COMUNICATO STAMPA
LA REVOCA DEI PART TIME NELLA P.A. E’ CONTRO LA DIRETTIVA EUROPEA
Da un triennio a questa parte la P.A. è stata falcidiata da tagli continui di personale, di stipendi, di risorse, di diritti. Si è inteso in tal modo condurre in porto un’operazione di risparmio sulla pelle dei lavoratori ma anche uno svilimento del servizio pubblico, in molte realtà non più messo in grado di reggere ai carichi di lavoro per le attività istituzionali (tribunali, servizi socio assistenziali, inps, eccetera).
Norme odiose, che vanno ad incidere pesantemente su diritti acquisiti, come il rapporto di lavoro part time conseguito nel passato da lavoratrici e lavoratori per conciliare al meglio le esigenze di lavoro con quelle familiari.
L’art. 16 della legge 183/10 (collegato lavoro) consente difatti alle pubbliche amministrazioni di sottoporre a nuova valutazione i rapporti di lavoro part time, con la conseguenza della revoca degli stessi.
LA FP CGIL ha da subito contestato questa norma, per le gravissime ripercussioni che determina nella vita delle persone, per aver sottratto la materia al confronto sindacale, per la unilateralità della valutazione.
Dopo aver bloccato le assunzioni, dopo aver bloccato il turn over per cui chi va in pensione non viene sostituito, s’intende far fronte alla grave carenza di personale provocata da queste scelte con la revoca dei part time in essere.
La revoca unilaterale del part time è tuttavia in contrasto con la direttiva europea 97/81/CE: lo stabilisce la sentenza del 4 maggio scorso del Tribunale di Trento che ha fondato la propria decisione sulla circostanza che la modifica del rapporto di lavoro part time in rapporto di lavoro a tempo pieno possa avvenire solo con il consenso del lavoratore, mentre l’art. 16 del “collegato lavoro”, nel consentire al datore di lavoro pubblico di trasformare unilateralmente il rapporto di lavoro , anche contro la volontà del lavoratore, si pone in “insanabile contrasto” con la normativa europea.
La sentenza rappresenta un fatto importantissimo, che ci conforta nel sostenere le nostre ragioni: non si può continuare in una politica cieca oltre che arrogante, una deriva che tenta di cancellare, nel pubblico come nel privato, decenni di diritti conquistati con fatica e lotte democratiche che hanno fatto questo paese un Paese un po’ più civile.
Ultime dalla contrattazione
Dopo la nostra ultima nota di sollecito del 18 aprile scorso, e successivamente all’incontro sul riordino del Mipaaf, l’Amministrazione ha (finalmente) messo in agenda per il 16 maggio la contrattazione sugli argomenti da noi più volte sollecitati:
– Accordo FUA 2007;
– proroga validità graduatoria passaggi all’interno delle aree;
– posizioni organizzative;
– revisione dei criteri già stabiliti dai CCNI Mipaaf, sottoscritto il 25 giugno 2001, art. 11 lett. B) per i passaggi del personale all’interno delle aree.
noltre, ad integrazione degli aggiornamenti precedenti, forniamo alcuni chiarimenti ed aggiornamenti su alcune importanti questioni:
1. FUA 2006: l’Amministrazione ha provveduto per tempo a chiedere – con nota a firma del Ministro De Castro – al Ministero dell’economia e delle finanze e per il tramite dell’Ufficio Centrale di Bilancio, la variazione di bilancio per avere la disponibilità economica delle somme residue del 2006 che devono essere ancora erogate (parte variabile in assestamento 2006). Abbiamo sollecitato i vertici dell’Amministrazione ad fare ogni pressione ritenuta necessaria per un positivo esito dell’iter, con l’obiettivo di liquidare le residue spettanze nel più breve tempo possibile.
2. Passaggi dall’area B alla posizione C1: un accordo integrativo siglato a tutela del personale, ruolo agricoltura. Nel già citato comunicato del 18 aprile scorso avevamo parlato di alcune nostre perplessità sulle modalità di formazione della graduatoria: le verifiche che abbiamo fatto, e la richiesta di chiarimenti fornita dall’Amministrazione ci hanno (quasi del tutto) chiarito alcune perplessità. Pur tuttavia il rischio che ricorsi possano bloccare l’intera procedura rimane forte; tali rischi derivano dal profondo e diffuso malcontento del personale interessato, che negli ultimi mesi ha visto redigere due differenti graduatorie, senza capire come mai i propri punteggi siano mutati così profondamente da una graduatoria all’altra. Per ovviare al rischio di un blocco dell’intero concorso, che danneggerebbe tutti, in data 19 aprile 2007 è stato siglato un accordo integrativo che prevede che tutto il personale che ha presentato la domanda per il passaggio dall’area B alla posizione C1 partecipi al corso di formazione, un accordo che tutela il personale interessato ed esclude quindi il possibile blocco dell’intera procedura. L’accordo in questione infatti non muta nulla di quanto già previsto dal bando con il quale è stato indetto il corso-concorso: il personale classificato in graduatoria, escluso quello utilmente collocato in graduatoria, parteciperà anch’esso alla formazione ma sarà successivamente inserito in una differente e separata graduatoria. A tutela del personale utilmente collocato in graduatoria abbiamo chiesto che il rimanente personale sostenga l’esame solo successivamente all’inquadramento dei vincitori del concorso. Il personale inserito nella seconda graduatoria, quindi, trarrà vantaggio dall’accordo stesso in primo luogo in quanto parteciperà alla formazione (che reputiamo sempre utile) e in secondo luogo in quanto avrà l’opportunità di scorrere in graduatoria, ove si creassero disponibilità di posti nella posizione C1 nei prossimi anni. Non nascondiamo inoltre che questa richiesta nasce anche dall’esigenza di non ripetere più la triste esperienza della prima tornata di riqualificazione, nella quale alcuni colleghi hanno vissuto come mortificante l’esclusione persino dai corsi di formazione. Un limite alla partecipazione, imposto dall’Amministrazione, che non si deve, possibilmente, più ripetere.
