E ora la Funzione pubblica Cgil litiga anche con l’Anci, nonostante l’associazione dei comuni sia guidata da un esponente di spicco della sinistra come Sergio Chiamparino. La «colpa», come al solito, è del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, vera bestia nera del segretario della Fp-Cgil, Carlo Podda. È successo infatti che l’Anci abbia deciso di aderire con entusiasmo alla riforma Brunetta e, dopo aver sottoscritto un protocollo d’intesa col ministro, giovedì scorso ha organizzato un primo seminario di approfondimento sulla «rilevazione delle performance dei comuni». Iniziativa aperta da una relazione del segretario generale dell’Anci, Angelo Rughetti, che ha così definito la riforma Brunetta: «Un’opportunità per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini». Tanto che il vice segretario, Veronica Nicotra, ha assicurato: «Aiuteremo tutti i comuni nell’applicazione della riforma Brunetta». Il che significa, tra l’altro, «elaborare modelli per la valutazione della performance ed il ranking dei comuni». Prospettive che non piacciono assolutamente al sindacato di Podda, per il quale quella del ministro è una «controriforma» portata avanti «senza la partecipazione dei sindacati e delle associazioni degli utenti». «Spiace – conclude la Fp-Cgil che a questa logica assolutamente involutiva non si sottragga almeno l’Anci». Come a dire che Podda il «tradimento» di Chiamparino proprio non se l’aspettava.
Roma, 8 febbraio 2010
In seguito all’assemblea sindacale dei lavoratori dell’Ente Teatrale Italiano tenutasi stamane, è stato diramato il seguente comunicato stampa congiunto di FP–CGIL, SLC-CGIL, CISL–FP, FISTEL-CISL, UIL–PA, UIL-COM, CISAL-FILP, UGL-COM.
Salvaguardare una componente fondamentale dello spettacolo dal vivo in Italia salvaguardare lavoratori ad alta e specifica competenza salvaguardare un patrimonio di professionalità, di competenze e relazioni, riferimento importante per la realtà culturale italiana.
Le scriventi OOSS unitariamente sostengono la mobilitazione dei lavoratori dell’Ente Teatrale Italiano, il quale, in base a quanto contenuto nella manovra finanziaria firmata oggi dal Presidente Napolitano, verrebbe soppresso e accorpato al Ministero dei Beni e Attività Culturali.
Dentro un disegno generale che in modo indiscriminato unisce organismi già in liquidazione con strutture professionali di alta competenza, si colloca la soppressione dell’Ente, unico Istituto Nazionale di promozione del teatro e della danza italiana che così perdono un riferimento concreto e indispensabile del loro lavoro e sviluppo.
Inoltre la paventata soppressione dell’Ente si scontra con una sua peculiarità rispetto ad altri Enti: l’Eti infatti gestisce direttamente 3 teatri storici, a Roma, Firenze e Bologna, e ha quindi tra i suoi lavoratori 144 persone con contratto di natura privatistica, non automaticamente riassorbibili nei ranghi della Pubblica Amministrazione.
I lavoratori tutti chiedono che l’ETI sia cancellato dalla lista degli Enti da sopprimere, salvaguardando così sia l’importante funzione svolta dall’Ente nell’ambito del panorama culturale italiano, sia posti di lavoro che rappresentano un patrimonio di competenze e professionalità. L’assemblea dei lavoratori che si è svolta oggi 31 maggio, si è chiusa con la dichiarazione dello stato di agitazione.
Roma, 31 Maggio 2010
Richiesta di incontro urgente
Roma, 12 febbraio 2011
Al Direttore Generale del Personale
e della Formazione
Dr. Calogero Roberto Piscitello
OGGETTO: Circolare part- time.
Dr. Piscitello,
dopo l’incontro avuto con lei la scorsa settimana immaginavamo, dai toni cordiali e disponibili, che ci sarebbe stata una immediata convocazione per discutere delle molteplici problematiche dei lavoratori della giustizia, prima tra tutte il part-time.
Come lei sa la prima circolare emanata dal Capo Dipartimento ha già creato molti problemi e non è stata sufficiente a limitare i danni provocati da zelanti dirigenti poco rispettosi delle regole e inclini a esercitare arbitrariamente il proprio ruolo. Le abbiamo riferito durante l’incontro che si è creato un caso eclatante a Firenze, con la revoca immotivata di ben 37 part-time, e già un giudice si è espresso a favore di una lavoratrice.
