Il Ministro Brunetta, forse perché il suo contratto è stato appena bocciato dai dipendenti di agenzie fiscali, ministeri e parastato, ha bisogno di ripetizioni. Gliele daranno domani le decine di migliaia di lavoratori che scenderanno in piazza per manifestare contro il suo governo e contro di lui.
Al Ministro Brunetta rispondiamo semplicemente che, se non lo avesse capito, scioperiamo contro il suo Governo e contro di lui, contro il vergognoso accordo di Palazzo Chigi, contro gli attacchi alla democrazia sindacale ed al diritto di sciopero, contro la volgare aggressione al Presidente Napolitano ed alla Costituzione repubblicana ed antifascista. Difendiamo semplicemente i nostri diritti.
É ormai chiaro che da lei non possiamo aspettarci né rispetto istituzionale, né pacatezza né predisposizione al dialogo. Preferiremmo di gran lunga il suo silenzio.
Sostiene che del nostro sciopero non se ne sarebbe accorto nessuno. Non le rispondiamo in questa sede, lasciando la risposta alla piazza di domani, al dissenso democratico e pacifico di quei lavoratori che lei sa solo offendere.
Roma, 12 Febbraio 2009
A seguito di quanto disposto dal comma 187 dell’art 2 della legge 191/2009 (Finanziaria 2010) dal primo gennaio di quest’anno cessa il finanziamento dello Stato alle comunità montane previsto dall’art 34 del dlgs 504 del 1992 e successive modificazioni, mentre per i comuni l’erogazione continuerà ad essere garantita con le stesse modalità.
Ciò significa che a partire dal mese di gennaio, per i 6000 lavoratori ex 285 che svolgono la loro attività alle dipendenze di questi enti, potrebbe non esserci più la copertura economica per il pagamento degli stipendi fino ad oggi garantita dall’apposita voce di bilancio prevista nell’ambito del fondo di cui all’art 34 del dlgs 504/92.
Tale ipotesi è inaccettabile sul piano del merito e del metodo e va contrastata in ogni modo e con ogni mezzo per evitare l’ennesimo tentativo di macelleria sociale perpetrato da questo Governo sulla pelle dei cittadini, in questo caso dei lavoratori delle comunità montane, solo per fare cassa.
La CGIL FP, nel denunciare gli effetti di questo provvedimento, ha chiesto al Dipartimento della Funzione Pubblica un intervento che in tempi brevi permetta di trovare una soluzione legislativa che consenta la continuità del pagamento degli stipendi dei lavoratori ex 285, sul cui esito faremo debita informazione.
E’ evidente che la più ampia mobilitazione dei lavoratori interessati, accompagnata da manifestazioni di solidarietà da parte del sistema delle Autonomie, non potrà che aiutare la FP CGIL Nazionale nella sua azione per ripristinare la certezza del diritto al pagamento dello stipendio a centinaia di lavoratori pubblici obbligando il Governo a rivedere le proprie decisioni, così come sono state imposte con il comma 187.
Roma, 29 gennaio 2010
Nella tarda serata del 1° giugno abbiamo firmato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL 2006/2009, biennio economico 2006/2007, per i Dirigenti ed i professionisti di prima qualifica.
Cinque anni di ritardo dovuti esclusivamente all’insipienza dei Governi ed alle tante difficoltà sopravvenute con gli interventi normativi, in particolare con la legge 15 ed il decreto legislativo 150, che spingono verso una formale e sostanziale rilegificazione del rapporto di lavoro depotenziando il valore del CCNL e della contrattazione integrativa.
È indubbio che gran parte della responsabilità sul ritardo nell’avvio della trattativa è da addebitare alla pachidermica lentezza con la quale l’Enac ha provveduto ad elaborare l’atto di indirizzo contrattuale e ad inviarlo all’Aran.