3. posizioni organizzative, ruolo agricoltura: ci auspichiamo di addivenire ad un accordo migliorativo rispetto a quello, più volte criticato, dell’ICQ. Le Posizioni Organizzative, secondo quanto definito dal CCNL, dovranno essere individuate sia per il coordinamento di uffici, sia per settori che richiedano particolari ed approfondite conoscenze tecniche. Pensiamo anche che, raggiunto (speriamo a breve) questo accordo, sia necessario avviare con l’Amministrazione una riflessione sulle modalità e i criteri con i quali vengono assegnate le reggenze, motivo di forte malcontento tra il personale che legittimamente ritiene di avere i requisiti per tali incarichi.
4. nuove progressioni professionali all’interno delle aree, ruolo agricoltura: l’Amministrazione ha convenuto con la CGIL sulla assoluta necessità di procedere, nel più breve tempo possibile, all’avvio delle procedure per la definizione dei contingenti per una nuova tornata di riqualificazioni all’interno delle aree, a partire proprio dai colleghi esclusi dalla prima tornata di riqualificazione, realizzatasi nel 2003. Non appena possibile vi forniremo aggiornamenti.
5. posizioni super, ruolo agricoltura: abbiamo riscontrato, favorevolmente, il consenso dell’Amministrazione per la definizione di nuovi criteri e contingenti, tutti da definire, per il riconoscimento di nuove posizioni super per il personale delle posizioni B3, C1 e C3. Ovviamente sarà possibile procedere all’attribuzione della posizione super, in particolare per la posizione B3, solo dopo la conclusione del corso concorso alla posizione C1 – che al momento rappresenta la priorità – fermo restando che, ad una prima valutazione, è prevedibile che il bando contente tempistica, modalità e criteri (sulla base dell’accordo ancora da sottoscrivere) potrà essere emanato entro l’estate o al più tardi nel mese di settembre.
6. accordo sulla formazione, ruolo agricoltura ed ICQ: per quanto riguarda il personale dell’agricoltura la formazione dell’anno 2007 sarà probabilmente assorbita dai corsi di riqualificazione tra e nelle aree che (anche se la riqualificazione è un obiettivo sicuramente positivo), non consideriamo positivo in assoluto se non ci si prefigge di addivenire ad un Accordo generale sulla formazione, che definisca quindi criteri e modalità e, soprattutto, sia redatto sulla base delle esigenze formative dell’Amministrazione. Altrettanto vale per l’ICQ, ove non è condivisibile che le modalità di selezione del personale da avviare a percorsi formativi avvenga, di fatto, senza che sia nota la modalità in base alla quale è stata operata la scelta del personale da formare, pur prendendo atto di alcune positive novità recentemente introdotte. Ci aspettiamo pertanto che al più presto sia lanciato un imput, dai vertici politici dell’Amministrazione, per arrivare finalmente a definire un Accordo sulla Formazione, come peraltro già avvento in molte altre Amministrazioni.
7. ICQ, analisi della nuova dotazione organica, prospettive di future progressioni professionali e mobilità volontaria. Da ultimo, ma non per importanza, ci teniamo a spendere alcune (prime) considerazioni sulle novità derivanti dal Riordino del Mipaaf per l’ICQ. Abbiamo già avuto molti contatti con il personale dell’ICQ interessato, che chiede informazioni e tempistica delle nuove riqualificazioni da avviare nonché sulla mobilità volontaria del personale. In primo luogo va detto che ogni ragionamento su questi aspetti potrà essere avviato solo dopo l’approvazione del DPR di riordino del Mipaaf ed solo dopo che sia stata ridefinita, con provvedimento ad hoc, la dotazione organica degli uffici. I due argomenti, mobilità e nuove riqualificazioni, non sono disgiunti; a nostro avviso, preliminarmente ad ogni procedura di riqualificazione dovrà essere avviata una rilevazione delle richieste di trasferimento e solo successivamente avviate le procedure di riqualificazione. Rimane ancora da definre, a causa di alcuni gravi problemi, la data per l’incontro conclusivo sulla mobilità volontaria, nel corso del quale proporremo gli ultimi aggiustamenti alla proposta di accordo.
Roma, 15 maggio 2007
FP CGIL Mipaaf
La Corte dei Conti boccia la Sicilia
La Corte dei Conti bacchetta la Regione siciliana: troppi sprechi nel 2007. In un anno, secondo i giudici contabili, la spesa pubblica e’ aumentata dell’8 per cento. La Regione ha speso 15 miliardi di euro, ossia un miliardo in più rispetto all’anno precedente. La fotografia impietosa dei conti della Regione e’ stata scattata stamani in occasione del giudizio di parificazione 2007.
La relazione e’ stata presentata allo Steri di Palermo dal procuratore generale Giovanni Coppola.
Dito puntato sul settore sanitario, vero e proprio buco nero, che ha inghiottito 8 miliardi e 500 milioni. In pratica dividendo la spesa per la popolazione ciascun siciliano, neonati compresi, costa alle casse regionali 1.711 euro. “Nell’Isola – dice il procuratore Coppola – si e’ speso il 30 per cento in più di quanto si spende per la sanità in Finlandia, che e’ uno Stato più grande dell’Italia e ha un servizio sanitario pubblico tra i più efficienti del mondo”.
A questo si aggiunge il proliferare di convenzioni esterne con laboratori e case di cura, che nel 2007 hanno raggiunto quota 1.800 circa.
Ma la sanità non e’ l’unica nota dolente della spesa pubblica siciliana.
Davanti alle cifre presentate dalla Corte dei conti il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, corre ai ripari annunciando di aver già convocato per il pomeriggio il Comitato dei dirigenti regionali.
“Approfondiremo i diversi spunti di riflessione emersi dalla relazione dei giudici contabili”, dice il governatore assicurando che i rilievi “saranno tenuti nella giusta considerazione”.
Ma Lombardo precisa anche che “da diverse settimane la Giunta sta operando per il risanamento dei conti. L’Esecutivo – dice – ha già varato diversi atti in direzione del risparmio e della riduzione degli sprechi”.
