Si pubblica il quarto bollettino informativo sullo stato del rinnovo della convenzione alla Sisac per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007.
La FPCGIL Medici ha partecipato ieri alla Fiaccolata davanti a Montecitorio, nel centro di Roma, organizzata da Medici Senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni e Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, contro l’emendamento della Lega Nord al pacchetto sicurezza che elimina il principio di non segnalazione alle autorità per i clandestini che si rivolgono a una struttura sanitaria. Già tutta la FPCGIL, con la firma del segretario generale Carlo Podda, aveva aderito all’appello, promosso da “Medici senza Frontiere” e le altre associazioni, affinché sia mantenuto il divieto di segnalazione da parte degli operatori sanitari dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno. Da oggi la discussione si svolgerà in aula al Senato. La partecipazione della FPCGIL Medici è stata evidenziata ieri dall’ADN KRONOS, da Repubblica.it e da Il Tempo.it e oggi sui quotidiani Il Giornale di Vicenza e Brescia Oggi.
INCONTRO CON VITELLI SUGLI ESAMI INFORMATIZZATI
il 30 aprile u.s. siamo stati convocati dal D.T.T. rappresentato dall’Arch. Vitelli in merito all’avvio procedura esami informatizzati.
Tale convocazione è arrivata intempestiva rispetto all’avvio delle procedure informatizzate, nonostante le nostre sollecitazioni seguite anche da diffida.
Tuttavia, abbiamo fatto presente le riserve che i lavoratori hanno manifestato nella stipula in via diretta del contratto che li vede impegnati con un ente terzo e da cui deriverebbe un responsabilità amministrativa e contabile, con un ingiustificato spostamento della responsabilità sul dipendente titolare del certificato, senza assunzione di responsabilità dirigenziale.
Inoltre, le numerose clausole vessatorie contenute nel contratto non sembrano preoccupare troppo il Dipartimento poiché le nostre obiezioni sono state respinte adducendovi deboli giustificazioni.
Pertanto, nel corso della riunione, abbiamo chiesto di illustrarci le ragioni per cui non si è provveduto alla stipula del contratto direttamente dal Ministero competente, procedura che avremmo ritenuto corretta. L’Amministrazione ha dichiarato che tale procedura sarebbe stata percorribile ma troppo onerosa.
Dunque, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire! Ciononostante, non possiamo ritenerci soddisfatti e continueremo a muoverci nelle sedi opportune per chiedere maggiore tutela ai lavoratori, che malgrado le responsabilità sopra accennate hanno accettato tale rischio in attesa di maggiori garanzie.
Attendiamo dall’Amministrazione il verbale relativo all’incontro.
Roma, 4 maggio 2009
Per la delegazione Nazionale FP CGIL
Ministero Infrastrutture e Trasporti
P. Ferreri F. Lattanzi
Roma, 1 dicembre 2006
Gentile Signora Ministro,
le dichiarazioni da Lei rilasciate nel Suo intervento di ieri su Repubblica Radio TV lasciano intravedere, seppure senza alcuna certezza, uno spiraglio positivo sul grave problema dei finanziamenti dell’ICE.
Ci auguriamo che tali dichiarazioni trovino concretezza in sede parlamentare e che si vada rapidamente nella direzione di un risultato definitivo, in linea con le attese del mondo imprenditoriale e dei lavoratori dell’ICE.
E’ ora indispensabile ottenere la deroga per l’ICE dall’applicazione del decreto Bersani: senza di ciò non scompaiono i rischi di un pesante ridimensionamento dell’Istituto.
Soprattutto preoccupa il futuro delle nostre strutture all’estero che, come sa, costituiscono un grande elemento di pregio dell’intera organizzazione: la rete degli uffici ICE all’estero ci consente, infatti, di confrontarci a pieno titolo con tutti gli enti omologhi europei e occidentali in genere, con l’orgoglio di appartenere a quel Settore Pubblico capace di confrontarsi con l’organizzazione privata attraverso parametri di efficienza organizzativa e di efficacia nei confronti dell’ utenza.
Dalle scelte strategiche sulla rete estera dipende, quindi, la più generale azione di rilancio dell’Istituto.