Pur apprezzando la sua recente circolare, che però non aggiunge molto alla precedente, riteniamo che sarebbe opportuno, anche per fornirle quell’aiuto che lei ci ha richiesto, incontrarci e trovare una soluzione insieme che limiti i danni di questa legge iniqua.
Si rischia infatti, in amministrazioni così gravemente impoverite di personale, di negare il diritto al part-time ai lavoratori e di alimentare ancora il contenzioso.
In considerazione della sua dichiarata propensione a risolvere i problemi dei lavoratori attendiamo fiduciosi.
Per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco
FP CGIL – FIT CISL – UILTRASPORTI – FIADEL
Nella giornata di giovedì 12 gennaio le Commissioni Parlamentari di Camera e Senato hanno approvato lo schema del decreto legislativo sulla Delega Ambientale con le sole osservazioni dei relatori di Maggioranza.
Tutto l’iter delle audizioni e del dibattito nelle Commissioni è stato quindi completato con delle spaventose forzature nella tempistica che hanno frantumato quel poco di “pluralismo” e di “coinvolgimento delle Parti Sociali” che l’impianto della Legge Delega 308/2004 espressamente prevedeva.
Inoltre su richiesta del Governo, nella persona del Ministro dei Rapporti con il Parlamento Giovanardi e, con l’avvallo dei Presidenti di Camera e Senato, si è deciso, a livello parlamentare, di non aspettare il necessario parere della Conferenza Unificata Stato/Regioni.
Ora il testo è stato ritrasmesso al Governo che, tenuto conto dell’approvazione delle Commissioni e dei pareri allegati, potrà apportare delle ulteriori modifiche ( è previsto che la materia vada al Consiglio dei Ministri giovedì 19) e successivamente ritrasmettere il testo alle Camere per l’approvazione definitiva.
Anche la riunione odierna del CESPA ( Comitato Economico e sociale per l’Ambiente) in cui il Governo avrebbe dovuto discutere con le Parti sociali le modifiche da apportare al Decreto, è stata una farsa in quanto il Ministero si è rifiutato di comunicare le eventuali modifiche sino alla approvazione del Consiglio dei Ministri e quindi a provvedimento approvato.
Dai passaggi elencati si potrebbe pensare che gli spiccioli di legislatura rimasti potrebbero impedire l’approvazione definitiva del testo ma, tenuto conto della determinazione “militare” della Maggioranza a portare in porto il decreto legislativo, basterebbe poco più di una settimana per completare l’iter.
La drammaticità del momento è grave ed evidente, basta leggere anche in modo parziale, il testo del decreto per intuire immediatamente che passato, presente e futuro dei lavoratori e delle aziende del settore dell’igiene ambientale rischiano di essere completamento cancellati.
Le grandi battaglie di tutti gli anni passati per far nascere le aziende e difenderle dagli speculatori, per sviluppare il settore con l’idea di ciclo completo ed integrato dei rifiuti, per tutelare l’occupazione e per arrivare ad unificare i diritti contrattuali dei lavoratori in tutto il Paese, sono completamente travolte da un voto incompetente e miope di un Governo e di una Maggioranza che non hanno saputo e voluto ascoltare niente e nessuno.
L’incompetenza e la superficialità mostrate sono disarmanti, nonostante il muro straordinario e compatto di contrarietà emerso in tutto il Paese (da parte di Regioni, Comuni, Province, Associazioni dei Consumatori ed ambientaliste, Associazioni datoriali tutte, con l’eccezione della Confindustria OOSS) e rappresentato in ogni sede ed in ogni momento, il Ministero va avanti con pervicacia ed arroganza.
E’ indispensabile la protesta e la mobilitazione dei lavoratori per rappresentare tutta la nostra grande contrarietà allo smantellamento di un bene primario e collettivo come sono i servizi ambientali, con il principale strumento disponibile:
Mobilitazione Generale della Categoria dell’Igiene Ambientale
con Sciopero e presidi di protesta per venerdì 27 gennaio 2006 dalle ore 10.00 alle ore 14.00 presso il Ministero dell’Ambiente
(in via Cristoforo Colombo angolo via Capitan Bavastro) e presso Palazzo Chigi
(tra via della Colonna Antonina e via dei Bergamaschi dalle ore 10.00 alle ore 14.00 )
Lo sforzo che si richiede a tutti i lavoratori di venire, in un mese così freddo, a Roma il 27 gennaio è ovviamente grande ma, vista la drammaticità e l’importanza del momento, il nostro atteggiamento non può essere passivo ed acquiescente.
Assistere allo scempio del settore, alla precarizzazione del nostro lavoro e soprattutto alla messa in discussione del diritto alla salute dei cittadini, di noi e delle nostre famiglie, non è sopportabile.
