(15.7.2016)In una lettera alle iscritte ed agli iscritti della Cgil, la segretaria generale Susanna Camusso dice: “La Cgil è una grande organizzazione sindacale aperta, fondata sulla libertà di adesione, che non conosce e rifiuta discriminazioni di carattere religioso o di provenienza geografica. Democrazia e libertà sono il nostro dna e sono il fondamento della nostra Costituzione.
Sono questi principi e valori che noi, il nostro Paese e l’Europa considerano inviolabili e che vogliamo strenuamente difendere.
Li abbiamo conquistati con il sangue e con il dolore dei nostri padri che ci hanno aiutato a costruire un continente in pace. Abbiamo combattuto la paura, l’odio razziale, la fame, le diseguaglianze. Abbiamo avviato la costruzione di un’Europa prospera e solidale. Si è trattato di un sogno che ha iniziato a realizzarsi che non vogliamo perdere ma difendere e avverare.
Per questo non vogliamo né possiamo rassegnarci all’Europa della paura.
Più volte nella nostra storia siamo stati chiamati a difendere la democrazia.
L’abbiamo fatto senza tentennamenti, con il cuore e la forza di una grande organizzazione. Siamo stati in prima linea a combattere il terrorismo che dilagava nel nostro Paese. Non siamo stati ad osservare ma siamo stati protagonisti del risveglio delle coscienze, dello scontro con le organizzazioni eversive, della lotta a qualsiasi ambiguità. Non ci sono stati né dubbi, né incertezze perché mai il terrorismo può trovare giustificazione alcuna, siano esse economiche o sociali, tantomeno ideologiche o religiose.
Siamo stati nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle strade e nelle piazze d’Italia. Listavamo a lutto le nostre bandiere, piangevamo i morti del nostro Paese e programmavamo l’iniziativa politica, spiegavamo le nostre ragioni, organizzavamo il contrasto fattivo ai terroristi.
Non eravamo soli, ovviamente, ma quella scelta, quel dire a viso aperto da che parte stavano la Cgil, le sue donne e i suoi uomini, ha contribuito a debellare il terrorismo, a porre un argine alle stragi e alle uccisioni, ad assicurare alla giustizia i criminali. Lo abbiamo fatto per non vivere nella paura, per difendere la libertà e la democrazia. Da allora, ogni giorno, abbiamo confermato e rinnovato quell’impegno.
La paura non è più nelle piazze o nelle strade delle nostre città, ma nelle piazze e per le vie della nostra Europa. Le stragi in Spagna, Inghilterra, Belgio, Francia mettono in discussione quanto abbiamo faticosamente costruito sino a oggi e genera una paura cieca quanto distruttiva. E la paura alimenta false e pericolose risposte xenofobe e razziste. Si alzano muri, si chiudono frontiere, si rompe la solidarietà tra gli uomini, i deboli e gli oppressi, non si riconosce più e si combatte il diverso. La paura rende fragili la libertà e la democrazia così duramente e faticosamente conquistate.
È ora di scegliere.
Non basta più reagire con le dichiarazioni dell’organizzazione o dei suoi autorevoli dirigenti. È ora che tutti noi e tutte noi prendiamo in mano il nostro destino e il nostro futuro.
Non vogliamo che vinca la paura, l’orrore, la morte.
Bisogna combattere l’indifferenza, attivarsi per garantire il necessario contrasto, non accettare ambiguità, impedire anche i silenzi. Rispettare ed esigere rispetto da parte di tutti, a cominciare da noi, dei nostri valori, della nostra democrazia, della nostra libertà. Non sono scelte negoziabili. Sono le ragioni della nostra convivenza libera e democratica. Lo sentiamo come un dovere collettivo, di ciascuno di noi.
Non è più un problema che possiamo delegare ad altri. Dobbiamo tornare nelle strade, nelle piazze, in tutti i luoghi di lavoro. Dobbiamo tornare a essere tutti protagonisti. Dobbiamo tornare a difendere e promuovere con ancora più forza i nostri valori di libertà, democrazia, eguaglianza e solidarietà.
(16.7.2016) La segreteria nazionale della FP CGIL scrive : ” l’escalation di violenza che, in questi mesi, sta attraversando il mondo ed in particolare il nostro continente ci svela tutta la fragilità della politica di questi anni, incapace di accogliere e includere i poveri del mondo, di arrestare l’avanzata del crescente disagio sociale incui si annidano paure ed insicurezze, ancora troppo esposto a tendenze xenofobe e razziste. Il terrorismo può e deve essere sconfitto con la diplomazia e la giustizia sociale.
