referendum, il diritto ad esprimersi su quel Protocollo e sull’accordo firmato all’Aran.

Ogni giorno che passa, le ragioni della mobilitazione, alla quale hanno aderito già centinaia di migliaia di lavoratori pubblici, aumentano.

Il prossimo appuntamento è già fissato per il 12 dicembre con lo sciopero generale proclamato dalla CGIL, mentre tra gennaio e febbraio, se il Governo non modificherà le proprie scelte, è previsto uno sciopero generale, con manifestazione nazionale, insieme alla FIOM-CGIL.

La tutela dei servizi pubblici e dei posti di lavoro è un interesse primario di tutti i cittadini. Per questo manifesteremo insieme: lavoratori pubblici e lavoratori privati.

Roma, 19 novembre 2008

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