Per tutto questo essere a Roma il 27 gennaio è importante.
E’ evidente che, anche in caso di sciagurata approvazione del decreto legislativo, l’iniziativa della categoria non cesserà, riproponendo, anche a chi governerà questo Paese dopo il 9 aprile, un progetto dove sia forte l’idea che in un ciclo unico ed industriale dei rifiuti possono coesistere: servizi qualitativi alle città, risorse per la comunità locali, diritti e tutele per i lavoratori.
Roma, 17 gennaio 2006
Le Segreterie Nazionali
Una sola parola ci viene in mente per qualificare l’improvvisato processo inquisitorio al quale 7 agenti in divisa hanno sottoposto, nelle corsie del Policlinico di Napoli, una donna appena sottoposta ad intervento per un aborto terapeutico.
BARBARIE.
Come altrimenti si può definire la violenza con cui questa donna, psicologicamente provata per avere dovuto rinunciare ad una gravidanza desiderata, fisicamente indebolita dall’intervento chirurgico appena subito, è stata accusata di infanticidio e costretta a “riconoscere” il feto appena estratto dal suo corpo, sulla base di una telefonata anonima?
La vigliacca delazione prevale sul rispetto della persona, sul principio di cautela nell’azione delle istituzioni che, in questo caso né il magistrato di turno, né le forze di polizia, né i dirigenti dell’azienda ospedaliera hanno tenuto in conto.
A quando le lapidazioni in pubblico?
Può essere un caso, ma non si può tacere il sospetto che si sia trattato di un’operazione in qualche modo preventivata, immaginata come azione dimostrativa a sostegno dell’ondata fanatica e misogina che da mesi attraversa l’Italia e che sta infiammando in maniera insensata il confronto elettorale.
All’alba del terzo millennio, nel paese che fu culla del diritto, né diritto né etica sembrano più avere asilo.
Violato il diritto alla tutela della salute della donna, violato il suo diritto alla privacy, violato il rispetto di una legge nazionale, la 194, che ha contribuito a diffondere anche in Italia la cultura della maternità consapevole e a cancellare la piaga dell’aborto clandestino.
Non c’è etica nelle parole e nei comportamenti dei profeti che predicano la difesa della vita dei nascituri disprezzando la vita delle donne viventi.
E non stupisce che siano per lo più maschili le voci che alimentano il coro del diritto alla vita del feto, il progetto di cancellare la legge 194, l’idea di tornare ad imporre la volontà dell’uomo sul corpo della donna.
A tutti questi uomini, giornalisti, politici, medici, magistrati, poliziotti, religiosi, di qualsiasi credo e qualsiasi divisa, un solo invito: tacete!
Le donne non subiranno in silenzio la violenza che si vuole imporre loro e sapranno, anche in questa campagna elettorale, valutare la trasparenza di chi nelle parole e nei fatti lavorerà per garantire la dignità delle donne, per affermare la cultura dei diritti, per salvaguardare la laicità dello Stato.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla vittima di questa aggressione ed auspichiamo che gli organi preposti avviino un’inchiesta per individuare e punire i responsabili di quanto avvenuto.
La Segreteria della Funzione Pubblica CGIL, infine, aderisce alla manifestazione indetta a Napoli per domani 14 febbraio ed invita le compagne a partecipare alle iniziative programmate in numerose città.
Roma, 13 febbraio 2008
Abbiamo organizzato unitariamente come coordinamenti nazionali giustizia organizzazione giudiziria cgil, cisl, uil, flp, una giornata di mobilitazione nazionale contro il DL Tremonti e per la grave situazione della giustizia, in coincidenza con la convocazione del Ministro Alfano relativa alle dotazioni organiche.
Possibilmente si dovrebbero organizzare in quella giornata iniziative in tutti gli uffici giudiziari, come sit-in, presidi, assemblee e volantinaggio alla cittadinanza.
A Roma, in corrispondenza dell’incontro, è stato organizzato un sit-in unitario a Pza Cairoli con volantinaggio alla cittadinanza.
Vi allego i documenti ufficiali: 1) documento unitario giustizia: che avvia la mobilitazione e può essere tramutato all’occorrenza anche in comunicato stampa; 2) volantino unitario da distribuire alla cittadinanza durante le iniziative. 3) volantino relativo al sit-in organizzato a Roma.
Considerato il momento delicato confidiamo in un’ampia partecipazione.