In sede di trattativa all’Aran ci siamo confrontati sulla portata delle norme del 150 sul personale dirigenziale e sui professionisti pur trattandosi di un CCNL antecedente all’entrata in vigore del decreto legislativo, discussione che ci ha impegnati per lungo tempo; ancor più, e per ultimo, la trattativa è stata viziata
pesantemente dalla manovra finanziaria varata il giorno prima dal Governo.
Il Decreto Legge 78/2010 del 31 maggio 2010, fra le tante norme assurde e contraddittorie, con la riduzione del 5% e del 10% delle retribuzioni limita pesantemente, fino ad azzerarli, gli effetti economici del rinnovo contrattuale.
Oltre questo il decreto appena pubblicato, sciagurato e vessatorio per tutti i lavoratori pubblici, sublima la sua negatività quando tratta dei dirigenti nel tentativo di far passare un messaggio di “relativa utilità” della figura dirigenziale; gli ulteriori limiti generali previsti dal decreto non tengono in alcun conto la delicatezza dei compiti svolti dai professionisti in un settore particolarmente delicato quale è quello aereo.
Pur in questa fase politica, poco o niente brillante, e nel contesto economico complicato il rinnovo del CCNL è un atto dovuto ed ancor più quando si tratta di contratti scaduti il 31/12/2005.
Il ritardo, dalla scadenza del 31/12/2005, e la necessità di non incappare ulteriormente nelle maglie del decreto legge 78/2010 ci hanno, responsabilmente, portato alla firma della ipotesi di accordo; in un altro contesto, forse, si sarebbero potute migliorare alcune norme, ad oggi abbiamo messo al primo posto la necessità della firma del CCNL.
Dall’accordo, basato su incrementi del 4,85% come già avvenuto per tutti gli altri comparti pubblici e per lo stesso arco temporale, derivano incrementi medi mensili lordi pari a:
– € 315,92 per i Professionisti;
– € 424,88 per i Dirigenti.
Come sempre, i valori degli incrementi sono stati, per i dirigenti, ripartiti fra stipendio tabellare (€ 207,90), retribuzione di posizione fissa (€ 46,40) e fondo per il risultato (€ 170,58), mentre per i professionisti la ripartizione è avvenuta fra stipendio (€ 163,20) e fondo per la contrattazione (€ 152,72).
Inoltre, per i dirigenti il valore della retribuzione di posizione, in presenza delle risorse nel Fondo, può essere elevato entro il limite del 15%.
Per i Professionisti di prima qualifica, al fine di rendere più compiuto lo sviluppo professionale, sono stati ridotti i periodi di permanenza per i passaggi dal secondo al terzo e dal terzo al quarto, rispettivamente un anno e tre anni.
Infine, per quanto possibile e/o condizionabile delle norme di legge vigenti, abbiamo lasciato inalterate le norme contrattuali sulle relazioni sindacali.
La chiusura di questo accordo, per il quale comunque esprimiamo la nostra soddisfazione, adesso dovrà accompagnarsi e velocemente con la chiusura dell’accordo relativo al biennio economico 2008-2009.
p. Fp Cgil Nazionale Funzioni Centrali il Coordinatore Nazionale Vincenzo Di Biasi
Roma, 1 giugno 2010
A TUTTI I LAVORATORI
Lunedì scorso, dopo la pausa dovuta agli impegni relativi al rinnovo delle RSU, abbiamo ripreso le trattative con l’Amministrazione per affrontare le tante questioni ancora sul tappeto.
Preliminarmente, su sollecitazione delle OO.SS., l’Amministrazione ha fornito alcuni chiarimenti sia in merito all’autorizzazione ministeriale per i colleghi vincitori della procedura concorsuale verso C1 che per quanto riguarda il riconoscimento dello sviluppo economico per il personale dell’area sanitaria.
Per quanto attiene il primo punto l’Amministrazione ha confermato l’intenzione di procedere all’assunzione di 970 colleghi (così come da richiesta) rispetto ai 738 indicati nel DPR in emanazione.