Non ci sembra inutile ribadire che gli uffici dell’ICE nelle sedi europee (e in tutti i paesi industrializzati) svolgono una funzione fondamentale di servizio personalizzato di assistenza, consulenza e indirizzo di marketing strategico a tutte le piccole e medie imprese italiane che esportano o intendono esportare in quell’area. Solo l’area europea, come noto, rappresenta oltre il 70% del nostro export. E’ ancora in quell’area che le aziende si rivolgono, prima ancora di ipotizzare un allargamento dei confini esportativi, ed è lì che l’ICE deve continuare ad operare per garantire ed ampliare questa corrente di esportazione, sviluppo, integrazione con il mondo produttivo locale. La migliore dimostrazione della necessità di investire anche e soprattutto nei paesi industrializzati in genere ed europei in particolare è dimostrata dal fatto che i nostri maggiori concorrenti aumentano i loro programmi di promozione proprio nei mercati dell’Unione Europea. Inoltre, in Paesi dove la presenza del mercato è ancora embrionale il ruolo dell’Istituto è inevitabilmente sfumato, dato che le maggiori opportunità di affari derivano dalla Cooperazione bilaterale e multilaterale, tematiche da sempre di competenza del Ministero Affari Esteri.
E’ proprio in questo servizio diretto alle imprese, signor Ministro, che l’ICE si differenzia dalle altre strutture pubbliche, quali consolati, ambasciate, camere di commercio miste, che pure non ricevono un analogo pesante intervento di ridimensionamento di budget. Le difficoltà persistenti che registriamo per le PMI proprio nel cosiddetto mercato unico e che emergono dall’interesse continuo e crescente con cui le stesse si rivolgono all’ICE comportano, in un momento di gravi ristrettezze finanziarie, una scelta strategica di fondo: non abbandonare i mercati prioritari. Sarebbe un grave errore non tenere conto che altre organizzazioni simili di altri paesi europei mantengono invece ben potenziate la loro presenza sul territorio UE.
Ancora un accenno sulle attività e sulle priorità:
a. promozione settoriale, eventi di immagine, programmi di collaborazione industriale, formazione tecnica e manageriale sono tutti strumenti vincenti sui mercati di più difficile approccio e l’ICE faticosamente continua ad operare in questo pesante lavoro organizzativo che la promotion pubblica degli ultimi anni ha incentivato in termini di stanziamenti ma non di risorse;
b. assistenza specialistica, piani di marketing personalizzati, ricerca partner, contatti con la distribuzione locale, pubblicità personalizzata, formazione specifica, partecipazione ai grandi appuntamenti settoriali europei, borse mondiali di acquisti e contrattazione, sono gli strumenti con cui l’ICE fa da sponda alle imprese e che si realizzano prioritariamente nei paesi dell’Unione Europea.
La Sua amarezza sulla scarsa elasticità delle imprese ad adeguarsi alle sfide nuove rappresentate dai nuovi mercati di sbocco confligge, perciò, Sig. Ministro, con le possibilità reali delle nostre PMI che, per dimensione di impresa, per carenza di supporto finanziario e bancario, per assetto organizzativo aziendale, non sono in grado di mutare radicalmente la priorità della propria destinazione geografica dell’export. Più credibilmente il nostro mondo imprenditoriale necessita di strumenti finanziari e assicurativi adeguati e l’ICE, come sa, si concentra sui servizi reali.
Concordiamo pienamente con il Suo auspicio e con il proposito di tenere aperto il dibattito con gli operatori economici per individuare insieme “cosa realmente debba intendersi per Made in Italy, anche al fine di poter adottare scelte coerenti in sede comunitaria”. E chi, come noi, lavora professionalmente sull’estero, nell’ambito di un giusto confronto, saprà darLe indicazioni coerenti.
Seguiremo con la dovuta attenzione i lavori parlamentari ancora in corso, avendo cura di continuare con Lei un dialogo, purtroppo al momento solo epistolare e a senso unico, visto che, con profondo rammarico, dobbiamo constatare ancora una volta il Suo mancato accoglimento delle nostre richieste d’incontro, diversamente da quanto, invece, sempre avvenuto con i Suoi predecessori.