Roma, 17 novembre 2008
Al Segretario Generale del
Ministero del Lavoro, della Salute e
delle Politiche Sociali
Dott. Francesco VERBARO
Ai lavoratori e agli iscritti del Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali
FUA 2007/2008: DUE SOLE DOMANDE
Ci fa piacere il fatto che il Direttore Generale delle Risorse Umane abbia inviato una comunicazione a tutti gli uffici e che l’abbia poi pubblicata nella intranet, magari utilizzando metodi un po’ “populistici” in stile Ministro Brunetta, per tranquillizzare il personale.
Ci fa piacere il fatto che il Segretario Generale abbia convocato per domani 18/11 alle 14.30 le OO.SS. Nazionali e Territoriali e le RSU dell’ex Ministero Lavoro ed ex Ministero della Solidarietà Sociale per una “riunione di carattere informativo”.
Come sopra detto tutto ciò non può che farci piacere, ma due domande attendono ancora risposta e verranno poste anche domani:
1) Quando verrà pagato il saldo FUA 2007 e l’acconto FUA 2008 ?
2) Che fine hanno fatto i circa 280.000,00 Euro dell’ex Ministero della Solidarietà Sociale?
Aspettiamo speranzosi che domani pomeriggio qualcuno possa rispondere a queste due semplici ma essenziali domande. E’ evidente che qualsiasi “informazione” utile sarà comunicata tempestivamente ai lavoratori.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi
SEGRETERIE NAZIONALI AGENZIE FISCALI
Si è svolta nel pomeriggio di ieri la prevista riunione avente all’odg l’informativa sulla riorganizzazione dell’Agenzia.
Come è noto l’Agenzia, in applicazione di quanto previsto dalla Legge 133/2008 circa il taglio delle dotazioni organiche (20% per la dirigenza di vertice, 15% per la dirigenza e 10% per il personale delle q.f.), e sulla scorta del piano di riorganizzazione già messo in campo all’inizio del 2008 dal precedente Direttore dell’Agenzia, ha messo a punto una vera e propria rivoluzione organizzativa che interesserà non solo gli Uffici di vertice e le direzione regionali, ma tutto l’assetto territoriale dell’Agenzia.
In luogo infatti dei preesistenti Uffici locali nasceranno 103 Direzione Provinciali, che potranno articolarsi sul territorio anche in più Uffici territoriali.
Le Direzioni provinciali saranno competenti su tutto l’ambito provinciale per l’accertamento, il contenzioso ed i rimborsi , mentre gli Uffici territoriali, strutture comunque dipendenti dalle Direzioni provinciali, per i servizi ai contribuenti ed i controlli formali.
Solo per Milano, Torino e Roma sono Previste 2 Direzioni provinciali.
L’operazione dovrebbe dispiegarsi gradualmente nell’arco del biennio 2009/2010, a partire da Bologna e da quelle realtà dove già oggi vi è un solo Ufficio locale delle Entrate in ambito provinciale.
Per la città di Roma è prevista la partenza comunque nel 2009, così come per altre realtà dove il numero degli uffici subprovinciali è limitato.
Gli Uffici locali di 4^ livello retributivo resteranno come Uffici territoriali, ma non saranno più di livello dirigenziale, mentre gli altri Uffici territoriali ora Uffici locali di 2^ e 3^ fascia retributiva resteranno di livello dirigenziale.
Secondo quanto è stato dichiarato in riunione non vi sarà mobilità del personale in quanto quello ora impegnato nelle aree controllo degli Uffici locali che diventeranno Uffici territoriali continueranno a prestare la loro attività in quelle realtà dipendendo funzionalmente però dall’Ufficio controlli che è incardinato nella Direzione Provinciale.
A livello regionale le Direzioni regionali vengono suddivise in tre fasce.
Nella prima (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Puglia) , resteranno come articolazione organizzativa ancora i settori, in quelle medie (Friuli V.G.,Liguria, Marche,Abruzzo,Umbria, Basilicata, Calabria, Sardegna (che restano di vertice) e piccole (Trento, Bolzano, Valle D’Aosta e Molise), no, con una diversa articolazione degli Uffici per quelle di seconda e terza fascia.
Viene confermato l’assetto dei CAM e dei Centri satelliti.
A livello centrale, l’informativa è stata… più generica.
Per effetto dei tagli previsti dalla Legge 133/2008 scompaiono alcune posizioni di staff, l’Ufficio sistemi e processi che viene conglobato nella Direzione centrale amministrazione, l’Ufficio studi sarà trasformato in Ufficio studio e formazione con sede logistica a Ferrara, viene soppresso l’attuale settore comunicazione esterna con il mantenimento solo dell’Ufficio stampa ed il transito degli altri Uffici nella Direzione centrale servizi ai contribuenti.
Restyling anche per la Direzione del personale con l’unificazione dell’Ufficio formazione e dell’Ufficio comunicazione interna, e la razionalizzazione di molti altri Uffici.
Questo in sintesi il quadro di quanto ci è stato detto, anche se rimandiamo per i dettagli alla documentazione scritta che necessariamente dovrà pervenire, e che abbiamo formalmente richiesto.
La nostra valutazione è critica.
Dai tagli alla macchina fiscale non possono nascere riforme efficienti ma solo destrutturazioni.
Non a caso uno degli obiettivi principali della vertenza fisco era ed è il ripristino degli organici, per noi necessario per mantenere nel paese un presidio efficiente contro l’evasione e l’elusione, e per offrire ai cittadini servizi di qualità.
La gestione organizzativa di tagli così rilevanti era ed è problematica.
L’Agenzia delle Entrate ha pensato di aggiungere la taglio delle posizioni (203 solo di livello dirigenziale), anche una vera e propria rivoluzione organizzativa, che rischia di alimentare una nuova fase di caos organizzativo.
Esprimiamo quindi preoccupazione per le modalità di attuazione del piano, per le diseconomie che necessariamente nella prima fase si verificheranno, per tutte le attività di tipo infrastrutturale e logistico che dovranno essere messe in campo, per i costi che sicuramente si avranno, per il disagio che comunque interesserà parte del personale.
Una razionalizzazione che rischia alle Entrate di divenire foriera di maggiori costi.
A scapito però dei lavoratori che delle risorse proprie dell’Agenzia finora hanno visto invece poco o nulla.