Per arrivare a questo obiettivo verrà utilizzata la possibilità già prevista al comma 10 del DPR stesso, di poter scegliere una diversa articolazione delle autorizzazioni mantenendo, ovviamente, inalterato il limite delle risorse finanziarie assegnate.
Tale modifica verrà inoltrata immediatamente dopo la registrazione del DPR, a cui dovrà far seguito un tempestivo e immediato intervento per sollecitare l’emanazione del DPCM che consentirà la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti formazione e lavoro.
Per il personale sanitario l’Amministrazione ci ha fornito alcune valutazioni di carattere normativo per motivare l’esclusione di tutti i colleghi che non posseggono i requisiti minimi di 3 anni per accedere allo sviluppo economico. A tali motivazioni tutte le OO.SS. hanno ribadito, con diversi suggerimenti, la volontà di inserire questi lavoratori nelle procedure, in linea con la volontà espressa nell’Accordo sottoscritto il 31 luglio u.s.
Alla fine l’Amministrazione si è riservata di darci una risposta definitiva nei prossimi giorni.
Abbiamo inoltre sottoscritto come FP CGIL Inail l’accordo che sblocca lo scorrimento delle graduatorie C3 e C4.
Nel verbale (che vi alleghiamo) si sono definite anche le modalità e il percorso per l’attivazione dello scorrimento, fermo restando che dovrà essere correlato a quanto verrà definito con il Nuovo Modello Organizzativo, tuttora oggetto di confronto fra OO.SS. e Amministrazione e che proprio negli incontri di lunedì e martedì ha cominciato a muovere i primi passi nel merito del progetto.
A tal fine abbiamo chiesto un confronto aperto per arrivare quanto più possibile a soluzioni condivise e che permettano in primo luogo di migliorare e qualificare maggiormente l’azione dell’Istituto.
Sappiamo che il confronto non sarà facile né scontato, così come è pure evidente la precarietà del quadro politico sia all’interno dell’Istituto che all’esterno in materia del complessivo riordino degli Enti Previdenziali e Assicurativi.
Nelle riunioni di questi giorni abbiamo espresso perplessità relative ad alcune criticità che, secondo noi, emergono nell’impianto del Nuovo Modello (processo contabilità, allocazione attività di vigilanza ecc.) su cui ci sono state forniti alcuni chiarimenti e altri saranno oggetto di ulteriori approfondimenti.
Il confronto proseguirà nel corso dei prossimi giorni con un calendario piuttosto serrato.
Vi terremo costantemente informati sull’evoluzione delle trattative.
Roma, 5 dicembre 2007
Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL INAIL
Roberto Morelli
A TUTTI I LAVORATORI
Si invia la nota dell’Amministrazione del 18 gennaio 2008 inerente la Legge 27 dicembre 2006 n. 296, articolo 1, commi 523 e 536 – autorizzazione ad assumere per l’anno 2008.
IL COORDINATORE NAZIONALE
FP CGIL INAIL
Roberto Morelli
Di seguito il comunicato del Coordinamento Nazionale MEF relativo all’incontro di ieri svoltosi al Ministero dell’economia e delle finanze.
Roma, 21 febbraio 2008
Il Ministro Brunetta anche oggi si applica nell’arte di dipingere un mondo in cui la dura realtà dei numeri viene negata.
L’ammontare delle risorse messe in campo per i rinnovi contrattuali dei settori del lavoro pubblico sono pari a 2.340 milioni di euro, che garantiscono aumenti per il 2008 pari a 8 euro lordi mensili medi procapite e 65 euro lordi mensili procapite per il 2009.
Sono stati sottratti dalle buste paga di tutti i lavoratori, anche di quelli meritevoli, 1,7 miliardi e quindi, in virtù di questo provvedimento, tutti i dipendenti dal gennaio 2009 subiranno un taglio ai loro stipendi che varia dagli 80 ai 300 euro mensili.