FP CGIL NAZIONALE
Nicoletta Grieco
SEGRETERIE NAZIONALI FINANZE
VERTENZA DL 112/08 – COMMA 165
SETTEMBRE: UNA NUOVA STAGIONE DI LOTTA!
Alle lavoratrici e ai lavoratori
della Giustizia
Si è svolta oggi la prevista riunione con l’Amministrazione sulle piante organiche provvisorie e sulla questione dei trasferimenti; l’amministrazione ci aveva fornito solo ieri uno schema delle piante organiche provvisorie divise per distretto di Corte d’Appello.
Il Sottosegretario Caliendo ha lasciato quasi subito la riunione, che è stata dunque condotta dal Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria Luigi Birritteri.
Il Dr. Birritteri ha subito comunicato, consegnandoci la documentazione relativa, che a seguito dell’emanazione della pianta organica provvisoria sono stati sbloccati i trasferimenti e che tutti i lavoratori coinvolti prenderanno possesso tra il 15 ed il 30 settembre p.v.
Ha inoltre illustrato le piante organiche provvisorie, evidenziando le posizioni soprannumerarie presenti in molti distretti, prendendo un impegno formale ad evitare che i lavoratori, anche se perdenti posto, vengano spostati in esito all’intera procedura.
Abbiamo preso atto dello sblocco dei trasferimenti che è giunto a nostro avviso tardivamente ed è un atto dovuto seguito ad una sospensione ingiustificata ed illegittima delle procedure; abbiamo invece accolto con favore l’impegno dell’Amministrazione a non spostare nessun lavoratore anche se in soprannumero.
In relazione alle piante organiche provvisorie abbiamo chiesto all’Amministrazione se questo schema è veramente provvisorio, e rappresenta dunque una situazione transitoria in vista di nuove dotazioni organiche e relative piante per l’applicazione del CCNL 2006/09 e la redazione del C.I. di Ministero.
Abbiamo infatti dichiarato che le piante organiche provvisorie, a causa del drastico taglio concentrato nelle figure apicali, bloccano qualsiasi progressione in carriera per il personale e fanno scomparire alcune figure professionali dall’Organizzazione giudiziaria; se tale schema rimanesse invariato sarebbe in contrasto con un servizio efficiente da offrire alla cittadinanza, aggraverebbe le condizioni, già di sofferenza, dei lavoratori della giustizia ed impedirebbe l’applicazione del CCNL che impone la ricomposizione dei profili professionali su un’unica area.
Per questo abbiamo chiesto all’Amministrazione se esiste un progetto concreto per riformare finalmente la giustizia e dare ai lavoratori il giusto riconoscimento professionale che attendono da anni, o se intende procedere con soluzioni tampone che presto porteranno al collasso degli uffici.
Il Dr. Birritteri, sollecitato da tutte le OO.SS, ha dichiarato, dopo una breve interruzione, che il Ministro della Giustizia, non appena sarà nelle condizioni di presentare un progetto concreto, riceverà le OO.SS e le renderà partecipi dello stesso; abbiamo comunque ricordato al Dr. Birritteri che attendiamo una risposta dal Ministro dallo scorso febbraio e che, ad oggi, non ha mantenuto la parola data. Abbiamo inoltre sottolineato che non si può attendere oltre e che il comportamento del Ministro testimonia scarso interesse verso i lavoratori della giustizia nonché l’assenza di un progetto concreto volto a rendere un servizio efficiente alla cittadinanza.
In esito alla riunione abbiamo richiesto al Dr. Birritteri un incontro sulla questione dell’informatica, in relazione ai tagli alle risorse ed al mutamento delle responsabilità degli esperti informatici a seguito dei provvedimenti del Garante sulla Privacy sul trattamento dei dati sensibili; il Dr. Birritteri ha dimostrato la sua disponibilità fissando un incontro su tali questioni per l’11 giugno p.v.
Abbiamo inoltre chiesto alla Direzione Generale del Personale se intende rispondere a quei lavoratori che hanno chiesto l’esonero anticipato ai sensi della legge 133; la Dr.ssa Fontecchia ha detto che attendono una risposta ad un quesito che l’Amministrazione ha posto al Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e dopo procederanno a rispondere a quei lavoratori che hanno fatto richiesta.
Da ultimo è intervenuta la coordinatrice regionale della FPCGIL Abruzzo, Ivana Giardino, per ribadire la necessità di un incontro, da noi richiesto ripetutamente sin dal 10 aprile scorso, per la tutela dei lavoratori colpiti dal sisma del 6 aprile; il Dr. Birritteri ha illustrato quanto fatto all’Aquila nell’ultimo mese ed ha dato la sua disponibilità per un incontro in loco il prossimo 26/05/09.