Rassegnarsi ad uno scenario di guerra permanente, trincerati dietro il falso mito delle politiche securitarie che si nutrono della paura dei cittadini, sarebbe una sconfitta per tutti noi. La Cgil e la Funzione Pubblica hanno sempre difeso i valori della democrazia e della pace, elementi per noi fondativi.
Per questo nei prossimi giorni saremo mobilitati per rimettere al centro proprio i valori della convivenza pacifica, dell’integrazione, della lotta al terrore e per la difesa della democrazia, per combattere l’indifferenza, per la difesa dei diritti di cittadinanza delle persone.
Lo faremo, come abbiamo fatto in altre occasioni nella storia del nostro paese, confrontandoci con tutti, facendo entrare nei luoghi di lavoro questi temi a partire dall’indizione in tutti i posti di lavoro di assemblee sindacali ed iniziative territoriali da tenersi nelle prossime ore per segnare non solo l’indignazione ma anche la reazione ferma e decisa delle lavoratrici e dei lavoratori.”
Roma, 15 luglio – “La segreteria nazionale della Cgil esprime, a nome di tutta l’organizzazione, il cordoglio e la vicinanza al popolo francese, ancora una volta duramente colpito da un attentato terroristico vile e criminale”. Così in una nota il sindacato di corso d’Italia.
“Il terribile attacco che ha subito la Francia a Nizza, proprio nella notte della sua festa nazionale, il ferimento e l’uccisione di decine di cittadini francesi e di molti altri cittadini europei, rappresenta un’aggressione vile e criminale che sentiamo rivolta a tutti noi”, prosegue la nota.
“La follia omicida del terrorismo e del fanatismo – sottolinea la Cgil – deve essere sconfitta anzitutto con i valori universali della democrazia, della tolleranza, della solidarietà e della libertà”.
“Agli organismi internazionali deputati e all’Unione europea – aggiunge il sindacato – chiediamo una più forte azione tesa a rafforzare e implementare il coordinamento delle attività di intelligence e prevenzione”.
“Responsabilità di tutti, ed in primo luogo dei governi nazionali, – prosegue la Cgil – è quella di mettere in campo una risposta ferma e intransigente, improntata a garantire la sicurezza dei cittadini e ad impedire che crescano e si diffondano la paura e l’odio”.
“Il movimento sindacale italiano è sempre stato e continuerà ad essere protagonista nella lotta al terrorismo. Sin dalle prossime ore – conclude la nota della segreteria della Cgil – lavoreremo insieme a Cisl e Uil affinché vi sia una visibile risposta democratica a partire dai luoghi di lavoro, e si definisca un’efficace iniziativa di tutto il sindacato a livello europeo e internazionale”.
La CES condivide il dolore del popolo francese a seguito del terribile attacco che ha colpito Nizza.Il movimento sindacale europeo presenta le sue condoglianze e la solidarietà in questo momento difficile. I morti e i feriti, le loro famiglie e i loro cari, le lavoratrici ed i lavoratori impegnati per gestire questa situazione e le sue conseguenze, sono nei nostri pensieri e nei nostri cuori.
Dopo questa nuovo spaventoso attacco commesso in Francia a Nizza, l’ EPSU, la Federazione sindacale europea dei servizi pubblici, ha espresso la sua profonda emozione e solidarietà a tutte le persone e le loro famiglie che sono state vittime…Solidarizziamo con il popolo francese, i suoi sindacati e tutte le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi di emergenza, della sanità e della sicurezza sono in prima linea in questo nuovo attacco… Rendiamo omaggio ai cittadini, ai dipendenti pubblici, ai lavoratori, ai volontari che si sono mobilitati per ore per fornire assistenza alle vittime e ripristinare la sicurezza e salvare decine di vite umane…Siamo sconvolti da chi fa questo uso della violenza che mira a ispirare la paura, l’odio, e le divisioni. Mentre lo stato di emergenza in Francia è prorogato di tre mesi, noi chiediamo la pace e la solidarietà e che non si non si perdano di vista le radici di questi atti spregevoli…Ci mobiliteremo assieme alle nostre affiliate in Europa per la democrazia, la solidarietà, la pace e la libertà. Nulla potrà mettere in discussione la nostra determinazione sindacale a lottare contro le ingiustizie, la xenofobia, le divisioni, contro tutto ciò che non vuole che la nostra società resti unita…
Valorizzare lavoro e servizi, Renzi sia coerente su risorse necessarie
Roma,
30 giugno
“Il merito ce lo abbiamo presidente Renzi e siamo pronti,
con proposte più innovative di quelle che sentiamo circolare perché il
nostro obiettivo è un contratto per valorizzare il lavoro pubblico e
migliorare i servizi ai cittadini”. Così la segretaria generale della Fp
Cgil, Serena Sorrentino, in merito alle affermazioni del premier Matteo
Renzi sul rinnovo dei contratti pubblici al #MatteoRisponde.