Nè vale dire quanto negli anni avrebbero guadagnato in più i pubblici dipendenti rispetto ai privati, dati ARAN del 2002 valutano l’aumento per i dipendenti pubblici pari al 15.6% e per i privati pari al 15.52%.
Le dichiarazioni mediatiche del ministro non modificano la realtà: quando si va a fare la spesa i conti non contano!
Così come non tornano i conti sull’assenteismo, che in verità è in calo costante da tempo, anche per merito delle organizzazioni sindacali che hanno stipulato accordi che combattono un fenomeno che danneggia i lavoratori che fanno il loro dovere.
A noi pare che il nostro Paese non abbia bisogno di conflitti e lancio di sfide all’ok corral.
Questo Paese ha bisogno, tra le altre cose, di una pubblica amministrazione che funzioni.
Bene, a 5 mesi dall’insediamento del Governo, di quanto sono diminuite le liste d’attesa per una TAC a Roma, di quanti giorni in meno c’è bisogno per ottenere documenti catastali a Palermo, quanto tempo ha risparmiato un imprenditore nei peregrinaggi fra vari uffici pubblici per ottenere un’autorizzazione a Padova?
C’è qualcuno interessato ad affrontare e risolvere questi problemi?
Mettere mano a procedure e processi organizzativi, piani industriali per i singoli Enti, intervento sui sistemi organizzativi, questa è la strada maestra per cambiare e migliorare gli uffici pubblici e garantire diritti e servizi ai cittadini e alle imprese, non certo quella finora perseguita.
Roma, 3 settembre 2008
Diverse dichiarazioni di esponenti ANCI, per ultima quella in sede di dibattito di apertura del convegno in corso a Riccione del responsabile per le politiche della sicurezza nonché Sindaco di Padova Flavio Zanonato, segnalano la necessità di addivenire in tempi rapidi alla riforma della Polizia Locale.
Una urgenza che la FPCGIL sostiene da anni attraverso specifiche mobilitazioni degli addetti di questo fondamentale servizio pubblico e che, di contro, ha visto il disinteresse dei Governi e l’attivazione di decisioni che hanno depotenziato il ruolo e la professionalità centenaria della Polizia Locale.
Non ultime, l’idea di una sicurezza fai da te che, tra l’altro inefficace, simboleggiata dalla scelta solo politica delle ronde.
L’urgenza, però, va coniugata con il merito poiché non serve una qualsiasi legge ma un nuovo assetto normativo che valorizzi il ruolo specifico della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana, chiarisca compiti e funzioni, tuteli gli addetti ne valorizzi la professionalità
Le due proposte oggi presenti in Commissione Affari Costituzionali sono tra loro diverse ed il sindacato confederale proprio con ANCI – UPI – Regioni ha da tempo individuato quale fosse la più coerente con il lavoro ed i compiti della Polizia Locale.
Le dichiarazioni di Zanonato, quindi, ripropongono in maniera ineludibile la richiesta già formulata dal sindacato confederale di un tavolo di confronto urgente sui temi della sicurezza urbana e sul ruolo della Polizia Locale.
Non vorremmo che tutto si risolvesse, ancora una volta, con roboanti dichiarazioni alla stampa o nei convegni, senza poi fare passi avanti o addirittura procedere verso un cammino che peggiora quanto già fatto in materia di sicurezza con una ulteriore sovraesposizione degli agenti di Polizia Locale ed un danno per i cittadini.
Roma, 17 settembre 2009
Roma, 1 giugno 2010
Al Direttore Generale
Agenzia Industrie Difesa
Ing. Marco AIRAGHI
Via XX Settembre, 123/A
0187 – ROMA
Nell’incontro tenutosi presso codesta Agenzia lo scorso 12 maggio 2010, le scriventi OO.SS. hanno chiesto l’immediata convocazione di un tavolo negoziale mirato a stipulare il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo 2006-2009, così come già avvenuto presso la Direzione Generale del Personale Civile del Ministero della Difesa. Richiesta dettata dall’urgenza e dall’importanza delle materie da esaminare … ma tutt’ora inevasa, determinando così un ritardo che rischia di penalizzare la professionalità di tutto il personale civile dell’AID.