Crediamo tuttavia, a causa della mancanza di risposte concrete da parte dell’Amministrazione in relazioni a questioni per noi fondamentali come la ricomposizione dei profili e dunque la riqualificazione professionale, che sia necessario continuare con la mobilitazione: pertanto invitiamo tutti i lavoratori a partecipare alle iniziative programmate dalla FPCGIL a partire dalla giornata del 28/05 p.v. e alle altre che si terranno nel mese di giugno, che ci vedrà protagonisti, insieme al altre OO.SS e l’ANM in molte città italiane.
Roma, 20/05/09
La coordinatrice Nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco
CI SONO STATE INVIATE QUESTE DUE LETTERE CHE RITENIAMO OBBLIGATORIO PUBBLICARE SUL NOSTRO SITO.
PROVENGONO DA DUE COLLEGHE CFL RISULTATE NON IDONEE ALLA PROVA DI ESAME.
CREDIAMO DI NON DOVER AGGIUNGERE ALTRO ALLE CRITICHE RIVOLTE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE. E’ UN SISTEMA DI ASSUNZIONE E SELEZIONE DEL PERSONALE CHE NON ACCETTIAMO E DA NOI CRITICATO. VOGLIAMO RICORDARE AL DIRETTORE ATTILIO BEFERA CHE GLI OTTIMI RISULTATI OTTENUTI NEL 2008 SONO IL FRUTTO ANCHE DEL LAVORO E DELLA PROFESSIONALITA’ DI QUESTE COLLEGHE, CHE OGGI CON CINISMO E INDIFFERENZA L’AMMINISTRAZIONE ESPELLE DAI NOSTRI UFFICI.
FP CGIL NAZIONALE
Luciano Boldorini
Ciao,
Vi invio questa storia affinché non si dimentichi, affinché il problema di alcuni ragazzi susciti l’indignazione di molti, affinché possiate essere voi i primi a denunciare l’ingiustizia che noi abbiamo subito ( perché noto una certa indifferenza da parte vostra)
Sono una ragazza di 30 anni, mi chiamo xxxxxxxxx xxxxxxxxx, sono nata e vivi in provincia di xxxxxx.
Dopo il praticantato da Avvocato e l’esame superato al primo tentativo, ho deciso di prepararmi al concorso per 1180 funzionari all’Agenzia delle Entrate.
Un’estate intera sui libri quella del 2008, ma che portò presto i suoi frutti. Superai brillantemente le prime due prove del concorso (nella seconda graduatoria ero 16) e poi ho atteso la comunicazione della destinazione. Xxxxxx (xx). Ero elettrizzata all’idea di lavorare in Agenzia, certo i sacrifici non sono mancati: la casa prima di tutto, l’affitto anticipato, le spese di agenzia……
Il tirocinio è stato un periodo per me stimolante, ogni giorno cose nuove e sempre più importanti, gli accessi, le verifiche. Io mi sentivo già parte dell’Agenzia. Per me, forse carica di eccessiva ingenuità, ero già entrata.
Il lavoro era tanto, specie nei periodi di scadenze e io facevo tutto e con molto impegno ( non per rinfacciarlo ma ho imbustato circa 100 accertamenti 41 bis in scadenza tra Natale e Capodanno), per non parlare poi dell’orario che facevo. Mi piaceva imparare e sapere, è nel mio carattere, quindi badavo poco agli orari d’ufficio, spesso restavo fino a tardi e non ho nemmeno sfruttato tutti i giorni di permesso. Che stupida…..
Dalla fine del tirocinio e fino al giorno della prova orale ho solo studiato. Ho visto davvero poco la luce del sole.
Le cose da rivedere erano tante e molto specifiche.
Il 19 Giugno 2009 sono andata ad xxxxxxxx per sostenere la mia prova orale.
Non ho fatto scena muta, anzi ho risposto a tutte le domande,lì dove avevo difficoltà ( le società di comodo che sulle dispense non c’erano da studiare) ho tentennato un pò, ma con il ragionamento sono arrivata comunque alla risposta. Insomma per me non ero da 30, 29, 28, 26,,,,,ma almeno 24 ci credevo. e invece no 22,10. Insomma Fuori. Vi assicuro però che la cosa che più mi ha impressionato e stroncato psicologicamente è stato sicuramente l’atteggiamento della Commissione. Freddi, distaccati, impenetrabili, mi guardavano con aria di saccenza e superiorità, che io dal basso della mia umiltà ho cercato in tutti i modi di superare.
