Piano dell'Agenzia del Territorio 2009

 

Ieri 16 aprile 2009, presso l’Agenzia del Territorio, siamo stati convocati per la presentazione del piano dell’Agenzia 2009.

Preliminarmente, il Dott. Imbucci ci ha informato sulla situazione in Abruzzo; la struttura è inagibile, l’Agenzia pensa in tempi brevi di ritornare alle attività lavorative, ovviamente in strutture alternative. I lavoratori sono stati collocati in permesso retribuito e si sta pensando a forme di telelavoro o a spostare il personale in altri uffici (ovviamente volontariamente e con una dislocazione familiare che lo permette). Inoltre abbiamo siglato un protocollo d’Intesa per la raccolta di un’ ora di lavoro (o suo multiplo) da destinare ai colleghi dell’Abruzzo salvo diniego del lavoratore nella massima tutela della privacy (il tutto sarà pubblicato sulla intranet dell’Agenzia).

Con riferimento al piano dell’Agenzia, anche per il 2009 ci si trova di fronte ad obiettivi sfidanti, ma soprattutto si punta sulla formazione del personale e qualità del servizio. Ci sono inoltre accenni sulla comunicazione, sul decentramento (con riferimento al federalismo fiscale), ai profili professionali e alla riorganizzazione dell’Agenzia.

La CGIL, pur apprezzando l’introduzione di nuove procedure lavorative basate soprattutto sul telematico (estensione del modello UNICO ad altri Pubblici Ufficiali, trasmissione del titolo telematico, acquisizione telematica delle successioni e conseguente voltura, obbligatorietà del Docfa e Pregeo telematico), rileva che c’è un interesse generale affinché la macchina fiscale non funzioni. Non c’è alcun contrappeso a questi obiettivi, sia dal punto di vista economico che professionale, i lavoratori non hanno alcun riconoscimento. Chiediamo un intervento forte del Direttore Centrale sulla modifica della struttura convenzionale ed una aumento della quota incentivante; inoltre un intervento al fine di sbloccare immediatamente il comma 165 del 2008. Dal punto di vista professionale abbiamo chiesto ed ottenuto, visti i pochi spazi in pianta organica, la possibilità di 150 passaggi tra le aree.

Sugli obiettivi, inoltre, apprezziamo il piano ma non possiamo evidenziare che la qualità si scontra con la diminuzione dei tempi di lavorazione dei processi lavorativi; inoltre bisogna arrivare in tempi brevi alla riorganizzazione dell’Agenzia e alla definizione dei profili professionali. Abbiamo chiesto l’immediata calendarizzazione per discutere i profili professionali (21 aprile) e la mobilità nazionale con relativa stabilizzazione dei distaccati come da CCNI (8 maggio).

Roma, 17 aprile 2009
 

p. il Comparto Agenzie Fiscali Fp Cgil    Coordinatore Agenzia delle Entrate Fp Cgil
Giovanni Serio          Carmine Di Leo

 
 
 

Siglato l'accordo sulla ripartizione del FPSRUP 2008

 
Ieri 9 novembre 2009, presso l’Agenzia del Territorio, abbiamo chiuso l’ accordo riguardante la ripartizione del FPSRUP 2008.

Il FPSRUP del 2008 è stata così ripartito:
1. € 27.190.000 sono destinati alla retribuzione della professionalità correlata al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenzia;
2. € 28.695.000 sono destinati alla produttività dei singoli uffici;
3. € 16.421.000 sono destinati al finanziamento dell’ordinamento professionale;
4. € 4.500.000 sono destinati all’ex art. 85 del CCNL;
5. € 7.103.500 quali fondi residui a carattere di certezza e stabilità che vengono destinati a confluire sul costituendo FPSRUP del 2009.

Il premio di professionalità sarà retribuito nel cedolino di gennaio o febbraio.