Per
la dirigente sindacale “è un bene che Renzi ammetta che le risorse
stanziate siano poche ma dimostri di essere coerente nella prossima
legge di Stabilità altrimenti siamo, come sempre, agli annunci”.
Inoltre, prosegue Sorrentino, “sommessamente continuiamo a ricordare al
premier che il contratto è un diritto e non una concessione, quindi non è
tollerabile che continui a dire che il governo è disponibile a
‘rivedere il blocco dei contratti’. Per questo – conclude – attendiamo
la convocazione annunciata dalla ministra Madia, ancora non pervenuta
dopo gli impegni assunti”.
Nota ministeriale n.0241908 del 14.7.2016
Si sono svolte oggi le singole consultazioni delle OO.SS, sul bando relativo alle procedure di riqualificazione di cui all’art. 21 quater.
Abbiamo incontrato il Capo Dipartimento Gioacchino Natoli ed il
Direttore Generale Barbara Fabbrini per avere i chiarimenti annunciati
durante la riunione del 1° luglio e presentare le nostre osservazioni in
merito alla informativa pervenutaci lo scorso 29 giugno.
In premessa abbiamo esposto e sostenuto le segnalazioni che ci sono
pervenute sia da gruppi di lavoratori che da singoli sui dettagli del
bando, con particolare riferimento alla ponderazione del titolo di
studio, dell’anzianità e/o dell’esperienza professionale. Sulla
questione del titolo di studio e dell’anzianità abbiamo inoltre
sottolineato che dal nostro punto di vista e nel rispetto del CCNL 98/01
non deve esserci una preponderanza di un criterio sull’altro ma devono
avere lo stesso peso massimo all’interno della valutazione complessiva.
In relazione alla procedura di formazione abbiamo chiesto alcuni
chiarimenti ed abbiamo fatto presente la necessità di garantire che la
formazione sul posto di lavoro possa essere svolta in tranquillità con
la garanzia di esonero dal servizio da parte del dirigente responsabile
nelle ore previste. Sarà inoltre possibile, per chi ne faccia richiesta
o sia fuori dal posto di lavoro per motivi di salute e/o aspettativa
etc., collegarsi da un computer privato nel rispetto delle procedure
stabilite dalla piattaforma e-learning.
L’Amministrazione ha preso atto di tutte le nostre istanze.
Con l’occasione abbiamo rammentato ai nostri interlocutori la necessità
di avviare al più presto, entro la fine del mese, il tavolo per
l’Accordo Quadro che comprenda i percorsi da avviare con particolare
riferimento a tutti gli altri profili professionali, alla programmazione
delle progressioni all’interno delle aree ed alla revisione dei profili
professionali.
Vi terremo informati sugli sviluppi.
Fp Cgil Giustizia
Grieco/D’Orazio
L’Amministrazione Difesa ha
preso atto degli esiti del secondo incontro, avvenuto il
6 luglio 2016, nell’ambito della trattativa per la
definizione dell’accordo integrativo di amministrazione
sul FUA per l’anno 2016 e ha predisposto un nuovo testo
della piattaforma, recependo, nei limiti del possibile,
le osservazioni e le richieste formulate dalle OOSS.
L’Amministrazione Difesa ha
sempre voluto dare corso, nel rispetto reciproco dei
ruoli, all’intesa programmatica sugli sviluppi economici
da realizzare nel 2016, raggiunta in sede di
sottoscrizione definitiva dell’accordo integrativo di
amministrazione sulla distribuzione del FUA per l’anno
2015 (art. 16), e il contestuale impegno a proseguire
nel 2017 il percorso di crescita professionale dei
dipendenti (nota congiunta all’accordo).
L’Amministrazione ha
esaminato le proposte delle OOSS di verifica della
possibilità di effettuare già nel 2016 un programma di
sviluppi economici che interessi il maggior numero
possibile di lavoratori. Le stesse, tuttavia, da un lato
incontrano il limite invalicabile dell’incompatibilità
finanziaria, dall’altro, in caso di coinvolgimento di un
numero comunque molto elevato di dipendenti,
creerebbero, nell’immediato, uno squilibrio nell’impiego
delle risorse del FUA, in quanto i dipendenti che non
accedessero agli sviluppi economici parteciperebbero
alla distribuzione di una quota limitata di risorse del
fondo.
L’Amministrazione ritiene,
pertanto, che la trattativa debba proseguire sulla base
dell’impegno a realizzare per l’anno 2016 un numero di
sviluppi economici pari a 7.002 unità e a proseguire nel
2017 il programma di crescita economica e professionale
dei dipendenti e confida in una sua rapida conclusione.