Non siamo convinti che la strada giusta sia quella di creare un nuovo livello gerarchico tra Direzione regionale ed Uffici territoriali, temiamo che dopo una prima fase, comunque si creeranno le condizioni per possibili mobilità territoriali.
Qualcuno pensa ad esempio che su Roma, Napoli, Milano etc etc non vi saranno problemi nel passare da 4, 5 , 8 Uffici a 1 o 2 ?
Resteranno gli Uffici territoriali è vero, ma sono altra cosa rispetto agli attuali Uffici locali.
E siamo veramente convinti che questo porterà un incremento della lotta all’evasione? O forse per qualche anno gli Uffici saranno più alle prese con dinamiche organizzative che proiettati all’esterno ?
Avremmo preferito un approccio diverso sulla questione, una condivisione che negli anni scorsi si era manifestata con la riforma della macchina fiscale e la nascita delle Agenzie, e che ora invece viene modificata senza alcun concorso di idee e progettualità da parte di chi ogni giorno lavora in questa Agenzia, è ne è la maggiore risorsa.
Una “riforma” che a noi piace invece definire una ristrutturazione, che avviene nel pieno di una vertenza che ci vede impegnati per il mantenimento delle risorse destinate al personale, e che giocoforza dovrà fare i conti con un’autorità politica che ha dimostrato di non voler investire ne in termini di risorse, che di impegno politico, sulla macchina fiscale.
Ne prendiamo dunque decisamente le distanze, ed allo stesso tempo chiediamo che sulle ricadute organizzative siano attivate tutte le prerogative contrattuali da subito.
Per la dirigenza, rispetto alle preannunciate ipotesi di applicazione senza deroghe del pensionamento al raggiungimento dei 40 anni di servizio, sull’utilizzo dell’esodo incentivato, sulle modalità di copertura delle posizioni a fronte della nascita dei nuovi Uffici.
Su tutto il personale per i tempi, le modalità, le garanzie e gli incentivi che devono essere riconosciuti in una fase di completa rivoluzione organizzativa.
Non ci è piaciuto che sulla questione l’informativa arrivasse il giorno prima della delibera del Comitato di gestione, non transigeremo però che su tutti gli aspetti sopraevidenziati si giochi al rinvio, o all’emarginazione del sindacato ed alle forme di negoziazione previsti dai vigenti CCNL.
Nelle prossime ore appena sarà formalizzata la proposta sulla dirigenza interverremo sulla questione con uno specifico comunicato, così come vi informeremo del calendario degli incontri.
Roma, 27 novembre 2008
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi
Serio/Boldorini Silveri Cefalo Callipo
di seguito l’organigramma delle strutture delle direzioni regionali
Il ministro dello sviluppo economico José Blanco ha presentato i primi conti rispetto al taglio salariale per i dipendenti pubblici statali spagnoli. Un funzionario che guadagna 1200 € al mese perderà circa 36 euro al mese. Uno che guadagna 3000 euro ne perderà 220. La stragrande maggioranza del personale (2,8 milioni) ha uno stipendio tra i 1.200 ei 3.000 euro. In pratica si perderebbe il 2,6% per i salari con meno di 1000 euro e l’8% per gli stipendi di 3000 euro. Ma le tabelle non sono ancora state rese pubbliche.
Per ora il taglio salariale si applica solo al personale che ha il contratto direttamente con l’amministrazione pubblica statale (sanità, insegnanti, ministeriali, polizia e guardia civil) ma non per il personale delle aziende pubbliche (i macchinisti delle ferrovie, il trasporto locale, il personale degli aeroporti, ecc.).
Intanto i sindacati di categoria della UGT e di CCOO hanno confermato per il 20 maggio una mobilitazione regionale con manifestazioni davanti alle prefetture (con la partecipazione anche dei lavoratori dei trasporti) ed una manifestazione a Madrid in contemporanea con l’inizio del dibattito parlamentare sulla trasformazione in legge del decreto. Il 2 giugno sciopero generale di tutto il settore pubblico, compresa la sanità e la scuola, i servizi di emergenza e gli enti locali e regionali.
Le Confederazioni CCOO ed UGT appoggiano fortemente la scelta dello sciopero generale del settore pubblico ed annunciano che esso sarà solo il primo passo di una massiccia campagna contro le misure del governo.
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil
CGIL FP – CISL FP – UIL FPL
Mercoledi 14 febbraio si è svolto un primo incontro tecnico tra FP CGIL CISL FP UIL.FPL e Unioncamere Nazionale per inquadrare la problematica del personale impiegato presso le Camere di Commercio ed in attesa di stabilizzare il proprio rapporto di lavoro.
L’incontro ha prodotto l’intesa di lavorare per giungere a definire condivisi percorsi pluriennali di governo delle politiche occupazionali che comprendano la stabilizzazione delle lavoratrici e lavoratori con rapporto di lavoro non stabile.
Si è iniziato con il considerare i dati del rapporto sul sistema camerale, pubblicato nel 2006 e relativo all’anno 2005, che a fronte di 8.396 dipendenti in servizio individua 598 lavoratori a tempo determinato, 211 Co.co.co, 306 in somministrazione lavoro, 333 lavori socialmente utili, 36 ricorsi a cooperative sociali, 25 contratti di formazione lavoro.
Da questa prima analisi, e per la ricerca di soluzioni, si è avvertita la necessità di operare un approfondimento, ognuno per la propria parte, della dimensione del problema che tenga conto delle specificità territoriali.
Si è concordato di effettuare il prossimo incontro entro un mese.
CGIL FP
Crispi
CISL FP
Alia
UIL FPL
Fiordaliso
Roma 15/02/2007
CGIL FP CISL FP UIL PA
IPSEMA
In data odierna si è tenuto l’incontro sindacale con il seguente ordine del giorno :
Informativa art. 1 comma 440, della legge n.296/2006 )legge finanziaria 2007;
Fondo aree professionali A,B e C anno 2006.
Con riferimento al punto 1 l’Amministrazione ha comunicato che la dotazione organica, per come attualmente utilizzata, già rientra nelle percentuali previste dalla legge finanziaria 2007. Per quel che riguarda il secondo punto all’ordine del giorno, le OO SS hanno condiviso la proposta dell’Amministrazione di pagare, con lo stipendio del prossimo mese di aprile 2007, un ulteriore acconto complessivamente pari a €.218.027,78. Al riguardo è stato sottoscritto anche il relativo accordo di cui se ne allega copia.