Abbiamo aggiornato la riunione alla seconda decade di novembre per discutere la ripartizione della produttività e delle indennità previste dall’ex art. 85 del CCNL.

p. la Funzione Pubblica     Il Coordinatore Nazionale
Agenzie Fiscali       Agenzia del Territorio
Giovanni Serio       Carmine Di Leo

Neus

Comunicato unitario FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI e FIADEL sul decreto legislativo attuativo della delega ambientale di cui alla 308/2004

FP CGIL – FIT CISL – UILTRASPORTI – FIADEL
 
Mancano ormai pochi giorni alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo attuativo della delega ambientale di cui alla 308/2004.
Il Testo definitivo approvato lo scorso 10 febbraio dal Consiglio dei Ministri ha chiuso, per ora, il percorso di riforma legislativa ambientale, in totale contrasto con le necessarie garanzie e tutele ambientali indispensabili al Paese.
Questa riforma dell’Ambiente è l’atto finale di una scellerata politica di accondiscendenza alle lobby forti che considerano le regole per la tutela del territorio come un limite ed un problema da eliminare.
L’attacco, ai principi ed alle buone pratiche ambientali, ormai in via di consolidamento nella cultura della gente, distrugge quanto di buono si era fatto, negli anni precedenti, dopo il decreto Ronchi, per un rapporto equilibrato con l’ambiente, sui servizi d’igiene urbana e sulle politiche industriali nel settore dei rifiuti.
E’ utile ricordare che la strada scelta negli ultimi quindici anni è certamente inconfutabile: risultati positivi sulla differenziata, sullo smaltimento, sui comportamenti di ogni cittadino sulla lotta alla criminalità organizzata ed il ripristino della legalità e della trasparenza in un settore con il primato dei guadagni illeciti in Italia, (al secondo c’e lo spaccio di stupefacenti!)
Di segno opposto sono state le politiche,messe in atto con l’adozione del decreto di recepimento della delega ambientale, da parte del Ministero dell’Ambiente; una per tutte la scelta di privatizzare il settore con il pretesto di togliere l’affare dei rifiuti dalle mani della criminalità organizzata.
Peccato che lo si faccia attraverso la mancanza di regole,indispensabili perché chi opera nel settore con una sana gestione, garantisca l’applicazione del contratto collettivo nazionale dell’igiene ambientale, con una univoca tabella dei costi del personale che eviti dumping contrattuale e sociale; senza regolamentazione del mercato e l’eliminazione delle gare al massimo ribasso in questo settore la scelta dei nuovi “padroni” dei rifiuti, è mirata a pagare meno il lavoro e riscuotere di più dai cittadini.
E’ chiaro che, per queste Segreterie Nazionali, il dissenso al Decreto non può che essere forte e deciso, poiché dalla nuova normativa potranno derivare danni non solo al fattore lavoro ma anche alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e un sindacato moderno deve rappresentare anche gli interessi, non solo dei lavoratori addetti ma della intera collettività.
Le problematiche che il territorio dovrà affrontare e che graveranno su tutti i cittadini necessiteranno, per essere sanate, di politiche partecipate e condivise.
E’ per tutte queste ragioni che i lavoratori dell’igiene ambientale hanno scioperato lo scorso 27 febbraio, per affermare un processo di trasformazione del settore da aziende di servizi ad imprese industriali attraverso la salvaguardia di un bene comune come l’ambiente.
La nostra idea si fonda principalmente sul superamento delle frammentazioni gestionali e la creazione di grandi aggregazioni territoriali d’impresa permettendo così di coniugare i processi industriali con lo sviluppo economico sociale sostenibile. Tutto questo deve avvenire anche attraverso il ruolo di verifica e garanzia delle amministrazioni pubbliche e la partecipazione delle parti sociali, soprattutto nei processi di liberalizzazione.
Con queste motivazioni, entrando nel merito dei problemi, le Segreterie Nazionali si sono confrontate in sede CESPA (Comitato Economico e Sociale per le Politiche l’Ambientali) organo consultivo del Ministero dell’Ambiente, proponendo sia politicamente sia con proposte emendative puntuali, modifiche e integrazioni al testo del Dlgs.
Le nostre posizioni critiche sull’intero testo della Delega, il mancato confronto preventivo prima della stesura della stessa e il non accoglimento di buona parte degli emendamenti proposti, ci hanno costretto a proclamare lo sciopero nazionale del 27 gennaio 2006, con due manifestazioni, una palazzo Chigi e l’altra al Ministero dell’Ambiente.
Grazie all’alta adesione allo sciopero e la massiccia partecipazione alle manifestazioni siamo stati ricevuti dal Ministero e dopo una serrata trattativa siamo riusciti ad ottenere un accordo sulla modifica del testo da presentare alle Camere, ottenendo un risultato sostanzialmente positivo sotto l’aspetto delle tutele minime che a livello istituzionale accompagneranno l’applicazione della Delega.
Nel complesso, rispetto al testo originale presentato dal Governo:
a) Si è ottenuto in seno al CESPA un tavolo di consultazione permanente , dove saranno presenti tutte le parti sociali ed economiche, che ci permetterà di confrontarci sugli accordi di programma e sui regolamenti attuativi della delega.
Questi ultimi dovranno far chiarezza su molte lacune, create da un testo approvato troppo frettolosamente negli ultimi mesi di legislatura, senza aver avuto la possibilità di un confronto preventivo, che se avviato sin dall’inizio della stesura del testo, avrebbe prodotto sicuramente dei risultati diversi.
b) Sullo smaltimento dei rifiuti, tramite impianti industriali, viene sostituito il principio della limitazione dei costi con quello del rapporto costi benefici e l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili.