Quest’ultima è, infatti, presupposto indispensabile per
la realizzazione tempestiva degli sviluppi economici,
per i quali condizione critica di successo è la
definizione delle graduatorie entro il 2016.
Facendo
seguito quindi agli accordi intercorsi, si trasmette, in
allegato, la convocazione relativa al giorno 20 Luglio
2016 avente all’ordine del giorno il Fondo Unico di
Amministrazione 2016.
Si
coglie altresì l’occasione per trasmettere, in annesso,
documentazione utile allo svolgersi del predetto
incontro.
Cordiali
saluti.
Dr.ssa
Anita CORRADO
MINISTERO DELLA DIFESA
DIREZIONE GENERALE PER IL PERSONALE
CIVILE
Abbiamo
assistito ieri ad una ulteriore riunione, che doveva essere conclusiva
sull’accordo sulle progressioni economiche. Le posizioni in campo si sono
chiarite e ciascuna Organizzazione Sindacale ha espresso la volontà di aderire
o meno all’accordo. Quindi lo scenario dovrebbe essere chiaro, noi siamo tra
quelli che non hanno siglato l’accordo sulla base delle motivazioni ampiamente
motivate e rese pubbliche negli ultimi nostri comunicati. Invece no: ieri
abbiamo assistito ad un vero e proprio tentativo improprio di pressioni
culminato in un pessimo intervento del Capo Dipartimento, che ci è parso un
vero e proprio tentativo di intimidazione delle sigle sindacali che non hanno
ritenuto di aderire all’accordo. Insomma siamo in presenza di quella che
qualcuno molto eufemisticamente ha chiamato “moral suasion” e che
invece a noi è parso tutt’altro. In particolare quando il Capo Dipartimento ci
ha annunciato che anche lei farà, tramite la news letter della comunicazione
istituzionale, un vero e proprio comunicato ai lavoratori nel quale evidentemente
metterà all’indice i cattivi come noi. Insomma siamo arrivati alla
comunicazione istituzionale mossa per giustificare scelte negoziali e per
additare gli avversari, come nel più classico caso della dialettica sindacale.
Dobbiamo dire che questa ci mancava, mai da nessuna parte si era verificato, e
quindi siamo curiosi veramente di leggere il comunicato sindacale emesso
dall’Amministrazione. Già che ci siamo peraltro vorremmo invitare la dr.ssa
Bono a spiegare ai lavoratori le motivazioni dello stato di abbandono dei
lavoratori e dei servizi, del perché non si avvia uno straccio di processo
occupazionale a fronte di una carenza che si avvia a raggiungere la metà
dell’organico previsto, che cosa intendono fare dal primo settembre 2016, data
in cui, per effetto di quanto previsto dall’art.1, comma 331, della legge
190/2014, il personale amministrativo distaccato dalla scuola dovrà rientrare
nel comparto di appartenenza. E a spiegare ai lavoratori come mai non si
retribuiscono le prestazioni maturate nei periodi di superlavoro, non si
garantiscono le ferie, i riposi settimanali, come mai il Ministro non ha
ritenuto di interessarsi minimamente ai servizi pubblici che dovrebbe
garantire, e via cantando.
Insomma
non bastavano colleghi sindacalisti che oggi dicono tutto il contrario di
quanto affermavano non più tardi di 15 giorni fa, cercando di farci credere che
era questo che loro intendevano sin da allora, ci si mette pure la controparte
che, con una certa supponenza, ritiene di poter prendere a pesci in faccia chi
si permette di dissentire. Il risultato è che è stata ancora una volta rinviata
la data di conclusione a lunedì prossimo, con il malcelato obiettivo di
acquisire nuovi consensi da qualche sigla autonoma, visto che il nostro non
l’avranno. Il motivo è semplice: allo stato le sigle che hanno sottoscritto non
raggiungono il 50% della rappresentatività e, anche se questo non è elemento
ostativo alla sua efficacia. E, da quello che abbiamo capito, sono molto
tentati di far saltare l’accordo per poi additarci nella cosiddetta
comunicazione istituzionale. Avevamo pensato di disertare, un po’ sconcertati
da questi comportamenti, invece andremo a vedere il risultato di questa
appassionante “moral suasion” .
