Lettera al Presidente Ferrara sui gravi episodi del settore penitenziario

 
Roma, 10.04.2008

Al Capo del DAP
Pres. E. Ferrara

Eg. Presidente,
i gravi episodi che hanno interessato il penitenziario in questo ultimo periodo evidenziano, a nostro parere, un malessere ed un disagio operativo e professionale che trasversalmente sta interessando tutto il personale che a vario titolo svolge il suo mandato istituzionale in un contesto, quello carcerario, che risente ormai da troppo tempo della disattenzione politica ed amministrativa e degli effetti irrimediabilmente negativi che questa comporta all’organizzazione nella sua interezza.
La grave ed endemica carenza di personale che interessa le diverse professionalità, i conseguenti gravosi carichi di lavoro, l’impossibilità di ricongiunsi ai propri affetti attraverso seri e razionali percorsi di mobilità previsti dalla norma contrattuale, l’agire quotidiano pregno di difficoltà molto spesso inespresse, l’incomunicabilità inter ed intra professionale che non favorisce il confronto, la solitudine operativa e la frustrazione professionale spesso acuite da inadeguate capacità gestionali, evidenti sui posti di lavoro, diritti e pari opportunità professionali spesso negati, sono solo alcune delle problematiche che, a nostro parere, possono ricondursi al disagio e al clima di malessere di cui sopra e che più volte abbiamo voluto rappresentare per dare voce a quei tanti lavoratori invisibili di codesta amministrazione.
Riconoscendo però a Lei Sig. Presidente la sensibilità di approccio al contesto, ci risulta alquanto incomprensibile e decontestualizzato dalla richiesta di intervento formulata dalle OO.SS., a seguito dei gravi episodi avvenuti negli istituti penitenziari di Genova Marassi e di Bologna, quanto espresso nella nota n.118910 del 3 aprile u.s. dell’Ufficio delle relazioni sindacali, il cui contenuto pretenderebbe essere la risposta .
Il condizionale è d’obbligo visto che la nota facendo riferimento ai fatti sopra detti, si esplica enunciando come interventi “ad hoc”, da parte dell’amministrazione centrale, riferimenti che a nostro parere risultano poco attinenti, per usare un eufemismo, alla problematica in questione.
Si rimanda, infatti, quasi a voler eludere il problema,alla sperimentazione della polizia penitenziaria negli UEPE, all’utilizzo dei dispositivi elettronici di sicurezza (braccialetti elettronici), all’espiazione della pena nella nazione di provenienza dei detenuti stranieri.
Problematiche di degno rispetto, qualcuna anche oggetto di costante confronto sindacale, ma , e crediamo Lei convenga con noi, che non possono affatto costituire la risposta ai gravi episodi avvenuti nè alla conseguente richiesta di attenzione da noi espressa all’amministrazione.
Abbiamo avvertito un certo disagio, non lo nascondiamo, alla lettura attenta della nota perché, purtroppo, ripropone una immagine dell’amministrazione non certo edificante che pensavamo in qualche modo superata .
Dobbiamo credere che l’arroganza, la disattenzione e l’indifferenza siano ancora gli elementi caratterizzanti la politica penitenziaria ?
Vorremmo poter rispondere ai lavoratori che non è così, ma Presidente ci aiuti a farlo.
Le porgiamo distinti saluti

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Settore Penitenziario
Lina Lamonica
 
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Polizia penitenziaria

Francesco Quinti

 
 

Lettera al Direttore Generale sul FUA 2007

 
Roma, 3 giugno 2008

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dr. M. De Pascalis
e, per conoscenza
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali

Alle Segreterie Territoriali FpCgil
Ai Delegati ed Eletti FpCgil RSU nei posti di lavoro