c) Viene ricompresa l’attività di spazzamento delle strade nella gestione integrata dei rifiuti, definendo la stessa come modalità di raccolta dei rifiuti su strada, evitando l’esclusione della maggior parte degli addetti dalle tutele indotte dall’appartenenza al ciclo completo superando e migliorando i limiti posti dal recepimento delle direttive europee che nelle proprie definizioni delle attività di gestione non citavano lo spazzamento.
d) Nei limiti del campo di applicazione è stato chiarito che il trattamento delle acque reflue rientra nella gestione dei rifiuti e quindi, la depurazione è parte della gestione dei rifiuti.
e) Si è introdotta la clausola sociale nei cambi di appalto che prevede il passaggio diretto e immediato dei lavoratori al gestore subentrante, mantenendo le condizioni contrattuali collettive e individuali in atto, estendendo questo diritto anche ai lavoratori delle imprese private e delle cooperative non contemplati nel testo precedente.
E’ stato superato il limite temporale della clausola che la rendeva applicabile solo nella prima fase di attuazione della delega, ora è esigibile anche per i successivi cambi di appalto.
f) I Comuni virtuosi, vengono esclusi dall’addizionale del 20% al tributo di conferimento dei rifiuti, applicata agli enti locali che non raggiungono le percentuali minime di raccolta differenziata previste dalla delega.
g) Viene concretizzato il principio del diritto di parità di ruolo e competenze, tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle imprese, pertanto nell’albo nazionale e nelle sezioni Regionali, che qualificano e autorizzano le imprese che operano nel settore è prevista per la prima volta la presenza di due rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
h) Nella tariffa sarà prevista anche la copertura dei costi accessori, come lo spazzamento, precedentemente esclusi dall’applicazione della stessa, con il rischio di eliminare questi servizi dalla gestione integrata; vengono interessate dall’applicazione della tariffa non solo le aree scoperte ad uso privato ma anche quelle ad uso pubblico evitando così con la precedente dizione di offrire servizi non coperti dalla stessa.
I criteri generali sulla base dei quali vengono definite le componenti dei costi e viene determinata la tariffa ed eventuali agevolazioni economico-sociali, sono inseriti in apposito regolamento dopo aver sentito anche il CESPA, permettendo così alle rappresentanze sociali un confronto concreto sulla struttura e gli effetti della tariffa.
Purtroppo il Consiglio dei Ministri, lo scorso 10 febbraio, ha stralciato la parte dell’accordo sottoscritto che prevedeva l’obbligo dell’applicazione del ccnl dell’igiene urbana nello schema di contratto di servizio, eliminando così con arroganza un importante risultato ottenuto al tavolo dalle parti e facendo gli interessi dei poteri forti in barba agli impegni presi con migliaia di lavoratori.
Il grave atteggiamento del Governo è frutto di una strategia precisa che, con la sola privatizzazione cancellando le imprese storiche, sane e più efficienti, rischia di consegna il settore a spregiudicati appaltatori colpendo conseguentemente i diritti ed il contratto collettivo dei lavoratori del settore.
Questa è una delle battaglie che proseguiremo a livello istituzionale ma che va condotta anche a livello territoriale con Regioni Province e Comuni.
Oltre a questa problematica che consideriamo gravissima (non solo nel merito, che è fondamentale per gli addetti e per una sana concorrenzialità nel comparto, ma anche nel metodo, che ha visto una palese violazione di un accordo liberamente e consensualmente sottoscritto) resta una valutazione generale negativa su una pseudo riforma che indebolisce le tutele generali e, sul piano degli affidamenti, determina, con la esclusiva scelta delle gare, il rischio di penalizzare proprio le imprese che più di altre hanno nei fatti adottato le migliori pratiche ambientali.
Appare quindi evidente che, come preannunciato anche prima dello sciopero del 27 gennaio, il percorso per modificare il testo del Dlgs., dovrà proseguire con decisione e forza in tutte le direzioni possibili.
Prepariamoci ad affrontare un percorso articolato e non breve in cui dovremmo articolare iniziative diversificate per non subire ma eliminare gli elementi intollerabili e correggere i possibili effetti negativi di una riforma non condivisa.
E’ evidente che il percorso verso l’attuazione della Delega è ancora lungo e deve prevedere una ulteriore fase di partecipazione attiva da parte delle rappresentanze sindacali.
Per questo le Segreterie Nazionali nei prossimi giorni elaboreranno, una piattaforma programmatica di riforma per il settore dei rifiuti da sottoporre alle forze politiche, sollecitando una specifica attenzione al tema e la condivisione delle linee prospettate.
La piattaforma dovrà essere sostenuta in maniera concreta da migliaia di firme dei lavoratori del settore, di cittadini e dal sostegno delle comunità locali.
Un ampio sistema di alleanze e di convergenze politiche sulla riforma del sistema ambientale è il principale strumento capace di creare e sviluppare quella forte sensibilità partecipativa utile alla creazione di quella rete di alleanze indispensabili utile a convincere chiunque, e principalmente il nuovo esecutivo, sulla necessità che l’ambiente venga considerato tra le prime emergenze del paese e vada salvaguardato con una seria riforma organica che ponga le questioni ambientali e dei lavoratori dell’ambiente al centro delle priorità del Paese.
In questo senso va ripreso il dialogo capillare con i lavoratori, per far comprendere e condividere la necessità di essere protagonisti nelle scelte che determineranno il futuro del nostro comparto.