Nel predetto accordo è stato altresì previsto che le verifiche relative ai progetti decentrati e progetti speciali saranno ultimate entro il 30/04/2007.
L’Amministrazione su richiesta delle OO SS ha inoltre rinnovato l’impegno ad espletare, per tutto il personale, la formazione propedeutica alle procedure concorsuali interne entro il mese di giugno 2007.
Di seguito, inoltre, l’accordo sottoscritto in data 8 marzo 2007 relativo alle prestazioni di lavoro straordinario.
Nel ringraziare per l’attenzione si inviano i più cordiali saluti.
Roma, 30 marzo 2007
CGIL FP Donatella Lanzi
CISL FP Ezio Iacovini
UIL PA Rocco Mollicone
Roma, 6 settembre 2006
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali
On.le Paolo De Castro
e, p.c. Al Capo di Gabinetto
Consigliere Ermanno Granelli
Egregio Signor Ministro,
abbiamo letto la sua Lettera al personale, degli interventi necessari per contribuire, anche nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al programma di razionalizzazione della spesa pubblica, da attuarsi con la Legge Finanziaria 2007. Si parla di razionalizzazione mediante un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza nella gestione delle risorse, e non di tagli: e fin qui siamo d’accordo, perché se c’è da risparmiare, in questo Ministero, questo non può esser fatto sulla pelle dei lavoratori. Per i tagli abbiamo già pagato un tributo eccessivo, come dimostra la drammatica condizione del personale e delle risorse strumentali!
Ma sbaglia nell’inviare una risposta incompleta sui temi sollevati, perché nessuno meglio dei dipendenti sa dove razionalizzare, dove recuperare efficienza… non crediamo troverà molto aiuto tra i vertici dell’Amministrazione… qui semmai c’è da tagliare, non certo riducendo i laboratori dell’ICRF.
Vale la pena di evidenziare come le intercettazioni telefoniche rese pubbliche nei mesi scorsi dai media, insegnino di più di molti trattati di analisi sociologica, riguardo al meccanismo con cui sono state operate negli ultimi anni alcune scelte o sia stata selezionata la classe dirigente di questo paese. Da queste sconcertanti situazioni quindi si potrebbe comprendere come mai l’operato di alcune amministrazioni sia di così basso profilo: sono solo il prezzo, fatto pagare a milioni di italiani, di qualche nomina immeritata, di qualche viaggio premio o chissà cos’altro.
Però fa piacere non sentir parlare di nuovo di “riorganizzazione tramite riduzioni di personale”, basti pensare che, nonostante le disperate condizioni in cui ci troviamo, il taglio del personale c’è già stato, una prima volta in applicazione della Legge Finanziaria 2005, ed una seconda volta grazie al riordino dell’ICRF, e quindi forse è davvero il momento di “riorganizzare”: non crede utile farlo insieme ascoltando gli addetti ai lavori?
Riassumendo dalla Sua lettera al personale torniamo ad evidenziare quanto segue:
1. Fondo Unico di Amministrazione: nella Legge Finanziaria 2006, l’ultima del precedente governo, al c.189 si stabilisce che il FUA del 2006 non può eccedere quello previsto per l’anno 2004 come certificato dagli organi di controllo. Al riguardo Le chiediamo di sostenere, nelle sedi delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato la tesi che le somme apportate con il comma 406 della medesima legge finanziaria sono nuove ed aggiuntive e che, pertanto, esse non debbano essere considerate nel computo complessivo al fine della riduzione del FUA 2006.
2. straordinari: riteniamo importante ricercare ogni soluzione utile al fine di impedire o limitare la prevedibile riduzione dell’importo degli straordinari e comunque, Le chiediamo di voler attuare, come previsto dall’art. 30 lavoro straordinario – CCNL 98/01, c.1, la riduzione dell’importo complessivo degli straordinari di almeno il 5%, riversando nel FUA 2006 l’importo così individuato.
3. Indennità BSE (di cui alla Legge 49/2001, art. 3, commi 4 e 5): dal 2001 al 2006 la dinamica dei salari e degli stipendi, secondo studi dell’IRES-CGIL (elaborati in base a dati ufficiali ISTAT – Banca d’Italia), ha subito la dinamica negativa dell’intera economia e, sebbene l’azione di CGIL, CISL e UIL abbia svolto un ruolo determinante nel tenere il passo delle retribuzioni contrattuali al ritmo di crescita dell’inflazione, le retribuzioni “di fatto” hanno registrato un bilancio negativo. Negli ultimi anni poi si assiste anche ad una perdita del potere d’acquisto dei redditi familiari, che parte proprio da un allargamento della forbice salariale presente tra gli autonomi ed i dipendenti, peraltro contestuale all’aumento della spesa media delle famiglie. I contratti nazionali hanno assolto al ruolo di difesa del potere d’acquisto, ma da soli non sono bastati a reggere l’impatto di una politica economica e fiscale lontana da qualsiasi politica dei redditi, di redistribuzione della produttività. La norma citata prevede la corresponsione di un’indennità di 490.000 euro per il personale dell’ICRF, mai adeguata alla svalutazione e peggio, mai aggiornata all’aumentato numero di dipendenti, sebbene gli impegni pubblicamente assunti dall’ex Ministro Alemanno e dall’ex Sottosegretario Dozzo. Dal 2001 ad oggi l’inflazione calcolata dall’ISTAT, che ha effetto su stipendi e salari accessori, è stata tale da richiedere un Suo autorevole intervento: ne chiediamo pertanto l’adeguamento e la distribuzione con le modalità utilizzate nel corso degli ultimi tre anni al personale del Mipaaf.