Prot. N. CM 137/ 2008
Oggetto: FUA 2007 – riconoscimento assenze retribuite

L’accordo riguardante il FUA 2007 ha previsto che una parte dello stesso sia distribuito ai lavoratori in base alle effettive presenze elencando contestualmente alcune tra le fattispecie per le quali determinate assenze dal servizio risultano retribuite.
Riguardo tale questione, pervengono a questa O.S. rimostranze da parte dei lavoratori per il mancato riconoscimento di assenze retribuite le quali, benché non risultanti tra quelle elencate nell’accordo indicato, sono previste e disciplinate dalla normativa cui fanno riferimento.
Ad esempio il D.L.vo n.267 del 18 agosto 2000 – Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali- al Capo III , riguardante il “Sistema elettorale”, disciplina il regime delle indennità e delle assenze che a vario titolo vengono effettuate dagli amministratori degli enti locali, ovvero, dai cittadini chiamati a ricoprire cariche pubbliche ad espletare il mandato nelle amministrazioni degli enti locali e, l’art. 80 (oneri per permessi retribuiti) recita chiaramente che le assenze dal servizio per l’espletamento del mandato sono retribuite al lavoratore dal datore di lavoro.
Benché affermare la sovranità della legge nella gerarchia delle fonti normative possa apparire superfluo, la Fp Cgil ritiene necessario ed oltremodo opportuno che vengano emanate disposizioni chiarificatrici la materia in questione al fine di evitare, nelle sedi periferiche, inutili osservazioni quanto improprie determinazioni a riguardo.

Il Coordinatore Nazionale
Penitenziari C. Ministeri

Lina Lamonica

 
 

Lettera al Capo Dipartimento sul DL n.112

Roma, 2 luglio 2008

Prot. N.CM 160/2008

Al Capo del Dipartimento A.P.
Pres. E. Ferrara

Ai Vice Capo del DAP
Dr. E. di Somma
Dr. A. D’Alterio

Al Direttore Generale del Personale e
della Formazione
Al Dott. M. De Pascalis
e, p. c.
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Oggetto: D.L.n.112 del 25 giugno 2008

Il 25 giugno u.s. è stato pubblicato dalla G.U. il Decreto Legge n.112 che, tra le altre cose, apporta sostanziali modifiche alle assenze per malattia dei lavoratori delle amministrazioni pubbliche.
Alla immediata applicazione del decreto in questione non corrispondono, purtroppo, con la stessa chiarezza gli ambiti e le modalità della sua corretta applicazione.
La vaga , quanto, imprecisa esposizione della norma in questione sta generando,infatti, tra i lavoratori confusione ed allarme.
La Fp Cgil pur non condividendo l’impianto complessivo del decreto in questione che calpesta i diritti acquisiti dai lavoratori, mettendo in discussione le norme e gli accordi di riferimento, considera assolutamente necessaria ed urgente una nota informativa da parte di codesto Dipartimento atta a definire nel dettaglio le conseguenti modalità applicative.
Tale atto si rende necessario per una dovuta e corretta informazione ai lavoratori nonché per evitare difformi interpretazioni nelle diverse sedi dell’amministrazione.
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti

   Il Coordinatore Nazionale
    Penitenziari C. Ministeri

            Lina Lamonica

 
 

 

Il Ministro non ci riceve e chiama la polizia

 
A TUTTI I LAVORATORI DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

In esito alla nostra iniziativa di sederci nel salotto del Ministro per ottenere finalmente un incontro, dopo averlo inutilmente sollecitato per le vie ufficiali, siamo stati allontanati dalla polizia, identificati e accompagnati nella stanza sindacale in base a disposizioni del Capo di Gabinetto.
Abbiamo inviato da maggio ad oggi molteplici richieste di incontro e il 10 ottobre scorso avevamo consegnato al Capo Dipartimento del DOG, dopo aver passato diverse ore in attesa, un documento relativo alla vertenza del pubblico impiego e ai problemi del Ministero della Giustizia; in tale sede avevamo avuto assicurazione che il Ministro ci avrebbe presto convocato per ascoltare le ragioni dei lavoratori di tutte le articolazioni del Ministero (Organizzazione Giudiziaria, Dap, Giustizia Minorile e Archivi Notarili).
Riteniamo deprecabile tale comportamento di chiusura che dimostra quanto il Ministro, che ci risulta aver ricevuto associazioni non rappresentative del personale, abbia in considerazione i problemi dei lavoratori e quanto sia ‘disponibile’ a dialogare con le OO.SS.
La giustizia italiana è allo sfascio e con la legge 133, che prevede i tagli del 10% alle dotazioni organiche e alle risorse del 20, 30 e 40% nei prossimi tre anni, arriverà presto ad una totale paralisi operativa.
Sembra che ciò non riguardi il Ministro ma sicuramente riguarda i cittadini italiani.