Roma, 3 marzo 2006

LE SEGRETERIE NAZIONALI 

22 ottobre 2007- Sciopero Nazionale Igiene Ambientale

Lettera unitaria al Direttore dell'Agenzia su richiesta di chiarimenti e dettagli – delocalizzazione uffici dell'Aquila

 

Segreterie Nazionali Finanze

 
Roma, 7 maggio 2009

Al Direttore dell’Agenzia
delle Entrate
Dr. Attilio BEFERA

E, p.c. A FP CGIL, CISL FP e UIL PA
Segreterie Regionali Abruzzo

Le scriventi Segreterie Nazionali hanno preso visione della nota del 30 aprile u.s. con la quale le Segreterie Regionali di Cgil Cisl e Uil dell’Abruzzo esprimono viva preoccupazione per la delocalizzazione delle funzioni istituzionali dell’Agenzia a danno della città dell’Aquila, capoluogo di Regione e sede della Direzione Regionale.

Le scriventi, pur consapevoli della opportunità di tale scelta legata ai recenti e drammatici eventi conseguenti al sisma del 6 aprile u.s., chiedono di conoscere, nel dettaglio, il piano approntato dall’Agenzia per gestire, transitoriamente, l’attuale momento di difficoltà legato anche alla inagibilità dei locali nonché i termini di rientro, affinchè la città dell’ Aquila non abbia a sopportare, dopo gli eventi sismici, anche la menomazione del suo ruolo di capoluogo di Regione.

Si resta in attesa di cortese, quanto urgente cenno di riscontro.