Per quello
che ci riguarda vorremmo tranquillizzare il Capo Dipartimento: ci additiamo da
soli. e lo facciamo copiandovi la nota a verbale con la quale abbiamo motivato,
nel merito, la nostra scelta di non condividere quell’accordo:
“NOTA A
VERBALE
La FP CGIL
non ritiene ci siano le condizioni per sottoscrivere l’accordo proposto in data
odierna per le seguenti considerazioni:
l’accordo
inserisce un criterio artificiale relativo alla media della valutazione sulla
produttività individuale riferito agli anni 2012/2013/2014. Tale inserimento è
stato giustificato dall’Amministrazione sulla base di una interpretazione che
prevederebbe l’obbligo di inserimento negli accordi sulle progressioni
economiche dei criteri previsti dall’art.23 del D. Lgs. 150/09. L’accordo
proposto non implica l’applicazione di questa norma, in quanto la valutazione
adottata in relazione alla distribuzione della quota individuale FUA non
corrisponde ai principi contenuti nel D. Lgs. 150/09 per esplicita, formale e
più volte ribadita posizione dell’Amministrazione. In particolare quando, in
sede di discussione sugli accordi FUA, la parte sindacale aveva avanzato la
proposta di strutturare il processo valutativo, in modo da renderlo omogeneo ai
sistemi normalmente adottati, con riferimento al diritto di contraddittorio,
alla costruzione di una banca dati che ne consenta il monitoraggio, nonché in
relazione alla definizione preventiva degli obiettivi di produzione.
L’unico
monitoraggio esistente, relativo all’anno 2012, evidenzia una disomogeneità
sostanziale nell’applicazione dei criteri previsti, tale da produrre pesanti
discriminazioni in ragione della collocazione territoriale e funzionale dei
lavoratori, così come appare del tutto aleatoria l’individuazione delle fasce
degli Uffici di diretta collaborazione,
criterio del tutto estraneo ai sistemi richiamati dalla norma che si vuole
imporre.
Pertanto
siamo in presenza di un accordo che utilizza surrettiziamente un criterio al
solo scopo di ottemperare discutibili richieste di organi esterni, richieste
peraltro appesantite dalla singolare imposizione della data di termine lavori
al 31 dicembre 2016, imposizione che non trova riscontro nel CCNL e nemmeno
nelle norme di contabilità generale. Il tutto con effetti pesantemente
discriminatori per i lavoratori.
La FP CGIL
infine richiama ancora l’Amministrazione alle proprie responsabilità in
relazione allo sfacelo organizzativo ormai del tutto ingiustificabile in cui
vivono gli Uffici del MIUR , dove la carenza di personale sta causando effetti
tragici sulle condizioni di lavoro e sulla funzionalità dei servizi. Di
conseguenza il richiamo alla responsabilità delle parti (costante nei discorsi
della controparte in questa squalificante vicenda) deve essere indirizzato alla
risoluzione di questi gravissimi problemi, non certo per ottenere il consenso
ad un accordo che la FP CGIL ritiene profondamente sbagliato.”
Questa è
la nostra posizione, responsabile, onesta e coerente.
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE
La FP Cgil Corte dei conti, aveva comunicato, sia
verbalmente nell’incontro del 17 giugno u.s., sia con una lettera (in allegato)
all’Amministrazione una serie di criticità del Sistema di rilevazione presenze
(Siap) dopo l’entrata in vigore dell’accordo sull’orario di lavoro.
Ebbene,
se da una parte accoglie alcune nostre giuste richieste, da un’altra toglie il
diritto alla fruizione dei permessi brevi sanciti dall’art.20 del CCNL!
Permesso
personale
In
caso di permesso personale (36 ore annuali da recuperare entro l’ultimo giorno
del mese successivo), il sistema in automatico sottrae il periodo temporale del
permesso stesso all’eventuale credito personale di ore accumulate. Ciò comporta
– di fatto – l’impossibilità di fruire dell’istituto giuridico del permesso
personale (che ha una propria specifica disciplina, differente dal sistema
dei permessi previsti nell’accordo). Infatti, il dipendente che avesse già
un credito (per esempio di 6 ore, accumulate secondo le modalità previste
nell’accordo) e chiedesse un permesso a recupero-codice PREC (per esempio di
due ore) si vedrebbe sottratto il tempo del permesso (due ore) sia dalle 36
annuali che dal suo credito.
Dal
momento che l’Amministrazione è così solerte nel gestire le differenti
tipologie di crediti e debiti del tempo lavorato, si chiede altrettanta
attenzione nel consentire ai propri dipendenti l’utilizzo di tutti gli istituti
relativi al tempo lavoro.
Di
conseguenza, qualora il dipendente chiedesse un “permesso breve” il tempo non
lavorato dovrebbe erodere il monte ore delle 36 previste e non il credito
personale. Quanto al recupero dello stesso permesso, posto che l’autorizzazione
deve essere data “a monte” al dipendente, sarà cura di quest’ultimo comunicare
la giornata in cui recupera senza dover chiedere un’ulteriore autorizzazione a
fermarsi.