  I coordinamenti nazionali
Fp Cgil Ministero della Giustizia

Roma 6 Novembre 2008

FUA 2008 – Nota del Coordinamento Fp Cgil Penitenziari

 

Ai Delegati ed Eletti RSU FpCgil nei posti di lavoro

Con la chiarezza che ci caratterizza e per evitare facili strumentalizzazioni, vogliamo informarvi circa l’evolversi di alcune tematiche molto importanti che ci vedranno impegnati prossimamente al tavolo di confronto con la parte pubblica in una trattativa che si prospetta molto complessa considerato lo scenario politico sindacale non particolarmente disponibile alla dialettica,nel quale la stessa si andrà a sviluppare.

Ci riferiamo in particolare alla elaborazione del nuovo Contratto Integrativo Nazionale che riguarda tutto il comparto Giustizia nelle sue quattro articolazioni dipartimentali, DOG, Penitenziari, Giustizia Minorile, Archivi Notarili.

Un primo approccio con la parte pubblica vi è stato l’11 ed il 22 dicembre 2008 presso la Sala Verde del Ministero della Giustizia alla presenza del Sottosegretario e ha riguardato la definizione dell’accordo FUA (Fondo Unico di Amministrazione) per l’anno 2008, incontro terminato con la firma dell’accordo da parte dell’amministrazione e di alcune OO.SS.

La FpCgil, seppure nelle differenti specificità dei settori rappresentati (per quanto riguarda il DAP questa O.S. ha contribuito,come di consuetudine. in maniera efficace alla predisposizione di una pre-intesa nell’ambito del tavolo tecnico della direzione generale del personale), ha contestato l’impianto complessivo dell’ipotesi di accordo formulato dall’amministrazione della Giustizia perché appalesava una violazione alla norma contrattuale e sosteneva, senza mezzi termini, le norme inique di cui all’art. 71 della legge 133/2008 che escludono dalla produttività collettiva le assenze per l’assistenza ai portatori di handicap ex legge 104/92, le gravi patologie, le donazioni di sangue e di midollo osseo nonché le assenze per causa di servizio o infortunio sul lavoro.

La parte pubblica, dal canto suo, ha confermato la linea del Governo assumendo un atteggiamento di assoluta unilateralità, sprezzante delle norme contrattuali e dei diritti dei lavoratori, eludendo totalmente le nostre richieste e manifestando totale disinteresse alla discussione e alla contrattazione con l’obiettivo di chiudere presto la partita nonostante il dissenso di alcune OO.SS.

Infatti la trattativa si è conclusa quando all’accordo hanno apposto la firma la Cisl-Fps, la Uil Pa, il Sag Unsa , le stesse OO.SS. che hanno firmato l’accordo sui rinnovi contrattuali al ribasso, le stesse OO.SS. che fino ad allora avevano dichiarato di contrastare il dettato della legge 133/08 perché fortemente oltraggiosa delle norme contrattuali e dei diritti dei lavoratori .

Ben noto è a tutti i lavoratori come la FpCgil fin da subito, dal DL 112 del 25 giugno 2008 convertito in Legge 133, sia stata impegnata in una capillare e massiccia mobilitazione mirata a contrastare i devastanti effetti di tale normativa che mortifica i diritti dei lavoratori e di cittadinanza, mobilitazione che permane e che ci ha visti e ci vedrà impegnati in azioni di lotta a tutela dei diritti e dei valori costituzionali inalienabili.

Pertanto, la Fp Cgil non firmando l’accordo in questione, ha evidenziato ancora una volta la coerenza politica e sindacale che la distingue e la differenzia dalle altre OO.SS. firmatarie.