FP CGIL CISL FP UIL PA
Serio/Boldorini Silveri Cefalo

 
 

 

Risposta della Direzione Centrale sulla delocalizzazione delle funzioni istituzionali delle strutture dell'Agenzia ubicate nella città di L'Aquila. Chiarimenti

 
 
 

Documento unitario

 

FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi FLP
SEGRETERIE NAZIONALI AGENZIE FISCALI
 
NON SERVE NECESSARIAMENTE UN CONDONO FISCALE PER “AGEVOLARE” GLI EVASORI

Al Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze
On. Alberto Giorgetti

Al Presidente della Commissione Finanze
della Camera dei Deputati
On. Gianfranco Conte

Al Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica
On. Mario Baldassarri

Al Direttore Generale delle Finanze
Prof.ssa Fabrizia Lapecorella

Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Dott. Attilio Befera

Al Direttore dell’Agenzia del Territorio
Dott.ssa Gabriella Alemanno

Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane
Dott. Giuseppe Peleggi

Al Direttore dell’A.A.M.S.
Avv. Raffaele Ferrara

Al Direttore dell’Agenzia del Demanio
Dott. Maurizio Prato

Il livello di ingiustizia del prelievo tributario ed il suo conseguente peso sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati sono al punto di rottura di ogni credibilità e legittimazione del sistema fiscale.
Come è noto, infatti, l’evasione, al netto dell’economia illegale, sottrae alle entrate dello Stato enormi risorse pari ad un quinto dell’intera ricchezza nazionale.
La lotta all’evasione, quindi, resta un obiettivo prioritario che presuppone, però, l’affermazione di una diffusa cultura della legalità fiscale collegata a norme di sostegno. Perché non v’è dubbio che una diffusa e resistente evasione, oltre ad aggravare le iniquità sociali ed a sottrarre risorse decisive per la crescita e per la riduzione del debito, tende ad indebolire ulteriormente la “fedeltà” fiscale dei contribuenti.

Ogni azione di questi ultimi tempi dell’Esecutivo, in tema di fisco, si è, invece, tradotta in un indebolimento della lotta all’evasione fiscale.
Solo qualche esempio:
* L’abolizione delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti, nonché l’obbligo di allegare l’elenco fornitori – clienti alle dichiarazioni dei redditi;
* La riduzione ad un ottavo delle sanzioni per gli evasori totali e parziali;
* La recente normativa relativa alla riduzione degli interessi per gli stessi soggetti;
* Ed ora, come se non bastasse, la riduzione degli incentivi a chi è deputato a “stanare” gli evasori.
Proprio questa ultima decisione, che taglia le risorse solo ed esclusivamente al personale del Fisco – atteso che in tutta la restante pubblica amministrazione non si è operata analoga decurtazione per l’anno 2008 – è la dimostrazione più evidente del progressivo quanto pericoloso abbandono del contrasto ai fenomeni evasivi ed elusivi.
Immorale è poi il fatto che il taglio operi su prestazioni già rese dai funzionari del fisco nell’anno 2007, decisione adottata con l’intento di determinare una comprensibile demotivazione professionale e di rendere meno credibile il rapporto Convenzionale tra Ministero dell’Economia e Agenzie Fiscali.
La legge speciale n.350 del 2003, all’art.3 comma 165 prevede, infatti, la corresponsione di incentivi collegati alle riscossioni derivanti da attività di accertamento fiscale.
Quelle risorse, dunque, sono indispensabili per l’insieme delle attività strategiche (verifiche, controlli, accessi, attività antifrode, antiterrorismo ai confini terrestri, marittimi e aeroportuali, accertamenti) connesse al raggiungimento degli obiettivi numerici e monetari fissati annualmente dall’autorità politica con la Convenzioni.
Nei giorni scorsi, in occasione del confronto con il Dipartimento delle Finanze finalizzato alla stipula delle Convenzioni tra Mef e Agenzie Fiscali, la parte pubblica – a fronte della richiesta sindacale di quantificare gli incentivi al personale del fisco per la annualità 2008 – ha formalizzato l’incredibile decisione di quantificare anche le risorse del 2008, sulla base delle procedure e dei tagli previsti dalla legge 133/08 e successive modifiche, e non invece con le modalità previgenti l’approvazione del DL 112/2008 che operava sugli incentivi a far data dal 2009.
I lavoratori delle Agenzie Fiscali – che operano da anni con un consolidato sistema di valutazione e misurazione dei risultati, anche individuali – non possono accettare, solo loro, di essere penalizzati soprattutto nel rapporto tra le qualificate prestazioni richieste e le relative controprestazioni, nella consapevolezza che i modesti livelli retributivi, tra i più bassi dell’Unione Europea, debbono essere incrementati con quote di salario accessorio.
Per questi motivi le scriventi Segreterie Nazionali, chiedono al Sig. Ministro dell’Economia e delle finanze di non voler procedere alla sottoscrizione delle Convenzioni 2009 in assenza di un immediato, opportuno ripensamento in ordine alle scelte sin qui operate.
Analoga richiesta viene avanzata nei confronti dei direttori delle Agenzie Fiscali; già dalla giornata odierna le scriventi preannunciano l’apertura di una specifica “vertenza Fisco” che vedrà il massimo coinvolgimento dei lavoratori attraverso l’indizione di assemblee in tutto il territorio nazionale e l’attivazione di iniziative nelle sedi politico-istituzionali, a partire dal coinvolgimento degli organi di stampa e dei media.
Si tratta, per le scriventi, di stabilire se il “bene privato” degli evasori debba prevalere su quello pubblico della società civile.
Dalla risposta dipende la valutazione morale di ogni governo.