Risposta: Anche la gestione del permesso
personale (36 ore annuali da recuperare entro l’ultimo giorno del mese
successivo) rientra nella logica applicata dal sistema, che compensa, a fine
mese, crediti e debiti orari soggetti a recupero. Viene, quindi, esclusivamente
monitorato il raggiungimento del limite delle 36 ore annue. Una impostazione
diversa richiederebbe una gestione per specializzazione delle eccedenze, che
graverebbe principalmente sulle attività delle Segreterie che, con le
innovazioni introdotte (o di prossima realizzazione) si è inteso, invece,
semplificare.
NON ACCOLTA E
RITENIAMO INACCETTABILE E GRAVISSIMO LEDERE IL DIRITTO DI USUFRUIRE, A
RICHIESTA, DEL PERMESSO BREVE E LA SOSTANZIALE ELIMINAZIONE DELL’ART. 20 DEL
CCNL – PERMESSI BREVI.
SI RICHIEDE,
PERTANTO, L’IMMEDIATO RIPRISTINO DELLA POSSIBILITA’ DI USUFRUIRE DELLE 36 ORE
DI PERMESSO ANNUALI.
Flessibilità in
entrata – Permesso retribuito ex art. 18
Attualmente il sistema prevede la flessibilità in
entrata dalle ore 7,30 alle ore 9,30 (tranne che per i casi previsti fino alle
ore 10,00). In presenza di un permesso retribuito a orario, fruito ad inizio
della giornata, il sistema, in automatico, se l’ingresso è successivo alle
9,30, segnala un permesso che va dalle 7,30 fino al momento della timbratura
(esempio – entrata ore 9,45 – permesso retribuito di 2 ore e 15 minuti); se
invece la timbratura si verifica entro le 9,30, non si avrà un permesso
retribuito ma si rientra nella flessibilità ordinaria.
Ciò, evidenzia, in considerazione della penuria delle
ore annuali in n. di 18, la repentinità del prosciugamento delle ore de quibus.
Infatti, se la timbratura avviene entro le ore 9,30 non ci sarà nessuna
detrazione delle ore a disposizione, se, invece avviene alle ore 9,31 si avrà
un addebito di 2 ore e 1 minuto. Si chiede, pertanto, che i permessi retribuiti
in entrata decorrano dalle ore 9,30 (dalle ore 10,00 per le categorie previste)
in quanto la fascia oraria 7,30 – 9,30 va intesa esclusivamente come rientrante
nella flessibilità;
Risposta: Le assenze orarie in entrata non
decorreranno dall’orario teorico di inizio giornata (7:30), ma dal termine
previsto per la flessibilità (9:30 o 10:00). Verrà considerata assenza
esclusivamente il ritardo in entrata.
Inoltre, per
alcune tipologie di assenza, quali, ad esempio, i permessi relativi all’art. 18
C.C.N.L., alla legge 104/92, i riposi per allattamento etc., sarà consentito
stabilirne, in maniera flessibile, l’orario di decorrenza, qualora ricada
nell’ambito della flessibilità consentita. Ad esempio, in caso di timbratura in
entrata alle ore 10,00 e richiesta di fruizione di due ore di riposo per
allattamento, sarà possibile far decorrere il riposo, in maniera agevole e
senza forzatura della giornata, dall’orario richiesto dal dipendente
(nell’esempio citato: dalle ore 8,00 anziché dalle ore 7,30). La funzionalità
per la nuova gestione sarà disponibile dal mese di luglio.
ACCOLTA!
Cambio giornata
di rientro
Il
sistema non permette, nemmeno occasionalmente di modificare la giornata di
rientro pomeridiano con un’altra giornata, nella stessa settimana lavorativa.
Posto che questa è una decisione unilaterale dell’Amministrazione, se ne chiede
la disapplicazione, con possibilità di cambiare, eccezionalmente, il pomeriggio
di rientro.
Risposta: Con riferimento al cambio
occasionale del giorno di rientro, a fronte del riscontrato verificarsi di casi
non sporadici di utilizzo non congruo della possibilità di cambio, la scelta
ostativa operata dall’Amministrazione è stata effettuata al fine di favorire la
corretta applicazione della logica sottesa al rispetto dei cicli orari, in
funzione dei quali viene determinato l’assetto organizzativo degli Uffici.
NON
ACCOLTA, MA NOI RITENIAMO CHE UN CAMBIO OCCASIONALE NON CAGIONA NOCUMENTO
ALL’ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI, SE PREVENTIVAMENTE RICHIESTO
Autorizzazioni
per il recupero ore
Si
ritiene immotivata l’autorizzazione da parte del dirigente, per il recupero dei
permessi e/o dei ritardi, così come enunciato nella circolare applicativa
emanata dall’Amministrazione.
Risposta: Per le autorizzazioni relative
alle ore di recupero, fa capo ad ogni dirigente prevedere le modalità di
completamento dell’orario di lavoro, in considerazione delle esigenze
organizzative dell’Ufficio.