Ciò non ci esimerà dal sederci al tavolo delle trattative quale quello del Contratto integrativo che si esplicherà metodologicamente, secondo le indicazioni del Sottosegretario, in una serie di incontri dei tavoli tecnici nell’ambito di ciascun dipartimento della Giustizia e nel corso dei quali il contributo della Fp Cgil sarà significativo al fine di predisporre un contratto che tenga conto delle istanze dei lavoratori e ne tuteli i diritti.
 
Cogliamo l’occasione per informarvi che il 3 febbraio p.v. le OO.SS. rappresentanti il personale DAP Comparto Ministeri sono state convocate dal Ministro della Giustizia.

Sarà nostra cura informarvi dell’incontro.

Roma, 30 gennaio 2009
 

La coordinatrice nazionale
Penitenziari Ministeri

Lina Lamonica

 
 

 

Nota Fp Cgil al Capo DAp

Roma, 21/05/2010
 

Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta

Ai Vice Capo del DAP
Dr. E. di Somma
Cons. S. Consolo

Al Direttore Generale E.P.E.
D.ssa L. Culla

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dr. R. Turrini Vita

e, per conoscenza
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P.Conte

Alle Segreterie Regionali e Comprensoriali FpCgil
Ai Delegati ed Eletti RSU FpCgil nei posti di lavoro

Prot.n. CM 96/2010
Oggetto: Problematiche UEPE – stato di agitazione del personale

La Fp Cgil ed i lavoratori degli UEPE da tempo, oramai, denunciano la grave crisi organizzativa ed operativa in cui versa il settore, una crisi che parte da lontano e che non ha mai trovato nell’amministrazione la volontà né, tanto meno, l’impegno politico ed istituzionale mirati a definirne le criticità che nel corso degli anni non solo si sono acuite ma si sono stratificate notevolmente nell’indifferenza dell’amministrazione.
Forte è lo stato di incertezza e di preoccupazione per il futuro in cui si trovano gli operatori del settore, un futuro tra l’altro prossimo considerando gli ultimi interventi normativi in materia di esecuzione penale collegati al famigerato “Piano carceri”, nonché le disposizioni emanate dalla Direzione Generale EPE con una circolare a firma del Capo del DAP.
Interventi “d’emergenza”, per usare un eufemismo, che rischiano, da una parte, di imballare il sistema per la grave carenza di organico degli assistenti sociali, dall’altro di svilire il valore e l’autonomia professionale di tali operatori annullando il background storico culturale degli UEPE che ha radici nella politica dei servizi.
Gli interventi propagandistici e di facciata proposti dal governo e le direttive dell’amministrazione evidenziano un contesto politico ed amministrativo che si caratterizza sempre più per la sua involuzione culturale dove al confronto sindacale e alla condivisione si preferiscono interventi unilaterali, a volte maldestri e di non facile attuazione che evidenziano una superficiale conoscenza del contesto e delle problematiche afferenti siano esse di natura strutturale, organizzativa e/o professionale.
I forti tagli alle risorse apportati dagli ultimi interventi governativi stanno evidenziando nell’amministrazione penitenziaria i previsti devastanti effetti ed evidenti sono i segnali del gravissimo disagio operativo dagli stessi determinati negli UEPE, gli Uffici dell’Esecuzione penale Esterna , che stanno rischiando la paralisi operativa.
Gravissima ed endemica, dunque, è la carenza di risorse umane che caratterizza il settore determinando in molti uffici e sedi UEPE, al personale un pesante aggravio di carichi di lavoro con forte ricaduta sulla loro operatività anche quotidiana.
La grave carenza di risorse finanziarie, inoltre, incide negativamente sulla possibilità di poter disporre degli strumenti (auto di servizio,utilizzo delle linee telefoniche) indispensabili all’espletamento dei compiti istituzionali degli UEPE, come previsto dall’art.72 L.354/75, e pone
gli assistenti sociali, in una condizione di grave disagio operativo e di mortificazione professionale in quanto limita e vanifica il loro intervento istituzionale che, giova ricordare, si esercita particolarmente sul territorio ed in sinergia con le istituzioni pubbliche e del privato sociale per promuovere programmi e progetti di inclusione sociale delle persone in esecuzione penale .
Le auto di servizio, guidate dal personale di polizia penitenziaria, necessarie per espletare interventi in zone e/o quartieri ad alto rischio di criminalità e/o non facilmente raggiungibili dai mezzi pubblici, sono praticamente inutilizzabili perché le risorse economiche a disposizione rendono impossibile l’acquisto della benzina e non viene, neppure, assicurato ai lavoratori il rimborso dei biglietti e/o abbonamenti dei mezzi pubblici.
Una evidente difficile quanto complicata situazione, dunque, che, ribadiamo, rischia di determinare all’intero sistema dell’esecuzione penale, già in profondo disagio, una paralisi istituzionale con ricadute devastanti sui suoi principi istituzionali e sulle professionalità preposte.
Per tali motivi su tutto il territorio nazionale si sta diffondendo la protesta dei lavoratori degli UEPE che con le RSU e le OO.SS. territoriali hanno proclamato lo stato di agitazione del personale.
Le iniziative sono ben note all’amministrazione in quanto dai territori interessati sono state inoltrate le relative comunicazioni alle quali, a tutt’oggi purtroppo, non ha fatto seguito alcun cenno di riscontro a significarne la dovuta attenzione
La Fp Cgil, nel sostenere appieno le iniziative che i lavoratori del settore hanno avviato e ritenendo non ulteriormente procrastinabile la definizione della questione chiede con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto sulla materia .
Si resta in attesa di sollecito riscontro e si porgono cordiali saluti.