Conclusivamente, per quanto brevemente esposto, si invita la S.V. a voler attivare il richiesto confronto con cortese sollecitudine e si rimane a disposizione per individuare un’incalzante calendarizzazione.
Rimanendo in attesa di riscontro, si porgono distinti saluti.
COORDINAMENTI NAZIONALI – MINISTERO DELLA DIFESA
FP CGIL CISL FP UIL PA
N. Manca R. Bellotto S. Colombi
Comunicato stampa di Daniele Giordano, Segretario Nazionale Fp-Cgil
Comunità montane: tra promesse e demagogia pagano sempre i lavoratori
Situazione finanziaria grave, dipendenti senza stipendio da mesi
Da mesi molte comunità montane sono impossibilitate a pagare gli stipendi dei dipendenti e a provvedere alle spese di funzionamento. La grave situazione finanziaria in cui versano gran parte delle comunità richiederebbe un intervento del Governo, troppo impegnato nel criminalizzarle in modo demagogico salvo poi promettere lo sblocco dei fondi necessari alla loro stessa sopravvivenza. Ha quindi ragione l’Uncem a non presentarsi alla Conferenza Unificata di oggi in segno di protesta, e in tal senso rinnoviamo la nostra richiesta al Governo di un tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare la situazione.
Il dibattito ormai vecchio sulle comunità montane, sugli sprechi e sulla loro stessa utilità, ne ha costruito un’immagine deformata. Si è troppo spesso generalizzato, banalizzato, sottovalutata l’importanza delle competenze assegnate alle comunità, trascurando enti che offrono servizi utili al territorio e ai cittadini. Come Fp-Cgil siamo disponibili a discutere misure che efficientino e modernizzino la pubblica amministrazione, che diminuiscano sprechi e costi senza pregiudicare qualità e offerta delle prestazioni.
Abbiamo contestato la proliferazione di enti inutili, che pero’ sono sempre stati fatti per saziare la fame di posti di sottogoverno della politica, di tutti i colori e bandiere. Su quel fronte non è stato fatto un solo passo in avanti. Oggi, mentre non si pagano gli stipendi e si pregiudicano i servizi, ci domandiamo che fine abbia fatto la lotta agli sprechi, quelli veri, tanto sbandierata da questo Governo, dai ministri Tremonti e Brunetta, la lotta alle troppe consulenze facili e costose.
Come sempre a pagare le operazioni di propaganda sono i lavoratori e i cittadini.
Roma, 23 Settembre 2010
Con il regolamento inviatoci ieri sera il Ministro “tecnico” Padoa Schioppa ha evitato qualsiasi confronto preventivo con le parti sociali in merito ai contenuti dello schema. Si sta di fatto procedendo allo smantellamento della presenza del MEF sul territorio nazionale e si è così creata una situazione di ulteriore panico tra i dipendenti delle sedi provinciali del Ministero.
Lo schema prevede per l’articolazione territoriale del MEF, a decorrere dalla data di entrata in vigore dello stesso, la soppressione dei Dipartimenti provinciali e contestualmente l’istituzione di 63 Ragionerie territoriali dello Stato e di 63 Direzioni territoriali dell’economia delle finanze. E’ prevista la chiusura di 40 sedi per ciascuna struttura, di cui 20 entro i dodici mesi successivi all’emanazione del decreto del Ministro, (da predisporre entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento) e ulteriori 20 sedi da chiudere entro 24 mesi. Quest’ultime per dodici mesi avranno funzione di presidi territoriali attraverso il temporaneo funzionamento di uffici non dirigenziali alle dirette dipendenze della Ragioneria o della Direzione territoriale di riferimento.