4. Formazione del personale: non abbiamo trovato una parola sui soldi pubblici, esclusivamente destinati alla formazione di dipendenti pubblici (che invece spesso sono stati esclusi) ed invece utilizzati per formare anche lavoratori esterni ed addirittura precari (il contratto per la fornitura lavoro sembra preveda che il costo della loro formazione sia in capo alla società di fornitura lavoro stessa). Nell’ICRF invece, vige il sistema della c.d. “formazione continua”, sulla quale c’è molto da ridire, visto che è gestita con modalità che reputiamo inique, piuttosto che a beneficio della generalità del personale.
5. chiusura dei laboratori: davvero, non cogliamo svolte epocali. Noi abbiamo argomentato dettagliatamente: la Sua risposta è stata di essere dispiaciuto di non poter mantenere gli impegni assunti. Noi però vorremo risposte esaurienti, le ragioni, i numeri su cui è fondata tale decisione. Se queste fossero condivisibili non esiteremo a sostenere la Sua decisione. Però l’impegno a conservare l’attuale livello di controllo per garantire la sicurezza nell’agroalimentare come si concilia con i solleciti ad aumentare l’attività di alcuni laboratori, evidentemente non in grado di espletare la mole di lavoro su di essi ricaduta? Forse la programmazione fa cilecca? Come garantiremo lo stesso livello di verifiche ispettive con i tagli che sono stati operati? Se l’ICRF ha bisogno di riforme, occorre innanzi tutto uscire dall’idea della grande riforma, la grande svolta non è lì.
6. Improprio utilizzo di lavoro precario ed incarichi dirigenziali: manca anche, da parte Sua, non un segnale ma il Segnale. Noi consideriamo l’apporto di lavoro dei lavoratori precari prezioso, considerata l’enorme carenza di personale nel Ministero, ma l’improprio utilizzo di personale precario (e non) è un problema sul quale non è più possibile eludere una risposta. Come spiegare inoltre la presenza nell’amministrazione di lavoratori di Associazioni di categoria e di esterni alla struttura ministeriale? Non sarà il caso di chiedersi: per quale motivo? Quali sono gli scopi, gli eventuali atti convenzionali, quali le decisioni prese, insomma perché questi lavoratori vivono (ed operano) quotidianamente nei nostri Uffici? Sulla questione segnaliamo l’interrogazione n. 4-09146 (che alleghiamo) presentata nel corso della seduta 21 luglio 2005, n. 849, con la quale i Senatori Piatti, Marineddu, Basso, Flammia e Vicini, chiedevano agli ex Ministri Alemanno e Baccini di conoscere se corrispondesse al vero che il Ministero:
– avesse fatto un anomalo ricorso a forme di lavoro interinale, emarginando dai processi lavorativi alcuni funzionari di ruolo;
– avesse proceduto a conferire incarichi di dirigente di seconda fascia a soggetti esterni oltre la quota consentita e anche ad alcuni soggetti privi dei requisiti prescritti.
La democrazia, signor Ministro, è un insieme di valori condivisi e di regole certe e per questo, non avendo mai ricevuto una risposta, gradiremmo fosse Lei a fornircela. La politica, Signor Ministro, non può avventurarsi in aristoteliche teorie e le scelte non possono dimenticare la parte etica!
Però fa piacere sentire che anche in questo ministero si debba praticare il metodo che il governo Prodi ha inteso rilanciare, cioè la concertazione con il Sindacato, ma ci vuole la voglia di cambiare e il coraggio di farlo, per dare un chiaro segnale di discontinuità rispetto alla chiusura e all’autoreferenzialità che hanno segnato i cinque anni della passata gestione: Lei sa che la popolazione ministeriale non è assente: aspetteremo fiduciosi, ma non per sempre, e non in silenzio!
Siamo a conoscenza dell’intenzione di attivare i tornelli per la rilevazione automatica delle presenze. E la concertazione con le OO.SS. dov’è andata a finire? Ci aveva preannunciato la riforma del Ministero e che a settembre ci sarebbe stata una prima bozza del DPR. Dov’è?
Non sarà forse meglio prima affrontare alcune delle questioni sopra indicate?
Roma 6 settembre 2006
FP CGIL Mipaaf
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Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-09146
presentata da GIANCARLO PIATTI giovedì 21 luglio 2005 nella seduta n.849
PIATTI, MURINEDDU, BASSO, FLAMMIA, VICINI. – Ai Ministri per la funzione pubblica e delle politiche agricole e forestali. Premesso che:
l’articolo 97, comma 3, della Carta costituzionale stabilisce che «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge»;
il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, articolo 19, comma 6, prevede, tra l’altro, che gli incarichi di dirigente di seconda fascia possono essere conferiti, da ciascuna amministrazione, entro il limite dell’8 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla medesima seconda fascia, a tempo determinato a «persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche o da concrete esperienze di lavoro maturate, anche presso amministrazioni statali, in posizioni funzionali previste per l’accesso alla dirigenza, o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato;
il decreto legislativo 276/03, «Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30», stabilisce al Titolo I, art. 1, comma 2, che esso «non trova applicazione per le pubbliche amministrazioni e per il loro personale»;
la legge 30 dicembre 2004, n. 311, all’articolo 1, comma 116, dispone l’obbligo del contenimento delle spese «per il personale con contratto di lavoro a tempo determinato, ovvero utilizzato con convenzioni o con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, entro i limiti del 2%, e fissa il limite di spesa a cui le amministrazioni pubbliche devono attenersi per l’anno 2005, che non deve superare la media annua sostenuta, per le medesime finalità, nel triennio 1999-2001,
gli interroganti chiedono di conoscere:
se risponda al vero che l’amministrazione del Ministero delle politiche agricole ha proceduto a conferire incarichi di dirigente di seconda fascia a soggetti esterni oltre alla quota consentita dalla legge e come, ove ciò risponda a verità, tale violazione possa conciliarsi con le preoccupazioni espresse dai Ministri in indirizzo nel recente convegno «La dirigenza di vertice fra politica ed amministrazione» ove, commentando il dato diffuso dalla Funzione pubblica, secondo cui dal 2001 al 2005 solo il 30% dei dirigenti della pubblica amministrazione ha ottenuto l’incarico dopo aver vinto un concorso pubblico, contro un 70% che diventa manager per nomina esterna o tramite concorsi riservati, hanno ritenuto di esternare i loro allarmi contro un sistema colpevole non solo di asservire i dirigenti della pubblica amministrazione ma anche di innalzare il tasso di precarizzazione, con conseguente notevole aumento dei costi a carico della collettività;