La coordinatrice nazionale
Penitenziari – Ministeri

Lina Lamonica

 
 
 

 

Comunicato

 

Ieri alle ore 16,00 la Fp Cgil – comparto ministeri – ha incontrato il Dott. Turrini direttore generale del personale e della formazione accogliendo così l’invito, per altro singolare, dallo stesso rivolto a ciascuna O.S. convocata separatamente.

Nel corso dell’incontro, breve ed assolutamente interlocutorio, abbiamo rappresentato la situazione di grave disagio in cui versa il comparto soffermandoci con particolare attenzione su quelle problematiche che al momento rivestono a nostro parere carattere di priorità : la grave carenza di organico delle diverse professionalità ed in particolare degli assistenti sociali, la mobilità interna di sede tramite interpello, la mobilità compartimentale ed intercompartimentale, il rispetto degli accordi siglati .

Punti rispetto ai quali questa O.S. ha richiesto un maggior impegno ed una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione anche in sede politico-governativa.

Riguardo la mobilità del personale abbiamo chiesto conto del monitoraggio, avviato dall’amministrazione su proposta delle OO.SS., destinato alla professionalità degli assistenti sociali esclusi in prima battuta dall’interpello di mobilità riservato agli educatori, contabili e collaboratori, mobilità che, per tali professionalità, é risultata contestuale alle nuove assunzioni. Abbiamo infatti ribadito la necessità di provvedere con urgenza ad informare le OO.SS. circa i risultati della ricerca e di aprire un tavolo di trattativa al fine di avviare anche per tale professionalità il processo di mobilità.

Sempre in relazione a questo punto abbiamo sollecitato un decisivo intervento finalizzato alla definizione della mobilità compartimentale e soprattutto intercompartimentale in entrata, bloccata da molto tempo, che certamente non risolverebbe appieno la grave carenza di organico ma faciliterebbe la mobilità, in particolare, degli assistenti sociali.

Il Dott. Turrini ci è sembrato molto interessato all’argomento e nel comunicarci di essere a conoscenza della questione riguardante la mobilità intercompartimentale rispetto alla quale ha dichiarato il suo impegno per la definizione, ha sostenuto di non avere avuto informazioni riguardo il monitoraggio avviato ed il relativo risultato. A tal proposito si è assunto l’impegno di verificare la questione e di informarci entro breve a riguardo.

Infine, sulla questione del rispetto degli accordi la FpCgil ha sottolineato che molto spesso l’amministrazione interpreta in negativo pareri non chiaramente esplicitati dai Direttori degli istituti o UEPE e/o dai Provveditori riguardo, ad esempio una richiesta di mobilità temporanea , vedi accordo art. 42bis DL 151/2001 dove il parere addirittura risulta non vincolante . Anche su questo punto il Dott. Turrini ci è sembrato molto attento alle nostre osservazioni.