Pensavo: per sei mesi quando vi siamo serviti ci avete sfruttato, ci avete lodato per il lavoro svolto, per gli obiettivi raggiunti anche grazie a noi e ora non ci conosce più nessuno. Non siamo nessuno.
Giorni dopo il mio orale ho chiamato in DRE per chiedere come nasceva il mio voto finale.
Mi hanno detto che il mio titolo da Avvocato è stato valutato 0.10, quando sul bando manca anche l’indicazione delle valutazioni dei titoli, e il mio tirocinio?
Mi hanno detto che quello non viene considerato ai fini della valutazione finale. Solo se fossi stata non idonea avrebbe pesato sul voto finale.( e io sono certa di essere stata valutata idonea).
Ah CAZZO! ( scusate) se vi conviene lo considerate e se non vi conviene no.
In questo momento lo sconforto, il senso di ingiustizia e la rabbia mi divorano.
Ma mi scoraggia la vostra indifferenza
XXXXXXXXXX
Scrivo per segnalare un evidente ingiustizia compiuta nella pubblica amministrazione nella forma non giustificata da alcun elemento e nella sostanza per motivi legati al sopravvenuto stato di gravidanza di mia moglie e al suo ruolo di madre dei nostri altri due figli.
Mia moglie si è candidata presso l’Agenzia delle entrate per posti a concorso nella regione XXXXX
La procedura di selezione, per la prima volta “all’americana” prevedeva più fasi per una durata complessiva di un anno
a) prova oggettiva tecnico-professionale superata positivamente;
b) prova oggettiva attitudinale superata positivamente;
c) tirocinio teorico-pratico, esperienza sul campo presso una sede locale valutata molto positivamente da supervisori, responsabili e colleghi di agenzia, integrato da una prova finale orale.
La prova finale orale in base ai contenuti del bando avrebbe perseguito l’obiettivo di integrare la valutazione della preparazione professionale espressa nel tirocinio, le attitudini e le motivazioni.
La sorte ha fatto si che fosse il suo turno il primo giorno degli otto a disposizione, il 3 giugno
La prova ad integrazione del tirocinio si è articolata in un colloquio di circa 40 minuti su varie materie alle cui domande è stata fornita risposta,.
Al termine del colloquio per la calura della giornata, e la spossatezza determinata dal suo oggettivo e visibile stato di gravidanza che da valutazioni mediche risulta essere in condizioni di rischio, rientra a casa e scopre amaramente da un collega di essere stata considerata “non idonea”.
Succede, se non studi abbastanza, se non rispondi alle domande, se dimostri scarso rendimento sul lavoro, ma se hai una storia personale che evidenzia capacità di studio, di ottenere risultati e competenza professionale (mai ripetuto un esame o una prova) è ancora più verosimile la valutazione che si può dare di una propria prova comparandola a quella di altri candidati.
L’indomani viene contattata dal gruppo di lavoro dove aveva svolto il tirocinio teorico-pratico, che come avviene per le risorse qualificate, ne avrebbero richiesto l’inserimento effettivo nel team, che, ancor più sorpreso,con un briciolo di benevolo sarcasmo commenta “è stata valutata la tua pancia, non le tue risposte; sei stata sicuramente una degli elementi più validi tra i nostri 12 tirocinanti e solo così possiamo giustificare l’esclusione”
La cosa più sorprendente si è però verificata nei giorni successivi, quando nessun candidato è stato più giudicato non idoneo, benché a detta di colleghi ci siano state delle situazioni anche un po’ imbarazzanti, di quasi silenzio a delle domande, e la media delle valutazioni si è di giorno in giorno elevata
D’altronde in una situazione di distribuzione statistica casuale, le valutazioni si alternano con una distribuzione statistica regolare, mentre coloro che non sono stati considerati non idonei lo sono stati solo il primo giorno.
Alla luce di ciò mi riesce in ogni caso difficile pensare che tale distribuzione non sia stata in qualche modo la risultante di obiettivi mirati, non dichiarati né dichiarabili ma evidenti nei fatti : penalizzare ed escluderla per la sua condizione.
Non vorrei vedere i miei figli crescere e constatare che la loro presenza è stata oggetto di prevaricazioni e di comportamenti selettivi che richiamano più atteggiamenti tipici dello stile di vita mitteleuropeo dei campi di lavoro di oltre sessantanni fa che la modernità del mondo occidentale. Insomma, ricorda un po’ la selezione nei lager dei lavoratori non necessari alla causa.
La storia ci insegna che certe situazioni si superano e che dovremmo evitare il riacutizzarsi di certe ferite.