Roma, 27 maggio 2009

FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi FLP
Serio Silveri Cefalo Callipo Patricelli

 
 

 
 

Il Ministro Calderoli gioca con il fuoco: comunicato stampa di Antonio Crispi, Segretario Nazionale FP CGIL e Michele D'Ambrogio Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF

Questa mattina, presso la Scuola Formazione di Base dei Vigili del Fuoco di Roma, il Ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli ha acceso un falò con gli atti normativi che non fanno più parte dell’ordinamento italiano.

Che il Governo sfrutti ogni occasione per fare pessima propaganda non è certo una novità. Tuttavia, visto che si è svolto in casa dei Vigili del Fuoco, intendiamo esprimere tutta la nostra contrarietà, a maggior ragione poiché semmai dovessimo indicare una legge da eliminare, penseremmo senza alcun dubbio alla legge di riforma del rapporto di lavoro dei pompieri, la cui totale inefficacia è dimostrata da un modello organizzativo del Corpo che penalizza il servizio reso ai cittadini ed al Paese, ma anche dalle condizioni professionali ed economiche degli operatori, malgrado la forte esposizione al rischio ed al disagio lavorativo, sempre più al limite della dignità. Basti pensare alla vacanza contrattuale di oltre due anni.

Non solo, elimineremmo anche tutti quei provvedimenti che, giusto per citarne qualcuno, quando non sono ad personam perché servono a risolvere i problemi giudiziari del Presidente del Consiglio e di qualche suo collaboratore, di sicuro penalizzano fortemente il mondo del lavoro pubblico e privato, a partire dalla controriforma Brunetta e dalla legge 30, dal recente DDL 1167-b che incide particolarmente sull’art.18, piuttosto che i diritti e le tutele dei migranti.

Al Ministro Calderoli ed al Governo di cui fa parte chiediamo di concretizzare politiche che aiutino a superare la crisi. Rilancino e sostengano l’occupazione, rendano il fisco più equo e giusto, rigettino ogni forma di razzismo garantendo anche ai migranti diritti e tutele. Chiediamo anche di far seguire fatti alle tante parole di apprezzamento che accompagnano l’operato dei Vigili del Fuoco potenziando gli organici, rinnovando mezzi ed attrezzature, finanziando il rinnovo contrattuale con risorse tali da poter valorizzare professionalmente ed economicamente tutto il personale.