Con i migliori saluti
FP CGIL ICE
FP CISL ICE
UILPA ICE
CISAL/FIALP ICE
RDB ICE
(M.C. Montanaro)
(S. Stella)
(G. Gismondi C. La Boccetta)
(A. Corinaldesi)
(A. Paolozzi)
Una volta accertata l’inesatta procedura di calcolo del TFR, queste OO.SS. hanno più volte richiamato la Sua attenzione sulle conseguenze negative che ne sarebbero derivate per i lavoratori.
Sono stati a suo tempo richiesti immediati interventi atti a correggere tali errori e a fornire ad ogni lavoratore una scheda dettagliata contenente la propria situazione aggiornata, con l’esplicazione della procedura seguita per la rideterminazione di quanto storicamente spettante.
A seguito dell’incontro svoltosi lo scorso 16 gennaio con il Presidente ed i Segretari Generali delle Federazioni Nazionali, Lei rispose formalmente con Sua nota dello stesso giorno prot. n° 04600, che testualmente cita: “…Dal momento che il fondo va ristabilito a somme certe e non con il principio dei ratei, vi comunico che tutto il 2005 ha avuto un compiuto accantonamento. Per quanto riguarda il periodo ante 2005 la Direzione competente sta ricostruendo puntualmente l’ammontare del dovuto in modo tale da provvedere agli accantonamenti di legge, già con il bilancio del 2005…”.
Ad oggi, in realtà, pur avendo inviato la consueta comunicazione sul TFR accantonato al 31.12.2005, l’Amministrazione non ha fornito alcun chiarimento sul sistema di calcolo attualmente utilizzato né sulla ricostruzione analitica di quanto spettante.
Poiché da un calcolo a campione effettuato da un consulente del lavoro per un lavoratore di medio livello, con circa 30 anni di anzianità, il differenziale non riconosciuto risulterebbe di diverse migliaia di euro, si chiede ancora una volta a codesta Amministrazione di provvedere per quanto di sua competenza allo scopo di definire seriamente e concretamente la questione e non procurare ulteriori danni ai lavoratori, sia in servizio sia cessati.
Nel caso non si dovessero ricevere riscontri alla presente nel termine di 30 gg. in base a quanto prescritto dalla legge 241/90, i sottoscritti, a titolo personale di lavoratori ICE, oltre che in veste di dirigenti sindacali, procederanno ad attivare iniziative, anche legali, per ottenere il rispetto delle norme e degli impegni, con riserva di valutare i danni ad oggi maturati.
Nel frattempo, si invitano tutti i lavoratori che a partire da oggi cessano la propria attività all’Istituto a firmare i documenti che riguardano il TFR di competenza con l’apposizione della dicitura “con riserva di controllo”.
CGIL FP CISL FP UIL PA
Al Sottosegretario di Stato, On. Marco VERZASCHI
e, p.c. Ministero Difesa – Gabinetto del Ministro
Palazzo “Baracchini”
Via XX Settembre, 8
00187 ROMA
Illustre Sottosegretario,
ancora una volta dobbiamo prendere atto, con infinito rammarico e delusione, che pur essendo cambiata l’orchestra la musica, purtroppo, sembra essere rimasta la stessa!
Infatti, malgrado le innumerevoli denunce del Sindacato Confederale rispetto ad una esternalizzazione selvaggia delle attività proprie degli Enti di questo Ministero, assistiamo ad una continua opera di anemizzazione degli stabilimenti di lavoro mediante appalti ad industrie private; appalti che, tra l’altro, produrrebbero aumento di costi in una fase economica così difficile per il nostro Paese.
E’ di appena un mese fa l’ultima gara a licitazione privata del Ministero della Difesa per la revisione di apparati e forniture varie per stazioni di energia pari ad un importo di circa 500.000 euro, attività che fino ad oggi ha svolto il personale del Polo di Mantenimento Pesante Sud di Nola avendo le professionalità e le potenzialità adatte allo svolgimento di tali compiti.
Illustre On.le, a questo punto non è più accettabile il perdurare di tali atteggiamenti che, oltre a minare il fondamentale ruolo dei lavoratori civili quale indispensabile garanzia per tutte le attività manutentive e di supporto della Forza Armata, riducono gli stessi in uno stato di puro assistenzialismo.