Voglio ancora credere e sperare che ci possa essere giustizia e rispetto per quello che è il ruolo di madre e di donna sul lavoro perché l’impegno domestico e sul lavoro (diurno) e nello studio (notturno e festivo)e la dedizione di una madre di due figli ed in attesa di un terzo non sia calpestato nella sua dignità da un manipolo di soggetti che nei fatti dimostrano di essere strumento passivo di volontà di terzi non ben dichiarate ma abbastanza evidenti.
Vorremmo essere aiutati a trovare delle risposte
* Vigono regole di carattere numerologico a noi sconosciute per cui il giorno 03/06/09 si subisce un ineluttabile influsso negativo come l’evento verificatosi?
* È questo il nuovo corso del mondo del lavoro pubblico del terzo millennio?
* I dettami costituzionali e i principi sbandierati nelle situazioni più disparate (family day, principo di eguaglianza, pari opportunità, quote rosa, ecc.) possono essere ridicolizzati in tal modo?
Lancio una proposta provocazione: perché non licenziare direttori e i tutors che dopo sei mesi di tirocinio hanno espresso un giudizio di idoneità ribaltato in pochi minuti da un’improvvisata commissione?
Come possono gestire e valorizzare le persone dei loro team ed uffici se in sei mesi non sono riusciti a vedere quello che in qualche manciata di minuti non è sfuggito agli occhi di un altro soggetto?
Per la mia famiglia questa è una ferita aperta, che vorremmo vedere sanata.
Nonché un fenomeno meritevole di un’attenzione men che superficiale su cui vale la pena riflettere per capire quali sono i fondamenti della classe dirigente della pubblica amministrazione italiana.
Secondo voi cosa possiamo fare? Non è giusto tacere
XXXXXXXXXX
Proposta di Ipotesi di accordo Integrativo da parte dell’Amministrazione, a seguito dei rilievi dell’Aran
CCNI 2006-2009
Segreterie Nazionali FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL
Roma 17 gennaio 2006
Nella giornata di giovedì 12 gennaio le Commissioni Parlamentari di Camera e Senato hanno approvato lo schema del decreto legislativo sulla Delega Ambientale con le sole osservazioni dei relatori di Maggioranza.
Tutto l’iter delle audizioni e del dibattito nelle Commissioni è stato quindi completato con delle spaventose forzature nella tempistica che hanno frantumato quel poco di “pluralismo” e di “coinvolgimento delle Parti Sociali” che l’impianto della Legge Delega 308/2004 espressamente prevedeva.
Inoltre su richiesta del Governo, nella persona del Ministro dei Rapporti con il Parlamento Giovanardi e, con l’avvallo dei Presidenti di Camera e Senato, si è deciso, a livello parlamentare, di non aspettare il necessario parere della Conferenza Unificata Stato/Regioni.
Ora il testo è stato ritrasmesso al Governo che, tenuto conto dell’approvazione delle Commissioni e dei pareri allegati, potrà apportare delle ulteriori modifiche ( è previsto che la materia vada al Consiglio dei Ministri giovedì 19) e successivamente ritrasmettere il testo alle Camere per l’approvazione definitiva.
Anche la riunione odierna del CESPA ( Comitato Economico e sociale per l’Ambiente) in cui il Governo avrebbe dovuto discutere con le Parti sociali le modifiche da apportare al Decreto, è stata una farsa in quanto il Ministero si è rifiutato di comunicare le eventuali modifiche sino alla approvazione del Consiglio dei Ministri e quindi a provvedimento approvato.
Dai passaggi elencati si potrebbe pensare che gli spiccioli di legislatura rimasti potrebbero impedire l’approvazione definitiva del testo ma, tenuto conto della determinazione “militare” della Maggioranza a portare in porto il decreto legislativo, basterebbe poco più di una settimana per completare l’iter.
La drammaticità del momento è grave ed evidente, basta leggere anche in modo parziale, il testo del decreto per intuire immediatamente che passato, presente e futuro dei lavoratori e delle aziende del settore dell’igiene ambientale rischiano di essere completamento cancellati.
Le grandi battaglie di tutti gli anni passati per far nascere le aziende e difenderle dagli speculatori, per sviluppare il settore con l’idea di ciclo completo ed integrato dei rifiuti, per tutelare l’occupazione e per arrivare ad unificare i diritti contrattuali dei lavoratori in tutto il Paese, sono completamente travolte da un voto incompetente e miope di un Governo e di una Maggioranza che non hanno saputo e voluto ascoltare niente e nessuno.