L’AMMINISTRAZIONE
QUI DELEGA IL DIRIGENTE AD AUTORIZZARE O MENO IL DIPENDENTE ALLE ORE DI
RECUPERO E CI SI CHIEDE: A CHI PUO’ CAUSARE DANNO?
Pausa pranzo
In caso di pausa fuori la sede oltre i 30 minuti, e il
dipendente prolunghi il proprio orario di lavoro giornaliero per gli
stessi minuti usufruiti in più per la pausa, questi ultimi non vanno a
completare l’orario di lavoro, ma risultano come ritardo.
Risposta: La gestione della pausa pranzo,
anche nel caso di ciclo orario con giornate di 6 ore (ove ne ricorrano le
condizioni), sarà modificata al fine di renderla flessibile in base alla
effettiva durata della stessa, qualora superiore a 30 minuti. In tal modo, il
termine dell’orario ordinario di lavoro risulterà prolungato del tempo
necessario a compensare la durata della pausa pranzo, con eliminazione della
flessibilità e delle regole ad essa associate. Inoltre sarà possibile far decorrere
l’inizio della pausa pranzo dalle ore 15:00. Le modifiche saranno disponibili
dal mese di ottobre 2016.
Le anomalie segnalate relativamente alla
non corretta gestione della pausa pranzo e delle eccedenze orarie da imputare
“all’autonomia” e/o alle “autorizzate”, riscontrate in presenza di cicli orari
che prevedono la giornata lavorativa di 6 ore, saranno risolte a partire dal
mese di ottobre 2016.
Al fine di
determinare la corretta attribuzione della pausa pranzo, sono state già
apportate le necessarie modifiche alle regole associate a ciascuna delle
causali di assenza oraria (es. Legge 104/92, PMFH, RCOM, PREC…)
ACCOLTA!
Ore in
autonomia
Nella circolare applicativa per le ore in autonomia
non viene specificato che possono essere utilizzate anche ad ore, pur con
autorizzazione; ciò ha comportato diverse interpretazioni da parte dei Saur.
Risposta: nessuna (!)
L’amministrazione ha altresì comunicato, che news di
aggiornamento saranno pubblicate sul sito Intranet, in concomitanza con le date
di effettiva disponibilità di ciascuna delle sopra richiamate modifiche
apportate al SIAP.
Roma,
15 luglio 2016
Il
Coordinatore Nazionale FP Cgil Corte dei conti
Susanna
Di Folco
Corte dei Conti : anomalie nel sistema Siap – criticità (nota del 27 giugno 2016)
Egregi Presidenti,
in merito al DDL Testo
unificato 3247 (disegni di Legge Iori e Binetti) , recante
“Disciplina delle
professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore
professionale
socio-sanitario e pedagogista ” (Atto Senato n. 2443), le scriventi OO.SS.
ritengono doveroso
pronunciarsi sul provvedimento richiamato in premessa che, a nostro
avviso, vorremmo
approfondire .
Il succitato
provvedimento, licenziato dalla Camera dei Deputati lo scorso 21
Giugno, moltiplica la
frammentazione esistente, quando invece sarebbe stato necessario,
per la complessità dei
bisogni di assistenza e cura, di percorsi integrati.
Si attendeva un provvedimento
che colmasse le lacune legislative del nostro
ordinamento, invece di
produrre ulteriore frammentazione, sancendo la separazione del
profilo dell’educatore
in percorsi formativi e lavorativi diversi, arrecando gravi danni tanto ai
lavoratori quanto ai
cittadini fruitori dei servizi.
Inoltre, si
stabiliscono percorsi di riconoscimento e di riqualificazione diversi a
seconda dell’età
anagrafica e degli anni di servizio, a totale carico dei lavoratori, lasciando
fuori molti educatori
già impiegati in servizi, riconosciuti ai sensi delle norme vigenti, con il
reale rischio di dover
cambiare lavoro.
Sosteniamo invece che,
per la complessità dei bisogni di assistenza e cura, c’è
bisogno di percorsi
integrati di presa in carico globale, valorizzando anche le buone
esperienze pregresse.
C’è bisogno di riunificare il mondo del lavoro, di fare ordine nei profili
e nelle professioni,
nel rispetto della qualità delle prestazioni e dei servizi.
Le scriventi OO.SS.
chiedono di essere ascoltate in sede di audizione formale per
esporre le proprie
osservazioni in merito.
FP CGIL
C. Taranto
CISL FP
D. Volpato
UIL FPL
G.
Torluccio
15.07.2016 – Marche – Rendere giustizia ai malati e restituire credibilità alle istituzioni.
Anche noi Vigili del Fuoco e stiamo cercando di far comprendere alla politica la delicatezza della questione “salute”.