Nello stesso decreto ministeriale saranno individuate le sedi territoriali da chiudere sulla base dei seguenti criteri:
– Bacino di utenza dei servizi resi in relazione alle funzioni assegnate
– Interazioni con le attività svolte dalle singole amministrazioni
– Popolazione residente
– Distanza tra le sedi e conformazione geografica del territorio
– Logistica
– Mobilità regionale e sistema dei trasporti
– Consistenza del personale
La FP CGIL esprime la più totale contrarietà nei confronti del metodo utilizzato dal Ministro e nel merito denuncia la totale assenza di garanzie per il personale che attualmente opera nelle strutture territoriali del MEF (RPS e DPSV). Avevamo sperato di vedere modificate radicalmente le relazioni sindacali, ma gli atteggiamenti autoritari di questo ministro non indicano alcun cambiamento di rotta. Ci troviamo di nuovo di fronte all’arroganza elevata a virtù e con altri suonatori assistiamo ancora alla solita sinfonia. Più volte abbiamo denunciato questa operazione come un’illusione di risparmio che il ministro tenacemente sta difendendo malgrado l’opposizione di tutto il mondo sindacale e la rabbia e l’amarezza dei lavoratori delle sedi provinciali.
Contestualmente all’invio dello schema di decreto è stata inoltrata alle sedi delle DPSV una circolare a firma del dott. Carmenini nella quale si fissa alla data del 1 aprile 2007 l’inizio dell’effettivo svolgimento delle competenze in materia di invalidità civile da parte dell’INPS, facendo riferimento ad un decreto che non ha avuto confronto con le organizzazioni sindacali e che lo stesso Carmenini definisce ancora in corso di perfezionamento.
Signori la misura è colma! Siamo stanchi di atti unilaterali e metteremo in campo tutte le iniziative utili a contrastare la realizzazione di questo scellerato piano di disintegrazione del nostro Dicastero.
Roma, 29 marzo 2007
p. Coordinamento Nazionale FP CGIL MEF
Antonio Bufalino
Una manovra che penalizza lavoratori e pensionati, privatizza lo Stato sociale, deprime la crescita.
Il Governo ha deciso di anticipare la manovra economica della Finanziaria, che solitamente parte alla fine del mese di settembre, con un decreto legge presentato nei giorni scorsi al Parlamento e un successivo disegno di legge.
Il senso complessivo della manovra è sufficientemente chiaro:
– siccome non si hanno grandi speranze sul fatto che aumenti la crescita del Paese, né si prendono provvedimenti che vanno in questa direzione, non viene previsto alcun intervento di diminuzione della tassazione, a partire dal lavoro dipendente e dai pensionati;
– i salari e gli stipendi non vengono sostenuti in alcun modo, anzi si fissa un tetto di inflazione programmata all’ 1,7% per il 2008 a all’ 1,5% per gli anni successivi, il che significa programmare una perdita secca, per un salario medio, di 1000 euro per questo biennio;
– tutto il peso del rientro dal deficit pubblico viene fatto gravare sulla spesa pubblica, in particolare sugli Enti locali, sulla Sanità, sulle Amministrazioni centrali e sul lavoro pubblico. La propaganda fatta sugli sprechi e sui “fannulloni” piuttosto che puntare alla ricerca di soluzioni si dimostra tesa a coprire le vere intenzioni: ridurre i servizi e rilanciare le privatizzazioni.