Per quanto sopra, le scriventi OO.SS. al fine di evitare il perpetuarsi del facile e discutibile ricorso a scelte di outsourcing, rivendicano la definizione immediata di una nuova politica posta a base delle scelte che l’Amministrazione intende perseguire anche nell’ambito delle attività che sono proprie del Ministero della Difesa ed in particolare dell’Area Tecnico – Industriale.
Non può più essere, quindi, rinviata la convocazione del tavolo di confronto nel quale, lo ricordiamo, la questione del ripristino di un corretto rapporto con gli SS.MM. era e rimane tutt’ora priorità assoluta.
In attesa di cortese urgente riscontro, si inviano distinti saluti.
Roma, 15 novembre 2006
CGIL FP – Rossetti
CISL FP – Caffarata
UIL PA – Colombi
Roma, 13 dicembre 2007
Di seguito la nota del Ministero, Direzione Generale PERSOCIV, sul pagamento del saldo FUS 2007.
Fp Cgil Difesa
Noemi Manca
Il Ministro della Salute Livia Turco ha firmato il Decreto ministeriale – attuativo dell’articolo 1, comma 198, della legge finanziaria 2008 – che individua gli ambiti delle prestazioni dei Fondi integrativi del Ssn e degli Enti, Casse e Società di mutuo soccorso no profit che forniscono prestazioni assistenziali integrative a quelle fornite dal Ssn.
Gli ambiti di intervento dei Fondi integrativi (già previsti dall’articolo 9 del decreto legislativo 229 del 1999) comprendono:
* prestazioni aggiuntive, non comprese nei livelli essenziali di assistenza e con questi comunque integrate, erogate da professionisti e da strutture accreditati, e tra queste anche:
o le prestazioni di medicina non convenzionale, ancorché erogate da strutture non accreditate;
o le cure termali, limitatamente alle prestazioni non a carico del Servizio sanitario nazionale;
* prestazioni erogate dal Ssn comprese nei livelli essenziali di assistenza, per la sola quota posta a carico dell’assistito, inclusi gli oneri per l’accesso alle prestazioni erogate in regime di libera professione intramuraria e per la fruizione dei servizi alberghieri su richiesta dell’assistito;
* prestazioni sociosanitarie erogate in strutture accreditate residenziali e semiresidenziali o in forma domiciliare, per la quota posta a carico dell’assistito.
* prestazioni socio sanitarie e le prestazioni sociali erogate nell’ambito dei programmi assistenziali intensivi e prolungati finalizzati a garantire la permanenza a domicilio ovvero in strutture residenziali o semiresidenziali delle persone anziane e disabili non ricompresse nei livelli essenziali di assistenza e quelle finalizzate al recupero della salute di soggetti temporaneamente inabilitati da malattia o infortunio per la parte non garantita dalla normativa vigente;
* prestazioni di assistenza odontoiatrica non comprese nei livelli essenziali di assistenza per la prevenzione, cura e riabilitazione di patologie odontoiatriche;
Gli ambiti di intervento degli Enti, Casse e Società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale, comprendono anche:
* il complesso delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie da essi assicurate secondo i propri statuti e regolamenti, nonché i costi di compartecipazione alla spesa sostenuti dai cittadini nella fruizione delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale e gli oneri per l’accesso alle prestazioni erogate in regime di libera professione intramuraria.
* inoltre, a partire dall’anno 2010, gli Enti, Casse e Società di mutuo soccorso dovranno attestare che almeno il 20% delle prestazioni erogate sia riferito a prestazioni socio assistenziali per le perosne non autosufficienti e per l’assistenza odontoiatrica.
Per il monitoraggio e il controllo dell’attività dei Fondi e dagli altri Enti preposti il decreto istituisce l’Anagrafe dei fondi sanitari presso il Ministero della Salute.
Ad integrazione del comunicato unitario CGIL –CISL –UIL del 29-7-2008, si allega a certificazione positivamente intervenuta, il contratto integrativo sui contenuti economici del FUA 2007 – ex Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
FP–CGIL FP–CISL UIL–PA
Giuseppe Palumbo Antonella La Rosa Palmina D’Onofrio
CONTROLLI SANITARI SUGLI ALIMENTI:
CON QUALI LAVORATORI ?
CON QUALE MINISTERO ?
E’ di cogente attualità la notizia dell’allerta europea sulla contaminazione da diossina di carni provenienti dall’Irlanda.