Vi terremo informati sugli sviluppi delle questioni affrontate auspicando tempi brevi e soprattutto rispetto degli impegni assunti.

Roma 22.06.2010

La coordinatrice nazionale
Penitenziari-Ministeri

Lina Lamonica

 
 
 

Lettera al D.G. dr. Turrini

 
 
Prot. CM 123 – 2010
 
Roma, 07 luglio 2010

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
dott. Riccardo Turrini Vita

e, per conoscenza

Al Capo del DAP

Ai Vice Capo Dipartimento

Al Direttore Generale
dell’Esecuzione Penale Esterna

All’Ufficio per Relazioni Sindacali

ROMA

Alle Segreterie Territoriali
e Regionali FP CGIL

LORO SEDI

OGGETTO: Problematiche degli U.E.P.E..

Egregio dott. Turrini,

nel corso dell’incontro che si è tenuto il giorno 21 giugno u.s. presso il Suo ufficio, questa O.S. ha avuto modo di rappresentarLe il grave disagio operativo in cui versa il personale penitenziario del comparto ministeri e le motivazioni che ne determinano a tutt’oggi il malessere.
Abbiamo evidenziato come la gravissima carenza di organico delle diverse professionalità penitenziarie risulta ad oggi una delle tante e serie problematiche non risolte che sta paralizzando il sistema dell’esecuzione penale e alle quali l’amministrazione non è riuscita nell’arco degli anni a far fronte in maniera determinante.
Ma in particolar modo abbiamo portato alla sua attenzione le criticità inerenti la professionalità degli assistenti sociali, esclusi dall’interpello di mobilità di sede avviato lo scorso anno ai sensi dell’accordo del 22 ottobre 2009. Le abbiamo rappresentato la gravissima endemica carenza di organico e di risorse economiche in cui versano gli UEPE e abbiamo rappresentato la necessità di conoscere l’esito del monitoraggio finalizzato alla possibilità di consentire anche agli assistenti sociali, con apposito interpello, la mobilità di sede e/o a stabilizzare quelle mobilità già espletate con l’istituto del “distacco” in essere da molti anni.
In tale ottica, e a sostegno, Le abbiamo chiesto un incisivo intervento riguardo lo sblocco della mobilità intercompartimentale in entrata che interessa in particolare la professionalità in questione soprattutto nelle regioni del nord Italia. La questione, infatti, più volte e da tempo rappresentata pare non trovi il necessario interesse e l’opportuno sostegno politico -amministrativo alla sua soluzione che, anche se in minima parte, consentirebbe al personale interessato il trasferimento a domanda, dopo anni di servizio, presso altra sede.
Ebbene l’esito dell’incontro ci aveva fatto ben sperare, visto l’interesse mostrato, ad una possibile e fattibile apertura di un tavolo di confronto sulle questioni enunciate ma, a tutt’oggi, nulla di tutto ciò anzi, non senza perplessità e disappunto, apprendiamo dalla informativa dell’Ufficio per le relazioni sindacali che la Direzione Generale del Personale ha indetto un interpello per n. 2 assistenti sociali e n. 2 collaboratori per l’UEPE di Trento le cui problematicità, determinate dalla carenza di organico e di risorse, sono note e più volte denunciate dai lavoratori e dalle OO.SS..
Criticità, dott. Turrini, che risultano appartenere alla gran parte degli UEPE del territorio nazionale motivo per cui le RSU e le OO.SS. locali hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori. Iniziative, comunque, ben note ai vertici dell’amministrazione.
E allora, perché avviare un interpello straordinario per l’UEPE di Trento e non per Foggia piuttosto che per Roma, Milano o Ragusa e potremmo continuare all’infinito? Perché non si affronta, invece, il problema nella sua organica complessità come avevamo proposto e come sarebbe più naturale? Ci chiediamo e chiediamo come e se l’Amministrazione intenda definire la questione evidenziata considerando inoltre che sono in dirittura di arrivo interventi normativi che metteranno a dura prova l’operatività degli UEPE e dei lavoratori ad essi afferenti?
Domande, e non solo, alle quali crediamo sia ora che l’amministrazione dia le dovute risposte.
La Fp Cgil ritiene, pertanto, necessario e con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le componenti sindacali e della parte pubblica interessate e deputate alla definizione della questione comunicando che in attesa della data di convocazione questa O.S. sosterrà tutte le iniziative di prerogativa sindacale intraprese a livello locale mirate alla tutela dei lavoratori , dei loro diritti e del mandato istituzionale cui sono preposti.