La problematica è legata alla presenza di Amianto in moltissimi manufatti e materiali con i quali, per le più disparate motivazioni, veniamo in contatto.
I materiali contenenti Amianto, in passato, erano anche parte integrante delle nostre attrezzature.
15.07.2016 – Sassari – Dichiarazione sciopero.
Alla fine, esasperati dall’atteggiamento del Dirigente del Comando, i sindacati dichiarano lo sciopero.
15.07.2016 – Puglia – Nota unitaria di sollecito richiesta di incontro.
Il recente tragico incidente ferroviario avvenuto Puglia, ha riproposto in maniera chiara ed evidente alcune criticità da tempo segnalate.
Ci si riferisce alla necessità, non più procrastinabile, di definire la convenzione tra il CNVVF ed il Servizio regionale 118.
Tale rapporto convenzionale avrebbe garantito un più qualificato servizio di soccorso, dal momento che i nostri elicotteri avrebbero potuto disporre della presenza di un medico a bordo, con indubbi vantaggi operativi per i nostri operatori, durante le attività specifiche di salvataggio, ma soprattutto garantito un qualificato ed immediato intervento sanitario sulle persone direttamente coinvolte.
Spesso, la presenza di un sanitario nelle immediate attività di assistenza e recuepro delle persone, può essere determinante per salvare una vita umana.
In più occasioni, le OO.SS. hanno sottolineato la necessità di definire questo particolare e delicato aspetto delle attività di soccorso, motivo per cui sollecitano un incontro teso a discutere e pianificare le necessarie iniziative, finalizzate a definire tale convenzione.
I temi elencati nel
titolo riassumono gli argomenti centrali affrontati nella importante riunione
di ieri, ma non gli unici.
Sulle progressioni
economiche:
ieri abbiamo siglato una
ipotesi di accordo su questa prima tranche di progressioni, relativa all’anno
in corso. L’ipotesi è il frutto di una lunga e faticosa mediazione al tavolo,
mediazione che si è svolta soprattutto all’interno del fronte sindacale. Noi la
riteniamo una buona ipotesi, anche se naturalmente avremmo preferito ulteriori
aggiustamenti rispetto all’ipotesi uscita dal tavolo tecnico. Una buona ipotesi
perché salvaguarda e rafforza i criteri di preferenza nell’attribuzione dei
punteggi relativi all’esperienza professionale per il personale che non ha
avuto le progressioni nel 2010, dimezzando il punteggio relativo all’anzianità
generale nella pubblica amministrazione e eliminando la cumulabilità tra i due
punteggi relativi all’anzianità di fascia, nel senso che in questa nuova
ipotesi si opera un conteggio distinto tra i due criteri previsti (anzianità
generale e quella di fascia) prima di sommarli. L’aspetto che continuiamo a
ritenere critico è invece quello relativo alla formazione, i cui parametri ci
appaiono assai larghi in relazione all’offerta diseguale di formazione
registrata sul territorio, ancorché legati solo a quella fatta nella fascia
economica attualmente rivestita dai lavoratori. Ma la decisione di siglare
questa ipotesi di accordo, anche in presenza di questo punto critico, deriva da
due valutazioni: la prima riguarda la rottura che una modifica di questo
criterio avrebbe prodotto con i colleghi della CISL, indisponibili alla sua
modifica. La seconda invece è relativa alle concrete prospettive che l’accordi
superi il vaglio degli organi di controllo. Nel senso che l’ipotesi doveva
essere per forza del tutto coerente con quanto previsto dal CCNL per poter
meglio fronteggiare la più che prevedibile obiezione che arriverà sulla
mancanza di criteri relativi alla valutazione individuale dei lavoratori ai
sensi di quanto previsto dalla normativa Brunetta, criteri ritenuti pregiudiziali
dagli stessi ai fini della certificazione dell’accordo e quindi della sua
efficacia. Il Mibact non ha mai adottato questo sistema e quindi, qualora
questa interpretazione prevalesse, non si potrebbero fare progressioni
perlomeno fino all’entrata in vigore di un piano della performance individuale
legato all’incentivazione produttiva. Insomma, in assenza di pagelline niente
progressioni. A tal riguardo vale la nostra esperienza sul tavolo del MIUR, ove
il problema è stato posto pesantemente esattamente nei termini che vi abbiamo
descritto, ovvero un accordo, che peraltro noi non abbiamo siglato, ispirato
esplicitamente dalle previsioni dell’art.23 della legge Brunetta, poste come
condizioni pregiudiziali per avere le progressioni in quel ministero. Quindi siamo
solo all’inizio di un percorso accidentato e per il quale ci risulta che nei
prossimi giorni l’Ufficio di Gabinetto contatterà Mef e Funzione Pubblica per
avere un confronto al riguardo.
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