Roma, 24 marzo 2010

Convenzioni 2006

CGIL FP CISL FP UIL PA UNSA/SALFI RDB CUB FLP INTESA

Ai lavoratori delle Agenzie Fiscali

Il 23 marzo u.s. abbiamo abbandonato il tavolo ed eravamo pronti, dopo aver interrotto le relazioni sindacali in ogni singola Agenzia e nel Dpf, per una dura mobilitazione su una vertenza, quella relativa alle Convenzioni 2006, che avevamo definito “fondamentale per il miglior funzionamento dell’amministrazione finanziaria, garanzia di equità e di giustizia fiscale, strumento di lotta all’evasione ed alle mille forme di elusione”.
Avevamo espressamente richiesto al Capo del Dpf di intervenire sull’autorità politica e ai Capi delle Agenzie di soprassedere alla sottoscrizione delle Convenzioni, in presenza di Piani aziendali con obiettivi sfidanti a fronte di risorse economiche fortemente ridotte per il personale.
E la correttezza della protesta sindacale, in un momento in cui il fisco e la “macchina fiscale” occupano le prime pagine di tutti i giornali e la fanno da “padrone” in tutti i dibattiti politici trasmessi dai media, ha dato i suoi primi frutti.
Ieri sera, siamo stati riconvocati al tavolo del Dpf, presenti i Capi di tutte le Agenzie, per visionare una nuova “lettura” degli aspetti più controversi.
Le soluzioni prospettate ci hanno consentito di prendere atto delle “aperture” della parte pubblica e di manifestare soddisfazione in particolare: 
  – Per aver potuto definire, una volta e per tutte, che i costi relativi alle procedure della attuale riqualificazione (di cui al CCNL dello Stato), all’attualità finanziate con le risorse di cui alla legge 133/99, una volta ultimate queste ultime, graveranno sui bilanci di ogni singola Agenzia e non, come si era cercato di acclarare in precedenza, sui Fondi di incentivazione del personale
  – Per essere riusciti a “portare a casa” l’impegno di tutte le Agenzie di destinare alla contrattazione integrativa nazionale quota parte dei ricavi netti derivanti dalle attività di mercato che svolgono le stesse Agenzie (ad esempio il servizio che l’Agenzia delle Entrate rende agli Enti Locali in tema di IRAP)
  – Per avere ottenuto l’impegno formale del Dpf a richiedere una soluzione legislativa in grado di neutralizzare i problemi legati alla recente abolizione dell’indennità di trasferta nonché l’impegno, nelle more, ad utilizzare avanzi pregressi di gestione per garantire, comunque, lo svolgimento di attività istituzionali esterne.

Restano, viceversa, tutte in piedi le preoccupazioni in ordine alla quantificazione delle risorse di cui al comma 165 della legge n.350/2003 anno 2005 e 2006 (base di calcolo 2004/2005) anche se, va detto, che abbiamo preso atto dell’impegno formale della delegazione di parte pubblica a quantificare le risorse entro giugno del corrente anno e a prevedere la loro erogazione entro l’esercizio.
Per quanto sopra, abbiamo unitariamente deciso di sottoscrivere il verbale di riunione contenente tutti gli impegni della delegazione di parte pubblica, di considerare concluso il confronto sulle Convenzioni 2006 e di ritenere superata, al momento, la fase di mobilitazione, decidendo, nel contempo, di riprendere le relazioni sindacali con le Agenzie e con il Dpf.
Da ultimo, abbiamo ribadito la necessità di un confronto con la parte politica sullo strumento convenzionale per valutarne, dopo quattro anni di sperimentazione, la validità in relazione, soprattutto, alla tempestiva erogazione delle risorse alle Agenzie, al sistema di incentivazione nonché in ordine alla autonomia delle stesse Agenzie nel rispetto del ruolo di vigilanza del Dpf.
Crediamo che tra oggi e domani le Convenzioni 2006 saranno firmate dai Capi delle Agenzie e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Roma, 5 aprile 2006

CGIL FP   CISL FP   UIL PA   UNSA/SALFI  
Serio        Silveri      Cefalo     Callipo        