La Coordinatrice Nazionale FPCGIL
Penitenziari – Ministeri

Lina Lamonica

 

Risposta del Dr. Turrini – 22 luglio 2010

 
 
 

Lettera al Ministro della Giustizia

 

Roma, 13 ottobre 2010

Al Sig. Ministro per la Giustizia
On. Angelino Alfano

Onorevole Ministro,

il Sottosegretario Caliendo, il 6 ottobre, rispondendo all’interrogazione parlamentare dell’On. Federico Palomba sul passaggio dei centri per la giustizia minorile alle istituende direzioni regionali o interregionali del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, ha affermato che “Nell’ambito del nuovo schema di regolamento, pertanto, si è provveduto ad accentrare in capo al Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria la gestione del personale civile di tutto il Ministero ed in capo al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria la gestione del personale di polizia penitenziaria.

Poiché il modello organizzativo prospettato per il personale del Ministero della Giustizia a questo punto risulterebbe sensibilmente diverso da quello presentato lo scorso anno alle organizzazioni sindacali, si chiede ai sensi dell’art. 6 del CCNL del 16 febbraio 1999 l’informativa sul regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia che Ella intende presentare al Consiglio dei Ministri.

Distinti saluti.

I Coordinatori Nazionali FPCGIL

Nicoletta Grieco Lina Lamonica Gianfranco Macigno
DOG DAP DGM

 
 
 
 

COMUNICATO

 

Il giorno 14 ottobre si è svolto l’incontro con l’amministrazione riguardante le progressioni economiche previste dal contratto integrativo del Ministero della Giustizia sottoscritto il 29 luglio u.s. dalla minoranza delle OO.SS. e dall’amministrazione.

L’incontro fa seguito a quello del 5 ottobre rinviato affinché le OO.SS. non firmatarie del C.I. e , comunque, non in linea con la proposta dell’amministrazione potessero concordare una soluzione condivisibile.

Come avevamo spiegato nel precedente comunicato, è stato impossibile trovare soluzioni alla questione già a monte definita e sottoscritta e a nulla è valso rivendicare e proporre una equa distribuzione della percentuale numerica dei posti destinati alle progressioni economiche.
Pertanto, coerentemente con la posizione assunta fin dall’inizio su tutta la questione la Fp CGIL, UIL Pa, RdB, Fed. INTESA ed FLP hanno presentato una nota a verbale nella quale hanno evidenziato e ribadito il motivo del loro dissenso.

Comunque, l’amministrazione ha comunicato che a breve saranno pubblicati i bandi relativi alle progressioni economiche per il personale, sui quali vi terremo costantemente aggiornati.

La FpCGIL ha inoltre chiesto chiarimenti al Vice capo vicario del DAP, presente all’incontro, riguardo alcune dichiarazioni emerse dalla risposta del Sottosegretario alla Giustizia Caliendo al question-time, presentato dall’On. Palomba(IdV), sulla riorganizzazione della Giustizia minorile. Dichiarazioni dalle quali si evince la presenza di un provvedimento mirato ad accentrare in capo al Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria la gestione del personale civile di tutto il ministero della Giustizia lasciando al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la gestione del personale di Polizia Penitenziaria.

Abbiamo evidenziato come tale intendimento, che noi non condividiamo e che contrasteremo, risulti grave e devastante in quanto mette a rischio, modificandoli, quei principi della carta costituzionale sul quale si fonda il sistema penitenziario .

Il Vice capo del DAP ha dichiarato di non essere al corrente di tale iniziativa ma che si adopererà per accertarne la fondatezza.