se risponda al vero che gli incarichi di dirigente di seconda fascia siano stati assegnati a personale privo dei requisiti di cui al comma 6 dell’articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
se risponda al vero che l’amministrazione delle politiche agricole ha proceduto a conferire incarichi di reggenza malgrado l’esistenza di dirigenti di ruolo sottoccupati in incarichi di studio;
se risponda al vero che il TAR del Lazio ha censurato l’amministrazione del Ministero delle politiche agricole e forestali per aver illegittimamente negato ai propri funzionari l’accesso, richiesto ai sensi della legge 241/90, ai curricula dei dirigenti, con incarico conferito ex articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 165/2001, e dei reggenti e se è vero che, nelle more della sentenza, i ricorrenti siano stati invitati, direttamente dal Ministro delle politiche agricole forestali, a ritirare il ricorso proposto;
se risponda al vero che l’amministrazione del Ministero delle politiche agricole e forestali ha stipulato contratti di fornitura di lavoro con la Soc. Coop. a r.l. Obiettivo Lavoro, sebbene non sia stata fatta la prevista verifica preliminare delle professionalità carenti tra il personale ministeriale, in alcuni casi sottoccupato;
se sia vero che non sia stata effettuata una corretta valutazione dei titoli di studio e delle esperienze professionali dei lavoratori assunti dalla Soc. Coop. a r.l. Obiettivo Lavoro tale da giustificare il loro inquadramento in profili ex direttivi, e se sia vero che sono stati assunti un biologo, un ingegnere ambientale, un chimico e un laureato in lettere ed inquadrati in profili ai quali non è possibile il loro inquadramento tenuto conto che, nei casi di temporanea utilizzazione di lavoratori in profili non previsti dagli assetti organici, deve esserne dimostrata l’esigenza;
se risponda al vero che il ricorso alla somministrazione lavoro con affidamento diretto alla Soc. Coop. a r.l. Obiettivo Lavoro è stata giustificata dalle esigenze straordinarie legate al semestre italiano di Presidenza europea, e se sia vero che, con modalità difformi ed in palese contrasto con quanto previsto dalla legge 196/97 e dalla vigente disciplina contrattuale in materia, la durata del rapporto di lavoro sia stata, già inizialmente, di 12 mesi, a fronte di una previsione massima consentita dalla legge e dalle normative contrattuali di 60 giorni, peraltro possibili solo a condizione che l’amministrazione avesse avviato le procedure per la copertura dei posti vacanti, e prolungabili a 180 giorni solo nel caso in cui vi sia stata difficoltà di reperimento di specifiche e particolari professionalità;
se risponda al vero che i predetti contratti siano stati più volte prorogati, nonostante il limite sopra riportato;
se risponda al vero che i lavoratori assunti per il tramite della Soc. Coop. a r.l. Obiettivo lavoro, anziché essere impiegati nell’ambito delle predette esigenze del semestre europeo, sono stati utilizzati per lo svolgimento di mansioni ordinarie previste per il personale del Ministero delle politiche agricole e forestali, esplicitamente vietato dalle normative contrattuali, e addirittura per attività non proprie del profilo professionale di inquadramento;
se risponda al vero che, nonostante sia terminata l’esigenza straordinaria determinata dal semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, sia stato pubblicato un bando, con un costo stimato in 5,7 milioni di euro, per appaltare il servizio di somministrazione lavoro per un periodo di ulteriori tre anni continuati di utilizzo della somministrazione di lavoro a tempo determinato, per il tramite della medesima Soc. Coop. a r.l. Obiettivo lavoro, e addirittura portando il numero delle unità impiegate da 28 a 46, in palese contrasto con le disposizioni della legge finanziaria per il 2005, legge n. 311 del 2004, comma 116, che dispone l’obbligo del contenimento delle spese per il personale con contratto di lavoro a tempo determinato, ovvero utilizzato con convenzioni o con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, entro i limiti del 2%, e fissa il limite di spesa a cui le amministrazioni pubbliche devono attenersi per l’anno 2005, che non deve superare la media annua sostenuta, per le medesime finalità, nel triennio 1999-2001;
se risponda al vero che anche l’aumento nel numero dei lavoratori forniti dalla Soc. Coop. a r.l. Obiettivo Lavoro tramite l’ultimo bando sia stato adottato senza alcuna valutazione delle esigenze in ordine alle professionalità carenti tra il personale ministeriale;
se sia vero che alcuni lavoratori ministeriali stessi siano stati emarginati dai processi lavorativi, con conseguente spreco di risorse economiche ed umane, sebbene lo stesso personale sia stato destinatario di processi di formazione e riqualificazione che hanno comportato cospicui investimenti di natura economica.
(4-09146)
Comunicato al Personale del ruolo ICQ
Negli ultimi giorni si sono susseguite diverse riunioni, su temi davvero importanti. Ci sembra quanto mai opportuno quindi sintetizzare qual è stato l’esito di questi confronti rispetto alle questioni più rilevanti. In particolare va citato l’accordo raggiunto sulla mobilità volontaria del personale dell’ICQ, che finalmente definisce il quadro complessivo dei criteri e delle modalità per la corretta gestione del personale: questo accordo rappresenta un vero salto di qualità per i lavoratori che, legittimamente, chiedono il trasferimento in altra sede. Abbiamo apprezzato anche l’impegno e la disponibilità dell’amministrazione a comprendere le ragioni che ci hanno indotto a proporre così tante integrazioni migliorative alla proposta di accordo presentata. Vi informiamo infine che la prima procedura di mobilità sarà avviata probabilmente nel mese di ottobre, sulla base delle carenze di posti che l’amministrazione comunicherà. Non appena possibile quindi vi faremo sapere altre considerazioni in merito.