Cosa succede nel 2009
Il decreto legge e il disegno di legge prevedono per il 2009 i seguenti interventi:
– un taglio di 3,1 miliardi di euro alle Regioni e agli Enti Locali, da realizzare con un inasprimento del Patto di stabilità interno. Accanto a ciò, è già stato definito che gli Enti locali non possono ricorrere a tributi propri, mentre nel disegno di legge si spinge verso la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali. E’ evidente che, per compensare il venir meno di queste risorse, gli Enti locali saranno costretti a diminuire i servizi offerti ai cittadini e a vendere ai privati le partecipazioni delle aziende pubbliche che gestiscono servizi fondamentali, dal gas all’acqua;
– un taglio di più di 5 miliardi di euro alle Amministrazioni centrali e al lavoro pubblico, al quale si intende arrivare tagliando gli organici nella scuola (si prevede l’innalzamento del rapporto alunni/docenti), bloccando il turn-over nella Pubblica Amministrazione e la stabilizzazione dei lavoratori precari, riducendo la contrattazione integrativa, privatizzando le Università con la loro trasformazione in Fondazioni. Inoltre non ci sono risorse sufficienti per il rinnovo contrattuale dei settori pubblici 2008-2009 (allo stato attuale nel 2008 sostanzialmente non si prevederebbero aumenti e per il 2009 non ci sono neanche 70 euro), si tagliano in modo pesante le risorse per la contrattazione integrativa (almeno 1000 euro annuali in meno a regime per i lavoratori delle Amministrazioni centrali e 3000 in meno nel 2009), si pensa di togliere materie alla contrattazione per farle tornare sotto le decisioni legislative, aumentando discrezionalità, sprechi e clientelismi anziché produrre maggiore efficienza;
– un taglio di 1 miliardo alla Sanità, cui si farebbe fronte ripristinando i tickets di 10 euro su esami ed analisi o tagliando prestazioni per un valore equivalente;
– un intervento sulle entrate fiscali che dovrebbe portare ad un incremento di più di 3 miliardi.
Ciò si realizzerebbe con la cosiddetta “Robin Hood tax” che interviene sulla tassazione delle aziende petrolifere, sulle banche e sulle assicurazioni e con non meglio precisati interventi di lotta all’evasione. In realtà, siamo in presenza di interventi di facciata e propagandistici, visto che non si ha alcuna garanzia che l’incremento della tassazione non si scarichi sui prezzi e che, per quanto riguarda la lotta all’evasione, si procede in senso contrario, visto che si allentano i vincoli sui pagamenti in contante, ritornando alla soglia dei 12.500 euro rispetto ai 5000 attuali e si sopprime l’obbligo per i lavoratori autonomi di inviare al fisco l’elenco clienti-fornitori.
La nostra proposta alternativa
E’ evidente che siamo di fronte ad una manovra che, anziché puntare allo sviluppo, decide di tagliare salari e stipendi e smantella l’intervento pubblico per favorire le privatizzazioni, colpendo pesantemente il lavoro pubblico.
Si può invece imboccare un’altra strada. Si può sostenere lo sviluppo, incrementando i consumi e la domanda interna, iniziando con le detrazioni fiscali a favore di lavoratori e pensionati.
Occorre incrementare i salari e gli stipendi con l’intervento fiscale e la contrattazione nazionale e decentrata, a partire dalla fissazione di un indice inflattivo che consenta di recuperare la crescita del costo della vita.
E’ possibile, attraverso la attuazione del Memorandum, riformare le Pubbliche Amministrazioni, intervenendo sugli sprechi e rendendola trasparente ed accessibile per i cittadini. Si può incrementare l’efficacia e l’efficienza, valorizzando il lavoro di chi è impegnato in questi obiettivi e, invece, intervenendo in modo adeguato nei confronti dei dirigenti e dei lavoratori che vengono meno agli obblighi del proprio lavoro, così come abbiamo proposto nei nostri 10 punti per la riforma delle Pubbliche Amministrazioni.
La FP CGIL è impegnata a contrastare gli orientamenti contenuti nella manovra economica del governo e ad affermare indirizzi alternativi capaci di tutelare i lavoratori, far ripartire lo sviluppo del Paese, riformare le Pubbliche Amministrazioni.
Roma, 27 giugno 2008