E’ ovvio che lo sconcerto, la preoccupazione e la contrarietà verso tale disegno sono forti.

La Fp CGIL fin da subito si mobiliterà per fermare questo disegno fortemente devastante per l’istituzione penitenziaria e per i lavoratori alla stessa afferenti in quanto tende a minarne la specificità identitaria ed il suo mandato costituzionale.

Vi terremo, pertanto, aggiornati sugli sviluppi della questione.

Roma, 18 ottobre 2010
 
 
La coordinatrice nazionale DAP
Lina Lamonica

 
 
 
 

 
 

Lettera al Capo Dap

 
Roma, 14 Febbraio 2011

Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta

Al Vice Capo Vicario del DAP
Dott. E. di Somma

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dott. R. Turrini Vita

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

e, per conoscenza

Al Provveditore Regionale dell’A.P.Triveneto
Dott. F. Bocchino
P A D O V A

Alla Segreteria Regionale e Provinciale FpCGIL
Ai Delegati ed eletti RSU FpCGIL di
R O V E R E T O – T R E N T O

Oggetto: Chiusura del carcere di Rovereto(TN) mobilità del personale C.M. -Richiesta di incontro

Nel corso dell’inaugurazione del nuovo carcere di Trento, il Ministro della Giustizia ha comunicato ufficialmente la chiusura della Casa Circondariale di Rovereto.
Tale notizia era già stata oggetto di dichiarazioni del Direttore degli Istituti Penitenziari di Trento e Rovereto nonché di attenzione da parte di questa O.S. che ha sollecitato l’amministrazione riguardo le opportune determinazioni circa la scelta della destinazione delle 12 unità di personale, afferente al comparto Ministeri, in servizio presso la C.C. di Rovereto.
A tutt’oggi, purtroppo, alle sollecitazioni della FpCgil non risultano riscontri di sorta, determinando tra il personale l’acuirsi della percezione di incertezza e di precarietà che investe non solo il loro contesto lavorativo ma anche quello personale e familiare.
La Fp Cgil, pertanto, come richiesto dalla FpCgil di Trento (allegato) chiede urgentemente la convocazione di un tavolo di confronto finalizzato alla gestione della mobilità del personale, materia oggetto di contrattazione ai sensi dalla vigente norma contrattuale.
Si resta in attesa di sollecito riscontro e si porgono cordiali saluti.

La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica

 
 
 

 
 

Comunicato

 
 

 
Il consiglio di stato dà ragione alla FPCGIL: il regolamento
del Ministero della Giustizia non va bene

Con una sentenza dello scorso 11 febbraio il Consiglio di Stato, chiamato ad esprimersi sul Regolamento del Ministero della Giustizia, dà ragione alla FPCGIL che aveva redatto e inviato puntuali rilievi.
Il Consiglio di Stato di fatto accoglie tutti i punti da noi evidenziati sugli accorpamenti delle direzioni interregionali, sul mancato decentramento delle funzioni relative alla contrattazione integrativa, sul mantenimento di alcune strutture centrali e periferiche con le medesime funzioni; in particolare il Consiglio di Stato condivide la nostra ferma contrarietà alla soppressione dei centri della giustizia minorile che, secondo il regolamento, perderebbero l’autonomia necessaria a svolgere le proprie funzioni istituzionali.
In calce alla sentenza il Consiglio stabilisce l’invio delle nostre osservazioni al ministero che dovrà controdedurre.
In poche parole il Consiglio di Stato dice che il Ministero ha torto e noi ragione: il Ministero da parte sua, che non ha voluto ascoltarci a suo tempo, ha dimostrato ancora una volta la sua attitudine al pressapochismo.
Confidiamo che questa esperienza serva da lezione e che i nostri interlocutori imparino che la dialettica tra le controparti può essere molto produttiva; al Ministro Alfano, impegnato in proclami sulla riforma della giustizia, chiediamo formalmente un confronto sulle questioni che veramente interessano i cittadini.
Roma, 4 aprile 2011

 

I coordinamenti nazionali FPCGIL
Organizzazione Giudiziaria/Dap/Giustizia Minorile/Archivi Notarili

 
 
 
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