Ed inoltre, alcune riflessioni su:
1. Proposta di accordo per nuove riqualificazioni: l’amministrazione, che recentemente aveva presentato una propria proposta di accordo, l’ha formalmente ritirata. La proposta presentata prevedeva che la procedura fosse attuata attraverso una preselezione a risposte sintetiche, effettuata tra tutti i dipendenti inquadrati nelle qualifiche idonee per la progressione professionale e che le assegnazioni del personale risultato vincitore sarebbe stata effettuata sulla base di una graduatoria nazionale e l’assegnazione sarebbe stata effettuata presso la sede di servizio, tramite un artificio da adottarsi al momento della rideterminazione delle dotazioni organiche di sede. La proposta sarebbe stata così formulata, secondo le spiegazioni fornite dall’amministrazione, per velocizzare le preliminari procedure di selezione.
La Cgil ha fatto presente che tale proposta:
– avrebbe stravolto le procedure previste dal CCNI ed impedito la corretta valutazione dei criteri di anzianità e requisiti professionali;
– è stata presentata – tra l’altro – in un momento in cui si sta per sottoscrivere la parte normativa del CCNL, che cambierà – semplificandole – le procedure e ridurrà drasticamente il problema delle riqualificazioni per sede, così come le conosciamo.
– non risolve, ma approfondisce il problema vissuto da tanti colleghi a suo tempo esclusi, per varie ragioni, dalla prima procedura di riqualificazione.
Nella riunione del 2 luglio quindi, abbiamo ribadito la nostra posizione, specificando che le aspettative del personale non possono rimanere senza risposta ed abbiamo pertanto chiesto che il confronto sull’argomento continuasse. L’amministrazione non ha mutato la priopria posizione.
2. proposta di accordo per la definizione dei criteri per la riconversione professionale del personale dei laboratori soppressi: abbiamo in primo luogo fatto presente che un accordo di questo tipo deve prevedere criteri generali per i passaggi da un profilo ad altro corrispondente; argomento sul quale l’amministrazione ritiene di voler rinviare la discussione ad altra data. Nel merito della proposta di accordo abbiamo incentrato il confronto su:
– la necessità di modificare l’impostazione proposta, per altro con differenze sostanziali e diverse previsioni per il passaggio al profilo ispettivo ed amministrativo; l’amministrazione ha specificato che, in particolare per il passaggio al profilo ispettivo, che rientra nelle proprie piene responsabilità mettere i dipendenti in condizione di poter assolvere, sia dal punto di vista della preparazione professionale e sia dal punto vista dell’idoneità fisica all’attività ispettiva (certificata dal medico dell’ufficio di appartenenza), in via continuativa e non più occasionale;
– l’assegnazione del personale che ha comunicato di non voler optare verso i nuovi profili, abbiamo chiesto che essi siano collocati nella pianta organica dell’ufficio ove prestano servizio o, in subordine, che nell’accordo si ribadissero i principi delle tutele contenute negli accordi per il personale dei laboratori che sono stati chiusi; l’amministrazione ha accettato la seconda proposta.
– la necessità di introdurre le modifiche necessarie all’ordinamento professionale al fine di dare concrete possibilità di progressione professionale a questo personale; l’amministrazione ha accettato di introdurre le modifiche richieste, fermo restando l’anzianità maturata, che deve essere quella calcolata dal momento dell’assunzione.
Abbiamo accolto favorevolmente queste prime aperture e ci siamo ripromessi di tornare a proporne ulteriori aggiustamenti. La riunione è stata poi aggiornata a lunedì 2 luglio
4. discussione sull’orario di servizio ed orario di lavoro: l’amministrazione ha adottato con Decreto il seguente orario di servizio:
Orario di servizio Ruolo agricoltura:
– Direzioni generali e Uffici alle dirette dipendenze dei Capi Dipartimento, dalle ore 7,30 alle ore 20,00, dal lunedì al venerdì;
– Uffici di diretta collaborazione, segreterie dei capi Dipartimento e dei Direttori generali, dalle ore 7 alle 22,00.
Orario di servizio ICQ:
– Uffici dell’Amministrazione centrale: dalle ore 7,45 alle ore 18,30 dal lunedì al giovedì e dalle ore 7,45 alle ore 16,00 del venerdì;
– Uffici periferici e Laboratori; dalle ore 7,45 alle ore 18,00 dal lunedì al giovedì e dalle ore 7,45 alle ore 16,00 il venerdì.
Riguardo l’orario di servizio purtroppo, nonostante avessimo fatto presente che gli uffici periferici si sono da tempo organizzati con una apertura generalmente fissata alle 7,30, il dott. Lo Piparo ha comunicato che la scelta è stata dettata dall’esigenza di garantire il servizio, la funzionalità degli uffici e il coordinamento degli orari degli uffici periferici con quelli dell’amministrazione centrale.
In particolare, ha evidenziato che, nell’ambito dell’orario di servizio gli uffici dovranno coprire l’intero orario, con l’avvicendamento del personale, al fine di coprire l’intero orario di servizio, cosa che ha portato a limitare la chiusura alle ore 18,00 per le sedi periferiche.
Non condividendo appieno le considerazioni esposte abbiamo chiesto di ritornare sulla decisione sull’orario di servizio – che legittimamente rientra nelle prerogative esclusive dell’amministrazione – dopo un periodo di prova. Per questa ragione, in tutti gli uffici sarà necessario verificare l’applicabilità degli accordi già sottoscritti.
Per l’Amministrazione Centrale lunedì prossimo, 2 luglio, si discuterà delle tipologie di orario e, soprattutto, dei criteri in base ai quali i dipendenti possono svolgere il proprio orario di lavoro nell’ambito dell’orario di servizio.
Roma 27 giugno 2007
p. la FP CGIL Mipaaf
Savino Cicoria
GIOVEDI’ 20 SETTEMBRE
ALLE ORE 10.30
SALA CONFERENZE MINISTERO DEI TRASPORTI SEDE DI VIALE DELL’ARTE
SI TERRA’ LA 1^ CONFERENZA NAZIONALE SUL TEMA :
“CAPITANERIE DI PORTO –
RUOLO DEL PERSONALE CIVILE NELL’ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI.”
Parteciperà il Segretario Nazionale della
FP–CGIL, Alfredo Garzi.
Interverrà il Vice – Ministro
Cesare de Piccoli
Inoltre, interverranno rappresentati dell’amministrazione e del sindacato.
Si invita tutti a partecipare.