Il Settore Salute del Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali ha risposto prontamente all’allerta organizzando la rintracciabilità delle carni e prodotti derivati sul territorio nazionale a salvaguardia della salute pubblica e ha intensificato la rete di controlli presso i posti di ispezione frontaliera (PIF) e presso gli Uffici veterinari per gli adempimenti comunitari (UVAC), coordinati dagli Uffici dell’Amministrazione centrale che fa capo al Dipartimento della la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti.
Gli uffici interessati ai controlli sono prevalentemente costituiti da personale tecnico ed amministrativo con contratto a tempo determinato che grazie alle recenti norme Tremonti e Brunetta, perderà il lavoro il 31 agosto 2009.
Le emergenze sanitarie sugli alimenti sono frequenti e, di conseguenza, l’attività degli uffici di frontiera dell’ex Ministero della salute (PIF e UVAC per le carni, USMAF per le altre merci e la salute umana) richiede elevate competenze e flessibilità e disponibilità lavorativa anche al di fuori del consueto orario di lavoro per tutelare la salute dei cittadini impedendo la commercializzazione di prodotti non idonei.
Si rileva una forte contraddizione fra i propositi dichiarati dai ministri di voler aumentare quantità e qualità dei controlli per al tutela della sicurezza alimentare dei consumatori e le leggi di questo governo che dapprima sopprimono il Ministero della Salute, unico caso in Europa, e poi causano il licenziamento del personale precario in servizio presso l’ex Ministero che rappresenta in alcuni casi il 100% dell’organico tecnico degli uffici.
Di fronte all’evidente necessità di garantire la giusta tutela a tutti i cittadini, la CGIL chiede la garanzia del posto di lavoro per gli operatori tecnico-amministrativi e per i dirigenti sanitari, entrambi precari, necessari al funzionamento degli uffici deputati ai controlli sugli alimenti.
Anche questa delicata situazione ripropone il ripristino del Ministero della Salute come una misura che non può essere più rinviata se si vogliono tutelare al meglio i cittadini.
Coordinamento Nazionale FP CGIL
ex Ministero Salute
Si pubblica l’articolo “Impiegato, dica lo giuro. Il rito in ufficio ora divide” uscito oggi sul quotidiano Il Messaggero, nel quale sono riportate le dichiarazioni del segretario generale della FPCGIL Carlo Podda e del segretario nazionale della FPCGIL Medici Massimo Cozza.
Il Consiglio Competitività (mercato interno, industria e ricerca) del 1º -2 marzo 2010 ha approvato nelle sue conclusioni una nota sullo stato di avanzamento del recepimento nella normativa nazionale della direttiva in materia di servizi. Si legge ” “Il Consiglio ha preso atto dello stato di avanzamento del recepimento nella normativa nazionale della direttiva in materia di servizi, a due mesi dalla scadenza del termine previsto per il recepimento. In una relazione della Commissione si mette in risalto la necessità di intervenire su numerose questioni urgentemente e in un certo numero di Stati membri dell’UE.
Questa direttiva, adottata nel 2006, mira ad eliminare le barriere che ostacolano lo scambio di servizi, a favorire lo sviluppo di operazioni transfrontaliere, ad abbassare i prezzi e a migliorare la qualità e la scelta a disposizione dei consumatori. Il Consiglio ha adottato conclusioni in materia il 16 febbraio 2010 .
La Commissione ha altresì presentato le tre relazioni seguenti:
– Quadro di valutazione del mercato interno n. 20: stato di attuazione, da parte degli Stati membri, delle direttive in materia di mercato interno nella legislazione nazionale.
– Relazione sul sistema SOLVIT (rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno online).
– Relazione sul “Servizio di orientamento del cittadino”, un servizio che fornisce consulenza personalizzata a singoli cittadini relativamente ai diritti di cui essi godono in virtù della normativa sul mercato unico.
Inoltre, la Commissione ha presentato statistiche sull’uso del sistema d’informazione del mercato interno (IMI) nel 2009. L’IMI è uno strumento elettronico elaborato per migliorare la comunicazione tra amministrazioni degli Stati membri per una più efficace collaborazione ordinaria nell’attuazione della legislazione sul mercato interno.”
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil
1-2 MARZO 2010