RDBCUB     FLP            INTESA
Adornato     Patricelli     Barone

Comunicato unitario – Avvio della vertenza sullo schema di modifica della 152/06

Roma 2 agosto 2007

Come ricorderete lo scorso 27 giugno le Commissioni Parlamentari hanno espresso sullo schema di modifica del Decreto Legislativo 152/06 un parere favorevole a condizione che vengano accolte dal Governo alcune modificazioni, negli articoli 200 e 201, concernenti l’eliminazione del riferimento del servizio di gestione integrata dei rifiuti.
Oltre a ciò si continua a non prevedere nell’art. 203 l’obbligatorietà di applicazione al personale del gestore del servizio integrato del contratto collettivo dell’igiene ambientale, come diversamente sta accadendo in altri settori ( attività ferroviarie).
Ciò posto, si ritiene urgente procedere preventivamente all’adozione di iniziative nei confronti dei Presidenti di Regione, delle Province, dei Sindaci e nei confronti dei Parlamentari eletti nei vari Collegi per dimostrare e coinvolgere gli stessi nella nostra contrarietà a modificazioni che non tengano conto del nostro contributo.
Nell’interesse generale del Paese non possiamo condividere la frantumazione del ciclo integrato dei rifiuti, che farebbe venir meno un complesso sistema che ha garantito in questi anni l’equilibrio economico/ambientale con al centro l’interesse pubblico.
Perseguiamo invece l’idea di un mercato regolato da principi di efficacia, efficienza ed economicità attraverso l’unicità del servizio integrato dei rifiuti, nel quale l’applicazione del Contratto di lavoro dell’igiene ambientale è lo strumento per evitare il dumping contrattuale e la garanzia di qualificazione di un sistema che si confronta sulla qualità del servizio piuttosto che sul mero costo del lavoro.

L’esame del provvedimento non ha tenuto conto delle ricadute sociali, ambientali ed economiche che si verrebbero a determinare e pertanto fin da ora le Segreterie Nazionali annunciano iniziative nazionali, ivi compresa una forte mobilitazione da collocarsi dal mese di settembre, ed invitano le strutture Regionali e Territoriali ad assumere pressanti iniziative locali.

A tale riguardo siete invitati ad aggiornare le Segreterie Nazionali di Categoria e Confederali sulle iniziative che vorrete mettere in atto.
Contestualmente tutto il dissenso deve essere anche visibile e riscontrabile con fax di protesta inviati direttamente al Ministero dell’Ambiente.
Certi del Vostro impegno, porgiamo fraterni saluti.

FP CGIL F. Peroni
FIT CISL E. Caruso
UILTRASPORTI C. Tarlazzi
FIADEL F. Garofalo

Comunicato unitario

 

 
Pubblichiamo il comunicato unitario sul depotenziamento della macchina fiscale…

p. la Funzione Pubblica
Agenzie Fiscali
Giovanni Serio 
 


Richiesta di incontro

    
In allegato vi inviamo la nota con cui abbiamo richiesto l’avvio urgente delle contrattazioni per il nuovo contratto integrativo.
 
La delegazione trattante Fp-Cgil 

 

Una proposta per il Ministro Brunetta: tornelli nelle piazze. Dichiarazione stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL e Ugo Gallo coordinatore del comparto Enti Locali FP CGIL

Come di abitudine il Governo e la maggioranza che lo sostiene, nei giorni successivi alle manifestazioni sposta il dibattito politico sul numero dei manifestanti, ma non sulle motivazioni dello sciopero ne sulla valenza politico/sociale della manifestazione.

Siamo sicuri che dopo “l’insurrezione pacifica” di oggi nella città di Roma e dei tantissimi cortei svoltisi in tutte le città d’Italia, i soliti noti cominceranno a dire che in fondo chi vi ha partecipato era una minoranza, poca roba.

Per facilitargli il compito proponiamo al massimo esperto nel campo di esercitare il suo ruolo, di dimostrare ancora una volta il suo teorema, di tirar fuori la soluzione che per lui è la panacea di tutti i mali: i tornelli.

Il Ministro Brunetta metta i tornelli nelle piazze per poter finalmente contare scientificamente quanti sono i dimostranti, ne avrà bisogno da subito.

Le lavoratrici ed i lavoratori pubblici infatti, sciopereranno e manifesteranno il 3, il 7 e il 14 novembre, lo faranno per avere un contratto di lavoro che tuteli le retribuzioni in base all’inflazione reale, ma soprattutto per la dignità del lavoro pubblico e di chi ogni giorno fa i conti con il costo della vita.

Roma 30, ottobre 2008

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