L’incompetenza e la superficialità mostrate sono disarmanti, nonostante il muro straordinario e compatto di contrarietà emerso in tutto il Paese (da parte di Regioni, Comuni, Province, Associazioni dei Consumatori ed ambientaliste, Associazioni datoriali tutte, con l’eccezione della Confindustria OOSS) e rappresentato in ogni sede ed in ogni momento, il Ministero va avanti con pervicacia ed arroganza.
E’ indispensabile la protesta e la mobilitazione dei lavoratori per rappresentare tutta la nostra grande contrarietà allo smantellamento di un bene primario e collettivo come sono i servizi ambientali, con il principale strumento disponibile:
Mobilitazione Generale della Categoria dell’Igiene Ambientale
con Sciopero e presidi di protesta per venerdì 27 gennaio 2006 dalle ore 10.00 alle ore 14.00 presso il Ministero dell’Ambiente (in via Cristoforo Colombo angolo via Capitan Bavastro) e presso Palazzo Chigi (tra via della Colonna Antonina e via dei Bergamaschi
dalle ore 10.00 alle ore 14.00 )
Lo sforzo che si richiede a tutti i lavoratori di venire, in un mese così freddo, a Roma il 27 gennaio è ovviamente grande ma, vista la drammaticità e l’importanza del momento, il nostro atteggiamento non può essere passivo ed acquiescente.
Assistere allo scempio del settore, alla precarizzazione del nostro lavoro e soprattutto alla messa in discussione del diritto alla salute dei cittadini, di noi e delle nostre famiglie, non è sopportabile.
Per tutto questo essere a Roma il 27 gennaio è importante.
E’ evidente che, anche in caso di sciagurata approvazione del decreto legislativo, l’iniziativa della categoria non cesserà, riproponendo, anche a chi governerà questo Paese dopo il 9 aprile, un progetto dove sia forte l’idea che in un ciclo unico ed industriale dei rifiuti possono coesistere: servizi qualitativi alle città, risorse per la comunità locali, diritti e tutele per i lavoratori.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL
COME ARRIVARE presso i presidi dell’Igiene Ambientale di Palazzo Chigi e del Ministero dell’Ambiente che si svolgeranno domani a Roma.
ARRIVO IN TRENO:
Dalla Stazione Termini per arrivare al presidio di Palazzo Chigi prendere la metropolitana linea A direzione Battistini e scendere alla fermata piazza di Spagna; da lì, a piedi, prendere direzione via del Corso e dopo 500 metri si è al presidio.
Dalla Stazione Termini per arrivare al presidio del Ministero dell’Ambiente prendere il Bus n° 714 per 11 fermate, scendere alla fermata Colombo/Bavastro e percorrere a piedi circa 500 mt.
ARRIVO CON PULLMAN:
Palazzo CHIGI
– Per chi proviene dalla autostrada A1 (MI-BO-FI) dopo l’uscita di Roma Nord, arrivare in fondo fino alla congiunzione con il Grande Raccordo Anulare. Prendere la direzione sinistra del G.R.A, verso la Roma-l’Aquila. Uscire sulla stessa, direzione tangenziale centro città, alla prima uscita di via Palmiro Togliatti (lato dx), prendere direzione Ponte Mammolo (circa 1 km). Questa è l’area del parcheggio di scambio (via delle Messi d’oro) dove è possibile la sosta del bus. I partecipanti dovranno prendere la metro B e scendere alla fermata Colosseo. Di lì, a piedi verso piazza Venezia e via del Corso (ci sono anche diversi autobus che passano in direzione via del Corso).
Ministero dell’Ambiente
– Per chi proviene dalla autostrada A1 (RC-SA-NA), dopo l’uscita di Roma Sud, arrivare in fondo fino alla congiunzione con il Grande Raccordo Anulare. Prendere la direzione sinistra (oltrepassare il ponte sopra il GRA) ed allo svincolo della Cristoforo Colombo uscire in direzione centro, proseguendo fino a subito dopo l’incrocio con la circonvallazione Ostiense; 300 mt. circa prima delle Mura Aureliane, troverete via Capitan Bavastro, sede del Ministero per l’Ambiente. Far scendere i partecipanti. Il pullman proseguirà per il parcheggio nell’area di scambio della Laurentina (via Francesco de Suppe’).
Abbiamo escluso l’ipotesi di poter far entrare i pullman in Roma, poiché l’avvicinamento massimo sarebbe stato in Colle Oppio, con un rilevante ticket di ingresso (euro 170 a pullman, con sosta max 2 ore) e comunque la necessità di proseguire con mezzi e/o a piedi.